Tonari no Seki-kun
E' ormai passato parecchio tempo da quando ho abbandonato i banchi di scuola, però il ricordo di quelle noiose giornate in cui la voglia di seguire le spiegazioni degli insegnanti era meno che zero è ancora ben presente nella mia mente. A fare le spese della nostra insofferenza giovanile era, e mi vergogno un po' oggi a dirlo, il nostro banco di scuola. Ricordo ancora campi di calcio disegnati con la penna con le porte costruite con fogli di carta, scritte di ogni genere, ripetibili o meno, e i loghi disegnati con cura certosina dei principali gruppi musicali in voga al momento.
A un certo punto al signor Takuma Morishige, che non dev'essere stato un grandissimo esempio di diligenza nemmeno lui a scuola, viene la strampalata idea di creare un personaggio che organizza le proprie sedute scolastiche usando il proprio banco per farci qualsiasi cosa. Quando dico qualsiasi cosa, intendo davvero qualsiasi cosa: dalla creazione di un domino le cui pedine sono gomme da cancellare a gare di golf, da corsi per prendere la patente fatti usando macchine elettriche a corsi d'alpinismo. Seki, questo è il nome del personaggio, piuttosto che seguire le lezioni, prendendo il proprio banco come punto di riferimento riesce a organizzare qualsiasi attività, l'una più strampalata dell'altra. L'effetto collaterale è che i suoi passatempi finiscono per infastidire puntualmente la sua compagna di banco Yokoi, che puntualmente si lascia distrarre e non riesce a seguire le lezioni come invece vorrebbe.
Composto da ventuno episodi ognuno di sette minuti circa, "Tonari no Seki-kun" è un anime che spicca senza ombra di dubbio per la sua originalità. Quando ho letto l'introduzione a questo anime ne sono rimasto subito incuriosito e, ovviamente, ho deciso di guardarlo. I primi episodi, con qualche alto e qualche basso, hanno del tutto soddisfatto le mie aspettative e guardare quelle situazioni al limite dell'inverosimile mi ha divertito molto. Poi, però, con l'incedere degli episodi il mio interesse è calato nettamente, fino a sprofondare nella noia più assoluta: le trovate di Seki non mi sorprendevano più, anzi diventavano, via via, sempre più ripetitive. Ed essendo questo il cardine fondamentale su cui si basa questo titolo, la mia prima critica è proprio questa: è troppo ripetitivo al punto di farmi rinunciare alla visione degli OAV, perché proprio non ce la facevo più. Il secondo punto di critica è la figura di Yokoi, che ho trovato irritante fin da subito, col suo finto perbenismo e la sua isteria gratuita.
In definitiva, un anime originale e innovativo ma su cui, forse, bisognava lavorare un po' di più per renderlo anche più longevo. Il mio voto è la sufficienza, premio al coraggio e alla voglia di innovare un mondo, quello degli anime, composto da titoli troppo simili l'uno all'altro.
A un certo punto al signor Takuma Morishige, che non dev'essere stato un grandissimo esempio di diligenza nemmeno lui a scuola, viene la strampalata idea di creare un personaggio che organizza le proprie sedute scolastiche usando il proprio banco per farci qualsiasi cosa. Quando dico qualsiasi cosa, intendo davvero qualsiasi cosa: dalla creazione di un domino le cui pedine sono gomme da cancellare a gare di golf, da corsi per prendere la patente fatti usando macchine elettriche a corsi d'alpinismo. Seki, questo è il nome del personaggio, piuttosto che seguire le lezioni, prendendo il proprio banco come punto di riferimento riesce a organizzare qualsiasi attività, l'una più strampalata dell'altra. L'effetto collaterale è che i suoi passatempi finiscono per infastidire puntualmente la sua compagna di banco Yokoi, che puntualmente si lascia distrarre e non riesce a seguire le lezioni come invece vorrebbe.
