Daitoshokan no Hitsujikai
“Daitoshokan no Hitsujikai” (“Il pastore della grande biblioteca”), sottotitolato “A good librarian like a good shepherd”, è un anime del 2014 prodotto dallo studio Hoods Entertainment. Tratta dall’omonima visual novel sviluppata da August, la serie si compone di dodici episodi.
La trama vede come protagonista Kyoutaro Kakei, un liceale solitario e amante dei libri iscritto all’accademia Shiomi, un istituto che conta circa 50000 studenti. Kakei ha spesso delle visioni che predicono il futuro di altre persone: grazie a questo suo dono, il ragazzo riesce a salvare dal deragliamento del treno la bella Tsugumi Shirasaki. Quest’ultima gli chiederà poi di aiutarla con lo “Shiomi Happy Project”, un programma con il quale rendere divertente l’accademia. Raggiunti in seguito da altri studenti, i due svolgeranno la loro attività sotto l’occhio attento del “Pastore”, un misterioso individuo che invia criptici messaggi e che si dice esaudisca i desideri di chi lo incontra.
Dalle prime battute “Daitoshokan no Hitsujikai” sembra configurarsi come un’opera interessante e profonda, tutta concentrata sul magnifico universo della lettura tanto amato dal suo protagonista. Bastano pochi minuti per far sfumare le più rosee aspettative e rivelare la natura intrinseca dell’anime: il solito mediocre adattamento di una visual novel, ricco di cliché ed elementi harem e fanservice. Siparietti di dubbio gusto scorrono infatti per tutta la durata dell’anime, accompagnati da situazioni trite e ritrite quali svenimenti o scenette ai bagni pubblici (dove si ragiona, immancabilmente, sulla fondamentale questione della grandezza del proprio petto). Un umorismo piuttosto debole cammina a braccetto con la totale incapacità dell’opera di intrattenere lo spettatore: lo sbadiglio è sempre dietro l’angolo, soprattutto in quegli episodi in cui la parte “slice of life” fa da padrone. La serie qui analizzata, infatti, nasconde un’altra anima più seria e intrigante, strettamente collegata alla magia della lettura purtroppo lasciata in disparte. Il mistero del “pastore”, imbevuto di soprannaturale, riesce a incuriosire abbastanza e a toccare, seppur in minima parte, alcun tematiche non di poco conto. Peccato, però, che, una svolta svelato l’arcano, la questione venga messa in ombra dall’atmosfera spensierata - e irritante - di cui sopra. Quel pizzico di fantasy, che magari avrebbe potuto risollevare le sorti dell’anime, passa invece in secondo piano e svolge malissimo la sua parte nel discutibile finale. Quest’ultimo, infatti, è intriso di buonismo ma privo di logica, e fornisce allo spettatore il solito, melenso happy ending.
Molti sono i personaggi che incontreremo nell’anime, ma pochi (oserei dire nessuno) quelli che rimarranno impressi nella memoria. Alcuni di essi (vedi Serizawa o Ureshino) verranno trattati alla stregua di comparse e ci si ricorderà di loro solo per l’insolito e acceso colore di capelli. Gli altri, che dovrebbero invece essere i principali, si confermeranno i soliti stereotipi. Fra la tsundere, il clown del gruppo e la ragazza genio taciturna, è evidente come siano scarse le idee degli autori. Andare oltre tali etichette sarà pressoché impossibile, tant’è che alla fine dell’anime dire di essersi affezionati ad almeno uno di loro sarà praticamente fuori questione. Come si è detto, la componente harem è abbastanza prepotente: tutti i personaggi sopraccitati, infatti, sono delle ragazze, la cui metà evidentemente innamorata del protagonista. Quest’ultimo, dal canto suo, non presenta nulla di nuovo: il solito ragazzo solitario che dopo un incontro fortuito finisce per farsi un sacco di amici e uscire dal guscio. L’unico individuo di sesso maschile oltre a Kakei - ovvero il suo migliore amico Takamine - è stato giustamente relegato a comparsa.
Per quanto riguarda il lato tecnico, possiamo dire di trovarci di fronte a un lavoro non di certo eccellente, ma neanche troppo scadente. Il character design è abbastanza semplice, e a volte subisce qualche sbavatura; le animazioni rientrano nella media, mentre i colori usati risultano piuttosto delicati. Le OST sono parecchio anonime, mentre le sigle sono orecchiabili ma nulla di più (da ricordare, però, il titolo dell’opening: “On My Sheep”).
