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Adrian1

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
In occasione dell'uscita in Italia dei Bluray dell'anime de "I Cavalieri dello Zodiaco" - "Saint Seiya", faccio la mia modesta recensione di questo anime del 1986 tratto dal manga di Masami Kurumada, che è un'opera che proviene direttamente dalla mia infanzia e che ha segnato la generazione di quel periodo. "Saint Seiya", "Dragon Ball", "Ken il Guerriero", "Sailor Moon", "Pokémon", "Yattaman", ecc. sono stati anime che hanno accompagnato piacevolmente l'infanzia di milioni di Italiani degli anni '90 e che restano scolpiti nella mente dei bambini di quel periodo. Ricordo ancora con malinconia io e i miei compagni di scuola che parlavamo durante la ricreazione di questi anime.

La storia de "I Cavalieri dello Zodiaco" è stra-nota, ed è inutile che mi ci soffermi: una storia avvincente, con personaggi iconici, e le musiche indimenticabili lo rendono uno stupendo vecchio anime che una trentina di anni fa è diventato un successo mondiale. Le musiche di Seiji Yokoyama sono un vero e proprio capolavoro.
Masami Kurumada, l'autore del manga originale, ha creato un universo ricco di personaggi stupendi e iconici con bellissime armature, le cui storie erano memorabili e avvincenti, che facevano brillare dall'emozione gli occhi dei bambini dell'epoca, tra cui io. Poi c'è anche la Toei, che ci ha messo lo zampino, inserendo dei buoni filler.
Infine, il character design targato Shingo Araki e Michi Imeno ha dato vita a dei personaggi dal "design" iconico e un tratto meravigliosamente inconfondibile.

"I Cavalieri dello Zodiaco" è un anime da 10 per me, vuoi perché fa parte della mia bella infanzia, un bel ricordo di quell'epoca, vuoi perché è un vecchio anime davvero molto bello, un anime di un'altra epoca che ormai non c'è più.

FRANCESCO

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FRANCESCO

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
La serie de “I Cavalieri dello Zodiaco” costituisce un altro momento iconico degli anime giapponesi giunti in Italia, collocandosi nella scia luminosa dei robottoni, di “Lady Oscar”, de “L’Uomo tigre”, ecc. I protagonisti sono i cavalieri di Atena, in primis quelli di bronzo, e poi quelli d’oro, che entrano in scena successivamente. L’anime è strutturato in varie sezioni lungo i 114 episodi. Abbiamo così una prima fase preliminare che conduce alle vicende della lotta al Grande Tempio di Atene, attraverso il passaggio dei cavalieri di bronzo lungo le dodici case dello Zodiaco presidiate dai cavalieri d’oro: è questa forse la parte più celebre e appassionante dell’anime. Vi sono poi le sezioni dedicate alla lotta contro i cavalieri di Asgaard e a quella contro Poseidone e i suoi Generali. Queste parti sono forse meno entusiasmanti, ma entrambe sicuramente godibili. Nella sezione di Poseidone, peraltro, vedremo il fratello gemello del Cavaliere d’oro di Gemini, che aveva un ruolo fondamentale durante le puntate ambientate al Grande Tempio di Atene.
Tutta le serie è colma di momenti coinvolgenti, a volte commoventi, e belle sono le varie musiche di accompagnamento. Il mio voto d’insieme è 10.


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Horizont

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
"I Cavalieri dello Zodiaco" è un anime di culto che ha segnato un'intera generazione di appassionati, che ha avuto enorme successo a livello mondiale a cavallo degli anni '80 e inizio anni '90.
La serie animata, prodotta dalla Toei Animation nel 1986, è tratta dal famoso manga omonimo di Masami Kurumada, e racconta le avventure di un gruppo di giovani guerrieri, i cavalieri di Atena, che combattono per proteggere la dea e la Terra. La storia dell'anime è affascinante e ha diversi elementi di mitologia greca, nordica e di religioni tra cui buddismo, shintoismo, ect.

La caratterizzazione dei tanti personaggi è uno dei punti di forza dell'anime.
I cavalieri (saint) ideati e realizzati da Masami Kurumada sono tutti caratterizzati stupendamente, con personalità forti e distinte, che li rendono unici, e molti di essi sono personaggi memorabili.
I personaggi principali sono: Seiya di Pegasus, il protagonista, un ragazzo buono, impulsivo e coraggioso che non si arrende mai dinnanzi alle innumerevoli difficoltà; Shiryu del Drago, un guerriero stoico e saggio, che si batte per il prossimo; Hyoga del Cigno, un ragazzo freddo, che però nasconde un grande dolore nel cuore; Shun di Andromeda, un ragazzo gentile e compassionevole, che si sacrifica per gli altri; Ikki di Phoenix, un ragazzo forte, ribelle e solitario, che nasconde un passato oscuro e triste; Saori, una ragazza, reincarnazione di Atena nel XX secolo, divisa tra i suoi sentimenti umani e i suoi doveri di dea che protegge l'umanità.
E poi vi sono diversi personaggi secondari, tra cavalieri d'argento, d'oro, guerrieri di Asgard e generali marini, alcuni dei quali sono meravigliosi antagonisti sia in termini visivi che di caratterizzazione.

