Shingeki no Bahamut: Genesis
Nonostante partissi prevenuto, viste le premesse banali (anime nato per sponsorizzare un gioco di carte, ambientato in un mondo fantasy non meglio definito, nel quale è in corso il classico scontro tra forze del bene e forze del male, con un potpourri di richiami a figure storiche e mitologiche a far da contorno), il comparto grafico e la caratterizzazione dei personaggi sono risultati decisamente sopra alla media degli anime stagionali di medesima durata, compensando ampiamente una storia che, in fondo, sa di già visto.
Serie incredibile, qualità tecnica fuori parametro, regia sublime, animazioni bellissime, colori splendenti e dei disegni incredibilmente sopra la media degli altri anime: non mi sarei mai aspettato una qualità simile da un adattamento di un videogioco di carte.
I personaggi sono ben scritti, e anche molto interessanti dal punto di vista visivo grazie allo stile estetico della serie. I più riusciti, dal mio punto di vista, sono Amira e Favaro. Incredibili!
La storia è molto semplice, ma incredibilmente ben narrata. Veramente ben narrata. Questo è il suo più grande punto di forza. Gli eventi vengono mostrati a schermo attraverso una tecnica spaventosa, in alcuni momenti sembra di guardare un prodotto destinato al cinema. Semplicemente incredibile. Questa serie non sembra nemmeno giapponese. È "universale". Non sembra appartenere a un certo filone, chiunque può guardarla e apprezzarla, a prescindere da tutto. È una serie che io voglio premiare, perché se lo merita. Vorrei vedere altre serie seguire questo esempio. Il voto che vedete qui non corrisponde perfettamente alla serie, ma lo sapete perché.
Grandissima serie. Così come la stagione 2, "Shingeki no Bahamut: Virgin Soul", che mantiene tutti i pregi di "Genesis" e anche altri! Consigliata senza alcun dubbio!
I personaggi sono ben scritti, e anche molto interessanti dal punto di vista visivo grazie allo stile estetico della serie. I più riusciti, dal mio punto di vista, sono Amira e Favaro. Incredibili!
La storia è molto semplice, ma incredibilmente ben narrata. Veramente ben narrata. Questo è il suo più grande punto di forza. Gli eventi vengono mostrati a schermo attraverso una tecnica spaventosa, in alcuni momenti sembra di guardare un prodotto destinato al cinema. Semplicemente incredibile. Questa serie non sembra nemmeno giapponese. È "universale". Non sembra appartenere a un certo filone, chiunque può guardarla e apprezzarla, a prescindere da tutto. È una serie che io voglio premiare, perché se lo merita. Vorrei vedere altre serie seguire questo esempio. Il voto che vedete qui non corrisponde perfettamente alla serie, ma lo sapete perché.
Grandissima serie. Così come la stagione 2, "Shingeki no Bahamut: Virgin Soul", che mantiene tutti i pregi di "Genesis" e anche altri! Consigliata senza alcun dubbio!
E' chiaro a tutti che i Giapponesi abbiano un problema con il fantasy.
Il più delle volte, piuttosto che sforzarsi a creare e a presentarci un mondo che abbia delle caratteristiche ben definite, preferiscono concentrarsi su altri dettagli che consentano loro di vendere quanti più DVD/BD possibili, oppure, dopo essersi resi conto che una determinata caratteristica vende, quest'ultima viene sfruttata fino all'osso.
Fortunatamente per me, "Shingeki no Bahamut: Genesis", benché sia un fantasy (per ambientazione e per la presenza di personaggi e caratteristiche sovrannaturali), preferisce aderire a un altro genere, quasi sempre indissolubilmente legato a quello precedentemente indicato, e questo genere è l'avventura. "Shingeki no Bahamut: Genesis", infatti, prende da film e libri appartenenti a questo genere numerose caratteristiche: misteri, combattimenti, ritmo a rotta di collo, belle donne e soprattutto due elementi che hanno permesso alla serie di raggiungere un buon livello, ovvero il protagonista e la struttura narrativa.
Favaro si presenta come la fusione delle caratteristiche che hanno reso celebri i protagonisti delle più famose pellicole d'avventura. Infatti questo personaggio possiede l'atteggiamento spaccone e l'atleticità di Douglas Fairbanks, la cialtroneria di Johnny Depp in "Pirati dei Caraibi" e la capacità, quasi sovrannaturale e tipica di Harrison Ford di "Indiana Jones", di cacciarsi, suo malgrado, in situazioni pericolose, dalle quali (per il nostro sollazzamento) riuscirà a scampare sempre nel modo più rocambolesco e spettacolare possibile.
Per quanto riguarda la struttura, bisogna dire prima di tutto che la serie (come ogni prodotto d'avventura degno di questo nome) presenta una grande varietà di ambientazioni: ponti, foreste, villaggi stregati, ognuna di esse utilizzata nelle sue caratteristiche peculiari per dare vita a scene d'azione mozzafiato. Un esempio per tutti: la parte ambientata in mare. Se mi chiedessero di immaginarmi una scena d'azione di ambientazione marina in un contesto fantasy d'avventura, io sicuramente penserei a questi tre elementi: tempesta, arrembaggio, attacco di un mosto marino; ebbene, in "Shingeki no Bahamut: Genesis", nella parte ambientata in mezzo al mare, sono presenti tutte e tre le caratteristiche sopracitate.
Ma, se c'è una cosa che ho apprezzato particolarmente in questa serie, questa è la linearità della trama (altra caratteristica tipica dei prodotti d'avventura). I personaggi hanno un obiettivo ben preciso, che consiste nell'andare dal punto A al punto B, ed è durante questo viaggio che si sviluppano trama e personaggi e la storia si conclude perfettamente, senza lasciare nulla in sospeso, in dodici episodi. E in un mondo come quello dell'animazione giapponese, pieno zeppo di serie di dodici (o anche ventiquattro) puntate utili solo a introdurre trama e personaggi - ma di queste puntate molto probabilmente non avremo mai un seguito -, vedere l'autoconclusivo "Genesis" per me è stata una liberazione.
Dal punto di vista registico la serie si mantiene di un buon livello. Il regista Keiichi Sato abusa di alcuni effetti visivi, come detriti portati via dal vento che riempiono l'immagine o schizzi di sangue che sporcano lo schermo, e questi sono dettagli che mi hanno molto infastidito, ma ha il pregio di non rendere confusi i duelli, che sono sempre molto piacevoli da vedere, grazie a delle animazioni che non rendono i corpi né troppo rigidi e pesanti né troppo fluidi, come se fossero fatti di gomma.
Invece i vari storyboarder che si sono avvicendati durante la serie hanno avuto la saggia idea di lasciare i dialoghi al minimo nelle scene più concitate, lasciando fare tutto il lavoro alla splendida colonna sonora di Yoshihiro Ike, che presenta una grande varietà di temi. Infatti si passa da pezzi di natura spagnoleggiante ad altri ampiamente influenzati dai "Carmina Burana" di Orff, per giungere infine a tracce più consone alle produzioni fantasy, ma comunque molto suggestive. Come suggestiva è anche l'opening dei SiM, grintosa e adrenalinica.
Quindi, nonostante una parte centrale un po' noiosa e una CG che si integra male con l'animazione tradizionale (sinceramente parlando, il carro di Bacchus è un attentato alle cornee dello spettatore), "Shingeki no Bahamut: Genesis" risulta una serie caldamente consigliata a chiunque sia in cerca di un buon anime fantasy e (soprattutto) d'avventura.
Il più delle volte, piuttosto che sforzarsi a creare e a presentarci un mondo che abbia delle caratteristiche ben definite, preferiscono concentrarsi su altri dettagli che consentano loro di vendere quanti più DVD/BD possibili, oppure, dopo essersi resi conto che una determinata caratteristica vende, quest'ultima viene sfruttata fino all'osso.
Fortunatamente per me, "Shingeki no Bahamut: Genesis", benché sia un fantasy (per ambientazione e per la presenza di personaggi e caratteristiche sovrannaturali), preferisce aderire a un altro genere, quasi sempre indissolubilmente legato a quello precedentemente indicato, e questo genere è l'avventura. "Shingeki no Bahamut: Genesis", infatti, prende da film e libri appartenenti a questo genere numerose caratteristiche: misteri, combattimenti, ritmo a rotta di collo, belle donne e soprattutto due elementi che hanno permesso alla serie di raggiungere un buon livello, ovvero il protagonista e la struttura narrativa.
Favaro si presenta come la fusione delle caratteristiche che hanno reso celebri i protagonisti delle più famose pellicole d'avventura. Infatti questo personaggio possiede l'atteggiamento spaccone e l'atleticità di Douglas Fairbanks, la cialtroneria di Johnny Depp in "Pirati dei Caraibi" e la capacità, quasi sovrannaturale e tipica di Harrison Ford di "Indiana Jones", di cacciarsi, suo malgrado, in situazioni pericolose, dalle quali (per il nostro sollazzamento) riuscirà a scampare sempre nel modo più rocambolesco e spettacolare possibile.
Per quanto riguarda la struttura, bisogna dire prima di tutto che la serie (come ogni prodotto d'avventura degno di questo nome) presenta una grande varietà di ambientazioni: ponti, foreste, villaggi stregati, ognuna di esse utilizzata nelle sue caratteristiche peculiari per dare vita a scene d'azione mozzafiato. Un esempio per tutti: la parte ambientata in mare. Se mi chiedessero di immaginarmi una scena d'azione di ambientazione marina in un contesto fantasy d'avventura, io sicuramente penserei a questi tre elementi: tempesta, arrembaggio, attacco di un mosto marino; ebbene, in "Shingeki no Bahamut: Genesis", nella parte ambientata in mezzo al mare, sono presenti tutte e tre le caratteristiche sopracitate.
Ma, se c'è una cosa che ho apprezzato particolarmente in questa serie, questa è la linearità della trama (altra caratteristica tipica dei prodotti d'avventura). I personaggi hanno un obiettivo ben preciso, che consiste nell'andare dal punto A al punto B, ed è durante questo viaggio che si sviluppano trama e personaggi e la storia si conclude perfettamente, senza lasciare nulla in sospeso, in dodici episodi. E in un mondo come quello dell'animazione giapponese, pieno zeppo di serie di dodici (o anche ventiquattro) puntate utili solo a introdurre trama e personaggi - ma di queste puntate molto probabilmente non avremo mai un seguito -, vedere l'autoconclusivo "Genesis" per me è stata una liberazione.
Dal punto di vista registico la serie si mantiene di un buon livello. Il regista Keiichi Sato abusa di alcuni effetti visivi, come detriti portati via dal vento che riempiono l'immagine o schizzi di sangue che sporcano lo schermo, e questi sono dettagli che mi hanno molto infastidito, ma ha il pregio di non rendere confusi i duelli, che sono sempre molto piacevoli da vedere, grazie a delle animazioni che non rendono i corpi né troppo rigidi e pesanti né troppo fluidi, come se fossero fatti di gomma.
Invece i vari storyboarder che si sono avvicendati durante la serie hanno avuto la saggia idea di lasciare i dialoghi al minimo nelle scene più concitate, lasciando fare tutto il lavoro alla splendida colonna sonora di Yoshihiro Ike, che presenta una grande varietà di temi. Infatti si passa da pezzi di natura spagnoleggiante ad altri ampiamente influenzati dai "Carmina Burana" di Orff, per giungere infine a tracce più consone alle produzioni fantasy, ma comunque molto suggestive. Come suggestiva è anche l'opening dei SiM, grintosa e adrenalinica.
Quindi, nonostante una parte centrale un po' noiosa e una CG che si integra male con l'animazione tradizionale (sinceramente parlando, il carro di Bacchus è un attentato alle cornee dello spettatore), "Shingeki no Bahamut: Genesis" risulta una serie caldamente consigliata a chiunque sia in cerca di un buon anime fantasy e (soprattutto) d'avventura.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" ha tutte le potenzialità per essere un grande anime, ma non le sfrutta, per questo ho dato solo 6.5.
Nulla da ridire sui disegni e l'animazione, entrambi ben fatti (anche se non mi entusiasmano particolarmente). La trama non è male e avrebbe tutti gli ingredienti per essere avvincente: alleanze tra uomini, dei e demoni, combattimenti, sentimentalismo, una catastrofe imminente che distruggerà il mondo e i protagonisti che faranno di tutto per evitarla. Eppure c'è qualcosa che non mi convince in questo anime, qualcosa che me lo ha fatto guardare senza troppo entusiasmo. E quel qualcosa sono i personaggi, troppo deboli e poco sviluppati. I tre protagonisti principali, Favaro, Kaisar e Amira, sono contraddistinti ognuno da una linea caratteriale che tuttavia rimane superficiale e poco approfondita. Kaisar dovrebbe essere un uomo giusto con un forte senso dell'onore, ma è talmente stereotipato che sembra quasi una caricatura del senso dell'onore. Favaro forse è quello reso leggermente meglio: vuole far credere di essere un egoista che pensa solo a sé stesso, quando in realtà si preoccupa molto dei propri amici, ma non viene aggiunto nulla di originale a uno stereotipo visto e rivisto. Amira è una bella ragazza per metà demone e per metà dea, ed è il personaggio con l'alone di mistero più grande attorno a sé (tutto ci verrà svelato nel corso delle puntate). Poteva (e forse voleva) essere il personaggio di punta, invece come unica caratteristica troviamo che ha una passione sfrenata per il cibo, e quindi abbiamo una bella e magra ragazza che si abbuffa e mangia più di dieci uomini messi insieme (anche qua, stereotipo trito e ritrito senza alcuna aggiunta di originalità). Sono personaggi piatti ai quali non sono riuscita ad affezionarmi, e per i quali non ho mai fatto veramente il tifo.
