Shakugan no Shana
Un'opera che mi sento di definire estremamente media e gestita abbastanza maluccio.
"Shakugan no Shana", anime del lontano 2005, si apre con Sakai Yuuji, un semplice studente, che viene coinvolto in un attacco di un mostro ultraterreno che divora essenze vitali umane: un Tomogara. Proprio quando il giovane sta per soccombere, a salvarlo giunge una ragazza in cappotto nero e armata di katana, la quale non ha un nome. Ella è una "Flame Haze", ossia una sorta di esorcista che si occupa di uccidere i Tomogara che turbano l'equilibrio del mondo e installare dei Torch al posto delle loro vittime, ossia degli spiriti che prenderanno temporaneamente il posto della persona uccisa, in modo da "far spegnere la loro vita gradualmente invece che bruscamente", o tale perdita comporterà un'alterazione dell'equilibrio del mondo. Dopo la battaglia, Yuuji scoprirà con orrore che anche lui è Torch, e il destino di tale essere è quello di venir cancellato completamente dalla memoria del mondo e delle persone una volta sparito.
L'antefatto e l'inizio di trama ci vengono presentati molto bene, e il tutto sembra un buon connubio fra uno shonen di combattimento e un anime sentimentale, combinazione che io amo alla follia... ma purtroppo però fallisce nel suo intento. Il difetto principale dell'anime è stato proprio questo: non è riuscito a far collimare i due generi in una maniera soddisfacente, a differenza di ottimi anime di questo genere come "Tokyo Ravens", "Kyokai no Kanata" oppure "Fate/Stay Night". Le scene di combattimento sono solamente sufficienti e non si vanno a incastrare bene con quelle romantiche, le quali sono buone, colpa anche dei personaggi davvero statici nel complesso e della insopportabile lentezza della trama. C'è addirittura un'inutilissima puntata di fanservice in piscina che ha completamente castrato le tempistiche, e questa cosa l'ho odiata particolarmente.
Ritornando ai personaggi... sono tutti stereotipati e un po' piatti, fatta eccezione per Yoshida, l'unica che ha un buon cambiamento. Simpatici Margery Dew e i suoi due galoppini, e un plauso a Marcosias, il quale è stato l'unico personaggio a farmi ridere di gusto.
Purtroppo, i protagonisti principali Yuji e Shana davvero non riescono a imporsi in maniera convincente. Shana ci riesce forse un pochino di più grazie alle puntate flashback sul suo passato e grazie al fatto che è una delle tsundere di Rie Kugimiya fra le meno moleste, quindi più sopportabili.
I cattivi sono incredibilmente piatti, e quelli più interessanti sono abbastanza assenti.
Prendendo tutto in considerazione, il lato trama e personaggi è un insieme che spazia dal mediocre all'ok. Parte molto lento, con una parte centrale lenta come un ubriaco che cerca di muoversi, e una parte finale che si riprende un po', ma non riesce mai davvero ad essere convincente.
Il lato tenico... ok, capisco che è una serie vecchia del 2005, ma nello stesso periodo c'era "Fate/Stay Night", che è riuscito a fare meglio su praticamente ogni fronte. Nonostante mi piaccia molto l'effetto di "scintille di fuoco" proveniente dai capelli di Shana e mi piaccia il personaggio di Margery, il character design è davvero blando e generico, soprattutto per quanto riguarda i personaggi principali. I colori delle ambientazioni sono buoni nel sottolineare l'alone ultraterreno degli scontri e dei Tomogara, ma nulla più. Le musiche sono decenti, così come pure le opening e le ending.
Che dire? È un anime che avevo in lista da lungo tempo, ma che per questa prima serie è stato un po' deludente, visto che non è riuscito proprio a fare un sapiente uso dei combattimenti shonen uniti all'elemento sentimentale e romantico. Mi auguro che nelle serie successive migliori, perché ora come ora non andiamo oltre il poco più di una sufficienza.
"Shakugan no Shana", anime del lontano 2005, si apre con Sakai Yuuji, un semplice studente, che viene coinvolto in un attacco di un mostro ultraterreno che divora essenze vitali umane: un Tomogara. Proprio quando il giovane sta per soccombere, a salvarlo giunge una ragazza in cappotto nero e armata di katana, la quale non ha un nome. Ella è una "Flame Haze", ossia una sorta di esorcista che si occupa di uccidere i Tomogara che turbano l'equilibrio del mondo e installare dei Torch al posto delle loro vittime, ossia degli spiriti che prenderanno temporaneamente il posto della persona uccisa, in modo da "far spegnere la loro vita gradualmente invece che bruscamente", o tale perdita comporterà un'alterazione dell'equilibrio del mondo. Dopo la battaglia, Yuuji scoprirà con orrore che anche lui è Torch, e il destino di tale essere è quello di venir cancellato completamente dalla memoria del mondo e delle persone una volta sparito.
L'antefatto e l'inizio di trama ci vengono presentati molto bene, e il tutto sembra un buon connubio fra uno shonen di combattimento e un anime sentimentale, combinazione che io amo alla follia... ma purtroppo però fallisce nel suo intento. Il difetto principale dell'anime è stato proprio questo: non è riuscito a far collimare i due generi in una maniera soddisfacente, a differenza di ottimi anime di questo genere come "Tokyo Ravens", "Kyokai no Kanata" oppure "Fate/Stay Night". Le scene di combattimento sono solamente sufficienti e non si vanno a incastrare bene con quelle romantiche, le quali sono buone, colpa anche dei personaggi davvero statici nel complesso e della insopportabile lentezza della trama. C'è addirittura un'inutilissima puntata di fanservice in piscina che ha completamente castrato le tempistiche, e questa cosa l'ho odiata particolarmente.
Ritornando ai personaggi... sono tutti stereotipati e un po' piatti, fatta eccezione per Yoshida, l'unica che ha un buon cambiamento. Simpatici Margery Dew e i suoi due galoppini, e un plauso a Marcosias, il quale è stato l'unico personaggio a farmi ridere di gusto.
Purtroppo, i protagonisti principali Yuji e Shana davvero non riescono a imporsi in maniera convincente. Shana ci riesce forse un pochino di più grazie alle puntate flashback sul suo passato e grazie al fatto che è una delle tsundere di Rie Kugimiya fra le meno moleste, quindi più sopportabili.
I cattivi sono incredibilmente piatti, e quelli più interessanti sono abbastanza assenti.
Prendendo tutto in considerazione, il lato trama e personaggi è un insieme che spazia dal mediocre all'ok. Parte molto lento, con una parte centrale lenta come un ubriaco che cerca di muoversi, e una parte finale che si riprende un po', ma non riesce mai davvero ad essere convincente.
Il lato tenico... ok, capisco che è una serie vecchia del 2005, ma nello stesso periodo c'era "Fate/Stay Night", che è riuscito a fare meglio su praticamente ogni fronte. Nonostante mi piaccia molto l'effetto di "scintille di fuoco" proveniente dai capelli di Shana e mi piaccia il personaggio di Margery, il character design è davvero blando e generico, soprattutto per quanto riguarda i personaggi principali. I colori delle ambientazioni sono buoni nel sottolineare l'alone ultraterreno degli scontri e dei Tomogara, ma nulla più. Le musiche sono decenti, così come pure le opening e le ending.
Che dire? È un anime che avevo in lista da lungo tempo, ma che per questa prima serie è stato un po' deludente, visto che non è riuscito proprio a fare un sapiente uso dei combattimenti shonen uniti all'elemento sentimentale e romantico. Mi auguro che nelle serie successive migliori, perché ora come ora non andiamo oltre il poco più di una sufficienza.
"Shakugan no Shana", letteralmente tradotto "Shana dagli occhi ardenti", è una serie anime composta da ventiquattro episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel di Yashichiro Takahashi e prodotta dal J.C. STAFF.
Sakai Yuuji è apparentemente un normale ragazzo che sta iniziando a frequentare il liceo, quando a un tratto un misterioso essere gigantesco lo attacca. Incredulo e indifeso, il povero sfortunato viene salvato da una piccola ragazzina dai capelli rossi armata di spada. In quel momento Yuuji scopre un mondo completamente nuovo, un mondo popolato da "Guze no Tomogara", entità che mirano ad accumulare potere per i proprio scopi personali, "Flame Haze", guerrieri che hanno il compito di combatterli per mantenere il mondo in equilibrio, "Torch", "Mystes" e altri ancora...
La trama si sviluppa decisamente bene, parte col botto trascinando lo spettatore in un mondo nuovo e affascinante, ricco di misteri e di poteri sconosciuti, il tutto in maniera un po' confusionaria ma comprensibile. Inizialmente non sarà semplice ricordare i nomi e le funzioni dei vari personaggi, ma col passare delle puntate il tutto verrà assimilato in maniera naturale, grazie anche a delle costanti ripetizioni dei concetti fondamentali. Il risultato è quello di un'ambientazione originale e intrigante che non potrà lasciare indifferenti, e che garantirà la possibilità di ampliare notevolmente la trama.
"Shakugan no Shana" è un fantasy, ma è anche un'opera sentimentale. Il rapporto fra Yuuji e Shana verrà approfondito notevolmente, e non mancherà ovviamente l'elemento di disturbo, ovvero la compagna di classe innamorata del fortunato ragazzo. In questa prima stagione l'attenzione viene equamente bilanciata fra azione e sentimenti, costruendo un mix efficace.
I personaggi sono molti, e godono di una discreta caratterizzazione; inizialmente affezionarvisi sarà più difficile del previsto, ma col proseguire delle puntate la questione cambierà drasticamente.
La sfortuna più grande di "Shakugan no Shana" è quella di essere stata prodotta nell'ormai lontano 2005. Il comparto tecnico, che per quel tempo è probabilmente ottimo, risulta al giorno d'oggi appena sufficiente. In un'opera nella quale combattimenti e mazzate varie costituiscono l'elemento principale, la grafica assume una funzione importante.
Il design dei personaggi è buono, le animazioni sono sufficientemente fluide, gli effetti speciali nulla di eccezionale, e i fondali scarsamente dettagliati. Il comparto sonoro si difende bene, ottime le OST, e in particolare opening ed ending. Il doppiaggio è eccelso.
Il finale ovviamente non conclude la storia, due successive stagioni e un film sono già stati prodotti.
In conclusione, "Shakugan no Shana" si è rivelato essere un più che discreto prodotto fantasy, ricco di tutti gli elementi che permettono al genere stesso di funzionare correttamente.
Vivamente consigliato agli amanti del genere. Nel complesso un sette e mezzo.
Sakai Yuuji è apparentemente un normale ragazzo che sta iniziando a frequentare il liceo, quando a un tratto un misterioso essere gigantesco lo attacca. Incredulo e indifeso, il povero sfortunato viene salvato da una piccola ragazzina dai capelli rossi armata di spada. In quel momento Yuuji scopre un mondo completamente nuovo, un mondo popolato da "Guze no Tomogara", entità che mirano ad accumulare potere per i proprio scopi personali, "Flame Haze", guerrieri che hanno il compito di combatterli per mantenere il mondo in equilibrio, "Torch", "Mystes" e altri ancora...
La trama si sviluppa decisamente bene, parte col botto trascinando lo spettatore in un mondo nuovo e affascinante, ricco di misteri e di poteri sconosciuti, il tutto in maniera un po' confusionaria ma comprensibile. Inizialmente non sarà semplice ricordare i nomi e le funzioni dei vari personaggi, ma col passare delle puntate il tutto verrà assimilato in maniera naturale, grazie anche a delle costanti ripetizioni dei concetti fondamentali. Il risultato è quello di un'ambientazione originale e intrigante che non potrà lasciare indifferenti, e che garantirà la possibilità di ampliare notevolmente la trama.
"Shakugan no Shana" è un fantasy, ma è anche un'opera sentimentale. Il rapporto fra Yuuji e Shana verrà approfondito notevolmente, e non mancherà ovviamente l'elemento di disturbo, ovvero la compagna di classe innamorata del fortunato ragazzo. In questa prima stagione l'attenzione viene equamente bilanciata fra azione e sentimenti, costruendo un mix efficace.
I personaggi sono molti, e godono di una discreta caratterizzazione; inizialmente affezionarvisi sarà più difficile del previsto, ma col proseguire delle puntate la questione cambierà drasticamente.
La sfortuna più grande di "Shakugan no Shana" è quella di essere stata prodotta nell'ormai lontano 2005. Il comparto tecnico, che per quel tempo è probabilmente ottimo, risulta al giorno d'oggi appena sufficiente. In un'opera nella quale combattimenti e mazzate varie costituiscono l'elemento principale, la grafica assume una funzione importante.
Il design dei personaggi è buono, le animazioni sono sufficientemente fluide, gli effetti speciali nulla di eccezionale, e i fondali scarsamente dettagliati. Il comparto sonoro si difende bene, ottime le OST, e in particolare opening ed ending. Il doppiaggio è eccelso.
Il finale ovviamente non conclude la storia, due successive stagioni e un film sono già stati prodotti.
In conclusione, "Shakugan no Shana" si è rivelato essere un più che discreto prodotto fantasy, ricco di tutti gli elementi che permettono al genere stesso di funzionare correttamente.
Vivamente consigliato agli amanti del genere. Nel complesso un sette e mezzo.
Sono arrivato su questa serie con un ritardo di ben dieci anni (in quanto uscita nel 2005), e forse mi aspettavo fin troppo da un anime che ha visto la realizzazione di ben tre serie animate. Le mie aspettative sono state deluse, ma, comunque, reputo tale opera sufficiente. Ventiquattro episodi appassionanti, che tentano di conquistare lo spettatore sia con l'azione e il fascino del fantasy sia con una bella dose di sentimentalismo.
I protagonisti dovranno infatti combattere mostri stravaganti e pericolosi, ma anche affrontare le altrettanto critiche questioni di cuore che caratterizzano un po' tutti gli adolescenti.
L'esordio della vicenda è senza dubbio emozionante. Yuuji, il protagonista, si ritrova, in un normale pomeriggio, a camminare per negozi con una sua compagna di classe, Hirai. Questa gli svela di essere innamorata del migliore amico di Yuuji, ma, purtroppo, non avrà il tempo necessario per coltivare questo suo amore. Improvvisamente compare un demone dalle sembianze grottesche. Questo erge una sorta di barriera, che paralizza tutti gli umani tranne il povero Yuuji, e, indisturbato, incomincia a divorarne l'anima. Cosa potrà mai fare il nostro protagonista se non guardare imbambolato quella scena surreale? Il mostro sembra essere fin troppo forte per un misero ragazzo, soprattutto se questo pare stravolto dal terrore. Ma ecco che, di colpo, appare una piccola fanciulla dai capelli vermigli e dagli occhi di fuoco. Impugna una katana fiammeggiante e, con questa, uccide il nemico. Tutto risolto dunque? Non proprio, visto l'incredibile numero di vittime, tra cui la stessa Hirai. La ragazza dai capelli rossi non sembra per nulla sconvolta. Spezza la barriera e, allo stesso tempo, crea dei sosia che vanno a sostituirsi alle persone scomparse. Mere bambole, pronte a spegnersi, costruite appositamente per non sconvolgere l'equilibrio del mondo. Una volta esaurita la fiammella vitale dentro essi, questi scompariranno dalle memorie dei viventi e svaniranno nel nulla. Yuuji è inorridito, ma quella giornata è ancora lunga dal concludersi. Infatti la sua salvatrice gli rivelerà con implacabile calma un notizia sconvolgente: lo stesso Yuuji non è altro che un sostituto. Il suo vero essere è già morto da tempo.
Inizio la mia analisi proprio dai protagonisti. Il numero di questi ultimi aumenta puntata dopo puntata, ma non sempre la quantità si accosta bene alla qualità. Le due figure principali sono sicuramente Yuuji e Shana, e già questi non sono riusciti a colpirmi più di tanto. Tutti gli altri, di conseguenza, non costituiscono che un tiepido contorno, piuttosto piatto e privo di veri e propri lampi. Solamente la timida, ma temeraria, Yoshida Kazumi riuscirà a commuovermi in certe occasioni. Il suo amore per il protagonista è costretto a scontrarsi con la forza dirompente di Shana, ovviamente la protagonista, e con questa sorta di attaccamento morboso di Yuuji nei confronti di quest'ultima.
Insomma, le premesse ci sono, ma queste non hanno saputo svilupparsi nel modo migliore. Le relazioni tra i personaggi si muovono in maniera dinamica e fluida, ma i protagonisti non seguono adeguatamente questo flusso continuo. Rimangono statici e fermi, non migliorano e non crescono.
Shana possiede un caratterino tsundere niente male, aggressiva e permalosa. Un atteggiamento incessante verso il giovane, che, se all'inizio può far sorgere un sorriso, con il trascorrere delle puntate incomincia ad assillare e asfissiare lo spettatore. Mi chiedo ancora come Yuuji riesca a sopportarla.
