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NickyFlowers

Episodi visti: 25/25 --- Voto 6,5
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler!

“Fate/Stay Night” è uno di quei franchise di cui si sente parlare più spesso nel panorama anime e manga di oggi. Alla fine anch’io ho deciso di dare un’occhiata all’universo creato da Kinoko Nasu e Takashi Takeuchi. Dal momento che molti fan rinnegano le trasposizioni animate fatte dallo studio Deen al pari di un figlio mai voluto, ho deciso di partire dagli adattamenti dello studio Ufotable, iniziando da questo “Unlimited Blade Works”. Confesso subito: non è che mi abbia convinto molto.

La storia ruota attorno a Emiya Shirou, un giovane mago che si ritrova coinvolto nella guerra del Santo Graal, scontro che vede sette maghi invocare sette Servant (spiriti eroici delle leggende) per combattere e ottenere, appunto, il Graal, una coppa in grado di esaudire qualunque desiderio. Tuttavia, Shirou non è un grande esperto di magia e inizialmente si fa aiutare da Rin Tohsaka, una sua compagna di classe che si allena da anni per prepararsi a questo scontro.

Pur essendo la trasposizione della seconda route del gioco originale, Ufotable ha cercato di contestualizzare la vicenda e di dare alcune prime informazioni, cosicché chi non avesse mai giocato la novel o non si fosse mai avvicinato a Fate non rimanesse disorientato da quello che succede inizialmente. I primi due episodi sono molto utili a questo scopo che, con una durata maggiore rispetto a tutti gli altri, permettono di presentare al meglio i due protagonisti di quest’arco narrativo (Shirou e Tohsaka) e i loro rispettivi Servant, Saber e Archer.

La serie è molto incentrata sull’azione e sui combattimenti, resi ottimamente da un punto di vista sia di regia sia di animazione. Le musiche di Fukasawa rendono benissimo il tono epico che può avere la guerra per un oggetto leggendario come il Santo Graal.

Una magnifica confezione, non c’è che dire. È il contenuto il vero problema.

Se sette persone combattono per un oggetto capace di esaudire qualsiasi desiderio, è mai possibile che non ce ne sia uno che abbia un desiderio da esprimere? Se nessuno ha un desiderio, che senso ha combattere? Sembra che tutti i maghi coinvolti in uno scontro in cui, ricordo, si rischia di perdere la vita, non abbiano un’ambizione o un qualcosa che li spinga a prendere parte alla guerra.
Rin Tohsaka, sin dal primo episodio, dice che lei combatte perché semplicemente le piace vincere. Come motivazione iniziale ci può stare perché potrebbe essere un punto di partenza per una sua successiva maturazione: magari nel corso della storia perderà una persona cara o, affezionandosi sempre di più a Shirou troverà una buona ragione per combattere. E invece questa maturazione Rin non l’avrà mai.

Emiya Shirou ha effettivamente un desiderio: diventare un paladino della giustizia. Anche qui: un punto di partenza semplice, ma niente male per un protagonista da “battle shonen”. Addirittura ad un certo punto si crea una situazione in cui Shirou dovrà mettere in discussione i suoi princìpi. Peccato che il suo mettere in discussione i princìpi significa: “Gne gne, faccio comunque quello che voglio perché è la cosa giusta da fare”. Non c’è un vero e proprio momento di crisi, un attimo in cui lui mostri dei dubbi su quello in cui crede. Niente. Perché si dovrebbe empatizzare per un protagonista del genere, che rimane così com’è dall’inizio alla fine?

E i Servant come sono? Belli da vedere, ma niente di più. Tante informazioni sul loro conto vengono raccontate dando per scontato che si sia già visto Fate/Zero, il prequel di Fate/Stay Night. Non l’ho reputata una mossa corretta, soprattutto nei confronti di chi si avvicina al franchise per la prima volta.

A mio dire, gli unici che hanno una caratterizzazione minimamente interessante sono due. Gilgamesh, anche se gestito male nella prima parte, ha almeno un valido motivo per ottenere il Graal. Archer, invece, è il personaggio reso meglio di tutti perché sarà colui che metterà il protagonista di fronte a una dura verità. Senza fare troppi spoiler, mostrerà come Shirou abbia sempre vissuto per realizzare un sogno che non è il suo, ma quello di qualcun altro. Non avere un proprio sogno, nell’ottica di Archer, è come essere solo un fantoccio senza personalità. Un modo di vedere le cose in cui, personalmente, mi sono ritrovata molto.

Insomma, “Unlimited Blade Works” non si può definire un anime brutto. Tuttavia, a parte gli scontri non rimane niente dalla visione e risulta una trasposizione che sembra più indirizzata ai vecchi fan di Fate piuttosto che ai novizi. Si poteva fare di meglio.

Utente132343

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Utente132343

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
Il tilolo "Fate/Stay Night", ormai non si attribuisce solo ad un'opera in particolare, ma ad un franchise di grande successo, che negli anni si è sviluppato in varie forme e media: adattamenti animati, manga, novels e videogiochi. Se a colpo d'occhio tutto questo può disorientare, gli stessi creatori indirizzano le ricerche del pubblico verso questa serie tv, prodotta dallo studio Ufotable in stretta collaborazione con l'autore originale Kinoko Nasu.

L'obbiettivo, era di creare qualcosa di forte richiamo per gli appassionati delusi dalle produzioni precedenti, doveroso citare lo studio Deen, e allo stesso tempo conquistare un nuovo pubblico privo di background.
Viene quindi prodotto "Fate/Stay Night: U.B.W.", una serie Tv di 25 episodi che rappresenta il secondo arco narrativo dell'opera originale, per la precisione, della co-protagonista Rin Tohsaka; personaggio esuberante, carismatico, e dalle grandi doti magiche. Lo studio dà il meglio di se nella realizzazione delle scene di combattimento e nel sapiente uso della GC, in gran parte già ottimizzata nelle precedenti produzioni dei film della saga "Kara no Kyoukai", scritta tra l'altro, dallo stesso Kinoko Nasu.

Nonostante la route sia di per sé orientata all'azione, si mantiene sempre un buon livello di intrattenimento, ma con qualche lungaggine di troppo nella scrittura, nulla di veramente grave, ma che appesantisce un po' soprattutto gli ultimi episodi.
In conclusione, il punto di partenza ideale per entrare nella saga, perché pur essendo il secondo arco narrativo in ordine cronologico, è stato strutturato in modo da essere esaustivo ad informazioni, per colmare buona parte del divario tra fan di vecchia data e non.


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Zaiken95

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9,5
"Fate/Stay Night" è una meravigliosa opera nipponica, originalmente creata in forma di visual novel con 3 archi narrativi alternativi. "Unlimited Blade Works" costituisce il secondo di questi filoni, quello da dove emerge una caratterizzazione più stratificata del protagonista maschile, Shirou Emiya, che deve conciliare i suoi ideali con la realtà e che per questo motivo si pone in modo anche più "tosto" rispetto agli altri due archi. In UBW viene inoltre approfondito il legame di Shirou con Rin Tohsaka, una delle tre protagoniste femminili.
Il tema della storia è quello di una battaglia all'ultimo sangue tra sette maghi, ognuno dei quali dispone di un potente Servant al proprio servizio, personificazione di un eroe dei tempi passati, e che vede quale arena dello scontro l'intera città (fittizia) di nome Fuyuki. Al vincitore sarà garantito il Graal, capace di esaudire qualsiasi desiderio, come ogni oggetto epico che si rispetti. Con lo svolgersi del confronto i protagonisti, maghi ed eroi, riveleranno particolari importanti sulle loro motivazioni, la loro storia e i loro drammi, costruendo legami profondi ed appassionanti tra loro.

L'adattamento di Ufotable in forma di anime è riuscitissimo sul piano dell'animazione e del character design. Le scene più concitate, come ad esempio gli scontri fra Servant, sono assolutamente spettacolari e curati nel dettaglio. I protagonisti sono stati disegnati in termini più moderni rispetto all'opera originale, e soprattutto per quanto riguarda Saber, di un fascino unico.
La fedeltà alla visual novel è decisamente alta, nonostante qualche comprensibile ritocco.
In definitiva da guardare.


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Squall_Leon

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

La seconda "route" di Fate/Stay Night portata sullo schermo migliora quanto di già bello era presente nella passata versione animata, conservando (se non peggiorando, a volte) i difetti.

"Unlimited Blade Works" è visivamente stupendo, eccellendo tanto nelle parti narrate dove gli sguardi e l'espressività dei personaggi svela dettagli non detti, quanto nei combattimenti, fiore all'occhiello della serie. Davvero, se fossero stati 25 episodi di showreel action senza il minimo collegamento di trama con le musiche perfette della serie sarebbe stato comunque bellissimo.

Invece abbiamo la trama, invece abbiamo Shirou.

Andando con ordine: la serie si prefiggeva di dare maggior spessore alla figura di Rin e così è, viene meglio approfondito il carattere della ragazza, che fin dal primo episodio -come nella serie del 2006- capiamo (complice aggiunto qui anche il disegno eccessivamente dolce) non voler nemmeno provare ad essere la classica tsundere e basta, risulta invece molto più comica di quanto avrebbe dovuto essere, basti solo pensare all'evocazione di Archer e a tratti molto meno matura, per quanto tra lei e Shirou, sia sempre sua l'iniziativa.
Shirou, il "vero" protagonista della trama mantiene il suo essere un irritante idealista, seppur in alcuni tratti in questa versione risulti più risoluto, finisce sempre con l'avere reazioni emotive completamente prive di senso, impossibile empatizzare con la sua causa. La romance che lo vede legarsi a Rin è allo stesso modo poco giustificata, come fosse un'esigenza di trama, deve succedere, punto.
Archer, il secondo personaggio più approfondito di questa serie vince invece a mani basse come motore della storia. Se nella serie del 2006 era perfetto, qui lo è ancora di più, riuscendo ad essere definito caratterialmente e negli ideali. Come in passato, è lui il vero motore che fa "maturare" Shirou, ma qui viene esaltato molto di più arrivando ad essere fautore e risolutore della storia stessa, perché lui "sa già" come andrà a finire. Attraverso alcuni indizi, dialoghi e le sue espressioni si può facilmente intuire già prima della rivelazione la sua identità, ma anche il perché ad un certo punto, senza apparente motivo opti per il "tradimento".
Lancer in questa versione guadagna punti carisma, presente in pochi episodi (necessari a risollevare una trama che stava sprofondando) bastano questi a definirlo un pelo e renderlo più apprezzabile di Shirou anche nella sconfitta.
Saber ottiene invece un pessimo trattamento, passando da una prima parte di serie dove tra lei e Shirou sembra generarsi un genuino affetto, all'essere considerata poco più che un pokemon, cosa che si porterà dietro anche nel finale di serie con un intermezzo drammatico dove pare sia più Archer a tenere a lei che il suo vero master.

Menzione di disonore per i villain.
Caster e Gilgamesh sembrano usciti da un film Marvel. Sono cattivi perché di sì.
Shinji, nomen omen, è talmente viscido da risultare una macchietta comica più che un villain. Basti pensare la sua reazione quando Lancer lo pungola.
Kirei, fino alla sua scomparsa personaggio neutro, ad un certo punto della storia sembra ritornare in scena solo per rimediare (assieme a Lancer) ad una trama che stava precipitando verso un bad ending, passando da villain e scemo.
Il master di Caster (il cui nome è dimenticabile) è probabilmente il personaggio più piatto dell'intera storia, ma era così anche nell'originale (e deduco anche nel gioco) ed è protagonista di uno dei peggiori buchi di trama, dato che si sa per certo essere riuscito ad uccidere Rider a mani nude e nello stesso episodio lo si vede prendere a cazzotti Saber fino a tramortirla e poi combattere alla pari con Shirou, scena ripetuta nel confronto in chiesa.

La trama ha alti e bassi, determinati avvenimenti non vengono spiegati o giustificati, esempio Shirou che senza motivo ricrea le spade di Archer senza che questi gli dica la frase presente nella precedente serie "se non puoi batterlo, immagina un'arma che possa farlo", per poi giustificarsi con un "l'ho sempre saputo fare" quando fino a poco prima andava in giro con una spada di legno.
La prima parte della serie tv risulta a tratti immotivatamente lenta (l'episodio dell'appuntamento credo sia il punto più basso) per poi crescere in maniera repentina nel finale in maniera drammatica. La seconda parte della serie si apre ancora peggio, tanto che dai primi attimi del 13esimo episodio credevo di aver perso un pezzo nel mezzo. Assistiamo ad una vera e propria discesa nel dramma che vede i protagonisti vinti su tutti i fronti, salvo poi l'intervento del deus ex machina rappresentato da Lancer (e poi dal bluff di Archer), introdotto in maniera goffa, tanto da apparire forzata.