È un anime che si guarda con piacere ma senza smania. Si può guardare tranquillamente una puntata mentre si cena e guardare la successiva il giorno dopo. Non c'è il rischio di voler vedere una puntata dietro l'altra perché troppo presi dalla trama, ritrovandosi poi alle 4:00 del mattino ad aver finito tutta la serie (cosa che mi è successa con altri anime).
Guardatelo giusto se vi può piacere il genere e se non avete ancora trovato nient'altro da guardare.
Nulla da ridire sui disegni e l'animazione, entrambi ben fatti (anche se non mi entusiasmano particolarmente). La trama non è male e avrebbe tutti gli ingredienti per essere avvincente: alleanze tra uomini, dei e demoni, combattimenti, sentimentalismo, una catastrofe imminente che distruggerà il mondo e i protagonisti che faranno di tutto per evitarla. Eppure c'è qualcosa che non mi convince in questo anime, qualcosa che me lo ha fatto guardare senza troppo entusiasmo. E quel qualcosa sono i personaggi, troppo deboli e poco sviluppati. I tre protagonisti principali, Favaro, Kaisar e Amira, sono contraddistinti ognuno da una linea caratteriale che tuttavia rimane superficiale e poco approfondita. Kaisar dovrebbe essere un uomo giusto con un forte senso dell'onore, ma è talmente stereotipato che sembra quasi una caricatura del senso dell'onore. Favaro forse è quello reso leggermente meglio: vuole far credere di essere un egoista che pensa solo a sé stesso, quando in realtà si preoccupa molto dei propri amici, ma non viene aggiunto nulla di originale a uno stereotipo visto e rivisto. Amira è una bella ragazza per metà demone e per metà dea, ed è il personaggio con l'alone di mistero più grande attorno a sé (tutto ci verrà svelato nel corso delle puntate). Poteva (e forse voleva) essere il personaggio di punta, invece come unica caratteristica troviamo che ha una passione sfrenata per il cibo, e quindi abbiamo una bella e magra ragazza che si abbuffa e mangia più di dieci uomini messi insieme (anche qua, stereotipo trito e ritrito senza alcuna aggiunta di originalità). Sono personaggi piatti ai quali non sono riuscita ad affezionarmi, e per i quali non ho mai fatto veramente il tifo.
È un anime che si guarda con piacere ma senza smania. Si può guardare tranquillamente una puntata mentre si cena e guardare la successiva il giorno dopo. Non c'è il rischio di voler vedere una puntata dietro l'altra perché troppo presi dalla trama, ritrovandosi poi alle 4:00 del mattino ad aver finito tutta la serie (cosa che mi è successa con altri anime).
Guardatelo giusto se vi può piacere il genere e se non avete ancora trovato nient'altro da guardare.
Onestamente non capisco perché questa serie abbia voti così alti. Le uniche cose che ho davvero apprezzato sono la grafica e il sonoro. Per il resto... trama banale, personaggi non particolarmente originali e a tratti decisamente fastidiosi, zero approfondimento sul mondo in cui è ambientata la storia. Favaro è irritante per gran parte della serie, tranne per qualche momento in cui ha conquistato la mia simpatia (ad esempio per le ultime tre puntate), il comportamento infantile di Amira è esasperante (anche se almeno nella seconda parte della serie si degnano di darmi una spiegazione sul perché si comporti così) e Kaisar fa la parte dello stupido per la maggior parte del tempo.
La trama è lineare, ma senza fondamento logico: il tutto si basa sul rischio che il temibile Bahamut possa essere risvegliato, ma chi mai potrebbe avere interesse a fare una cosa del genere? A chi mai dovrebbe convenire che una creatura simile si risvegli e distrugga il mondo intero? Non posso credere che una serie si basi sull'ipotesi che esista un cattivo che vuole la distruzione totale, è completamente illogico, il rischio non dovrebbe nemmeno esistere! E la spiegazione di ciò non la avremo mai! Quelli che dovevano essere colpi di scena non mi hanno sorpreso nemmeno un po'. Un po' di sane spiegazioni su origine di demoni, angeli, ma soprattutto di Bahamut, non avrebbero guastato; e la scusa che le puntate a disposizione erano troppo poche per dare spiegazioni non è accettata: per quel che mi riguarda, o le cose si possono fare bene oppure si fa a meno di farle!
Do la sufficienza perché la serie si lascia guardare fino alla fine.
La trama è lineare, ma senza fondamento logico: il tutto si basa sul rischio che il temibile Bahamut possa essere risvegliato, ma chi mai potrebbe avere interesse a fare una cosa del genere? A chi mai dovrebbe convenire che una creatura simile si risvegli e distrugga il mondo intero? Non posso credere che una serie si basi sull'ipotesi che esista un cattivo che vuole la distruzione totale, è completamente illogico, il rischio non dovrebbe nemmeno esistere! E la spiegazione di ciò non la avremo mai! Quelli che dovevano essere colpi di scena non mi hanno sorpreso nemmeno un po'. Un po' di sane spiegazioni su origine di demoni, angeli, ma soprattutto di Bahamut, non avrebbero guastato; e la scusa che le puntate a disposizione erano troppo poche per dare spiegazioni non è accettata: per quel che mi riguarda, o le cose si possono fare bene oppure si fa a meno di farle!
Do la sufficienza perché la serie si lascia guardare fino alla fine.
Ecco come un personaggio può rendere vano un lavoro di ottima fattura.
Premetto che considero lo humour giapponese come uno dei migliori esistenti, soprattutto se trasportato nelle arti figurative come possono essere le animazioni. E' per questo motivo che rimango stupito di aver incontrato un carattere (= personaggio) di così pessima fattura, che appare come un aspirante comico che non riesce a far ridere nemmeno avendo in bocca la migliore delle barzellette.
Questa è una recensione che non posso definire tale, in quanto, nonostante la storia ben progettata, gli scenari ottimamente disegnati e i personaggi "minori" ben delineati nel tratto e nelle espressioni, nonostante un buon comparto musicale e sonoro ed effetti visivi di pregio, non sono riuscito a vedere più di quattro episodi. Solitamente non cedo, neanche se un lavoro non mi piace completamente. Tendo sempre ad andare fino in fondo alla visione per farmi un'idea globale dell'opera, sia perché spesso la sorpresa si nasconde dietro l'angolo, sia perché non si può pensare di recensire un prodotto conoscendone solo l'indice o la copertina. Ed è per questo che mi trovo estremamente contrariato nell'aver dovuto interrompere la visione per colpa di un carattere riuscito in maniera pessima che si insinua nello schermo come una zanzara fastidiosa.
In genere, i personaggi delle storie assumono diverse sfumature che li rendono parte del tutto, tanto che spesso senza anche solo uno di essi l'intera opera perde mordente. Di "cattivi" veramente odiosi se ne incontrano tanti, ma sono "cattivi", appunto, ruoli ben delineati che fanno splendidamente la loro parte e per ciò che sono vanno odiati consapevolmente. I buoni, protagonisti al pari dei primi, dovrebbero ottenere il favore e il tifo del pubblico, per raggiungere la liberatoria vittoria finale contro il male. In questo caso ci si trova di fronte invece a doversi aggrappare alle figure secondarie per poter trovare il modo di entrare nel mondo proposto dagli autori. Ho tentato in tutti i modi di seguire la storia volgendo lo sguardo altrove, cercando invano di non incontrare il protagonista. Un titanico tentativo che non ha ovviamente portato a quanto sperato. Volevano creare un personaggio strafottente, vincente, irriverente, alternativo, originale, ma hanno aggiunto la componente dell'antipatia, che fa da ciliegina amara a una torta già difficile da gestire di per sé. Bastava ad esempio buttare l'occhio su Ban di "Nanatsu no Taizai" per capire come rendere un personaggio di tale carattere come personaggio principale senza scadere nella fastidiosa demenza.
Anime promosso a tutti gli effetti, protagonista bocciato con obbligo di iscriversi a una scuola differente. La media sarebbe 5, ma l'amarezza è tale che boccio comunque anche gli autori. Un 3 meno meno, ed è anche troppo.
Premetto che considero lo humour giapponese come uno dei migliori esistenti, soprattutto se trasportato nelle arti figurative come possono essere le animazioni. E' per questo motivo che rimango stupito di aver incontrato un carattere (= personaggio) di così pessima fattura, che appare come un aspirante comico che non riesce a far ridere nemmeno avendo in bocca la migliore delle barzellette.
Questa è una recensione che non posso definire tale, in quanto, nonostante la storia ben progettata, gli scenari ottimamente disegnati e i personaggi "minori" ben delineati nel tratto e nelle espressioni, nonostante un buon comparto musicale e sonoro ed effetti visivi di pregio, non sono riuscito a vedere più di quattro episodi. Solitamente non cedo, neanche se un lavoro non mi piace completamente. Tendo sempre ad andare fino in fondo alla visione per farmi un'idea globale dell'opera, sia perché spesso la sorpresa si nasconde dietro l'angolo, sia perché non si può pensare di recensire un prodotto conoscendone solo l'indice o la copertina. Ed è per questo che mi trovo estremamente contrariato nell'aver dovuto interrompere la visione per colpa di un carattere riuscito in maniera pessima che si insinua nello schermo come una zanzara fastidiosa.
In genere, i personaggi delle storie assumono diverse sfumature che li rendono parte del tutto, tanto che spesso senza anche solo uno di essi l'intera opera perde mordente. Di "cattivi" veramente odiosi se ne incontrano tanti, ma sono "cattivi", appunto, ruoli ben delineati che fanno splendidamente la loro parte e per ciò che sono vanno odiati consapevolmente. I buoni, protagonisti al pari dei primi, dovrebbero ottenere il favore e il tifo del pubblico, per raggiungere la liberatoria vittoria finale contro il male. In questo caso ci si trova di fronte invece a doversi aggrappare alle figure secondarie per poter trovare il modo di entrare nel mondo proposto dagli autori. Ho tentato in tutti i modi di seguire la storia volgendo lo sguardo altrove, cercando invano di non incontrare il protagonista. Un titanico tentativo che non ha ovviamente portato a quanto sperato. Volevano creare un personaggio strafottente, vincente, irriverente, alternativo, originale, ma hanno aggiunto la componente dell'antipatia, che fa da ciliegina amara a una torta già difficile da gestire di per sé. Bastava ad esempio buttare l'occhio su Ban di "Nanatsu no Taizai" per capire come rendere un personaggio di tale carattere come personaggio principale senza scadere nella fastidiosa demenza.
Anime promosso a tutti gli effetti, protagonista bocciato con obbligo di iscriversi a una scuola differente. La media sarebbe 5, ma l'amarezza è tale che boccio comunque anche gli autori. Un 3 meno meno, ed è anche troppo.
Intro
Devo essere sincero, non avevo sentito molto parlare di questo anime (forse più per mia pigrizia che per altro), quindi la mia visione di questo anime è avvenuta quasi per caso. Serie breve da dodici puntate come ormai norma per quasi tutte le serie moderne, a sfondo fantasy, del 2014 (anche se l'ho visionata solo nel 2015 in realtà): vediamo cosa ha da raccontarci questo anime.
La legenda di Bahamut
In un lontano passato la terra di Mistarcia fu devastata da un potente drago chiamato Bahamut, che portò miseria e distruzione. Grazie agli sforzi congiunti di Dei, umani e demoni, il potente Bahamut fu sigillato, ponendo così fine alla sua tirannia. Svariati anni dopo Favaro e Kaisar, due cacciatori di taglie, incroceranno i loro destini con quelli di una misteriosa mezza demone che dice di chiamarsi Amira e che chiede aiuto a uno dei due (nella fattispecie Favaro) per ritrovare sua madre. Inutile dire che suo malgrado Favaro sarà costretto ad accettare questa missione. L'incipit della storia è abbastanza semplice, ed è chiaro fin dal primo momento cosa potrebbe succedere e come si svilupperà la trama da lì in poi. Non che manchi qualche colpo di scena, ma se devo essere sincero ho trovato mancanza di un po' di imprevedibilità nella storia. Nulla di così grave, perché a dire il vero la trama rimane godibile, ma è una piccola mancanza che secondo me un po' intacca il valore finale dell'opera.
La fretta è sempre cattiva consigliera
Se c'è una cosa che mi ha fin da subito colpito, è la somiglianza di certe meccaniche di combattimento e certi "ruoli" (soprattutto nelle prime puntate) con alcuni GDR fantasy. Mi è parso di capire che questo anime sia tratto da un videogioco, quindi certe cose si spiegano. Purtroppo, e mi dispiace veramente tanto, tutto questo sarà limitato alle sole prime puntate, visto che risulterà molto più diluito se non assente in quelle successive. E' un peccato pure il fatto che questo anime sembra "avere fretta", sicuramente dovuto al numero troppo esiguo di puntate. La storia infatti mi sembra essere narrata in modo troppo veloce e secondo me in alcuni punti serviva un rallentamento per approfondire meglio l'ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi secondari e tutto il resto. Tutto questo spesso crea dei piccoli buchi narrativi, del tipo "scappo da un posto e mi ritrovo in una foresta non so perché e non so per come", tutte cose che rallentando un po' e aumentando il numero di puntate potevano essere facilmente risolte.