La grafica è discreta, ma bisogna anche tener presente che si tratta di una serie ormai datata. Dieci anni si sentono, sebbene la qualità non sia affatto pessima. I colori tenui e soffusi rendono bene l'alone di mistero che circonda tutta la vicenda. E' anche una commedia sentimentale, ma prima di tutto "Shakugan no Shana" è una storia di demoni, mostri e via dicendo. Giusto, dunque, lasciare all'opera quel tono cupo e malinconico, ravvivato solamente dal vermiglio brillante delle fiamme di Shana.
Molto belli i combattimenti, esaltati da una colonna sonora di tutto rispetto, capace di enfatizzarne le dinamiche e i sentimenti. Il doppiaggio è buono, e la voce della protagonista risulta sicuramente azzeccata. Rie Kugimiya è la stessa doppiatrice di Louise in "Zero no Tsukaima", un anime estremamente simile a questo, soprattutto per quanto riguarda la tsundere principale.
"Shakugan no Shana" è un'opera tutto sommato discreta. Non mi ha saputo conquistare, è vero, ma poteva essere molto peggio. Le ventiquattro puntate non paiono poi così pesanti, e la visione è sicuramente consigliata. Il finale rimane molto aperto e, ovviamente, ancora innumerevoli misteri risultano irrisolti. Possiamo quasi dire che le carte sono appena state svelate, ma chissà come si svolgerà il gioco successivo...
Voto finale: 6 più
I protagonisti dovranno infatti combattere mostri stravaganti e pericolosi, ma anche affrontare le altrettanto critiche questioni di cuore che caratterizzano un po' tutti gli adolescenti.
L'esordio della vicenda è senza dubbio emozionante. Yuuji, il protagonista, si ritrova, in un normale pomeriggio, a camminare per negozi con una sua compagna di classe, Hirai. Questa gli svela di essere innamorata del migliore amico di Yuuji, ma, purtroppo, non avrà il tempo necessario per coltivare questo suo amore. Improvvisamente compare un demone dalle sembianze grottesche. Questo erge una sorta di barriera, che paralizza tutti gli umani tranne il povero Yuuji, e, indisturbato, incomincia a divorarne l'anima. Cosa potrà mai fare il nostro protagonista se non guardare imbambolato quella scena surreale? Il mostro sembra essere fin troppo forte per un misero ragazzo, soprattutto se questo pare stravolto dal terrore. Ma ecco che, di colpo, appare una piccola fanciulla dai capelli vermigli e dagli occhi di fuoco. Impugna una katana fiammeggiante e, con questa, uccide il nemico. Tutto risolto dunque? Non proprio, visto l'incredibile numero di vittime, tra cui la stessa Hirai. La ragazza dai capelli rossi non sembra per nulla sconvolta. Spezza la barriera e, allo stesso tempo, crea dei sosia che vanno a sostituirsi alle persone scomparse. Mere bambole, pronte a spegnersi, costruite appositamente per non sconvolgere l'equilibrio del mondo. Una volta esaurita la fiammella vitale dentro essi, questi scompariranno dalle memorie dei viventi e svaniranno nel nulla. Yuuji è inorridito, ma quella giornata è ancora lunga dal concludersi. Infatti la sua salvatrice gli rivelerà con implacabile calma un notizia sconvolgente: lo stesso Yuuji non è altro che un sostituto. Il suo vero essere è già morto da tempo.
Inizio la mia analisi proprio dai protagonisti. Il numero di questi ultimi aumenta puntata dopo puntata, ma non sempre la quantità si accosta bene alla qualità. Le due figure principali sono sicuramente Yuuji e Shana, e già questi non sono riusciti a colpirmi più di tanto. Tutti gli altri, di conseguenza, non costituiscono che un tiepido contorno, piuttosto piatto e privo di veri e propri lampi. Solamente la timida, ma temeraria, Yoshida Kazumi riuscirà a commuovermi in certe occasioni. Il suo amore per il protagonista è costretto a scontrarsi con la forza dirompente di Shana, ovviamente la protagonista, e con questa sorta di attaccamento morboso di Yuuji nei confronti di quest'ultima.
Insomma, le premesse ci sono, ma queste non hanno saputo svilupparsi nel modo migliore. Le relazioni tra i personaggi si muovono in maniera dinamica e fluida, ma i protagonisti non seguono adeguatamente questo flusso continuo. Rimangono statici e fermi, non migliorano e non crescono.
Shana possiede un caratterino tsundere niente male, aggressiva e permalosa. Un atteggiamento incessante verso il giovane, che, se all'inizio può far sorgere un sorriso, con il trascorrere delle puntate incomincia ad assillare e asfissiare lo spettatore. Mi chiedo ancora come Yuuji riesca a sopportarla.
La grafica è discreta, ma bisogna anche tener presente che si tratta di una serie ormai datata. Dieci anni si sentono, sebbene la qualità non sia affatto pessima. I colori tenui e soffusi rendono bene l'alone di mistero che circonda tutta la vicenda. E' anche una commedia sentimentale, ma prima di tutto "Shakugan no Shana" è una storia di demoni, mostri e via dicendo. Giusto, dunque, lasciare all'opera quel tono cupo e malinconico, ravvivato solamente dal vermiglio brillante delle fiamme di Shana.
Molto belli i combattimenti, esaltati da una colonna sonora di tutto rispetto, capace di enfatizzarne le dinamiche e i sentimenti. Il doppiaggio è buono, e la voce della protagonista risulta sicuramente azzeccata. Rie Kugimiya è la stessa doppiatrice di Louise in "Zero no Tsukaima", un anime estremamente simile a questo, soprattutto per quanto riguarda la tsundere principale.
"Shakugan no Shana" è un'opera tutto sommato discreta. Non mi ha saputo conquistare, è vero, ma poteva essere molto peggio. Le ventiquattro puntate non paiono poi così pesanti, e la visione è sicuramente consigliata. Il finale rimane molto aperto e, ovviamente, ancora innumerevoli misteri risultano irrisolti. Possiamo quasi dire che le carte sono appena state svelate, ma chissà come si svolgerà il gioco successivo...
Voto finale: 6 più
Come mi è solito fare, recensisco solo gli anime che mi sono davvero piaciuti e mi hanno lasciato qualcosa. Lo faccio perché vorrei che altri come me siano spronati da commenti positivi a dare un'occhiata e farsi la loro opinione senza pregiudizi negativi portati dietro da letture di trame troppo vaghe che spesso non riescono a catturare l'attenzione. I commenti positivi invece lo fanno. Questo è esattamente ciò che succede a me, per cui ho deciso di fare la mia parte, sponsorizzare la visione di questo anime e alzarne un po' la media.
Ho finito adesso di vedere le tre serie di "Shakugan no Shana" e anche questa volta le ho viste tutte in un fiato. E' una commedia fantasy che scorre molto bene, dalla trama originale, elaborata, intricata (per certi aspetti anche troppo), l'ho trovata divertente e brillante. Una ventata d'aria nuova. Nonostante la complessità e la notevole quantità di informazioni e collegamenti che lo spettatore deve tenere presente, non si trova alcuna difficoltà a seguirlo e calarsi completamente all'interno della storia. Ho molto apprezzato le diversità dei personaggi e i legami che si creano tra tutti loro; personalità apparentemente fragili ma al tempo stesso forti, determinate, pronte a lottare e rischiare tutto per coloro che amano.
Il design e l'animazione sono ben curati, i colori accesi, le ambientazioni appropriate.
Personalmente ho trovato molto belle anche le musiche, opening ed ending variano ogniqualvolta si conclude e inizia un nuovo "periodo" (anche questo profuma di nuovo/diverso).
In conclusione quindi do un 8 pieno; avrei voluto dare un bel 9, ma purtroppo la tanto attesa terza serie, nonostante sia stata quella decisiva, conclusiva, risolutiva e con la grafica migliore, si distacca troppo dalle mie aspettative di continuità e si sofferma eccessivamente sul fattore scontro-battaglia (al contrario delle precedenti che riuscivano a non appesantire gli scontri).
Detto questo, vi auguro buona visione.
Ho finito adesso di vedere le tre serie di "Shakugan no Shana" e anche questa volta le ho viste tutte in un fiato. E' una commedia fantasy che scorre molto bene, dalla trama originale, elaborata, intricata (per certi aspetti anche troppo), l'ho trovata divertente e brillante. Una ventata d'aria nuova. Nonostante la complessità e la notevole quantità di informazioni e collegamenti che lo spettatore deve tenere presente, non si trova alcuna difficoltà a seguirlo e calarsi completamente all'interno della storia. Ho molto apprezzato le diversità dei personaggi e i legami che si creano tra tutti loro; personalità apparentemente fragili ma al tempo stesso forti, determinate, pronte a lottare e rischiare tutto per coloro che amano.
Il design e l'animazione sono ben curati, i colori accesi, le ambientazioni appropriate.
Personalmente ho trovato molto belle anche le musiche, opening ed ending variano ogniqualvolta si conclude e inizia un nuovo "periodo" (anche questo profuma di nuovo/diverso).
In conclusione quindi do un 8 pieno; avrei voluto dare un bel 9, ma purtroppo la tanto attesa terza serie, nonostante sia stata quella decisiva, conclusiva, risolutiva e con la grafica migliore, si distacca troppo dalle mie aspettative di continuità e si sofferma eccessivamente sul fattore scontro-battaglia (al contrario delle precedenti che riuscivano a non appesantire gli scontri).
Detto questo, vi auguro buona visione.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Yûji Sakai è il solito liceale comune, quando la città viene attaccata da un mostro divora-anime e il distretto commerciale è spazzato via, insieme a tutti gli ignari passanti, ivi compresa Yukari Hirai, la ragazza verso la quale lui prova il primo timido sentimento. Anche Yûji viene colpito dalla forza devastatrice del Tomogara, un'entità che mira ad accumulare l'essenza vitale degli esseri umani, creando così un massiccio squilibrio nel bilanciamento tra vita e morte. A salvare temporaneamente la situazione interviene una misteriosa ragazza "dagli occhi fiammeggianti e dai capelli infuocati" che lui battezzerà Shana: è una Flame Haze, appositamente addestrata per combattere queste creature demoniache e i loro servitori, i Rinne: oltre a distruggere fisicamente gli emissari del Male con la sua spada, lei ha il compito di plasmare dei rimpiazzi temporanei, i Torch, ossia corpi vuoti in cui il lumicino azzurro si estingue gradualmente fino a farli scomparire inosservati, senza lasciare traccia nei ricordi di chi li circonda. Il protagonista vede quindi spirare la sua amica del cuore e si trasforma a sua volta in un non-morto, ma, a differenza degli altri, non è destinato a sparire. Infatti, lui è un Mystes, un individuo in cui racchiuso un "frammento di tesoro" ("hôgu") che, allo scoccare della mezzanotte, lo rende in grado di rigenerare le energie perse durante il giorno (si tratta di un potere speciale chiamato Reiji Maigo, letteralmente "bambino sperduto di mezzanotte").
Fin qui, la terminologia che introduce alla complessa cosmologia di "Shakugan no Shana", un anime che - come avviene sempre più spesso recentemente - fa parte di un ampio progetto di mixed media che comprende animazione, fumetti, videogiochi e romanzi interpretabili con diverse chiavi di lettura. La storia di combattimenti sovrannaturali è di per sé abbastanza scontata e segue la struttura tipica dello shônen manga (destinato ai ragazzi), e anche i risvolti di commedia romantica scolastica ricalcano uno schema ben noto agli appassionati del genere. La misteriosa guerriera si assume il compito di allenare e al contempo proteggere l'umano e così tra i due nasce un tenero legame che s'inserisce nella routine quotidiana, scontrandosi/integrandosi con il contesto esterno. Mentre lei, infiltrandosi alle superiori, scopre il significato profondo dell'amicizia e una sconfinata passione per i dolci chiamati melonpan - croccanti fuori e morbidi dentro; una perfetta metafora della via del guerriero - una compagna di classe di Yûji si dichiara e questo genera attrito tra il giovane e il suo amico Ike. In un impianto tanto basilare, l'elemento interessante è dato proprio dai nomi e dai termini che suggeriscono un panteistico incontro di culture. Innanzitutto i Tomogara, ovvero i servitori, accompagnati dai loro vassalli. Nel buddhismo, "rinne" indica la reincarnazione. Ultimamente la "Regina dei manga" Rumiko Takahashi sta sviluppando un'opera dai tratti soprannaturali che segue le avventure di Rinne Rokudô, un dio della morte che aiuta gli spiriti a staccarsi dalle cose mondane per procedere lungo il cammino delle reincarnazioni ("rokudô", appunto).
L'idea dei Torch si rifà invece alle candele usate anticamente per misurare il tempo. Storicamente, il primo riferimento a questo tipo di orologio si colloca proprio in Estremo Oriente, grazie a un poema cinese del 520 d.C. ed è risaputo che tali sistemi cronometrici sono stati impiegati in Giappone fino all'inizio del X secolo. Dal punto di vista metaforico invece, l'idea della fiammella della vita che si consuma è presente in molti sistemi di pensiero, sia laici sia religiosi, e completa quella del filo tessuto dalle Parche dell'età classica. Rimanendo nell'ambito dell'animazione, troviamo questo tipo di raffigurazione nella serie "Jigoku Shôjo", in cui una "ragazza infernale" s'incarica di vendicare i torti subiti in cambio dell'anima, ma, mentre questo anime risulta disarticolato e fatto di episodi autoconclusivi, "Shakugan no Shana" ha una struttura unitaria e sequenziale. Ovviamente, la protagonista inizia il ragazzo a un allenamento intensivo per fronteggiare le creature maligne e divoratrici. Yûji, insieme alla Flame Haze supportata dal suo "demone guida" Alastor (il "vendicatore", personificazione delle lotte famigliari nella mitologia classica), deve fronteggiare una lunga schiera di nemici che minacciano la città, centro nevralgico sul quale si focalizzano le mire delle armate nemiche del Bal Masqué. Si tratta di un'organizzazione che intende generare una fonte illimitata d'energia concentrando gli spiriti umani. I tre fondatori di questo esercito, Bel-Peol, Hecate e Sydonay simboleggiano vari aspetti della morte (intesa come lato oscuro).
Sydonay è un uomo elegante e cool che occupa il posto di Generale (shôgun) nella Trinità a capo del Bal Masqué. Mentre il suo nome attuale deriva da Asmodeo (anche noto come Sydonai), uno dei più potenti re dell'Inferno, menzionato nelle leggende talmudiche e nella demonologia giudaica, nella cronologia di "Shakugan no Shana" egli, dopo essere stato un potente condottiero noto con il nome di Chi Yû, nella prima serie diventa protettore delle alte sfere dell'esercito (in particolare la piccola Hecate) e sorveglia il lavoro dei sottoposti. Infatti, lo si incontra per la prima volta accanto Tiriel e Sorath, due fratelli legati da un'attrazione incestuosa, definiti "aizen no kyôdai" o "fratelli dell'amore indulgente". La ragazzina, che si presenta come "Aizen-ta" (l'amore indulgente degli altri) si contrappone al maschietto Sorath, che è "Aizen-ji. La coppia ricorda l'aristocrazia europea ottocentesca: presi separatamente, Tiriel somiglia molto a una delle bambole"Rozen Maiden" di PEACH-PIT, mentre Sorath ha lo stesso tipo di abbigliamento e la stessa freddezza di L. A., l'esistenza artificiale dell'anime "El Cazador de la Bruja"; ma, considerati come duo unito dalla perversione del vincolo fraterno, si possono facilmente accostare ad Hansel e Gretel, i due piccoli assassini di "Black Lagoon" (Rei Hiroe).
Ancora una volta, i nomi sono la chiave di lettura più interessante, poiché creano nuovi collegamenti tra i personaggi. Sorath era un demone solare dei testi vedici, che, tanto nella cabala ebraica quanto nei testi cristiani di epoca medievale e nell'alchimia, si differenzia nettamente sia da Lucifero sia da Cristo, ponendosi come massimo antagonista dell'evoluzione umana. Nell'anime, il ragazzo è ossessionato dalla ricerca della Nietono no Shana, la spada che custodisce lo spirito del "peggior Mystes della storia".
Tiriel, invece, potrebbe essere parzialmente ispirata al protagonista dell'omonimo poema di William Blake, un tiranno che s'insedia sul trono d'Occidente esiliando i suoi stessi fratelli. Già in quest'accezione etimologica che rimanda alle quattro direzioni, la principessina è connessa alla triade di comando di Bal Masqué, perché Bel-Peol, nota anche come "Il Giudice dei Paradossi", in passato aveva usato l'appellativo Xi Mu (letto "Seibô" in giapponese, era la Grande Madre dell'Est, una divinità guerriera delle leggende cinesi). Esiste anche un altro filo che congiunge due figure femminili apparentemente tanto distanti: uno degli esegeti di Blake, infatti, suggeriva che l'autore avesse preso il nome del suo monarca dal Principe (o Re) di Tiro del Libro di Ezechiele, cioè Satana, denunciato per essersi fatto passare per Dio. E Baal di Tiro è uno degli attributi con il quale s'identifica la divinità semitica che poi verrà assorbita nell'immaginario cristiano medievale.
