Ginban Kaleidoscope
Tazusa, astro nascente del figure skating giapponese, in trasferta in Canada per una gara, viene posseduta dallo spirito di Pete, giovane aviatore canadese morto, contemporaneamente con la sua esibizione, in un tragico incidente. Cosa porterà la stramba convivenza forzata dei due nella vita della ragazza, che si appresta a partecipare alle Olimpiadi invernali di Torino 2006?
Ho scoperto questa serie assolutamente per caso tramite il database del sito, e questo incipit così inusuale, unito alla presenza nel cast di uno dei miei doppiatori nipponici preferiti, mi ha spinto a vederlo, anche se io guardo serie recenti molto raramente. Purtroppo quella che si prospettava essere una miniserie spensierata e leggera, da usare come pausa fra una serie più lunga e l'altra, si è rivelata invece essere una sorta di calvario, a dispetto della brevità e della trama accattivante, complice tutta una serie di problemi che adesso andremo ad analizzare.
Primo problema: la protagonista. Neanche il tempo d'iniziare la serie che Tazusa si presenta allo spettatore autoproclamandosi "La ragazza la cui bellezza vale 10 milioni di dollari". Questo appellativo, che purtroppo ci perseguiterà per tutta la serie, già la dice lunga sulla nostra protagonista.
Nonostante sia il personaggio principale, Tazusa è anche il principale problema della serie. E' una ragazza superba, indisponente, perennemente scazzata con tutto e tutti, con la perenne mosca al naso, maleducata, priva di qualsivoglia dolcezza o fascino femminile, che si autoproclama bravissima e bellissima, quando invece non è affatto così, dato che nei primi episodi non fa altro che fallire in tutte le sue esibizioni. Lei non mostra un minimo di attenzione o gratitudine a nessun'altra persona al mondo che non sia lei stessa.
A fare le spese di questo suo carattere allucinante è un po' tutto il mondo che la circonda, ma in primis il povero Pete, che deve sorbirsi per dieci puntate su dodici le sue continue sfuriate, i suoi capricci, la sue lamentele per ogni cosa, le sue accuse e, soprattutto, i suoi sfoghi, dato che l'intrattabile Tazusa non manca di prendersela con il povero malcapitato per ogni cosa che le va storta, sia quando la colpa è effettivamente di Pete che la distrae, sia quando lui non c'entra nulla. Il poveretto è costretto a ingurgitare quintali di pomodori, il cibo che più di tutti detesta, come punizione.
Una ragazza del genere già a trovarsela davanti uno vorrebbe solo prenderla e sbatterla al muro, contravvenendo all'elementare regola di galateo che dice "Le ragazze non si toccano neanche con lo stelo di un fiore", figurarsi poi doversela sorbire come protagonista di una serie animata e doversi sopportare i suoi scleri e la sua altezzosità per dodici puntate. Vien da sé che la buona riuscita della serie è già compromessa ancora prima d'iniziare.
Il povero Pete, dal canto suo, è al contrario un personaggio molto dolce, divertente e simpatico, e lo spettatore è portato a simpatizzare per lui o, più probabilmente, a compatirlo, ma viene decisamente comandato a bacchetta e annientato dall'invadente protagonista, che ruba prepotentemente la scena a chiunque, anche al coprotagonista che occupa il suo stesso corpo - e dunque dovrebbe avere pari spazio nella storia. Così facendo, purtroppo, il coprotagonista Pete risulta essere un personaggio molto sacrificato, ed è un peccato, dato che è lui l'elemento di originalità di tutta la storia, perché sennò di sorbirsi gli scleri di una pattinatrice tsundere con deliri di onnipotenza non importa nulla a nessuno. Ma purtroppo questo è quello che a Ginban Kaleidoscope preme offrirci. Piccola lamentela personale che comunque non mi ha impedito di apprezzare Pete: se io leggo “canadese”, poi, mi immagino un energumeno con barba e camicia a scacchi e non il sosia di Michael di Marmalade Boy. Chissà come sarebbe stata originale e divertente la storia, così di certo avrebbe messo Tazusa a tacere, per la gioia di ogni spettatore.
Se già il coprotagonista si eclissa nel confronto con la protagonista, possiamo ben immaginare la fine che faranno gli altri personaggi, che difatti sono un mero contorno che serve per creare gag o impedimenti a Tazusa. Essi sono l'inutile amica occhialuta della ragazza, che peraltro prova un palese interesse omosessuale nei suoi confronti, sennò non si spiegherebbe perché non l'ha lasciata cuocere nel brodo dei suoi scleri da tempo; il suo coach, che insieme a Pete è uno dei pochissimi personaggi capaci di suscitare la simpatia dello spettatore; la bambina che vive con lui, che non si capisce chi sia né da dove spunti; la sarcastica presidentessa dell'associazione; i millemila giornalisti scorretti e cattivi che scrivono di continuo articoli al vetriolo su Tazusa (datevi agli articoli sul baseball, che di certo vi stanno più a sentire) e l'unico giornalista corretto che c'è; e la bellissima ma puerile rivale #1 o le millemila rivali straniere ridotte a bambole di ghiaccio dai nomi impronunciabili.
Per tre quarti della serie, la trama si trascina stancamente facendo affogare lo spettatore nella noia quando non addirittura nell'urto. La tematica sovrannaturale, che dovrebbe essere il cardine della storia, viene completamente presa sottogamba. Dell'avere il fantasma di un canadese nel suo corpo quasi non importa nulla a Tazusa, anzi Pete è solo un impedimento, un'ulteriore vittima contro cui sclerare.
