Koneko no Studio
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione
È il cortometraggio sequel di "Kaneko no Rakugaki": il piccolo amico Kaneko (o Kitten, se preferite la traduzione inglese) e i suoi amici topolini si dedicano al cinema, segno che non hanno abbandonato il loro sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo. Quindi, decidono di girare un film sui samurai. Purtroppo non riescono a fare subito buona la prima, succedono dei disastri. Di conseguenza, Kitten ha l'idea di automatizzare le riprese, costruendo un macchinario in grado di produrre degli automi e robot per la propria pellicola. Sfortunatamente, i due topolini, che vengono licenziati, decidono per ripicca di manomettere il macchinario: la situazione sfugge al controllo dei due topolini, dei quali il macchinario produce numerose copie tutte impazzite. I tre amici sono costretti a mettere da parte le proprie divergenze, per riportare un minimo di normalità in seno allo studio. Alla fine, Kitten crea una copia di sé stesso, e questa riesce a risolvere il problema. Alla fine, Kitten lascia il controllo dello studio alla propria copia robotica.
Grafica, audio e personaggi
La grafica è passata dal bianco e nero al colore, per dare una sorta di vivacità e simboleggiare il fatto che Kaneko ha realizzato il suo grande sogno di diventare un artista, oltre il fatto che qui la sua fantasia prende piede e si manifesta in tutto il suo potenziale. Viene introdotto il dialogo, assente nel cortometraggio precedente, come a comunicare che Kaneko può finalmente esprimere la propria opinione e il proprio punto di vista, ora che non c'è la figura autoritaria e imponente del maestro o padre che lo ammoniva per le sue bravate. I personaggi sono sempre semplici e divertenti, ripresi sicuramente da "Tom & Jerry" di Hanna & Barbera, di cui sono una caricatura. Essi hanno mantenuto quella loro verve comica e la riproducono fedelmente anche qui. La colonna sonora è un mix di musica tradizionale giapponese, ritmi latino americani e anche musica classica tradizionale europea, segno della ricerca di inclusività, per dimenticare e lasciarsi dietro gli orrori della guerra.
Messaggi
Questo cortometraggio vuole essere una sorta di anticipazione di quello che è il nostro mondo attuale, dove ormai si sta passando sempre di più all'automazione robotica e anche intelligenza artificiale, per quanto concerne anche il settore dello spettacolo. Tuttavia, la vicenda mette anche in guardia da un eccessivo uso della tecnologia, poiché potrebbe rivelarsi pericolosa, per il fatto che assumerebbe il controllo in ogni ambito della nostra vita, e quindi gli autori/maestri Otsuka e Masaoka in un certo senso anticipano poi altri grandi maestri che da loro traggono ispirazione, come Miyazaki e Takahata, per la realizzazione dei loro grandi capolavori.
Giudizio finale
Questo piccolo capolavoro dimostra di essere all'altezza di quello precedente e ne replica il successo, ponendo dei temi già più avanzati per il pubblico dell'epoca, che cercava pace e tranquillità, nonché svago. Ma i nostri produttori e autori conoscono il loro mestiere e sanno che l'arte svolge una duplice funzione, ovvero "educere et delectare", e quindi pongono una sfida di autoriflessione allo spettatore e lo mettono nella posizione di dover riflettere sul futuro che avanza lento, ma inesorabile.
Voto: 8,5
Introduzione
È il cortometraggio sequel di "Kaneko no Rakugaki": il piccolo amico Kaneko (o Kitten, se preferite la traduzione inglese) e i suoi amici topolini si dedicano al cinema, segno che non hanno abbandonato il loro sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo. Quindi, decidono di girare un film sui samurai. Purtroppo non riescono a fare subito buona la prima, succedono dei disastri. Di conseguenza, Kitten ha l'idea di automatizzare le riprese, costruendo un macchinario in grado di produrre degli automi e robot per la propria pellicola. Sfortunatamente, i due topolini, che vengono licenziati, decidono per ripicca di manomettere il macchinario: la situazione sfugge al controllo dei due topolini, dei quali il macchinario produce numerose copie tutte impazzite. I tre amici sono costretti a mettere da parte le proprie divergenze, per riportare un minimo di normalità in seno allo studio. Alla fine, Kitten crea una copia di sé stesso, e questa riesce a risolvere il problema. Alla fine, Kitten lascia il controllo dello studio alla propria copia robotica.
Grafica, audio e personaggi
La grafica è passata dal bianco e nero al colore, per dare una sorta di vivacità e simboleggiare il fatto che Kaneko ha realizzato il suo grande sogno di diventare un artista, oltre il fatto che qui la sua fantasia prende piede e si manifesta in tutto il suo potenziale. Viene introdotto il dialogo, assente nel cortometraggio precedente, come a comunicare che Kaneko può finalmente esprimere la propria opinione e il proprio punto di vista, ora che non c'è la figura autoritaria e imponente del maestro o padre che lo ammoniva per le sue bravate. I personaggi sono sempre semplici e divertenti, ripresi sicuramente da "Tom & Jerry" di Hanna & Barbera, di cui sono una caricatura. Essi hanno mantenuto quella loro verve comica e la riproducono fedelmente anche qui. La colonna sonora è un mix di musica tradizionale giapponese, ritmi latino americani e anche musica classica tradizionale europea, segno della ricerca di inclusività, per dimenticare e lasciarsi dietro gli orrori della guerra.
Messaggi
Questo cortometraggio vuole essere una sorta di anticipazione di quello che è il nostro mondo attuale, dove ormai si sta passando sempre di più all'automazione robotica e anche intelligenza artificiale, per quanto concerne anche il settore dello spettacolo. Tuttavia, la vicenda mette anche in guardia da un eccessivo uso della tecnologia, poiché potrebbe rivelarsi pericolosa, per il fatto che assumerebbe il controllo in ogni ambito della nostra vita, e quindi gli autori/maestri Otsuka e Masaoka in un certo senso anticipano poi altri grandi maestri che da loro traggono ispirazione, come Miyazaki e Takahata, per la realizzazione dei loro grandi capolavori.
Giudizio finale
Questo piccolo capolavoro dimostra di essere all'altezza di quello precedente e ne replica il successo, ponendo dei temi già più avanzati per il pubblico dell'epoca, che cercava pace e tranquillità, nonché svago. Ma i nostri produttori e autori conoscono il loro mestiere e sanno che l'arte svolge una duplice funzione, ovvero "educere et delectare", e quindi pongono una sfida di autoriflessione allo spettatore e lo mettono nella posizione di dover riflettere sul futuro che avanza lento, ma inesorabile.
Voto: 8,5