In "Shakugan no Shana" si presenta come una donna fatale stretta in un lungo abito da sera. La sua caratteristica peculiare sono i tre occhi dorati, ma una benda copre l'orbita sinistra, a seguito di un incidente avvenuto nella Grande Guerra per la Creazione. Si potrebbe quindi pensare a una rivisitazione della simbologia del terzo occhio, visto come sguardo trascendentale illuminato, applicata alla sfera demoniaca, perché in molte credenze ricorre la figura del diavolo dagli occhi gialli. A tale proposito, il primo riferimento va senz'altro a Songoku (o semplicemente Goku), personaggio del celebre racconto cinese "Saiyuki - Viaggio verso Occidente", rivisitato in numerosissimi adattamenti animati (da "Dragon Ball", serie-fiume di Akira Toriyama, a "Saiyuki" di Kazuya Minekura). Nella leggenda si parla di un demone-scimmia, archetipo del trickster burlone e anarchico che, senza rispettare le leggi, fa da tramite tra il mondo umano e quello divino. Tuttavia, considerando le sue sembianze provocanti, in "Shana" non siamo di fronte al mediatore carnevalesco, ma al tentatore che seduce gli ingenui con promesse fasulle: in particolare, Baal (o Bel-P'eor), progenitore di tutti gli dei semitici e associato più tardi a Crono, nella demonologia cristiana medievale si trasforma in Belfegor, uno dei Sette Principi dell'Inferno, detentore delle false conoscenze. In tale accezione, "l'Arbitro del Ragionamento Inverso" svela dei punti di contatto con un suo sottoposto, Dantalion, detto il Professore. Questo personaggio, proprio come Bel-Peol, trae il nome da uno degli spiriti della gerarchia ultramondana. Dantalian è uno dei Gran Duchi e comanda trentasei legioni di jinn; inoltre, viene spesso descritto come un essere umano che, con un libro in mano, insegna le arti e la scienza circuendo le sue vittime e mostrando loro un amore illusorio, un mondo artificiale. Nell'anime, il Crimson Lord col camice bianco e gli occhiali che cancellano le pupille richiama esplicitamente l'immaginario legato allo scienziato pazzo che va da Sôichi Tomoe di "Sailor Moon" (Naoko Takeuchi) al professor Tucker di "Fullmetal Alchemist" (Hiromu Arakawa), fino al professor Franken Stein di "Soul Eater" (Atsushi Ohkubo). Il suo servitore (rinne) è il robot Domino 28, una parodia del famosissimo Tetsujin 28.
Hecate completa la "Trinità" malvagia del Bal Masqué. È una ragazzina apparentemente innocente, forse pensata in contrasto ideale con la sensualità marcata di Bel-Peol. Indossa un grande cappello bianco con due perline rosse all'estremità della tesa e una mantella bianca: le origini di questo costume non sono del tutto chiare ma, somigliando molto agli abiti portati in battaglia da Eriol Hiiragizawa e da Shaolan in Card Captor Sakura (CLAMP), potrebbero derivare dai vestiti da cerimonia degli sciamani taoisti, il che rimanderebbe all'identificazione dei tre fondatori di Bal Masqué con altrettante divinità della mitologia cinese (in particolare, in passato la ragazzina sarebbe stata Nûwa, una delle dee della creazione). Il nome attuale rimanda invece alla figlia di Perseo nel pantheon greco, considerata la signora dell'oscurità e delle arti magiche, ovvero la terza rappresentazione di Selene (la Luna) e Artemide (la Caccia e, quindi, la Terra).
Hecate è nota anche con il nome di "Itadaki no kura" ("Trono della vetta" o "Master Throne") ed è l'unica in grado di catalizzare il potere contenuto nello spirito di Yûji. In questo senso, sono particolarmente importanti gli ultimi episodi della prima serie, quando la Sacerdotessa si unisce spiritualmente al REiji Maigo per estrarne l'essenza. La parte in cui Yùji viene rapito e rimane incosciente, in una sorta di limbo mentale, ricorda, sia nella grafica sia nell'uso dell'espediente narrativo, il finale di "Neon Genesis Evangelion" - quando il protagonista, quasi fuso con il proprio robot, ripercorre le tappe della sua crescita psicologica. La scena culminante - in cui viene completata la fusione tra i due corpi per raggiungere la massima intensità spirituale - ha chiare connotazioni erotiche, ma l'autore non scade nella tentazione del voyeurismo, toccando così alti livelli di significazione. Il momento del congiungimento fra i due rievoca l'amplesso metafisico tra Tengo Kawana e Fukaeri in "1Q84" di Haruki Murakami: nel romanzo l'energia scatenata dalla morte del Leader provoca una tempesta di lampi e accelera il processo di contatto tra Receiver e Perceiver, ossia tra chi sente la presenza di un mondo sovrannaturale e chi è in grado di controllarne le forze.
È interessante il legame intrinseco che unisce le due isole gemelle, il Seirei-den (Palazzo della Stella Nera), sede del quartier generale di Bal Masqué e il Tendôkyû (Palazzo della Via Celeste), dove Shana viene allenata da Alastor, Wilhelmina e Shiro/Merhim per diventare una Flame Haze. Innanzitutto salta agli occhi l'analogia tra i due spazi galleggianti, ispirati in parte alle terre mistiche degli Otto Immortali taoisti e in parte alla simbologia surrealista di Magritte, ma il tema dell'isola utopica - nel bene o nel male - è un topos che trova infinite declinazioni nella letteratura e nel cinema; e forse proprio a queste bisogna guardare per capire la dinamica complementare dei due palazzi. Infatti, se la sequenza in cui Shana si avvicina volando con ali di fuoco al castello nemico ricorda molto il percorso dell'angelo caduto Sestuna Mudô in "Angel Sanctuary" (Kaori Yuki), ciò che potrebbe sembrare frutto di una magia divina si regge in realtà grazie a un sistema di propulsione a vapore che, con la chiara derivazione steampunk, richiama l'Isola di Laputa del film di Hayao Miyazaki - a sua volta preso da "I Viaggi di Gulliver" - e forse persino la fantascientifica Morte Nera di "Star Wars".
Da un lato l'eterna luce del Bene, dall'altro le tenebre del Male; ma la divisione non è così netta come può apparire, perché Shiro/Merhim, il maestro d'armi di Shana, è uno scheletro che, nella sua forma di combattimento, riprende le proprie sembianze di principe, ma è in realtà lo spirito che, nella demonologia medievale, era considerato il portatore delle pestilenze. Nell'animazione nipponica spesso il confine tra eroi positivi e negativi è molto sfumato: uno degli esempi migliori in questo caso viene ancora dall'universo Ghibli, perché in "La città Incantata" compare uno "Spirito del Cattivo Odore" che, liberato dalla sporcizia che lo imprigionava, si rivela essere il Signore del Fiume. Tornando a Shana e al lungo flashback sui personaggi del suo passato, anche il character design pare voler suggerire una chiave di interpretazione ironicamente critica che contrappone due visioni socio-culturali. Shiro, con le sue bianche ossa coperte solo da un mantello, recupera i ricordi del passato quando il Tendôkyû è minacciato dal motociclista Vine insieme al suo spirito Ogron. Entrambi derivano nella grafica dalla tradizione folcloristica anglosassone: il jaeger (ricercatore) è una modernizzazione della leggenda di "Sleepy Hollow", che si può considerare una rivisitazione del tema del Dullahan, il fantasma senza testa della mitologia celtica, e in questo Vine è molto simile a Celty Sturluson di "Durarara!!" (Akiyo Satoragi); il wanderer (guerriero che combatte sul campo) ha gli abiti di un secentesco bardo inglese, ma suo corpo è fatto di un'energia verde-blu normalmente invisibile. La battaglia tra i due e il samurai potrebbe quindi rappresentare la battaglia fisica e concettuale tra Oriente e Occidente, che si esprime in maniera implicita anche nella citazione ironica di alcuni celebri personaggi Mattel per la caratterizzazione di Merhim (il Principe Cuorforte di "Lady Lovely"?) e il suo doppio, lo scheletro Shiro (Skeletor di "He-Man"?)
Fin qui ho cercato di analizzare i Tomogara, ossia il cöté oscuro della storia, ma in qualsiasi buono shônen c'è bisogno di due metà che si scontrano. In questo caso, i nemici naturali del Bal Masqué sono i Flame Haze, incaricati di mantenere l'equilibrio di esistenze presenti sulla Terra. Attenzione però, questi combattenti non agiscono per l'umanità, ma perché non si creino improvvisi squilibri.
La prima eroina che ci viene presentata è ovviamente Shana, insieme al suo spirito Alastor, ma lei non è la sola forza in campo. Presto anche un'altra eroina arriva nella città di Misaki, per monitorare una strana serie di scompensi dovuti agli attacchi troppo frequenti dei rinne. Con i capelli biondi, gli occhi chiari e le curve avvenenti ben in evidenza, Margery Daw è un'americana caratterizzata secondo i classici stereotipi che contraddistinguono la raffigurazione delle straniere. Sommando tutte le sue caratteristiche fisiche alle abilità nell'uso della magia, il richiamo più prossimo potrebbe essere Oriana Thomson, la mercenaria assoldata dalla Chiesa Romana in "A Centain Magical Index" (Kazuma Kamachi/Haimura Kiyotaka). Infatti, come lei, sfrutta il potere di uno spirito che si presenta con la forma fisica di un pesante grimorio, Marchosias (spesso abbreviato con Marco o "baka Marco", cioè "stupido Marco"). Quest'apparenza sembra inappropriata per un demone che, nelle compilazioni medievali, era rappresentato come un essere dalle ali di grifone, uno dei marchesi dell'inferno. Cercando una spiegazione a questo cambiamento che fosse in qualche modo collegabile al personaggio, mi sono imbattuta in Margery Kempe (1373-1430), l'eremita autrice della prima autobiografia in inglese. Anche se questo riferimento colto spiegherebbe il suo legame con un pesante volume, è molto più probabile che il nome sia un omaggio alla diva del muto Marjorie Daw. I problemi di traslitterazione lasciano spazio a diversi dubbi: per quanto riguarda l'attrice, pare che a volte venisse accreditata con il nome "Margery"; invece, per quanto riguarda il cognome del personaggio di "Shana", nelle prime puntate i sottotitoli in inglese riportavano "Doe", cioè "sconosciuta", e sono stati corretti solo in un secondo momento. Grazie alle capacità che le conferisce il suo contraente, Margery si trasforma in un grosso mostro dalle fattezze lupine (un licantropo) che ha il potere di moltiplicare sé stesso creando delle illusioni. Questa forma tende un'altra linea di continuità tra forze del Bene e del Male, dal momento che la creatura somiglia molto alla chimera usata come avatar da Sydonay - che a sua volta ricorda la forma evoluta di Cerberus/Kero-chan in "Card Captor Sakura" (CLAMP).
Al suo ingresso nella storia, la donna si comporta come un antagonista di Shana e, con il suo vizio di bere, sembra avere attributi totalmente negativi, ma quest'impressione si attenua gradualmente fino a scomparire, quando si comincia a capire che non si tratta di una nemica, ma piuttosto di una preziosa alleata in grado di utilizzare cerchi magici complessi. L'approccio narrativo è quindi abbastanza originale, anche nella scelta dei comprimari da affiancarle. Non si tratta dei soliti umani soggiogati con qualche potere ipnotico: Eita Tanaka e Keisaku Satô sono due quindicenni, compagni di scuola di Yûji Sakai, e, proprio come il protagonista decide di iniziare un allenamento speciale al fianco di Shana, loro si avvicinano a Margery, e Satô, essendo benestante, le presta addirittura la casa, diventando sempre più coinvolto nella battaglia personale della Flame Haze statunitense. Nella prima serie il loro ruolo è solo marginale e serve a creare un contatto tra i due mondi: quello sovrannaturale e quello comune.
Lo stesso vale per Kazumi Yoshida, una compagna di classe di Yûji, innamorata di lui e a sua volta amata da Ike. Inizialmente la ragazza è totalmente ignara della situazione della città e della vera natura di Sakai, ma scopre la realtà in seguito all'intervento di un Tuner, un particolare tipo di combattente che, grazie al suo spirito contraente Behemoth - un animale biblico simbolo della supremazia di Dio sull'uomo, che qui però prende la forma di un bracciale - ha la capacità di minimizzare una grande "distorsione" provocata da una battaglia prolungata, in cui siano stati prodotti molti Torch. Leggendo gli antefatti della sua vita, si capisce che lui era un principe che sognava di diventare un grande guerriero che porta il nome di un vento del Sahara; in effetti il suo aspetto potrebbe ricordare quello di un nobile nomade del deserto e il primo collegamento che salta agli occhi è quello con Yoh e Hao, protagonisti di "Shaman King" (Hiroyuki Takei), legati a vario titolo a un gruppo di indiani americani.
Visto l'elevato grado di sfasamento che danneggia la cittadina, il giovane richiede l'assistenza di Kazumi, regalandole uno speciale monile capace di individuare le persone che hanno in sé la fiamma azzurra. In questo modo, lei viene a sapere tutti i retroscena della vita di Yûji e Shana e, pur essendone sconvolta, decide di rimanere al fianco dei suoi amici continuando quindi a dare il suo apporto. Ha un carattere dolce ma determinato e la sua propensione per la cucina la rende simile alla madre di Yûji, Chigusa, perfetta incarnazione della brava mamma-moglie di cui si trova traccia in quasi tutti gli anime (di solito in contrapposizione con un personaggio femminile completamente negato ai fornelli).
In definitiva, oltre alla complessità della trama, uno dei punti forti di "Shakugan no Shana" è la reinterpretazione degli schemi stereotipati che caratterizzano i diversi generi di anime/manga, inserendoli però in una struttura ben integrata, senza i tipici ammiccamenti. Shana è una combattente "che veste alla marinara", ma non c'è il minimo cenno di panchira (scorci di biancheria intima) e persino negli ultimi episodi, quando l'eroina si batte coperta solo dalle bende, richiama con grazia la perversione nipponica delle kegadoru ("le bambole ferite") che, riprendendo l'antica tradizione erotica del kinbari ("bondage"), rappresenta la donna arrendevole, vulnerabile. L'uso dei lacci come mezzo offensivo/coercitivo si unisce alla fantasia piuttosto abusata della cameriera, che però assume qui un valore diverso dal solito. Dopo gli eventi della Grande Guerra - che s'intuiscono solo attraverso un flashback - Wilhelmina Carmel è una delle persone che si prendono cura di Shana durante il suo periodo di addestramento al Tendô-kyû. La divisa nasconde una donna dalle capacità belliche notevoli, legata allo spirito Tiamat - la regina dei draghi della mitologia mesopotamica - che si manifesta come una tradizionale maschera sciamanica. L'idea della donna dura che nasconde sentimenti di tenerezza ricorda molto un'altra domestica violenta, Roberta di "Black Lagoon" (Rei Hiroe), un'ex agente delle FARC colombiane sotto copertura nella villa di un magnate venezuelano.
Yûji Sakai è il solito liceale comune, quando la città viene attaccata da un mostro divora-anime e il distretto commerciale è spazzato via, insieme a tutti gli ignari passanti, ivi compresa Yukari Hirai, la ragazza verso la quale lui prova il primo timido sentimento. Anche Yûji viene colpito dalla forza devastatrice del Tomogara, un'entità che mira ad accumulare l'essenza vitale degli esseri umani, creando così un massiccio squilibrio nel bilanciamento tra vita e morte. A salvare temporaneamente la situazione interviene una misteriosa ragazza "dagli occhi fiammeggianti e dai capelli infuocati" che lui battezzerà Shana: è una Flame Haze, appositamente addestrata per combattere queste creature demoniache e i loro servitori, i Rinne: oltre a distruggere fisicamente gli emissari del Male con la sua spada, lei ha il compito di plasmare dei rimpiazzi temporanei, i Torch, ossia corpi vuoti in cui il lumicino azzurro si estingue gradualmente fino a farli scomparire inosservati, senza lasciare traccia nei ricordi di chi li circonda. Il protagonista vede quindi spirare la sua amica del cuore e si trasforma a sua volta in un non-morto, ma, a differenza degli altri, non è destinato a sparire. Infatti, lui è un Mystes, un individuo in cui racchiuso un "frammento di tesoro" ("hôgu") che, allo scoccare della mezzanotte, lo rende in grado di rigenerare le energie perse durante il giorno (si tratta di un potere speciale chiamato Reiji Maigo, letteralmente "bambino sperduto di mezzanotte").