Tirando le somme, “Daitoshokan no Hitsujikai” non riesce a brillare in alcun aspetto: il ritmo è soporifero, le situazioni già viste e i personaggi presentati vuoti e stereotipati. Il suo lato migliore è sicuramente rappresentato dalla vicenda del “pastore”, purtroppo oscurata dall’harem e dall’umorismo poco riuscito. Voto: 5.
La trama vede come protagonista Kyoutaro Kakei, un liceale solitario e amante dei libri iscritto all’accademia Shiomi, un istituto che conta circa 50000 studenti. Kakei ha spesso delle visioni che predicono il futuro di altre persone: grazie a questo suo dono, il ragazzo riesce a salvare dal deragliamento del treno la bella Tsugumi Shirasaki. Quest’ultima gli chiederà poi di aiutarla con lo “Shiomi Happy Project”, un programma con il quale rendere divertente l’accademia. Raggiunti in seguito da altri studenti, i due svolgeranno la loro attività sotto l’occhio attento del “Pastore”, un misterioso individuo che invia criptici messaggi e che si dice esaudisca i desideri di chi lo incontra.
Dalle prime battute “Daitoshokan no Hitsujikai” sembra configurarsi come un’opera interessante e profonda, tutta concentrata sul magnifico universo della lettura tanto amato dal suo protagonista. Bastano pochi minuti per far sfumare le più rosee aspettative e rivelare la natura intrinseca dell’anime: il solito mediocre adattamento di una visual novel, ricco di cliché ed elementi harem e fanservice. Siparietti di dubbio gusto scorrono infatti per tutta la durata dell’anime, accompagnati da situazioni trite e ritrite quali svenimenti o scenette ai bagni pubblici (dove si ragiona, immancabilmente, sulla fondamentale questione della grandezza del proprio petto). Un umorismo piuttosto debole cammina a braccetto con la totale incapacità dell’opera di intrattenere lo spettatore: lo sbadiglio è sempre dietro l’angolo, soprattutto in quegli episodi in cui la parte “slice of life” fa da padrone. La serie qui analizzata, infatti, nasconde un’altra anima più seria e intrigante, strettamente collegata alla magia della lettura purtroppo lasciata in disparte. Il mistero del “pastore”, imbevuto di soprannaturale, riesce a incuriosire abbastanza e a toccare, seppur in minima parte, alcun tematiche non di poco conto. Peccato, però, che, una svolta svelato l’arcano, la questione venga messa in ombra dall’atmosfera spensierata - e irritante - di cui sopra. Quel pizzico di fantasy, che magari avrebbe potuto risollevare le sorti dell’anime, passa invece in secondo piano e svolge malissimo la sua parte nel discutibile finale. Quest’ultimo, infatti, è intriso di buonismo ma privo di logica, e fornisce allo spettatore il solito, melenso happy ending.
Molti sono i personaggi che incontreremo nell’anime, ma pochi (oserei dire nessuno) quelli che rimarranno impressi nella memoria. Alcuni di essi (vedi Serizawa o Ureshino) verranno trattati alla stregua di comparse e ci si ricorderà di loro solo per l’insolito e acceso colore di capelli. Gli altri, che dovrebbero invece essere i principali, si confermeranno i soliti stereotipi. Fra la tsundere, il clown del gruppo e la ragazza genio taciturna, è evidente come siano scarse le idee degli autori. Andare oltre tali etichette sarà pressoché impossibile, tant’è che alla fine dell’anime dire di essersi affezionati ad almeno uno di loro sarà praticamente fuori questione. Come si è detto, la componente harem è abbastanza prepotente: tutti i personaggi sopraccitati, infatti, sono delle ragazze, la cui metà evidentemente innamorata del protagonista. Quest’ultimo, dal canto suo, non presenta nulla di nuovo: il solito ragazzo solitario che dopo un incontro fortuito finisce per farsi un sacco di amici e uscire dal guscio. L’unico individuo di sesso maschile oltre a Kakei - ovvero il suo migliore amico Takamine - è stato giustamente relegato a comparsa.
Per quanto riguarda il lato tecnico, possiamo dire di trovarci di fronte a un lavoro non di certo eccellente, ma neanche troppo scadente. Il character design è abbastanza semplice, e a volte subisce qualche sbavatura; le animazioni rientrano nella media, mentre i colori usati risultano piuttosto delicati. Le OST sono parecchio anonime, mentre le sigle sono orecchiabili ma nulla di più (da ricordare, però, il titolo dell’opening: “On My Sheep”).