Gli episodi si trascinano così, lentamente, ripetendo sempre gli stessi avvenimenti: gare, prove, esibizioni di Tazusa - la quale le affronta con un sorriso puccioso in faccia che decisamente non le si addice - che finiscono con fallimenti. Tazusa poi provoca scandali rispondendo male ai giornalisti, o i giornalisti stessi scrivono calunnie su di lei per provocare scandali, nelle conferenze stampa, e lei viene tacciata di essere la vergogna del figure skating giapponese e d'intralciare la rivale #1. Quindi Tazusa sclera contro Pete... Tazusa, Tazusa, Tazusa…
Il continuo accento posto sul mondo corrotto e stressante del figure skating agonistico a lungo andare annoia, soprattutto se lo spettatore non prova alcuna simpatia per la protagonista ma vorrebbe prenderla a badilate, e decisamente si poteva e doveva approfondirne di più il carattere e il rapporto con Pete, che non appare né coinvolgente né divertente - tranne per qualche sparuta gag ben riuscita - né romantico, né tanto meno paritario.
In un certo senso, l’accento posto sulla componente agonistica di Ginban Kaleidoscope ricorda molto Hikari no densetsu, vecchio anime anni ’80 sulla ginnastica ritmica. Anche lì si parlava di stress, di allenamenti, di gare, di rivalità con le altre ginnaste, ma il tutto era narrato in maniera molto naturale, con una protagonista fresca e simpatica capace però di inscenare esibizioni di straordinaria bellezza e gran coinvolgimento.
A modo suo, Ginban Kaleidoscope vuole ricordare un po’ tutto questo, ad esempio mettendo in scena una “storia” per le esibizioni di Tazusa. Peccato che, mentre Hikari si esibiva danzando sulle note di "Pierino e il lupo" di Prokofiev, evocando immagini di favole infantili, Tazusa nell’esibizione clou della trama, che fa da turn-point per tutta la vicenda, risolve il tutto vestendosi da porno-cameriera e inscenando un immaginario caffè dove servire i clienti trasudando, per una metà, la sua solita irritante altezzosità e, per l'altra, un’innocenza vagamente sexy che non le appartiene. Ciò ne fa quasi un’eretica parodia delle molto sobrie gare di Hikari.
Come se non bastasse, questa farsa della cameriera viene riproposta persino una seconda volta, in sede olimpica, e riesce addirittura a ottenere un successo internazionale, mah.
Quando il countdown per il finale comincia a segnare un numero di episodi che si può contare con le dita di una mano, Ginban Kaleidoscope comincia a virare verso la conclusione inserendo elementi che contrastano con quanto mostrato prima, ricordandosi che c’è un fantasma nel corpo della protagonista, che c’è una trama da portare avanti e facendoci sapere che anche Tazusa è un essere umano che prova sentimenti.
Ecco allora che salta fuori un accenno al divorzio dei suoi genitori, tematica completamente ignorata sino a quel momento. E soprattutto, di punto in bianco, forse perché le cose le apprezzi solo quando le perdi, Tazusa s'innamora di Pete. Oppure lo fa solo perché la trama prevede una love story, perché non c’era ragione perché lei se ne innamorasse né, se è per questo, comprendo perché Pete s'innamori di lei, anziché volerla pestare. O lo fa perché così la serie potrebbe incantare qualche spettatore con un finale dolce-amaro atto a provocare facili lacrime. Finale in cui peraltro, toh, Tazusa finalmente si scioglie un po’ e comincia a mostrare sentimenti degni di una ragazza normale. Ma, beh, a due minuti dalla sigla finale dell’ultimo episodio è un po’ tardi.
A livello tecnico, Ginban Kaleidoscope è nella media. I disegni non sono nulla di particolare e risultano un po’ troppo fastidiosamente moe in sparuti casi, ma fortunatamente abbiamo anche donne dotate di un certo fascino estetico e personaggi maschili che non siano necessariamente dei "figoni" efebici. Quindi tutto sommato si riesce a parare il tiro, anche se il tutto non fa comunque gridare al miracolo. I colori sono buoni e le animazioni abbastanza fluide, ma vengono riciclate di continuo durante le gare di pattinaggio a discapito della presunta epicità delle stesse.
Il doppiaggio fa il suo dovere senza eccellere particolarmente, con qualche basso - tipo la bimba che vive con Tazusa, con il suo “Tazu-nee” continuo pronunciato con una voce da bimbetta irritante - e un unico alto, l’apprezzabilissima presenza del sempre bravissimo Juurouta Kosugi, che caratterizza il coach di Tazusa in maniera molto divertente e si riconferma, lui e il suo personaggio, uno dei pochissimi elementi realmente apprezzabili in questa miniserie molto mediocre.
Musiche e sigle vanno dall’anonimo al carino, ma decisamente non rimangono impresse.
Ginban Kaleidoscope è il perfetto esempio di come un’ottima idea di base possa naufragare a causa di una trama piatta e noiosa, di personaggi poco approfonditi e di una protagonista assolutamente detestabile. Nonostante la buona idea di base, Ginban Kaleidoscope cade presto nella noia e il finale, per quanto interessante, non è riuscito a coinvolgermi e a salvare questa miniserie dalla mediocrità. Peccato, speravo in qualcosa di decisamente diverso.