Fin qui, la terminologia che introduce alla complessa cosmologia di "Shakugan no Shana", un anime che - come avviene sempre più spesso recentemente - fa parte di un ampio progetto di mixed media che comprende animazione, fumetti, videogiochi e romanzi interpretabili con diverse chiavi di lettura. La storia di combattimenti sovrannaturali è di per sé abbastanza scontata e segue la struttura tipica dello shônen manga (destinato ai ragazzi), e anche i risvolti di commedia romantica scolastica ricalcano uno schema ben noto agli appassionati del genere. La misteriosa guerriera si assume il compito di allenare e al contempo proteggere l'umano e così tra i due nasce un tenero legame che s'inserisce nella routine quotidiana, scontrandosi/integrandosi con il contesto esterno. Mentre lei, infiltrandosi alle superiori, scopre il significato profondo dell'amicizia e una sconfinata passione per i dolci chiamati melonpan - croccanti fuori e morbidi dentro; una perfetta metafora della via del guerriero - una compagna di classe di Yûji si dichiara e questo genera attrito tra il giovane e il suo amico Ike. In un impianto tanto basilare, l'elemento interessante è dato proprio dai nomi e dai termini che suggeriscono un panteistico incontro di culture. Innanzitutto i Tomogara, ovvero i servitori, accompagnati dai loro vassalli. Nel buddhismo, "rinne" indica la reincarnazione. Ultimamente la "Regina dei manga" Rumiko Takahashi sta sviluppando un'opera dai tratti soprannaturali che segue le avventure di Rinne Rokudô, un dio della morte che aiuta gli spiriti a staccarsi dalle cose mondane per procedere lungo il cammino delle reincarnazioni ("rokudô", appunto).
L'idea dei Torch si rifà invece alle candele usate anticamente per misurare il tempo. Storicamente, il primo riferimento a questo tipo di orologio si colloca proprio in Estremo Oriente, grazie a un poema cinese del 520 d.C. ed è risaputo che tali sistemi cronometrici sono stati impiegati in Giappone fino all'inizio del X secolo. Dal punto di vista metaforico invece, l'idea della fiammella della vita che si consuma è presente in molti sistemi di pensiero, sia laici sia religiosi, e completa quella del filo tessuto dalle Parche dell'età classica. Rimanendo nell'ambito dell'animazione, troviamo questo tipo di raffigurazione nella serie "Jigoku Shôjo", in cui una "ragazza infernale" s'incarica di vendicare i torti subiti in cambio dell'anima, ma, mentre questo anime risulta disarticolato e fatto di episodi autoconclusivi, "Shakugan no Shana" ha una struttura unitaria e sequenziale. Ovviamente, la protagonista inizia il ragazzo a un allenamento intensivo per fronteggiare le creature maligne e divoratrici. Yûji, insieme alla Flame Haze supportata dal suo "demone guida" Alastor (il "vendicatore", personificazione delle lotte famigliari nella mitologia classica), deve fronteggiare una lunga schiera di nemici che minacciano la città, centro nevralgico sul quale si focalizzano le mire delle armate nemiche del Bal Masqué. Si tratta di un'organizzazione che intende generare una fonte illimitata d'energia concentrando gli spiriti umani. I tre fondatori di questo esercito, Bel-Peol, Hecate e Sydonay simboleggiano vari aspetti della morte (intesa come lato oscuro).
Sydonay è un uomo elegante e cool che occupa il posto di Generale (shôgun) nella Trinità a capo del Bal Masqué. Mentre il suo nome attuale deriva da Asmodeo (anche noto come Sydonai), uno dei più potenti re dell'Inferno, menzionato nelle leggende talmudiche e nella demonologia giudaica, nella cronologia di "Shakugan no Shana" egli, dopo essere stato un potente condottiero noto con il nome di Chi Yû, nella prima serie diventa protettore delle alte sfere dell'esercito (in particolare la piccola Hecate) e sorveglia il lavoro dei sottoposti. Infatti, lo si incontra per la prima volta accanto Tiriel e Sorath, due fratelli legati da un'attrazione incestuosa, definiti "aizen no kyôdai" o "fratelli dell'amore indulgente". La ragazzina, che si presenta come "Aizen-ta" (l'amore indulgente degli altri) si contrappone al maschietto Sorath, che è "Aizen-ji. La coppia ricorda l'aristocrazia europea ottocentesca: presi separatamente, Tiriel somiglia molto a una delle bambole"Rozen Maiden" di PEACH-PIT, mentre Sorath ha lo stesso tipo di abbigliamento e la stessa freddezza di L. A., l'esistenza artificiale dell'anime "El Cazador de la Bruja"; ma, considerati come duo unito dalla perversione del vincolo fraterno, si possono facilmente accostare ad Hansel e Gretel, i due piccoli assassini di "Black Lagoon" (Rei Hiroe).
Ancora una volta, i nomi sono la chiave di lettura più interessante, poiché creano nuovi collegamenti tra i personaggi. Sorath era un demone solare dei testi vedici, che, tanto nella cabala ebraica quanto nei testi cristiani di epoca medievale e nell'alchimia, si differenzia nettamente sia da Lucifero sia da Cristo, ponendosi come massimo antagonista dell'evoluzione umana. Nell'anime, il ragazzo è ossessionato dalla ricerca della Nietono no Shana, la spada che custodisce lo spirito del "peggior Mystes della storia".
Tiriel, invece, potrebbe essere parzialmente ispirata al protagonista dell'omonimo poema di William Blake, un tiranno che s'insedia sul trono d'Occidente esiliando i suoi stessi fratelli. Già in quest'accezione etimologica che rimanda alle quattro direzioni, la principessina è connessa alla triade di comando di Bal Masqué, perché Bel-Peol, nota anche come "Il Giudice dei Paradossi", in passato aveva usato l'appellativo Xi Mu (letto "Seibô" in giapponese, era la Grande Madre dell'Est, una divinità guerriera delle leggende cinesi). Esiste anche un altro filo che congiunge due figure femminili apparentemente tanto distanti: uno degli esegeti di Blake, infatti, suggeriva che l'autore avesse preso il nome del suo monarca dal Principe (o Re) di Tiro del Libro di Ezechiele, cioè Satana, denunciato per essersi fatto passare per Dio. E Baal di Tiro è uno degli attributi con il quale s'identifica la divinità semitica che poi verrà assorbita nell'immaginario cristiano medievale.
In "Shakugan no Shana" si presenta come una donna fatale stretta in un lungo abito da sera. La sua caratteristica peculiare sono i tre occhi dorati, ma una benda copre l'orbita sinistra, a seguito di un incidente avvenuto nella Grande Guerra per la Creazione. Si potrebbe quindi pensare a una rivisitazione della simbologia del terzo occhio, visto come sguardo trascendentale illuminato, applicata alla sfera demoniaca, perché in molte credenze ricorre la figura del diavolo dagli occhi gialli. A tale proposito, il primo riferimento va senz'altro a Songoku (o semplicemente Goku), personaggio del celebre racconto cinese "Saiyuki - Viaggio verso Occidente", rivisitato in numerosissimi adattamenti animati (da "Dragon Ball", serie-fiume di Akira Toriyama, a "Saiyuki" di Kazuya Minekura). Nella leggenda si parla di un demone-scimmia, archetipo del trickster burlone e anarchico che, senza rispettare le leggi, fa da tramite tra il mondo umano e quello divino. Tuttavia, considerando le sue sembianze provocanti, in "Shana" non siamo di fronte al mediatore carnevalesco, ma al tentatore che seduce gli ingenui con promesse fasulle: in particolare, Baal (o Bel-P'eor), progenitore di tutti gli dei semitici e associato più tardi a Crono, nella demonologia cristiana medievale si trasforma in Belfegor, uno dei Sette Principi dell'Inferno, detentore delle false conoscenze. In tale accezione, "l'Arbitro del Ragionamento Inverso" svela dei punti di contatto con un suo sottoposto, Dantalion, detto il Professore. Questo personaggio, proprio come Bel-Peol, trae il nome da uno degli spiriti della gerarchia ultramondana. Dantalian è uno dei Gran Duchi e comanda trentasei legioni di jinn; inoltre, viene spesso descritto come un essere umano che, con un libro in mano, insegna le arti e la scienza circuendo le sue vittime e mostrando loro un amore illusorio, un mondo artificiale. Nell'anime, il Crimson Lord col camice bianco e gli occhiali che cancellano le pupille richiama esplicitamente l'immaginario legato allo scienziato pazzo che va da Sôichi Tomoe di "Sailor Moon" (Naoko Takeuchi) al professor Tucker di "Fullmetal Alchemist" (Hiromu Arakawa), fino al professor Franken Stein di "Soul Eater" (Atsushi Ohkubo). Il suo servitore (rinne) è il robot Domino 28, una parodia del famosissimo Tetsujin 28.
Hecate completa la "Trinità" malvagia del Bal Masqué. È una ragazzina apparentemente innocente, forse pensata in contrasto ideale con la sensualità marcata di Bel-Peol. Indossa un grande cappello bianco con due perline rosse all'estremità della tesa e una mantella bianca: le origini di questo costume non sono del tutto chiare ma, somigliando molto agli abiti portati in battaglia da Eriol Hiiragizawa e da Shaolan in Card Captor Sakura (CLAMP), potrebbero derivare dai vestiti da cerimonia degli sciamani taoisti, il che rimanderebbe all'identificazione dei tre fondatori di Bal Masqué con altrettante divinità della mitologia cinese (in particolare, in passato la ragazzina sarebbe stata Nûwa, una delle dee della creazione). Il nome attuale rimanda invece alla figlia di Perseo nel pantheon greco, considerata la signora dell'oscurità e delle arti magiche, ovvero la terza rappresentazione di Selene (la Luna) e Artemide (la Caccia e, quindi, la Terra).
Hecate è nota anche con il nome di "Itadaki no kura" ("Trono della vetta" o "Master Throne") ed è l'unica in grado di catalizzare il potere contenuto nello spirito di Yûji. In questo senso, sono particolarmente importanti gli ultimi episodi della prima serie, quando la Sacerdotessa si unisce spiritualmente al REiji Maigo per estrarne l'essenza. La parte in cui Yùji viene rapito e rimane incosciente, in una sorta di limbo mentale, ricorda, sia nella grafica sia nell'uso dell'espediente narrativo, il finale di "Neon Genesis Evangelion" - quando il protagonista, quasi fuso con il proprio robot, ripercorre le tappe della sua crescita psicologica. La scena culminante - in cui viene completata la fusione tra i due corpi per raggiungere la massima intensità spirituale - ha chiare connotazioni erotiche, ma l'autore non scade nella tentazione del voyeurismo, toccando così alti livelli di significazione. Il momento del congiungimento fra i due rievoca l'amplesso metafisico tra Tengo Kawana e Fukaeri in "1Q84" di Haruki Murakami: nel romanzo l'energia scatenata dalla morte del Leader provoca una tempesta di lampi e accelera il processo di contatto tra Receiver e Perceiver, ossia tra chi sente la presenza di un mondo sovrannaturale e chi è in grado di controllarne le forze.
È interessante il legame intrinseco che unisce le due isole gemelle, il Seirei-den (Palazzo della Stella Nera), sede del quartier generale di Bal Masqué e il Tendôkyû (Palazzo della Via Celeste), dove Shana viene allenata da Alastor, Wilhelmina e Shiro/Merhim per diventare una Flame Haze. Innanzitutto salta agli occhi l'analogia tra i due spazi galleggianti, ispirati in parte alle terre mistiche degli Otto Immortali taoisti e in parte alla simbologia surrealista di Magritte, ma il tema dell'isola utopica - nel bene o nel male - è un topos che trova infinite declinazioni nella letteratura e nel cinema; e forse proprio a queste bisogna guardare per capire la dinamica complementare dei due palazzi. Infatti, se la sequenza in cui Shana si avvicina volando con ali di fuoco al castello nemico ricorda molto il percorso dell'angelo caduto Sestuna Mudô in "Angel Sanctuary" (Kaori Yuki), ciò che potrebbe sembrare frutto di una magia divina si regge in realtà grazie a un sistema di propulsione a vapore che, con la chiara derivazione steampunk, richiama l'Isola di Laputa del film di Hayao Miyazaki - a sua volta preso da "I Viaggi di Gulliver" - e forse persino la fantascientifica Morte Nera di "Star Wars".
Da un lato l'eterna luce del Bene, dall'altro le tenebre del Male; ma la divisione non è così netta come può apparire, perché Shiro/Merhim, il maestro d'armi di Shana, è uno scheletro che, nella sua forma di combattimento, riprende le proprie sembianze di principe, ma è in realtà lo spirito che, nella demonologia medievale, era considerato il portatore delle pestilenze. Nell'animazione nipponica spesso il confine tra eroi positivi e negativi è molto sfumato: uno degli esempi migliori in questo caso viene ancora dall'universo Ghibli, perché in "La città Incantata" compare uno "Spirito del Cattivo Odore" che, liberato dalla sporcizia che lo imprigionava, si rivela essere il Signore del Fiume. Tornando a Shana e al lungo flashback sui personaggi del suo passato, anche il character design pare voler suggerire una chiave di interpretazione ironicamente critica che contrappone due visioni socio-culturali. Shiro, con le sue bianche ossa coperte solo da un mantello, recupera i ricordi del passato quando il Tendôkyû è minacciato dal motociclista Vine insieme al suo spirito Ogron. Entrambi derivano nella grafica dalla tradizione folcloristica anglosassone: il jaeger (ricercatore) è una modernizzazione della leggenda di "Sleepy Hollow", che si può considerare una rivisitazione del tema del Dullahan, il fantasma senza testa della mitologia celtica, e in questo Vine è molto simile a Celty Sturluson di "Durarara!!" (Akiyo Satoragi); il wanderer (guerriero che combatte sul campo) ha gli abiti di un secentesco bardo inglese, ma suo corpo è fatto di un'energia verde-blu normalmente invisibile. La battaglia tra i due e il samurai potrebbe quindi rappresentare la battaglia fisica e concettuale tra Oriente e Occidente, che si esprime in maniera implicita anche nella citazione ironica di alcuni celebri personaggi Mattel per la caratterizzazione di Merhim (il Principe Cuorforte di "Lady Lovely"?) e il suo doppio, lo scheletro Shiro (Skeletor di "He-Man"?)
Fin qui ho cercato di analizzare i Tomogara, ossia il cöté oscuro della storia, ma in qualsiasi buono shônen c'è bisogno di due metà che si scontrano. In questo caso, i nemici naturali del Bal Masqué sono i Flame Haze, incaricati di mantenere l'equilibrio di esistenze presenti sulla Terra. Attenzione però, questi combattenti non agiscono per l'umanità, ma perché non si creino improvvisi squilibri.
La prima eroina che ci viene presentata è ovviamente Shana, insieme al suo spirito Alastor, ma lei non è la sola forza in campo. Presto anche un'altra eroina arriva nella città di Misaki, per monitorare una strana serie di scompensi dovuti agli attacchi troppo frequenti dei rinne. Con i capelli biondi, gli occhi chiari e le curve avvenenti ben in evidenza, Margery Daw è un'americana caratterizzata secondo i classici stereotipi che contraddistinguono la raffigurazione delle straniere. Sommando tutte le sue caratteristiche fisiche alle abilità nell'uso della magia, il richiamo più prossimo potrebbe essere Oriana Thomson, la mercenaria assoldata dalla Chiesa Romana in "A Centain Magical Index" (Kazuma Kamachi/Haimura Kiyotaka). Infatti, come lei, sfrutta il potere di uno spirito che si presenta con la forma fisica di un pesante grimorio, Marchosias (spesso abbreviato con Marco o "baka Marco", cioè "stupido Marco"). Quest'apparenza sembra inappropriata per un demone che, nelle compilazioni medievali, era rappresentato come un essere dalle ali di grifone, uno dei marchesi dell'inferno. Cercando una spiegazione a questo cambiamento che fosse in qualche modo collegabile al personaggio, mi sono imbattuta in Margery Kempe (1373-1430), l'eremita autrice della prima autobiografia in inglese. Anche se questo riferimento colto spiegherebbe il suo legame con un pesante volume, è molto più probabile che il nome sia un omaggio alla diva del muto Marjorie Daw. I problemi di traslitterazione lasciano spazio a diversi dubbi: per quanto riguarda l'attrice, pare che a volte venisse accreditata con il nome "Margery"; invece, per quanto riguarda il cognome del personaggio di "Shana", nelle prime puntate i sottotitoli in inglese riportavano "Doe", cioè "sconosciuta", e sono stati corretti solo in un secondo momento. Grazie alle capacità che le conferisce il suo contraente, Margery si trasforma in un grosso mostro dalle fattezze lupine (un licantropo) che ha il potere di moltiplicare sé stesso creando delle illusioni. Questa forma tende un'altra linea di continuità tra forze del Bene e del Male, dal momento che la creatura somiglia molto alla chimera usata come avatar da Sydonay - che a sua volta ricorda la forma evoluta di Cerberus/Kero-chan in "Card Captor Sakura" (CLAMP).