Il character design di Shingo Araki è un altro elemento molto positivo dell'anime, un design efficace, bello e adattissimo, che rende immediatamente riconoscibile l'anime, che si distingue dalla massa di anime.
Le armature dei cavalieri e dei nemici sono un vero e proprio spettacolo, con i loro colori brillanti e i loro dettagli ricchi di fascino. Alcuni dei design delle armature ideate da Masami Kurumada sono idee straordinarie.

Le musiche dell'anime sono un altro elemento memorabile, una goduria per le orecchie. Le musiche di sottofondo sono epiche e coinvolgenti, e contribuiscono a creare un'atmosfera molto suggestiva.

Altra menzione d'onore sono alcuni duelli presenti nell'anime, indimenticabili e di grande fascino.

In conclusione, "I Cavalieri dello Zodiaco" è un anime di grande qualità, ovviamente dobbiamo e bisogna contestualizzarlo nel periodo in cui è uscito, cioè nella metà degli anni '80: contestualizzato in quel periodo, è uno dei migliori anime in assoluto di fine anni '80, un vero cult, che ha saputo conquistare il pubblico di tutte le età. La serie è un vero e proprio gioiello dell'animazione giapponese anni '80 che ha conquistato tutto il mondo di quel periodo, e che in Italia (e non solo) è rimasto indimenticabile.

Voto: 10. Gli do il massimo, perché è un anime cult assoluto dell'animazione di fine anni '80 e inizi anni '90.


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The Forbidden Fruit

Episodi visti: 114/114 --- Voto 4
Come tanti sono cresciuto pure io con questa serie ai tempi di Junior TV, e la guardavo sempre volentieri.
Ma con il passare degli anni ho iniziato a vederla per quella che era ed è realmente, un anime semplice con una storia e dialoghi banali. Il doppiaggio italiano da quel punto di vista rovina ancor di più il tutto, perché allora era di moda fare lavori mediocri cambiando frasi, termini e nomi senza alcun motivo, per cui molte cose non le si capiscono e sfuggono a molti.

Perché banale? Per il semplice motivo che, nel corso della serie e il susseguirsi delle saghe, i quattro protagonisti, a differenza di altre opere, non progrediscono quasi per nulla. Ci si aspetta che contro i Cavalieri d'oro siano più allenati e meglio consapevoli delle potenzialità delle loro armature rispetto a prima. Invece no, le battaglie vinte (quelle poche) sono puramente frutto della fortuna che ha dato loro la possibilità di sbloccare il settimo senso, che però in seguito riusciranno decisamente a fatica a controllare e usare. Per logica si dovrebbe pensare che in realtà non avrebbero potuto nemmeno sfiorare i loro avversari, in quanto di grado massimo tra tutti i Cavalieri di Atena, e anche uno solo di loro avrebbe potuto sbarazzarsi dei quattro con un semplice movimento del braccio. Ma no, combattono e vincono contro avversari infinitamente superiori a loro.

Per non parlare poi della saga di Asgard, si capisce immediatamente che non si tratta di una storia nata dalla fantasia del creatore, perché perfino più stupidina e banalotta. La cosa che non capisco né concepisco è come degli individui che hanno ottenuto un'armatura non del tutto degnamente siano più faticosi da affrontare dei Cavalieri d'oro, con armature pari (forse) a quelle d'argento o acciaio. Senza contare che non ha senso come il tutto è cominciato, dato che la vita di Lady Isabel non è nemmeno lontanamente in pericolo.

Infine, inizia la saga di Nettuno (in realtà Poseidone, ma siamo in Italia, quindi il cambio di nome non stupisce), che porta il dio dei mari a rapire la dea Atena. Onestamente, qui migliora leggermente la trama, ma gli avversari anche qui si rivelano ardui da affrontare, cosa che ha poco senso.

In tutto ciò l'unico che salvo è Ikki, che fin da subito si rivela essere più forte dei quattro cavalieri, anche se non capisco come in alcune circostanze sia riuscito a vincere con fatica dopo aver sconfitto il più forte Cavaliere d'oro tra tutti e dodici.

Chi lo vede come uno dei migliori anime del suo tempo è perché ha la vista offuscata dall'effetto nostalgia.


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Erzon_22

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
“I Cavalieri dello Zodiaco” sono una delle serie più famose dei primi anni ’90 e, probabilmente, una delle storie più originali create.