Tirando le somme, “Daitoshokan no Hitsujikai” non riesce a brillare in alcun aspetto: il ritmo è soporifero, le situazioni già viste e i personaggi presentati vuoti e stereotipati. Il suo lato migliore è sicuramente rappresentato dalla vicenda del “pastore”, purtroppo oscurata dall’harem e dall’umorismo poco riuscito. Voto: 5.
Quante belle sorprese che riservono gli anime tratti da visual novel. E' un po' come aprire una scatola chiusa, non sai mai cosa ci possa essere dentro. Una fiasco? Un capolavoro assoluto? Un'opera del tutto mediocre? Chissà.
In questo caso, "Daitoshokan no Hitsujikai" ha mostrato ottime qualità, capaci di attirare, appassionare e coinvolgere. 12 episodi passati quasi del tutto inosservati da parte del grande pubblico. Eppure nascondono qualcosa di veramente intrigante. Una commedia harem ricca di sentimentalismo e con ottime propensioni verso la drammaticità (di cui, comunque, non abusa).
Tutto incomincia in maniera quieta e tranquilla. Un protagonista taciturno, sempre immerso nella lettura di un libro e , soprattutto, privo di legarsi a qualcosa di concreto. Sembra possedere strane abilità di prevedere il futuro, ma è troppo disinteressato al mondo per riuscire a farle fruttare. Questo è il profilo di Kakei, il nostro personaggio maschile principale.
La sua vita, però, cambia indissolubilmente quando riceve uno strano messaggio. Il mittente è il Pastore, una sorta di fantasma che controlla la scuola in completo anonimato. Una persona alquanto misteriosa, che sembra possedere poteri sovrannaturali. Ebbene, gli annuncia che un incontro sconvolgerà il suo destino. E questo incontro avviene…
Un treno sta per deragliare e Kakei, grazie a una visione preventiva, riesce a salvare la vita a una timida ragazza dai lunghi capelli color carota. Il suo nome è Tsugumi Shirasaki, e riuscirà a mutare il caratteraccio di Kakei, piano piano e con assoluta pazienza.
Ma non sarà sola, perché, lungo la strada, compariranno nuove fanciulle, in qualche modo collegate sentimentalmente al nostro protagonista. Tutte entrano a far parte dello strano progetto di Shirasaki, volto a rendere più felice la scuola.
Ma in questo genere di commedie l'importante è appunto la creazione di personaggi a tutto tondo. Figure complete, che mostrano uno spirito coinvolgente e intrigante. Tutto risiede nella capacità delle varie ragazze di riuscire a destare l'animo dello spettatore. E, per quanto riguarda "Daitoshokan no Hitsujikai", tale compito viene pienamente raggiunto. Tra tutte, quella che più mi ha impressionato, è senza dubbio Nagi Kodachi, la piccolina dai capelli color fiamma. Fa praticamente tutto lei: si presenta, si inserisce nel gruppo, si ingelosisce e, alla fine, stupisce. Un carattere veramente bello e in continua crescita. Con il passare delle puntate matura e si completa; in un certo senso compie la stessa strada del protagonista.
D'altro canto Shirasaki è fin troppo molle e deboluccia. Il classico personaggio che non riesco proprio a farmi piacere, ma che riesce comunque a commuovere, in alcune occasioni.
Il tema centrale dell'anime è senza dubbio l'amore, o meglio, uno dei temi centrali. Anche perché, a contorno delle vicende sentimentali, si instaurano altre tematiche piuttosto intriganti, che vanno dalla classica importanza dell'amicizia al peso delle aspettative che gli altri riversano su di noi. Un'intricata vicenda, in cui le relazioni si accendono come fiammiferi e, con la stessa velocità, si spengono. Come non ricordarsi della cara Mochizuki, presidentessa del consiglio studentesco? Sembra avere un ruolo di primo piano e poi, di colpo, cala sempre più indietro nelle gerarchie dell'anime. Peccato.
La grafica non è proprio eccellente, anche se passabile. Colori chiari, tipici di questo genere di commedia, con toni spensierati e leggeri, subito pronti a esplodere quando le emozioni si fanno più cariche. Le musiche sono buone e accompagnano la storia in maniera esemplare, non troppo deboli da scomparire, ma nemmeno così forti da prevaricare sugli avvicendamenti.
Ottima la scelta delle voci nel doppiaggio, sebbene abbia scorto qualche piccolo errore (cosa da poco, comunque.)
Ciò che, invece, mi ha stupito molto, è la regia. Ha a disposizioni solo 12 puntate, troppo poco per i miei gusti. Eppure è stata in grado di creare una storia sensata e, soprattutto, appassionante, con un inizio sensato, un corpo ben armonizzato e una conclusione a metà tra il "ci rivedremo" e un addio.