Al suo ingresso nella storia, la donna si comporta come un antagonista di Shana e, con il suo vizio di bere, sembra avere attributi totalmente negativi, ma quest'impressione si attenua gradualmente fino a scomparire, quando si comincia a capire che non si tratta di una nemica, ma piuttosto di una preziosa alleata in grado di utilizzare cerchi magici complessi. L'approccio narrativo è quindi abbastanza originale, anche nella scelta dei comprimari da affiancarle. Non si tratta dei soliti umani soggiogati con qualche potere ipnotico: Eita Tanaka e Keisaku Satô sono due quindicenni, compagni di scuola di Yûji Sakai, e, proprio come il protagonista decide di iniziare un allenamento speciale al fianco di Shana, loro si avvicinano a Margery, e Satô, essendo benestante, le presta addirittura la casa, diventando sempre più coinvolto nella battaglia personale della Flame Haze statunitense. Nella prima serie il loro ruolo è solo marginale e serve a creare un contatto tra i due mondi: quello sovrannaturale e quello comune.
Lo stesso vale per Kazumi Yoshida, una compagna di classe di Yûji, innamorata di lui e a sua volta amata da Ike. Inizialmente la ragazza è totalmente ignara della situazione della città e della vera natura di Sakai, ma scopre la realtà in seguito all'intervento di un Tuner, un particolare tipo di combattente che, grazie al suo spirito contraente Behemoth - un animale biblico simbolo della supremazia di Dio sull'uomo, che qui però prende la forma di un bracciale - ha la capacità di minimizzare una grande "distorsione" provocata da una battaglia prolungata, in cui siano stati prodotti molti Torch. Leggendo gli antefatti della sua vita, si capisce che lui era un principe che sognava di diventare un grande guerriero che porta il nome di un vento del Sahara; in effetti il suo aspetto potrebbe ricordare quello di un nobile nomade del deserto e il primo collegamento che salta agli occhi è quello con Yoh e Hao, protagonisti di "Shaman King" (Hiroyuki Takei), legati a vario titolo a un gruppo di indiani americani.
Visto l'elevato grado di sfasamento che danneggia la cittadina, il giovane richiede l'assistenza di Kazumi, regalandole uno speciale monile capace di individuare le persone che hanno in sé la fiamma azzurra. In questo modo, lei viene a sapere tutti i retroscena della vita di Yûji e Shana e, pur essendone sconvolta, decide di rimanere al fianco dei suoi amici continuando quindi a dare il suo apporto. Ha un carattere dolce ma determinato e la sua propensione per la cucina la rende simile alla madre di Yûji, Chigusa, perfetta incarnazione della brava mamma-moglie di cui si trova traccia in quasi tutti gli anime (di solito in contrapposizione con un personaggio femminile completamente negato ai fornelli).
In definitiva, oltre alla complessità della trama, uno dei punti forti di "Shakugan no Shana" è la reinterpretazione degli schemi stereotipati che caratterizzano i diversi generi di anime/manga, inserendoli però in una struttura ben integrata, senza i tipici ammiccamenti. Shana è una combattente "che veste alla marinara", ma non c'è il minimo cenno di panchira (scorci di biancheria intima) e persino negli ultimi episodi, quando l'eroina si batte coperta solo dalle bende, richiama con grazia la perversione nipponica delle kegadoru ("le bambole ferite") che, riprendendo l'antica tradizione erotica del kinbari ("bondage"), rappresenta la donna arrendevole, vulnerabile. L'uso dei lacci come mezzo offensivo/coercitivo si unisce alla fantasia piuttosto abusata della cameriera, che però assume qui un valore diverso dal solito. Dopo gli eventi della Grande Guerra - che s'intuiscono solo attraverso un flashback - Wilhelmina Carmel è una delle persone che si prendono cura di Shana durante il suo periodo di addestramento al Tendô-kyû. La divisa nasconde una donna dalle capacità belliche notevoli, legata allo spirito Tiamat - la regina dei draghi della mitologia mesopotamica - che si manifesta come una tradizionale maschera sciamanica. L'idea della donna dura che nasconde sentimenti di tenerezza ricorda molto un'altra domestica violenta, Roberta di "Black Lagoon" (Rei Hiroe), un'ex agente delle FARC colombiane sotto copertura nella villa di un magnate venezuelano.
"Shakugan No Shana" è un anime fantasy ambientato nei giorni nostri prodotto nel 2005 dalla JC Staff.
La trama
Immaginate una vostra giornata normale, con la solita monotonia di fondo di ogni giornata. E' proprio così che inizia questa serie. Sakai Yuuji, un ragazzo come ogni altro, ha appena iniziato a frequentare la scuola superiore, quando un giorno come un altro scopre di essere morto. Esattamente, morto! Conoscerà infatti l'amara realtà venendo "salvato" in un incontro occasionale con una ragazzina dai capelli rossi, che si presenterà vicino a lui dopo l'apparizione di strane rune per terra, che trasportano l'area circostante in una dimensione fuori da tempo e spazio. Ma andiamo comunque con ordine. Principalmente, l'argomento centrale di quest'anime è l'equilibrio del mondo. Ci sono degli strani esseri, chiamati "Guze no tomogara" (abitanti del mondo cremisi), alcuni dei quali assorbono a tradimento l'esistenza degli esseri viventi mandando a fare il lavoro sporto dei loro scagnozzi, che rispondono al nome di Rinne. A risistemare gli sbilanciamenti dell'esistenza fatti dai Tomogara e dai Rinne accorrono i Flame Haze, speciali umani che hanno fatto un patto con un Tomogara buono e che difendono l'esistenza. Cosa c'entra però Sakai Yuuji con tutto questo? Nulla, fino a prova contraria. Ma sarà proprio il suo incontro con la Flame Haze dai capelli e occhi rossi senza nome (che verrà più avanti chiamata da Yuuji Shana) a cambiare tutti i suoi connotati. Scoprirà di essere un rimasuglio della sua vecchia esistenza, e di essere inoltre un Mistes, speciale Torch, ovvero rimasuglio d'esistenza, che ha dentro di sé un oggetto speciale che gli apporta dei "bonus".
I personaggi cresceranno nel corso della storia battendo diversi Tomogara e crescendo insieme, anche se, a parte due o tre personaggi, non si dà la giusta profondità ad alcuni personaggi che se la meritano davvero. I problemi principali di questo'anime stanno però nel fatto che la storia all'inizio è abbastanza confusionaria, e dura troppo poco (come prima serie) per lasciare lo spettatore con un senso di soddisfazione. Per fortuna ci sono le due serie sequel.
Lato tecnico
Dal lato grafico notiamo qualcosa di non troppo convincente: puro stile JC Staff, si intende, ma dal tratto fin troppo grossolano e assai impreciso (naturalmente migliorato nella seconda serie, ma è un'altra storia). L'animazione si mantiene negli standard e si presenta piacevole da osservare, ma il chara design è parecchio lacunoso. Per quanto riguarda le ambientazioni, ci parrà di osservare come città centrale una mini Tokyo. Buone ambientazioni, insomma. Se dal punto di vista grafico notiamo un livello abbastanza discreto, da quello sonoro ci sono le vere perle: buone OST, ottime opening ed ending.
Commento finale
Ed eccoci quindi alla fatidica domanda, che avrei dovuto fare due anni fa (l'ho visto parecchio tempo fa e mi è ricapitato solo ora di rivederlo): "Shakugan No Shana" cos'è? E' un anime non adatto a tutti con sprazzi di sentimentale e combattimento, mescolato con una trama non proprio convincente, ma che offre ampio spazio al seguito. Lo consiglio? Solo a chi ha molto tempo tra le mani.
Voto finale: 7.
La trama
Immaginate una vostra giornata normale, con la solita monotonia di fondo di ogni giornata. E' proprio così che inizia questa serie. Sakai Yuuji, un ragazzo come ogni altro, ha appena iniziato a frequentare la scuola superiore, quando un giorno come un altro scopre di essere morto. Esattamente, morto! Conoscerà infatti l'amara realtà venendo "salvato" in un incontro occasionale con una ragazzina dai capelli rossi, che si presenterà vicino a lui dopo l'apparizione di strane rune per terra, che trasportano l'area circostante in una dimensione fuori da tempo e spazio. Ma andiamo comunque con ordine. Principalmente, l'argomento centrale di quest'anime è l'equilibrio del mondo. Ci sono degli strani esseri, chiamati "Guze no tomogara" (abitanti del mondo cremisi), alcuni dei quali assorbono a tradimento l'esistenza degli esseri viventi mandando a fare il lavoro sporto dei loro scagnozzi, che rispondono al nome di Rinne. A risistemare gli sbilanciamenti dell'esistenza fatti dai Tomogara e dai Rinne accorrono i Flame Haze, speciali umani che hanno fatto un patto con un Tomogara buono e che difendono l'esistenza. Cosa c'entra però Sakai Yuuji con tutto questo? Nulla, fino a prova contraria. Ma sarà proprio il suo incontro con la Flame Haze dai capelli e occhi rossi senza nome (che verrà più avanti chiamata da Yuuji Shana) a cambiare tutti i suoi connotati. Scoprirà di essere un rimasuglio della sua vecchia esistenza, e di essere inoltre un Mistes, speciale Torch, ovvero rimasuglio d'esistenza, che ha dentro di sé un oggetto speciale che gli apporta dei "bonus".
I personaggi cresceranno nel corso della storia battendo diversi Tomogara e crescendo insieme, anche se, a parte due o tre personaggi, non si dà la giusta profondità ad alcuni personaggi che se la meritano davvero. I problemi principali di questo'anime stanno però nel fatto che la storia all'inizio è abbastanza confusionaria, e dura troppo poco (come prima serie) per lasciare lo spettatore con un senso di soddisfazione. Per fortuna ci sono le due serie sequel.
Lato tecnico
Dal lato grafico notiamo qualcosa di non troppo convincente: puro stile JC Staff, si intende, ma dal tratto fin troppo grossolano e assai impreciso (naturalmente migliorato nella seconda serie, ma è un'altra storia). L'animazione si mantiene negli standard e si presenta piacevole da osservare, ma il chara design è parecchio lacunoso. Per quanto riguarda le ambientazioni, ci parrà di osservare come città centrale una mini Tokyo. Buone ambientazioni, insomma. Se dal punto di vista grafico notiamo un livello abbastanza discreto, da quello sonoro ci sono le vere perle: buone OST, ottime opening ed ending.
Commento finale
Ed eccoci quindi alla fatidica domanda, che avrei dovuto fare due anni fa (l'ho visto parecchio tempo fa e mi è ricapitato solo ora di rivederlo): "Shakugan No Shana" cos'è? E' un anime non adatto a tutti con sprazzi di sentimentale e combattimento, mescolato con una trama non proprio convincente, ma che offre ampio spazio al seguito. Lo consiglio? Solo a chi ha molto tempo tra le mani.
Voto finale: 7.
"Shakugan no Shana" è un anime che unisce i combattimenti a una tematica sentimentale abbastanza ben sviluppata. Alcuni risvolti della vicenda potevano forse essere sviluppati meglio durante gli episodi, ma in generale l'anime è piacevole anche se forse un po' scontato.
Una cosa che mi ha colpita è che i ruoli dei personaggi sono in un certo senso invertiti: Shana è caratterialmente un personaggio più "maschile", molto decisa e combattiva, sa bene quel che vuole e si allontana quindi dallo stereotipo della ragazza indifesa che dev'essere continuamente protetta. Anzi, spesso è lei a proteggere il coprotagonista Yuji, che sembra a tratti avere un comportamento più tipicamente "femminile" ed è un po' imbranato. Questo vale anche per il chara design: ad esempio, Yuji ha i lineamenti molto dolci e gli occhi grandi, più adatti forse a un personaggio femminile.
I personaggi secondari sono interessanti, anche se poco sviluppati e messi talvolta in disparte, e questo è un peccato, dato che alcuni avrebbero un potenziale anche maggiore rispetto ai protagonisti.
Durante la serie si assiste a numerosi combattimenti che dovrebbero essere il fulcro dell'anime, ma che sono veramente al limite del noioso e sviluppati malissimo, anche se per fortuna durano poco e di solito si esauriscono in tre puntate al massimo. Il problema fondamentale dell'anime secondo me è proprio questo: il voler puntare eccessivamente sull'azione e meno sul risvolto sentimentale della vicenda, che è molto più interessante. E' bello soprattutto il lento sviluppo del rapporto che si viene a creare tra Yuji e Shana, che si evolve episodio dopo episodio. Si nota molto il cambiamento caratteriale di Shana proprio in virtù di questo legame, che si ripercuote soprattutto sulla stessa protagonista.
Nel corso dell'anime vengono inserite anche scene a mio parere inutili più che volgari di per sé. Si tratta delle numerose scene in cui ad esempio si vede Shana in biancheria intima, o di quando le si vedono chiaramente le mutande durante i combattimenti. Per non parlare poi delle scene "incestuose" tra i due fratelli, inserite in contesti totalmente estranei e in cui non c'entrano nulla. Che sia mero fan service? Non ho apprezzato in ogni caso.
All'inizio ho trovato l'anime piuttosto noioso, al punto che dopo le prime 5 puntate pensavo di mollarlo, ma da metà circa in poi gli episodi si sono fatti via via più interessanti. Certo, non da tenerti incollato allo schermo, anche perché alcune parti sono troppo lente o poco sviluppate. Molto carina è la parte dei ricordi d'infanzia di Shana. Delusione completa invece per il finale, un happy end che non cambia nulla né dal punto di vista delle relazioni sentimentali tra i vari personaggi né dal punto di vista della trama vera e propria.
Per quanto riguarda l'animazione, mi è sembrata più che buona, sicuramente migliore che in molti altri anime del genere.
In generale il voto che do è 6 e mezzo, visto che alcune parti sono carine, però la trama è troppo banale e noiosa per poter dare un voto più alto. Consiglio la visione soltanto a chi non ha altro da vedere e vuole godersi un anime carino ma ben lungi dall'essere un capolavoro.
Una cosa che mi ha colpita è che i ruoli dei personaggi sono in un certo senso invertiti: Shana è caratterialmente un personaggio più "maschile", molto decisa e combattiva, sa bene quel che vuole e si allontana quindi dallo stereotipo della ragazza indifesa che dev'essere continuamente protetta. Anzi, spesso è lei a proteggere il coprotagonista Yuji, che sembra a tratti avere un comportamento più tipicamente "femminile" ed è un po' imbranato. Questo vale anche per il chara design: ad esempio, Yuji ha i lineamenti molto dolci e gli occhi grandi, più adatti forse a un personaggio femminile.
I personaggi secondari sono interessanti, anche se poco sviluppati e messi talvolta in disparte, e questo è un peccato, dato che alcuni avrebbero un potenziale anche maggiore rispetto ai protagonisti.
Durante la serie si assiste a numerosi combattimenti che dovrebbero essere il fulcro dell'anime, ma che sono veramente al limite del noioso e sviluppati malissimo, anche se per fortuna durano poco e di solito si esauriscono in tre puntate al massimo. Il problema fondamentale dell'anime secondo me è proprio questo: il voler puntare eccessivamente sull'azione e meno sul risvolto sentimentale della vicenda, che è molto più interessante. E' bello soprattutto il lento sviluppo del rapporto che si viene a creare tra Yuji e Shana, che si evolve episodio dopo episodio. Si nota molto il cambiamento caratteriale di Shana proprio in virtù di questo legame, che si ripercuote soprattutto sulla stessa protagonista.
Nel corso dell'anime vengono inserite anche scene a mio parere inutili più che volgari di per sé. Si tratta delle numerose scene in cui ad esempio si vede Shana in biancheria intima, o di quando le si vedono chiaramente le mutande durante i combattimenti. Per non parlare poi delle scene "incestuose" tra i due fratelli, inserite in contesti totalmente estranei e in cui non c'entrano nulla. Che sia mero fan service? Non ho apprezzato in ogni caso.
All'inizio ho trovato l'anime piuttosto noioso, al punto che dopo le prime 5 puntate pensavo di mollarlo, ma da metà circa in poi gli episodi si sono fatti via via più interessanti. Certo, non da tenerti incollato allo schermo, anche perché alcune parti sono troppo lente o poco sviluppate. Molto carina è la parte dei ricordi d'infanzia di Shana. Delusione completa invece per il finale, un happy end che non cambia nulla né dal punto di vista delle relazioni sentimentali tra i vari personaggi né dal punto di vista della trama vera e propria.
Per quanto riguarda l'animazione, mi è sembrata più che buona, sicuramente migliore che in molti altri anime del genere.
