Soul Taker
Quando i personaggi della Tatsunoko, ovvero i supereroi in stile Hurrycane Polymar, si uniscono con “Neon Genesis Evangelion” cosa ne uscirà? Decisamente qualcosa di innovativo e interessante.
La storia si apre sulla difficile ricerca del protagonista Kyosuke che, ucciso dalla madre e messo nella bara, si risveglia all’improvviso e cerca di scoprire cosa gli sia successo, ma... subito viene assalito da un agente della misteriosa organizzazione chiamata Hospital e da una misteriosa infermierina... lancia siringhe. Ma subito apparirà un misterioso personaggio, Shiro, e gli agenti di un’ulteriore organizzazione, il gruppo Kirihara. Tutti sembrano interessati a lui, e lui è interessato a sé stesso, al suo misterioso passato, su cui un po’ tutti sembrano sapere più di lui, e al ritrovamento della propria sorella gemella. Kyosuke ben presto non sarà più solo, dato che farà squadra con Shiro e l’infermiera, in un lungo viaggio in cui ciascuno ha qualcosa da ritrovare. Ma il meglio saranno i combattimenti, dato che il nostro è in grado di trasformarsi in un guerriero in stile Hurrycane Polymar e avrà molte occasioni per affrontare altri mutanti come lui, in duelli mortali. Sulla trama è meglio non aggiungere altro.
Indubbiamente l’anime non è facile da seguire, poiché vi saranno molti non detti, non spiegati, con gli episodi che non sempre seguono una logica progressiva. Sembrerà un vero misto di “Neon Genesis Evangelion” e supereroi, con tanto di gruppo Kirihara guidato da una donna che sembra la sorella di Ritsuko Akagi. Le dinamiche interne allo sgangherato gruppo di Kyosuke, poi, sembrano strizzare l’occhio allo sgangherato gruppo di “Cowboy Bebop”.
Una serie che non piacerà a molti, data la trama particolare, che richiede certamente una seconda visione, e la grafica un po' particolare. Buona la regia e la caratterizzazione dei personaggi. Belle le sigle.
Il giudizio finale è piuttosto personale, ma un sette lo si può dare.
La storia si apre sulla difficile ricerca del protagonista Kyosuke che, ucciso dalla madre e messo nella bara, si risveglia all’improvviso e cerca di scoprire cosa gli sia successo, ma... subito viene assalito da un agente della misteriosa organizzazione chiamata Hospital e da una misteriosa infermierina... lancia siringhe. Ma subito apparirà un misterioso personaggio, Shiro, e gli agenti di un’ulteriore organizzazione, il gruppo Kirihara. Tutti sembrano interessati a lui, e lui è interessato a sé stesso, al suo misterioso passato, su cui un po’ tutti sembrano sapere più di lui, e al ritrovamento della propria sorella gemella. Kyosuke ben presto non sarà più solo, dato che farà squadra con Shiro e l’infermiera, in un lungo viaggio in cui ciascuno ha qualcosa da ritrovare. Ma il meglio saranno i combattimenti, dato che il nostro è in grado di trasformarsi in un guerriero in stile Hurrycane Polymar e avrà molte occasioni per affrontare altri mutanti come lui, in duelli mortali. Sulla trama è meglio non aggiungere altro.
Indubbiamente l’anime non è facile da seguire, poiché vi saranno molti non detti, non spiegati, con gli episodi che non sempre seguono una logica progressiva. Sembrerà un vero misto di “Neon Genesis Evangelion” e supereroi, con tanto di gruppo Kirihara guidato da una donna che sembra la sorella di Ritsuko Akagi. Le dinamiche interne allo sgangherato gruppo di Kyosuke, poi, sembrano strizzare l’occhio allo sgangherato gruppo di “Cowboy Bebop”.
Una serie che non piacerà a molti, data la trama particolare, che richiede certamente una seconda visione, e la grafica un po' particolare. Buona la regia e la caratterizzazione dei personaggi. Belle le sigle.
Il giudizio finale è piuttosto personale, ma un sette lo si può dare.
"SoulTaker" mi è giunto tra le mani attraverso l'edizione home video ad opera della Dynit, che ho acquistato unicamente per il prezzo davvero conveniente; solo così sono entrato a conoscenza di questo ignaro titolo.