Il finale, spalmato su 2 episodi che potevano essere riuniti in uno unico dalla durata doppia -a mio avviso-, è a tratti esaltante. Il combattimento tra Gilgamesh e Shirou è perfetto, ma visivamente questa serie raggiunge livelli altissimi. L'epilogo, tenuto come episodio a sé stante risulta invece troppo lungo, anche se si fa guardare piacevolmente, mostrando i due protagonisti un po' più adulti e finalmente insieme nonostante Shirou 16enne e Shirou 18enne dimostrino l'affetto di una bottiglia di plastica vuota.

Se nella serie del 2006 il voto complessivo era 7 per lo scivolone sul drago in CGI, qui il 7 finisce con l'esserlo al netto di alti (disegno, coreografia, effetti speciali, personaggi e soprattutto musiche) e bassi (protagonista, villain, plot holes).
Posso comprendere che molti dei buchi siano spiegati nelle altre "route", ma uno spettatore non deve andare a recuperarsi le informazioni esternamente per comprendere la trama di una serie "finita".


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alagaesia

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
Quando mi trovo di fronte ad opere del genere, difficilmente riesco a trovare il distacco emotivo necessario per cercare di fare una recensione oggettiva. Per questo, non credo che riuscirò a farla. In breve, "Fate/Stay Night Unlimited Blade Works" è per me un capolavoro assoluto che tutti gli amanti degli anime, in particolare dei fantasy/battle ma anche sentimentali, dovrebbero vedere. Dalla trama alle caratterizzazioni, dal sound alla grafica, dalla narrazione ai temi, tutto in questa serie è accurato e ben approfondito. Difficile trovare dei lati negativi, ma andiamo per ordine.

Trama: parto ammettendo di non aver né mai visto la visual novel né mai giocato al gioco, ma per quanto concerne un neofita del brand Fate e, in particolare di questa seconda route, non posso che dire che la trama è piuttosto originale, con dei buoni sviluppi e un'ottima narrazione dei fatti (sia come qualità che come velocità). Forse, è un pelo caotico all'inizio per qualcuno che, appunto, non conosce il mondo Fate. Voto: 8,5

Personaggi: li ho amati bene o male tutti. Dai protagonisti, Rin Tohsaka e Emiya Shirou, ai vari "villain", passando per i Servant Saber e Archer, tutti hanno una propria caratterizzazione realistica, determinata da eventi che hanno segnato la loro vita in qualche modo. Quindi, per quanto possa essere stereotipato il personaggio che vuole salvare tutto e tutti sempre, in questo caso Shirou appunto, qui ci viene fornita una spiegazione logica che giustifica questo suo atteggiamento e, soprattutto, questo suo impulso di essere d'aiuto per gli altri viene trattato quasi come una patologia, a cui lui non riesce a staccarsi. Insomma, qualcosa che di stereotipato non ha davvero niente. Il personaggio del Servant Archer è, in assoluto, il mio preferito. Belli anche i vari character design (Gilgamesh e Archer stesso su tutti). Se devo trovare il pelo nell'uovo, poteva essere caratterizzata meglio Rin che, in alcuni frangenti risulta un po' piatta. Voto: 9,5

Grafica: bé, che dire, è stato realizzato dallo studio Ufotable, serve davvero dire altro? Come sempre, e forse meglio del solito, lo studio giapponese esegue un lavoro eccellente che trova il suo apice nello svolgimento dei vari combattimenti, alcuni dei quali davvero bellissimi (Archer-Shirou, Shirou-Gilgamesh e molti altri…). Disegni bellissimi, immagini nitide, senza mai calare di qualità. Questo è Ufotable. Voto: 9,5

Musiche: ovviamente anche in questo campo lo studio nipponico dà il meglio di sé, con OST sempre in tema e sempre di alto livello. Opening e ending davvero molto belle. Voto: 8,5

Per concludere non posso che consigliarlo a tutti perché credo meriti tanto. Io stesso me lo riguarderò sicuramente, in attesa che esca il terzo, e ultimo film, Heaven's Feel, trilogia che tratta della terza route di Fate/Stay Night.


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maxcristal1990

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
Emiya Shirou, figlio adottivo di Kiritsugu, è l'unico sopravvissuto della guerra del Santo Graal avvenuta 10 anni prima. Dopo la perdita del padre, persona molto altruista capace di dare valore alle altre persone più che a se stesso, Emiya si troverà ad affrontare la guerra del Santo Graal con l'appoggio di Rin Tohsaka, discendente di un'importante famiglia di maghi; l'ideale di Emya lo spinge a proseguire il sogno del padre, salvare quante vite possibile e far avverare il suo desiderio di salvare tutti.

L'inserimento di nuovi personaggi in questo anime, seguito di Fate/Zero, mette in evidenza Rin e Emiya, mostrando la loro storia. Non mancano vecchie conoscenze e nonostante tutto, la presenza di personaggi e eroi della serie precedente sarà influente. Ho potuto notare, rimanendo in argomento, molti personaggi con più carattere e molto distinti. La vera natura del Santo Graal viene finalmente svelata, contro ogni aspettativa.

Molti i lati positivi in sul piano tecnico, tra cui la scorrevolezza e le bellissime animazioni durante i combattimenti, a mio giudizio molto più curati dalla precedente edizione. Come sa già chi ha potuto vedere la prima serie, il "pezzo forte" di questo anime è la storia e come riesce a coinvolgere lo spettatore! Riesce pienamente a tenere alta l'aspettativa e quando concludi la visione, ti puoi ritenere molto soddisfatto. Non tutte le scelte dell'autore sono state di mio gradimento, ma non posso influenzare il punteggio solo perché avrei voluto vedere alcuni episodi, svolgersi in modo diverso.

Lati negativi veramente pochi: tra questi ho notato soprattutto i Servant, perchè non si capisce bene il vero loro potere, spesso potremo vedere un Master, capo di un Servant molto inferiore a questi eroi, competere con loro così da confondere lo spettatore. Altro lato negativo i servant cambiano troppo spesso Master e crea anche questo fattore veramente troppa confusione. Tutto si risolve con spiegazioni negli ultimi episodi, ricollegati hai precedenti avvenimenti.

Animazioni di ottima fattura e musiche appropriate. Sui dialoghi ho visto il doppiaggio in Italiano ed è stato ben realizzato e non mi sono assolutamente pentito di non averlo visto in lingua originale.


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kirk

Episodi visti: 26/25 --- Voto 6
Questo anime è composto da un prologo, dodici episodi, altri dodici episodi e un epilogo, la cosa fastidiosa di tutto ciò è che gli episodi hanno durata diversa, che varia tra gli oltre cinquanta minuti ai soli ventitré… in tempi normali ciò mi avrebbe potuto causare problemi nel guardarlo.
Ma passiamo a parlare di questo anime a cui pur assegnando un sei, per alcuni spunti che vi ho trovato e per il buon lavoro dello studio Ufotable sulle animazioni, ho trovato fastidioso in molte cose: prima di tutti i personaggi piatti e deboli e che non agiscono secondo la logica: tutto potrebbe finire molto rapidamente se non fosse che i personaggi preferiscono parlare piuttosto che agire… data la difficoltà di uccidere i servant la cosa più logica -ci viene detta all’inizio- è sbarazzarsi dei master e prendere il controllo dei loro famili… il problema è che invece sembra che si faccia di tutto per non rispettare questa facile opzione.

Poi il centro della storia sono Rin Tohsaka che dovrebbe essere la ragazza dal carattere forte e sensibile, ma appare qui come qualcosa di già visto e Emiya Shiro che dovrebbe essere l’eroe… ma se dobbiamo vedere la loro crescita o il loro sviluppo vediamo che non cambia gran che dall’inizio all’epilogo.
Questa è la prima volta che mi avvicino ai prodotti con brand Fate di Type-Moon e sapendo che è un marchio famosissimo mi aspettavo molto di più.


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MephistNecromancer

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
Allora... come iniziare con quest'ottima serie?
Sono sempre stato intrigato dall'opera in sé di "Fate/Stay Night", ma non ho mai potuto vederla o giocarla interamente per cause superiori. Sì, prima di questo esisteva un altro anime, ma ho sempre visto che la visione viene sconsigliata perché, alla "Game of Thrones", dopo un certo punto la trama prende una strada completamente diversa dall'opera originale, una strada molto più brutta e piena di buchi di trama, quindi ho preferito lasciar perdere.
Poi, finalmente, è uscita questa serie, che è stata acclamata anche per la sua fedeltà all'opera originale, quindi mi ci sono lanciato dopo un po' di tergiversamenti vari.
Premetto col dire che il genere, almeno per l'epoca, era qualcosa di unico, originale e nuovo, e questo respiro di aria fresca si sente tutt'oggi.

La storia narra delle avventure di Tohsaka Rin, classica tsundere; di Emiya Shiro, classico protagonista buonista e spaccabelotas; di Archer, il cinico Servant di Tohsaka Rin, e di Saber, la cavalleresca Servant di Emiya Shiro.
Parlando di Servant, i due protagonisti si trovano a partecipare ad una feroce guerra, dove sette maghi e altrettanti Servant si contendono il Santo Graal, un oggetto che si suppone venga creato dalle anime dei maghi e che ha il potere di esaudire un desiderio a testa per il Master ed il Servant che vinceranno la battaglia.
Nel corso di questa guerra, piena di twist e colpi di scena fatti bene, compariranno vari personaggi, perlopiù caratterizzati molto bene seppur con qualche pecca, ma il vero fulcro di tutta la vicenda è il rapporto che c'è fra Shiro e Archer, ruotante intorno al puro idealismo, a mio parere becero ed impossibile, di Shiro, il quale in modo estremamente buonista e quasi irritante vuole salvare tutti senza capire che è una cosa impossibile.
Ed è proprio questo che non posso dare più di otto e mezzo a questa serie: Shiro mi ha fatto incavolare dall'inizio alla fine per via del suo impossibile e ignorante punto di vista, che non muterà neanche dopo aver avuto le prove della sua impossibilità schiaffate in faccia con violenza. Se c'è un cosa che mi fa abbassare il voto di un'opera, è proprio quando il protagonista è semplicemente un ignorante testardo.
Tohsaka Rin invece è un personaggio caratterizzato molto meglio. Sebbene io odi fortemente le tsundere, Rin è l'esempio di come una tsundere dovrebbe essere gestita. Saber, stando a quanto ho sentito, ha un ruolo molto maggiore nella prima serie, ma qui ricopre un ruolo di secondo piano, niente di eclatante, praticamente.
Invece, insieme, inchiniamoci tutti di fronte alla caratterizzazione di Archer, senza dubbio il grande protagonista della vicenda, che con il suo cinismo e la sua disillusione rappresenta la vera realtà dell'idealismo becero di Shiro.
In breve, trama e personaggi sono buonissimi.

Il comparto grafico è qualcosa di superbo: animazioni fluide, sfondi eccellenti, espressioni facciali ben curate, effetti di combattimenti magistrali e audio ottimo. Sin dall'inizio ci si rende conto di quanto sia pregevole questo lato, che è anche migliore della trama e dei personaggi, sfortunatamente.

Che dire... guardando la serie mi sono reso conto del come mai sia molto amata dall'underground di appassionati. È una serie di nicchia senza dubbio, ma va senza dubbio vista.
In futuro mi dovrò vedere la primissima serie e anche "Fate/Zero" , ma questo è un degnissimo punto di partenza, e fa ben capire perché il franchise è arrivato così lontano con giochi, anime aggiuntivi, manga o romanzi.


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Ataru Moroboshii

Episodi visti: 25/25 --- Voto 6,5
"Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" è un anime prodotto dallo Studio Ufotable ed è basato su una visual novel eroge di Type-Moon. In questa frase sono già racchiusi tutti i pregi ed i difetti di questo capitolo del franchise di Fate che ora andrò ad espandere.

UWB è un battle/shounen peculiare, in cui alcuni maghi per lo più adolescienti devono cooperare con un guerriero del passato da loro rievocato in vita. Questi guerrieri sono detti Servant e sono collegati da un patto magico con il mago che li ha evocati, il mago detto Master li rifornisce dell'energia magica per rimanere in questo mondo, in cambio il Master può dare al suo servant tre ordini assoluti chiamati magie di comando. Queste coppie di Master e Servant dovranno combattere in una Battle Royale contro altre sei coppie finchè non sarà rimasto un solo Servant fra tutti quelli richiamati. Allora apparirà il Santo Graal capace di esaudire qualunque desiderio dei vincitori. Questa è la guerra del Santo Graal in cui il protagonista Shirou Emiya viene conivolto suo malgrado quando assiste allo scontro fra due Servant.