L'imbroglione, il paladino e il demone
I personaggi principali sono ben fatti e ben scritti. Favaro è il classico imbroglione dal cuore d'oro che, sebbene voglia tenersi fuori dai guai, sembra che i guai lo perseguitino sempre. A questo personaggio è legato quello di Kaisar, un uomo che sembra avere principi più ferrei e che saprà dimostrare il proprio valore diverse volte. Il rapporto tra i due è forse la cosa migliore di quest'anime e vi lascio il piacere di scoprirlo con la visione dell'anime. Il "terzo incomodo" è Amira, forse un personaggio meno interessante rispetto ai due precedenti, ma, essendo il fulcro della trama, ugualmente importante. Il problema arriva con i personaggi secondari e i nemici, che non ho trovato all'altezza del trio protagonista e che non sono stati approfonditi a dovere. E' un peccato, perché il potenziale c'era, ma è stato mal sfruttato in queste circostanze.
Draghi di plastica
Tecnicamente il titolo si difende bene: disegni e animazioni molto buoni, opening fantastica, buona OST. Il problema in questo caso viene con la CGI usata malamente in certe situazioni, soprattutto con i draghi e bestie simili. Insomma, guardare Bahamut che sembra un drago giocattolo di plastica ammazza tutta l'aspettativa che si aveva sul mostro, che ti appare a quel punto ridicolo. Mi chiedo come si faccia magari a lodare questa CGI e magari storcere il naso con quella usata nei film di "Berserk" o in "Knights of Sidonia", che è ben più armoniosa e spettacolare.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Spoiler alert
Mi prendo questo spazio per entrare più nel dettaglio di certe scelte che un po' mi lasciano perplesso. In realtà non c'è molto da dire, più che altro la cosa riguarda la gestione di certi personaggi secondari, come gli angeli che appaiono dal nulla a mo' di visione a cui tutti obbediscono, e non vi nascondo che la cosa l'ho trovata abbastanza squallida. Discorso simile per Lucifero, il figlio di Satana, che apparirà in due-tre scene, senza proferire parola, e che non farà null'altro durante tutto il resto dell'anime. Scelta anche abbastanza discutibile è quella di far finire i protagonisti a caso in una foresta in cui risiederà un drago parlante, che darà a Favaro l'unica arma che può danneggiare Bahamut (quando si dice "avere culo"). E a proposito di Bahamut, devo dire che è stata una delusione il suo risveglio, visto che poi si scopre che è un 'cacchio' di mostro senza personalità (perché il drago nella foresta è parlante mentre Bahamut no?), visto che l'unica cosa che farà sarà sparare palle di fuoco a non si sa bene cosa. Mi aspettavo qualcosa come Smaug dello Hobbit, invece è stata una amara delusione.
Fine parte contenente spoiler
La luce in fondo al tunnel
Sarò sincero, un po' di delusione questo anime l'ha lasciata dopo la visione, ma spero che ci sia in preparazione una seconda stagione, visto il buon successo della prima, che perlomeno approfondisca meglio certi aspetti. Il limite più grosso rimane l'eccessiva accelerata per far stare tutto in dodici episodi, visto che in Giappone a quanto pare o fai serie da dieci-dodici episodi o fai serie da ventiquattro-ventisei episodi: non si cerca mai di arrangiare il numero di puntate in funzione delle storie da raccontare, ma avviene sempre il contrario, e la cosa non dà sempre buoni frutti.
Nonostante tutto, la visione di "Shingeki no Bahamut: Genesis", se cercate qualcosa di leggero e senza troppe pretese, è consigliata. Vi intratterrà a dovere e non vi darà la sensazione di aver sprecato il vostro tempo. Se vi piace il fantasy, poi, vi ci divertirete molto, nonostante dodici episodi siano troppo pochi.
Devo essere sincero, non avevo sentito molto parlare di questo anime (forse più per mia pigrizia che per altro), quindi la mia visione di questo anime è avvenuta quasi per caso. Serie breve da dodici puntate come ormai norma per quasi tutte le serie moderne, a sfondo fantasy, del 2014 (anche se l'ho visionata solo nel 2015 in realtà): vediamo cosa ha da raccontarci questo anime.
La legenda di Bahamut
In un lontano passato la terra di Mistarcia fu devastata da un potente drago chiamato Bahamut, che portò miseria e distruzione. Grazie agli sforzi congiunti di Dei, umani e demoni, il potente Bahamut fu sigillato, ponendo così fine alla sua tirannia. Svariati anni dopo Favaro e Kaisar, due cacciatori di taglie, incroceranno i loro destini con quelli di una misteriosa mezza demone che dice di chiamarsi Amira e che chiede aiuto a uno dei due (nella fattispecie Favaro) per ritrovare sua madre. Inutile dire che suo malgrado Favaro sarà costretto ad accettare questa missione. L'incipit della storia è abbastanza semplice, ed è chiaro fin dal primo momento cosa potrebbe succedere e come si svilupperà la trama da lì in poi. Non che manchi qualche colpo di scena, ma se devo essere sincero ho trovato mancanza di un po' di imprevedibilità nella storia. Nulla di così grave, perché a dire il vero la trama rimane godibile, ma è una piccola mancanza che secondo me un po' intacca il valore finale dell'opera.
La fretta è sempre cattiva consigliera
Se c'è una cosa che mi ha fin da subito colpito, è la somiglianza di certe meccaniche di combattimento e certi "ruoli" (soprattutto nelle prime puntate) con alcuni GDR fantasy. Mi è parso di capire che questo anime sia tratto da un videogioco, quindi certe cose si spiegano. Purtroppo, e mi dispiace veramente tanto, tutto questo sarà limitato alle sole prime puntate, visto che risulterà molto più diluito se non assente in quelle successive. E' un peccato pure il fatto che questo anime sembra "avere fretta", sicuramente dovuto al numero troppo esiguo di puntate. La storia infatti mi sembra essere narrata in modo troppo veloce e secondo me in alcuni punti serviva un rallentamento per approfondire meglio l'ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi secondari e tutto il resto. Tutto questo spesso crea dei piccoli buchi narrativi, del tipo "scappo da un posto e mi ritrovo in una foresta non so perché e non so per come", tutte cose che rallentando un po' e aumentando il numero di puntate potevano essere facilmente risolte.
L'imbroglione, il paladino e il demone
I personaggi principali sono ben fatti e ben scritti. Favaro è il classico imbroglione dal cuore d'oro che, sebbene voglia tenersi fuori dai guai, sembra che i guai lo perseguitino sempre. A questo personaggio è legato quello di Kaisar, un uomo che sembra avere principi più ferrei e che saprà dimostrare il proprio valore diverse volte. Il rapporto tra i due è forse la cosa migliore di quest'anime e vi lascio il piacere di scoprirlo con la visione dell'anime. Il "terzo incomodo" è Amira, forse un personaggio meno interessante rispetto ai due precedenti, ma, essendo il fulcro della trama, ugualmente importante. Il problema arriva con i personaggi secondari e i nemici, che non ho trovato all'altezza del trio protagonista e che non sono stati approfonditi a dovere. E' un peccato, perché il potenziale c'era, ma è stato mal sfruttato in queste circostanze.
Draghi di plastica
Tecnicamente il titolo si difende bene: disegni e animazioni molto buoni, opening fantastica, buona OST. Il problema in questo caso viene con la CGI usata malamente in certe situazioni, soprattutto con i draghi e bestie simili. Insomma, guardare Bahamut che sembra un drago giocattolo di plastica ammazza tutta l'aspettativa che si aveva sul mostro, che ti appare a quel punto ridicolo. Mi chiedo come si faccia magari a lodare questa CGI e magari storcere il naso con quella usata nei film di "Berserk" o in "Knights of Sidonia", che è ben più armoniosa e spettacolare.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Spoiler alert
Mi prendo questo spazio per entrare più nel dettaglio di certe scelte che un po' mi lasciano perplesso. In realtà non c'è molto da dire, più che altro la cosa riguarda la gestione di certi personaggi secondari, come gli angeli che appaiono dal nulla a mo' di visione a cui tutti obbediscono, e non vi nascondo che la cosa l'ho trovata abbastanza squallida. Discorso simile per Lucifero, il figlio di Satana, che apparirà in due-tre scene, senza proferire parola, e che non farà null'altro durante tutto il resto dell'anime. Scelta anche abbastanza discutibile è quella di far finire i protagonisti a caso in una foresta in cui risiederà un drago parlante, che darà a Favaro l'unica arma che può danneggiare Bahamut (quando si dice "avere culo"). E a proposito di Bahamut, devo dire che è stata una delusione il suo risveglio, visto che poi si scopre che è un 'cacchio' di mostro senza personalità (perché il drago nella foresta è parlante mentre Bahamut no?), visto che l'unica cosa che farà sarà sparare palle di fuoco a non si sa bene cosa. Mi aspettavo qualcosa come Smaug dello Hobbit, invece è stata una amara delusione.
Fine parte contenente spoiler
La luce in fondo al tunnel
Sarò sincero, un po' di delusione questo anime l'ha lasciata dopo la visione, ma spero che ci sia in preparazione una seconda stagione, visto il buon successo della prima, che perlomeno approfondisca meglio certi aspetti. Il limite più grosso rimane l'eccessiva accelerata per far stare tutto in dodici episodi, visto che in Giappone a quanto pare o fai serie da dieci-dodici episodi o fai serie da ventiquattro-ventisei episodi: non si cerca mai di arrangiare il numero di puntate in funzione delle storie da raccontare, ma avviene sempre il contrario, e la cosa non dà sempre buoni frutti.
Nonostante tutto, la visione di "Shingeki no Bahamut: Genesis", se cercate qualcosa di leggero e senza troppe pretese, è consigliata. Vi intratterrà a dovere e non vi darà la sensazione di aver sprecato il vostro tempo. Se vi piace il fantasy, poi, vi ci divertirete molto, nonostante dodici episodi siano troppo pochi.
Decreto un voto basso senza aver visto l'intera serie per un unico motivo: dal mio punto di vista, è un anime troppo caotico che manca di una base solida. Mi spiego meglio: a livello di grafica niente da dire, mi piace parecchio, e la opening è una delle migliori che abbia mai visto, ma la storia e i personaggi sanno troppo di già visto e mancano di originalità (il trio Favaro, Amira e Kaisar mi ricorda il trio principale di "Samurai Champloo", dove anche lì è la protagonista femminile a coinvolgere i due uomini. Inoltre Favaro è una copia sputata e mal riuscita di Mugen). Inoltre, il tutto si svolge senza mettere dei punti fermi: perché ci sono i demoni? E gli angeli? E gli dei? Cioè, è tutto dato per scontato ed è una cosa che personalmente non sopporto. Insomma, è l'ennesimo prodotto commerciale adorato dalle masse che poteva riuscire molto meglio, ottenendo però, forse, meno successo.
Un capolavoro annunciato, quello di "Rage of Bahamut Genesis". Fin dai primi trailer fu possibile ammirare l'enorme qualità profusa e l'alto grado di coinvolgimento che tale opera riuscì a scaturire, suscitando l'apprezzamento del pubblico internazionale.
"Rage of Bahamut Genesis" è un'opera della stagione autunnale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera trae origine dal videogioco "Shingeki no Bahamut".
Trama: Mistarcia è un mondo magico dove convivono esseri umani, dei e demoni. In passato, il Bahamut dalle ali nere e argentate (ossia un enorme drago di ferro, temuto dal mondo divino, umano e demoniaco) aveva minacciato di distruggere tutto il mondo. Solamente con lo sforzo congiunto di uomini, dei e demoni si riuscì a sigillarlo. La chiave del sigillo fu divisa in due parti, la prima delle quali fu affidata agli dei, mentre la seconda ai demoni, affinché tale sigillo non potesse mai più essere riunito. Duecento anni dopo, però, la pace viene sconvolta da una ragazza che riesce a rubare la metà custodita dagli dei, ragion per cui la caccia al ladro ha subito inizio, chi con lo scopo di mantenere il sigillo intatto, chi per liberare il temibile Bahamut. Chi è questa ragazza e per quale ragione ha rubato il sigillo?
Grafica: ottima. Le ambientazioni sono estremamente variegate, magari un po' chiare in certi frangenti, ma realizzate ottimamente, con una cura dei dettagli soddisfacente. Le animazioni sono perfette, fluide e frenetiche. Character design realistico e accattivante. Splendido monster design.
Sonoro: ineccepibile. Un'opening fenomenale, aggressiva, splendida, pompatissima. L'ending è dolce, soave, pacata. OST grandiose enfatizzano le varie scene della serie. Ottimi effetti sonori. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: epica e carisma trasudano da tutti i pori dei personaggi, i quali sono caratterizzati magnificamente. Ottimo il fattore psicologico ed evolutivo, interazione perfetta.
Sceneggiatura: l'opera è eseguita alla perfezione, con una notevole cura stilistica e soluzioni piuttosto convincenti. Inconfondibile lo stile esagerato e gli zoom repentini, di chiara ispirazione tarantiniana. La gestione temporale è fluida, chiara e lineare, talvolta intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli veloci. È presente un notevole quantitativo d'azione, non mancano i combattimenti, la violenza, la crudeltà e la morte. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono evocativi.
Finale: ottimo. Sebbene possa sussistere qualcosa che consenta lo sviluppo di un'eventuale seconda serie, l'opera si può concludere così, splendidamente. Ciò che doveva compiersi lo si è compiuto perfettamente, i segni dell'ultima battaglia sono perennemente incisi nei corpi dei protagonisti, sotto forma di evidenti ferite di guerra.