"SoulTaker" è una serie che conferma la tradizione del famoso studio nipponico Tatsunoko, ovvero la produzione di serie animate supereroistiche derivate dalla reinterpretazione delle opere fumettistiche americane che invasero il paese del Sol Levante tra gli anni '60 e '70, grazie al quale sono nati classici e celebri anime come "Casshern" e "Tekkaman". Dunque, "SoulTaker" non fa altro che dimostrarsi un erede di questo filone supereroistico, ed è forse per questo che questa serie mi è apparsa come un'opera di vecchia scuola, quasi ricordando nel protagonista il famoso "Devilman" di Go-Nagai. Ovviamente la trama è in chiave fantascientifica, ma si potranno ritrovare anche alcuni pochi elementi appartenenti allo stile cyberpunk; affronta inoltre la cosiddetta "trascendenza della condizione umana" attraverso la mutazione, qui causata da un misterioso virus.
I personaggi principali che hanno animato la vicenda non mi sono sembrati degli stereotipi, anche se non ho assistito a una caratterizzazione marcata e degna di attenzione.
La storia narrata, forse anche a causa di una mia incapacità di "lettura", non mi è apparsa chiara e di facile comprensione, ma piuttosto confusa e fin troppo articolata, pertanto non sono riuscito ad apprezzare questa particolare serie anime, che, a modo suo, ha comunque dimostrato una sua originalità. Contrariamente a questo, gli ultimi tre episodi si elevano rispetto ai precedenti, dando le risposte che si aspettavano e sviluppando finalmente la trama con un epilogo non scontato. Per quanto riguarda i contenuti, a parte alcune tematiche classiche del genere, ho percepito un prezioso messaggio sulla vita, denunciando le forme di discriminazioni e insegnandoci che non importa se si è degli esseri umani, degli alieni o dei cloni: si è prima di tutto degli esseri viventi fatti di carne ed ossa, con un cuore che batte e quindi meritevoli di vivere, al di la della razza o della provenienza. Questo credo (e penso) sia il messaggio più grande che l'autore ci abbia lasciato con questa serie, un messaggio che ognuno di noi può interpretare a modo suo, ed io, forse sbagliando, ho percepito proprio questa sorta di denuncia al termine della visione.
Certamente quello che rende unica la serie "SoulTaker" è l'aspetto visivo lontano dalla tradizionale animazione giapponese, e per questo risulta uno stile atipico ed estraneo. Infatti, il regista Akiyuki Shinbō sviluppa proprio qui il suo famoso e identificativo stile, attraverso il quale fonde gli elementi visionari e surreali con arte tipografica, utilizzando inquadrature eseguite attraverso particolari angolature. Uno stile che, piaccia o meno, lo premia per la personalità che ha saputo imprimere a questo "SoulTaker", diversificandolo da ogni altro prodotto che ho personalmente visto.
Tecnicamente, come già detto, è un prodotto che si sa distinguere per una buona regia e lo stile visivo, benché le animazioni non si sono dimostrate fenomenali, anche a causa dello stile inconsueto del regista, che ha influito negativamente proprio durante le sequenze di azione; il chara design non mi ha praticamente detto nulla. Le OST di Kō Ōtani non mi sono piaciute particolarmente, mentre l'opening e l'ending le ho apprezzate.
Si sarà ben capito che ci troviamo davanti a una serie veramente singolare e di difficile valutazione e comprensione, composta da sfumature che non tutti sono in grado - o hanno voglia - di decifrare e che, personalmente, non sono riuscito a capire a pieno. La mia è stata un'esperienza visiva tra il disorientamento e lo smarrimento, e in molti punti apatica, priva di emozioni forti e di scioccanti colpi di scena. In breve, non ho visto nulla di avvincente o che abbia saputo veramente interessarmi e appassionarmi né alla storia né ai personaggi. Onestamente, se sono arrivato alla fine è stato principalmente perché ho speso dei soldi per i DVD, e anche per via della breve durata della serie. Obbiettivamente, però, dei pregi ci sono e la sufficienza ritengo sia il voto giusto, ma sicuramente in giro c'è di meglio.
