Megamind
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Un bomba ad orologeria di colpi di scena, alti e bassi, imprevisti e trame machiavelliche, il tutto a ritmo di musica (una colonna sonora di tutto rispetto, dalle maggiori canzoni di successo degli AC/DC come "Highway to Hell" e "Back in Black", passando a "Bad to the Bone" di George Thorogood And The Destroyers e riarrangiata dagli ZZ Top, la quale enfatizza il climax della trama ed è quindi azzeccata, e "Welcome to the Jungle" dei Guns 'N' Roses, fino a Michael Jackson e il suo capolavoro "Who's There?" come sigla di chiusura). Questo è "Megamind", una storia unica e rara, dove il male viene portato al suo estremo, come mai si è visto prima d'ora. Una storia fatta di scontri senza esclusione di colpi.
L'introduzione ovviamente ci porta a pensare che si tratti di una parodia ben riuscita di "Superman", qui chiamato Metroman, e di Lex Luthor, suo antagonista, il quale prende il nome di Megamind, il quale dà il nome al film e funge da antagonista/protagonista. Qui, ovviamente, i produttori hanno voluto rompere con gli schemi tradizionali e lo hanno fatto con molta audacia, ribaltandoli come solo loro potevano fare, ma questo è lo stile Dreamworks, il quale è sempre una garanzia. L'antagonista, dopo numerosi tentativi falliti di sconfiggere il suo nemico storico e farlo precipitare nella depressione, a questo punto riesce ad impadronirsi della città, per il fatto che vuole sentirsi accettato, ma non fa che cadere lui stesso in depressione, perché, nonostante abbia ottenuto tutto quello che "apparentemente" desiderava, sente che gli manca l'unica cosa che ha sempre dato un senso alla sua vita, ovvero avere un nemico con cui confrontarsi, soprattutto per rompere la monotonia e mantenere l'equilibrio. A questo punto gli viene un'illuminazione e decide di concepire un nuovo piano per creare un nuovo supereroe che possa prendere il posto di Metroman. Sembra filare tutto liscio, ma, come ben sappiamo, gli eventi non hanno mai uno sviluppo solo ed esclusivamente lineare. Il nostro protagonista/antagonista perde la testa per niente poco di meno che la ex-compagna del suo ex-rivale/nemico, e questo impiegando anche un travestimento. Ciò comincia ad avere degli effetti molto più devastanti di qualsiasi piano diabolico e/o qualsiasi arma super-tecnologica progettata per mettere in atto un qualunque piano. Megamind supera (non si sa se involontariamente) sé stesso e scava una voragine nel cuore delle persone che gli stanno attorno, specialmente nel suo braccio destro Minion, il quale lo mette in guardia dal prendere decisioni troppo affrettate, in Roxanne, facendole credere di essere chi non è, e nel suo cameraman Hal, che sceglie appositamente per creare il nuovo supereroe e il quale, scoperto che Roxanne non lo corrisponde, comincia a passare dalla parte opposta e a commettere azioni malvagie. Questo ovviamente viene reso dai concetti taoisti dello Yin e Yang. Megamind ha rotto un equilibrio ed è suo dovere ripristinarlo, dovendo passare dal lato oscuro al lato chiaro. Da qui scaturisce il principio di responsabilità delle proprie scelte, delle decisioni e delle proprie iniziative e, visto che ci troviamo nell'ambito del confronto supereroe/super cattivo, del fatto che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" - Ben Parker, "Spider Man".
Le scene sono semplicemente esplosive: come si è detto, si tratta di vere sequenze di combattimento miste a ballo che fanno perdere letteralmente e forse anche concretamente la testa. La grafica è la classica grafica targata Dreamworks, la quale funzione benissimo, è profonda e rende perfettamente gli stati d'animo, emotivi e sentimentali dei personaggi, i quali hanno quindi, e sviluppano con gli eventi, un certo mutamento psicologico in base alla leggi del taoismo cinese, accennate nella storia. La colonna sonora, come già spiegato all'inizio, è una bomba esplosiva di rock puro/leggendario/mitico, accompagnato da effetti/giochi di luce fenomenali. Un altro messaggio che ci viene dato è la possibilità di cambiare il corso del proprio destino e di non sentirsi vincolati per via delle proprie origini/condizioni: ciò che conta è non lasciarsi deviare come nel caso di Hal, il quale, avuto un briciolo di potere, comincia a delirare, perché privo della coscienza, consapevolezza, del buon senso, del giudizio per esercitare al meglio l'uso dei propri nuovi poteri, e li usa spinto dalla gelosia e/o dall'invidia per quello che gli altri hanno avuto e lui non ha mai potuto avere.