E proprio sul finale vorrei esprimere i miei ultimi commenti. Come già detto, tale opera è un harem, e uno dei problemi degli harem è proprio quello di dover concludere, tenendo comunque in gioco tutte le pretendenti, almeno fino alla fine. In "Daitoshokan no Hitsujikai" non vi è una vera e propria scelta, anche perché, a mio avviso, avrebbe rovinato tutto.
Ogni ragazza è ovviamente interessata al protagonista, ma questo non sembra essere particolarmente interessato (se non per Shirasaki, anche se non credo si possa considerare amore.) Dunque come concludere qualcosa di inconcluso? Lascio a voi questo dilemma. Io mi tengo il piacere di averlo visto e ammirato.
Voto finale: 8… più!
In questo caso, "Daitoshokan no Hitsujikai" ha mostrato ottime qualità, capaci di attirare, appassionare e coinvolgere. 12 episodi passati quasi del tutto inosservati da parte del grande pubblico. Eppure nascondono qualcosa di veramente intrigante. Una commedia harem ricca di sentimentalismo e con ottime propensioni verso la drammaticità (di cui, comunque, non abusa).
Tutto incomincia in maniera quieta e tranquilla. Un protagonista taciturno, sempre immerso nella lettura di un libro e , soprattutto, privo di legarsi a qualcosa di concreto. Sembra possedere strane abilità di prevedere il futuro, ma è troppo disinteressato al mondo per riuscire a farle fruttare. Questo è il profilo di Kakei, il nostro personaggio maschile principale.
La sua vita, però, cambia indissolubilmente quando riceve uno strano messaggio. Il mittente è il Pastore, una sorta di fantasma che controlla la scuola in completo anonimato. Una persona alquanto misteriosa, che sembra possedere poteri sovrannaturali. Ebbene, gli annuncia che un incontro sconvolgerà il suo destino. E questo incontro avviene…
Un treno sta per deragliare e Kakei, grazie a una visione preventiva, riesce a salvare la vita a una timida ragazza dai lunghi capelli color carota. Il suo nome è Tsugumi Shirasaki, e riuscirà a mutare il caratteraccio di Kakei, piano piano e con assoluta pazienza.
Ma non sarà sola, perché, lungo la strada, compariranno nuove fanciulle, in qualche modo collegate sentimentalmente al nostro protagonista. Tutte entrano a far parte dello strano progetto di Shirasaki, volto a rendere più felice la scuola.
Ma in questo genere di commedie l'importante è appunto la creazione di personaggi a tutto tondo. Figure complete, che mostrano uno spirito coinvolgente e intrigante. Tutto risiede nella capacità delle varie ragazze di riuscire a destare l'animo dello spettatore. E, per quanto riguarda "Daitoshokan no Hitsujikai", tale compito viene pienamente raggiunto. Tra tutte, quella che più mi ha impressionato, è senza dubbio Nagi Kodachi, la piccolina dai capelli color fiamma. Fa praticamente tutto lei: si presenta, si inserisce nel gruppo, si ingelosisce e, alla fine, stupisce. Un carattere veramente bello e in continua crescita. Con il passare delle puntate matura e si completa; in un certo senso compie la stessa strada del protagonista.
D'altro canto Shirasaki è fin troppo molle e deboluccia. Il classico personaggio che non riesco proprio a farmi piacere, ma che riesce comunque a commuovere, in alcune occasioni.
Il tema centrale dell'anime è senza dubbio l'amore, o meglio, uno dei temi centrali. Anche perché, a contorno delle vicende sentimentali, si instaurano altre tematiche piuttosto intriganti, che vanno dalla classica importanza dell'amicizia al peso delle aspettative che gli altri riversano su di noi. Un'intricata vicenda, in cui le relazioni si accendono come fiammiferi e, con la stessa velocità, si spengono. Come non ricordarsi della cara Mochizuki, presidentessa del consiglio studentesco? Sembra avere un ruolo di primo piano e poi, di colpo, cala sempre più indietro nelle gerarchie dell'anime. Peccato.
La grafica non è proprio eccellente, anche se passabile. Colori chiari, tipici di questo genere di commedia, con toni spensierati e leggeri, subito pronti a esplodere quando le emozioni si fanno più cariche. Le musiche sono buone e accompagnano la storia in maniera esemplare, non troppo deboli da scomparire, ma nemmeno così forti da prevaricare sugli avvicendamenti.
Ottima la scelta delle voci nel doppiaggio, sebbene abbia scorto qualche piccolo errore (cosa da poco, comunque.)
