Tokyo Station
Uno dei tanti primati che il Giappone vanta nel mondo è quello del suo sistema ferroviario, un raro esempio di puntualità, comfort e velocità di trasporto. All'invidia per lo stato di avanzamento tecnologico dei loro treni, però, i Giapponesi hanno deciso di aggiungere anche l'ammirazione artistica per il modo in cui hanno deciso di celebrare il centesimo anniversario dall'apertura della stazione centrale di Tokyo: e fa un po' tristezza pensare che se dall'altro capo del mondo si decide di mostrare il proprio orgoglio per i successi ottenuti affidando la realizzazione di un corto a Makoto Shinkai, uno degli artisti più interessanti del momento (anche se ho avuto spesso da ridire sul suo conto), dalle nostre parti Trenitalia per la stazione di Roma Termini (che è pure più antica) al massimo organizzerebbe un tristissimo concerto di Gigi D'Alessio.
"Tokyo Station" è un episodio della durata di cinque minuti circa. In esso vengono raccontati i pensieri di Misaki, una ragazza di venticinque anni che tempo addietro ha dovuto subire la perdita di suo padre, direttore dei trasporti presso la stazione di Tokyo. Misako, entrata in possesso di un vecchio orologio non più funzionante appartenuto proprio a suo padre, decide di farlo riparare da un orologiaio che aveva il proprio laboratorio all'interno della stazione. Mentre è alla ricerca di questa fantomatica bottega, la ragazza comincia un toccante dialogo interiore col suo defunto genitore, nel corso del quale si scusa di avergli tolto la parola tempo prima e lo ringrazia per tutto ciò che ha fatto per lei.
Cosa c'entra la stazione di Tokyo in tutto questo? Dato che Misaki viene mostrata in treno, vicino ai binari, all'ingresso e così via, si può pensare che un collegamento vero non ci sia, ma che Shinkai abbia deciso semplicemente di costruire una storia piena di buoni sentimenti che si muove all'interno della stazione per mostrarne l'architettura e le sue varie funzionalità; in più il padre di Makoto lavorava lì e questo portava a identificare la bontà del padre con la stazione stessa e con il ruolo che ricopriva. "Tokyo Station", però, è anche questo, ma non solo questo: se si guarda con attenzione è possibile cogliere una certa simbologia.
Il vecchio orologio sta a testimoniare l'importanza della tradizione in un Paese in cui il "nuovo", rappresentato dal forte sviluppo tecnologico, è diventato un elemento caratterizzante. Applicato al particolare contesto, Shinkai vuole dirci che è importante celebrare i progressi nel settore ferroviario, ma anche che non bisogna dimenticare il passato, meno sofisticato ma altrettanto glorioso. Questo, però, non vuol dire che bisogna fermarsi e vivere di ricordi: la stessa Makoto, infatti, annuncia al padre che nonostante i rimpianti andrà avanti e si sposerà. Allo stesso modo la ricerca non può fermarsi, anche se porterà alla scomparsa di qualcosa che in futuro verrà ripensato con nostalgia.
Ovviamente questo è quello che ho percepito io guardando questo anime; ma credo che altre interpretazioni, magari più profonde, sono egualmente possibili.
La mia valutazione è ovviamente positiva: progetti come questi non possono che ricevere il mio plauso convinto.
"Tokyo Station" è un episodio della durata di cinque minuti circa. In esso vengono raccontati i pensieri di Misaki, una ragazza di venticinque anni che tempo addietro ha dovuto subire la perdita di suo padre, direttore dei trasporti presso la stazione di Tokyo. Misako, entrata in possesso di un vecchio orologio non più funzionante appartenuto proprio a suo padre, decide di farlo riparare da un orologiaio che aveva il proprio laboratorio all'interno della stazione. Mentre è alla ricerca di questa fantomatica bottega, la ragazza comincia un toccante dialogo interiore col suo defunto genitore, nel corso del quale si scusa di avergli tolto la parola tempo prima e lo ringrazia per tutto ciò che ha fatto per lei.