La prima cosa che salta subito all'occhio è la straordinaria cura e bellezza delle battaglie animate dallo Studio Ufotable, queste sono assieme alle ost sicuramente il fiore all'occhiello di questo anime, di contro sono presenti parecchi difetti, a mio avviso il più fastidioso appare proprio durante le battaglie non permettendo allo spettatore di godersi appieno il fantastico comparto tecnico. Parlo degli odiosi dialoghi: come in un episodio dei "Cavalieri dello Zodiaco", le battaglie saranno continuamente interrotte da dialoghi prolissi, ridondanti e spesso persino idioti. Raramente due personaggi incrocieranno le lame per più di dieci secondi senza interrompere lo scontro per far posto a logorroiche invettive contro l'avversario oppure per decantare la forza propria o della propria fazione, il tutto ripetendosi più e più volte. Se questo è accettabile in un anime degli anni '80, al giorno d'oggi non lo è per niente.
Pessimi anche gran parte dei personaggi, a cominciare dai Master, tutti stereotipi caratteriali già abusati. A dire il vero si fa un tentativo per dare una certa profondità al protagonista Shirou, ma il tentativo finisce in un fallimento. I Servant invece sono altalenanti, alcuni come Lancer e Archer sono ben caratterizzati, altri come Caster e "l'ottavo servant" sono invece dei pessimi villain, di quelli che come nel più abusato dei clichè non finiscono mai il nemico quando potrebbero farlo, ma invece si fermano a spiegargli nei dettagli il loro piano malvagio.

La trama è contorta e complicata poichè deve dipanarsi fra tre differenti scenari alternativi detti Route, di cui il primo è descritto in "Fate/Stay Night" del 2006 a cura dello studio Deen, il terzo in "Fate/Stay Night Heaven's Feel" in lavorazione dal 2018 al 2020, ed il secondo in questo capitolo, capiterà quindi che ci vengano presentati dei personaggi che sembrano la chiave di volta della vicenda ma che per un motivo o per l'altro finiscono fuori dalle scene senza spiegare nulla. Il motivo è semplice, questa non è la Route dedicata a loro.
Avere un intreccio complicato non è sempre un problema ma lo è se questo risulta estremamente pasticciato come succede in UWB. Azioni immotivate, personaggi che saltano fuori dal nulla o scontri interrotti senza un valido motivo che non sia quello di far andare avanti l'anime, sono infatti all'ordine del giorno. I colpi di scena inoltre sono tanti, veloci e basati per lo più, come nelle migliori Soap opera, solo sui ruoli nascosti dei personaggi. Il risultato è che tolta la storia di Archer che è ben fatta, tutto il resto è estremamente superficiale.

Pur avendo Ufotable confezionato nel 2011 "Fate/Zero", prequel maturo dell'intera saga di "Fate/Stay night", sceglie per questo adattamento del 2014 di attenersi al materiale originale che essendo una visual novel eroge per ragazzi non può certo brillare per contenuti. Il risultato è quindi che un ottimo e minuzioso anime seinen, ha come continuazione un battle shounen pasticciato, risultato che giudico non buono ma quasi impossibile da evitare viste le complicate vicende legate alla trasposizione animata del franchise di Fate.

Utente83551

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Utente83551

Episodi visti: 25/25 --- Voto 4,5
Vorrei fare una recensione semplice e che possa essere d'aiuto per il prossimo, quindi eviterò spoiler.

Ok, adesso partiamo con la recensione vera e propria:
"Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" è una serie che eccelle molto in animazioni e OST, penso proprio che poche altre serie riescano a raggiungere tale livello.
Come mai sto lodando una serie che valuto negativamente? Proprio per il fatto che l'unica cosa in cui eccelle è il comparto tecnico.

Partiamo dalla trama. Battle Royale con maghi, però con una particolarità unica: ogni mago ha a disposizione un Servant (Spirito Eroico, ogni mago avrà un Servant di classe differente, per un massimo di 7 classi) e come premio per il vincitore ci sarà il Santo Graal, che esaudirà un desiderio a scelta. La trama di per se è carina e molto intrigante, ma non basta solo una "trama carina" per salvare questa serie, difatti il problema principale di codesta sono i personaggi e il loro sviluppo che influirà molto nella storia.
Partiamo dal protagonista della serie Emiya Shirou: costui è il classico protagonista buonista che favorisce il bene altrui al suo, il suo sviluppo è molto forzato e a volte inspiegabile, il problema principale è che la storia si incentra sulla sua prevedibile maturazione, lasciando perdere il resto. Ovviamente non è l'unico personaggio piatto e stereotipato della serie, perché ad accompagnarlo abbiamo Rin Tohsaka, forse il personaggio peggiore della storia, classica tsundere. Beh che dire... non ha altre particolarità, sarà fin dal primo episodio innamorata del protagonista senza un motivo apparente e sarà proprio lei insieme a Shirou a rovinare l'intera opera. Un'altro personaggio fondamentale della saga sarà Archer, di lui non si sa molto, però posso confermare che nella prima parte del 2014 sia uno dei migliori personaggi, peccato solo che nella seconda parte peggiori drasticamente...
Costoro sono i tre personaggi principali su cui si baserà l'intera serie, lo sviluppo generale sarà molto forzato e prevedibile, con plot twist gestiti male e combattimenti adrenalinici.

In queste poche righe vorrei specificare l'andamento principale che la serie segue:
Partiamo dalla prima parte (2014): l'anime parte normalmente e l'andamento è costante, sfortunatamente non lo è fino alla fine... proprio per il fatto che ad un certo punto mette da parte la trama ed inizia a proporre episodi in cui i personaggi principali organizzano appuntamenti, in parole povere da quel punto in poi la trama viene dimenticata per rafforzare il rapporto dei personaggi principali (ricordo che sono in una guerra, partecipare ad appuntamenti non è molto strategico...).
Nella seconda parte (2015) l'andamento va sempre più a peggiorare con sviluppi insensati e villain inutili e stupidi, il cui unico obiettivo è l'evoluzione del protagonista.
Riassumendo i fatti, consiglio o sconsiglio la serie?
La consiglio solo a chi vuole cominciare la saga di "Fate": sarà anche un disastro, ma resta comunque importante come inizio.
La sconsiglio per il resto delle persone a cui non interessa la saga.


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BlackLotus

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
"Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" è un anime diviso in due stagioni andato in onda tra l'autunno 2014 e la primavera 2015.

Trama: Shirou Emiya è un normale studente che viene improvvisamente trascinato in una guerra per ottenere il Santo Graal, un oggetto capace di esaudire qualunque desiderio. Tutti i partecipanti devono usare spiriti eroici chiamati Servant per combattere tra di loro.

A differenza della serie del 2006 qui i personaggi sono stati caratterizzati bene, a parte qualche personaggio tipo Sakura o Rider, che comunque avranno spazio in altre serie.
Invece il miglior personaggio della serie è senza dubbio Archer, con una bella storia seppur un po' confusionaria, è un personaggio importante per la crescita di Shirou.
Mi dispiace un po' per Saber che in questa seconda route è stata lasciata un pò in disparte, rendendosi praticamente utile solo nel finale.

Passiamo alla parte tecnica che ovviamente è fenomenale, buon character design e animazioni pazzesche, i combattimenti sono resi in maniera fantastica. Niente di eccezionale le ost, invece molto belle le due opening, soprattutto la seconda che vi consiglio di ascoltare.

Ragazzi io non posso far altro che consigliarvi questa serie, che ritengo la migliore di "Fate" per adesso, ma comunque di visionare anche la prima serie, che approfondisce molto di più Saber.


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falcoblu

Episodi visti: 25/25 --- Voto 10
Attenzione: presenza di lievi spoiler

"Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" è un anime diviso in due stagioni andato in onda tra l'autunno 2014 e la primavera 2015, tratto dalla celeberrima visual novel "Fate/Stay Night" del 2004. Il soggetto originale dell'opera appartiene a Kinoku Nasu che ha anche attivamente partecipato come consulente alla realizzazione del progetto mentre il regista è Miura Takahiro che aveva già lavorato in passato nelle collaborazioni tra Ufotable, lo studio che ha realizzato l'anime, e Type-Moon, la compagnia che ha realizzato la visual novel originale. In questo specifico caso è stata adattata, come da titolo, la seconda delle tre route del gioco, Unlimited Blade Works, da cui deriva il titolo.

Trattandosi di un adattamento di un media così simile ma al tempo stesso molto diverso come una visual novel, non sono stati rari i casi di prodotti che hanno deluso le aspettative per l'eredità e le aspettative che si portavano appresso e gli esempi per eccellenza sono proprio degli anime tratti dalle opere dai Type-Moon, come "Tsukihime" dello J.C.Staff e "Fate/Stay Night" dello studio Deen. Per questo è stata fondamentale la ormai quasi decennale collaborazione tra Ufotable e Type-Moon per permettere la realizzazione di un prodotto che è il risultato delle sinergie delle due compagnie coinvolte. Opere come i film di "Kara no Kyoukai" e "Fate/Zero" hanno fatto maturare un team competente alla sfida a loro posta nell'adattamento di questa pietra miliare che è la visual novel di "Fate/Stay Night". Sono state fatte delle scelte che sarebbero considerate folli in altri studi, come i doppi episodi iniziali o lo speciale alla fine della prima stagione, ma gli sforzi compiuti sono stati ampiamente ripagati.

Principale fonte di preoccupazione era il cambio di prospettiva della storia. La visual novel è un racconto in prima persona dove si segue il point of view di Shirou nel corso di tutta l'avventura. Pensieri, analisi e riflessioni sono basati sulle sue conoscenze del momento e con lui il lettore cresce e impara a destreggiarsi via via meglio nell'universo narrativo dove è ambientato il gioco. Passare a una narrazione in terza persona fa perdere il legame con il protagonista e questo può avere effetti catastrofici come è successo nell'adattamento dello studio Deen, dove Shirou risultava semplicemente un personaggio stupido e privo di qualità. Ma Emiya non è questo, egli è semplicemente catapultato in qualcosa a lui estraneo e cerca di adattarsi alle esigenze che gli vengono poste. Shirou è un personaggio con una visione della vita distorta, in perenne equilibrio tra la risata e il fatto che questa sia solo una maschera. Non ha ancora superato il trauma del grande incendio e la promessa a Kiritsugu in punto di morte ha solamente aggravato il problema. Shirou non è ancora riuscito a vivere la vita con leggerezza, è impermeabile alla frivolezza dei suoi compagni di scuola prima e anche a quella di Rin dopo. Per limitare i danni di questo passaggio si è fatto un'eccellente uso del materiale da adattare. Questa delicata fase è magistralmente rappresentata in due momenti della prima stagione. Il primo lo troviamo nell'episodio 4 nello scambio di battute con Ayako Mitsuzuri: un dialogo che nel complesso dell'episodio e della serie può risultare secondario ma che risulta essere forse il più adatto in tutta la serie a individuare la caratterizzazione di Shirou. Il suo "tu non ridi mai" è spiazzante nell'evidenziare la maschera che lo studente Emiya Shirou indossa a scuola come nella vita. Il secondo momento è presente nei momenti di distensione nell'episodio 12: Shirou durante la pausa in città con Saber e Rin non riesce a uscire dal guscio che si è costruito e anzi viene poco dopo severamente punito per quel poco di serenità che si era permesso di ottenere.
Un altro problema di non poco conto è la presunta obsolescenza della visual novel. Lo stesso autore Kinoku Nasu non era fiducioso sulla bontà e la contemporaneità dell'opera realizzata dieci anni prima e aveva previsto un rimaneggiamento ben superiore di quello che è stato effettivamente svolto. Ogni artista al confronto con un'opera realizzata quando non era ancora professionalmente maturato riscontra sempre alla sua rilettura sempre più difetti da correggere o miglioramenti da riportare e Nasu non era l'eccezione a questa regola. Sono stati Miura Takahiro e gli altri membri della ufotable, fan e conoscitori di questa pietra miliare, a evidenziare quanto di buono era stato realizzato e a far cambiare prospettiva a Nasu che ha concentrato maggiormente i suoi sforzi sulle indicazioni e correzioni di particolari che hanno permesso di trasformare il lavoro di ufotable da un grande anime a un capolavoro.
Ultimo grande problema di questo adattamento era il target a cui rivolgersi. Non si trattava però del più semplice e banale conoscitori del manga contro nuovi spettatori. Il pubblico che avrebbe usufruito di questa opera era qualcosa di raramente più eterogeneo si potesse incontrare. Bisognava rivolgersi a molti target differenti: c'era lo spettatore attirato dalla bellezza delle animazioni e che non aveva mai sentito nominare il franchise di "Fate", chi aveva invece qualche ricordo dell'anime dello studio Deen visionato otto anni prima, chi aveva visto solamente "Fate/Zero", chi aveva giocato la visual novel e i fan di lunga data che conoscono l'universo narrativo di "Fate" meglio della storia della propria città. Il problema con "Fate/Zero" era forse quello più grave: "Fate/Zero" è nato come romanzo prequel dell'opera originaria e da usufruire solo successivamente aver giocato la visual novel nella sua interezza ma è stato realizzato anche come anime introduttivo al franchise. Questo avrebbe potuto comportare a un cortocircuito logico a chi avesse visionato solo l'anime di "Fate/Zero" e a delle grosse aspettative mancate per questa serie. In "Fate/Zero" compaiono personaggi come Illya, Kirei e Sakura che nel capitolo di "Unlimited Blade Works" della visual novel avevano un ruolo marginale rispetto alle altre route. Per esempio la stessa Illya, uno dei personaggi più iconici della serie, compariva solamente due volte e anche piuttosto brevi prima che il suo cuore incontrasse la mano di Gilgamesh. Per porre rimedio a questo sono stati realizzati contenuti originali, come l'estensione del combattimento tra Berserker e Saber nella prima stagione o la vita di Illya a cavallo tra le due guerre del Sacro Graal inserita nell'episodio 15. Questa procedura non è stata fatta anche per Sakura e Kirei per non rallentare eccessivamente lo svolgersi della trama. La rapida fine di Kirei o la scomparsa dalla scena di Sakura sono stati visti malamente da chi si aspettava di visionare un sequel di "Fate/Zero" ma non era possibile fare ulteriormente, il loro momento di gloria arriverà con la terza route nei film di "Heaven's feel".