In sintesi, "Rage of Bahamut Genesis" si è rivelato essere un ottimo prodotto, con notevoli punte carismatiche ed epiche. In soli dodici episodi si è riusciti a creare un'ottima trama, dal notevole coinvolgimento emotivo e dal comparto grafico di tutto rispetto. Un plauso allo studio MAPPA. L'opera è consigliata a tutti gli amanti delle serie d'azione sovrannaturali con uno stile tarantiniano nella narrazione e nelle inquadrature.
"Rage of Bahamut Genesis" è un'opera della stagione autunnale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera trae origine dal videogioco "Shingeki no Bahamut".
Trama: Mistarcia è un mondo magico dove convivono esseri umani, dei e demoni. In passato, il Bahamut dalle ali nere e argentate (ossia un enorme drago di ferro, temuto dal mondo divino, umano e demoniaco) aveva minacciato di distruggere tutto il mondo. Solamente con lo sforzo congiunto di uomini, dei e demoni si riuscì a sigillarlo. La chiave del sigillo fu divisa in due parti, la prima delle quali fu affidata agli dei, mentre la seconda ai demoni, affinché tale sigillo non potesse mai più essere riunito. Duecento anni dopo, però, la pace viene sconvolta da una ragazza che riesce a rubare la metà custodita dagli dei, ragion per cui la caccia al ladro ha subito inizio, chi con lo scopo di mantenere il sigillo intatto, chi per liberare il temibile Bahamut. Chi è questa ragazza e per quale ragione ha rubato il sigillo?
Grafica: ottima. Le ambientazioni sono estremamente variegate, magari un po' chiare in certi frangenti, ma realizzate ottimamente, con una cura dei dettagli soddisfacente. Le animazioni sono perfette, fluide e frenetiche. Character design realistico e accattivante. Splendido monster design.
Sonoro: ineccepibile. Un'opening fenomenale, aggressiva, splendida, pompatissima. L'ending è dolce, soave, pacata. OST grandiose enfatizzano le varie scene della serie. Ottimi effetti sonori. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: epica e carisma trasudano da tutti i pori dei personaggi, i quali sono caratterizzati magnificamente. Ottimo il fattore psicologico ed evolutivo, interazione perfetta.
Sceneggiatura: l'opera è eseguita alla perfezione, con una notevole cura stilistica e soluzioni piuttosto convincenti. Inconfondibile lo stile esagerato e gli zoom repentini, di chiara ispirazione tarantiniana. La gestione temporale è fluida, chiara e lineare, talvolta intervallata da flashback. Il ritmo si attesta su livelli veloci. È presente un notevole quantitativo d'azione, non mancano i combattimenti, la violenza, la crudeltà e la morte. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono evocativi.
Finale: ottimo. Sebbene possa sussistere qualcosa che consenta lo sviluppo di un'eventuale seconda serie, l'opera si può concludere così, splendidamente. Ciò che doveva compiersi lo si è compiuto perfettamente, i segni dell'ultima battaglia sono perennemente incisi nei corpi dei protagonisti, sotto forma di evidenti ferite di guerra.
In sintesi, "Rage of Bahamut Genesis" si è rivelato essere un ottimo prodotto, con notevoli punte carismatiche ed epiche. In soli dodici episodi si è riusciti a creare un'ottima trama, dal notevole coinvolgimento emotivo e dal comparto grafico di tutto rispetto. Un plauso allo studio MAPPA. L'opera è consigliata a tutti gli amanti delle serie d'azione sovrannaturali con uno stile tarantiniano nella narrazione e nelle inquadrature.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è una serie ispirata al videogioco omonimo, ed è giustamente considerata una delle serie più interessanti del 2014. Si tratta di un anime di genere spiccatamente fantasy, dalla trama non particolarmente originale, ma che sa intrattenere parecchio lungo i dodici episodi di cui è composto.
Il protagonista di quest'anime è Favaro Leone, un cacciatore di taglie in perenne lotta con il suo amico/nemico Kaisar Lidfald, che vuole vendicarsi di un torto subito anni prima. A portare scompiglio nella vita del ragazzo arriverà una donna misteriosa di nome Amira, la quale lo costringerà ad accompagnarla in un lungo viaggio alla ricerca della madre perduta. La pace del mondo, però, sta per durare ancora per poco, dato che i demoni complottano per risvegliare Bahamuth, un essere sigillato millenni prima in grado di distruggere la Terra. Inoltre, Amira non sembra essere una semplice ragazza...
Più che sulla trama (comunque godibile), la storia si regge benissimo sui personaggi: Favaro, un esuberante cacciatore di taglie, Kaisar, un ex-cavaliere con un forte senso dell'onore, Amira, una misteriosa ragazza dai comportamenti piuttosto infantili, ma soprattutto Rita, una negromante zombie di duecento anni rimasta però bambina.
Per quanto riguarda il lato tecnico, animazioni e ambientazioni sono ben curate, realizzate con un tocco di CGI che non guasta; colonna sonora di grande effetto, in grado di sottolineare i momenti epici in maniere eccellente.
Si avrà probabilmente una seconda stagione, dato il finale un po' frettoloso che non ha permesso una fine molto soddisfacente.
Il protagonista di quest'anime è Favaro Leone, un cacciatore di taglie in perenne lotta con il suo amico/nemico Kaisar Lidfald, che vuole vendicarsi di un torto subito anni prima. A portare scompiglio nella vita del ragazzo arriverà una donna misteriosa di nome Amira, la quale lo costringerà ad accompagnarla in un lungo viaggio alla ricerca della madre perduta. La pace del mondo, però, sta per durare ancora per poco, dato che i demoni complottano per risvegliare Bahamuth, un essere sigillato millenni prima in grado di distruggere la Terra. Inoltre, Amira non sembra essere una semplice ragazza...
Più che sulla trama (comunque godibile), la storia si regge benissimo sui personaggi: Favaro, un esuberante cacciatore di taglie, Kaisar, un ex-cavaliere con un forte senso dell'onore, Amira, una misteriosa ragazza dai comportamenti piuttosto infantili, ma soprattutto Rita, una negromante zombie di duecento anni rimasta però bambina.
Per quanto riguarda il lato tecnico, animazioni e ambientazioni sono ben curate, realizzate con un tocco di CGI che non guasta; colonna sonora di grande effetto, in grado di sottolineare i momenti epici in maniere eccellente.
Si avrà probabilmente una seconda stagione, dato il finale un po' frettoloso che non ha permesso una fine molto soddisfacente.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è un anime che già a prima vista aveva catturato la mia attenzione, sarà per il character design stupendo a mio parere, sarà per l'opening che potrei risentire in un loop continuo senza mai stancarmi... Visionando tutta la serie, poi, mi sono resoconto che effettivamente avevo di fronte un ottimo prodotto. Soprassedendo sulla trama, anche per evitare spoiler, vediamo gli aspetti vincenti di questo anime.
PERSONAGGI
I protagonisti della serie, Favaro e Amira, ma potremmo inserire tranquillamente anche Kaisar, sono secondo me uno dei punti forti della serie. Ho trovato ognuno di loro ben caratterizzato e con un background solido, per quanto forse alcuni aspetti della loro natura sarebbero potuti essere analizzati meglio con qualche episodio in più. Ognuno di loro porta un qualcosa di unico e speciale alla serie, ognuno ha un proprio ruolo da svolgere nel meccanismo della storia. Migliorabili invece i personaggi secondari, soprattutto nel caso di Jean d'Arc, un personaggio assolutamente sprecato che sarebbe potuto essere reso in maniera più interessante.
DISEGNI
Per mio gusto personale, lo stile di questo anime è assolutamente fantastico, character design in particolare. Ogni creatura, personaggio o scenario è realizzato con una tecnica e un'attenzione al dettaglio impressionanti. Lo stile sembra avere tra l'altro molte contaminazioni occidentali, aspetto che non sempre si rivela positivo, ma che in questo caso approvo.
COMPARTO TECNICO
Sotto l'aspetto delle animazioni, delle musiche e della regia questo anime è davvero superlativo. La fluidità delle sequenze è ottima e la computer grafica, seppur criticata da alcuni perché troppo compresente, a mio parere invece è stata realizzata in modo tale da integrarsi perfettamente all'interno del contesto della serie.
La serie, quindi, è sicuramente di gran pregio, anche se non merita il voto massimo soprattutto per alcuni aspetti della trama, a tratti un po' banale e poco approfondita, forse ancora una volta a causa della breve durata complessiva dell'anime.
PERSONAGGI
I protagonisti della serie, Favaro e Amira, ma potremmo inserire tranquillamente anche Kaisar, sono secondo me uno dei punti forti della serie. Ho trovato ognuno di loro ben caratterizzato e con un background solido, per quanto forse alcuni aspetti della loro natura sarebbero potuti essere analizzati meglio con qualche episodio in più. Ognuno di loro porta un qualcosa di unico e speciale alla serie, ognuno ha un proprio ruolo da svolgere nel meccanismo della storia. Migliorabili invece i personaggi secondari, soprattutto nel caso di Jean d'Arc, un personaggio assolutamente sprecato che sarebbe potuto essere reso in maniera più interessante.
DISEGNI
Per mio gusto personale, lo stile di questo anime è assolutamente fantastico, character design in particolare. Ogni creatura, personaggio o scenario è realizzato con una tecnica e un'attenzione al dettaglio impressionanti. Lo stile sembra avere tra l'altro molte contaminazioni occidentali, aspetto che non sempre si rivela positivo, ma che in questo caso approvo.
COMPARTO TECNICO
Sotto l'aspetto delle animazioni, delle musiche e della regia questo anime è davvero superlativo. La fluidità delle sequenze è ottima e la computer grafica, seppur criticata da alcuni perché troppo compresente, a mio parere invece è stata realizzata in modo tale da integrarsi perfettamente all'interno del contesto della serie.
La serie, quindi, è sicuramente di gran pregio, anche se non merita il voto massimo soprattutto per alcuni aspetti della trama, a tratti un po' banale e poco approfondita, forse ancora una volta a causa della breve durata complessiva dell'anime.
"In che direzione soffia il vento? Verso il domani!"
Sicuramente l'anime rivelazione e più inaspettatamente di qualità di questo 2014!
Normalmente non darei mai un dieci ad un anime, perché credo che la perfezione non esista, e allora vi chiederete come mai ho dato invece un dieci a "Shingeki no Bahamut: Genesis". La ragione è che "Shingeki no Bahamut: Genesis" è semplicemente una boccata d'aria fresca nell'universo dell'animazione giapponese, lontano dai vari cliché tipici del genere, ma anche e soprattutto per la qualità indiscussa di questo prodotto, sia dal punto di vista grafico (splendido!), sonoro (non sentivo OST così da tempo, comprese le meravigliose opening ed ending), che della trama.
Ovviamente il voto secondo me più adatto (e quello che avrei dato se non fosse per le ragioni sopracitate) è 8.5, arrotondato quindi a un 9.
Non sto a ridire nuovamente la trama, visto che la potete tranquillamente leggere nella pagina di presentazione dell'anime, ma piuttosto passo ad analizzare i vari componenti di questo prodotto.
Dal punto di vista puramente stilistico, "Shingeki no Bahamut: Genesis" è un gioiello: le ambientazioni, così come il design dei vari personaggi, è ispiratissimo e originale, sicuramente lontano dagli standard d'animazione giapponese, e strizza molto l'occhio al mondo occidentale, soprattutto per quanto riguarda la mitologia e gli elementi fantastici presenti nell'universo di "Shingeki no Bahamut: Genesis".
I personaggi sono tutti ben rappresentati e ognuno di loro ha un proprio carattere e psicologia, che permette quindi di riconoscerli molto bene, anche se purtroppo a causa della durata di soli dodici episodi la psicologia dei vari personaggi viene messa un po' in secondo piano, tratteggiando quindi una certa superficialità nella delineazione dei vari personaggi, cosa come ripeto del tutto giustificata dalla durata, che non lo può permettere. Il trio di protagonisti a me è piaciuto molto, ma la mia preferita rimane Amira, secondo me la più riuscita come completezza, anche se sia Favaro sia Kaisar avranno modo di splendere nel corso dei dodici episodi. Anche i personaggi secondari mi sono piaciuti, soprattutto il personaggio di Giovanna D'Arco (che avrebbe meritato molto più spazio), e quello di Rita (divertentissima bambina zombie).
La trama riesce ad essere soddisfacente e a chiudersi perfettamente nei canonici dodici episodi, anche se la fine sembra essere un po' forzata negli eventi e credo, e spero, che si realizzerà una seconda serie, soprattutto per approfondire meglio personaggi e ambientazione dell'universo in cui si svolgono le vicende.
In definitiva, i miei più sentiti complimenti allo studio MAPPA (straordinario, lo stesso di "Zankyou no Terror"), allo sceneggiatore e al regista, capaci di creare un anime di così alta qualità, e soprattutto inaspettata qualità, visto che all'inizio non mi aspettavo niente di che (ed essendo ispirato ad un gioco di carte, sembrava quasi solo uno spot pubblicitario).
Quindi, se non sapete che guardare, e volete qualcosa di diverso dal solito, ma soprattutto che vi intrattenga per bene, non posso che raccomandarvi questo "Shingeki no Bahamut: Genesis"!
Sicuramente l'anime rivelazione e più inaspettatamente di qualità di questo 2014!