Cosa c'entra la stazione di Tokyo in tutto questo? Dato che Misaki viene mostrata in treno, vicino ai binari, all'ingresso e così via, si può pensare che un collegamento vero non ci sia, ma che Shinkai abbia deciso semplicemente di costruire una storia piena di buoni sentimenti che si muove all'interno della stazione per mostrarne l'architettura e le sue varie funzionalità; in più il padre di Makoto lavorava lì e questo portava a identificare la bontà del padre con la stazione stessa e con il ruolo che ricopriva. "Tokyo Station", però, è anche questo, ma non solo questo: se si guarda con attenzione è possibile cogliere una certa simbologia.
Il vecchio orologio sta a testimoniare l'importanza della tradizione in un Paese in cui il "nuovo", rappresentato dal forte sviluppo tecnologico, è diventato un elemento caratterizzante. Applicato al particolare contesto, Shinkai vuole dirci che è importante celebrare i progressi nel settore ferroviario, ma anche che non bisogna dimenticare il passato, meno sofisticato ma altrettanto glorioso. Questo, però, non vuol dire che bisogna fermarsi e vivere di ricordi: la stessa Makoto, infatti, annuncia al padre che nonostante i rimpianti andrà avanti e si sposerà. Allo stesso modo la ricerca non può fermarsi, anche se porterà alla scomparsa di qualcosa che in futuro verrà ripensato con nostalgia.
Ovviamente questo è quello che ho percepito io guardando questo anime; ma credo che altre interpretazioni, magari più profonde, sono egualmente possibili.
La mia valutazione è ovviamente positiva: progetti come questi non possono che ricevere il mio plauso convinto.
Generalmente gli spot pubblicitari giapponesi si suddividono in due categorie. In primo luogo vi è una maggioranza di spot altamente demenziali, tendenti al non-sense e alla comicità più nipponica possibile; in secondo luogo abbiamo spot "classici" che ribadiscono i valori della famiglia e si concentrano nel narrare una storia veloce, ma toccante. Quest'ultimo è il caso di una famosissima pubblicità di the verde e, per l'appunto, quella di questo anime.
La stazione di Tokyo celebra il centenario e, vista l'importanza che ha il trasporto ferroviario per i Giapponesi, è stato dedicato questo corto animato alla struttura. Ci viene quindi narrata una semplice storia tra il malinconico e il drammatico che approfitta dei vari momenti di silenzio narrativo per regalarci inquadrature dei punti che presuppongo essere più importanti della ferrovia. Nulla di speciale quindi: siamo davanti a uno spot celebrativo-pubblicitario ben riuscito, ma che non è nulla più di una celebrazione in una salsa un po' strappalacrime.
Le animazioni sono ben realizzate e la musica di sottofondo è molto azzeccata, una nota di particolare merito va al character desing davvero ottimo.
Consiglio la visione di "Tokyo Station"? Sicuramente è un corto adatto a coloro che cercano una storiella semplice e che hanno la lacrima facile, ma chiunque cerchi un anime o un qualcosa che intrattenga bene è arrivato sulla scheda sbagliata: come ho ripetuto, e non mi stancherò mai di ripetere, questo è un puro e semplice spot commemorativo che veste gli abiti di anime solo per attirare la maggior audience possibile.
La stazione di Tokyo celebra il centenario e, vista l'importanza che ha il trasporto ferroviario per i Giapponesi, è stato dedicato questo corto animato alla struttura. Ci viene quindi narrata una semplice storia tra il malinconico e il drammatico che approfitta dei vari momenti di silenzio narrativo per regalarci inquadrature dei punti che presuppongo essere più importanti della ferrovia. Nulla di speciale quindi: siamo davanti a uno spot celebrativo-pubblicitario ben riuscito, ma che non è nulla più di una celebrazione in una salsa un po' strappalacrime.
Le animazioni sono ben realizzate e la musica di sottofondo è molto azzeccata, una nota di particolare merito va al character desing davvero ottimo.