"SoulTaker" è una serie che conferma la tradizione del famoso studio nipponico Tatsunoko, ovvero la produzione di serie animate supereroistiche derivate dalla reinterpretazione delle opere fumettistiche americane che invasero il paese del Sol Levante tra gli anni '60 e '70, grazie al quale sono nati classici e celebri anime come "Casshern" e "Tekkaman". Dunque, "SoulTaker" non fa altro che dimostrarsi un erede di questo filone supereroistico, ed è forse per questo che questa serie mi è apparsa come un'opera di vecchia scuola, quasi ricordando nel protagonista il famoso "Devilman" di Go-Nagai. Ovviamente la trama è in chiave fantascientifica, ma si potranno ritrovare anche alcuni pochi elementi appartenenti allo stile cyberpunk; affronta inoltre la cosiddetta "trascendenza della condizione umana" attraverso la mutazione, qui causata da un misterioso virus.
I personaggi principali che hanno animato la vicenda non mi sono sembrati degli stereotipi, anche se non ho assistito a una caratterizzazione marcata e degna di attenzione.
La storia narrata, forse anche a causa di una mia incapacità di "lettura", non mi è apparsa chiara e di facile comprensione, ma piuttosto confusa e fin troppo articolata, pertanto non sono riuscito ad apprezzare questa particolare serie anime, che, a modo suo, ha comunque dimostrato una sua originalità. Contrariamente a questo, gli ultimi tre episodi si elevano rispetto ai precedenti, dando le risposte che si aspettavano e sviluppando finalmente la trama con un epilogo non scontato. Per quanto riguarda i contenuti, a parte alcune tematiche classiche del genere, ho percepito un prezioso messaggio sulla vita, denunciando le forme di discriminazioni e insegnandoci che non importa se si è degli esseri umani, degli alieni o dei cloni: si è prima di tutto degli esseri viventi fatti di carne ed ossa, con un cuore che batte e quindi meritevoli di vivere, al di la della razza o della provenienza. Questo credo (e penso) sia il messaggio più grande che l'autore ci abbia lasciato con questa serie, un messaggio che ognuno di noi può interpretare a modo suo, ed io, forse sbagliando, ho percepito proprio questa sorta di denuncia al termine della visione.
Certamente quello che rende unica la serie "SoulTaker" è l'aspetto visivo lontano dalla tradizionale animazione giapponese, e per questo risulta uno stile atipico ed estraneo. Infatti, il regista Akiyuki Shinbō sviluppa proprio qui il suo famoso e identificativo stile, attraverso il quale fonde gli elementi visionari e surreali con arte tipografica, utilizzando inquadrature eseguite attraverso particolari angolature. Uno stile che, piaccia o meno, lo premia per la personalità che ha saputo imprimere a questo "SoulTaker", diversificandolo da ogni altro prodotto che ho personalmente visto.
Tecnicamente, come già detto, è un prodotto che si sa distinguere per una buona regia e lo stile visivo, benché le animazioni non si sono dimostrate fenomenali, anche a causa dello stile inconsueto del regista, che ha influito negativamente proprio durante le sequenze di azione; il chara design non mi ha praticamente detto nulla. Le OST di Kō Ōtani non mi sono piaciute particolarmente, mentre l'opening e l'ending le ho apprezzate.
Si sarà ben capito che ci troviamo davanti a una serie veramente singolare e di difficile valutazione e comprensione, composta da sfumature che non tutti sono in grado - o hanno voglia - di decifrare e che, personalmente, non sono riuscito a capire a pieno. La mia è stata un'esperienza visiva tra il disorientamento e lo smarrimento, e in molti punti apatica, priva di emozioni forti e di scioccanti colpi di scena. In breve, non ho visto nulla di avvincente o che abbia saputo veramente interessarmi e appassionarmi né alla storia né ai personaggi. Onestamente, se sono arrivato alla fine è stato principalmente perché ho speso dei soldi per i DVD, e anche per via della breve durata della serie. Obbiettivamente, però, dei pregi ci sono e la sufficienza ritengo sia il voto giusto, ma sicuramente in giro c'è di meglio.
Decisamente un anime che non passa inosservato per il suo carattere forte e deciso. La trama è molto articolata e originale, intricata al punto giusto da far si che per apprezzare al pieno il prodotto sia consigliata più di una visione dell'intero anime, per carpire tutte le sfumature della storia, anche le più nascoste.
Uno dei punti forti è sicuramente la regia, con inquadrature originali e giochi di colore, tutto molto coinvolgente (come del resto sono da sempre i prodotti Tatsunoko) ed appropriato allo sviluppo della trama.
I personaggi sono molto vari e ben sviluppano il loro carattere e la loro storia, alcuni divertenti come Komugi, l'infermierina lancia siringhe, altri più seriosi, vedi Kyosuke, il protagonista.