Normalmente non darei mai un dieci ad un anime, perché credo che la perfezione non esista, e allora vi chiederete come mai ho dato invece un dieci a "Shingeki no Bahamut: Genesis". La ragione è che "Shingeki no Bahamut: Genesis" è semplicemente una boccata d'aria fresca nell'universo dell'animazione giapponese, lontano dai vari cliché tipici del genere, ma anche e soprattutto per la qualità indiscussa di questo prodotto, sia dal punto di vista grafico (splendido!), sonoro (non sentivo OST così da tempo, comprese le meravigliose opening ed ending), che della trama.
Ovviamente il voto secondo me più adatto (e quello che avrei dato se non fosse per le ragioni sopracitate) è 8.5, arrotondato quindi a un 9.
Non sto a ridire nuovamente la trama, visto che la potete tranquillamente leggere nella pagina di presentazione dell'anime, ma piuttosto passo ad analizzare i vari componenti di questo prodotto.
Dal punto di vista puramente stilistico, "Shingeki no Bahamut: Genesis" è un gioiello: le ambientazioni, così come il design dei vari personaggi, è ispiratissimo e originale, sicuramente lontano dagli standard d'animazione giapponese, e strizza molto l'occhio al mondo occidentale, soprattutto per quanto riguarda la mitologia e gli elementi fantastici presenti nell'universo di "Shingeki no Bahamut: Genesis".
I personaggi sono tutti ben rappresentati e ognuno di loro ha un proprio carattere e psicologia, che permette quindi di riconoscerli molto bene, anche se purtroppo a causa della durata di soli dodici episodi la psicologia dei vari personaggi viene messa un po' in secondo piano, tratteggiando quindi una certa superficialità nella delineazione dei vari personaggi, cosa come ripeto del tutto giustificata dalla durata, che non lo può permettere. Il trio di protagonisti a me è piaciuto molto, ma la mia preferita rimane Amira, secondo me la più riuscita come completezza, anche se sia Favaro sia Kaisar avranno modo di splendere nel corso dei dodici episodi. Anche i personaggi secondari mi sono piaciuti, soprattutto il personaggio di Giovanna D'Arco (che avrebbe meritato molto più spazio), e quello di Rita (divertentissima bambina zombie).
La trama riesce ad essere soddisfacente e a chiudersi perfettamente nei canonici dodici episodi, anche se la fine sembra essere un po' forzata negli eventi e credo, e spero, che si realizzerà una seconda serie, soprattutto per approfondire meglio personaggi e ambientazione dell'universo in cui si svolgono le vicende.
In definitiva, i miei più sentiti complimenti allo studio MAPPA (straordinario, lo stesso di "Zankyou no Terror"), allo sceneggiatore e al regista, capaci di creare un anime di così alta qualità, e soprattutto inaspettata qualità, visto che all'inizio non mi aspettavo niente di che (ed essendo ispirato ad un gioco di carte, sembrava quasi solo uno spot pubblicitario).
Quindi, se non sapete che guardare, e volete qualcosa di diverso dal solito, ma soprattutto che vi intrattenga per bene, non posso che raccomandarvi questo "Shingeki no Bahamut: Genesis"!
E' stato acclamato come anime capolavoro del 2014. Personalmente sono più del parere che, nonostante l'indiscussa qualità e bellezza di tale opera, non sia ancora all'altezza per essere considerata un vero e proprio capolavoro indiscusso. Innanzi tutto la durata di sole dodici puntate ne limita le potenzialità, ma, in fin dei conti, non sono queste a fare la differenza.
Uscito nella stagione invernale del 2014, è un anime di azione, dove si possono trovare anche forti elementi fantasy e di magia. Un anime che rispecchia pienamente questo stile e cerca di condurlo al massimo della sua compiutezza, in una serie davvero emozionante di disavventure e scontri.
I protagonisti sono tre essenzialmente: Leone Favaro, un bizzarro cacciatore di taglie vestito alla cowboy, che se ne va in giro spensierato, alla ricerca di donne e denaro; Kaisar Lidfard, un ex cavaliere ormai in malora, ma impegnato nell'obiettivo di riconquistare l'onore perduto; infine Amira, una strana ragazza, che sembra essere in parte demone, una fanciulla energica e simpatica, che nasconde però un segreto gigantesco. Il suo più ardente desiderio è quello di raggiungere Hellheim.
I primi due sembrano indissolubilmente legati da qualche forma di rancore passato, che li porta costantemente allo scontro, mentre l'ultima appare di punto in bianco, sente Favaro che racconta ai quattro venti di conoscere la strada per Hellheim e lo costringe più o meno (ah! Cosa non fa il fascino femminile!) ad accompagnarlo. Ovviamente la bugia è palese, ma l'innocente Amira sembra completamente all'oscuro di questo piccolo imbroglio e, fidandosi del cacciatore di taglie, si avventura in una serie di pericolose peripezie, che, d'altro canto, la porteranno sempre più vicina alla sua meta. Eppure la situazione si preannuncia ben più pericolosa del previsto, perché Amira, la dolce fanciulla dall'animo candido, ha rubato qualcosa di molto prezioso, una sorta di chiave che, se mal governata, potrebbe portare alla resurrezione di Bahamut. Tale demone, sigillato duemila anni orsono, costituisce una forza talmente incommensurabile da far impallidire demoni e angeli, una forza troppo grande per poter essere liberata. Tuttavia qualcuno sta cercando di compiere proprio questo sacrilegio...
Partiamo nella nostra analisi con l'annuncio di un piccolo difetto che, a mio parere, ha condizionato sensibilmente tutta la serie, ovvero la mancanza di un'analisi introspettiva soddisfacente. Favaro, Amira, Kaisar e gli altri sono tutti personaggi ben strutturati, con un proprio carattere e una fisionomia autentica. Tuttavia sento come se qualcosa mancasse, una scintilla interiore che permetta loro di brillare veramente. Con questo non voglio affatto criticare i nostri eroi, ma semplicemente constatare una lieve mancanza che, in un sua assenza, avrebbe reso l'anime ancora più emozionante.
Si cerca di inserire una sorta di relazione tre Favaro e Amira (lo si capisce), eppure i due rimarranno quasi estranei per tutte e dodici le puntate. È vero che il loro rapporto migliora e incominceranno a comprendersi meglio, ma allo stesso momento non si è stato in grado di concepire appieno questo cambiamento.
Ma "Shingeki no Bahamut: Genesis" non è solo questo, anzi, molto di più. La storia è fluida, scorrevole e armonica, l'essenziale per poter essere seguita senza troppi ostacoli. Un anime d'avventura deve essere così, semplice al punto giusto, ma anche complicato nella costruzione di un mondo che deve conquistare.
La storia degli angeli e demoni è forse un pochino troppo trascurata, soprattutto considerando le ultime puntate (non vi dico nulla di più, tranquilli). Secondo me avrebbero fatto bene a puntare anche su questo elemento.
La grafica è veramente bella, forse troppo, vista la breve durata dell'anime. Colori non troppo accesi, ma stemperati su toni rossicci e caldi. I vari personaggi mostrano fattezze veramente curate nei minimi particolari e, soprattutto, per nulla conformi ai soliti standard dell'animazione giapponese. Favaro è un protagonista anomalo fin da subito, dotato di un aspetto bizzarro e poco da "eroe", senza contare il suo carattere poco cavalleresco.
Musiche intriganti, anche se, forse, un pochino troppo "da western"; una scelta che, sinceramente, capisco ben poco. È vero che Favaro è vestito da mezzo cowboy, ma è anche vero che, rispetto alla colonna sonora piuttosto epica dei combattimenti successivi (dove si perde il tono western), questa scelta iniziale appare un po' strana, seppur piacevole.
Ottimo doppiaggio (ovviamente non posso che adorare Miyuki Sawashiro, la doppiatrice di Rita. La stessa di Shinon in "Sword Art Online II") e altrettanto buona la regia.
Insomma, nonostante la mia reticenza nel considerarlo un capolavoro assoluto, sono pronto a definirlo un buonissimo anime. Il finale è senza dubbio intrigante e lascia aperti possibili sviluppi per una seconda serie. Molte cose non sono state spiegate del tutto e altre, seppur accennate nella serie, non si sono ancora risolte del tutto. Un scelta in vista di una seconda stagione? Chissà. Certamente la prima non ha deluso.
Voto finale: 8
Uscito nella stagione invernale del 2014, è un anime di azione, dove si possono trovare anche forti elementi fantasy e di magia. Un anime che rispecchia pienamente questo stile e cerca di condurlo al massimo della sua compiutezza, in una serie davvero emozionante di disavventure e scontri.
I protagonisti sono tre essenzialmente: Leone Favaro, un bizzarro cacciatore di taglie vestito alla cowboy, che se ne va in giro spensierato, alla ricerca di donne e denaro; Kaisar Lidfard, un ex cavaliere ormai in malora, ma impegnato nell'obiettivo di riconquistare l'onore perduto; infine Amira, una strana ragazza, che sembra essere in parte demone, una fanciulla energica e simpatica, che nasconde però un segreto gigantesco. Il suo più ardente desiderio è quello di raggiungere Hellheim.
I primi due sembrano indissolubilmente legati da qualche forma di rancore passato, che li porta costantemente allo scontro, mentre l'ultima appare di punto in bianco, sente Favaro che racconta ai quattro venti di conoscere la strada per Hellheim e lo costringe più o meno (ah! Cosa non fa il fascino femminile!) ad accompagnarlo. Ovviamente la bugia è palese, ma l'innocente Amira sembra completamente all'oscuro di questo piccolo imbroglio e, fidandosi del cacciatore di taglie, si avventura in una serie di pericolose peripezie, che, d'altro canto, la porteranno sempre più vicina alla sua meta. Eppure la situazione si preannuncia ben più pericolosa del previsto, perché Amira, la dolce fanciulla dall'animo candido, ha rubato qualcosa di molto prezioso, una sorta di chiave che, se mal governata, potrebbe portare alla resurrezione di Bahamut. Tale demone, sigillato duemila anni orsono, costituisce una forza talmente incommensurabile da far impallidire demoni e angeli, una forza troppo grande per poter essere liberata. Tuttavia qualcuno sta cercando di compiere proprio questo sacrilegio...
Partiamo nella nostra analisi con l'annuncio di un piccolo difetto che, a mio parere, ha condizionato sensibilmente tutta la serie, ovvero la mancanza di un'analisi introspettiva soddisfacente. Favaro, Amira, Kaisar e gli altri sono tutti personaggi ben strutturati, con un proprio carattere e una fisionomia autentica. Tuttavia sento come se qualcosa mancasse, una scintilla interiore che permetta loro di brillare veramente. Con questo non voglio affatto criticare i nostri eroi, ma semplicemente constatare una lieve mancanza che, in un sua assenza, avrebbe reso l'anime ancora più emozionante.
Si cerca di inserire una sorta di relazione tre Favaro e Amira (lo si capisce), eppure i due rimarranno quasi estranei per tutte e dodici le puntate. È vero che il loro rapporto migliora e incominceranno a comprendersi meglio, ma allo stesso momento non si è stato in grado di concepire appieno questo cambiamento.
Ma "Shingeki no Bahamut: Genesis" non è solo questo, anzi, molto di più. La storia è fluida, scorrevole e armonica, l'essenziale per poter essere seguita senza troppi ostacoli. Un anime d'avventura deve essere così, semplice al punto giusto, ma anche complicato nella costruzione di un mondo che deve conquistare.
La storia degli angeli e demoni è forse un pochino troppo trascurata, soprattutto considerando le ultime puntate (non vi dico nulla di più, tranquilli). Secondo me avrebbero fatto bene a puntare anche su questo elemento.
La grafica è veramente bella, forse troppo, vista la breve durata dell'anime. Colori non troppo accesi, ma stemperati su toni rossicci e caldi. I vari personaggi mostrano fattezze veramente curate nei minimi particolari e, soprattutto, per nulla conformi ai soliti standard dell'animazione giapponese. Favaro è un protagonista anomalo fin da subito, dotato di un aspetto bizzarro e poco da "eroe", senza contare il suo carattere poco cavalleresco.
Musiche intriganti, anche se, forse, un pochino troppo "da western"; una scelta che, sinceramente, capisco ben poco. È vero che Favaro è vestito da mezzo cowboy, ma è anche vero che, rispetto alla colonna sonora piuttosto epica dei combattimenti successivi (dove si perde il tono western), questa scelta iniziale appare un po' strana, seppur piacevole.
Ottimo doppiaggio (ovviamente non posso che adorare Miyuki Sawashiro, la doppiatrice di Rita. La stessa di Shinon in "Sword Art Online II") e altrettanto buona la regia.
Insomma, nonostante la mia reticenza nel considerarlo un capolavoro assoluto, sono pronto a definirlo un buonissimo anime. Il finale è senza dubbio intrigante e lascia aperti possibili sviluppi per una seconda serie. Molte cose non sono state spiegate del tutto e altre, seppur accennate nella serie, non si sono ancora risolte del tutto. Un scelta in vista di una seconda stagione? Chissà. Certamente la prima non ha deluso.
Voto finale: 8
10 è un voto che non si dovrebbe mai dare, non esiste l'anime perfetto. "Shingeki no Bahamut: Genesis" è comunque un prodotto da 8 abbondante. Le musiche sono molto belle e azzeccatissime, la grafica sempre di altissimo livello, gli scontri sono tutti epici, emozionanti e pieni di colpi di scena ben studiati. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi sia principali che secondari, che risultano credibili, poco stereotipati e decisamente "umani" nei loro pregi e difetti, e mai stucchevoli.