La trama è piuttosto semplice, narra delle vicende dei Cavalieri di Atena, ragazzi cresciuti con lo scopo di conquistare le armature della dea per proteggerla e difenderla dai suoi molteplici nemici, dopo un avvio lento con una trama e degli scontri non molto avvincenti, volti perlopiù a presentare i vari protagonisti della storia e le trame che andranno poi a svilupparsi nelle varie saghe.
Caratteristica di questa serie è, appunto, la suddivisione in saghe, successioni di puntate narranti un’unica vicenda e caratterizzate, ognuna, da un ben preciso nemico da sconfiggere per salvare la dea Atena reincarnatasi nelle spoglie di Lady Isabel.
La saga più ispirata e meglio riuscita di tutte è senz’altro quella dei Cavalieri d’oro, nella quale i cinque personaggi principali, Pegasus, Andromeda, Sirio, Crystal e Phoenix devono risalire le dodici case dello zodiaco per raggiungere il Gran Sacerdote, per sventare il suo tentativo di uccidere Lady Isabel.
Seguono altre due saghe, quella di Asgard e quella di Nettuno, in cui il succo è, essenzialmente, lo stesso: salvare Lady Isabel e l’umanità intera.

Sebbene la trama possa effettivamente sembrare piuttosto scarna e banale, in realtà essa passa spesso in secondo piano grazie all’originalità e alla maestria con cui il maestro Kurumada (autore del manga da cui deriva la serie) ha ideato l’intero universo e i tanti cavalieri che lo compongono, ciascuno con la sua armatura e i suoi poteri inconfondibili. Soprattutto nella saga delle dodici case, ma anche nelle altre due, i personaggi che compaiono hanno tutti un loro spessore e una loro particolarità che li rende interessanti e accattivanti. Il limite di ciò, però, è che alcuni di essi non riescono a spiccare tra gli altri, rimanendo relegati in ruoli talvolta poco importanti e senza la possibilità di mostrare appieno le proprie potenzialità.

Per quanto riguarda le animazioni, bisogna partire dal presupposto che questo anime fu realizzato alla fine degli anni ’80, dunque è naturale trovarsi davanti a una grafica non eccelsa e disegni spesso ripetitivi, sebbene anche a quel tempo sarebbe certamente stato possibile fare di meglio.

Un discorso a parte va fatto invece per il doppiaggio e per l’adattamento della serie in italiano.
Innanzitutto, la prima cosa che lascia veramente perplessi sono i nomi che sono stati scelti per i cavalieri, nomi che non possono essere definiti in altro modo, se non senza senso. Mentre nel manga, infatti, ciascuno aveva il proprio nome e quello della propria armatura, in Italia questi sono stati fusi insieme. Così, Seiya, il possessore dell’armatura di Pegasus, è diventato semplicemente Pegasus, e così pure Andromeda, Phoenix e quasi tutti i cavalieri avversari. Una scelta simile risulta a dir poco assurda e insensata, data l’insensatezza del fatto che una persona, alla nascita, dovrebbe già ricevere il nome di un’armatura che nemmeno sapesse di dover ricevere.
Al di là dei nomi scelti, però, il doppiaggio è assolutamente ottimo, con dialoghi ben resi e, talvolta, anche migliori di quelli originali, sebbene anche qui si noti un’eccessiva ripetitività delle battute e delle scene.

Per finire, è necessario soffermarsi sui duelli tra i cavalieri, colonna portante della serie.
Questi seguono quasi sempre lo schema classico degli anime, specie di quelli dell’epoca, con il buono che sta per soccombere, ma che riesce a trovare in sé la forza per riprendersi e ribaltare le sorti dell’incontro, sopraffacendo il nemico più forte di lui con la sola volontà. Molti di essi, purtroppo, sono piuttosto banali, ma vengono comunque tenuti su dalla pregevole caratterizzazione dei singoli cavalieri, tanto che, sebbene tutti abbiano la stessa struttura, ognuno riesce ad essere memorabile e diverso dagli altri.

In sintesi, valutando l’opera nella sua interezza, questo anime è sicuramente meritevole di essere visto, anche solo per la notevole importanza che esso riveste nella storia del genere e dell’animazione in generale, cercando di chiudere un occhio su quei difetti dipendenti soltanto dal periodo in cui essa è stata realizzata.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
I Cavalieri dello Zodiaco è una serie anime prodotta nel 1986 e tratta dall'omonimo manga di Masami Kurumada, che ha conquistato gli schermi fin da subito diventando una delle serie più conosciute al mondo; successivamente ha sfondato anche nel mondo del marketing, con vari gadget e oggetti vari.

La trama si concentra sulle avventure di cinque ragazzi di nome Cristal, Shiryu, Seiya, Shun e Ikki, che si allenano per diventare guerrieri consacrati alla dea Atena con il compito di proteggere la dea stessa, l'umanità e la Terra dagli attacchi delle altre divinità; essi indossano speciali armature sacre che - secondo l'ordine precedente dei nomi - prendono il nome di Cigno, Dragone, Pegasus, Andromeda e Phoenix.
La storia mi ha colpito molto grazie a uno sviluppo lineare e molto fluido, che poi subisce una crescita inaspettata in grado di intrattenermi con voglia sullo schermo; gli episodi non sono né tanti né pochi, infatti li ho trovati più che giusti per una storia di questo livello.
I personaggi rendono la storia molto più appassionante e godibile grazie alle caratteristiche caratteriali che trasmettono una buona dose di emotività, e anche a qualche momento riflessivo.
L'ambientazione è un altro punto forte di questa serie, che incuriosisce ancor di più, soprattutto se si è già interessati a questo mondo.