Ho scoperto questa serie assolutamente per caso tramite il database del sito, e questo incipit così inusuale, unito alla presenza nel cast di uno dei miei doppiatori nipponici preferiti, mi ha spinto a vederlo, anche se io guardo serie recenti molto raramente. Purtroppo quella che si prospettava essere una miniserie spensierata e leggera, da usare come pausa fra una serie più lunga e l'altra, si è rivelata invece essere una sorta di calvario, a dispetto della brevità e della trama accattivante, complice tutta una serie di problemi che adesso andremo ad analizzare.
Primo problema: la protagonista. Neanche il tempo d'iniziare la serie che Tazusa si presenta allo spettatore autoproclamandosi "La ragazza la cui bellezza vale 10 milioni di dollari". Questo appellativo, che purtroppo ci perseguiterà per tutta la serie, già la dice lunga sulla nostra protagonista.
Nonostante sia il personaggio principale, Tazusa è anche il principale problema della serie. E' una ragazza superba, indisponente, perennemente scazzata con tutto e tutti, con la perenne mosca al naso, maleducata, priva di qualsivoglia dolcezza o fascino femminile, che si autoproclama bravissima e bellissima, quando invece non è affatto così, dato che nei primi episodi non fa altro che fallire in tutte le sue esibizioni. Lei non mostra un minimo di attenzione o gratitudine a nessun'altra persona al mondo che non sia lei stessa.
A fare le spese di questo suo carattere allucinante è un po' tutto il mondo che la circonda, ma in primis il povero Pete, che deve sorbirsi per dieci puntate su dodici le sue continue sfuriate, i suoi capricci, la sue lamentele per ogni cosa, le sue accuse e, soprattutto, i suoi sfoghi, dato che l'intrattabile Tazusa non manca di prendersela con il povero malcapitato per ogni cosa che le va storta, sia quando la colpa è effettivamente di Pete che la distrae, sia quando lui non c'entra nulla. Il poveretto è costretto a ingurgitare quintali di pomodori, il cibo che più di tutti detesta, come punizione.
Una ragazza del genere già a trovarsela davanti uno vorrebbe solo prenderla e sbatterla al muro, contravvenendo all'elementare regola di galateo che dice "Le ragazze non si toccano neanche con lo stelo di un fiore", figurarsi poi doversela sorbire come protagonista di una serie animata e doversi sopportare i suoi scleri e la sua altezzosità per dodici puntate. Vien da sé che la buona riuscita della serie è già compromessa ancora prima d'iniziare.
Il povero Pete, dal canto suo, è al contrario un personaggio molto dolce, divertente e simpatico, e lo spettatore è portato a simpatizzare per lui o, più probabilmente, a compatirlo, ma viene decisamente comandato a bacchetta e annientato dall'invadente protagonista, che ruba prepotentemente la scena a chiunque, anche al coprotagonista che occupa il suo stesso corpo - e dunque dovrebbe avere pari spazio nella storia. Così facendo, purtroppo, il coprotagonista Pete risulta essere un personaggio molto sacrificato, ed è un peccato, dato che è lui l'elemento di originalità di tutta la storia, perché sennò di sorbirsi gli scleri di una pattinatrice tsundere con deliri di onnipotenza non importa nulla a nessuno. Ma purtroppo questo è quello che a Ginban Kaleidoscope preme offrirci. Piccola lamentela personale che comunque non mi ha impedito di apprezzare Pete: se io leggo “canadese”, poi, mi immagino un energumeno con barba e camicia a scacchi e non il sosia di Michael di Marmalade Boy. Chissà come sarebbe stata originale e divertente la storia, così di certo avrebbe messo Tazusa a tacere, per la gioia di ogni spettatore.
Se già il coprotagonista si eclissa nel confronto con la protagonista, possiamo ben immaginare la fine che faranno gli altri personaggi, che difatti sono un mero contorno che serve per creare gag o impedimenti a Tazusa. Essi sono l'inutile amica occhialuta della ragazza, che peraltro prova un palese interesse omosessuale nei suoi confronti, sennò non si spiegherebbe perché non l'ha lasciata cuocere nel brodo dei suoi scleri da tempo; il suo coach, che insieme a Pete è uno dei pochissimi personaggi capaci di suscitare la simpatia dello spettatore; la bambina che vive con lui, che non si capisce chi sia né da dove spunti; la sarcastica presidentessa dell'associazione; i millemila giornalisti scorretti e cattivi che scrivono di continuo articoli al vetriolo su Tazusa (datevi agli articoli sul baseball, che di certo vi stanno più a sentire) e l'unico giornalista corretto che c'è; e la bellissima ma puerile rivale #1 o le millemila rivali straniere ridotte a bambole di ghiaccio dai nomi impronunciabili.
Per tre quarti della serie, la trama si trascina stancamente facendo affogare lo spettatore nella noia quando non addirittura nell'urto. La tematica sovrannaturale, che dovrebbe essere il cardine della storia, viene completamente presa sottogamba. Dell'avere il fantasma di un canadese nel suo corpo quasi non importa nulla a Tazusa, anzi Pete è solo un impedimento, un'ulteriore vittima contro cui sclerare.