Il difetto principale della serie è la brevità: solo dodici puntate. Questo porta alcune brusche accelerate nella trama e il sacrificio nella caratterizzazione di un personaggio che mi piace molto, Jeanne D'arc, trasposizione dell'omonimo personaggio storico che poteva ricoprire un ruolo più di rilievo nella storia e venire approfondito di più. Sei/otto episodi in più ci stavano tutti, senza rischiare allungare il brodo.
Allora perché 10? Per quello che non c'è.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è privo di tutti quegli insulsi stereotipi che riempiono gli anime. Le protagoniste femminili non portano una quinta abbondante, non girano seminude, non passano tutto il loro tempo a fare il bagno e non sbavano per i protagonisti maschili, in compenso dimostrano forza e personalità. I protagonisti maschili non sono ragazzini emo detentori di poteri misteriosi e con un harem di ragazzine al seguito. Sono persone vere con pregi e difetti, che nelle situazioni più critiche dimostrano di valere molto di più di tanti eroi benedetti dal cielo.
Un anime cosi lo aspettavo da anni e guardarlo è stato come una sorsata di acqua fresca dopo aver attraversato il deserto. Decisamente il miglior prodotto fantasy degli ultimi anni.
Il difetto principale della serie è la brevità: solo dodici puntate. Questo porta alcune brusche accelerate nella trama e il sacrificio nella caratterizzazione di un personaggio che mi piace molto, Jeanne D'arc, trasposizione dell'omonimo personaggio storico che poteva ricoprire un ruolo più di rilievo nella storia e venire approfondito di più. Sei/otto episodi in più ci stavano tutti, senza rischiare allungare il brodo.
Allora perché 10? Per quello che non c'è.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è privo di tutti quegli insulsi stereotipi che riempiono gli anime. Le protagoniste femminili non portano una quinta abbondante, non girano seminude, non passano tutto il loro tempo a fare il bagno e non sbavano per i protagonisti maschili, in compenso dimostrano forza e personalità. I protagonisti maschili non sono ragazzini emo detentori di poteri misteriosi e con un harem di ragazzine al seguito. Sono persone vere con pregi e difetti, che nelle situazioni più critiche dimostrano di valere molto di più di tanti eroi benedetti dal cielo.
Un anime cosi lo aspettavo da anni e guardarlo è stato come una sorsata di acqua fresca dopo aver attraversato il deserto. Decisamente il miglior prodotto fantasy degli ultimi anni.
La prima parola che mi viene in mente pensando a questa serie appena conclusasi è: peccato! Sì, peccato davvero, perché senza l'odioso limite di dodici episodi questo anime avrebbe potuto fare il botto. E invece rimane la delusione per avere rovinato quanto di buono è stato fatto nei primi episodi con un finale molto frettoloso e forzato.
Andiamo con ordine. Quando ho iniziato a vedere questo anime non avevo nessuna aspettativa, anzi quello che mi ha spinto a iniziarla è stato la sigla di apertura (stupenda, sia la musica che le immagini). E man mano che andavo avanti con gli episodi sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovarmi davanti a una storia sicuramente non originale, ma godibile e appassionante. Il ritmo è buono (visto il numero di episodi, ci mancherebbe altro!), il setting affascinante, i colpi di scena ben dosati e i personaggi ben caratterizzati. I miei preferiti rimangono Favaro, il protagonista (anche se il suo look continua ancora a non convincermi appieno), e Jeanne, forse quella che più di tutti meritava un trattamento migliore nella storia (anche se verso la fine si rende protagonista della scena più emozionante della serie). Menzione speciale anche per Amira, che è impossibile non adorare per via del suo carattere quasi infantile ma anche molto determinato.
Certo, moltissimi aspetti della storia e del mondo in cui è ambientata non vengono approfonditi e la sceneggiatura scricchiola in più punti (per fare un esempio, il coinvolgimento di Rita nelle disavventure dei protagonisti è una delle cose più forzate che abbia mai visto), ma questo non influisce troppo, tanto da farmi vedere le prime nove puntate in appena due giorni.
E poi si arriva al decimo episodio. Ecco, questo è l'episodio più bello della serie e al tempo stesso il suo canto del cigno; dopo aver raggiunto l'apice della storia con una serie di potenti colpi scena, quello che succede nei successivi due rimane un finale frettolosissimo e scialbo, che chiude la vicenda in maniera troppo forzata senza dare giustizia a nessuno dei personaggi e, anzi, rovinandone alcuni che fino a quel momento mi avevano convinto.
Per tutto quello che riguarda il lato tecnico nulla da dire: animazioni fantastiche e piene di effetti speciali, regia cinematografica, CGI ben dosata (anche se in alcuni punti poteva essere usata meglio) e colonna sonora azzeccatissima. Il look dei demoni è fighissimo, quello degli dei un po' meno. Insomma, si vede eccome che è stato realizzato con un grosso budget alle spalle.
Concludendo, consiglio questa serie a chi cerca un anime fantasy scorrevole e senza troppe pretese; ripeto, peccato davvero per il ridotto numero di episodi, ma anche con questo vincolo, secondo me, si poteva gestire decisamente meglio il finale. Questo è il motivo per cui non arrotondo per eccesso il voto che inizialmente ho assegnato, ovvero 7.5. Speriamo che una seconda stagione (se si farà) riesca a far emergere tutto il potenziale di questa serie!
Andiamo con ordine. Quando ho iniziato a vedere questo anime non avevo nessuna aspettativa, anzi quello che mi ha spinto a iniziarla è stato la sigla di apertura (stupenda, sia la musica che le immagini). E man mano che andavo avanti con gli episodi sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovarmi davanti a una storia sicuramente non originale, ma godibile e appassionante. Il ritmo è buono (visto il numero di episodi, ci mancherebbe altro!), il setting affascinante, i colpi di scena ben dosati e i personaggi ben caratterizzati. I miei preferiti rimangono Favaro, il protagonista (anche se il suo look continua ancora a non convincermi appieno), e Jeanne, forse quella che più di tutti meritava un trattamento migliore nella storia (anche se verso la fine si rende protagonista della scena più emozionante della serie). Menzione speciale anche per Amira, che è impossibile non adorare per via del suo carattere quasi infantile ma anche molto determinato.
Certo, moltissimi aspetti della storia e del mondo in cui è ambientata non vengono approfonditi e la sceneggiatura scricchiola in più punti (per fare un esempio, il coinvolgimento di Rita nelle disavventure dei protagonisti è una delle cose più forzate che abbia mai visto), ma questo non influisce troppo, tanto da farmi vedere le prime nove puntate in appena due giorni.
E poi si arriva al decimo episodio. Ecco, questo è l'episodio più bello della serie e al tempo stesso il suo canto del cigno; dopo aver raggiunto l'apice della storia con una serie di potenti colpi scena, quello che succede nei successivi due rimane un finale frettolosissimo e scialbo, che chiude la vicenda in maniera troppo forzata senza dare giustizia a nessuno dei personaggi e, anzi, rovinandone alcuni che fino a quel momento mi avevano convinto.
Per tutto quello che riguarda il lato tecnico nulla da dire: animazioni fantastiche e piene di effetti speciali, regia cinematografica, CGI ben dosata (anche se in alcuni punti poteva essere usata meglio) e colonna sonora azzeccatissima. Il look dei demoni è fighissimo, quello degli dei un po' meno. Insomma, si vede eccome che è stato realizzato con un grosso budget alle spalle.
Concludendo, consiglio questa serie a chi cerca un anime fantasy scorrevole e senza troppe pretese; ripeto, peccato davvero per il ridotto numero di episodi, ma anche con questo vincolo, secondo me, si poteva gestire decisamente meglio il finale. Questo è il motivo per cui non arrotondo per eccesso il voto che inizialmente ho assegnato, ovvero 7.5. Speriamo che una seconda stagione (se si farà) riesca a far emergere tutto il potenziale di questa serie!
"Sai da che parte soffia il vento? Verso il domani!"
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è il classico anime da cui non ti aspetti nulla e quando lo finisci ti senti in colpa per aver dubitato della qualità del prodotto; in poche parole rappresenta molto bene il capolavoro che non ti aspetti.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è una serie invernale composta da dodici episodi e licenziata dalla Dynit. L'opera si può ricondurre alla categoria degli shonen, tuttavia l'anime di cui stiamo parlando non può essere definito un prodotto "nella norma", poiché presenta diversi generi: dal fantasy al western, dal comico all'horror e così via. Questa caratteristica è, a mio parere uno dei punti di forza di questo anime, perché mescola in maniera ottima tanti generi così diversi fra loro.
Trama e personaggi
Le vicende si svolgono in una terra fantastica di nome Mastarcia, in cui gli uomini, gli dei e i demoni convivono. Il sipario si apre con un flashback che mostra una feroce battaglia tra Bahamut e gli abitanti della Terra, ovvero gli uomini, gli dei e i demoni. Messe da parte le proprie differenze e unendo le loro forze, gli dei e i demoni riescono a sigillare la potente creatura tramite una chiave. La chiave a sua volta viene divisa in due parti: una parte custodita dagli dei e l'altra custodita dai demoni. Dopo questo intenso flashback inizierà una storia piena di azione, amicizia, tradimenti e... 'truzzaggine'. In sintesi si può dire che la storia è bene ritmata e intervallata fra le tante scene d'azione e le scene più riflessive, meno presenti ma non per questo meno efficaci. L'unico neo che ho trovato è un mancato approfondimento sul mondo dell'anime, perché in dodici episodi è difficile dare una visione totale dell'insieme di una terra così vasta e sconfinata come Mastarcia.
Il protagonista della storia è Favaro, un cacciatore di taglie il cui unico scopo nella vita è sostanzialmente divertirsi. Favaro all'inizio della serie lo vediamo costantemente inseguito da un altro personaggio: Kaisar. Kaisar è anch'esso un cacciatore di taglie e amico d'infanzia di Favaro, ma per qualche motivo che non mi metterò a spoilerare vuole vendicarsi del nostro protagonista. Infine Amira, che chiude il trio iniziale di personaggi principali (perché in seguito se ne aggiungerà un altro, inaspettato a mio avviso). Amira sarà il personaggio chiave che segnerà il punto di svolta per le vicende della trama, che trascineranno Favaro e Kaisar in una avventura epica. Amira si presenta come una ragazza apparentemente tranquilla, anche se un po' infantile per la sua età, ma presto si scoprirà che nasconde molti segreti. Amira rappresenta il filo conduttore della trama, dall'inizio fino allo struggente finale. L'altro personaggio che va a completare il cast dei protagonisti è Rita. Su Rita non voglio dire troppo perché a mio parere può essere considerato come uno spoiler, dal momento che entra un po' a sorpresa nel gruppo. L'unica cosa che posso dirvi è che vive in un villaggio apparentemente tranquillo e che non è una bambina normale. Di personaggi secondari ce ne sono molti, ma tutti con un ruolo ben preciso. Il personaggio che si colloca in modo differente rispetto agli altri è Bacchus, perché è l'unico dio che vive tra gli umani e che si occupa di affidare le missioni ai cacciatori di taglie. Poi abbiamo da una parte gli dei e dall'altra i demoni. Nella schiera degli dei ci vengono mostrati sempre gli angeli e mai le divinità superiori (tranne alla fine, ma pur sempre per un breve lasso di tempo). Gli angeli prendono il nome di Gabriel, Michael, Rafael ecc. Nella schiera opposta troviamo i demoni minori come Azael, Cerberus e Pazuzu, e i demoni principali, ovvero Lucifero e Belzebub. Su questo punto vorrei fare una precisazione: ho trovato più caratterizzati i demoni piuttosto che gli angeli, perché questi ultimi si sono rivelati abbastanza piatti e poco decisionali al contrario dei demoni. Ma non è finita qui, poiché vi sono personaggi secondari anche negli umani, anche se di veramente importanti ce ne sono due: Jeanne e Lavalley, entrambi appartenenti ai Cavalieri di Orleans che sono al seguito del Re.
Per quanto riguarda il carattere dei personaggi mi limiterò a descrivere i più importanti, ovvero Favaro, Kaisar e Amira. Favaro come ho già detto prima è uno che pensa solo a sé stesso e mette il divertimento personale davanti a ogni cosa. Lo potremo definire un 'cazzone'. Tuttavia è proprio questa sua personalità che lo rende così umano e a mio parere uno dei personaggi più riusciti della serie. Inoltre la crescita di Favaro è costante e visibile nel corso di tutta la narrazione. Poi abbiamo Kaisar, che potremmo definire come l'opposto di Favaro: un uomo ligio al dovere che antepone gli interessi degli altri ai propri. Un vero e proprio cavaliere. Detto questo, non l'ho trovato un personaggio stereotipato, perché bene o male durante la sua avventura si troverà davanti a delle scelte che metteranno a dura prova il suo orgoglio di cavaliere. E poi c'è lei: Amira, la 'divoracarne'. E' impossibile non amare un personaggio così infantile ma allo stesso tempo così pieno di carattere da mettere in gioco la propria vita per coloro che ama (per chi segue "Pandora Hearts", l'ho trovata simile in molti aspetti al personaggio di Alice). Insomma, la trama e i personaggi convincono fin da subito seppur con qualche piccola riserva.