L'aspetto grafico purtroppo non mi ha convinto, ma comprendo che negli anni '80 non si poteva far di meglio, quindi ho fatto il possibile per apprezzare alcuni aspetti grafici come l'animazione e i disegni; anche il sonoro non mi ha convinto parecchio, per via delle sigle italiane e del doppiaggio non sempre conforme al momento.

Infine, concludo dicendo che questa serie la vidi molto tempo fa e non mi persi neanche una puntata, ma da bambino sembra tutto più bello, quando vedi dei cavalieri con armature che combattono. Comunque è una buona serie, che ha fatto la storia durante quegli anni; col passare del tempo ne sento ancora parlare, quindi significa che ha lasciato davvero qualcosa di positivo che decido di premiare. Voto finale: 7 e mezzo

Utente10093

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Utente10093

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Chi non conosce “I Cavalieri dello Zodiaco”? Che siate o no appassionati dell'animazione giapponese, questa serie farà comunque parte della vostra infanzia. Ebbene sì, le avventure di Pegasus e dei suoi amici sono entrate a far parte della quotidianità di tutti i bambini che passavano i loro pomeriggi dopo scuola attaccati alla TV, aspettando di vedere questi valorosi combattenti distruggersi di botte per salvare la bella Dea Athena; dai, diciamocelo, quanti di voi si sono innamorati di lei da bambini? A parte queste brevi premesse, andiamo ad analizzare questa serie.

“Saint Seiya”, giunto in Italia come “I cavalieri dello zodiaco”, è un anime ispirato all'omonimo manga ideato dalla geniale mente di Masami Kurumada, uscito a metà degli anni '80, e reso disponibile in Italia qualche anno dopo.
La storia di base è abbastanza semplice; possiamo dividere la serie in tre saghe caratterizzate dallo stesso sviluppo: la Dea Athena è in pericolo, viene catturata dai cattivoni e i nostri 'cazzutissimi' cavalieri con armature sempre più 'fighe' dovranno affrontare nemici di potenza crescente fino ad arrivare al boss finale, contro il quale si decideranno le sorti della battaglia.
La serie potrà anche risultare ripetitiva, ma a noi che lo vedevamo da bambini non interessava minimamente; ci piacevano le botte, ci piaceva fare il tifo per Pegasus e immedesimarci nel personaggio che più ci piaceva. Sapevamo chi sarebbe stato il vincitore alla fine (anche la sigla italiana dice che 'Il bene vincerà'), ma, anche in questo caso, non ci interessava, rimanevamo imbambolati davanti alla TV fino alla fine di ogni scontro. I combattimenti erano spettacolari e avvincenti, i personaggi caratterizzati in modo perfetto, ognuno con delle particolarità ben distinte, fattore che mi ha fatto appassionare ad ogni singolo personaggio.
Come dicevo prima, i combattimenti sono spettacolari, e per questo dobbiamo ringraziare anche l'importantissimo lavoro dell'animazione, da cui, considerando l'epoca, non ci si poteva aspettare nulla di meglio.
Per quanto riguarda le colonne sonore, beh, sono state uno dei fattori che maggiormente ho apprezzato, sia per quanto riguarda le OST sia per quanto riguarda le varie sigle di apertura (mi sto riferendo in questo caso a quelle italiane), che mi piacevano da matti; penso proprio che avrò consumato le videocassette a furia di mandarle avanti e indietro per sentire e risentire le sigle.
Altro aspetto a favore è stato quello del doppiaggio italiano; non ho visto “I Cavalieri dello Zodiaco” con il doppiaggio originale: a parte alcuni film, mi sono sempre affidato all'ottimo lavoro dei doppiatori italiani, non ne sono mai rimasto deluso, oltre al fatto che ogni personaggio aveva la voce "giusta" e i dialoghi erano di livello davvero elevato ('sti cavalieri parlano un italiano perfetto!).

Beh, che dire, in conclusione “I Cavalieri dello Zodiaco” non mi ha mai stufato: ancora oggi, quando ne ho la possibilità, rivedo più che volentieri qualche episodio della serie o qualche OAV; è inutile dire quanto io ci sia affezionato, è stata una delle prime serie che mi hanno fatto rimanere attaccato alla televisione, e anche una delle prime serie che ho rivisto qualche anno dopo con l'occhio da appassionato.
Come voto finale do un 8, credo anche condizionato dal fatto che vi sia molto, ma molto affezionato.


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Linkinparma46

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Saint Seiya ha inevitabilmente segnato la mia vita accompagnandomi costantemente con le sue storie e le sue atmosfere. Ricordo un bimbo di 6 anni che spulciava tra i canali regionali per tuffarsi nelle avventure di Phoenix e compagni (lo so che non è il protagonista ma essendo il mio idolo non potevo metterlo in secondo piano). Il mito greco si fonde col presente attraverso la sapiente rilettura nipponica di Masami Kurumada. Uno dei pochi anime degli anni '80 che si avvicina qualitativamente al suo genitore cartaceo. Ne segue le orme prendendo strade diverse ma lasciando allo spettatore le stesse emozioni che trasudavano da ogni pagina di questo titolo eccelso.