Ottime le musiche e le sigle, che vanno da brani rock a pezzi lenti, tanto da far si che mi sia procurato la colonna sonora a tempo di record.
Insomma, devo ammettere che ho un debole per questo anime, lo considero infatti uno dei migliori di sempre e ne consiglio la visione a tutti, peccato solo che si esaurisca in appena tredici puntate.
Uno dei punti forti è sicuramente la regia, con inquadrature originali e giochi di colore, tutto molto coinvolgente (come del resto sono da sempre i prodotti Tatsunoko) ed appropriato allo sviluppo della trama.
I personaggi sono molto vari e ben sviluppano il loro carattere e la loro storia, alcuni divertenti come Komugi, l'infermierina lancia siringhe, altri più seriosi, vedi Kyosuke, il protagonista.
Ottime le musiche e le sigle, che vanno da brani rock a pezzi lenti, tanto da far si che mi sia procurato la colonna sonora a tempo di record.
Insomma, devo ammettere che ho un debole per questo anime, lo considero infatti uno dei migliori di sempre e ne consiglio la visione a tutti, peccato solo che si esaurisca in appena tredici puntate.
Non ho mai dato un voto così basso ad un anime, ma per questo dovrò fare un'eccezione. Non ho trovato, per quanto mi sia sforzato, punti positivi in Soul Taker.
La trama è insulsa e banale e viene sviluppata davvero male: in ogni episodio non c'è una sottotrama ma è tutto confuso e disordinato.
All'inizio di ogni episodio il protagonista si trova in luoghi e incontra personaggi di cui non si è minimamente parlato prima e lo fa come se tutto fosse già scontato, ma non è così. I personaggi non vengono minimamente presentati ma, molte volte, è come se lo spettatore sapesse già tutto sul conto di un personaggio quando, invece, lo incontra per la prima volta. È impossibile fare un'analisi psicologica dei personaggi principali in quanto non si riesce a trovare elementi su cui ragionare (l'unico potrebbe essere Kyosuke).
Fino al decimo episodio non si capiscono il luogo e il tempo della storia e anche dopo le cose non migliorano se non per piccole frasi messe un po' alla rinfusa negli episodi.
Nei primi 8 episodi solo i personaggi fanno capire che si tratta di un anime. I paesaggi sono molto simili alle serie animate americane tipo Batman. I mutanti sono fatti davvero male, non sono originali per niente e mi è sembrata un'accozzaglia di personaggi preesistenti, tra cui Devilman e Transformers.
Veniamo ora alle musiche: a mio avviso l'opening e l'ending sono veramente brutte, un po' meglio le OST durante i combattimenti, ma niente di che.
I combattimenti sono ripetitivi e banali, con il personaggio che urla a squarciagola la sua mossa finale che distrugge tutto e tutti (roba già vista). Finale scontato.
Altra nota negativa (influenzata da fatto che ho visto l'anime in italiano) è l'assurda incapacità dei doppiatori italiani a trasmettere emozioni. I dialoghi, in questo modo, risultano piatti e non coinvolgono lo spettatore nella storia.
Conclusione: anime che non consiglio assolutamente di vedere o al limite l'ultimo anime che una persona dovrebbe vedere se proprio non ne ha altri migliori sotto mano.
La trama è insulsa e banale e viene sviluppata davvero male: in ogni episodio non c'è una sottotrama ma è tutto confuso e disordinato.
All'inizio di ogni episodio il protagonista si trova in luoghi e incontra personaggi di cui non si è minimamente parlato prima e lo fa come se tutto fosse già scontato, ma non è così. I personaggi non vengono minimamente presentati ma, molte volte, è come se lo spettatore sapesse già tutto sul conto di un personaggio quando, invece, lo incontra per la prima volta. È impossibile fare un'analisi psicologica dei personaggi principali in quanto non si riesce a trovare elementi su cui ragionare (l'unico potrebbe essere Kyosuke).
Fino al decimo episodio non si capiscono il luogo e il tempo della storia e anche dopo le cose non migliorano se non per piccole frasi messe un po' alla rinfusa negli episodi.
Nei primi 8 episodi solo i personaggi fanno capire che si tratta di un anime. I paesaggi sono molto simili alle serie animate americane tipo Batman. I mutanti sono fatti davvero male, non sono originali per niente e mi è sembrata un'accozzaglia di personaggi preesistenti, tra cui Devilman e Transformers.