In generale il voto che do è 6 e mezzo, visto che alcune parti sono carine, però la trama è troppo banale e noiosa per poter dare un voto più alto. Consiglio la visione soltanto a chi non ha altro da vedere e vuole godersi un anime carino ma ben lungi dall'essere un capolavoro.
In un giorno come tanti lo studente Sakai Yugi scopre l'esistenza di mostri, i Guze no Tomogara, che circolano nel nostro mondo nutrendosi dell'energia vitale degli umani uccidendoli.Fortunatamente scopre anche l'esistenza dei Flame Haze, guerrieri incaricati di mantenere l'equilibrio contrastando le azioni dei Tomogara; ma la scoperta più sconvolgente è quella di scoprire di essere già morto e di essere in realtà un Torch, una finta esistenza, una sorta di bambola messa temporaneamente al posto di un essere umano per mitigare i danni fatti dai mostri di Guze. In un giorno come tanti, il Torch Sakai Yuji incontra la Flame Haze Shakugan no Shana e scopre che la propria esistenza è destinata ad estinguersi in un tempo molto breve.
Nel corso della storia, Yuji dimostra di essere il tipico giovane uomo: profondo ed appassionato nel porsi grandi domande esistenziali, ma totalmente incapace di comprendere le ragazze della sua età!
Tuttavia sono le ragazze ad essere le vere protagoniste della serie. Shana in primis: spietata Flame Haze che vive unicamente per la propria missione è messa in crisi dalla convivenza forzata con Yuji e dal suo attaccamento alla vita ed alla propria identità. Kazumi Yoshida-san, innamorata di Yuji, lotta per non perdere il ragazzo che ama arrivando ad immergersi in un mondo cui non appartiene pur di colmare la distanza che viene a crearsi tra loro nel momento in cui Yuji scopre di non essere più un essere umano.
In questa prima serie, mi è piaciuta la forte affermazione della propria esistenza ed identità che Yuji fa nei primi episodi. Mi è poi piaciuto come la storia sentimentale si fondi con l'azione, come la compenetri e come alla fine ne prenda il sopravvento dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che è l'amore a muovere le azioni degli uomini e che sono le nostre azioni a determinare chi e cosa siamo in questo mondo.
Particolarmente interessante, nello svolgersi della trama, è il fatto che gli avversari che Yuji e Shana affrontano rappresentano di volta in volta diverse facce - distorte - dell'amore che influenzano e guidano progressivamente l'evoluzione del loro sentimento.
Purtroppo avere temi profondi e coinvolgenti alla base non basta e Shakugan No Shana non è la serie perfetta. La sostanza nei protagonisti c'è, ma con un po' di audacia si sarebbero potute creare delle figure davvero notevoli. I personaggi comprimari sono un po' inutili e, schiacciati dagli eventi, non riescono ad emergere.
La sceneggiatura in un paio di punti è forzata e, a ben vedere, pecca in originalità.
Le animazioni sono di livello medio alto. Molto bello l'effetto in computer grafica delle particelle ardenti che circondano i capelli di Shana e, in generale, la CG è ben integrata coi disegni.
In conclusione, serie perfetta o no, voto 9, dato col cuore più che con la testa!
Nel corso della storia, Yuji dimostra di essere il tipico giovane uomo: profondo ed appassionato nel porsi grandi domande esistenziali, ma totalmente incapace di comprendere le ragazze della sua età!
Tuttavia sono le ragazze ad essere le vere protagoniste della serie. Shana in primis: spietata Flame Haze che vive unicamente per la propria missione è messa in crisi dalla convivenza forzata con Yuji e dal suo attaccamento alla vita ed alla propria identità. Kazumi Yoshida-san, innamorata di Yuji, lotta per non perdere il ragazzo che ama arrivando ad immergersi in un mondo cui non appartiene pur di colmare la distanza che viene a crearsi tra loro nel momento in cui Yuji scopre di non essere più un essere umano.
In questa prima serie, mi è piaciuta la forte affermazione della propria esistenza ed identità che Yuji fa nei primi episodi. Mi è poi piaciuto come la storia sentimentale si fondi con l'azione, come la compenetri e come alla fine ne prenda il sopravvento dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che è l'amore a muovere le azioni degli uomini e che sono le nostre azioni a determinare chi e cosa siamo in questo mondo.
Particolarmente interessante, nello svolgersi della trama, è il fatto che gli avversari che Yuji e Shana affrontano rappresentano di volta in volta diverse facce - distorte - dell'amore che influenzano e guidano progressivamente l'evoluzione del loro sentimento.
Purtroppo avere temi profondi e coinvolgenti alla base non basta e Shakugan No Shana non è la serie perfetta. La sostanza nei protagonisti c'è, ma con un po' di audacia si sarebbero potute creare delle figure davvero notevoli. I personaggi comprimari sono un po' inutili e, schiacciati dagli eventi, non riescono ad emergere.
La sceneggiatura in un paio di punti è forzata e, a ben vedere, pecca in originalità.
Le animazioni sono di livello medio alto. Molto bello l'effetto in computer grafica delle particelle ardenti che circondano i capelli di Shana e, in generale, la CG è ben integrata coi disegni.
In conclusione, serie perfetta o no, voto 9, dato col cuore più che con la testa!
Shakugan no Shana è un anime fantasy capace di affascinare inizialmente per il discreto impatto visivo e narrativo per poi tuttavia perdersi un un risultato decisamente mediocre e mal sfruttato complice una scelta di temi decisamente anormale, ma procediamo con criterio.
Yuji Sakai è un normalissimo studente delle superiori della città di Misaki, svolge una vita all'insegna della normalità e della quotidianità. Il suo mondo cosi tranquillo e luminoso va in frantumi quando incontra la flame haze dagli occhi ardenti, che chiamerà in seguito Shana (non possedendo ufficialmente un nome). La ragazzina gli rivelerà che il mondo che lui conosce non è l'unico esistente, infatti esistono mondi paralleli di cui fanno parte lei e i Guze no Tomogara, che altro non sono se non demoni che si nutrono del potere dell'esistenza risiedente nei corpi umani, ma dato che il nome "demone" era troppo stereotipato gli autori hanno deciso di chiamarli Tomogara perché fa più figo (applausi...). Shana, tanto per rendere le cose ancor più allegre gli rivelerà che lui è un torch ovvero un essere umano che di lì a poco scomparirà perché già da tempo divorato da un Tomogara. La storia si evolverà abbastanza rapidamente e in maniera scioccamente complessa per alcuni, ma in realtà più lineare di quanto si pensi.
Questo anime presenta un certo numero di particolarità non esattamente lusinghiere, a cominciare dalla caratterizzazione dei personaggi: Yuji è il classico imbecille con la testa fra le nuvole incapace di comprendere le avance di una ragazza neanche se questa gli sbattesse il reggiseno in faccia, oltretutto è un incompetente in combattimento ed un inutile moralista; Shana (Tsundere a gogo) una loli a tutti gli effetti con un carattere che le farebbe meritare la fucilazione e con un'altezza pari a quella di un metro e una vigorsol; Yoshida la classica ragazzina incapace di parlare senza farsi venire un infarto o senza fare uso di una bombola d'ossigeno, e la lista continuerebbe ancora.
Un altro gruppo di particolarità è la scelta di alcuni temi a me decisamente sgraditi oltre che inutili ai fini della storia, per spiegarli farò alcuni esempi con degli eventi dell'anime che tuttavia niente rivelano: Shana è ferita di conseguenza verrà vista nuda e coperta solo da bendaggi medici con i quali oltretutto combatterà, perché? Perché farci vedere una loli che combatte coperta solo da bende? Dovrebbe eccitarmi? La risposta è no! Al massimo risulta un particolare di cattivo gusto e perverso. Oltretutto più di una volta si vedrà la loli/tsundere in mutande, ma dov'è la logica in tutto ciò?
Tanto per rimanere in tema di perversione c'è un'altra particolarità ovvero due Tomogara, rispettivamente fratello e sorella con l'aspetto di bambini. Scommetto che qualcuno ha già capito dove voglio andare a parare, quindi senza dilungarmi più del dovuto affermo che tra i due c'è un rapporto incestuoso ai limiti del guardabile e della decenza. Questi due "demoni" si baciano in continuazione (e i disegnatori/sceneggiatori sono stati cosi zelanti da ricreare alla perfezione la lingua dell'uno che entra nella bocca dell'altro con tanto di salivazione anormale... ma che bravi) anche durante la battaglia o nei momenti più assurdi li si vedrà flirtare in una maniera abominevole.
Ultima particolarità di rilievo, a mio parere, è la presenza di Yoshida, compagna di classe di Yuji: ogni volta che Yuji e Shana si appartano per discutere, per perdere tempo, per allenarsi, per farsi i trip mentali o quello che è, Yoshida è dietro un albero, dietro un lampione, a poca distanza da loro, sotto un ponte... ma che diavolo! Cos'è una stalker? C'è una scena in cui Yoshida confessa a Yugi di averlo sentito conversare con Shana e lui dice " Ah ci hai sentiti? Capisco..." ... ma dico io una persona normale avrebbe risposto "Yoshida, ma stai sempre tra le balle? Ma perchè non vai a farti un giro altrove?"
Tecnicamente siamo molto lontani da uno standard almeno discreto: i disegni sono eccessivamente semplicistici specie se i soggetti vengono ripresi in lontananza, alcuni personaggi sono sproporzionati rispetto agli altri (vedasi Shana che arriva a malapena al petto di Yuji), le animazioni sono esageratamente abbozzate e "tratteggiate" quindi non fluide, specie nei combattimenti oltretutto che dovrebbero essere la colonna portante delle fasi action. Tanto per rendere l'idea, Shana con la sua katana non eseguirà nessuna manovra spettacolare, si limiterà ad usare la sua splendida spada infuocata come un machete per tagliuzzare i Tomogara. E questa sarebbe la flame haze dai capelli di fuoco? Agghiacciante! Il comparto audio risente di una miriade di pecche a cominciare dalla povertà numerica di effetti e della scadente scelta in fatto di sigle d'apertura e chiusura, che tuttavia sono a mio parere il problema minore della serie.
Erano anni che desideravo visionare quest'opera, speranzoso di ritrovarmi difronte ad una serie fantasy/action ben riuscita, e invece mi ritrovo con una quantità spropositata di stereotipi e cliché, una narrazione che stenta a decollare fino alla fine, completa assenza di colpi di scena, combattimenti più piatti del primo Tekken, loli, incesto, e un comparto tecnico insignificante. Consapevole che dietro ogni anime c'è sempre un impegno più o meno appassionato di chi li crea sono speranzoso nei seguiti di questa strana serie, alla quale non posso assegnare per una questione di correttezza e razionalità più di un 6, ricordando che il voto è a discrezione di chi visiona l'opera.
Yuji Sakai è un normalissimo studente delle superiori della città di Misaki, svolge una vita all'insegna della normalità e della quotidianità. Il suo mondo cosi tranquillo e luminoso va in frantumi quando incontra la flame haze dagli occhi ardenti, che chiamerà in seguito Shana (non possedendo ufficialmente un nome). La ragazzina gli rivelerà che il mondo che lui conosce non è l'unico esistente, infatti esistono mondi paralleli di cui fanno parte lei e i Guze no Tomogara, che altro non sono se non demoni che si nutrono del potere dell'esistenza risiedente nei corpi umani, ma dato che il nome "demone" era troppo stereotipato gli autori hanno deciso di chiamarli Tomogara perché fa più figo (applausi...). Shana, tanto per rendere le cose ancor più allegre gli rivelerà che lui è un torch ovvero un essere umano che di lì a poco scomparirà perché già da tempo divorato da un Tomogara. La storia si evolverà abbastanza rapidamente e in maniera scioccamente complessa per alcuni, ma in realtà più lineare di quanto si pensi.
Questo anime presenta un certo numero di particolarità non esattamente lusinghiere, a cominciare dalla caratterizzazione dei personaggi: Yuji è il classico imbecille con la testa fra le nuvole incapace di comprendere le avance di una ragazza neanche se questa gli sbattesse il reggiseno in faccia, oltretutto è un incompetente in combattimento ed un inutile moralista; Shana (Tsundere a gogo) una loli a tutti gli effetti con un carattere che le farebbe meritare la fucilazione e con un'altezza pari a quella di un metro e una vigorsol; Yoshida la classica ragazzina incapace di parlare senza farsi venire un infarto o senza fare uso di una bombola d'ossigeno, e la lista continuerebbe ancora.
Un altro gruppo di particolarità è la scelta di alcuni temi a me decisamente sgraditi oltre che inutili ai fini della storia, per spiegarli farò alcuni esempi con degli eventi dell'anime che tuttavia niente rivelano: Shana è ferita di conseguenza verrà vista nuda e coperta solo da bendaggi medici con i quali oltretutto combatterà, perché? Perché farci vedere una loli che combatte coperta solo da bende? Dovrebbe eccitarmi? La risposta è no! Al massimo risulta un particolare di cattivo gusto e perverso. Oltretutto più di una volta si vedrà la loli/tsundere in mutande, ma dov'è la logica in tutto ciò?
Tanto per rimanere in tema di perversione c'è un'altra particolarità ovvero due Tomogara, rispettivamente fratello e sorella con l'aspetto di bambini. Scommetto che qualcuno ha già capito dove voglio andare a parare, quindi senza dilungarmi più del dovuto affermo che tra i due c'è un rapporto incestuoso ai limiti del guardabile e della decenza. Questi due "demoni" si baciano in continuazione (e i disegnatori/sceneggiatori sono stati cosi zelanti da ricreare alla perfezione la lingua dell'uno che entra nella bocca dell'altro con tanto di salivazione anormale... ma che bravi) anche durante la battaglia o nei momenti più assurdi li si vedrà flirtare in una maniera abominevole.
Ultima particolarità di rilievo, a mio parere, è la presenza di Yoshida, compagna di classe di Yuji: ogni volta che Yuji e Shana si appartano per discutere, per perdere tempo, per allenarsi, per farsi i trip mentali o quello che è, Yoshida è dietro un albero, dietro un lampione, a poca distanza da loro, sotto un ponte... ma che diavolo! Cos'è una stalker? C'è una scena in cui Yoshida confessa a Yugi di averlo sentito conversare con Shana e lui dice " Ah ci hai sentiti? Capisco..." ... ma dico io una persona normale avrebbe risposto "Yoshida, ma stai sempre tra le balle? Ma perchè non vai a farti un giro altrove?"
Tecnicamente siamo molto lontani da uno standard almeno discreto: i disegni sono eccessivamente semplicistici specie se i soggetti vengono ripresi in lontananza, alcuni personaggi sono sproporzionati rispetto agli altri (vedasi Shana che arriva a malapena al petto di Yuji), le animazioni sono esageratamente abbozzate e "tratteggiate" quindi non fluide, specie nei combattimenti oltretutto che dovrebbero essere la colonna portante delle fasi action. Tanto per rendere l'idea, Shana con la sua katana non eseguirà nessuna manovra spettacolare, si limiterà ad usare la sua splendida spada infuocata come un machete per tagliuzzare i Tomogara. E questa sarebbe la flame haze dai capelli di fuoco? Agghiacciante! Il comparto audio risente di una miriade di pecche a cominciare dalla povertà numerica di effetti e della scadente scelta in fatto di sigle d'apertura e chiusura, che tuttavia sono a mio parere il problema minore della serie.
Erano anni che desideravo visionare quest'opera, speranzoso di ritrovarmi difronte ad una serie fantasy/action ben riuscita, e invece mi ritrovo con una quantità spropositata di stereotipi e cliché, una narrazione che stenta a decollare fino alla fine, completa assenza di colpi di scena, combattimenti più piatti del primo Tekken, loli, incesto, e un comparto tecnico insignificante. Consapevole che dietro ogni anime c'è sempre un impegno più o meno appassionato di chi li crea sono speranzoso nei seguiti di questa strana serie, alla quale non posso assegnare per una questione di correttezza e razionalità più di un 6, ricordando che il voto è a discrezione di chi visiona l'opera.
Yuji Sakai è un comune studente, protagonista, come tanti altri suoi coetanei e compagni di scuola, di una vita del tutto ordinaria all'interno di una città giapponese di nome Misaki; un'esistenza come tante altre si potrebbe dire, che tuttavia un giorno viene completamente sconvolta dallo sfortunato coinvolgimento del ragazzo nell'attacco di un Rinnie (servitore) di un Guze no Tomogara (mostri spietati che vivono nutrendosi dell'esistenza stessa degli esseri umani), ed il conseguente incontro con la Flame Haze (cacciatori dei Guze e tutori dell'ordine nel mondo) della fiamma Alastor (che da lì in poi sarà battezzata dal protagonista Shana, come la sua affilata katana) incaricato di dargli la caccia. Da questo incontro infatti, pur riuscendo miracolosamente a salvarsi, il ragazzo scopre per la prima volta la sua vera natura, ovvero quella di un Torch (umani già divorati da tempo dai Guze, la cui esistenza è stata solo temporaneamente ripristinata dai Flame Haze onde evitare violenti sconvolgimenti nell'ordine del mondo, ma destinati a sparire lentamente dallo stesso, sprofondando nell'oblio della memoria di tutti i propri conoscenti) contenente un oggetto chiamato Reiji Mago (il che fa del torch in questione una sorta di forziere ambulante, denominato Mistes).