STORIA

Ricalca a grandi linee quella del manga prendendosi però delle "licenze poetiche" un po' azzardate. Non mancano infatti dei filler inutili che in alcuni casi producono delle contraddizioni e dei buchi nella trama. Con questo non mi riferisco alla saga di Asgard che, a mio parere, si incastona perfettamente nel plot, ma a tutti quei riempitivi congeniali per "allungare il brodo", situati soprattutto nelle prime 40 puntate. Tralasciando questi difetti, che sono comunque tollerabili, la storia è coinvolgente, adrenalinica, appassionante e densa di dettagli prelibati che richiamano l'universo epico greco.

DISEGNI

Considerando l'epoca sono strepitosi. I dettagli, la fattura delle armature e l'espressività dei personaggi lo rendono ancora piacevole da guardare. Su questo (non me ne voglia il maestro Kurumada) sono nettamente superiori al manga. Anche il design delle armature è decisamente più accattivante e variegato rendendo ogni cloth (sacra vestigia dei Saint di Atena) unico nel suo genere. Il merchandising ha avuto un ruolo fondamentale sotto questo aspetto, ma da appassionato cerco di coglierne il lato positivo.

DOPPIAGGIO ITALIANO

Qui siamo in presenza di uno dei capolavori che deve tanto al lavoro esemplare svolto dai nostri doppiatori. Ivo De Palma in particolare ha riscritto completamente il personaggio di Pegasus dandogli una profondità diversa e uno spessore narrativo che raggiunge vette altissime. Una scelta ponderata da Enrico Carabelli (direttore del doppiaggio italiano) che ha voluto imprimere nei dialoghi delle sfumature cavalleresche che ne elevano la statura intellettuale. Ci si può perdere tra le parole auliche e le battaglie grammaticali che arricchiscono ogni duello ed ogni momento di riflessione presente nell'anime. Certo! per un purista potrebbe apparire come una manipolazione del soggetto originale, quindi in base al vostro credo scegliete se vedere la versione originale o l'adattamento italiano.

PERSONAGGI

A memoria fatico a ricordare una serie che è in grado di produrre una così ingombrante mole di personaggi secondari affascinanti e ricchi di sfaccettature. Già solo per i cavalieri d'oro del Grande Tempio si potrebbe scrivere un libro. Aneddoti, curiosità, intrecci si condensano e fanno perdere piacevolmente la bussola del fruitore che si lascia travolgere piacevolmente. Una lettura superficiale porterebbe a vedere un accentramento sul protagonista (Pegasus) ma non bisogna cadere nel tranello, perchè ad ogni puntata si possono contare i tasselli che vanno ad arricchire la genesi e gli aspetti caratteriali di un roster enorme, rubando un termine mal modo videoludico. Ce ne è per tutti i gusti e, come si è potuto intuire dalla mia introduzione, io ho sviluppato una forte empatia col cavaliere della Fenice. Anche gli antagonisti non sono mai scontati e soprattutto il malvagio Gran Sacerdote Arles è un villain di tutto rispetto.

CONCLUSIONI
I Cavalieri dello Zodiaco hanno creato un mondo, ispirando diverse generazioni di spettatori e di autori che hanno attinto a piene mani da questo capolavoro immortale. Al di là dei suoi difetti, che sono innegabili, si presenta come un'opera genuina che si lascia amare con la testa ma soprattutto con la "pancia". A volte rischia di scadere nella retorica più banale mantenendo però una freschezza narrativa ed una spontaneità che scioglie anche il cuore più duro. Un titolo che non può mancare nel curriculum di un vero appassionato di animazione giapponese.


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SmartGuy89

Episodi visti: 114/114 --- Voto 6
Perché 6 alla serie TV dei Cavalieri?
Comincio col dire che non si tratta di una cosa dovuta al livello qualitativo dell'anime che sia dal punto di vista del desing dei personaggi (per quanto ci siano anche qui degli episodi brutti come disegni), che delle musiche, dalla scoperta che è comunque nato per vendere i giocattoli dei bronze, che della sceneggiatura (che eleva molto il livello del manga) e non è neanche dovuta alla qualità doppiaggio italiano risulta essere uno dei migliori, e non dipende neanche per l'adattamento dai molti errori e dai nomi cambiati o dagli Other Saint introdotti dagli sceneggiatori e spiegati negli artbook!
Ho dato sei in primis per il ritmo: perché trovo la storia lenta (nel manga almeno è più veloce) ed ahimé il DS non l'aiuta in questo (la verisone in lingua originale è molto più scorrevole per me), specie quando si fa troppo aulico! La trovo lenta, malgrado sappia che DEVE essere tale!