Veniamo ora alle musiche: a mio avviso l'opening e l'ending sono veramente brutte, un po' meglio le OST durante i combattimenti, ma niente di che.
I combattimenti sono ripetitivi e banali, con il personaggio che urla a squarciagola la sua mossa finale che distrugge tutto e tutti (roba già vista). Finale scontato.
Altra nota negativa (influenzata da fatto che ho visto l'anime in italiano) è l'assurda incapacità dei doppiatori italiani a trasmettere emozioni. I dialoghi, in questo modo, risultano piatti e non coinvolgono lo spettatore nella storia.
Conclusione: anime che non consiglio assolutamente di vedere o al limite l'ultimo anime che una persona dovrebbe vedere se proprio non ne ha altri migliori sotto mano.
Soul Taker è un nuovo capitolo delle saghe di supereroi della Tatsunoko; si tratta di un anime veramente controverso, difficile da giudicare.
A dire il vero, la trama si allontana molto dalla banalità degli anime supereroistici, presentando sfumature più mature. Il tutto ruota attorno a Kyosuke Date, alla ricerca di sua sorella Runa, braccata sia dalla Kirihara Gropu che dall'Hospital. Ma chi è il vero nemico? Quali sono i veri obiettivi di entrambi i gruppi? E quale mistero nasconde il flashback del passato, in cui vediamo la madre di Kyosuke pugnalarlo? Per correttezza cerco di non spoilerare, ma, pur senza strafare, la trama è interessante e presenta colpi di scena fino all'ultimo episodio.
La realizzazione tecnica è ciò che salta di più all'occhio e stupisce. Le animazioni sono buone: viene prodotto in anni in cui non dovremmo più avere problemi del genere. Il chara design è semplice, direi quasi approssimativo, ma viene ben coperto dalle particolari tinte di quest'anime, che sono il punto "nuovo" di Soul Taker. Infatti molte scene, come si è detto in altre recensioni, sono monotinta, o presentano tagliature nere. Inoltre l'atmosfera permea di un affascinante simbolismo (per esempio, lacrime rosse o vetrate che si frantumano), non solo a livello visivo, ma anche nei discorsi: i riferimenti alla religione cristiana sono moltissimi.
Il simbolismo è originale e penso anche da apprezzare. Le tinte invece sarebbero state più opportune nei momenti introspettivi: durante le scene d'azione o frenetiche non si riesce quasi per nulla a distinguere le figure. Anche la figura di Soul Taker non viene mai mostrata esplicitamente: ancora adesso non ho un'immagine ben definita di Soul Taker, che viene sempre coperto da queste tinte colorate o spezzoni neri.
Un difetto di quest'anime è l'eccessivo tentativo di renderlo un anime "poetico". Ho sempre amato il simbolismo e l'introspezione, ma qui è spesso fuori luogo e quest'inutile drammaticità finisce per appesantire, e non poco.
Come ho detto inizialmente, Soul Taker è un anime controverso: ha molte pecche, ma anche molti punti positivi, che purtroppo vengono penalizzati da alcune "gravi" ingenuità, che lo rendono quindi un prodotto nella media. Da provare comunque.
A dire il vero, la trama si allontana molto dalla banalità degli anime supereroistici, presentando sfumature più mature. Il tutto ruota attorno a Kyosuke Date, alla ricerca di sua sorella Runa, braccata sia dalla Kirihara Gropu che dall'Hospital. Ma chi è il vero nemico? Quali sono i veri obiettivi di entrambi i gruppi? E quale mistero nasconde il flashback del passato, in cui vediamo la madre di Kyosuke pugnalarlo? Per correttezza cerco di non spoilerare, ma, pur senza strafare, la trama è interessante e presenta colpi di scena fino all'ultimo episodio.
La realizzazione tecnica è ciò che salta di più all'occhio e stupisce. Le animazioni sono buone: viene prodotto in anni in cui non dovremmo più avere problemi del genere. Il chara design è semplice, direi quasi approssimativo, ma viene ben coperto dalle particolari tinte di quest'anime, che sono il punto "nuovo" di Soul Taker. Infatti molte scene, come si è detto in altre recensioni, sono monotinta, o presentano tagliature nere. Inoltre l'atmosfera permea di un affascinante simbolismo (per esempio, lacrime rosse o vetrate che si frantumano), non solo a livello visivo, ma anche nei discorsi: i riferimenti alla religione cristiana sono moltissimi.
