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Onigiri ai friarielli

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5,5
Il triangolo sì, l'avevo considerato. Fin dalle prime immagini, l'opera chiarisce subito il fulcro della storia. Una nuova sfida tra sorelle, entrambe innamorate dello stesso amico e pronte a contendersi il suo cuore. La famiglia di Rumi e Naori, due gemelle eterozigote, si trasferisce accanto alla casa di Jun, un ragazzo figlio unico. I tre si incontrano da piccoli e da quel momento condividono ogni cosa, giocano, mangiano e, a volte, dormono anche insieme. Frequentano le stesse scuole e, arrivati alle superiori, i sentimenti che cominciano a provare spingono a essere espressi. Ed è qui che prende vita il triangolo amoroso, con le vicende che ruotano attorno a strategie, seduzioni e ingegnosi stratagemmi, dove le due gemelle si sfidano senza remore per conquistare il cuore di Jun.

L'intento dell'autore è apprezzabile, ma non completamente riuscito. Il vero punto debole di "Love is Indivisible by Twins" risiede nel character design, che in alcuni casi rende i personaggi poco credibili nei loro atteggiamenti. In un anime di questo tipo, il design dei personaggi è cruciale, e se non viene gestito bene, la storia parte già svantaggiata. Rumi e Naori sono gemelle, ma al tempo stesso molto diverse; la prima ama lo sport, ha molte amicizie, è romantica, premurosa e piena di dubbi, mentre la seconda è una nerd introversa, stratega, sicura di sé e spesso lasciva. Fino a qui nulla di strano, ma ciò che stona è il modo in cui si relazionano con Jun. Si lasciano affascinare facilmente da lui (senza che lui ne sia consapevole), invece di reagire con più determinazione e orgoglio. Questo le rende personaggi poco decisi, influenzando il loro rapporto, che risulta poco emozionante e piuttosto banale, somigliando a dinamiche già viste in altre opere. Diventano più interessanti quando si confrontano, il loro carisma e la cattiveria fanno parte del loro carattere, ma li utilizzano solo quando si tratta di competere fra di loro.

Anche il carattere di Jun non è esente da critiche. È il classico ragazzo introverso, intellettuale e poco abile con le ragazze, ma a livello emotivo non offre nulla di particolarmente intrigante o coinvolgente. Assistendo a una battaglia amorosa tra due sorelle attraenti, lo spettatore si aspetterebbe che il ragazzo al centro dell'attenzione sia almeno interessante. Invece, non solo non lo è, ma diventa presto noioso e ripetitivo, con una continua indecisione che spesso sembra ingiustificata. È vero che alcuni suoi comportamenti e atteggiamenti appaiono più realistici rispetto a quelli delle gemelle, ma il suo poco accattivante fascino non lo rende abbastanza avvincente da giustificare il suo ruolo centrale nella storia.

Esteticamente il titolo è molto piacevole, i soggetti e gli ambienti sono adeguatamente dettagliati, anche se inizialmente ho faticato a distinguere due personaggi a causa della loro somiglianza estetica molto evidente. Ho apprezzato soprattutto le numerose citazioni tratte da film occidentali, filosofia e letteratura, che sono state introdotte principalmente da Naori e Jun, sia nei loro dialoghi reciproci che nelle conversazioni con i rispettivi padri. Quel tocco di citazioni che attenua un po' i toni, utilizzato come battuta o per creare metafore su alcune situazioni.

Il tono generale è piacevole, sa alternare momenti seri e leggeri quando necessario, mescolando con attenzione scene romantiche ed ecchi. Tuttavia, il punto debole precedentemente menzionato è evidente e, per me, mina la credibilità dell'intera trama. Ho apprezzato parzialmente il finale, dove finalmente c'è stato un confronto maturo tra i protagonisti, ma l'epilogo ha ripristinato purtroppo la tonalità abituale, l'avrei saltato a piè pari.

In sostanza, lo consiglierei a chi cerca un anime per rilassarsi senza troppe pretese, quel tipo di serie da guardare sul telefono in una sala d'attesa. La mia valutazione attuale non raggiunge la sufficienza, perché sarebbe bastato poco per arrivare all'obiettivo desiderato. Si percepisce chiaramente l'intento di raccontare una storia più matura, ma il risultato finale non è stato all'altezza delle aspettative.


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esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5,5
"Love is Indivisible by Twins"? Andatelo a spiegare alle cinque gemelle Nakano della più famosa saga "The Quintessential Quintuplets" che, dopo essersi innamorate in momenti diversi del loro precettore privato, hanno cercato in tutti i modi di conquistarlo, fino a costringerlo a prendere una decisione univoca...

A parte gli scherzi, la serie in recensione uscita nell'estate del 2024 e tratta da una light novel del 2021 presenta l'idea di base della serie più famosa appena citata, e la sviluppa almeno inizialmente con una modalità che sembra tutto sommato credibile o almeno sostenibile.
Ovviamente, questa serie non ha la tipica connotazione da commedia anche comica delle avvenenti cinque gemelle: quest'ultima opera presenta la classica leggerezza di tante opere che poi mantiene vivo l'interesse dello spettatore, generando una attesa spasmodica per capire quale delle cinque sarebbe riuscita a conquistare il cuore del loro precettore privato Futaro Uesugi.