Consiglio la visione di "Tokyo Station"? Sicuramente è un corto adatto a coloro che cercano una storiella semplice e che hanno la lacrima facile, ma chiunque cerchi un anime o un qualcosa che intrattenga bene è arrivato sulla scheda sbagliata: come ho ripetuto, e non mi stancherò mai di ripetere, questo è un puro e semplice spot commemorativo che veste gli abiti di anime solo per attirare la maggior audience possibile.
La Tokyo Central Station compie cento anni: come celebrare l'avvenimento? Una mostra fotografica sarebbe stata banale e non avrebbe avuto molti visitatori, un documentario che ripercorresse il secolo di vita dell'edificio rischiava di essere troppo pesante... Occorreva un'idea nuova e la società che gestisce la stazione e gli esercizi commerciali che si trovano al suo interno ha deciso di affidare alla A1-Pictures la realizzazione di un cortometraggio di animazione per l'occasione. Lo studio, nel breve spazio di cinque minuti, è riuscito a creare un bellissimo ed emozionante slice of life.
Misaki, una donna come tante, si fa regalare dalla madre l'orologio da tasca che usava il padre; l'orologio deve essere riparato e Misaki scopre che il padre lo faceva sistemare in un negozio all'interno della stazione di Tokyo. La donna parte per cercare l'artigiano che si è sempre occupato del suo cimelio; il viaggio per raggiungere la stazione e la ricerca della bottega nei meandri di un luogo che ha cambiato più volte aspetto nel corso degli anni sono l'occasione per ripensare al rapporto con il padre - capostazione proprio alla Tokyo Central Station - e abbandonarsi a rimpianti per quei piccoli screzi che non possono più essere appianati.
La storia è coinvolgente e toccante, forse perché tratta una situazione che potrebbe essere vissuta da molti di noi; il vero colpo di genio degli ideatori di questo corto è stato quello di assegnare un ruolo apparentemente di secondo piano alla stazione. Il luogo è importante non per l'architettura, lo stile o per il numero di passeggeri che ogni giorno lo frequentano, ma perché è testimone silenzioso di tanti piccoli eventi che per alcune persone costituiscono i momenti più importanti della loro vita.
Grafica di ottima qualità, sia nel character design che nella rappresentazione dell'ambientazione; la stazione viene raccontata soffermandosi su alcuni particolari - le decorazioni delle volte, il disegno ottagonale sotto la cupola al centro dell'atrio - e sulla panoramica dell'esterno che la rendono "familiare" anche a chi non aveva mai visto questo luogo. La colonna sonora è un altro piccolo gioiello: la canzone che accompagna i vari momenti dei ricordi di Misaki amplifica le emozioni provate dalla protagonista e arriva dritta al cuore. Finale che, dopo essersi abbandonati ai ricordi un po' tristi del passato, apre alla speranza.
Commovente, emozionante, intenso: aggettivi che facciamo fatica ad associare a uno spot o a un documentario - perché questo è Toki wa Meguru - ma che si adattano alla perfezione a questa piccola perla dell'animazione giapponese. Consigliato a tutti, soprattutto agli scettici che non pensano che un cartone animato riesca a emozionare gli spettatori.
Misaki, una donna come tante, si fa regalare dalla madre l'orologio da tasca che usava il padre; l'orologio deve essere riparato e Misaki scopre che il padre lo faceva sistemare in un negozio all'interno della stazione di Tokyo. La donna parte per cercare l'artigiano che si è sempre occupato del suo cimelio; il viaggio per raggiungere la stazione e la ricerca della bottega nei meandri di un luogo che ha cambiato più volte aspetto nel corso degli anni sono l'occasione per ripensare al rapporto con il padre - capostazione proprio alla Tokyo Central Station - e abbandonarsi a rimpianti per quei piccoli screzi che non possono più essere appianati.
La storia è coinvolgente e toccante, forse perché tratta una situazione che potrebbe essere vissuta da molti di noi; il vero colpo di genio degli ideatori di questo corto è stato quello di assegnare un ruolo apparentemente di secondo piano alla stazione. Il luogo è importante non per l'architettura, lo stile o per il numero di passeggeri che ogni giorno lo frequentano, ma perché è testimone silenzioso di tanti piccoli eventi che per alcune persone costituiscono i momenti più importanti della loro vita.