Composto da ventuno episodi ognuno di sette minuti circa, "Tonari no Seki-kun" è un anime che spicca senza ombra di dubbio per la sua originalità. Quando ho letto l'introduzione a questo anime ne sono rimasto subito incuriosito e, ovviamente, ho deciso di guardarlo. I primi episodi, con qualche alto e qualche basso, hanno del tutto soddisfatto le mie aspettative e guardare quelle situazioni al limite dell'inverosimile mi ha divertito molto. Poi, però, con l'incedere degli episodi il mio interesse è calato nettamente, fino a sprofondare nella noia più assoluta: le trovate di Seki non mi sorprendevano più, anzi diventavano, via via, sempre più ripetitive. Ed essendo questo il cardine fondamentale su cui si basa questo titolo, la mia prima critica è proprio questa: è troppo ripetitivo al punto di farmi rinunciare alla visione degli OAV, perché proprio non ce la facevo più. Il secondo punto di critica è la figura di Yokoi, che ho trovato irritante fin da subito, col suo finto perbenismo e la sua isteria gratuita.
In definitiva, un anime originale e innovativo ma su cui, forse, bisognava lavorare un po' di più per renderlo anche più longevo. Il mio voto è la sufficienza, premio al coraggio e alla voglia di innovare un mondo, quello degli anime, composto da titoli troppo simili l'uno all'altro.
Non sempre tutte le lezioni scolastiche possono essere interessanti e coinvolgenti. Non sempre i compagni di classe sono diligenti e seguono le lezioni con attenzione. È possibile trovare dei compagni svogliati, pigri, distratti, ecc., ma quante volte è capitato di trovare come vicino di banco un vero e proprio artista della distrazione? Un genio della perdita di tempo? Un maestro della sottile arte del "non mi faccio mai sgamare e faccio quello che voglio in classe"? Questo corto parla proprio di un antieroe scolastico: Seki, lo straordinario 'funkazzista'!
"Tonari no Seki-kun" è un'opera della stagione invernale 2014 composta da ventuno episodi di circa sette minuti di durata, più un OAV contenente due episodi. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010.
Trama: Seki è uno studente che, anziché seguire le lezioni, si diletta ogni volta con giochini e trucchetti all'insaputa dei professori. Yokoi è la sua vicina di banco, la quale vede tutto e si fa distrarre con estrema facilità dall'inutile genialità del compagno, fantasticando ogni volta sui vari giochi. La storia narra di tutti questi giochetti e di come la povera Yokoi ne rimanga coinvolta.
Grafica: non esaltante. Le ambientazioni non sono molto curate a livello di dettaglio. Le animazioni sono semplici ma non difettano di fluidità. Character design non bellissimo ma fedele al manga.
Sonoro: straordinariamente bello. L'opera è riuscita a piacere talmente tanto che sono state realizzate diverse opening cantate nelle lingue più disparate; proprio l'opening è un concentrato di simpatia, musicalmente ottima. L'ending è fantastica per genialità e sonorità. OST "del piffero" nel vero senso della parola, tremendo ma efficacissimo. Ottimi effetti sonori. Doppiaggio splendido.
Personaggi: nell'universo di Seki ci sono pochissimi personaggi (i due protagonisti e qualche altra comparsa), ma quei pochi che ci sono sono di una simpatia contagiosa. La loro caratterizzazione è molto semplice, talvolta estremizzata, l'evoluzione caratteriale è inesistente ma in questo caso non è un male. Il fattore psicologico è pressoché focalizzato sui pensieri e sull'immaginazione di Yokoi. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: essendo un corto, l'opera è di una semplicità e di una linearità assolute. La gestione temporale è praticamente tutta al presente, con qualche minuscolo accenno di passato o flashback. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Sono presenti delle scene d'azione (totalmente inventate dalla fantasia di Yokoi) in cui può accadere di tutto, anche se non sempre gli episodi possono dirsi riusciti. Il fanservice è inesistente. I dialoghi, o per meglio dire i monologhi (dal momento che Seki non parla, si limita a mugugnare e a bofonchiare ogni tanto), sono molto simpatici.
Finale: non esiste la parola "fine" per i giochetti strampalati di Seki! L'ultimo episodio è esattamente come gli altri. Commedia pura e divertimento assicurati, con la comparsa di alcuni special guest già visti negli episodi precedenti. Arrivederci, Seki!
In sintesi, "Il mio compagno di classe Seki" è un piccolo gioiello di comicità. Con ogni probabilità è uno dei migliori corti di recente produzione. Un'opera imperdibile e spassosa, capace di regalare grandi perle di "talento sprecato in cavolate". Certo, non fa sempre ridere, però rimane pur sempre un gran prodotto. Data la natura dell'opera, è tranquillamente consigliabile a chiunque.