Il simbolismo è originale e penso anche da apprezzare. Le tinte invece sarebbero state più opportune nei momenti introspettivi: durante le scene d'azione o frenetiche non si riesce quasi per nulla a distinguere le figure. Anche la figura di Soul Taker non viene mai mostrata esplicitamente: ancora adesso non ho un'immagine ben definita di Soul Taker, che viene sempre coperto da queste tinte colorate o spezzoni neri.
Un difetto di quest'anime è l'eccessivo tentativo di renderlo un anime "poetico". Ho sempre amato il simbolismo e l'introspezione, ma qui è spesso fuori luogo e quest'inutile drammaticità finisce per appesantire, e non poco.
Come ho detto inizialmente, Soul Taker è un anime controverso: ha molte pecche, ma anche molti punti positivi, che purtroppo vengono penalizzati da alcune "gravi" ingenuità, che lo rendono quindi un prodotto nella media. Da provare comunque.
Regia eccellente, davvero straordinaria la scelta dei colori. A parte questo, la serie è nei contenuti tanto accorata, quanto ironica: passa senza soluzione di continuità dalla tragedia (al limite del melodramma... e proprio per questo) alla parodia e autoparodia, dimostrando intelligenza e spassionatezza. Nel complesso un'opera stupefacente, che riesce a essere affascinante anche quando è repellente, talora proprio perché repellente. Da possedere per ogni amante degli anime
Mi sono avvicinato a Soul Taker convinto (chissà perché) si trattasse di un anime in stile horror-noir, vi lascio intuire la mia delusione quando invece mi sono trovato davanti agli occhi un emulo di Devilman con tanto di mostri mutanti che urlano i nomi delle proprie mosse. Trattandosi di una serie di soli 13 episodi ho deciso di proseguire comunque nella visione e l'impressione che mi ha lasciato è quella di un anime potenzialmente buono rovinato da un soggetto non all'altezza della situazione.
I primi 6-7 episodi sono strutturati tutti allo stesso modo: il protagonista Kyosuke Date incontra un flicker (un clone della propria sorella Runa) che deve savlare dai cattivi, a fine episodio il protagonista è costretto a trasformarsi in Soul Taker per combattere contro il mutante di turno che lo attacca e ovviamente vince sempre grazie al suo colpo speciale. Negli episodi successivi l'anime si rivaluta un pò grazie a una serie di rivelazioni e colpi di scena inaspettati.
Elementi positivi: il disegno accattivante e la scelta di colori psichedelici altamente contrastanti, le musiche azzeccate, la trama di fondo (anche se non viena sviluppata in maniera adeguata).
Elementi negativi: la noiosa ripetitività dei primi episodi, i combattimenti che dovrebbero essere il punto forte di un anime del genere sono invece forzati e caotici, i personaggi nel corso della storia compiono spesso e volentieri azioni completamente illogiche e insensate.
Un 4 quindi, ma senza cattiveria, guardatelo solo se non avete proprio niente di meglio da fare.
I primi 6-7 episodi sono strutturati tutti allo stesso modo: il protagonista Kyosuke Date incontra un flicker (un clone della propria sorella Runa) che deve savlare dai cattivi, a fine episodio il protagonista è costretto a trasformarsi in Soul Taker per combattere contro il mutante di turno che lo attacca e ovviamente vince sempre grazie al suo colpo speciale. Negli episodi successivi l'anime si rivaluta un pò grazie a una serie di rivelazioni e colpi di scena inaspettati.
Elementi positivi: il disegno accattivante e la scelta di colori psichedelici altamente contrastanti, le musiche azzeccate, la trama di fondo (anche se non viena sviluppata in maniera adeguata).
Elementi negativi: la noiosa ripetitività dei primi episodi, i combattimenti che dovrebbero essere il punto forte di un anime del genere sono invece forzati e caotici, i personaggi nel corso della storia compiono spesso e volentieri azioni completamente illogiche e insensate.
Un 4 quindi, ma senza cattiveria, guardatelo solo se non avete proprio niente di meglio da fare.