Grafica di ottima qualità, sia nel character design che nella rappresentazione dell'ambientazione; la stazione viene raccontata soffermandosi su alcuni particolari - le decorazioni delle volte, il disegno ottagonale sotto la cupola al centro dell'atrio - e sulla panoramica dell'esterno che la rendono "familiare" anche a chi non aveva mai visto questo luogo. La colonna sonora è un altro piccolo gioiello: la canzone che accompagna i vari momenti dei ricordi di Misaki amplifica le emozioni provate dalla protagonista e arriva dritta al cuore. Finale che, dopo essersi abbandonati ai ricordi un po' tristi del passato, apre alla speranza.
Commovente, emozionante, intenso: aggettivi che facciamo fatica ad associare a uno spot o a un documentario - perché questo è Toki wa Meguru - ma che si adattano alla perfezione a questa piccola perla dell'animazione giapponese. Consigliato a tutti, soprattutto agli scettici che non pensano che un cartone animato riesca a emozionare gli spettatori.
I treni. Con ogni probabilità sono il mezzo di trasporto più importante dell'umanità. Furono loro, tramite l'applicazione della macchina a vapore, a sancire la prima rivoluzione industriale, riuscendo a collegare in maniera del tutto innovativa intere città e nazioni. Con l'evolversi delle innovazioni tecnologiche i treni hanno assunto un'importanza sempre maggiore per la prosperità dei popoli, tant'è che il livello d'avanzamento tecnologico e di benessere di uno stato è direttamente proporzionato allo sviluppo e alla modernità del suo sistema ferroviario. Il Giappone detiene il miglior sistema ferroviario di trasporto pubblico del mondo (seguito dalla Svizzera). La puntualità e la qualità del servizio sono un imperativo categorico e il popolo giapponese da sempre ama le sue ferrovie. Per celebrare il centesimo anniversario della stazione ferroviaria di Tokyo è stato realizzato questo splendido speciale, delicato e perfetto in ogni sua parte.
"Passage of Time ~TOKYO STATION~" è un corto della stagione primaverile 2014 della durata di cinque minuti e ventuno secondi. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: la storia di questo speciale narra un frammento di vita di Misaki, venticinquenne figlia di un capostazione presso la stazione di Tokyo. La ragazza è orfana di padre, e di quest'ultimo possiede un orologio da taschino col quale scandiva i tempi e gli orari all'interno della sua fascia lavorativa. Misaki ricorda il padre come uomo integerrimo, ma la scoperta di una foto in cui lo vide sorridente, lacera le convinzioni della ragazza. Avrebbe voluto trascorrere molto più tempo con lui, e avrebbe voluto confessargli il suo imminente matrimonio. Tra lacrime, rimpianti e la consapevolezza che fu proprio la stazione di Tokyo a far incontrare suo padre e sua madre, prosegue la sua vita, certamente foriera di nuova felicità.
Grafica: splendida in ogni sua parte. Tutto è curato alla perfezione e l'iperdettaglio è presente ovunque. Le ambientazioni sono bellissime, realizzate con grandissima cura e precisione. Le animazioni sono perfette, fluide e delicate. Character design bellissimo e perfettamente appropriato al contesto. Train design a dir poco magistrale.
Sonoro: maestoso e delicato al contempo. L'opening è assente, in compenso è presente una meravigliosa OST che fa anche da sigla di chiusura, la cui bellezza è incantevole. Effetti sonori perfettamente appropriati e realistici. Doppiaggio encomiabile.
Personaggi: l'unico personaggio narrante è Misaki, le cui caratterizzazione, evoluzione personale e fattore introspettivo sono rese magistralmente nella durata dello speciale. Sullo sfondo, gli altri personaggi e, seppure non abbiano una "voce" in capitolo in senso lato, appaiono vivi, tanto curata è la loro descrizione.