Ciò che, invece, mi ha stupito molto, è la regia. Ha a disposizioni solo 12 puntate, troppo poco per i miei gusti. Eppure è stata in grado di creare una storia sensata e, soprattutto, appassionante, con un inizio sensato, un corpo ben armonizzato e una conclusione a metà tra il "ci rivedremo" e un addio.
E proprio sul finale vorrei esprimere i miei ultimi commenti. Come già detto, tale opera è un harem, e uno dei problemi degli harem è proprio quello di dover concludere, tenendo comunque in gioco tutte le pretendenti, almeno fino alla fine. In "Daitoshokan no Hitsujikai" non vi è una vera e propria scelta, anche perché, a mio avviso, avrebbe rovinato tutto.
Ogni ragazza è ovviamente interessata al protagonista, ma questo non sembra essere particolarmente interessato (se non per Shirasaki, anche se non credo si possa considerare amore.) Dunque come concludere qualcosa di inconcluso? Lascio a voi questo dilemma. Io mi tengo il piacere di averlo visto e ammirato.
Voto finale: 8… più!
"Daitoshokan no Hitsujikai" è stata una ventata di aria fresca. Da tempo cercavo un anime piacevole, sentimentale ma soprattutto divertente e Daitoshokan si è rivelato la scelta giusta.
Trama
Kyotaro Kakei è il classico topo da biblioteca. Ha sempre la testa immersa nei libri e tende ad isolarsi per poterli leggere in santa pace. E' l'unico membro attivo del club della biblioteca e non sembra essere affatto speciale. Eppure Kyota ha un potere: occasionalmente ha delle visioni su fatti spiacevoli che si stanno per avverare. E' grazie ad una di queste visioni che riesce a salvare Tsugumi Shirasaki dal deragliamento di un treno, ficcandosi in uno spiacevole malinteso. Chiarito l'equivoco, il ragazzo cercherà di aiutare la ragazza nel suo progetto: rendere più divertente l'accademia.
Grafica
I disegni sono molto belli e accurati. Sono anche presenti miniature dei personaggi per le situazioni più divertenti. Al termine della ending, al posto delle classiche anticipazioni, sono presenti delle scenette comiche; pertanto vi suggerisco di continuare la visione o di saltare la sigla se non volete aspettare.
Sonoro
Ho trovato sia la opening che la ending piuttosto piacevoli e orecchiabili. Ottimo anche il doppiaggio.
Commento finale
Ho scelto di dare un dieci alla serie per diversi motivi. E' un anime che non mi ha deluso dal principio alla fine. La trama talvolta tocca argomenti seri e abbastanza tristi ma riesce a risollevarsi grazie soprattutto al carattere dei personaggi; in particolare della buffa, timida e imbranata Tsugumi ma anche gli altri personaggi non sono da meno.
Personalmente consiglio la visione a tutti gli amanti del genere e spero che anche loro riescano a carpire la bellezza di questo anime.
Trama
Kyotaro Kakei è il classico topo da biblioteca. Ha sempre la testa immersa nei libri e tende ad isolarsi per poterli leggere in santa pace. E' l'unico membro attivo del club della biblioteca e non sembra essere affatto speciale. Eppure Kyota ha un potere: occasionalmente ha delle visioni su fatti spiacevoli che si stanno per avverare. E' grazie ad una di queste visioni che riesce a salvare Tsugumi Shirasaki dal deragliamento di un treno, ficcandosi in uno spiacevole malinteso. Chiarito l'equivoco, il ragazzo cercherà di aiutare la ragazza nel suo progetto: rendere più divertente l'accademia.
Grafica
I disegni sono molto belli e accurati. Sono anche presenti miniature dei personaggi per le situazioni più divertenti. Al termine della ending, al posto delle classiche anticipazioni, sono presenti delle scenette comiche; pertanto vi suggerisco di continuare la visione o di saltare la sigla se non volete aspettare.
Sonoro
Ho trovato sia la opening che la ending piuttosto piacevoli e orecchiabili. Ottimo anche il doppiaggio.
Commento finale
Ho scelto di dare un dieci alla serie per diversi motivi. E' un anime che non mi ha deluso dal principio alla fine. La trama talvolta tocca argomenti seri e abbastanza tristi ma riesce a risollevarsi grazie soprattutto al carattere dei personaggi; in particolare della buffa, timida e imbranata Tsugumi ma anche gli altri personaggi non sono da meno.
Personalmente consiglio la visione a tutti gli amanti del genere e spero che anche loro riescano a carpire la bellezza di questo anime.