Gli episodi si trascinano così, lentamente, ripetendo sempre gli stessi avvenimenti: gare, prove, esibizioni di Tazusa - la quale le affronta con un sorriso puccioso in faccia che decisamente non le si addice - che finiscono con fallimenti. Tazusa poi provoca scandali rispondendo male ai giornalisti, o i giornalisti stessi scrivono calunnie su di lei per provocare scandali, nelle conferenze stampa, e lei viene tacciata di essere la vergogna del figure skating giapponese e d'intralciare la rivale #1. Quindi Tazusa sclera contro Pete... Tazusa, Tazusa, Tazusa…
Il continuo accento posto sul mondo corrotto e stressante del figure skating agonistico a lungo andare annoia, soprattutto se lo spettatore non prova alcuna simpatia per la protagonista ma vorrebbe prenderla a badilate, e decisamente si poteva e doveva approfondirne di più il carattere e il rapporto con Pete, che non appare né coinvolgente né divertente - tranne per qualche sparuta gag ben riuscita - né romantico, né tanto meno paritario.
In un certo senso, l’accento posto sulla componente agonistica di Ginban Kaleidoscope ricorda molto Hikari no densetsu, vecchio anime anni ’80 sulla ginnastica ritmica. Anche lì si parlava di stress, di allenamenti, di gare, di rivalità con le altre ginnaste, ma il tutto era narrato in maniera molto naturale, con una protagonista fresca e simpatica capace però di inscenare esibizioni di straordinaria bellezza e gran coinvolgimento.
A modo suo, Ginban Kaleidoscope vuole ricordare un po’ tutto questo, ad esempio mettendo in scena una “storia” per le esibizioni di Tazusa. Peccato che, mentre Hikari si esibiva danzando sulle note di "Pierino e il lupo" di Prokofiev, evocando immagini di favole infantili, Tazusa nell’esibizione clou della trama, che fa da turn-point per tutta la vicenda, risolve il tutto vestendosi da porno-cameriera e inscenando un immaginario caffè dove servire i clienti trasudando, per una metà, la sua solita irritante altezzosità e, per l'altra, un’innocenza vagamente sexy che non le appartiene. Ciò ne fa quasi un’eretica parodia delle molto sobrie gare di Hikari.
Come se non bastasse, questa farsa della cameriera viene riproposta persino una seconda volta, in sede olimpica, e riesce addirittura a ottenere un successo internazionale, mah.
Quando il countdown per il finale comincia a segnare un numero di episodi che si può contare con le dita di una mano, Ginban Kaleidoscope comincia a virare verso la conclusione inserendo elementi che contrastano con quanto mostrato prima, ricordandosi che c’è un fantasma nel corpo della protagonista, che c’è una trama da portare avanti e facendoci sapere che anche Tazusa è un essere umano che prova sentimenti.
Ecco allora che salta fuori un accenno al divorzio dei suoi genitori, tematica completamente ignorata sino a quel momento. E soprattutto, di punto in bianco, forse perché le cose le apprezzi solo quando le perdi, Tazusa s'innamora di Pete. Oppure lo fa solo perché la trama prevede una love story, perché non c’era ragione perché lei se ne innamorasse né, se è per questo, comprendo perché Pete s'innamori di lei, anziché volerla pestare. O lo fa perché così la serie potrebbe incantare qualche spettatore con un finale dolce-amaro atto a provocare facili lacrime. Finale in cui peraltro, toh, Tazusa finalmente si scioglie un po’ e comincia a mostrare sentimenti degni di una ragazza normale. Ma, beh, a due minuti dalla sigla finale dell’ultimo episodio è un po’ tardi.
A livello tecnico, Ginban Kaleidoscope è nella media. I disegni non sono nulla di particolare e risultano un po’ troppo fastidiosamente moe in sparuti casi, ma fortunatamente abbiamo anche donne dotate di un certo fascino estetico e personaggi maschili che non siano necessariamente dei "figoni" efebici. Quindi tutto sommato si riesce a parare il tiro, anche se il tutto non fa comunque gridare al miracolo. I colori sono buoni e le animazioni abbastanza fluide, ma vengono riciclate di continuo durante le gare di pattinaggio a discapito della presunta epicità delle stesse.
Il doppiaggio fa il suo dovere senza eccellere particolarmente, con qualche basso - tipo la bimba che vive con Tazusa, con il suo “Tazu-nee” continuo pronunciato con una voce da bimbetta irritante - e un unico alto, l’apprezzabilissima presenza del sempre bravissimo Juurouta Kosugi, che caratterizza il coach di Tazusa in maniera molto divertente e si riconferma, lui e il suo personaggio, uno dei pochissimi elementi realmente apprezzabili in questa miniserie molto mediocre.
Musiche e sigle vanno dall’anonimo al carino, ma decisamente non rimangono impresse.
Ginban Kaleidoscope è il perfetto esempio di come un’ottima idea di base possa naufragare a causa di una trama piatta e noiosa, di personaggi poco approfonditi e di una protagonista assolutamente detestabile. Nonostante la buona idea di base, Ginban Kaleidoscope cade presto nella noia e il finale, per quanto interessante, non è riuscito a coinvolgermi e a salvare questa miniserie dalla mediocrità. Peccato, speravo in qualcosa di decisamente diverso.