Sceneggiatura: l'opera è un costante richiamo al passato strutturato sul presente. La gestione temporale risulta perfetta, poiché riesce a intrecciare queste due linee temporali con un'armonia straordinaria. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Scene d'azione e fanservice sono banditi. Il monologo è bellissimo e commovente.
Finale: il lungo ricordo si conclude, una nuova vita, con un nuovo legame famigliare, è appena sbocciata. Tutto si conclude magnificamente, così com'è iniziato. Ogni elogio si spreca.
In sintesi, "Passage of Time ~TOKYO STATION~" è semplicemente e perfetto. L'opera è uno splendido e delicato poema che lega indissolubilmente le tematiche della famiglia, dello scorrere del tempo e della grande importanza che hanno avuto (e che avranno) questi meravigliosi mezzi di trasporto che sono i treni. Sembra quasi un'opera del grande Makoto Shinkai, tali sono le similitudini (i treni) e le tematiche affrontate (il dolore per la perdita di un legame) nelle sue opere. La visione dell'opera è consigliata agli appassionati del mondo ferroviario e in egual misura anche a coloro che amano le delicate storie commoventi.
"Passage of Time ~TOKYO STATION~" è un corto della stagione primaverile 2014 della durata di cinque minuti e ventuno secondi. L'opera nasce come prodotto d'animazione.
Trama: la storia di questo speciale narra un frammento di vita di Misaki, venticinquenne figlia di un capostazione presso la stazione di Tokyo. La ragazza è orfana di padre, e di quest'ultimo possiede un orologio da taschino col quale scandiva i tempi e gli orari all'interno della sua fascia lavorativa. Misaki ricorda il padre come uomo integerrimo, ma la scoperta di una foto in cui lo vide sorridente, lacera le convinzioni della ragazza. Avrebbe voluto trascorrere molto più tempo con lui, e avrebbe voluto confessargli il suo imminente matrimonio. Tra lacrime, rimpianti e la consapevolezza che fu proprio la stazione di Tokyo a far incontrare suo padre e sua madre, prosegue la sua vita, certamente foriera di nuova felicità.
Grafica: splendida in ogni sua parte. Tutto è curato alla perfezione e l'iperdettaglio è presente ovunque. Le ambientazioni sono bellissime, realizzate con grandissima cura e precisione. Le animazioni sono perfette, fluide e delicate. Character design bellissimo e perfettamente appropriato al contesto. Train design a dir poco magistrale.
Sonoro: maestoso e delicato al contempo. L'opening è assente, in compenso è presente una meravigliosa OST che fa anche da sigla di chiusura, la cui bellezza è incantevole. Effetti sonori perfettamente appropriati e realistici. Doppiaggio encomiabile.
Personaggi: l'unico personaggio narrante è Misaki, le cui caratterizzazione, evoluzione personale e fattore introspettivo sono rese magistralmente nella durata dello speciale. Sullo sfondo, gli altri personaggi e, seppure non abbiano una "voce" in capitolo in senso lato, appaiono vivi, tanto curata è la loro descrizione.
Sceneggiatura: l'opera è un costante richiamo al passato strutturato sul presente. La gestione temporale risulta perfetta, poiché riesce a intrecciare queste due linee temporali con un'armonia straordinaria. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Scene d'azione e fanservice sono banditi. Il monologo è bellissimo e commovente.
Finale: il lungo ricordo si conclude, una nuova vita, con un nuovo legame famigliare, è appena sbocciata. Tutto si conclude magnificamente, così com'è iniziato. Ogni elogio si spreca.
In sintesi, "Passage of Time ~TOKYO STATION~" è semplicemente e perfetto. L'opera è uno splendido e delicato poema che lega indissolubilmente le tematiche della famiglia, dello scorrere del tempo e della grande importanza che hanno avuto (e che avranno) questi meravigliosi mezzi di trasporto che sono i treni. Sembra quasi un'opera del grande Makoto Shinkai, tali sono le similitudini (i treni) e le tematiche affrontate (il dolore per la perdita di un legame) nelle sue opere. La visione dell'opera è consigliata agli appassionati del mondo ferroviario e in egual misura anche a coloro che amano le delicate storie commoventi.