"Tonari no Seki-kun" è un'opera della stagione invernale 2014 composta da ventuno episodi di circa sette minuti di durata, più un OAV contenente due episodi. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010.
Trama: Seki è uno studente che, anziché seguire le lezioni, si diletta ogni volta con giochini e trucchetti all'insaputa dei professori. Yokoi è la sua vicina di banco, la quale vede tutto e si fa distrarre con estrema facilità dall'inutile genialità del compagno, fantasticando ogni volta sui vari giochi. La storia narra di tutti questi giochetti e di come la povera Yokoi ne rimanga coinvolta.
Grafica: non esaltante. Le ambientazioni non sono molto curate a livello di dettaglio. Le animazioni sono semplici ma non difettano di fluidità. Character design non bellissimo ma fedele al manga.
Sonoro: straordinariamente bello. L'opera è riuscita a piacere talmente tanto che sono state realizzate diverse opening cantate nelle lingue più disparate; proprio l'opening è un concentrato di simpatia, musicalmente ottima. L'ending è fantastica per genialità e sonorità. OST "del piffero" nel vero senso della parola, tremendo ma efficacissimo. Ottimi effetti sonori. Doppiaggio splendido.
Personaggi: nell'universo di Seki ci sono pochissimi personaggi (i due protagonisti e qualche altra comparsa), ma quei pochi che ci sono sono di una simpatia contagiosa. La loro caratterizzazione è molto semplice, talvolta estremizzata, l'evoluzione caratteriale è inesistente ma in questo caso non è un male. Il fattore psicologico è pressoché focalizzato sui pensieri e sull'immaginazione di Yokoi. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: essendo un corto, l'opera è di una semplicità e di una linearità assolute. La gestione temporale è praticamente tutta al presente, con qualche minuscolo accenno di passato o flashback. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Sono presenti delle scene d'azione (totalmente inventate dalla fantasia di Yokoi) in cui può accadere di tutto, anche se non sempre gli episodi possono dirsi riusciti. Il fanservice è inesistente. I dialoghi, o per meglio dire i monologhi (dal momento che Seki non parla, si limita a mugugnare e a bofonchiare ogni tanto), sono molto simpatici.
Finale: non esiste la parola "fine" per i giochetti strampalati di Seki! L'ultimo episodio è esattamente come gli altri. Commedia pura e divertimento assicurati, con la comparsa di alcuni special guest già visti negli episodi precedenti. Arrivederci, Seki!
In sintesi, "Il mio compagno di classe Seki" è un piccolo gioiello di comicità. Con ogni probabilità è uno dei migliori corti di recente produzione. Un'opera imperdibile e spassosa, capace di regalare grandi perle di "talento sprecato in cavolate". Certo, non fa sempre ridere, però rimane pur sempre un gran prodotto. Data la natura dell'opera, è tranquillamente consigliabile a chiunque.
La stagione invernale 2014, come già detto e ridetto in altre recensioni, è stata caratterizzata dalla presenza di molte serie composte da episodi della durata di pochi minuti; alcuni di questi anime sono stati piacevoli, mentre altri si sono rivelati una grande delusione. E poi abbiamo questa serie, "Tonari no Seki-kun", ovvero "Il mio vicino di banco Seki-kun", che è un'altra di queste serie prima citate, ma che ha avuto la particolarità di avere più episodi rispetto alle altre (ventuno, più un OAD); questa naturalmente l'ha fatta durare fino alla stagione successiva e devo dire che ciò non mi è dispiaciuto, perché questa è stata a mio parere una serie leggera e divertente, che valeva la pena di essere vista per occupare quei dieci minuti di noia pomeridiani.
La trama si può dire che sia inesistente, poiché tutti gli episodi sono auto-conclusivi e presentano all'incirca lo stesso schema narrativo. I due protagonisti della serie sono Yomoi, una ragazza che ha come vicino di banco Seki, un ragazzo che non riesce mai a seguire la lezione e che per evitare la noia ogni giorno porta nella sua borsa una serie di oggettini o di giocattoli che utilizza durante la lezione. Tutto ciò provoca l'interesse di Yomoi che, nonostante inizialmente sia portata a seguire la lezione per prendere appunti, subito si concentra di più su ciò che sta architettando Seki; verso la fine della puntata capita proprio che il professore veda distratta proprio Yomoi invece di Seki, che sembra invece essere un attento alunno.