Tazusa Sakurano ha 16 anni ed è l'astro nascente del pattinaggio artistico giapponese. Durante un'esibizione a Montreal, in Canada, cade malamente mentre esegue un triplo Lutz e sviene. Nello stesso istante, Peet Pumps un giovane pilota acrobatico canadese, a causa di un guasto a un'alettone del suo aereo si schianta al suolo e muore nell'impatto. A questo punto Peet si ritrova all'entrata del Paradiso, ma quando è in procinto di varcare la soglia, la voce di Dio lo avverte che dovrà trascorrere 100 giorni nel corpo di una persona prima di entrare definitivamente in Paradiso. E' così che la povera Tazusa, già abbastanza scossa per l'ennesimo insuccesso, si ritrova al suo risveglio con una voce nella testa che le parla continuamente.
Quando Peet le spiega la situazione, la ragazza s'infuria e pur di fare andare via quel fantasma dal suo corpo le tenta tutte, ma senza riuscirci. Intuisce così, suo malgrado, che deve accettare la situazione e iniziare una strana e imbarazzante convivenza con uno spirito che vede e sente tutto quello che fa lei. Riuscirà l'energico Peet Pumps a fare sciogliere una volta per tutte la maschera di ghiaccio di Tazusa e a darle la giusta carica per condurla alle Olimpiadi di Torino?
Ginban Kaleidoscope è il primo anime che guardo che tratta uno sport affascinante come il pattinaggio artistico. L'elemento fantastico inserito in un contesto normalissimo e di vita quotidiana rende la storia molto interessante. Peet, il sedicenne fantasma dall'aria sempre allegra è il fulcro principale di tutta la storia. Attorno a lui ruotano i cambiamenti della protagonista, una trasformazione che si può apprezzare episodio dopo episodio e che fornisce una crescita costante nella bellezza generale dell'anime.
Ginban Kaleidoscope permette di respirare fin da subito l'aria di competitività tra le varie pattinatrici che si contendono l'unico posto disponibile alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Una battaglia dura che porta Tazusa a sudare sette camicie pur di farsi notare dalla giuria.
Le esibizioni della protagonista sono bellissime e ricche di grazia ed esprimono tutta l'energia della musica che le accompagna.
Il character design e gli sfondi non sono propriamente bellissimi, ma la bellezza della storia in generale secondo me riesce a rendere abbastanza futile anche questi particolari.
Quello che mi è piaciuto davvero è la cura con cui vengono descritti caratterialmente i due protagonisti, non tralasciando una sola sfaccettatura tranne forse per il loro reciproco passato, che viene quasi del tutto ignorato. In particolare, riguardo Tazusa si sa solo che vive con il coach perché i suoi genitori sono separati; questa cosa ovviamente fa soffrire molto la ragazza, ma è un aspetto su cui si passa completamente sopra. E' l'unica cosa che mi ha deluso, ma per il resto ho trovato Ginban Kaleidoscope piacevole e divertente, soprattutto quando Peet e Tazusa si mettono a litigare si fa fatica a trattenere le risate.
Nonostante sia una storia d'amore che fin dall'inizio lo spettatore sa che non può avere nessun seguito, Ginban Kaleidoscope riesce a esprimere un dolce sentimento e a trasmetterne ogni singola emozione. Per questo ne consiglio la visione non solo a chi ama questo fantastico sport, ma anche a chi cerca una storia d'amore un po' particolare.
Quando Peet le spiega la situazione, la ragazza s'infuria e pur di fare andare via quel fantasma dal suo corpo le tenta tutte, ma senza riuscirci. Intuisce così, suo malgrado, che deve accettare la situazione e iniziare una strana e imbarazzante convivenza con uno spirito che vede e sente tutto quello che fa lei. Riuscirà l'energico Peet Pumps a fare sciogliere una volta per tutte la maschera di ghiaccio di Tazusa e a darle la giusta carica per condurla alle Olimpiadi di Torino?
Ginban Kaleidoscope è il primo anime che guardo che tratta uno sport affascinante come il pattinaggio artistico. L'elemento fantastico inserito in un contesto normalissimo e di vita quotidiana rende la storia molto interessante. Peet, il sedicenne fantasma dall'aria sempre allegra è il fulcro principale di tutta la storia. Attorno a lui ruotano i cambiamenti della protagonista, una trasformazione che si può apprezzare episodio dopo episodio e che fornisce una crescita costante nella bellezza generale dell'anime.
Ginban Kaleidoscope permette di respirare fin da subito l'aria di competitività tra le varie pattinatrici che si contendono l'unico posto disponibile alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Una battaglia dura che porta Tazusa a sudare sette camicie pur di farsi notare dalla giuria.
Le esibizioni della protagonista sono bellissime e ricche di grazia ed esprimono tutta l'energia della musica che le accompagna.
Il character design e gli sfondi non sono propriamente bellissimi, ma la bellezza della storia in generale secondo me riesce a rendere abbastanza futile anche questi particolari.
Quello che mi è piaciuto davvero è la cura con cui vengono descritti caratterialmente i due protagonisti, non tralasciando una sola sfaccettatura tranne forse per il loro reciproco passato, che viene quasi del tutto ignorato. In particolare, riguardo Tazusa si sa solo che vive con il coach perché i suoi genitori sono separati; questa cosa ovviamente fa soffrire molto la ragazza, ma è un aspetto su cui si passa completamente sopra. E' l'unica cosa che mi ha deluso, ma per il resto ho trovato Ginban Kaleidoscope piacevole e divertente, soprattutto quando Peet e Tazusa si mettono a litigare si fa fatica a trattenere le risate.