L'idea di base è un po' la stessa anche in "Love is Indivisible by Twins", sebbene in questo caso le gemelle siano solo due e lo sviluppo della trama aspiri ad ottenere un tono più serio, impegnato e profondo. Le gemelle Naori e Rumi Shinguji crescono e giocano col vicino di casa Jun Shirosaki, condividendo molti momenti delle loro esistenze anche a livello delle rispettive famiglie (tanto che i ragazzi sono trattati in modo molto confidenziale dai genitori), fino a quando, frequentando la stessa scuola superiore, le ragazze cominciano a sentire la necessità di esternare ciò che provano entrambe nei confronti di Jun.
È il classico cliché dell'innamoramento in simultanea, per creare la tensione sempre crescente nel triangolo amoroso, iniziando dalle scaramucce tra le gemelle, in un crescendo di trucchi, depistamenti, ammiccamenti, provocazioni, affinché lui si accorga dei sentimenti che entrambe nutrono nei suoi confronti e proceda alla scelta.

Nulla di nuovo o originale, si potrà opinare: e tale considerazione è ancor più appropriata per il protagonista, che rappresenta il cosiddetto vertice debole del triangolo amoroso. Infatti, il protagonista Jun corrisponde al solito cliché dell' "erbivoro" (mutuo la definizione dal "Don't Bully Me, Nagatoro!"): mi riferisco al classico ragazzo introverso, gentile, studioso, imbranato, ingenuo, un po' otaku, ma tanto "uomo zattera". Per caratterizzazione è agli antipodi del protagonista di "The Quintessential Quintuplets" e rientra nel solito cliché tipico degli studenti maschi protagonisti di commedie romantiche scolastiche in Giappone.

Jun rappresenta il classico sogno di tutti quei ragazzi che nella realtà non "battono chiodo" e che si ritrovano loro malgrado al centro di una situazione che resterebbe al di fuori di ogni loro più rosea aspettativa di sogno. Purtroppo, invece di creare un protagonista capace di tenere testa alle due machiavelliche (e anche tanto contorte) gemelle, creando un plot brillante e bilanciato, ci ritroviamo il solito protagonista studente maschio, ingenuo, incapace di interpretare le situazioni e interagire in un modo paritario con le compagne di classe e con le ragazze in generale, soprattutto quelle che gli interessano o quelle che dimostrano di essere interessate a lui. È un cliché che francamente alla lunga mi annoia e rende inverosimile la trama, al limite dell'insopportabile.
Su questo cliché "Love is Indivisible by Twins" (almeno per questa prima serie) fonda una storia che vede Jun vera e propria vittima delle angherie psicologiche e delle provocazioni anche fisiche delle gemelle, fino al parossismo di un finale in cui Jun riesce a trascinare nel suo folle e indeciso oblio le due piccole iene scatenate.

Se il protagonista non brilla per acume, decisionismo e un minimo di maturità, le due gemelle riescono a tirar fuori solo il peggio dell'animo umano, trasformando la conquista dell'amletico Jun in una sorta di lotta tra loro per l'affermazione dell'una sull'altra, mascherata da finto buonismo e altruismo dell'una nei confronti dell'altra, come ci si attenderebbe dal particolare rapporto e sintonia che dovrebbe contraddistinguere due gemelle.
Vero che la serie evidenzia più volte che Naori e Rumi siano due sorelle gemelle molto diverse e indipendenti tra loro con carattere, interessi e aspirazioni molto differenti. Ma quando si tratta di Jun, si trasformano in due maschere, dando l'impressione di non voler cedere il passo all'altra verso Jun più per orgoglio, puntiglio, dispetto e per affermazione del loro ego piuttosto che per una vera e propria attenzione nei confronti dell'imbranato oggetto del desiderio.

La fiera delle questioni irrisolte

In fondo, "Love is Indivisible by Twins" un pregio lo possiede (se così lo possiamo definire): l'improbabile triangolo amoroso costringe nel finale i tre protagonisti ad affrontare a viso aperto la loro situazione con tutte le questioni aperte tra loro. Se l'idea come incipit mi è sembrata perlomeno credibile, cui è seguito un corposo e fisico confronto tra le due gemelle che arrivano a gettare la maschera e si "vomitano" addosso tutte le cattiverie covate per tanto tempo, è l'epilogo che lascia perplessi, grazie alla insipienza del protagonista maschile, alla immaturità delle due gemelle e alla probabile intenzione di proseguire la narrazione con una seconda serie.

"Lasciare le questioni in sospeso è condannarle a cadere nel nulla"

Non posso nascondere che, per come si conclude la serie, non abbia particolarmente apprezzato la trama (soprattutto il finale) e il suo sviluppo dei personaggi. Anche sotto l'aspetto tecnico, ammetto che neppure il chara-desing (così "plasticoso") mi abbia colpito favorevolmente.
Se dovessi valutarla come opera "stand-alone", la mia valutazione non è sufficiente.
Probabilmente, se avessi un'idea dell'eventuale prosecuzione, sarei orientato solo a soddisfare la mia curiosità sul vero epilogo del triangolo (se mai ci fosse). Così resta una serie pretenziosa che poi alla lunga tende a ricadere nei peggiori cliché del genere, fatti passare per introspezione e profondità.