Midori no Neko
Dal "Padre dei manga" è sempre lecito aspettarsi delle opere di grande qualità e spessore. Talvolta è possibile scoprire delle piccole perle dimenticate. È il caso di "Midori no Neko" (Il gatto verde), la cui storia risulta costellata da alcune particolarità: innanzitutto perché si tratta del primo episodio della collana Lion Books, ossia una raccolta di manga di Tezuka edita dalla Shueisha nel 1956, in secondo luogo perché "Midori no Neko" è stato il primo tentativo della storia dell'animazione giapponese di realizzazione di un OAV, ossia un prodotto d'animazione per il mercato dell'home video, contendendosi il titolo col ben più famoso "Dallos", anticipando la data di uscita di quest'ultimo di ben due mesi.
"Midori no Neko" è un OAV della stagione autunnale 1983 della durata di circa venticinque minuti. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 1956.
Trama: Ban Shunsaku lavorava presso una lavanderia in America assieme al suo amico e socio Yushi. Un giorno una banda di delinquenti prende d'assalto la lavanderia e spara a Yushi; l'uomo, prima di morire, affida il figlio Sango a Ban, affinché possa crescere felice e lontano dai pericoli. La leader della banda di delinquenti aveva con sé un misterioso gatto verde, grazie al quale ha sempre potuto superare ogni difficoltà e vivere nel lusso. Ma che cosa accade quando il felino abbandona il suo padrone? Le tracce di Sango si perdono nelle Filippine, da allora si narra che sia rimasto sempre accanto al gatto verde...
Grafica: l'opera si presenta piuttosto bene dal punto di vista visivo. Ottime le ambientazioni, la cui cura per il dettaglio non ha nulla a che invidiare con le serie TV più blasonate dell'epoca. Le animazioni sono un po' incerte, generalmente molto fluide, talvolta si notano dei cali qualitativi che deformano le movenze e i disegni. Il tipico character design di Tezuka è trasposto con grande fedeltà. Ottimo mecha design. Monster design piuttosto inquietante.
Sonoro: nulla di negativo da segnalare. L'opening è un'introduzione strumentale alle varie opere di Tezuka, molto gradevole e orecchiabile, lo stesso dicasi per l'ending. Ottime OST, che enfatizzano le atmosfere inquietanti. Effetti sonori realistici e accurati. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: ineccepibili. La caratterizzazione dei vari personaggi è molto valida, è presente un notevole fattore evolutivo e psicologico e l'interazione è perfetta.
Sceneggiatura: l'opera non ha una gestione temporale fluida, poiché si parla del presente, per poi dedicarsi a un lungo flashback nel passato e ritornare nel presente sul finale. Il ritmo si attesta su livelli piuttosto veloci. È presente un notevole quantitativo d'azione, con presenza di violenza e morte. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: l'opera si conclude molto bene, con un finale dal sottile retrogusto inquietante. Green voleva davvero essere amico di Sango? Mistero. Nonostante ciò il finale è ben strutturato e conclusivo.
In sintesi, "Il gatto verde" è un piccolo capolavoro dell'animazione anni '80. Un'opera contornata da particolarità genetiche che sa affascinare e conquistare lo spettatore. Data la natura del prodotto, chiunque può apprezzarlo.
"Midori no Neko" è un OAV della stagione autunnale 1983 della durata di circa venticinque minuti. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 1956.
Trama: Ban Shunsaku lavorava presso una lavanderia in America assieme al suo amico e socio Yushi. Un giorno una banda di delinquenti prende d'assalto la lavanderia e spara a Yushi; l'uomo, prima di morire, affida il figlio Sango a Ban, affinché possa crescere felice e lontano dai pericoli. La leader della banda di delinquenti aveva con sé un misterioso gatto verde, grazie al quale ha sempre potuto superare ogni difficoltà e vivere nel lusso. Ma che cosa accade quando il felino abbandona il suo padrone? Le tracce di Sango si perdono nelle Filippine, da allora si narra che sia rimasto sempre accanto al gatto verde...
Grafica: l'opera si presenta piuttosto bene dal punto di vista visivo. Ottime le ambientazioni, la cui cura per il dettaglio non ha nulla a che invidiare con le serie TV più blasonate dell'epoca. Le animazioni sono un po' incerte, generalmente molto fluide, talvolta si notano dei cali qualitativi che deformano le movenze e i disegni. Il tipico character design di Tezuka è trasposto con grande fedeltà. Ottimo mecha design. Monster design piuttosto inquietante.
Sonoro: nulla di negativo da segnalare. L'opening è un'introduzione strumentale alle varie opere di Tezuka, molto gradevole e orecchiabile, lo stesso dicasi per l'ending. Ottime OST, che enfatizzano le atmosfere inquietanti. Effetti sonori realistici e accurati. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: ineccepibili. La caratterizzazione dei vari personaggi è molto valida, è presente un notevole fattore evolutivo e psicologico e l'interazione è perfetta.
Sceneggiatura: l'opera non ha una gestione temporale fluida, poiché si parla del presente, per poi dedicarsi a un lungo flashback nel passato e ritornare nel presente sul finale. Il ritmo si attesta su livelli piuttosto veloci. È presente un notevole quantitativo d'azione, con presenza di violenza e morte. Il fanservice è inesistente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: l'opera si conclude molto bene, con un finale dal sottile retrogusto inquietante. Green voleva davvero essere amico di Sango? Mistero. Nonostante ciò il finale è ben strutturato e conclusivo.
In sintesi, "Il gatto verde" è un piccolo capolavoro dell'animazione anni '80. Un'opera contornata da particolarità genetiche che sa affascinare e conquistare lo spettatore. Data la natura del prodotto, chiunque può apprezzarlo.