Nonostante sia una storia d'amore che fin dall'inizio lo spettatore sa che non può avere nessun seguito, Ginban Kaleidoscope riesce a esprimere un dolce sentimento e a trasmetterne ogni singola emozione. Per questo ne consiglio la visione non solo a chi ama questo fantastico sport, ma anche a chi cerca una storia d'amore un po' particolare.
Durante un'esibizione di pattinaggio artistico, la giovane promessa Sakurano Tazusa cade a terra e perde conoscenza. Al suo risveglio si trova posseduta dal fantasma di un aviatore canadese sedicenne morto per un incidente durante la sua migliore esibizione, avvenuta, guarda caso, proprio durante la gara di pattinaggio. La convivenza durerà "solo" 100 giorni, durante i quali i due protagonisti si vedranno coinvolti in una serie di sfide, di gare e... di equivoci, che aiuteranno la protagonista a crescere e a maturare.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Ginban Kaleidoscope secondo me è un ottimo anime dalla trama originale e dal finale che fa sperare fino all'ultimo "No, così non può finire! Ci saranno altre puntate, vero?". Mentre purtroppo finisce proprio lì.
Ho apprezzato soprattutto il fatto che non sia particolarmente melenso e romantico, quindi può piacere anche a quelli cui questi due fattori non vanno a genio, tipo me.
Certo, Ginban Kaleidoscope non sarà l'anime perfetto, ma per me merita lo stesso di essere visto: quindi gli va un bel 10 per alzare la media.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Ginban Kaleidoscope secondo me è un ottimo anime dalla trama originale e dal finale che fa sperare fino all'ultimo "No, così non può finire! Ci saranno altre puntate, vero?". Mentre purtroppo finisce proprio lì.
Ho apprezzato soprattutto il fatto che non sia particolarmente melenso e romantico, quindi può piacere anche a quelli cui questi due fattori non vanno a genio, tipo me.
Certo, Ginban Kaleidoscope non sarà l'anime perfetto, ma per me merita lo stesso di essere visto: quindi gli va un bel 10 per alzare la media.
Ho appena finito di vedere quest'anime che è tratto dalla serie di light novel scritta da Rei Kaibara. Devo ammettere che non mi ha entusiasmato.
Dal punto di visto grafico e dell'animazione, ho visto anime più elaborati e gradevoli e in questo caso si raggiunge solo una sufficienza. Il cast di protagonisti è limitato e soprattutto la storia s'incentra principalmente sui due protagonisti, la pattinatrice Sakurano Tazusa e il fantasma di un ragazzo canadese Pete Pumps, e non c'è spazio per altri personaggi, se non per gli antagonisti.
Il ritmo narrativo non è omogeneo. Nelle prime puntate l'andamento è pachidermico e lo svolgersi degli eventi risulta a tratti noioso. Poi, quando si arriva alle ultime 4 puntate avviene un'improvvisa accelerazione degli eventi e un mutamento repentino anche nei protagonisti e nelle manifestazioni dei loro sentimenti. Insomma, si avverte l'imminente corsa verso la fine.
Nel complesso quest'anime è delicato, un po' naif, con un finale commovente e, allo stesso, monco. Vabbé che si parla di protagonisti adolescenti, ma a mio parere penso che quest'anime sia stato reso un po' in maniera superficiale e ciò si riflette anche sui due protagonisti.
Credo che l'idea di fondo della trama fosse potenzialmente molto buona e che, se fosse stata sviluppata meglio, il risultato sarebbe stato ottimo.
Per me Ginban Kaleidoscope non raggiunge neanche la sufficienza.
Dal punto di visto grafico e dell'animazione, ho visto anime più elaborati e gradevoli e in questo caso si raggiunge solo una sufficienza. Il cast di protagonisti è limitato e soprattutto la storia s'incentra principalmente sui due protagonisti, la pattinatrice Sakurano Tazusa e il fantasma di un ragazzo canadese Pete Pumps, e non c'è spazio per altri personaggi, se non per gli antagonisti.
Il ritmo narrativo non è omogeneo. Nelle prime puntate l'andamento è pachidermico e lo svolgersi degli eventi risulta a tratti noioso. Poi, quando si arriva alle ultime 4 puntate avviene un'improvvisa accelerazione degli eventi e un mutamento repentino anche nei protagonisti e nelle manifestazioni dei loro sentimenti. Insomma, si avverte l'imminente corsa verso la fine.
Nel complesso quest'anime è delicato, un po' naif, con un finale commovente e, allo stesso, monco. Vabbé che si parla di protagonisti adolescenti, ma a mio parere penso che quest'anime sia stato reso un po' in maniera superficiale e ciò si riflette anche sui due protagonisti.
Credo che l'idea di fondo della trama fosse potenzialmente molto buona e che, se fosse stata sviluppata meglio, il risultato sarebbe stato ottimo.
Per me Ginban Kaleidoscope non raggiunge neanche la sufficienza.
Non amo il genere sportivo, ma questo anime si è rivelato una piacevole sorpresa. Sarà che prendere l'anima di un pilota canadese con un sogno in sospeso e infilarla nel corpo di una pattinatrice giapponese con un sogno da realizzare è abbastanza atipico, se non consideriamo certe commedie americane. In ogni caso, la serie è confezionata bene: personaggi simpatici e antipatici esattamente come dovevano apparire, storia allegra e romantica ma con quella punta di tristezza che serve per arrivare al finale, discretamente scontato ma adatto. Unica vera pecca il disegno, si mantiene in generale su ottimi livelli ma a volte soprattutto i visi sembrano sproporzionati. Si scorgono spesso scene riciclate durante le competizioni, ma trattandosi di genere sportivo non si poteva neanche pretendere il contrario. Il voto è alto in considerazione di alcune scene davvero divertenti e delle battute finali, nelle quali l'interesse è alto fino alla fine. Consigliato per chi cerca una serie spensierata, che potrebbe comunque riservare delle sorprese.