Ho visto i Cavalieri per la prima volta su Junior TV negli anni '90 e poi rivisti bene ad 11 anni su Italia 1 per qualche episodio. Poi ho preso il manga e recuperato l'anime grazie a K2, ma già esausto per la lunghezza di Dragon Ball e abituato anche alla visione di serie animate dal ritmo più veloce (non parlo del numero di episodi, ma del ritmo della storia. Mettere qualche filler o episodio di stacco in più avrebbe giovato ai CdZ!) alla terza trasmissione degli anni 2000 (quella del 2008) mi sono reso conto i Cavalieri dello zodiaco mi annoiavano!. Era oggettivamente bella come serie, ma personalmente mi faceva l'effetto della lettura dei promessi sposi!

A questa lentezza si aggiunge un'altro elemento: che i dialoghi di Kurumada con il riferimento ai "veri uomini" e altre cose A ME non dicono niente! Mi sono accorto crescendo che quei concetti espressi da Kurumada le trovo solo le idee tipiche di un tipico abitante di un paese fortemente tradizionalista qual'è il Giappone, sopratutto a quei tempi (e l'aver letto sul suo manga autobiografico che aveva un amico yakuza da ragazzo non alza la mia stima per l'autore).

Quindi pur avendo "I Cavalieri dello zodiaco" un adattamento animato di cui riconosco l'indubbia qualità tecnica sua e del suo doppiaggio italiano (non conto i riferimenti culturali perché sono presenti in quasi tutte le opere a stampo super-eroico, come i telefilm della Toei a cui I Cavalieri come anime sono in parte ispirati) mi ritrovo a dare un 6 PERSONALE per "mancato coinvolgimento emotivo", con buona pace dei fan boys!


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rum42coach

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
"Saint Seiya", conosciuto in Italia col nome di "I Cavalieri dello Zodiaco" è un pilastro degli anime anni '80 e, secondo me, anche degli shonen in generale, essendo riuscito nell'arduo compito di creare un punto di riferimento per tutti gli altri anime successivi. Ed ovviamente la reputo un'opera di inestimabile valore, da tramandare di generazione in generazione perché si tratta di qualcosa di monumentale, raramente trovato in altri anime di quegli anni e negli anni a venire. Una vera e propria rivoluzione "celeste"!

Iniziando seriamente con questa recensione devo enunciare che non mi sarei aspettato cotanta bellezza prima della visione della prima puntata. Recensendo la trama, conosciuta da quasi tutti gli appassionati del settore dell'animazione, c'è da riconoscere a Saint Seiya una storia ricca di mitologia, azione, sentimenti, amicizia ed anche crudeltà. Una trama che attrae lo spettatore e difficilmente lo lascia scappare via, visto che ogni puntata è un susseguirsi di profondi sentimenti molto forti, grazie ad una caratterizzazione dei personaggi ai limiti della perfezione. Non solo l'amicizia la fa da padrone in questa serie, bensì anche la giustizia, spesso nominata dai protagonisti e dalla Dea Atena. Spesso le storie singole dei personaggi, principali e secondari, commuovono all'inverosimile, soprattutto i più sensibili, regalando così allo spettatore un'empatia profonda, oltre che un affezione ne loro confronti. Saint Seiya si divide in tre macro saghe:
1)Saga delle dodici case/cavalieri d'oro
2)Saga di Asgard(filer)
3)Saga di Nettuno-Poseidon
La prima saga è sicuramente la più apprezzata e la più bella di tutte, arrivando personalmente a considerarla una delle più belle mai viste tra tutti gli anime. C'è tutto ciò che una persona vorrebbe da un'opera di animazione/film sotto ogni aspetto. Anzi, a volte è esageratamente bella, ottenendo l'effetto di lasciarti con l'attesa di vedere il prossimo episodio il prima possibile. Infatti il viaggio, o meglio il percorso difficile e tortuoso lungo le dodici case dello Zodiaco è trepidante, pieno di cavalieri incredibilmente carismatici e spettacolari, i quali pongono l'intera serie ad un livello superiore. Tanti personaggi indimenticabili sono nati proprio in questa saga, basti citare Saga di Gemini, Deathmask di Cancer, Camus di Acquarius, Shaka di Virgo, il cavaliere del leone e tutti gli altri, entrati nell'albo d'oro dei miei personaggi preferiti, antagonisti e non. Si potrebbe criticare la ripetitività di questa saga ma passa in secondo piano quando sobbalzano di fronte agli occhi cotanta epicità, combattimenti all'ultimo sangue, colpi proibiti e valori nobili. Dall'inizio alla fine questa saga è un susseguirsi di bellezza e colpi di scena, non deludendo mai, anzi sorprendendo di continuo. Ebbene momenti come gli scontri Hyoga-Camus, Shaka-Ikki, Shiryu-Deathmask, Shiryu-Cancer e Saga-Seiya sono difficilmente descrivibili nel loro essere sublimi e difficilmente emulabili da chiunque.
Poi la saga di Asgard, non tratta dal manga, è la peggiore delle tre, nonostante abbia visto di peggio, molto peggio. L'ambientazione delle terre nordiche è buona, la storia pure è carina, tuttavia è troppo lunga(quasi 30 puntate!), inoltre i cavalieri asgardiani sono tutti privi di spessore psicologico, tranne forse Orion. Probabilmente dopo la saga delle dodici case sarebbe stato difficile per chiunque paragonarsi ai cavalieri d'oro, ciò è condivisibile. Scritto ciò, alcuni scontri sono esageratamente lunghi con tre puntate dedicate ad un singolo(esempio Seiya, Hyoga, Shun e Shiryu vs il cavaliere della metista), lasciando lo spettatore sconcertato sulla durata e il poco spessore anche visivo dei combattimenti. Nelle ultime puntate finalmente aumenta d'intensità e quindi si salva l'intera saga.
d'oro e delle dodici case, pur facendo il suo onesto dovere in Infine la saga di Poseidon(Nettuno per noi italiani) è l'ultima e la reputo abbastanza interessante, sebbene non arrivi ai livelli della saga dei cavalieri d'oro e delle dodici case, pur facendo il suo onesto dovere, grazie soprattutto alla presenza del Dio Poseidone, vero antagonista della saga e di un altro personaggio che non anticipo, in ogni modo diverte ed appassiona il giusto. Il punto debole di questa saga sono 6 dei 7 cavalieri degli abissi, abbozzati come caratterizzazione psicologica e liquidati in breve tempo dai 5 protagonisti, a mio avviso con troppa facilità. Le spiegazioni di fondo e i combattimenti sono ben riprodotti in uno schema strutturato ma mai scontato.