Lo stile artistico di UBW è semplicemente un naturale sviluppo di quello che era stato realizzato e maturato nel corso della produzione dei film di "Kara no Kyoukai" e della serie "Fate/Zero". A differenza però di queste due opere dove gli sfondi erano molto ricchi di elementi da poter essere considerati fotorealistici se isolati dal contesto, il direttore delle scenografie Eto Koji ha preferito puntare su una riduzione dei dettagli affinché lo stile risultasse "più anime" e "scolastico" in contrapposizione al realismo adulto di "Fate/Zero". Queste riduzioni hanno permesso al reparto digitale di realizzare dei fondali più tridimensionali alla vista dell'occhio umano, aumentando così le possibilità a disposizione alla regia per come gestire le inquadrature e i movimenti delle scene. Questa tecnica è un'arma a doppio taglio perché può risultare immediato il senso di "inquadratura trascinata" se il lato artistico risulta essere debole o non coerente, ma la pluriennale esperienza di Eto, affiancata al contributo dello staff degli altri progetti di Ufotable, ha portato a un risultato più che soddisfacente. Per quanto riguarda le strutture architettoniche come la scuola o la residenza Emiya si è basati essenzialmente sul vasto materiale di partenza della visual novel mentre il paesaggio urbano è basato sulla città di Kobe. Scelta interessante e azzeccata perché la città di Fuyuki dove è ambientato "Fate" e Kobe hanno in comune quel senso di ricostruzione post calamità: come Fuyuki è cambiata dopo il grande incendio, anche Kobe è stata ricostruita dopo il terremoto del 1995 ("Fate/Zero" è ambientato nel 1994 e "Fate/Stay Night' nel 2004).

Per quanto riguarda il chara design, ha giovato molto la pluriennale collaborazione tra Ufotable e Type-Moon. Ai lavori originali di Takeshi Takeuchi non sono stati apportati stravolgimenti ma solamente aggiornamenti dettati dal miglioramento delle risorse a disposizione e si sono basati sui lavori più recenti della Type-Moon come la visual novel "Mahoutsukai no Yoru", conosciuta in occidente anche come "Witch on the Holy Night". Tre sono gli artisti che si sono occupati dei personaggi: Sudo Tomonori si è occupato dei personaggi principali come Shirou, Saber e Archer, Tabata Hisayuki dei personaggi femminili come Rin, Rider e Caster mentre la specializzazione nei personaggi muscolosi ha permesso a Ikaraya Atsushi di occuparsi tra i tanti di Berserker, Lancer e Kuzuki. Il lavoro svolto su Shirou è stato più complesso di quanto preventivato visto che era rivolto a trovare un equilibrio che coniugasse le contraddizioni che caratterizzano e perseguitano il protagonista: ai suoi ideali si oppone sempre la realtà dei fatti, alla vita da liceale non sopra le righe è comunque contrapposta la necessità del proprio animo di diventare un alleato della giustizia per poter dar valore alla vita che Kiritsugu ha salvato alla fine di "Fate/Zero". Un lavoro per nulla facile da svolgere come dimostra la scarsa considerazione che il personaggio ha ottenuto tra il pubblico per quanto riguarda l'anime dello studio Deen del 2006. Oltre a questo focus al protagonista è stata fornita una felpa che lo accompagnerà fino a quasi la fine della serie per rendere riconoscibile questo Shirou Emiya come lo Shirou di UBW e non di altre serie come ad esempio "Carnival Phantasm". Meritevole di menzione anche il lavoro svolto su Saber che lo stesso Sudo Tomonori si era occupato in "Fate/Zero" qualche anno prima. Saber risulta essere più bella rispetto alla versione precedente perchè è stata voluta evidenziare la prospettiva di come Shirou (e Archer) la vedono: a linee più morbide quando è in tenuta casual si contrappongono linee leggermente più ruvide per dargli un aspetto fiero e cavalleresco per quando è in tenuta da combattimento. Molti altri piccoli accorgimenti sono stati svolti sugli altri personaggi: la stessa Rin risulta essere più sensuale nei movimenti quotidiani per risaltare l'attrazione di Shirou nel corso di tutte e tre le route mentre per Archer si è lavorato molto per evitare che un'eccessivo sbilanciamento nelle proporzioni delle gambe vanificassero tutto il lavoro fatto per renderlo più cool possibile.

Il punto focale della visual novel di "Fate/Stay Night" sono i dialoghi e l'interminabile ricerca di Shirou nel fare chiarezza su cosa sia e cosa stia succedendo nella quinta guerra del santo graal della città di Fuyuki. Il passaggio di genere da opera videoludica ad anime ha ovviamente comportato a dei cambiamenti di equilibrio dove gli scontri sono stati risaltati e hanno ottenuto uno spazio maggiore. Il secondo scontro tra Archer e Lancer è di un'intensità raramente vista prima mentre la battaglia finale tra Shirou e Gilgamesh, accompagnata da un stupendo remix della traccia audio, è qualcosa di fenomenale per la vista e l'udito. Ma l'essenza di "Fate/Stay Night" sono soprattutto dialoghi e spiegazioni e in questo adattamento sono stati compiuti perlopiù nel modo corretto. Il tempo per dare informazioni al lettore non è mai troppo in una visual novel o in un romanzo ma per un anime la cosa è diversa, ci sono tempi e ritmi diversi da rispettare e ogni tanto si ha l'impressione che questo sottile equilibrio si sia incrinato in certi momenti della prima stagione. Nonostante alcuni tagli necessari per via del cambio di formato, sono state animate alcune scene che allo spettatore casuale potrebbero essere sembrate superflue ma che racchiudono in pochi istanti l'anima del titolo come il già citato dialogo tra Shirou e Mitsuzuri.

La musiche accompagnano egregiamente l'intero anime e raggiungono spesso picchi di vera eccellenza. La traccia più famosa di questo anime è sicuramente "Brave Shine" di AIMER. La seconda opening è famosa anche a chi non ha mai visto l'anime perchè viene spesso inserita nei primi posti nelle numerose classifiche online delle migliori sigle di sempre. Messa in ombra dal successo di "Brave Shine" è la prima opening, "Ideal White" di Mashiro Ayano, che comunque non ha nulla da invidiare alla sua sorella maggiore. Degno di nota è il ritorno delle Kalafina che sono tornate a collaborare con il franchise di "Fate" dopo la seconda opening di "Fate/Zero" "To the begining". Qui si occupano con il loro malinconico stile delle due ending, "Believe" e "Ring your Bell". Per il finale della prima stagione è stato realizzato un remix di "This Illusion" cantato da Lisa in quella che viene considerata la versione migliore tra le tante usate nel corso degli anni nel franchise. Per le tracce usate all'interno degli episodi, non è possibile non menzionare L"ast Stardust" nell'episodio 20: realizzata per diventare la seconda opening ha perso il proprio posto per "Brave Shine" ma la sua bellezza e personalità le ha permesso di conquistare uno spazio in uno dei momenti più emozionanti all'interno della serie. Hanno ottenuto un buon rifacimento anche numerosi brani della visual novel che hanno avuto il loro momento di gloria, come l' "EMIYA theme" durante lo scontro tra Shirou e Gilgamesh, "New Dawn - Arata na Yoake" nella scena di addio tra Archer e Rin, "Sword of promised victory" per il gran finale di Saber e addirittura la fantastica "Deep Slumber" per i titoli di coda della seconda stagione che nella sua incarnazione originaria accompagnava il momento più struggente e commovente di tutta il gioco ovvero il finale "Sparks Liner High" in "Heaven's feel".

Il doppiaggio italiano è sugli ottimi livelli a cui ci ha abituato la Dynit. Nei primi episodi le voci mi risultavano aliene poiché ero abituato al doppiaggio giapponese del gioco e ai testi in inglese della visual novel ma dopo una fase di rodaggio ho potuto apprezzare una buona interpretazione del nostro cast e anche a un buon lavoro degli adattatori. Il lavoro migliore credo sia stato svolto da Maurizio Merluzzo per Archer, Jolanda Granato per Taiga e Claudio Moneta per Kirei anche se le sue linee di dialogo sono troppo limitate per poterlo apprezzare appieno. Non mi ha invece per nulla convinto il doppiaggio di Kiritsugu, voce troppo rilassata e giovanile per il personaggio.

In conclusione a quanto scritto finora non posso che dare la massima valutazione possibile per questo anime e consigliarne la sua visione sia ai veterani di lunga fama di "Fate" sia a chi si addentra per la prima volta nel franchise.


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Nagisa98

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
Dopo l’adattamento animato della light novel scritta da Gen Urobuchi, lo studio ufotable ci riprova con un altro anime legato al famoso brand creato da Type-Moon. I primi dodici episodi (più un prologo) di “Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works” vanno così in onda nella stagione autunnale del 2014; i restanti tredici, invece, vengono trasmessi nella primavera del 2015. Come può suggerire il titolo, la serie si propone di trasporre fedelmente la route del videogioco con protagonista Rin Tohsaka (diversamente dall’opera del 2006, che aggiungeva allo scenario “Fate” anche elementi presi dagli altri due). Nasce così un prodotto che si potrebbe considerare la versione estesa del film del 2010, e che risulta nettamente superiore, sia per i contenuti che per la grafica, alle opere realizzate dallo studio Deen.

Innanzitutto, si può constatare con piacere che le scene di stampo harem/ecchi sono state ridotte all’osso e sostituite, per quanto riguarda il lato umoristico dell’anime, dai simpatici atteggiamenti da “tsundere” della nostra protagonista femminile.
Il ritmo dell’anime scorre molto più velocemente rispetto a quello della serie del 2006, ma non così sbrigativamente come nel lungometraggio. Bei combattimenti si alternano, così, a piccoli momenti di pausa e di riposo. Come per “Fate/Zero”, i dialoghi occupano gran parte degli episodi. Alcuni hanno lamentato la scarsità di azione in proporzione a questi ultimi, ma devo dire che i lunghi discorsi, se interessanti, non mi sono mai dispiaciuti. E quelli dell’opera qui trattata rientrano a pieno titolo in questa categoria: forse alcune questioni sono state tirate un po’ per le lunghe, ma molte tematiche di rilievo, care anche al prequel, sono state affrontate con particolare attenzione. Più che a scontri veri e propri, ci troviamo dinanzi a delle “battaglie ideologiche”, nelle quale i vari “attori” lottano per la difesa dei propri valori, li difendono da chi li ritiene inutili, continuano ad essere fedeli alle loro linee di pensiero, per quanto sbagliate possano apparire.

Da questo si evince che la caratterizzazione dei nostri personaggi non è stata lasciata in disparte. Naturalmente, approfondirne una quindicina risultava parecchio complicato: Rider, Sakura e anche la stessa Saber, ad esempio, sono state un po’ “maltrattate”, ma c’è da dire che il loro momento di gloria lo hanno in altre occasioni (Saber già nella serie del 2006, le altre due nel futuro “Heaven’s feel”). Per i restanti, invece, in generale è stato compiuto un bel lavoro: per citarne qualcuno, ho parecchio gradito l’approfondimento su Illya, Caster e il suo master; piacevole sorpresa quella di Lancer, non più relegato al mero ruolo di Servant che segue soltanto gli ordini del suo padrone. Ben caratterizzata anche la fiera Rin, che qui diviene co-protagonista a tutti gli effetti e attraversa un bel processo di maturazione. Ma le figure principali sono sicuramente rappresentate da due personaggi agli antipodi, ovvero Shirou Emiya ed Archer. Il primo, con mia grande soddisfazione, non raggiunge i livelli di ingenuità – per non dire stupidità – di quello ritratto nell’anime del 2006. Più cauto e deciso, il nostro protagonista si dimostrerà anche più utile all’interno dei vari combattimenti. Ma quello che ho apprezzato di più, come accennato in precedenza, sono le varie scene che lo vedono contrapposto al Servant di Rin, per quanto riguarda i propri sogni e ideologie. Grazie a questo dibattito per nulla scontato, Shirou andrà incontro ad una progressiva crescita, fisica e morale. Non si può certo dire che in lui vi sia stato un cambiamento radicale, ma trovo lodevole, per certi versi, proteggere le proprie convinzioni e metterle comunque in discussione, senza limitarsi a difenderle testardamente. Archer, inserito in questo contesto, riveste un ruolo fondamentale per la crescita di Shirou, e quest’ultimo fa lo stesso per la caratterizzazione del Servant.