Una trama semplice, no? Decisamente, infatti ogni puntata troverà la sua unicità nei giochi o nelle fantasie che Seki realizza con i suoi piccoli oggetti. Questo protagonista non parla mai, al massimo fa qualche verso, ma nulla di più; infatti sarà proprio Yomoi che, ormai distratta da ciò che fa il suo compagno di banco, racconterà i vari passaggi delle sue piccole invenzioni ed esprimerà la sua interpretazione che sempre corrisponderà a quella di Seki. Infatti, se voi da ciò che ho scritto pensate che sia Seki quello un po' fuso che si mette a fare cose quasi surreali con i suoi oggetti durante la lezione, vi sbagliate, perché in realtà è proprio Yomoi quella che si fa prendere dalle sue azioni e incomincia a farsi delle storie mentali su ciò che sta combinando Seki; ciò le susciterà talmente tanta euforia che a volte vorrà partecipare ai giochini del compagno, e spesso verrà scoperta dal professore che la sgriderà.
Una storia (se così la si può chiamare) così semplice è accompagnata da un disegno semplice, quasi basilare, infatti nella opening di circa trenta secondi si vedrà lo stesso Seki fare le animazioni e i disegni dell'anime che lo vede protagonista. Le ambientazioni sono situate quasi sempre nella classe o comunque nell'ambiente scolastico, e la opening e l'ending sono orecchiabili.
Insomma, questa è una serie che consiglio a tutti, magari per l'estate che sta per arrivare spendete un pomeriggio a guardare tutto d'un colpo questa serie e vedrete che qualche sorrisino ve lo tirerà fuori. Di sicuro una delle serie anime "corte" più carine e leggere della stagione invernale 2014.
La trama si può dire che sia inesistente, poiché tutti gli episodi sono auto-conclusivi e presentano all'incirca lo stesso schema narrativo. I due protagonisti della serie sono Yomoi, una ragazza che ha come vicino di banco Seki, un ragazzo che non riesce mai a seguire la lezione e che per evitare la noia ogni giorno porta nella sua borsa una serie di oggettini o di giocattoli che utilizza durante la lezione. Tutto ciò provoca l'interesse di Yomoi che, nonostante inizialmente sia portata a seguire la lezione per prendere appunti, subito si concentra di più su ciò che sta architettando Seki; verso la fine della puntata capita proprio che il professore veda distratta proprio Yomoi invece di Seki, che sembra invece essere un attento alunno.
Una trama semplice, no? Decisamente, infatti ogni puntata troverà la sua unicità nei giochi o nelle fantasie che Seki realizza con i suoi piccoli oggetti. Questo protagonista non parla mai, al massimo fa qualche verso, ma nulla di più; infatti sarà proprio Yomoi che, ormai distratta da ciò che fa il suo compagno di banco, racconterà i vari passaggi delle sue piccole invenzioni ed esprimerà la sua interpretazione che sempre corrisponderà a quella di Seki. Infatti, se voi da ciò che ho scritto pensate che sia Seki quello un po' fuso che si mette a fare cose quasi surreali con i suoi oggetti durante la lezione, vi sbagliate, perché in realtà è proprio Yomoi quella che si fa prendere dalle sue azioni e incomincia a farsi delle storie mentali su ciò che sta combinando Seki; ciò le susciterà talmente tanta euforia che a volte vorrà partecipare ai giochini del compagno, e spesso verrà scoperta dal professore che la sgriderà.
Una storia (se così la si può chiamare) così semplice è accompagnata da un disegno semplice, quasi basilare, infatti nella opening di circa trenta secondi si vedrà lo stesso Seki fare le animazioni e i disegni dell'anime che lo vede protagonista. Le ambientazioni sono situate quasi sempre nella classe o comunque nell'ambiente scolastico, e la opening e l'ending sono orecchiabili.
Insomma, questa è una serie che consiglio a tutti, magari per l'estate che sta per arrivare spendete un pomeriggio a guardare tutto d'un colpo questa serie e vedrete che qualche sorrisino ve lo tirerà fuori. Di sicuro una delle serie anime "corte" più carine e leggere della stagione invernale 2014.