Passando adesso ai personaggi, penso e credo che loro che sono uno dei punti chiave del successo planetario di questa serie. Parto dai 5 protagonisti:
-Seiya, il vera protagonista, conosciuto in Italia come Pegasus, è il personaggio più sterile ed irritante tra i principali, essendo il classico stereotipo del simpatico ma stupido, inaffidabile ma eroico, sempre al centro dell'attenzione. Piano piano anche lui maturerà come uomo oltre che come cavaliere, tuttavia una questione rimarrà irrisolta, ossia SPOILER Castalia è sua sorella o no? FINE SPOILER
-Hyoga è il mio personaggio preferito in questa serie. Amo la sua psiche così profonda, apparentemente freddo e distaccato, mentre in realtà è il più sensibile dei Saint di bronzo, secondo forse soltanto a Shun di Andromeda. Hyoga è il cavaliere del Cigno e in questa avventura lotterà contro il suo drammatico passato, segnato dalla prematura scomparsa dell'amata madre, motivo che lo spinge a rivederla sempre in condizione "disumane", rischiando la vita, tanto che molti ipotizzano sia affetto dal complesso di Edipo. Onestamente non so che pensare sull'argomento, in quanto io osservo tanto amore verso la propria madre, un sentimento puro che lo rende un cavaliere e, soprattutto, un uomo maturo e temprato nello spirito. Suo il combattimento più bello, a mio parere, quello contro il maestro Camus di Acquarius: commozione, tristezza e rispetto sono sentimenti intrinseci che, tuttavia, non impediscono ai due contendenti di inscenare un qualcosa di stratosferico e straziante dal punto di vista delle emozioni. Avevo i brividi durante il loro scontro…
-Shiryu è il cavaliere del Dragone, potenzialmente il più forte e il più intelligente del gruppo protagonista. Ha grandi virtù ed un maestro di somma saggezza. E' anche colui che viene spesso e volentieri privato dei sensi dagli avversari, quasi fosse un suo marchio di fabbrica; nonostante ciò, è coraggioso e prova grande affetto verso gli amici cavalieri. Il suo combattimento più bello? Bellissimo lo scontro contro Deathmask di Cancer…epico!
-Shun di Andromeda è definito dalla maggior parte il cavaliere più debole tra i protagonisti ed anche il meno virile di loro. In realtà è un personaggio dal cuore nobile e d'oro come pochissimi altri, poco avvezzo alla lotta ed al combattimento. E' uno di quelli che ha la maturazione più marcata nell'arco delle 114 puntate dell'anime, poiché riesce a mettere da parte la sua debolezza psicologica, sebbene non del tutto, in maniera da affrontare i nemici e difendere Atena senza indulgiare troppo. Tuttavia l'ombra del fratello maggiore è Ikki resta implacabile sempre e comunque. Momento elevatissimo per lui contro Gemini nella terza casa.
-Ikki di Phoenix è il personaggio più ambiguo della storia di Saint Seiya, perlomeno prendendo in considerazione i protagonisti. Infatti, inizialmente nemico dei nostri eroi, si coalizza con loro in seguito ma ne rimane perennemente distante, quasi come se volesse affermare la propria autonomia e indipendenza dagli altri. Misteriosamente , poi, appare ogni qual volta il fratello Shun ha bisogno di lui, dovunque egli si trovi. Fiero e combattente, è l'opposto caratterialmente del fratello, inoltre è il meno sensibile del gruppo, tuttavia anche lui nasconde un affetto particolare, non solo verso il fratello. Indimenticabile il suo scontro contro Shaka di Virgo.
Come accennato in precedenza i personaggi secondari sono ben fatti, alcuni egregi(degno di nota Saga di Gemini), mentre opinabile è la figura di Atena-Lady Isabel o Saori. Costei è personaggio divino, a volte appare in tutta la sua umanità e dolcezza, svelando il suo lato più vicino ad essere umano piuttosto che ad una Dea. Peccato faccia quasi sempre la parte della fanciulla indifesa da salvare, però si sa che la trama deve avere pure qualche forzatura, altrimenti molti eventi non sarebbero così come le conosciamo.