Passiamo al lato tecnico, che, come in “Fate/Zero”, si conferma eccelso. Ad un character design semplice ma preciso si accompagnano animazioni straordinarie, le quali riescono a rendere in maniera perfetta i vari combattimenti. Ottimi gli sfondi e molto curata la fotografia. Le OST, a questo giro, risultano inferiori a quelle dell’anime del 2006 e del prequel, che si potevano fregiare di due celebri compositori quali Kenji Kawai e Yuki Kajiura. Bellissime, invece, tutte le canzoni proposte, partendo dalle opening “ideal white” e “Brave Shine”, passando per le ending “Believe”, “This illusion” e “ring your bell” e giungendo all’insert song “Last Sturdust”.

In conclusione, ritengo “Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works” l’opera migliore legata al brand finora realizzata (se togliamo "Fate/Zero"). La punta di diamante è sicuramente rappresentata dal superbo comparto grafico, ma anche la storia e i vari personaggi fanno la loro bella figura. Per colmare le lacune relativi a questi ultimi, si consiglia di visionare comunque la serie del 2006 prodotta dallo studio Deen (se, come me, non avete giocato alla visual novel), e di evitare il film. Carino anche il piccolo special “sunny day”, di dieci minuti circa, che offre un finale alternativo. Voto: 8,5.


 1
shinya

Episodi visti: 25/25 --- Voto 10
Fate/stay night Unlimited blade works è un anime tratto dalla visual novel fate/stay night. A differenza del precedente anime del 2006 in questo ci sono due differenze principali: cambia la route e anche la casa di produzione. La trama narra la storia di Shirou Emiya coinvolto in quella che viene chiamata guerra del Santo Graal ad accompagnare il protagonista ci sarà Rin Tohsaka una maga prodigio assieme al suo Servant Archer.
Inizialmente i due lavori si somigliano ma da un certo punto in poi è chiaro che gli eventi prendono una piega decisamente diversa, ricca di colpi di scena e animazioni incredibili. Ho apprezzato che l'attenzione si sia riservata più su Archer che su Saber. Ora vorrei spendere qualche riga a favore della incredibile animazione Ufotable riservata a questo anime. I combattimenti sono davvero mozzafiato, da bucare lo schermo, molte inquadrature sono spettacolari e le colonne sonore cupe ben si affiancano a questo genere di situazioni. Se la trama non vi convince la grafica vi catturerà episodio dopo episodio. Le opening e le ending sono di ottima fattura e bensi accompagnano alla serie. In conclusione per la trama, sceneggiatura, e personaggi do un bel voto pieno perché è un anime davvero sorprendente.


 1
Incursio Fury

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
Finalmente posso recensire questo anime! L'ho trovato fantastico sin dalla prima puntata.

La cosa che salta subito all'occhio è il comparto grafico, il migliore che io abbia mai visto. Semplicemente fantastico, è veramente tutto curato nei minimi particolari, dai combattimenti alle passeggiate.

Passiamo alla trama. Per chi ha visto come me "Fate/Stay Night Zero" è molto semplice da capire, ma, secondo me, non se la gusta appieno, perché alcuni colpi di scena alla fine risultano scontati e si capisce già l'attitudine di alcuni personaggi. Mentre chi lo ha visto senza aver visto "Zero" riesce a ben capire come tutto è iniziato e in più molti di scena risultano veramente inaspettati e poco scontati.
La storia è scritta molto bene e tutte le venticinque puntate si lasciano guardare di buon grado.
Se posso dare una critica, mezzo voto l'ho tolto per la venticinquesima puntata, ovvero il "finale".

Possiamo parlare anche dei personaggi, veramente tutti gestiti bene. L'unico servant che passa in secondo piano è Rider. Il personaggio migliore è senza ombra di dubbio Archer, dopo che si capisce la sua storia, che se pur ingarbugliata, è veramente fantastica. Saber l'ho preferita invece in "Zero" e nella prima edizione di "Fate/Stay Night".

Parlando di cose quasi inutili, posso dire che entrambe le sigle mi sono piaciute, la seconda in particolare, che rientra nella mia top 10. Le ending invece non sono brutte ma neanche belle.

Concludo dicendo che la frase di Archer "Io sono l'osso della mia spada" è una delle più belle in assoluto.


 4
alex di gemini

Episodi visti: 24/25 --- Voto 10
Dato che l'anime di fate zero non mi aveva convinto molto, mi sono avvicinato pieno di incertezze a questa nuova produzione di ufotable, complice il nuovo charter dei personaggi, ma alla fine mi sono ricreduto. In unlimited vedremo la seconda route della visual novel di Fate e, anche se molti elementi nella trama non cambiano, si vede subito che le novità non sono poche. Illya, dopo un'epica battaglia iniziale, avrà un ruolo più defilato, mentre invece sarà Caster il nemico da battere. Shinji e Rider vengono messi da parte, ma si rifaranno alla grande nella terza route. Ma il vero protagonista sarà Archer, con un ruolo ben maggiore che nella stagione precedente e i suoi grandi dubbi esistenziali, che lo renderanno l'avversario di Shiro. Rin poi, sarà la protagonista femminile, nel doppio ruolodi compagna, oltre che di semplice insegnante. Anche quel simpaticone di Lancer avrà finalmente il suo spazio. Il punto forte della serie sarà dato dai combattimenti davvero epici e dal perfetto equilibrio tra combattimento e meditazione, rendendo l'anime uno shonen, ma anche un seinen a mio avviso. La grafica è da urlo, spettacolare, segno di quanto ci si sia evoluti rispetto alla prima serie. Altro elemento che ho gradito molto è stata la precisione con cui vengono descritte e chiarite varie cose presenti nella novel e che non erano state spiegate nella route precedente. Avendo già letto la seconda route, posso ben dire che gli ufotable han fatto un lavoro perfetto e con una cura degna di trenta e lode. Certo due cose che non mi hanno convinto ci sono, ovvero le sigle che non mi sembrano niente di che, nulla a che spartire con quelle da urlo della prima stagione. E il character design: scusatemi ma lo trovo troppo tondeggiante, troppo rimasterizzato, specialmente per Rin, mentre lo studio Dean aveva seguito scrupolosamente quello della novel. Ma sono colpe da poco e dato che la novel viene seguita in pieno, con una grafica che riesce a renderla al meglio e che l'anima della storia viene resa al mille per mille, non posso che dare dieci e lode e bacio accademico.


 1
rum42coach

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Il ritorno della saga "Fate" era una degli avvenimenti più attesi del 2014 e, quindi, c'erano alte aspettative su questa seconda route, denominata "Fate Stay/Night Unlimited Blade Works",dopo la discreta prima prova di qualche anno che aveva riguardato la prima route. Sono cambiate un po' di cose da allora: ad esempio, il fatto che, a capo delle produzioni di animazioni, stavolta, abbiamo non lo studio Deen, bensì lo studio Ufotable. Inevitabile un confronto tra le due opere, simili quanto opposte fra loro. La differenza è evidente, impensabile alla vigila, ammettendo di essere stato spiazzato da cotanta bravura nel disegno di ogni personaggio, di tutti i dettagli circostanti caratterizzati senza il minimo intoppo e dalle animazioni da sbavo, semplicemente spettacolari dal prologo all'ultima puntata. Infatti, a cominciare dal prologo, si avverte che questa route è di alto livello, riscontrabile dalla maniacale cura dei dettagli e dei rapporti tra i personaggi principali venuti alla luce. Mi riferisco, oltre al protagonista Shirou, a Rin ed Archer, giusto per citarne due, ma sono tutti i personaggi (o quasi) ad essermi piaciuti nella loro caratterizzazione, raramente banale e mai scontata, avendo ognuno di loro una sua storia, raccontata mediante l'utilizzo di brevi flashback. Questo fattore, assente nella trasposizione animata precedente, riesce a conferire maggiore empatia nei confronti dei desideri dei protagonisti, non limitandosi così a guardare la scena in modo distaccato, quasi freddo, come mi era capitato di fare, in alcuni episodi, nella prima route.
Ci sono numerosi richiami a "Fate/Zero", fatto che non può che avermi fatto piacere, perché impreziosisce l'opera, arricchendo l'universo "Fate", dissotterrando alcune oscurità di trama presenti in passato. Sia chiaro che la trama non è esente neanche qui da errori, anzi ci sono determinati passaggi in cui non sono comprensibili i perché e i come, specialmente un espediente utilizzato da Archer verso fine serie, il quale non me lo so ancora spiegare, e non solo io. Oppure potrei pure citare l'incontro misterioso non spiegato tra Sakura e Gilgamesh, che incuriosisce, salvo non trovare né risposte né accenni in seguito. Imbarazzante. Perciò, sfortunatamente, i buchi di trama ci sono ma, lo ripeto, sono nettamente meno evidenti e meno importanti rispetto alla serie datata 2006.

I personaggi maggiormente caratterizzati sono il protagonista, imbranato e spesso idiota, ma che ha una ideologia ben precisa, magari utopistica per taluni, tuttavia sincera. Il rapporto amoroso del protagonista, stavolta, va verso Rin, altra maga compagna di battaglie, quindi passa vistosamente in secondo piano Saber, il nobile cavaliere che era stato il vero protagonista nella prima route. Un peccato perdere un buon personaggio come lei, relegata quasi a comparsa di scarso spessore scenico. Nondimeno è compensato dalla presenza statuaria di Archer, servant assolutamente carismatico e miglior personaggio dell'intera route. Il suo ruolo all'interno della storia è centrale, lo stesso ruolo ce l'ha il rapporto con Shirou, un vero e proprio scambio-scontro di ideologie che vede il proprio apice in una battaglia spettacolare, combattuta non tanto (e non solo) a colpi di spada, bensì con la forza di volontà e determinazione che li caratterizza. Archer è un personaggio ormai stanco della vita trascorsa, non si riconosce, inoltre, nel ruolo di Spirito eroico, avendo perso ogni intento nella giustizia e nel portare bene all'umanità, reputata portatrice dei suoi stessi mali. Ideologia contrapposta a quella di Shirou e, come se non bastasse, c'è un segreto fondamentale che aleggia attorto a questo soggetto, segreto che riempie la sfida col giovane protagonista di ancor più epicità. Comunque, tutti i personaggi esaminati in queste venticinque puntate sono di buon spessore, osservando picchi positivi in qualcuno (Illyasvel, Lancer e Caster) e picchi negativi in altri (Rider inutile e Shinji odioso, oltre che inutile).

Gli episodi sono scorrevoli, non pesanti, alternando in modo complementare scene di dialogo e scene di pura azione, sostenute dalle animazioni che lasciano col fiato sospeso lo spettatore per tutta la durata del tempo. Gli stessi combattimenti, a prescindere dal comparto grafico, sono godibili e dall'esito incerto. Inoltre l'uso di personaggi eroici, ispirati quindi a miti e leggende di ogni dove, aumenta la bellezza delle battaglie. D'altronde, quando si scontrano armi leggendarie non si sa mai come potrebbe terminare, nel bene o nel male. Proprio l'idea di creare personaggi ispirati a questi miti, la apprezzo e rende questo anime maturo, serio e persino dispensatore di utili chicche su questi individui, in quanto si apprendono informazioni sulle loro armi, usanze e celebri vittorie, cose magari studiate e risapute, e, al contempo, notizie che fa piacere riscoprire in una luce diversa dal normale conteso, ossia quella di "Fate"!

Il comparto tecnico è sublime, poco altro da scrivere più di quello riportato precedentemente. Una serie TV animata composta da venticinque episodi è quasi impossibile cercarla e trovarla perfetta in ogni frame, specialmente negli ultimi anni in cui abbiamo tempi di produzione e realizzazione stretti (troppo). Invece, "Fate Stay/Night Unlimited Blade Works" entusiasma, eccita all'inverosimile anche il più accanito fan della grafica animata. Non solo non c'è traccia di errori, ma siamo di fronte a un anime che sarà battuto sul lato grafico tra molto tempo, non a breve, poiché superiore in tutto a quasi tutte le serie da me visionate. Uno spettacolo grafico per gli occhi dello spettatore! I colori sono cupi e tendenti alle tonalità scure, dettaglio che denota la scelta di mutare l'opera, donandole dunque un'atmosfera cupa e opprimente, in particolare nelle puntate finali. Un sincero plauso allo studio Ufotable, autore di questo autentico "miracolo".