Se dovessi stilare una lista personale delle migliori serie d'animazione invernali del 2014, collocherei Tonari no Seki-kun sul podio, senza pensarci due volte, e forse non senza suscitare un po' di sorpresa: in fondo come potrebbe spiccare, in un mare di uscite stagionali, proprio un titolo da circa sette minuti a episodio, con delle premesse così 'banali' e alcun tipo di aspettativa a suo seguito? La risposta è racchiusa in certe qualità che questo gioiellino possiede tutte, e che di questi tempi è raro trovare perfino nelle opere più attese dal pubblico.
L'idea di Takuma Morishige, autore del manga, è di un'efficacia invidiabile, per la capacità di far convivere due fattori che di solito non vanno a nozze, cioè freschezza e semplicità: il meccanismo comico dell'opera funziona a meraviglia senza dover spingere al limite espedienti tipici del genere quali il nonsense o un ampio cast di personaggi fuori di testa. La situazione che ci si presenta, per quanto sia buffa, non può non ricondursi all'esperienza che un po' tutti, da 'bravi studenti', abbiamo provato, fin dalle elementari, e perché no, anche alle superiori, nel fare del nostro banco di scuola un vero e proprio banco 'da lavoro'. Insomma, alzi la mano chi non si sia mai messo a giocherellare con gomme, matite, righelli o qualsiasi altro prodigioso articolo di cancelleria dimenticato sul fondo del nostro astuccio, durante una spiegazione particolarmente pesante. La sensazione di familiarità è tangibile, magari molto più a noi che non ai ragazzi giapponesi, sottoposti a una maggiore disciplina e ancor meno liberi di concedersi i medesimi svaghi del protagonista. Non a caso il suo nome è Seki (in giapponese 'seki' vuol dire proprio 'posto a sedere'), e lo sentiremo spesso riecheggiare nella testa della sua vicina di banco, Rumi Yokoi, che assisterà agli 'attacchi d'arte' del taciturno giovanotto, beccandosi accidentalmente anche qualche ramanzina al posto suo. La curiosa intesa che si viene a creare in questa coppia dà vita a scenette deliziose, inserite nella seguente routine: la lezione è in corso, lei volge lo sguardo alla sua sinistra, e come al solito vede lui che è tutto intento ad armeggiare con qualcosa, a volte addirittura giocattoli che nessuno si sognerebbe di portare a scuola. Lei dapprima è infastidita dalla cosa, non può proprio tollerare un comportamento così infantile e inopportuno, che per giunta rischia di distrarla dalla spiegazione. Ma proprio non riesce reindirizzare l'attenzione al sensei, perché Seki-kun le ha fornito l'ennesima irresistibile occasione per dare sfogo alla sua immaginazione, animare quelli che non le appaiono più come dei semplici oggetti, raccontarne i sentimenti e le epiche gesta. È a quel punto che all'ingegno di lui si combina la fantasia di lei, accrescendo nello spettatore una genuina immedesimazione e un senso di complicità nei loro confronti. Yokoi-chan e Seki-kun sono qui a ricordarci che la nostra la capacità di spazzare via i momenti di noia è più grande di quanto pensiamo, che basta davvero poco per innescarla, e che non si dilegua assolutamente col passare degli anni, ma si è solo meno inclini a risvegliarla. In fin dei conti, la più sciocca e infantile delle nostre invenzioni mentali è proprio la noia.
Delle situazioni proposte in queste tredici puntate - a cui spero seguiranno delle altre - è apprezzabile, oltre all'innocente ma imprevedibile comicità, anche l'andamento. A dispetto della brevità, nessun episodio si traduce in una visione effimera e ognuno di essi lascia soddisfatti, desiderosi di gustarsi i seguenti, cosa che non avviene in molte short series penalizzate da contenuti inconsistenti quanto il minutaggio. Inoltre, qualche gradito cambio di scenario (ad esempio in laboratorio o in piscina) e il coinvolgimento efficace di alcuni comprimari sventano definitivamente il rischio monotonia. I meriti non finiscono qui: un bel plauso va in particolare a Kana Hanazawa, che dona la sua voce alla protagonista, con un'interpretazione simpaticissima e galvanizzante, oltre che fondamentale, se non unico, strumento di narrazione; e poi ci sono le sigle, divertenti e geniali, perfettamente in linea con l'anime, quasi da essere considerati episodi a parte. Il mio giudizio finale su Tonari no Seki-kun è pertanto molto buono, trattandosi non soltanto della consueta 'piacevole sorpresa', ma di qualcosa di davvero diverso e di spensierato come non se ne trovano molte oggigiorno.