Le conseguenze di tale rivelazione sono ovviamente del tutto prevedibili: Yuji d'ora in avanti dovrà fare i conti, oltre che con una realtà feroce ed ostile nei suoi confronti (data l'attrazione che hanno i Guze per tesori come quelli contenuti nel suo corpo) anche con il costante pericolo di svanire nel nulla.
Inizia così l'avventura dei due protagonisti…
Shakugan no Shana risulta alla visione un'opera estremamente piacevole da vedere, curata dal lato tecnico (grafica un po' datata, ma musiche eccellenti) e allo stesso tempo con una buona struttura alle proprie spalle, anche se ovviamente, come spesso accade per anime articolati su più stagioni, la visione dei primi 25 episodi non risulta essere di per sé chiarificatrice.
I personaggi hanno tutti un loro perché e questo risulta essere molto importante, soprattutto quando, come in questo caso, l'anime si regge sulla coralità di molteplici protagonisti, ognuno con la propria storia, le proprie motivazioni ed il proprio passato (in particolare la domestica di Shana si rivela essere un pg molto interessante). I doppiaggi sono tutti molto azzeccati e per una volta la Rye (doppiatrice di Taiga in Toradora) si trova ad applicare la propria voce ad un personaggio relativamente poco tsundere e, soprattutto, decisamente serio (anche se ovviamente Shana, come quasi tutti i personaggi interpretati dalla Rye, non manca di mostrare quella classica attitudine all'essere impacciata per quanto riguarda l'espressione dei suoi veri sentimenti - anche se in questo caso la cosa è parzialmente motivata da un'educazione piuttosto spartana impartitele da Alastor e Wilheimina -).
Sostanzialmente quello che andrete a vedere può considerarsi a mio avviso una sorta di To aru majutsu no Index ambientato in un modo di sola magia, ma in cui al contempo persistono due elementi cardine dell'opera sopracitata, ovvero le classiche divisioni in fazioni ed i continui spettri che aleggiano su un mondo ordinario sempre all'orlo del completo sconvolgimento (in particolare è interessante vedere come alcuni dei protagonisti umani della storia, una volta coinvolti, andranno ad affrontare la scoperta di ciò che si celava dietro la monotonia da loro sin lì affrontata, portando alla completa rivalutazione spesso di cose considerate ovvie). Combattimenti complessivamente ben realizzati, anche se con qualche remora sulla loro a volte breve durata (in certi casi), si mixano bene con dialoghi spesso di carattere esplicativo su quanto accade (come avete notato vi è un più che ampio lessico associato all'anime in questione, magari un po' complicato da seguire all'inizio ma per nulla complicato - complice anche la presenza di versioni fansub estremamente dettagliate per quanto riguarda le note -).
Insomma, veramente da tenere in considerazione se si è alla ricerca di un bell'anime non particolarmente impegnativo, ma al contempo appassionante. Voto: 8
Le conseguenze di tale rivelazione sono ovviamente del tutto prevedibili: Yuji d'ora in avanti dovrà fare i conti, oltre che con una realtà feroce ed ostile nei suoi confronti (data l'attrazione che hanno i Guze per tesori come quelli contenuti nel suo corpo) anche con il costante pericolo di svanire nel nulla.
Inizia così l'avventura dei due protagonisti…
Shakugan no Shana risulta alla visione un'opera estremamente piacevole da vedere, curata dal lato tecnico (grafica un po' datata, ma musiche eccellenti) e allo stesso tempo con una buona struttura alle proprie spalle, anche se ovviamente, come spesso accade per anime articolati su più stagioni, la visione dei primi 25 episodi non risulta essere di per sé chiarificatrice.
I personaggi hanno tutti un loro perché e questo risulta essere molto importante, soprattutto quando, come in questo caso, l'anime si regge sulla coralità di molteplici protagonisti, ognuno con la propria storia, le proprie motivazioni ed il proprio passato (in particolare la domestica di Shana si rivela essere un pg molto interessante). I doppiaggi sono tutti molto azzeccati e per una volta la Rye (doppiatrice di Taiga in Toradora) si trova ad applicare la propria voce ad un personaggio relativamente poco tsundere e, soprattutto, decisamente serio (anche se ovviamente Shana, come quasi tutti i personaggi interpretati dalla Rye, non manca di mostrare quella classica attitudine all'essere impacciata per quanto riguarda l'espressione dei suoi veri sentimenti - anche se in questo caso la cosa è parzialmente motivata da un'educazione piuttosto spartana impartitele da Alastor e Wilheimina -).
Sostanzialmente quello che andrete a vedere può considerarsi a mio avviso una sorta di To aru majutsu no Index ambientato in un modo di sola magia, ma in cui al contempo persistono due elementi cardine dell'opera sopracitata, ovvero le classiche divisioni in fazioni ed i continui spettri che aleggiano su un mondo ordinario sempre all'orlo del completo sconvolgimento (in particolare è interessante vedere come alcuni dei protagonisti umani della storia, una volta coinvolti, andranno ad affrontare la scoperta di ciò che si celava dietro la monotonia da loro sin lì affrontata, portando alla completa rivalutazione spesso di cose considerate ovvie). Combattimenti complessivamente ben realizzati, anche se con qualche remora sulla loro a volte breve durata (in certi casi), si mixano bene con dialoghi spesso di carattere esplicativo su quanto accade (come avete notato vi è un più che ampio lessico associato all'anime in questione, magari un po' complicato da seguire all'inizio ma per nulla complicato - complice anche la presenza di versioni fansub estremamente dettagliate per quanto riguarda le note -).
Insomma, veramente da tenere in considerazione se si è alla ricerca di un bell'anime non particolarmente impegnativo, ma al contempo appassionante. Voto: 8
Su può tradurre in "Shana dagli occhi ardenti", elemento sempre di grande fascino il fuoco. Shakugan no Shana è una serie di romanzi scritti da Yashichiro Takahashi e illustrati da Noizi Ito, colei che poco più tardi andrà a creare i personaggi di Suzumiya Haruhi no Yuutsu rendendola quindi un'artista di grande fama, considerato lo standard delle light novel.
La serie animata debutta nel 2005 e la trama risulta sin da subito abbastanza anomala. Un normale studente, Yuuji Sakai, scopre l'esistenza di mostri invisibili che assorbono l'essenza degli esseri umani, uccidendoli. Quello stesso giorno incontra una Flame Haze, una ragazzina con katana e capelli rosso fuoco, che ha lo scopo di combattere questi esseri. Gli esseri umani assorbiti vengono sostituiti da Tourch, vere e proprie copie che con il passare del tempo verranno dimenticati dagli altri e finiranno per sparire senza lasciare traccia, in questo modo "l'equilibrio" del mondo non viene stravolto.
Stravolto da questo terribile segreto, il povero Yuuji scopre inoltre che anche lui ormai è un Tourch di un tipo speciale, detto Mistes. La Flame Haze, sotto la guida di Alastor, decide quindi di proteggerlo da eventuali attacchi nemici, interessati dal suo potere.
La ragazza, chiamata Shana da Yuuji, risulta però da subito distaccata. Considera Yuuji semplicemente un Tourch, destinato a sparire e quindi totalmente inutile e l'unica cosa che la rende felice è il panino al melone. Il rapporto tra i due però è destinato a durare...
Shakugan no Shana non entrerà certo nella storia dell'animazione. La trama, per quanto interessante, risulta leggermente confusa e tecnicamente la serie non è eccezionale, in particolare nelle fasi di battaglia dove le animazioni mostrano qualche lacuna di troppo, nulla di grave sia chiaro.
Tuttavia dall'altra faccia della medaglia abbiamo un'ottima commedia, là dove l'anime fallisce con i combattimenti, abbiamo invece episodi pienamente riusciti di ambientazione scolastica, cittadina, quotidiana, in particolare quelli che vanno dalla 9 alla 12.
Per chi ha visto e apprezzato Toradora riconoscerà subito la doppiatrice Rie "Taiga" Kugimiya, e anche questa volta non fallisce nell'interpretare la tsundere di turno. Shana è un personaggio ben caratterizzato, anche se lo stesso non si può dire di Yuuji, davvero piatto in questa prima serie.
Funzionano gli altri alleati, Margery Dawn, Keisaku e Eita, Wilhelmina; di contro però i nemici mancano di un certo carisma, alcuni muoiono in un episodio o due e altri invece, dall'aspetto più interessante, fanno solo rapide apparizioni per poi ricomparire chissà quando.
Davvero ottime le sigle, in particolare la prima opening "Hishoku no Sora" di Mami Kawada e la prima ending "Yoake Umarekuru Shōjo", di Yoko "Evangelion" Takakashi, accompagnata da splendide illustrazioni in bianco e nero di Noizi Ito.
In definitiva una buona serie scorrevole quanto basta, penalizzata però da battaglie poco coinvolgenti, trama di difficile comprensione e nemici poco approfonditi, e questo è un peccato, visto il potenziale di un personaggio come Shana e dei suoi alleati che, come detto, si trovano a loro agio con le armi riposte.
Seguito da Shakugan no Shana Second.
La serie animata debutta nel 2005 e la trama risulta sin da subito abbastanza anomala. Un normale studente, Yuuji Sakai, scopre l'esistenza di mostri invisibili che assorbono l'essenza degli esseri umani, uccidendoli. Quello stesso giorno incontra una Flame Haze, una ragazzina con katana e capelli rosso fuoco, che ha lo scopo di combattere questi esseri. Gli esseri umani assorbiti vengono sostituiti da Tourch, vere e proprie copie che con il passare del tempo verranno dimenticati dagli altri e finiranno per sparire senza lasciare traccia, in questo modo "l'equilibrio" del mondo non viene stravolto.
Stravolto da questo terribile segreto, il povero Yuuji scopre inoltre che anche lui ormai è un Tourch di un tipo speciale, detto Mistes. La Flame Haze, sotto la guida di Alastor, decide quindi di proteggerlo da eventuali attacchi nemici, interessati dal suo potere.
La ragazza, chiamata Shana da Yuuji, risulta però da subito distaccata. Considera Yuuji semplicemente un Tourch, destinato a sparire e quindi totalmente inutile e l'unica cosa che la rende felice è il panino al melone. Il rapporto tra i due però è destinato a durare...
Shakugan no Shana non entrerà certo nella storia dell'animazione. La trama, per quanto interessante, risulta leggermente confusa e tecnicamente la serie non è eccezionale, in particolare nelle fasi di battaglia dove le animazioni mostrano qualche lacuna di troppo, nulla di grave sia chiaro.
Tuttavia dall'altra faccia della medaglia abbiamo un'ottima commedia, là dove l'anime fallisce con i combattimenti, abbiamo invece episodi pienamente riusciti di ambientazione scolastica, cittadina, quotidiana, in particolare quelli che vanno dalla 9 alla 12.
Per chi ha visto e apprezzato Toradora riconoscerà subito la doppiatrice Rie "Taiga" Kugimiya, e anche questa volta non fallisce nell'interpretare la tsundere di turno. Shana è un personaggio ben caratterizzato, anche se lo stesso non si può dire di Yuuji, davvero piatto in questa prima serie.
Funzionano gli altri alleati, Margery Dawn, Keisaku e Eita, Wilhelmina; di contro però i nemici mancano di un certo carisma, alcuni muoiono in un episodio o due e altri invece, dall'aspetto più interessante, fanno solo rapide apparizioni per poi ricomparire chissà quando.
Davvero ottime le sigle, in particolare la prima opening "Hishoku no Sora" di Mami Kawada e la prima ending "Yoake Umarekuru Shōjo", di Yoko "Evangelion" Takakashi, accompagnata da splendide illustrazioni in bianco e nero di Noizi Ito.
In definitiva una buona serie scorrevole quanto basta, penalizzata però da battaglie poco coinvolgenti, trama di difficile comprensione e nemici poco approfonditi, e questo è un peccato, visto il potenziale di un personaggio come Shana e dei suoi alleati che, come detto, si trovano a loro agio con le armi riposte.
Seguito da Shakugan no Shana Second.
Un anime fantasy che ha attratto la mia curiosità, tanto è vero che mi son visto anche la seconda serie e, sebbene penso sia arrivato il momento di dargli una conclusione perché, come al solito, il troppo stroppia, vedrò, quando sarà disponibile, anche la terza.
La trama può essere così riassunta: delle entità aliene (i guze no tomogara) si nutrono delle anime degli esseri umani; in loro difesa ci sono le flame haze, che hanno come obiettivo il mantenimento dell'equilibrio del mondo. Gli esseri umani divorati diventano "torch", ossia delle mere immagini destinate a spegnersi e scomparire in breve tempo, il cui ruolo è quello di permettere al mondo di dimenticarsi di loro in modo meno traumatico. Se poi il torch è proprio fortunato al suo interno contiene un hougu, ossia un oggetto di grande potere, che gli consente di diventare un mystes, capace di sottrarsi al suo breve e triste destino.
È proprio questo il destino di Yuuji, il protagonista, che, alleatosi con Shana, la flame Haze protagonista femminile della serie, comincerà a combattere i guze no tomogara per permettere la salvezza della città in cui vive.
La storia dunque è, di per sé, abbastanza fiacca: il bene contro il male e un semplice studente a fare la parte dell'eroe che nessuno si attendeva.
Quello che eleva, e di molto, la mia valutazione, è la caratterizzazione dei personaggi principali, che ho trovato estremamente divertenti. L'Urusai di Shana, poi, sono tentato ad usarlo anche in ufficio con qualche collega...
La trama può essere così riassunta: delle entità aliene (i guze no tomogara) si nutrono delle anime degli esseri umani; in loro difesa ci sono le flame haze, che hanno come obiettivo il mantenimento dell'equilibrio del mondo. Gli esseri umani divorati diventano "torch", ossia delle mere immagini destinate a spegnersi e scomparire in breve tempo, il cui ruolo è quello di permettere al mondo di dimenticarsi di loro in modo meno traumatico. Se poi il torch è proprio fortunato al suo interno contiene un hougu, ossia un oggetto di grande potere, che gli consente di diventare un mystes, capace di sottrarsi al suo breve e triste destino.
È proprio questo il destino di Yuuji, il protagonista, che, alleatosi con Shana, la flame Haze protagonista femminile della serie, comincerà a combattere i guze no tomogara per permettere la salvezza della città in cui vive.
La storia dunque è, di per sé, abbastanza fiacca: il bene contro il male e un semplice studente a fare la parte dell'eroe che nessuno si attendeva.
Quello che eleva, e di molto, la mia valutazione, è la caratterizzazione dei personaggi principali, che ho trovato estremamente divertenti. L'Urusai di Shana, poi, sono tentato ad usarlo anche in ufficio con qualche collega...
Un anime leggero, con una premessa un po' difficile da accettare anche a causa di una serie di forzature e incoerenze, ma che se superata consente di godersi appieno un'opera divertente e sempre più appassionante.
Stranamente riesce a coinvolgere nonostante di fatto non ci siano dei gran personaggi, la trama sia priva di grossi colpi di scena (anche se qualche sorpresa non manca) e i combattimenti non destino interesse se non per la loro conclusione.
Quello che più mi è piaciuto forse è che i personaggi "zavorra" in Shakugan No Shana ci provano a rendersi utili, ma sono ben consci dei propri limiti, al contrario di altri anime anche di buona qualità dove però ciò non avviene. Inoltre è molto bello vedere l'evoluzione caratteriale di Shana, della quale è impossibile non affezionarsi(guardando l'anime capirete.
Assolutamente da vedere, dopo la conclusione della prima serie, i demenzialissimi special che vi faranno cappottare dalle risate. Intanto io mi fiondo sulla seconda serie!
Stranamente riesce a coinvolgere nonostante di fatto non ci siano dei gran personaggi, la trama sia priva di grossi colpi di scena (anche se qualche sorpresa non manca) e i combattimenti non destino interesse se non per la loro conclusione.
Quello che più mi è piaciuto forse è che i personaggi "zavorra" in Shakugan No Shana ci provano a rendersi utili, ma sono ben consci dei propri limiti, al contrario di altri anime anche di buona qualità dove però ciò non avviene. Inoltre è molto bello vedere l'evoluzione caratteriale di Shana, della quale è impossibile non affezionarsi(guardando l'anime capirete.
Assolutamente da vedere, dopo la conclusione della prima serie, i demenzialissimi special che vi faranno cappottare dalle risate. Intanto io mi fiondo sulla seconda serie!