E le musiche? Opening abbastanza deludenti a scrivere la verità, sebbene la prima fosse carina, ma mi sarei aspettato un poco di più, almeno sotto il profilo musicale, poiché anche nelle opening si nota un impegno smisurato nelle animazioni e nei disegni. Le due ending le amo, una più bella dell'altra e non so scegliere quale delle due preferisca, forse la seconda ma non ha importanza rilevante. Infine, la colonna sonora è stranamente accettabile, nel senso che non delude, però non mi ha preso più di tanto per i capelli, dimostrandosi comunque pertinente il più delle volte. Peccato che in determinate scene chiave della serie avrei preferito ascoltare musiche di spessore più elevato. Pazienza.

L'anime, in definitiva, l'ho apprezzato tanto e lo promuovo pienamente, attribuendoli un 8, voto superiore al 7 che avevo assegnato alla prima route. L'evoluzione, oltre che grafica, è presente nei personaggi, approfonditi e non trattati come macchiette senza spina dorsale. Inoltre, il puntare tutto sulla figura di Archer si è rivelata una scelta azzeccata. Dispiace per Saber, in ombra, e per i difetti di sceneggiatura che "Fate" non riesce a rimuovere, pur riducendoli in buona misura.
«I am bone of my sword»... Vale la visione di tale anime soltanto questa frase di Archer. Good!


 2
Kairte

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
"Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works", serie che, pur mantenendo gli stessi personaggi della prima del 2006, segue una story line alternativa. Inoltre ricordo essere il sequel di "Fate/Zero", andato in onda a fine 2011. Iniziamo dalla trama:
Un ragazzo di nome Emiya Shirou rimane coinvolto nella guerra per ottenere il Santo Graal, insieme a altre sei concorrenti. Questo oggetto sembra sia in grado di esaudire qualsiasi desiderio. I partecipanti combattono tra loro utilizzando magia e Servant (anime eroiche appartenenti al passato o a miti/leggende), che vengono evocati nel momento in cui vengono stabiliti dal Santo Graal stesso i sette master.

La trama, a mio avviso, risulta essere il punto debole della serie. Spesso e volentieri si perde in dialoghi interminabili e poco comprensibili, lascia troppo spazio ad alcuni personaggi, non ne lascia proprio ad altri ed infine i combattimenti sono spesso e volentieri eccessivamente affrettati (nonostante, come spiegherò, sono decisamente di alta qualità). Insomma, rallenta veramente il ritmo dell'anime, rendendolo a tratti decisamente pesante. (Voto per la trama: 5)

I personaggi sono tutti veramente belli, ben delineati e particolari. Unico difetto è che alcuni di questi sono stati resi veramente inutili (e questo è un peccato). (Voto per i personaggi: 8)

Ed ecco finalmente il punto veramente forte dell'anime: il comparto audio e video.
Grafica, combattimenti e colonne sonore sono nettamente superiori a qualsiasi anime abbia mai visto fino ad ora. Ambientazioni fantastiche, qualità di combattimenti eccelsa, opening e ending mi hanno emozionato non poco. Anche il doppiaggio è ben realizzato. Credo che l'anime meriti di essere visto anche solo per l'animazione. (Voto grafica/audio: 10.)

Voto finale dell'opera: 8.


 6
npepataecozz

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
Non sono mai stato molto tenero nei confronti dei vari titoli che compongono questa saga in quanto, in un modo o nell'altro, non sono mai riusciti a convincermi completamente. Dopo aver visto questo "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" mi sono però convinto che a determinare la mia negatività, accanto ad elementi che ritengo tuttora oggettivi e che sono stati espressi nelle precedenti recensioni, fossero anche il mio modo di approcciarmi al mondo degli anime. Ognuno di noi cerca sempre qualcosa in un anime e finisce per apprezzare più certi titoli piuttosto che altri proprio sulla base di motivazioni di carattere personale; ebbene le mie motivazioni mal si conciliavano con gli altri capitoli della serie. Stavolta, però, la cosa è diversa: se si eccettuano alcune imperfezioni, gli autori sono riusciti a fare una serie di scelte che, a mio avviso, si sono rivelate tutte azzeccate. Quindi quella di Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works rappresenterà la mia prima recensione entusiastica su una parte di questa saga.
Sono passati dieci anni dalla fine della guerra del santo graal raccontata in Fate/zero ed un altra è ormai alle porte. Le regole sono sempre le stesse: sette master per sette servant ed una sola coppia che potrà acquisire il diritto di esprimere al graal il proprio desiderio dopo aver eliminate tutte le altre. I master sono selezionati (con qualche eccezione) tra i discendenti delle famiglie dei maghi che hanno partecipato all'ultima guerra; in particolare verranno seguite le vicende di Emiya Shirou, figlio adottivo di Emiya Kiritsugu, e di Rin Thosaka discendente della famiglia Tohsaka.
Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works è il rifacimento dell'omonima serie uscita nell'ormai lontano 2006 ed è basato su una diversa route proposta dalla visual novel da cui l'opera è tratta; rispetto alla sua prima versione la storia viene completamente stravolta dando vita, a mio avviso, ad un prodotto di gran lunga superiore all'originale.
La prima scelta azzeccata è stata quella di porre il personaggio di Rin al centro dell'attenzione. Non credo di dire un'eresia dicendo che il suo personaggio sia il migliore (nonchè il più amato) di tutte le serie viste finora e qui, rispetto alla prima versione (in cui comunque godeva di molto spazio) viene valorizzato nel modo che meritava. Personalmente già nella prima serie avrei preferito che diventasse lei la compagna di Shirou e quindi vedere realizzato questo mio desiderio mi ha riempito di soddisfazione.
A fare le spese di questa nuova impostazione è Saber, il cui ruolo in questo anime è fortemente ridimensionato. Si è trattata di una vera e propria scommessa, ma anche questa, a mio avviso, è stata vinta: la regina Arturia era già stata spremuta abbastanza in passato e lasciare che si defilasse un pò ha finito per favorire lo sviluppo di altri personaggi tutti molto interessanti.
Altro mattatore di questo capitolo della saga è Archer, il servant la cui origine è, almeno inizialmente, ignota. La mia opinione su di lui è bivalente: Archer è decisamente un bel personaggio e la sua storia lascerà sicuramente di stucco lo spettatore; ha però il difetto di essere estremamente logorroico e i momenti più noiosi di quest'anime si trovano, in genere, negli episodi in cui il servant si dilunga in discorsi un pò troppo lunghi.
Le battaglie sono state realizzate in modo eccellente ed il loro esito non è scontato come ci si potrebbe aspettare: i colpi di scena sono all'ordine del giorno.
Trovo che sia inutile dilungarmi sulla bellezza del comparto grafico e della colonna sonora; altri più bravi di me in materia si sono già dilungati a sufficienza.
Detto questo vanno evidenziate due pecche di questo anime. In primis bisogna dire che nella seconda parte, fortunatamente prima del finale, la trama tende ad appesantirsi un pò troppo: è il momento dei dialoghi infiniti con Archer ma anche di una certa lentezza generale della trama. In secondo luogo anche Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works conserva un difetto classico dei vari episodi della serie: al momento di sferrare il colpo del K.O. il personaggio più forte inspiegabilmente decide di ritirarsi. So che questo era indispensabile se si volevano produrre 25 episodi, però oltre ad essere inverosimile ciò diviene inspiegabile quando certi personaggi (rider ad esempio) muoiono in pochi secondi. Non era meglio perdere più tempo con loro invece di proporre battaglie con ritirate strategiche inspiegabili?
Sono comunque questi difetti di poco conto, che non intaccano la godibilità e l'interesse verso questo anime. Per dirla tutta se Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works non è un capolavoro, poco ci manca.
In conclusione devo dire di essere stato letteralmente rapito dalle vicende di questo anime. Non posso, quindi, che darne una valutazione molto positiva e straconsigliarne la visione a tutti.


 2
Otaku94

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Premessa: consiglio di visionare il prequel "Fate/Zero" prima di vedere questa serie. La trama in sé sarebbe comunque comprensibile, ma in questo modo è possibile apprezzarla al meglio oltre che avere la caratterizzazione completa di alcuni personaggi che compaiono anche in questa serie.

Punto forte della serie è la grafica, che durante le scene di combattimento raggiunge l'apice: credo valga la pena di vedere la serie anche solo per godersi i combattimenti all'arma bianca e a colpi di magia. La trama è buona e riesce ad appassionare lo spettatore, i personaggi sono ben caratterizzati e alcuni di essi sono indubbiamente carismatici. Verso la fine della serie si trattano argomenti per nulla banali che spingono a riflettere e speculare (è divertente discutere di questa serie con persone che l'hanno già visionata e scambiare i propri punti di vista, consiglio quindi la visione congiunta con un amico ^^).
Personalmente non mi va particolarmente a genio il modo di pensare e l'obiettivo del protagonista Emiya Shirou <b>SPOILER</b> Caro ragazzo, se il te stesso del futuro, viene da te e ti dice "Guarda che se vai avanti per questa strada finirai come me: salvare tutti senza sacrificare neanche una persona è impossibile, è un ideale sbagliato. Vota la tua vita ad altro finché sei in tempo", ma tu continui ad ostinarti, arrampicarti sugli specchi e andare avanti per la tua strada imperterrito e arrivare a dire alla fine "Anche se so di essere nel torto, vado avanti così", cavolo amico.... ti manca qualche rotella <b>FINE SPOILER</b> a parer mio rispettivamente bigotto e utopico.
Per il resto "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works" è un buon anime.
Quindi... che ci fate ancora qui? Andate subito a fare da spettatori alla guerra del Santo Graal!


 6
Dragonx96

Episodi visti: 26/25 --- Voto 10
Prima di tutto voglio dividere la mia recensione in due parti, quella che ho scritto mesi fa riferita alla prima stagione (senza essere condizionato dalla visione della seconda stagione) e le mie analisi sulla seconda metà

Prima stagione (non avevo ancora visto la seconda parte):

Partendo dal presupposto che il voto (10) tiene in considerazione l'enorme hype causato da un finale di stagione adattato alla grande visto che rispetto alla futura seconda parte questa non sarà nulla a confronto.
Finalmente dopo gli orribili anime della Deen, "Fate/Stay Night" riceve una trasposizione davvero con i fiocchi: l'opera va a narrare la prima metà degli avvenimenti della seconda Route, "Unlimited Blade Works"; rispetto alla visual novel vi sono leggere aggiunte gestite dall'autore originale (Kinoko Nasu), molte gradite e alcune evitabili (i troppi indizi su un colpo di scena che ci sarà sulla seconda parte).

Riguardo alle animazioni confermo solo una cosa ovvia, a dir poco straordinarie e perfette, senza precedenti, la Ufotable si dimostra la migliore nel settore, questo accopagnato da una regia che non poche volte si dimostrerà sia professionale che coinvolgente, senza contare le musiche davvero belle e azzeccate.

Sulla trama preferisco non dire troppo nella recensione, poichè la storia di base in opera non è mai nulla rispetto al suo sviluppo (in una storia fatta bene si intende, ci sono delle eccezioni però), ma qui anche solo le premesse sono intriganti, ci si ritrova in un contesto urban fantasy. Sette prescelti devono lottare tra di loro per il graal e ognuno avrà un proprio servant, una figura storica (tipo Alessandro Magno) o un mitologica (tipo Ercole) talmente importanti da reincarnarsi come spirito eroico, un potentissimo "famiglio" che può appartenere a una delle sette classi, tutte bilanciate in modo affascinente nonostante ci siano servant potentissimi.
Quello che ho appena descritto porta a un risultato, scontri spettacolari con una realizazione sublime e confronti di abilità diverse che terranno incollato sullo schermo lo spettator; "Fate/Stay Night" punta molto sulle battaglie e credetemi quando vi dico che su questo oltre a non essere secondo a nessuno non vi è il minimo confronto; nonostante ciò ci saranno anche molte parti calme, niente vie di mezzo o interi episodi dedicati alla battaglia o svariate puntate senza un briciolo d'azione che carratterizano comunque molto i personaggi e risultano molto fruibili grazie all'avanzamento della curatissima trama.