Da vedere e approfondire meglio. Comunque confermo il mio voto: 9
Un bomba ad orologeria di colpi di scena, alti e bassi, imprevisti e trame machiavelliche, il tutto a ritmo di musica (una colonna sonora di tutto rispetto, dalle maggiori canzoni di successo degli AC/DC come "Highway to Hell" e "Back in Black", passando a "Bad to the Bone" di George Thorogood And The Destroyers e riarrangiata dagli ZZ Top, la quale enfatizza il climax della trama ed è quindi azzeccata, e "Welcome to the Jungle" dei Guns 'N' Roses, fino a Michael Jackson e il suo capolavoro "Who's There?" come sigla di chiusura). Questo è "Megamind", una storia unica e rara, dove il male viene portato al suo estremo, come mai si è visto prima d'ora. Una storia fatta di scontri senza esclusione di colpi.
L'introduzione ovviamente ci porta a pensare che si tratti di una parodia ben riuscita di "Superman", qui chiamato Metroman, e di Lex Luthor, suo antagonista, il quale prende il nome di Megamind, il quale dà il nome al film e funge da antagonista/protagonista. Qui, ovviamente, i produttori hanno voluto rompere con gli schemi tradizionali e lo hanno fatto con molta audacia, ribaltandoli come solo loro potevano fare, ma questo è lo stile Dreamworks, il quale è sempre una garanzia. L'antagonista, dopo numerosi tentativi falliti di sconfiggere il suo nemico storico e farlo precipitare nella depressione, a questo punto riesce ad impadronirsi della città, per il fatto che vuole sentirsi accettato, ma non fa che cadere lui stesso in depressione, perché, nonostante abbia ottenuto tutto quello che "apparentemente" desiderava, sente che gli manca l'unica cosa che ha sempre dato un senso alla sua vita, ovvero avere un nemico con cui confrontarsi, soprattutto per rompere la monotonia e mantenere l'equilibrio. A questo punto gli viene un'illuminazione e decide di concepire un nuovo piano per creare un nuovo supereroe che possa prendere il posto di Metroman. Sembra filare tutto liscio, ma, come ben sappiamo, gli eventi non hanno mai uno sviluppo solo ed esclusivamente lineare. Il nostro protagonista/antagonista perde la testa per niente poco di meno che la ex-compagna del suo ex-rivale/nemico, e questo impiegando anche un travestimento. Ciò comincia ad avere degli effetti molto più devastanti di qualsiasi piano diabolico e/o qualsiasi arma super-tecnologica progettata per mettere in atto un qualunque piano. Megamind supera (non si sa se involontariamente) sé stesso e scava una voragine nel cuore delle persone che gli stanno attorno, specialmente nel suo braccio destro Minion, il quale lo mette in guardia dal prendere decisioni troppo affrettate, in Roxanne, facendole credere di essere chi non è, e nel suo cameraman Hal, che sceglie appositamente per creare il nuovo supereroe e il quale, scoperto che Roxanne non lo corrisponde, comincia a passare dalla parte opposta e a commettere azioni malvagie. Questo ovviamente viene reso dai concetti taoisti dello Yin e Yang. Megamind ha rotto un equilibrio ed è suo dovere ripristinarlo, dovendo passare dal lato oscuro al lato chiaro. Da qui scaturisce il principio di responsabilità delle proprie scelte, delle decisioni e delle proprie iniziative e, visto che ci troviamo nell'ambito del confronto supereroe/super cattivo, del fatto che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" - Ben Parker, "Spider Man".
Le scene sono semplicemente esplosive: come si è detto, si tratta di vere sequenze di combattimento miste a ballo che fanno perdere letteralmente e forse anche concretamente la testa. La grafica è la classica grafica targata Dreamworks, la quale funzione benissimo, è profonda e rende perfettamente gli stati d'animo, emotivi e sentimentali dei personaggi, i quali hanno quindi, e sviluppano con gli eventi, un certo mutamento psicologico in base alla leggi del taoismo cinese, accennate nella storia. La colonna sonora, come già spiegato all'inizio, è una bomba esplosiva di rock puro/leggendario/mitico, accompagnato da effetti/giochi di luce fenomenali. Un altro messaggio che ci viene dato è la possibilità di cambiare il corso del proprio destino e di non sentirsi vincolati per via delle proprie origini/condizioni: ciò che conta è non lasciarsi deviare come nel caso di Hal, il quale, avuto un briciolo di potere, comincia a delirare, perché privo della coscienza, consapevolezza, del buon senso, del giudizio per esercitare al meglio l'uso dei propri nuovi poteri, e li usa spinto dalla gelosia e/o dall'invidia per quello che gli altri hanno avuto e lui non ha mai potuto avere.
Da vedere e approfondire meglio. Comunque confermo il mio voto: 9