L'idea di Takuma Morishige, autore del manga, è di un'efficacia invidiabile, per la capacità di far convivere due fattori che di solito non vanno a nozze, cioè freschezza e semplicità: il meccanismo comico dell'opera funziona a meraviglia senza dover spingere al limite espedienti tipici del genere quali il nonsense o un ampio cast di personaggi fuori di testa. La situazione che ci si presenta, per quanto sia buffa, non può non ricondursi all'esperienza che un po' tutti, da 'bravi studenti', abbiamo provato, fin dalle elementari, e perché no, anche alle superiori, nel fare del nostro banco di scuola un vero e proprio banco 'da lavoro'. Insomma, alzi la mano chi non si sia mai messo a giocherellare con gomme, matite, righelli o qualsiasi altro prodigioso articolo di cancelleria dimenticato sul fondo del nostro astuccio, durante una spiegazione particolarmente pesante. La sensazione di familiarità è tangibile, magari molto più a noi che non ai ragazzi giapponesi, sottoposti a una maggiore disciplina e ancor meno liberi di concedersi i medesimi svaghi del protagonista. Non a caso il suo nome è Seki (in giapponese 'seki' vuol dire proprio 'posto a sedere'), e lo sentiremo spesso riecheggiare nella testa della sua vicina di banco, Rumi Yokoi, che assisterà agli 'attacchi d'arte' del taciturno giovanotto, beccandosi accidentalmente anche qualche ramanzina al posto suo. La curiosa intesa che si viene a creare in questa coppia dà vita a scenette deliziose, inserite nella seguente routine: la lezione è in corso, lei volge lo sguardo alla sua sinistra, e come al solito vede lui che è tutto intento ad armeggiare con qualcosa, a volte addirittura giocattoli che nessuno si sognerebbe di portare a scuola. Lei dapprima è infastidita dalla cosa, non può proprio tollerare un comportamento così infantile e inopportuno, che per giunta rischia di distrarla dalla spiegazione. Ma proprio non riesce reindirizzare l'attenzione al sensei, perché Seki-kun le ha fornito l'ennesima irresistibile occasione per dare sfogo alla sua immaginazione, animare quelli che non le appaiono più come dei semplici oggetti, raccontarne i sentimenti e le epiche gesta. È a quel punto che all'ingegno di lui si combina la fantasia di lei, accrescendo nello spettatore una genuina immedesimazione e un senso di complicità nei loro confronti. Yokoi-chan e Seki-kun sono qui a ricordarci che la nostra la capacità di spazzare via i momenti di noia è più grande di quanto pensiamo, che basta davvero poco per innescarla, e che non si dilegua assolutamente col passare degli anni, ma si è solo meno inclini a risvegliarla. In fin dei conti, la più sciocca e infantile delle nostre invenzioni mentali è proprio la noia.
Delle situazioni proposte in queste tredici puntate - a cui spero seguiranno delle altre - è apprezzabile, oltre all'innocente ma imprevedibile comicità, anche l'andamento. A dispetto della brevità, nessun episodio si traduce in una visione effimera e ognuno di essi lascia soddisfatti, desiderosi di gustarsi i seguenti, cosa che non avviene in molte short series penalizzate da contenuti inconsistenti quanto il minutaggio. Inoltre, qualche gradito cambio di scenario (ad esempio in laboratorio o in piscina) e il coinvolgimento efficace di alcuni comprimari sventano definitivamente il rischio monotonia. I meriti non finiscono qui: un bel plauso va in particolare a Kana Hanazawa, che dona la sua voce alla protagonista, con un'interpretazione simpaticissima e galvanizzante, oltre che fondamentale, se non unico, strumento di narrazione; e poi ci sono le sigle, divertenti e geniali, perfettamente in linea con l'anime, quasi da essere considerati episodi a parte. Il mio giudizio finale su Tonari no Seki-kun è pertanto molto buono, trattandosi non soltanto della consueta 'piacevole sorpresa', ma di qualcosa di davvero diverso e di spensierato come non se ne trovano molte oggigiorno.