Se con una pistola in testa mi chiedessero di elencare delle imperfezioni e di essere più critico possibile probabilmente citerei un leggerissimo errore di sceneggiatura che ho notato nel prologo (chiedere di che classe è il servant nemico quando Rin lo ha appena gridato ai quattro venti) e ce ne vuole per lamentarsi, inoltre un dettaglio del character design che potrebbe non piacere è il naso di Rin (ce l'hanno sempre con lei... ed è pure la protagonista femminile di questa route), cosa che potrebbe essere corretta nei Blu-Ray, senza contare che miglioreranno le già eccelse animazioni (non esagero nel dire che anche cosi è già l'anime con la migliore grafica della storia, per il momento)

La storia oltre a spiegare minuziosamente ogni aspetto dell'universo in cui è ambientata non perde minimamente la sua base, risultando intressante tanto quanto sui rapporti e sull'affezione dei personaggi quanto su sviluppi e tematiche interessanti, in poche parole una serie completa che nella sua giusta durata trasforma uno sviluppo "lento" in opera capace di creare molta attesa per la seconda parte, e sarà proprio li che si potrà elevare "Fate/Stay Night" a quello che reputo uno dei massimi capolavori.
Una prima parte realizata con i fiocchi comunque, consigliato a chiunque, anche a chi ha giustamente odiato i precedenti "adattamenti" dello "Stay Night", questo è l'unico e vero anime (possibilmente giocatevi la prima route, nella visual novel, o aspettate speranzosi che Ufotable la adatti ad anime, la storia è stata pensata in un certo ordine).


Seconda stagione: ora posso dirlo, è stata superata ogni più rosea aspettativa! Ritiro quello che avevo detto, potete iniziare Fate da quest'anime, magari l'avvenimento dell'episodio 10 sembrerà ancora aggiustato ma pazienza(consapevoli di questo ovvio), hanno fatto in modo di facilitare la visione a chi si avvicinasse per la prima volta alla serie, dunque senza usare Zero come punto di riferimento (grosso errore, capirete il perchè considerando che quello andava visto solo dopo tutte e tre le route), potete partire da qui.

Tornando a parlare della seconda parte, ogni episodio adesso è quello di spessore, la regia, le musiche e la grafica hanno toccato nuovi livelli di qualità, rispetto alla prima stagione c'è stato un balzo evidente e le tematiche hanno detto la loro, con profondità e perchè no anche con una spettacolarità mai viste prima (o molto raramente a questi livelli almeno).

Certo, non è l'adattamento perfetto, non è pari pari alla Visual Novel, c'è qualche piccola mancaza ed è anche vero che certe parti presenti nella VN non avrebbero guastato(Chant completo dell'UBW, o le frasi finali che sono state sostituite con qualcosa di altrettanto epico e che dà lo stesso effetto), tuttavia posso confermare che hanno compensato!
Tutte le parti inedite migliorano il prodotto sotto certi punti di vista e alcune di quelle già presenti nell'originale sono state adattate anche meglio, per fare esempi (non faccio Spoiler) la conclusione dell'episodio 20 o lo scontro finale, che è la battaglia più bella della storia del animazione (e non sto esagerando), Ufotable ha fatto miracoli, qualche ago nel pagliaio è sicuramente soverchiato da tutto il resto, che oserei definire eccelso.

È anche vero che questo singolarmente è un anime incompleto tuttavia, adatta solo uno scenario, alcuni personaggi vengono messi da parte ma solo perchè protagonisti delle altre route, dunque tranquilli è normale, lo dico poichè questa recensione serva sia per chi vuole vedere quest'anime o per chi lo ha già visto e voglia infromarsi su certi dettagli.
Nonostante sia un terzo del totale, che da solo limita le sue potenzialità (che con gli altri scenari sbocciano completamente) anche singolarmente mostra una qualità incontestabile, dalle battaglie spettacolari, agli sviluppi di trama improvvisi, ma sopratutto da uno stupendo mesaggio che è stato reso alla perfezione (la conquista di se stessi), la serie andrà a scavare sui personaggi e sulle loro ideologie, da cosa sia il confronto tra il proprio ideale con la realtà, e di come l'umanità non possa reggere il peso dei propri desideri, questa vena malinconica verrà condita col desiderio di andare avanti.....preparatevi a vederne delle belle, ma anche delle crude o di emotive ma non forzate (la coerenza è onnipresente in questa serie, suppur certe parti siano di difficile comprensione, o per essere più precisi è complesso analizzarle, ciò nonostante anche quelle scorrono lisce come l'olio, con una narrazione sublime, studiata ma scorrevole).

In definitiva è un'opera completa sotto molti punti di vista, raccomandata caldamente più di qualsiasi altro anime è la prova che l'animazione nipponica non è calata di una virgola ma che anzi ci offre (ringraziamo!) ancora queste pietre miliari.


 5
Eversor

Episodi visti: 12/25 --- Voto 9
Prima di tutti ci terrei a fare un paio di piccolo precisazioni: innanzi tutto non conosco molto bene I giochi e dunque non conoscevo bene la differenza tra "Fate/stay Night" e "Fate/Stay Night Unlimited Blade Works"; in secondo luogo sono ancora convinto che, le due serie appena riportate, possano essere messe a confronto.
La prima mi era piaciuta a metà; bella, ma mancava ancora qualcosa, un po' di pepe che la rendesse effettivamente un capolavoro (cosa che era già stata risolta durante Fate/Zero). Ebbene, con questa nuova opera, uscita nella stagione autunno-inverno 2014, quel divario che la separava dalla soglia del capolavoro è stato colmato. Ma procediamo a piccoli passi e incominciamo a dire che "Fate/Stay Night Unlimited Blade Works" è costituita da tredici episodi, di cui i primi due (ovvero il promo e la prima puntata) e l'ultima durano ben cinquanta minuti circa. Il genere è quello fantasy d'azione, ma si possono anche individuare alcuni spunti maggiormente drammatici.

La storia è a dir poco stupenda e, soprattutto, originalissima. Sette maghi si sfidano in una guerra all'ultimo sangue, che ha come obiettivo quello di evocare il Santo Graal, premio finale, che andrà al mago più meritevole. Eppure bisogna fare una piccola precisazione: ogni sfidante ha il dovere di evocare un proprio "servant", ovvero dei servitori provenienti dal passato, che si erano distinti per le loro imprese eroiche e per la loro bravura nell'arte della guerra. Insomma, vere e proprie leggende, che tornano in vita per sfidarsi tra di loro e vedere chi, effettivamente, sia il più forte.
La battaglia incomincia, ma non tutti sembrano pronti. Shirou Emiya è infatti un normalissimo ragazzo (più o meno), che, adottato da Kiritsugu Emiya in seguito a uno strano incidente, ha avuto la possibilità di apprendere solo una piccolissima parte della magia. E certamente non conosce nulla riguardo alla "guerra del Santo Graal". Caso opposto per Rin Tohosaka, coetanea di Shirou e da sempre addestrata nelle arti oscure. Vincere la battaglia che sta per iniziare è uno dei suoi più grandi desideri, ma, in seguito a un errore di calcolo, non riesce ad evocare Saber, lo spirito più forte, bensì Archer. Insieme a questo ragazzone dai capelli argentati e dal carattere arrogante, si presterà a incominciare la sua guerra personale, che inevitabilmente andrà a cozzare contro l'altro "master" (coloro che evocano i servant) si sua conoscenza... Emiya Shirou. Ce la faranno i due a vincere questo misterioso gioco? O meglio, riusciranno a sopravvivere a tutte le nuove sfide che sembrano attendere i nostri due eroi?

Incominciamo l'analisi proprio dai personaggi, uno degli elementi che, nel precedente "Fate/Stay Night", avevano costituito uno dei tanti anelli deboli della serie. rispetto al passato, infatti, si è riusciti a creare un migliore simbiosi tra lo spettatore e i vari protagonisti. Quelli che prima erano semplici sagome disegnate, piene di sentimenti utopistici e molto idealizzati, ora assumono fattezze molto più umane. E si vede uno Shirou tormentato dai dubbi sulla vera essenza dell' "essere eroe", una Rin abbastanza innamorata del giovane protagonista, ma comunque, almeno di fatto, sua nemica nella guerra.
I vari personaggi crescono con il passare delle puntate e, almeno questa volta, l'attenzione sembra non essere completamente focalizzata sul rapporto Shirou-Saber (quest'ultima in una posizione maggiormente defilata), bensì fra quello dei due coetanei. Un'amicizia/inimicizia, che si fa sempre più consistente; i due imparano a conoscersi e, perché no, amarsi (niente di concreto, sia chiaro. Non si vedono smancerie e nemmeno segni tangibili di "vero amore"). Molto interessante appare anche il mistero di Archer. Se in "Fate/Stay Night" la sua identità rimane inesorabilmente segreta, questa volta sembra essere il turno di Saber a rimanere in incognita, mentre il nostro arciere svelerà man mano le sue carte, mostrando però uno strano collegamento con Shirou.
Superando il mero aspetto caratteriale, non si può non elogiare anche l'organizzazione stessa della trama: molto più dinamica, esplosiva, coinvolgente. Della grafica ci occuperemo in seguito, ma, al di là di quella, le varie puntate sono sviluppate in modo tale da far apparire il tutto incredibilmente esaltante.

Abbiamo citato poco sopra la grafica... perché? Semplice, è stupenda. Già in "Fate/Zero" ero rimasto allibito dalla qualità di questa e, devo ammetterlo, anche in questo caso si è mantenuto un livello altrettanto elevato. I toni non sono proprio luminosissimo, giusto per un anime magico di questo genere, ma quello che riesce a colpire è l'intensità dei colori, la precisione con cui viene realizzato l'ambiente esterno e la bellezza dei combattimenti. Le armi brillano nella notte e con esse anche le movenze e le tecniche di combattimento dei vari servant.
Un piccolissimo difetto può essere riscontrato nella realizzazione degli occhi, un pochino spenti. Ma, insomma, non si può pretendere la perfezione assoluta (o forse sì ?!)
Il doppiaggio è ben fatto e mi è piaciuta moltissimo la voce di Rin. Altrettanto buona la regia che, come detto precedentemente, è stata in grado di far fare un salto di qualità all'anime.

Concludo così, affermando nuovamente il mio amore per "Fate/ Stay Night Unlimited Blade Works", una serie che, a mio avviso, risulta molto migliore rispetto alle precedenti. Ho appurato con piacere che, rispetto a "Fate/Stay Night", ci sono stati molti cambiamenti, non solo nei rapporti tra personaggi (Rin e Shoirou appaiono ora molto più "amici"), ma anche nei vari sviluppi della storia.
L'ultima puntata è fantastica e, nonostante la durata raddoppiata, riesce a conquistare dal primo all'ultimo minuto. Senza contare poi la conclusione aperta, che ci condurrà alla seconda parte della serie, che andrà in onda, come annunciato, nella primavera del 2015.
E dunque aspettiamo, attendiamo con ansia il ritorno di questa guerra e i colpi di scena che questa porterà con sé.

Voto finale: 9


 2
GregTheFree

Episodi visti: 13/25 --- Voto 9
Cos'è "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works"?
Il nuovo adattamento dell'opera nata dalla mente di Kinoko Nasu (affidato ancora una volta ad Ufotable) prende in considerazioni gli eventi dell'omonimo arco narrativo, già adattato da Deen in una pellicola cinematografica nel 2010.

La trama, descritta a grandi linee, è abbastanza semplice: nella città di Fuyuki si svolge un antico rito, nel quale sette maghi (detti Master) e sette Spiriti di famosi eroi provenienti dal passato (detti Servant) si scontrano tra loro per ottenere il Santo Graal, un oggetto in grado di esaudire ogni desiderio. Vivremo il tutto seguendo principalmente i due protagonisti: Shirou Emiya, un mago dilettante, accompagnato dal suo Servant Saber, e Rin Tohsaka, maga ben più esperta affiancata dal Servant Archer.

Per quanto riguarda l'apparato tecnico, Ufotable ancora una volta ha regalato al pubblico un prodotto di qualità eccellente, dalle animazioni più basilari dei personaggi ai combattimenti più concitati, affiancata da una ottima direzione artistica. Potrei stare qui per ore a parlare della bellezza di tutto ciò che si vede in "Fate/Stay Night", ma sarebbe inutile, quest'anime è semplicemente una gioia per gli occhi (ad esclusione di alcune piccole sbavature, ma son veramente rare), senza contare che abbiamo ben 3 episodi dalla durata di quarantacinque minuti. Insomma, tanto di cappello.

Per quanto riguarda lo svolgimento della trama, molti criticano il fatto che al contrario di "Fate/Zero", dove non vi era un protagonista vero e proprio e vedevamo la guerra dal punto di vista di tutti i Master, in "Stay Night" si ritorna a una narrazione più tradizionale che, (come già detto in precedenza) segue tutto attraverso gli occhi dei due protagonisti. Sebbene ne comprenda il senso, questa questione nasce semplicemente a causa della differenza delle due opere da cui sono tratti i rispettivi anime: "Fate/Stay Night" è originariamente una visual novel, un tipo di videogioco dove nella maggior parte dei casi il punto di vista è sempre quello del protagonista; invece "Zero" è una light novel, in poche parole un romanzo, e quindi con una maggiore libertà narrativa.
Nonostante ciò, la trama rimane comunque estremamente interessante, che riesce ad accattivare lo spettatore. Catapultati all'interno di questa brutale guerra, i protagonisti saranno più volte costretti a scontrarsi contro i Master avversari, anche loro accompagnati da potenti Servant. Nonostante questo, l'anime non rinuncia a momenti più leggeri di vita quotidiana, nonostante tutto i personaggi sono comunque dei liceali.
Atra nota a favore è sicuramente l'incredibile fedeltà all'opera originale, anche se effettivamente vanno a perdersi alcuni momenti di approfondimento piscologico, gli eventi sono seguiti con una cura incredibile. Oltre a questo ci sono un paio di scene inedite scritte dallo stesso Nasu, che si inseriscono perfettamente nel racconto e sono una chicca per i fan della Type Moon.