A me questa serie è piaciuta molto. La trama non e' troppo scontata, la storia dei Torch con annessi e connessi e' una cosa abbastanza nuova. I doppiaggi sono buoni, grazie (e devo dirlo) soprattutto alla miti Rie Kugimiya che doppia Shana con i suoi bellissimi "urusai!". L'animazione è discreta, i disegni molto carini. Alcuni episodi sono un po' stancanti, ed e' solo per questo che ho abbassato il mio voto. Devo dire pero' che la seconda serie rivela molti altri segreti, e che bisogna vederle entrambe per apprezzare pienamente quest'opera. Consigliatissimo.
La trama in breve: un ragazzino, Yuji, si vede coinvolto nel compito di una flame haze, una ragazzina senza nome dai capelli rossi (che chiamerà poi Shana) nel distruggere dei mostri che mangiano l'esistenza umana. Questa esistenza verrà rimpiazzata per poco tempo da dei torch, delle finte esistenze riconoscibili da una fiammetta blu nel petto (che solo certe persone possono vedere), che sono destinate a svanire in poco tempo. Presto Yuji scoprirà che è anche lui un torch, però è un torch speciale.. infatti la sua "fiamma" non si estingue mai, anzi si rinnova ogni notte. Per questa cosa, attirerà a se varie presenze, e quindi Shana decide di stare con lui per proteggerlo.
Finito l'abbozzo di trama, passiamo alle considerazioni personali. Inizialmente l'anime sembra interessante, però più avanti va e più si perde nei soliti cliché (primo tra tutti la protagonista, la solita loli tsundere.. che per carità mi piace come tipologia di personaggio, però è comunque una formula stra usata), la trama non è molto coinvolgente e secondo me si sarebbe potuta risolvere anche in meno tempo evitando certi episodietti alquanto inutili. Aggiungiamoci pure un protagonista maschile alquanto inutile e totalmente anonimo che non fa praticamente nulla se non farsi continuamente proteggere da Shana (non a caso mi sono piaciuti di più gli episodi del passato di Shana, dove lui non c'era xD).
Personalmente consiglio, dunque, di vedere altro di più interessante e più meritevole.
Finito l'abbozzo di trama, passiamo alle considerazioni personali. Inizialmente l'anime sembra interessante, però più avanti va e più si perde nei soliti cliché (primo tra tutti la protagonista, la solita loli tsundere.. che per carità mi piace come tipologia di personaggio, però è comunque una formula stra usata), la trama non è molto coinvolgente e secondo me si sarebbe potuta risolvere anche in meno tempo evitando certi episodietti alquanto inutili. Aggiungiamoci pure un protagonista maschile alquanto inutile e totalmente anonimo che non fa praticamente nulla se non farsi continuamente proteggere da Shana (non a caso mi sono piaciuti di più gli episodi del passato di Shana, dove lui non c'era xD).
Personalmente consiglio, dunque, di vedere altro di più interessante e più meritevole.
Mi sono guardato questa prima serie tutta d’un fiato, l'ho trovata molto appassionante quindi sarà dura attendere la seconda stagione. La storia è molto interessante e si prende sempre tutto il tempo che le ci vuole per ogni capitolo, inoltre i disegni sono molto curati. Bisogna però ammettere che la serie di Shakugan no Shana non è esente da pecche, almeno dal mio personale punto di vista. Il fattore Torch è al tempo stesso forza e debolezza di questa serie. Questa figura presentata al pubblico è molto triste, sono esseri che muoiono nel vero senso della parola, scompaiono proprio dall'esistenza del creato come non fossero mai nati, distrutti senza possibilità di appello, di un posto in cui poter rivedere un giorno i loro cari e nemmeno di un limbo vuoto e sperduto. Perché li ritengo una debolezza? I motivi a dire il vero sono molteplici. Per prima cosa non comprendo bene come il concetto stesso di "essenza" (che dovrebbe essere materia immortale), se divorata solo parzialmente non possa rigenerarsi negli umani in cui ne è rimasta una scintilla. Come secondo punto ritengo che a tale fatto non venga dato il giusto dramma, se non all'inizio, dove Yuji non sa ancora di essere Reiji Maigo e si sentiva smarrito e molto legato alla sua compagna di classe che viveva la sua medesima sorte. I primi episodi erano più toccanti e c'è da sottolineare che il ricordo della ragazza non viene più presentato successivamente, ne si aggiungono personaggi dello stesso genere nel corso della serie, perdendo un'occasione per perpetrare un alone di tristezza. Mi rendo conto però che ciò sia stato volontario, dato che la figura di questi sfortunati è stata abbandonata per vivacizzare commercialmente la situazione, concentrandosi sugli scontri Tomogara/Flame Haze. Tralasciando i Torch, come terzo ed ultimo punto, a non aiutare la serie sono proprio i nemici dei protagonisti. I primi guze no tomogara, nello specifico quello con la bambola e i gemelli sono alquanto deboli per non dire ridicoli nelle motivazioni che li spingono con tanto menefreghismo e cinismo ad atti tanto ignobili, sono i tipici nemici introduttivi di poco conto, nonostante un aspetto discreto. Finora pare che non mi sia piaciuto quasi nulla, ma è proprio il contrario, solo penso che se la serie si fosse drammatizzata e aggiustata in alcuni punti poteva essere vantaggioso per la sua buona riuscita. Personalmente l'avrei considerata un capolavoro. Tra le cose che ho apprezzato maggiormente c’è senza dubbio l’influenza di Yuji nel far comprendere a Shana (e non solo) che si sbagliava sull'idea di "Torch/oggetto" o "Torch/copia", un'idea che mi stava lasciando interdetto, perché essendo residui con ancora i propri ricordi e propri sentimenti rimanevano ovviamente sempre e comunque se stessi ed esseri viventi, anche se non vitali come un mystes. Per fortuna il ragazzo riesce a tappare presto una possibile falla nella trama, resta solo da vedere come risolverà il suo problema, visto che Reiji Maigo o no, se non trova una soluzione il suo futuro prima o poi resta quello di scomparire. Tornando ai pregi dell'anime, oltre ai protagonisti ho apprezzato molto anche i loro compagni di scuola, così come i reciproci rapporti interpersonali. Tra tutti i personaggi della serie però due piccole menzioni di lode devo farle 1) a quell'esaltato di Marchosias, che fa sorridere spesso con le sue frecciatine a Margery Dow, 2) al folle scienziato-ricercatore, introdotto per poco tempo ma che promette molto bene per il futuro. Purtroppo dai primi episodi del sequel vedo che stanno tralasciando ulteriormente il mondo dei Torch, sembrano essere finiti praticamente nel dimenticatoio e se continua così sarà un male enorme secondo me, tuttavia per il momento il mondo di Yuji e del suo gruppetto di amici pare solo volersi prendere una pausa per ruotare (positivamente ma più del previsto) intorno all'aspetto sentimentale. Shagukan no shana si conferma una serie appassionante oltre che bella, un titolo da consigliare senza dubbio, ma prima di concludere aggiungerei solo un’ultima critica. L’ atteggiamento di apatia di Margery Dow è stato prolungando troppo a lungo, è passata da un eccesso all'altro e considerando il suo odio la cosa non è convincente.
Shakugan no Shana un anime carino piacevole da vedere non eccelso nella realizzazione dei particolari, nel design e nell'animazione, però scorre abbastanza bene. Non ci sono tempi morti e la storia va in crescendo. Il "solito" tema sentimentale è caratterizzato da lui conteso tra due ragazze, la protagonista non riesce ad esprimere i propri sentimenti e pertanto viene franintesa come conseguenza litigi vari e incomprensioni di vario genene. Tutto questo viene contornato da forti scontri con i "guze no tomogara" esseri superiori che sembrano nutrirsi di anime umane per aumentare il loro potere. Come accennato da Genji ha qualcosa di Fate Stay Night, infatti il mio voto è stato il medesimo.
Se avete voglia di vedervi un anime un pò romanzato e senza particolari pretese, credo che questo faccia al caso vostro.
Il finale non è esaustivo a 360° ma è accettabile. Se quello che ho letto dai miei predecessori nelle recenzioni è vero, ci sarà un OAV ed una seconda serie, spero conclusiva a questo punto visto che non saprei come potrebbe evolversi ulteriormente questo anime.
Carine anche le sigle!
Se avete voglia di vedervi un anime un pò romanzato e senza particolari pretese, credo che questo faccia al caso vostro.
Il finale non è esaustivo a 360° ma è accettabile. Se quello che ho letto dai miei predecessori nelle recenzioni è vero, ci sarà un OAV ed una seconda serie, spero conclusiva a questo punto visto che non saprei come potrebbe evolversi ulteriormente questo anime.
Carine anche le sigle!
Derivante da un romanzo giapponese, quest'anime m'ha sorpreso non molto soprattutto per la trama e per l'accuratezza grafica e i colori brillanti e piacevoli. Il protagonista, Yuji, fa l'incontro con Shana nella prima puntata, una "Flame Haze", una ragazza armata con katana che combatte mostri in un "limbo" dove il tempo si ferma. tutto questo sembra un'assurdità per il povero Yuji, ma col tempo verrà a scoprire cose terribili, quasi raccapriccianti sulla verità del mondo e anche su sè stesso. Senza svelare nulla in anticipo, si può dire che questo prodotto ha una trama davvero interessante e intreccia anche una divertente storia amorosa, e dopo aver visto i primi 24 episodi, ho saputo - con piacere - che è in preparazione un OAV speciale e addirittura la seconda serie. Si potrebbe riassumere come una bella avventura tra il fantasy e l'action-surreale, il tutto dominato da un onnipresente senso di oppressione che si traduce in un terribile conto alla rovescia per quanto riguarda proprio il protagonista: la fine è sempre più incombente, e Yuji scoprirà la "verità" nella maniera più dura possibile. Una nota per la protagonista femminile, Shana, la Shakugan. l'animazione delle fiamme e la cenere ardente che la circondano quando combatte sono particolari degni di nota.
Difficile essere obiettivi su questa serie.
Da un lato, se la si analizza con distacco, è di una banalità disarmante. Quasi tutto sa di gia' visto e si puo' immaginare la fine dalla prima puntata. Il disegno dei personaggi è molto bambinesco e le animazioni non è che siano il massimo della vita ...
... PERO' .....
a questo punto mi viene da chiedermi come mai mi sono visto tutta la serie in 2 giorni senza riuscire a smettere.
E' indubbio che ci siano alcuni elementi accattivanti (uno fra tanti, la voce di Shana; molto particolare e a me piace tantissimo).
Probabilmente alla fine l'anime punta molto sul fattore sentimentale piu' che su quello dell'azione pura; quindi bisogna un po' entrarci in sintonia.
Sicuramente se (come me) vi è piaciuto Fate/Stay Night ... vi piacera' sicuramente anche questo.
Da un lato, se la si analizza con distacco, è di una banalità disarmante. Quasi tutto sa di gia' visto e si puo' immaginare la fine dalla prima puntata. Il disegno dei personaggi è molto bambinesco e le animazioni non è che siano il massimo della vita ...
... PERO' .....
a questo punto mi viene da chiedermi come mai mi sono visto tutta la serie in 2 giorni senza riuscire a smettere.
E' indubbio che ci siano alcuni elementi accattivanti (uno fra tanti, la voce di Shana; molto particolare e a me piace tantissimo).
Probabilmente alla fine l'anime punta molto sul fattore sentimentale piu' che su quello dell'azione pura; quindi bisogna un po' entrarci in sintonia.
Sicuramente se (come me) vi è piaciuto Fate/Stay Night ... vi piacera' sicuramente anche questo.
Ero sicura che questo anime sarebbe stato mediocre e deludente. La prima puntata era solo carina, però, man mano che sono andata avanti con le puntate mi è piaciuto sempre di più. In primis, l'anime si fa notare per il suo splendido disegno e l'ottima realizzazione tecnica (è ottima anche se a volte la sua qualità cala un tantino) e poi si fa notare anche per la trama complessa e originale. Per quanto riguarda i personaggi , alcuni possiedono una buona caratterizzazione, altri possiedono una caratterizazione poco originale. Nel complesso è un anime godibilissimo. Anche se non ho visto tutte le puntate, metto un 9 per fiducia sperando che non mi deluda.
La vita di un ragazzo, Yuji, viene sconvolta dall'incontro con dei mostri che fermano il tempo e iniziano a cibarsi delle 'esistenze' degli esseri umani. Stranamente lui non subisce l'effetto del blocco temporale (ma subisce l'effetto del blocco delle gambe per la fifa!), senonché interviene per salvarlo una ragazza dai capelli e occhi rosso fuoco che dice di essere una Flame Haze (che Yugi chiamerà Shana), ovvero, una persona speciale incaricata di salvaguardare l'equilibrio delle esistenze sulla Terra. Inoltre Shana gli dice che lui in realtà è da tempo che non è più un essere umano completo, ma è solo una 'fiaccola', ovvero, un'esistenza temporanea che ha lo scopo di limitare i danni provocati dall'eliminazione delle esistenze reali di cui si erano cibati i mostri in passato. Se le persone scomparissero all'improvviso, l'equilibrio della vita sulla Terra verrebbe messo in pericolo, pertanto le 'fiaccole' servono da 'cuscinetto', e sono destinate ad estinguersi in breve tempo (1 o 2 giorni al massimo). Tuttavia, la fiaccola di Yuji sembra non volersi estinguere e per questo attirerà l'attenzione di diversi personaggi misteriosi...
La trama di Shakugan No Shana è molto intricata e abbastanza originale ma, nonostante tutto, il cartone non riesce proprio a decollare. Forse perché, al di là della fantasiosa trama di base, il resto sa tutto di già visto: i soliti episodi di vita scolastica (con tanto di immancabile episodio 'filler' pieno di ragazze in bikini in un acquapark), la solita tipa maggiorata che ama vestirsi in maniera sexy, il solito triangolo amoroso, il solito protagonista maschile indeciso su quale sia la ragazza che gli piace davvero, i soliti combattimenti contro entità malvage, ecc.
Fra l'altro, ci sono due episodi che ho trovato particolarmente fastidiosi, per via di una relazione esageratamente morbosa fra due ragazzini che dovrebbero essere fratello e sorella. Anche se questi due rappresentano delle entità malvage, la cosa l'ho trovata ugualmente disgustosa (non so neanche se scene del genere possano essere classificate come fan-service). Ed è ancor più sorprendente, considerando che, tutto sommato, la quantità di fan-service nel resto del cartone è abbastanza contenuta.
I protagonisti, poi, li ho trovati alquanto irritanti: Yuji è un ragazzo estremamente indeciso sui propri sentimenti e anche alla fine della serie non si capirà quello che vuole veramente, mentre Shana è davvero odiosa con quel suo atteggiamento così arrogante.
Come se non bastasse, il cartone non ha una conclusione vera e propria, essendo che gli autori stanno lavorando ad un film che probabilmente ne concluderà la storia.
In definitiva, un anime dalla trama molto bizzarra (talmente bizzarra che spesso si fa fatica a comprenderla nei dettagli) ma che riesce a sprecare tutto il suo potenziale, ricadendo nel classico stereotipo di 'action anime con qualche contenuto sentimentale', senza infamia e senza lode.
La trama di Shakugan No Shana è molto intricata e abbastanza originale ma, nonostante tutto, il cartone non riesce proprio a decollare. Forse perché, al di là della fantasiosa trama di base, il resto sa tutto di già visto: i soliti episodi di vita scolastica (con tanto di immancabile episodio 'filler' pieno di ragazze in bikini in un acquapark), la solita tipa maggiorata che ama vestirsi in maniera sexy, il solito triangolo amoroso, il solito protagonista maschile indeciso su quale sia la ragazza che gli piace davvero, i soliti combattimenti contro entità malvage, ecc.
Fra l'altro, ci sono due episodi che ho trovato particolarmente fastidiosi, per via di una relazione esageratamente morbosa fra due ragazzini che dovrebbero essere fratello e sorella. Anche se questi due rappresentano delle entità malvage, la cosa l'ho trovata ugualmente disgustosa (non so neanche se scene del genere possano essere classificate come fan-service). Ed è ancor più sorprendente, considerando che, tutto sommato, la quantità di fan-service nel resto del cartone è abbastanza contenuta.
I protagonisti, poi, li ho trovati alquanto irritanti: Yuji è un ragazzo estremamente indeciso sui propri sentimenti e anche alla fine della serie non si capirà quello che vuole veramente, mentre Shana è davvero odiosa con quel suo atteggiamento così arrogante.
Come se non bastasse, il cartone non ha una conclusione vera e propria, essendo che gli autori stanno lavorando ad un film che probabilmente ne concluderà la storia.
In definitiva, un anime dalla trama molto bizzarra (talmente bizzarra che spesso si fa fatica a comprenderla nei dettagli) ma che riesce a sprecare tutto il suo potenziale, ricadendo nel classico stereotipo di 'action anime con qualche contenuto sentimentale', senza infamia e senza lode.