Grafica e sonoro
L'aspetto tecnico dell'anime è molto particolare. All'inizio può lasciare perplesso per lo stile adottato, ma ad una occhiata più attenta si può vedere che il lavoro svolto è stato molto curato sia per i personaggi, con dei modelli ben fatti, sia per le ambientazioni che offrono un impatto visivo semplicemente straordinario. Siamo davanti a una signor grafica che conquisterà quasi subito gli occhi dello spettatore. Magnifico anche il comparto sonoro, con musiche che spaziano tra generi diversi. Un esempio lampante si può vedere con la opening e l'ending: la opening è accompagnata da una canzone con un ritmo incalzante tipico del genere rock/metal, mentre la ending è accompagnata da una canzone decisamente più tranquilla e serena. In questa contrapposizione netta tra opening e ending si possono trovare a mio parere le due anime di "Shingeki no Bahamut: Genesis", una che lascia spazio all'azione frenetica e l'altra che lascia spazio ai sentimenti e alle riflessioni dei personaggi.
Conclusione
Quando finisci "Shingeki no Bahamut: Genesis" ti senti felice e triste allo stesso tempo, perché da una parte hai viaggiato per un mondo straordinario con dei personaggi indimenticabili, ma dall'altra vorresti passare con loro molto più tempo, anche se alla fine dell'anime viene mostrata un'immagine che fa ben sperare per una seconda stagione.
Se cercate un anime che fonde egregiamente aspetti così diversi fra loro, "Shingeki no Bahamut: Genesis" fa al caso vostro. L'opera presente molti pregi e qualche difetto, ma nel complesso si può definire come una vera sorpresa del 2014, forse la più bella delle sorprese in ambito anime.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è il classico anime da cui non ti aspetti nulla e quando lo finisci ti senti in colpa per aver dubitato della qualità del prodotto; in poche parole rappresenta molto bene il capolavoro che non ti aspetti.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è una serie invernale composta da dodici episodi e licenziata dalla Dynit. L'opera si può ricondurre alla categoria degli shonen, tuttavia l'anime di cui stiamo parlando non può essere definito un prodotto "nella norma", poiché presenta diversi generi: dal fantasy al western, dal comico all'horror e così via. Questa caratteristica è, a mio parere uno dei punti di forza di questo anime, perché mescola in maniera ottima tanti generi così diversi fra loro.
Trama e personaggi
Le vicende si svolgono in una terra fantastica di nome Mastarcia, in cui gli uomini, gli dei e i demoni convivono. Il sipario si apre con un flashback che mostra una feroce battaglia tra Bahamut e gli abitanti della Terra, ovvero gli uomini, gli dei e i demoni. Messe da parte le proprie differenze e unendo le loro forze, gli dei e i demoni riescono a sigillare la potente creatura tramite una chiave. La chiave a sua volta viene divisa in due parti: una parte custodita dagli dei e l'altra custodita dai demoni. Dopo questo intenso flashback inizierà una storia piena di azione, amicizia, tradimenti e... 'truzzaggine'. In sintesi si può dire che la storia è bene ritmata e intervallata fra le tante scene d'azione e le scene più riflessive, meno presenti ma non per questo meno efficaci. L'unico neo che ho trovato è un mancato approfondimento sul mondo dell'anime, perché in dodici episodi è difficile dare una visione totale dell'insieme di una terra così vasta e sconfinata come Mastarcia.
Il protagonista della storia è Favaro, un cacciatore di taglie il cui unico scopo nella vita è sostanzialmente divertirsi. Favaro all'inizio della serie lo vediamo costantemente inseguito da un altro personaggio: Kaisar. Kaisar è anch'esso un cacciatore di taglie e amico d'infanzia di Favaro, ma per qualche motivo che non mi metterò a spoilerare vuole vendicarsi del nostro protagonista. Infine Amira, che chiude il trio iniziale di personaggi principali (perché in seguito se ne aggiungerà un altro, inaspettato a mio avviso). Amira sarà il personaggio chiave che segnerà il punto di svolta per le vicende della trama, che trascineranno Favaro e Kaisar in una avventura epica. Amira si presenta come una ragazza apparentemente tranquilla, anche se un po' infantile per la sua età, ma presto si scoprirà che nasconde molti segreti. Amira rappresenta il filo conduttore della trama, dall'inizio fino allo struggente finale. L'altro personaggio che va a completare il cast dei protagonisti è Rita. Su Rita non voglio dire troppo perché a mio parere può essere considerato come uno spoiler, dal momento che entra un po' a sorpresa nel gruppo. L'unica cosa che posso dirvi è che vive in un villaggio apparentemente tranquillo e che non è una bambina normale. Di personaggi secondari ce ne sono molti, ma tutti con un ruolo ben preciso. Il personaggio che si colloca in modo differente rispetto agli altri è Bacchus, perché è l'unico dio che vive tra gli umani e che si occupa di affidare le missioni ai cacciatori di taglie. Poi abbiamo da una parte gli dei e dall'altra i demoni. Nella schiera degli dei ci vengono mostrati sempre gli angeli e mai le divinità superiori (tranne alla fine, ma pur sempre per un breve lasso di tempo). Gli angeli prendono il nome di Gabriel, Michael, Rafael ecc. Nella schiera opposta troviamo i demoni minori come Azael, Cerberus e Pazuzu, e i demoni principali, ovvero Lucifero e Belzebub. Su questo punto vorrei fare una precisazione: ho trovato più caratterizzati i demoni piuttosto che gli angeli, perché questi ultimi si sono rivelati abbastanza piatti e poco decisionali al contrario dei demoni. Ma non è finita qui, poiché vi sono personaggi secondari anche negli umani, anche se di veramente importanti ce ne sono due: Jeanne e Lavalley, entrambi appartenenti ai Cavalieri di Orleans che sono al seguito del Re.
Per quanto riguarda il carattere dei personaggi mi limiterò a descrivere i più importanti, ovvero Favaro, Kaisar e Amira. Favaro come ho già detto prima è uno che pensa solo a sé stesso e mette il divertimento personale davanti a ogni cosa. Lo potremo definire un 'cazzone'. Tuttavia è proprio questa sua personalità che lo rende così umano e a mio parere uno dei personaggi più riusciti della serie. Inoltre la crescita di Favaro è costante e visibile nel corso di tutta la narrazione. Poi abbiamo Kaisar, che potremmo definire come l'opposto di Favaro: un uomo ligio al dovere che antepone gli interessi degli altri ai propri. Un vero e proprio cavaliere. Detto questo, non l'ho trovato un personaggio stereotipato, perché bene o male durante la sua avventura si troverà davanti a delle scelte che metteranno a dura prova il suo orgoglio di cavaliere. E poi c'è lei: Amira, la 'divoracarne'. E' impossibile non amare un personaggio così infantile ma allo stesso tempo così pieno di carattere da mettere in gioco la propria vita per coloro che ama (per chi segue "Pandora Hearts", l'ho trovata simile in molti aspetti al personaggio di Alice). Insomma, la trama e i personaggi convincono fin da subito seppur con qualche piccola riserva.
Grafica e sonoro
L'aspetto tecnico dell'anime è molto particolare. All'inizio può lasciare perplesso per lo stile adottato, ma ad una occhiata più attenta si può vedere che il lavoro svolto è stato molto curato sia per i personaggi, con dei modelli ben fatti, sia per le ambientazioni che offrono un impatto visivo semplicemente straordinario. Siamo davanti a una signor grafica che conquisterà quasi subito gli occhi dello spettatore. Magnifico anche il comparto sonoro, con musiche che spaziano tra generi diversi. Un esempio lampante si può vedere con la opening e l'ending: la opening è accompagnata da una canzone con un ritmo incalzante tipico del genere rock/metal, mentre la ending è accompagnata da una canzone decisamente più tranquilla e serena. In questa contrapposizione netta tra opening e ending si possono trovare a mio parere le due anime di "Shingeki no Bahamut: Genesis", una che lascia spazio all'azione frenetica e l'altra che lascia spazio ai sentimenti e alle riflessioni dei personaggi.
Conclusione
Quando finisci "Shingeki no Bahamut: Genesis" ti senti felice e triste allo stesso tempo, perché da una parte hai viaggiato per un mondo straordinario con dei personaggi indimenticabili, ma dall'altra vorresti passare con loro molto più tempo, anche se alla fine dell'anime viene mostrata un'immagine che fa ben sperare per una seconda stagione.
Se cercate un anime che fonde egregiamente aspetti così diversi fra loro, "Shingeki no Bahamut: Genesis" fa al caso vostro. L'opera presente molti pregi e qualche difetto, ma nel complesso si può definire come una vera sorpresa del 2014, forse la più bella delle sorprese in ambito anime.
In una stagione autunnale come il 2014 piena di validi titoli come "Fate/Stay Night: Unlimited Blade Works", "Psycho-Pass 2" e "Kiseijuu: Sei no Kakuritsu" non poteva di certo mancare "Shingeki no Bahamut: Genesis", un anime tratto da un videogioco.
La storia non è certamente uno dei suoi punti a favore, dato che appare come un qualcosa di già visto, ma al contempo riesce a incuriosire lo spettatore con alcuni colpi di scena inaspettati; basti solo sapere che essa tratta di un mondo alternativo dove, oltre alla presenza degli uomini, esistono anche Dei e Demoni. Queste due fazioni, 2000 anni prima dell'ambientazione della storia, si allearono per rinchiudere uno dei mali più grandi del mondo: il drago Bahamut. Una bestia incontrollabile il cui unico desiderio è quello di causare la distruzione; la sua malvagità non ha confini, tanto che viene temuto sia dalle creature divine che da quelle demoniache.
Un giorno un gruppo di demoni ribelli, assetati di potere, risveglia il drago nel tentativo di farselo alleato.
I personaggi, oltre all'apparato tecnico, sono forse una delle cose meglio riuscite nell'anime, raggiungendo dei livelli ottimi e molto validi.
Uno dei migliori personaggi (e forse anche il più simpatico) è Favaro: un antieroe dalle azioni imprevedibili che non sta né dalla parte del bene né dalla parte del male; un uomo libero che pensa solo al proprio interesse personale. E' curioso vedere la sua evoluzione all'interno dell'opera, agevolata da emozioni e sentimenti che cambieranno in parte il suo carattere. In sintesi Favaro risulta un personaggio realmente "umano".
Un altro personaggio degno di nota è sicuramente Kaisar: miglior amico/rivale di Favaro sin dall'infanzia, i suoi comportamenti rispecchiano le virtù cavalleresche di fedeltà, giustizia e lealtà. Come un cavaliere vero e proprio, il suo primo dovere è quello di mantenere sempre la parola data. Il suo "odio" per Favaro è giustificato grazie all'approfondimento sul suo passato in relazione al tradimento dell'amico.
Amira, ragazza-demone e ultima dei tre protagonisti, è colei che lega il filo del destino dei due amici. Anche se il suo carattere è molto infantile, spesso riesce a dimostrare femminilità, e pian piano compie un viaggio di maturazione, grazie all'aiuto di Favaro che le farà conoscere i segreti di un mondo a lei sconosciuto.
I rimanenti personaggi risultano nella media, ma rimangono comunque notevoli e mai incoerenti.
Il character design è veramente ottimo. I visi hanno tratti quasi "occidentali" e presentano un numero di dettagli sopra la media. Unico punto a sfavore sono i capelli ricci di Favaro, che sembrano cotonati e attaccati con la colla.
L'apparato tecnico, come detto prima, è superbo e non merita tanti commenti. Basti solo sapere che le battaglie dove più personaggi/comparse combattono sono rese quasi a livello cinematografico e risultano molto coinvolgenti.
Con qualche personaggio migliore in più e/o una storia meno velocizzata poteva raggiungere anche il 10. Un'opera che va sicuramente vista.
La storia non è certamente uno dei suoi punti a favore, dato che appare come un qualcosa di già visto, ma al contempo riesce a incuriosire lo spettatore con alcuni colpi di scena inaspettati; basti solo sapere che essa tratta di un mondo alternativo dove, oltre alla presenza degli uomini, esistono anche Dei e Demoni. Queste due fazioni, 2000 anni prima dell'ambientazione della storia, si allearono per rinchiudere uno dei mali più grandi del mondo: il drago Bahamut. Una bestia incontrollabile il cui unico desiderio è quello di causare la distruzione; la sua malvagità non ha confini, tanto che viene temuto sia dalle creature divine che da quelle demoniache.
Un giorno un gruppo di demoni ribelli, assetati di potere, risveglia il drago nel tentativo di farselo alleato.
I personaggi, oltre all'apparato tecnico, sono forse una delle cose meglio riuscite nell'anime, raggiungendo dei livelli ottimi e molto validi.
Uno dei migliori personaggi (e forse anche il più simpatico) è Favaro: un antieroe dalle azioni imprevedibili che non sta né dalla parte del bene né dalla parte del male; un uomo libero che pensa solo al proprio interesse personale. E' curioso vedere la sua evoluzione all'interno dell'opera, agevolata da emozioni e sentimenti che cambieranno in parte il suo carattere. In sintesi Favaro risulta un personaggio realmente "umano".
Un altro personaggio degno di nota è sicuramente Kaisar: miglior amico/rivale di Favaro sin dall'infanzia, i suoi comportamenti rispecchiano le virtù cavalleresche di fedeltà, giustizia e lealtà. Come un cavaliere vero e proprio, il suo primo dovere è quello di mantenere sempre la parola data. Il suo "odio" per Favaro è giustificato grazie all'approfondimento sul suo passato in relazione al tradimento dell'amico.