L'unico difetto effettivo che sento di imputargli è il ritmo leggermente scostante nella narrazione: parte a raffica, per poi proseguire in modo abbastanza calmo e ripartire a mille direttamente sul finale.

Per il resto, cioè lo svolgimento totale della trama e l'evoluzione dei personaggi, che non è troppo forte, nasce semplicimente dal fatto che siamo davanti a un prodotto letteralmente spaccato in due, e non davanti al'opera completa, ma ho piena fiducia, e so che ad Aprile questa serie continuerà a soprenderci, da bravo fan della Type Moon!


 5
Natsu95

Episodi visti: 12/25 --- Voto 6
Peccato. E' questo ciò che vien in mente subito dopo aver visualizzato questa serie, soprattutto se la si considera successivamente a quella del 2006.
Ovvio che la qualità grafica, la fluidità delle immagini, la naturalezza dei gesti e le sopracciglia del protagonista (che nella prima serie era così fisse e ferree che sembrava che Shirou avesse sempre la stessa espressione: decisamente di cattivo gusto) sono notevolmente migliorati sotto qualsiasi aspetto, però la storia risulta affannata, quasi carente.

Innanzitutto la relazione, seppur non sentimentale, che dovrebbe esistere tra famiglio e evocatore principale, ovvero tra Saber e Shirou, è resa estremamente marginale: Saber dovrebbe essere coprotagonista ed invece sembra una comparsa, seppure si aggiunga che si tratta del servant più forte. Questo è un grande punto a sfavore. Grande è invece la valorizzazione di Tohsaka Rin e di Archer: nelle precedenti edizioni i due sono quasi messi da parte dalla straordinaria forza di volontà di Shirou, ma questa volta accade l'inverso. Nonostante la promozione di questi nuovi forzati protagonisti, il risultato è irrilevante: non si riesce a sollevare questa gran massa di storia e di personaggi e rendere il tutto un pò più accattivante, magari sconfiggendo qualche avversario anziché prenderle ogni volta come fossero dei dilettanti.
Per di più, il principale antagonista è una maga scarsa (lo era anche nelle precedenti serie e lo rimane tutt'ora) riesce non solo a cavarsela ma anche a prendere le redini di tutta la guerra: inarrestabile. Gli altri master e servant sono personaggi talmente marginali (si veda Rider) che scompaiono in circa mezzo episodio. Un magro contributo, da rimanerci basiti.
Infine, il protagonista Shirou: dovrebbe sollevare il mondo. Dovrebbe. Sì, in realtà effettua qualche spettacolarità, rivelandosi un fuoco di paglia e, a lungo andare, impotente anche alla fine. Lì sembra che si faccia trasparire la vita reale, dove non importi quanto sia grande la volontà nel far qualsiasi cosa: le cose vanno come devono andare e si può solamente andarci insieme o andarci contro.

Nel complesso, anche imponendosi di non paragonarla con le precedenti opere e non considerandola come un rifacimento della serie originaria, non sono riuscito ad apprezzarla. Magari il continuo nell'aprile 2015 potrà convertirmi e convincermi a riconsiderare il tutto. A giudicare da ciò che ho visto sembra arduo, ma lo spero vivamente. In fondo, ho amato la prima serie originaria, auspico lo stesso alla prossima.

giacgiac

Episodi visti: 12/25 --- Voto 8
A fine 2013 iniziavano a circolare le prime voci sulle serie animate in uscita durante l'annata seguente; si parlava di una seconda stagione per titoli del calibro Durarara!! e Psycho-Pass, di un nuovo anime per Shinichiro Watanabe e anche di un reboot del capitolo più famoso del franchise di Fate, Fate/Stay Night appunto. Se per certi versi le aspettative sono state deluse e per altri rimandate - dal momento che alcuni dei titoli elencati sono andati in onda nel 2015 -, un anime ha invece fatto parlare di sé, spiccando non solo tra i titoli stagionali, ma tra quelli dell'intero anno: Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works.

Composto da due serie, ciascuna di 12 episodi, più un prologo iniziale e un epilogo, l'anime in questione si presenta come la trasposizione animata dell'arco narrativo Unlimited Blade Works, seconda parte dalla visual novel Fate/Stay Night di Type Moon, il quale era già stato proposto sotto forma di lungometraggio animato nel 2010 dal noto e discusso Studio DEEN. Le cose però questa volta vanno diversamente: sulla scia dell'enorme successo ottenuto dal prequel della serie, Fate/Zero, e dai film di Kara no Kyoukai, lo studio d'animazione ufotable acquista anche i diritti relativi alla saga principale di Fate e ne propone due serie TV - quelle che mi appresto a recensire ora - e un film, relativo all'arco Heaven's Feel.
Gli amanti del franchise non potevano chiedere di meglio; che alla ufotable sia buona norma fare le cose in grande è cosa risaputa, ma devo ammettere che in questo caso sono riusciti a superare se stessi: la serie vanta infatti un prologo, un episodio introduttivo e un finale di stagione - il primo - della durata di cinquanta minuti; una scelta di questo tipo, in termini di budget, dovrebbe tradursi in un calo generale della qualità dei singoli episodi, tuttavia ciò non solo non avviene, ma anzi, il livello tecnico viaggia su standard ottimi per tutta la durata della serie. Le animazioni sono impeccabili, in pieno stile ufotable, gli scontri e i duelli tra Spiriti Eroici, così come quelli tra rispettivi Master, si stagliano su livelli grafici e tecnici molto buoni, elevando l'anime, sotto questo aspetto, al di sopra di ogni altra serie uscita durante le due annate coperte da Fate; gesti e movimenti incredibilmente fluidi, muscoli e arti visibilmente in tensione nello sferrare un colpo o nello schivare un attacco, effetti resi anche tramite una computer grafica assolutamente non disturbante, nonostante il suo vasto utilizzo - cosa rara di questi tempi. Il tutto viene esaltato dal lavoro del regista, Takahiro Miura, il quale già si era fatto notare alla ufotable per la direzione del sesto film di Kara no Kyoukai e nuovamente non delude la fiducia dello studio, garantendo inquadrature accattivanti e dinamiche. Quanto alle musiche, Hideyuki Fukasawa allestisce una colonna sonora degna della fama di Fate, capace talvolta di conferire alla scena delicatezza e intimità e altrove di esaltare le già di per sé epiche sequenze di combattimento mediante ritmi più incalzanti e veloci; le opening sono tra le migliori delle annate 2014 e 2015, con menzione particolare per la prima, nonostante sia interpretata da un'esordiente, Mashiro Ayano; allo stesso modo lodevoli entrambe le ending, affidate alle voci sublimi delle tre componenti di Kalafina, divenute una costante nelle opere d'animazione di ufotable.

Una modesta nota di disappunto è invece doverosa per quanto riguarda l'intreccio, in riferimento principalmente alla prima parte dell'anime. La ragione per cui Fate/Zero ha avuto un successo così eclatante, nonché importante motivo di distacco dalle mediocri serie prodotte dallo Studio DEEN, è stata la marcata serietà e maturità di tutti i personaggi dell'anime. La trama, in quel caso come in questo, è abbastanza semplice: sette Master si scontrano tra loro per ottenere il Santo Graal e avere così la possibilità di esaudire un desiderio, qualunque sia la sua portata; in questa lotta, essi sono aiutati ciascuno da un leale Servant, un Anima Eroica del passato evocata tramite il Graal stesso e controllata grazie a tre Incantesimi di Comando e un marchio raffigurante il simbolo della classe del Servant. L'assetto della trama, invece, era quello di una vera e propria guerra, fatta di strategie e contro strategie, tiri mancini e imboscate, una serie di scontri senza esclusione di colpi in cui a vincere non era detto che fosse il più forte, quanto il più furbo. Nella prima parte di Unlimited Blade Works, invece, bisogna notare - e da parte mia con notevole delusione - che la giovane età dei protagonisti influisce molto più che in Zero sull'andamento della trama, e quindi della guerra. Per prima cosa le vicende vedono soltanto due protagonisti, a fronte dei sette del prequel, ossia Rin Tohsaka, unica erede della famiglia Tohsaka e Master di Archer, e Shirou Emiya, figlio adottivo di Kiritsugu Emiya e Master di Saber - la stessa Saber della precedente guerra, per inciso -, entrambi frequentanti il medesimo liceo e di conseguenza appena adolescenti. La guerra per il Graal, per essere volutamente esagerati, in certi momenti pare diventare un'attività pomeridiana per studenti, a sostituzione del club di tiro con l'arco, di pallacanestro o di musica. I ragazzi, perfettamente consci di poter perdere la vita da un momento all'altro, continuano la propria quotidiana routine come se nulla fosse, litigando tra loro in modo infantile, sottovalutando pericoli e trappole che potrebbero ucciderli, concedendosi appuntamenti e uscite di piacere, insomma, dedicandosi alla guerra in corso solo nel tempo libero. Non ci sono più i sotterfugi di Kiritsugu Emiya, non più le strategie man mano più elaborate di Waver Velvet o gli intrighi tra le casate Tohsaka e Matou, eppure anche in questo modo Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works riesce a offrire un buon grado di coinvolgimento dello spettatore; gli scontri fisici si intensificano, aumentano i colpi di scena e nonostante l'intera opera acquisti caratteristiche marcatamente più shounen che seinen - prendendo in prestito la terminologia legata ai manga - la qualità generale ne risente assai poco. A partire dalla seconda metà, si può invece osservare una brusca virata per quanto riguarda le tematiche e l'impostazione della trama; la componente psicologica, inizialmente limitata, comincia a ritagliarsi spazi sempre maggiori, ad esempio nella diatriba tra Shirou e Archer, mentre le tematiche divengono più serie e alla netta divisione tra il bene, perseguito in diverso modo da Shirou e Rin, e il male, impersonato dalla cinica e sadica Caster, si va a instaurare una sorta di dicotomia tra la visione del mondo del protagonista e quella di Archer, uno scontro ideologico che assume maggiore rilevanza all'avanzare della trama e segna una lenta evoluzione del personaggio di Shirou.

Il compito di Unlimited Blade Works, in quanto seconda route della visual novel di Fate/Stay Night, è fondamentalmente quello di portare il giocatore, o in questo caso lo spettatore, a un livello più profondo della semplice contrapposizione tra bene e male, caratteristica invece della prima route, nonché di trasmettere in modo più diretto ed efficace gli orrori legati alla guerra e alla magia nell'universo ideato da Nasu. Step successivo e conclusivo di questo percorso, consiste nella terza e ultima parte della novel, Heaven's Feel, collegata direttamente a Fate/Zero e latrice del vero e ultimo messaggio di Stay Night, che lo spettatore potrà assaporare all'uscita del film conclusivo dal titolo omonimo. Ciò che voglio mettere in evidenza, è che per quanto questa trasposizione risulti eterogenea e non regga il confronto, per trama e sceneggiatura, col proprio predecessore, è una tappa fondamentale nell'approccio alla saga di Fate e rimarca l'evoluzione di un prodotto inizialmente per ragazzi, ma via via sempre più maturo e complesso, culminante nella crudezza e nella perversione di Heaven's Feel. E aggiungo inoltre che come adattamento risulta essere fedele all'originale sia nella selezione delle scene, sia nella tempistica, riuscendo quasi sempre a inserire, ma senza farli pesare allo spettatore, i momenti di riflessione e i monologhi interiori di Shirou, che nel videogioco rivestono un'importanza fondamentale.

Nel tirare le somme sono molteplici gli aspetti che necessitano di essere presi in considerazione; la struttura stessa della serie penalizza la resa finale e mina nelle parti iniziali l'interesse e il coinvolgimento dello spettatore, cercando di porvi rimedio nell'alternanza, alle immancabili spiegazioni e delucidazioni riguardo alla guerra e al Graal, di combattimenti serrati tra i vari partecipanti. Tutto sommato, queste due stagioni di Fate sanno intrattenere, e lo fanno anche bene, in particolar modo grazie alla maniera in cui il tutto viene confezionato da ufotable; può essere visto e apprezzato sia da chi sia neofita del franchise e del Nasuverse, sia da chi invece di Type Moon ha giocato e letto tutto. Sicuramente uno dei prodotti più piacevoli dell'ultimo paio d'anni, che fa ben sperare per i futuri lavori in programma presso lo studio d'animazione, nonché per future ulteriori trasposizioni delle opere di Type-Moon.