Durante un esibizione di pattinaggio artistico, la giovane promessa Sakurano Tazusa cade a terra e perde conoscenza. Al suo risveglio si trova posseduta dal fantasma di un aviatore canadese sedicenne morto per un incidente durante la sua migliore esibizione (avvenuta, guarda caso, proprio durante la gara di pattinaggio). La convivenza durerà "solo" 100 giorni, durante i quali i due protagonisti si vedranno coinvolti in una serie di sfide, di gare e... di equivoci, che aiuteranno la protagonista a crescere ed a maturare...
Davvero un ottimo anime dalla trama originale e dal finale che fa sperare fino all'ultimo "no, così non può finire! Ci saranno altre puntate, vero?" mentre purtroppo finisce proprio lì...
Ho particolarmente apprezzato il fatto che non sia particolarmente melenso e romantico, quindi può piacere anche a chi questi due fattori non vanno a genio (tipo me XD).
Certo, non sarà l'anime perfetto, ma merita lo stesso di essere visto: quindi gli va un bel 10 per alzare la media :)
Davvero un ottimo anime dalla trama originale e dal finale che fa sperare fino all'ultimo "no, così non può finire! Ci saranno altre puntate, vero?" mentre purtroppo finisce proprio lì...
Ho particolarmente apprezzato il fatto che non sia particolarmente melenso e romantico, quindi può piacere anche a chi questi due fattori non vanno a genio (tipo me XD).
Certo, non sarà l'anime perfetto, ma merita lo stesso di essere visto: quindi gli va un bel 10 per alzare la media :)
A mio parere sia l'Anime sia il Manga meritano davvero, uno dei migliori Anime uscito in questi ultimi anni, i duelli sono emozionanti e accompagnati da musiche molto azzeccate, la trama e intrigante nonostante i primi episodi siano un po ripetitivi durante i successivi la trama cambia e finalmente l'Anime prende una bella svolta. Ci sono molti personaggi interessanti e molti che principalmente sono più divertenti che seri. Comunque nel complesso per i disegni, la trama, la colonna sonora è davvero un magnifico Anime.
Lei è una pattinatrice sul ghiaccio che viene chiamata la donna da 10 miliardi di dollari(ma non sarà un pò troppo?!), lui un aviatore canadese morto a 16 anni che si ritrova nel corpo di lei. Particolarmente divertente in alcuni tratti, risulta un po noioso in altri. E' una serie che si puo guardare tranquillamente a tempo perso. C'è di meglio in giro.
Ho visto anch'io questo anime e devo ammettere che l'ho trovato molto carino e coinvolgente!
I personaggi sono ben caratterizzati e la protagonista, sebbene abbia un carattere a dir poco spigoloso, risulta inevitabilmente simpatica!
Inoltre è l'unica serie su uno sport magnifico, qual è il pattinaggio artistico! Lo consiglio a tutti coloro che amano questo sport ed anche a coloro che cercano una storia divertente, romantica ma nello stesso tempo frizzante!
I personaggi sono ben caratterizzati e la protagonista, sebbene abbia un carattere a dir poco spigoloso, risulta inevitabilmente simpatica!
Inoltre è l'unica serie su uno sport magnifico, qual è il pattinaggio artistico! Lo consiglio a tutti coloro che amano questo sport ed anche a coloro che cercano una storia divertente, romantica ma nello stesso tempo frizzante!
Questo è il primo anime di questo genere che vedo dopo molto tempo :) E devo dire che è molto molto carino..
Protagonisti di quest'anime sono Sakurano Tazusa, una pattinatrice giapponese dal carattere intrattabile e Pete Pumps un giovane aviatore di sedici anni che muore durante una sua performance aerea e che avrà la "fortuna/sfortuna" di impossessare per 100 giorni il corpo della nostra protagonista (perche sfortuna? dico solo una parola: pomodori... perche fortuna? anche qui dico solo una parola: sogno :D starà a voi poi scoprirlo)..
Un anime simpatico e diveratante con molte gag ed equivoci e anche un pò romantico (ai più sensibili come me una lacrimuccia scenderà di sicuro ;) )
Ho scritto un bel pò di recensioni in questo sito però non ho mai fatto i ringraziamenti ai fansubber per il loro lavoro ma questo non perche non se li meritano anzi... non li scrivo ogni volta perche per me è sottinteso però ormai che ci sono lo scrivo: grazie ai fansubber, non solo a quelli che si sono occupati di subbare quest'anime, ma a tutti che impiegano il loro tempo per trasmettere il loro amore per gli anime a noi che altrettanto amiamo queste opere giapponesi. E un grazie va anche a questo splendido sito e a tutti coloro che ci lavorano dietro per le tantissime schede e informazioni che ci fornite quotidianamente... sarà l'aria natalizia ma mi sembrava doveroso dirlo anzi scriverlo :P [MODERATORE: Grazie, ma grazie anche a te perle recensioni :-)]
Ritornando all'anime lo consiglio perche è veramente molto carino :)
voto :8
Protagonisti di quest'anime sono Sakurano Tazusa, una pattinatrice giapponese dal carattere intrattabile e Pete Pumps un giovane aviatore di sedici anni che muore durante una sua performance aerea e che avrà la "fortuna/sfortuna" di impossessare per 100 giorni il corpo della nostra protagonista (perche sfortuna? dico solo una parola: pomodori... perche fortuna? anche qui dico solo una parola: sogno :D starà a voi poi scoprirlo)..