Amira, ragazza-demone e ultima dei tre protagonisti, è colei che lega il filo del destino dei due amici. Anche se il suo carattere è molto infantile, spesso riesce a dimostrare femminilità, e pian piano compie un viaggio di maturazione, grazie all'aiuto di Favaro che le farà conoscere i segreti di un mondo a lei sconosciuto.
I rimanenti personaggi risultano nella media, ma rimangono comunque notevoli e mai incoerenti.
Il character design è veramente ottimo. I visi hanno tratti quasi "occidentali" e presentano un numero di dettagli sopra la media. Unico punto a sfavore sono i capelli ricci di Favaro, che sembrano cotonati e attaccati con la colla.
L'apparato tecnico, come detto prima, è superbo e non merita tanti commenti. Basti solo sapere che le battaglie dove più personaggi/comparse combattono sono rese quasi a livello cinematografico e risultano molto coinvolgenti.
Con qualche personaggio migliore in più e/o una storia meno velocizzata poteva raggiungere anche il 10. Un'opera che va sicuramente vista.
"Shingeki no Bahamut: Genesis" è un anime del 2014, costituito da dodici episodi di durata canonica e ispirato al card battle game "Shingeki no Bahamut" ("Rage of Bahamut", in inglese), sviluppato e pubblicato da Cygames.
La storia, ambientata nel magico mondo di Mistarcia, vede come protagonisti principali due giovani e gagliardi cacciatori di taglie: Favaro Leone e Kaisar Lidfard. Mentre il primo è un simpatico mascalzone, il secondo sembra possedere una sorta di orgoglio cavalleresco e, per un non meglio specificato motivo legato al loro passato, tra i due esiste un evidente rancore, che porta Kaisar a dare perennemente la caccia al suo rivale. Favaro si ritrova successivamente legato a una ragazza, Amira, che lo costringe ad accompagnarla, in veste di guida, in un pericoloso viaggio per raggiungere la di lei madre. Favaro, con Kaisar sempre alle calcagna, rimane così coinvolto in un'epica avventura, attraversando terre popolate da mostri, Demoni, Dei e uomini, su cui incombe la minaccia del risveglio del Bahamut, un enorme, invincibile drago che, duemila anni prima, aveva devastato il mondo con la propria furia distruttiva.
Dal punto di vista del genere di appartenenza, "Shingeki no Bahamut: Genesis" si rivela un'opera eccezionalmente vasta e articolata: si passa con disinvoltura dal drammatico all'horror, dal sovrannaturale al piratesco, il tutto arricchito dall'influenza della mitologia cristiana e greca e dall'inserimento di personaggi storici, rivisitati in chiave epico-fantastica. Nonostante l'elevato rischio di realizzare un indigesto polpettone, incapace di soffermarsi e sviluppare in maniera soddisfacente ciascuno di questi aspetti, questa serie riesce ad amalgamare senza problemi tutte le proprie sfumature, costruendo, episodio dopo episodio, un insieme organico e sempre sorprendente.
Partito come un anime dai toni piuttosto scanzonati, col passare del tempo "Shingeki no Bahamut: Genesis" si evolve in maniera via via più intrigante, senza però rinunciare all'ironia di fondo.
I personaggi, protagonisti e antagonisti, principali e secondari, sono interessanti e affascinanti: a volte sarcastici, a volte ingenui, altre volte ancora scaltri, colpevoli o innocenti, spietati o generosi, ma comunque sempre ben caratterizzati.
Particolare attenzione è riservata al trio Favaro, Kaisar e Amira, i cui rapporti sono costruiti con intelligenza, magari non originalissimi, ma mai scontati, e le cui personalità sono complesse e intriganti. Ad essi sono anche dedicati degli importanti flashback, utili per approfondirne al meglio le motivazioni e le emozioni. Ho apprezzato soprattutto il legame di rivalità tra i due cacciatori di taglie: si affrontano, si riappacificano, si scontrano nuovamente, si aiutano e, se se ne presenta l'occasione, cercano di uccidersi a vicenda. Eppure, nonostante tutto, è impossibile non notare la profonda amicizia che li lega e la stima reciproca.
Anche la relazione tra Favaro e Amira, dapprima legata al puro raggiungimento reciproco di un vantaggio personale, diventa col tempo sempre più intensa e umana.
I personaggi di minor rilievo, seppur meno approfonditi psicologicamente, rivestono ruoli determinanti ai fini della trama e risultano sempre completi e credibili, sia come alleati dei protagonisti, sia come nemici, autenticamente malvagi, infidi e pieni di risorse. L'appartenenza a una di queste categorie, tra l'altro, non è nemmeno facilmente intuibile, continuamente rimescolata da tradimenti e inganni.
Il design dei personaggi è sempre molto curato e ricco di dettagli, anche per quanto riguardo il vestiario, sia civile che militare. Atipico e originale è l'aspetto di Favaro e Kaisar, decisamente poco aitanti, ad un primo sguardo: il primo porta un vistoso afro fulvo, mentre il secondo ostenta un'improbabile pettinatura pompadour. Inoltre, buona parte dei personaggi maschili è provvisto di lunghe ciglia e labbra carnose, il che dona loro un look vagamente androgino, più evidente in alcuni e meno in altri. Le donne, invece, sono tendenzialmente molto graziose, Amira su tutte (meravigliosa), resa ancora più adorabile dai propri atteggiamenti spesso infantili. I volti, poi, sono sempre straordinariamente espressivi.
Notevoli anche le varie creature fantastiche cui i protagonisti vanno incontro nel corso delle puntate, anche se alcune di esse sono realizzate con una CG che salta troppo all'occhio e risulta un po' sgradevole.
Le ambientazioni di carattere medievale sono molto suggestive e ampiamente particolareggiate e regalano imponenti fortezze, confortevoli locande, cupi villaggi immersi nella foresta, le splendide e lucenti residenze degli angeli e quelle grottesche e pulsanti dei demoni. Si passa da luoghi oscuri e tenebrosi ad altri caratterizzati da colori decisamente più luminosi e brillanti.
Le animazioni sono fluide e dinamiche, il che rende le frequenti scene d'azione coinvolgenti e avvincenti, oltre che ottimamente girate.
La colonna sonora costituisce indubbiamente uno dei punti di forza di questo anime: all'opening, dall'energico e duro sound metallico, si contrappone un'ending dolce e rilassante; entrambe le sigle sono molto belle anche dal punto di vista grafico. Durante i vari episodi, è possibile ascoltare, a seconda delle circostanze, brani solenni, epici e altri dalle inconfondibili sonorità latine, resi alla perfezione da amabili schitarrate acustiche.
Tirando le somme, "Shingeki no Bahamut: Genesis" trova il proprio difetto principale in una trama di base non esattamente originale, che vede un gruppo di "eroi" impegnati in un viaggio/missione che li porterà a visitare località estremamente varie e d impedire il ritorno di un mostro dalla forza e le dimensioni titaniche, rimasto fino a quel momento sigillato. Questo presunto elemento negativo, tuttavia, passa in secondo piano di fronte all'estrema simpatia e al carisma dei protagonisti, assolutamente irresistibili, a una componente tecnica di primo livello e a una storia con degli sviluppi sempre inaspettati, delle rivelazioni sconvolgenti e dei momenti a dir poco emozionanti e commoventi (alcuni quasi strazianti). Complessivamente, si tratta di una serie semplicemente splendida, che non annoia mai e che si è rivelata, almeno per il sottoscritto, una grandiosa sorpresa, oltre che uno degli anime più validi della stagione.
La storia, ambientata nel magico mondo di Mistarcia, vede come protagonisti principali due giovani e gagliardi cacciatori di taglie: Favaro Leone e Kaisar Lidfard. Mentre il primo è un simpatico mascalzone, il secondo sembra possedere una sorta di orgoglio cavalleresco e, per un non meglio specificato motivo legato al loro passato, tra i due esiste un evidente rancore, che porta Kaisar a dare perennemente la caccia al suo rivale. Favaro si ritrova successivamente legato a una ragazza, Amira, che lo costringe ad accompagnarla, in veste di guida, in un pericoloso viaggio per raggiungere la di lei madre. Favaro, con Kaisar sempre alle calcagna, rimane così coinvolto in un'epica avventura, attraversando terre popolate da mostri, Demoni, Dei e uomini, su cui incombe la minaccia del risveglio del Bahamut, un enorme, invincibile drago che, duemila anni prima, aveva devastato il mondo con la propria furia distruttiva.
Dal punto di vista del genere di appartenenza, "Shingeki no Bahamut: Genesis" si rivela un'opera eccezionalmente vasta e articolata: si passa con disinvoltura dal drammatico all'horror, dal sovrannaturale al piratesco, il tutto arricchito dall'influenza della mitologia cristiana e greca e dall'inserimento di personaggi storici, rivisitati in chiave epico-fantastica. Nonostante l'elevato rischio di realizzare un indigesto polpettone, incapace di soffermarsi e sviluppare in maniera soddisfacente ciascuno di questi aspetti, questa serie riesce ad amalgamare senza problemi tutte le proprie sfumature, costruendo, episodio dopo episodio, un insieme organico e sempre sorprendente.
Partito come un anime dai toni piuttosto scanzonati, col passare del tempo "Shingeki no Bahamut: Genesis" si evolve in maniera via via più intrigante, senza però rinunciare all'ironia di fondo.
I personaggi, protagonisti e antagonisti, principali e secondari, sono interessanti e affascinanti: a volte sarcastici, a volte ingenui, altre volte ancora scaltri, colpevoli o innocenti, spietati o generosi, ma comunque sempre ben caratterizzati.
Particolare attenzione è riservata al trio Favaro, Kaisar e Amira, i cui rapporti sono costruiti con intelligenza, magari non originalissimi, ma mai scontati, e le cui personalità sono complesse e intriganti. Ad essi sono anche dedicati degli importanti flashback, utili per approfondirne al meglio le motivazioni e le emozioni. Ho apprezzato soprattutto il legame di rivalità tra i due cacciatori di taglie: si affrontano, si riappacificano, si scontrano nuovamente, si aiutano e, se se ne presenta l'occasione, cercano di uccidersi a vicenda. Eppure, nonostante tutto, è impossibile non notare la profonda amicizia che li lega e la stima reciproca.
Anche la relazione tra Favaro e Amira, dapprima legata al puro raggiungimento reciproco di un vantaggio personale, diventa col tempo sempre più intensa e umana.
I personaggi di minor rilievo, seppur meno approfonditi psicologicamente, rivestono ruoli determinanti ai fini della trama e risultano sempre completi e credibili, sia come alleati dei protagonisti, sia come nemici, autenticamente malvagi, infidi e pieni di risorse. L'appartenenza a una di queste categorie, tra l'altro, non è nemmeno facilmente intuibile, continuamente rimescolata da tradimenti e inganni.
Il design dei personaggi è sempre molto curato e ricco di dettagli, anche per quanto riguardo il vestiario, sia civile che militare. Atipico e originale è l'aspetto di Favaro e Kaisar, decisamente poco aitanti, ad un primo sguardo: il primo porta un vistoso afro fulvo, mentre il secondo ostenta un'improbabile pettinatura pompadour. Inoltre, buona parte dei personaggi maschili è provvisto di lunghe ciglia e labbra carnose, il che dona loro un look vagamente androgino, più evidente in alcuni e meno in altri. Le donne, invece, sono tendenzialmente molto graziose, Amira su tutte (meravigliosa), resa ancora più adorabile dai propri atteggiamenti spesso infantili. I volti, poi, sono sempre straordinariamente espressivi.
Notevoli anche le varie creature fantastiche cui i protagonisti vanno incontro nel corso delle puntate, anche se alcune di esse sono realizzate con una CG che salta troppo all'occhio e risulta un po' sgradevole.
Le ambientazioni di carattere medievale sono molto suggestive e ampiamente particolareggiate e regalano imponenti fortezze, confortevoli locande, cupi villaggi immersi nella foresta, le splendide e lucenti residenze degli angeli e quelle grottesche e pulsanti dei demoni. Si passa da luoghi oscuri e tenebrosi ad altri caratterizzati da colori decisamente più luminosi e brillanti.
Le animazioni sono fluide e dinamiche, il che rende le frequenti scene d'azione coinvolgenti e avvincenti, oltre che ottimamente girate.
La colonna sonora costituisce indubbiamente uno dei punti di forza di questo anime: all'opening, dall'energico e duro sound metallico, si contrappone un'ending dolce e rilassante; entrambe le sigle sono molto belle anche dal punto di vista grafico. Durante i vari episodi, è possibile ascoltare, a seconda delle circostanze, brani solenni, epici e altri dalle inconfondibili sonorità latine, resi alla perfezione da amabili schitarrate acustiche.
Tirando le somme, "Shingeki no Bahamut: Genesis" trova il proprio difetto principale in una trama di base non esattamente originale, che vede un gruppo di "eroi" impegnati in un viaggio/missione che li porterà a visitare località estremamente varie e d impedire il ritorno di un mostro dalla forza e le dimensioni titaniche, rimasto fino a quel momento sigillato. Questo presunto elemento negativo, tuttavia, passa in secondo piano di fronte all'estrema simpatia e al carisma dei protagonisti, assolutamente irresistibili, a una componente tecnica di primo livello e a una storia con degli sviluppi sempre inaspettati, delle rivelazioni sconvolgenti e dei momenti a dir poco emozionanti e commoventi (alcuni quasi strazianti). Complessivamente, si tratta di una serie semplicemente splendida, che non annoia mai e che si è rivelata, almeno per il sottoscritto, una grandiosa sorpresa, oltre che uno degli anime più validi della stagione.