Leggendo le altre recensioni credo ci sia poc'altro da dire. riassumendo, si tratta di un character design molto particolare, sicuramente accattivante che a me piace molto; per quando riguarda i colori e la cromatica in generale è stato usato un sistema molto originale, che potrei definire a "macchie", simile più ad una striscia d fumetto d'azione. Si dissocia letteralmente dalla maggior parte degli anime, creando un'atmosfera noir, anzi definirei dark, interrotta da lampi di colore vivace, esplosivo, psichedelico, che aggrediscono lo spettatore aumentando il pathos e l'adrenalina. La storia parla di un ragazzo accoltellato dalla madre proprio nei primi attimi di storia, e da questo evento tremendo si svilupperà una vicenda criptica e a dire il vero, nei primi episodi, quasi senza senso. direi che un prodotto così o si ama o si odia. A me non è piaciuto molto, anche se ho visto solo qualche episodio... bella l'opening, molto meno le battaglie delle prime puntate, noiose e ripetitive.
Concordo con quello detto da Tacchan sulle impressioni e dai miei predecessori.
Un anime criptico, tecnicamente ben realizzato e con colori che rendono l'atmosfera ancor più criptica. Dopo i primi 5-6 episodi si entra nella trama, la quale non è poi così poco originale. Non mi ha entusiamato in maniera particolare, lo consiglio ad un pubblico a cui piace un certo character design ed una storia criptica fino alla fine.
Un anime criptico, tecnicamente ben realizzato e con colori che rendono l'atmosfera ancor più criptica. Dopo i primi 5-6 episodi si entra nella trama, la quale non è poi così poco originale. Non mi ha entusiamato in maniera particolare, lo consiglio ad un pubblico a cui piace un certo character design ed una storia criptica fino alla fine.
L'impatto iniziale dello spettatore, guardando SoulTaker, è una sensazione stranissima: si viene investiti da un turbinio di colori acidi, troppo forti o troppo scuri, scene che scorrono talvolta troppo veloci ed una trama presentata in maniera molto criptica. Se si riesce a superare l'impatto, ci si ritrova pienamente coinvolti nelle surreali e, a tratti, oniriche atmosfere del cartone.
Qualcuno lo ha definito un clone di DevilMan, ma in realtà, l'unico punto in comune con DevilMan è l'aspetto demoniaco del protagonista. Per il resto si tratta di un cartone dotato di una trama originale, pieno di azione, colpi di scena e spunti di riflessione. Il suo difetto più grande è nella sua lunghezza: 13 puntate sono poche per un cartone così complesso, e talvolta si fa fatica a seguire gli sviluppi della trama, dando l'impressione che gli autori siano dovuti ricorrere a dei massicci ritagli per rientrare nella lunghezza prefissata.
Qualcuno lo ha definito un clone di DevilMan, ma in realtà, l'unico punto in comune con DevilMan è l'aspetto demoniaco del protagonista. Per il resto si tratta di un cartone dotato di una trama originale, pieno di azione, colpi di scena e spunti di riflessione. Il suo difetto più grande è nella sua lunghezza: 13 puntate sono poche per un cartone così complesso, e talvolta si fa fatica a seguire gli sviluppi della trama, dando l'impressione che gli autori siano dovuti ricorrere a dei massicci ritagli per rientrare nella lunghezza prefissata.
Soul Taker all'inizio pare uno di quei prodotti un po' "psichedelici" che sono ricchi di virtuosismi registici, ma alla fine non lasciano niente di concreto se non un gran mal di testa allo spettatore grazie ad una trama molto complicata.
Invece, superati i primi episodi, la storia scorre liscia e senza "seghe mentali" riuscendo comprensibile, mentre lo stile particolare usato resta molto affascinante.
Concordo sul "per molti ma non per tutti", comunque particolare.
PS: Non dimenticate che esiste una spassosa serie di OAV con gli stessi protagonisti della serie in ruoli completamente diversi, "Nurse Witch Komugi-chan Magikarte"! :D
Invece, superati i primi episodi, la storia scorre liscia e senza "seghe mentali" riuscendo comprensibile, mentre lo stile particolare usato resta molto affascinante.
Concordo sul "per molti ma non per tutti", comunque particolare.
PS: Non dimenticate che esiste una spassosa serie di OAV con gli stessi protagonisti della serie in ruoli completamente diversi, "Nurse Witch Komugi-chan Magikarte"! :D
Una serie che, pur non eccellendo nella trama (odio i personaggi che urlano i loro attacchi, e i nomi ridicoli degli stessi) viene salvato da un'eccellente realizzazione tecnica e da una regia che dire "in acido" è dir poco. La scena della chiesa del primo episodio ne è un eccellente esempio, questo anime predilige di gran lunga una regia innovativa alla trama, che è relativamente stereotipata (stramberie a parte).