Un anime simpatico e diveratante con molte gag ed equivoci e anche un pò romantico (ai più sensibili come me una lacrimuccia scenderà di sicuro ;) )
Ho scritto un bel pò di recensioni in questo sito però non ho mai fatto i ringraziamenti ai fansubber per il loro lavoro ma questo non perche non se li meritano anzi... non li scrivo ogni volta perche per me è sottinteso però ormai che ci sono lo scrivo: grazie ai fansubber, non solo a quelli che si sono occupati di subbare quest'anime, ma a tutti che impiegano il loro tempo per trasmettere il loro amore per gli anime a noi che altrettanto amiamo queste opere giapponesi. E un grazie va anche a questo splendido sito e a tutti coloro che ci lavorano dietro per le tantissime schede e informazioni che ci fornite quotidianamente... sarà l'aria natalizia ma mi sembrava doveroso dirlo anzi scriverlo :P [MODERATORE: Grazie, ma grazie anche a te perle recensioni :-)]
Ritornando all'anime lo consiglio perche è veramente molto carino :)
voto :8
Il voto che ho dato non è completo, visto che non ho ancora finito di vedere la serie (interrotta per motivi personali e non perche non valeva la pena..)
La trama è sicuramente originale, pattinatrice giapponese in gara per le olimpiadi, si ritrova "posseduta" da un giovane aviatore canadese morto in un incidente aereo che la aiuterà nelle difficolta delle sue performance artistiche...
Do un 6 come voto, per 2 motivi... innanzitutto è una serie abbastanza corta (12 episodi) che poteva tranquillamente proseguire, e poi , vero che devo ancora vedere l'ultima gara e il finale, ma credo di poter gia immaginare come prosegue e anche come finirà ^^
In ogni caso è una serie divertente, ben fatta che alterna la simpatia dei personaggi alla tensione (molto coinvolgente) per le gare e per gli errori della protagonista... da non perdere per chi vuole cambiare genere e passare una giornata in compagnia di un buon anime ^^
La trama è sicuramente originale, pattinatrice giapponese in gara per le olimpiadi, si ritrova "posseduta" da un giovane aviatore canadese morto in un incidente aereo che la aiuterà nelle difficolta delle sue performance artistiche...
Do un 6 come voto, per 2 motivi... innanzitutto è una serie abbastanza corta (12 episodi) che poteva tranquillamente proseguire, e poi , vero che devo ancora vedere l'ultima gara e il finale, ma credo di poter gia immaginare come prosegue e anche come finirà ^^
In ogni caso è una serie divertente, ben fatta che alterna la simpatia dei personaggi alla tensione (molto coinvolgente) per le gare e per gli errori della protagonista... da non perdere per chi vuole cambiare genere e passare una giornata in compagnia di un buon anime ^^
Ho appena terminato di vedere questo splendido anime e devo dire che ne sono rimasta davvero entusiasta! Ho iniziato a vederlo ieri e non sono riuscita a smettere!
Divertente, simpatico, romantico, ma non troppo, è la storia di una ragazza che riesce a crescere, grazie all'aiuto di Pete il fantasma che prende possesso del suo corpo.
Un anime davvero ben fatto, e soprattutto su uno sport, quale quello del pattinaggio su ghiaccio che non ha mai avuto il giusto spazio in una serie animata.
Davvero molto, molto bello!
Divertente, simpatico, romantico, ma non troppo, è la storia di una ragazza che riesce a crescere, grazie all'aiuto di Pete il fantasma che prende possesso del suo corpo.
Un anime davvero ben fatto, e soprattutto su uno sport, quale quello del pattinaggio su ghiaccio che non ha mai avuto il giusto spazio in una serie animata.
Davvero molto, molto bello!
Finalmente un'anime dedicato al mio sport preferito (e che io stessa pratico), il Pattinaggio Artistico! Infatti la protagonista e' una pattinatrice professionista che per qualche strano motivo si ritrova posseduta dallo spirito di un aviatore canadese morto in volo. Ovviamente cio' portera' a incomprensioni e gag comiche a non finire, il tutto immerso nella magia delle esibizioni di pattinaggio, tra le minigonne svolazzanti dei costumini delle pattinatrici e le loro mutandine in bella mostra! ;-) Chissa' se i soliti bacchettoni bigotti che detestano le fanservice avranno qualcosa da ridire anche su quest'anime, visto che nel Pattinaggio Artistico e' NORMALE che si vedano le mutandine! Un consiglio......guardatelo, guardatelo, guardatelo.....e' una gioia per gli occhi!
L'anime è incentrato su Sakurano Tazusa, emergente pattinatrice artistica Giapponese che durante un'esibizione cade e perde conoscenza. Al risveglio si acorge di essere posseduta da un fantasma che restera con lei per i prossimi 100 giorni. La convivenza non e facile visto che il fantasma vede e sente quello che vede e sente lei. Ma avere un fantasma così puo anche rivelarsi utile... diciamo per l'esame d'inglese o di storia. Anime carino per passare un po di tempo.