Saint Seiya a livello di colonna sonora è qualcosa di unico nel suo genere, specializzato nelle colonne sonore tristi e malinconiche. In parti cruciali dell'anime riesce a trasmettere passione ed enfasi allo spettatore proprio attraverso la perfetta melodia sonora, piena di profondità e ben calibrata al contesto. Come non citare ost come inside a dream, Camus death, requiem de Mime e tante altre che resteranno impresse nella mia mente? La mente viaggia in un'altra dimensione(non quella oscura di Saga ahah), affascinando lo spettatore nel profondo e rendendolo partecipe delle lotte sia fisiche sia psicologiche i protagonisti sono costretti ad affrontare. Da 10 la colonna sonora!
I disegni e le animazioni le ritengo sufficienti nella maggior parte delle puntate, toccando rare punte di eccellenza in pochi episodi. In pochi altri invece, specialmente nella saga di Asgard, il livello medio si abbassa, dando spazio a deformazione ed errori grossolani. Malgrado questi difetti, animazioni di buona fattura nel complesso. Le armature sono ben rifinite, da quelle d'oro a quelle di bronzo a quelle dei generali degli abissi, dunque la promozione è certa.

Che cosa scrivere in proposito a Saint Seiya? Ah, certo il doppiaggio e l'adattamento italiano, il primo spettacolare, a tratti superiore perfino all'originale giapponese, mentre il secondo discutibile perché trovo ridicolo Seiya citare Dante Alighieri in un momento di battaglia critico e fare ragionamenti filosofici. Comunque non condanno in toto l'adattamento italiano perché ha consentito e consente all'opera di progredire ad uno stadio ultimo anche a livello dialettico. Accettabile ma opinabile.

In conclusione I cavalieri dello zodiaco è un'opera che consiglio a tutti, da vedere e rivedere varie volte perché merita davvero di essere apprezzata nella sua interezza. Ha momenti di rara epicità, pieni di riferimenti alla mitologia greca e nordica che non guastano mai, anzi consentono un istruzione maggiore allo spettatore magari ignaro di alcuni nomi leggendari che non conosceva prima della visione di Saint Seiya. Sono stato a lungo indeciso sul voto da attribuire a quest'opera, oscillando tra il 9 e un 10, giungendo infine alla conclusione che, pur non esente da difetti di natura classica degli shonen, il 10 non si può non attribuire ad essa, essendo qualcosa di attuale ancora oggi, a tanti anni dalla sua messa in onda con tantissimi fan adoranti in ogni dove ad acclamare i propri beniamini dello zodiaco. Un 10 meritatissimo! Epocale ed indimenticabile.


 5
Stairway90

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Per il genere dei battle shonen gli anni '80 sono una vera e propria età dell'oro, un decennio in cui nascono quei titoli capaci tuttora di avere un grande seguito di appassionati, un successo internazionale, in alcuni casi anche lunghe trasposizioni animate, videogiochi, film e OAV: Hokuto no Ken, Dragon Ball, Le bizzarre avventure di JoJo, Dai la Grande Avventura e ovviamente anche Saint Seiya, manga nato nel 1985 dalla fervida immaginazione di Masami Kurumada, il quale applica la formula tipica dei super sentai (la formazione di 5 giovani guerrieri che possono evocare armature speciali e padroneggiano poteri sovrannaturali) a una storia ispirata alla mitologia greca. Immancabilmente, il successo del manga porta alla realizzazione di una serie animata, che giunge anche in Italia, tramite la Francia, motivo per cui l'anime è adattato col titolo I cavalieri dello zodiaco, che riprende il francese Les Chevaliers du Zodiaque. Anche altrove è stata la traduzione del titolo francese a imporsi: così abbiamo Los Caballeros del Zodiaco nei paesi ispanofoni, Os Cavaleiros do Zodíaco in quelli lusofoni, Knights of the Zodiac in quelli anglofoni. La cosa bizzarra è che allo zodiaco sono collegate le armature dei Gold Saints, non dei protagonisti.

Nel mondo di Saint Seiya le divinità greche esistono davvero e ciclicamente si reincarnano in forma umana. Inoltre, esiste una forza interiore chiamata "cosmo" che può essere padroneggiata e utilizzata per combattere; massimi utilizzatori di questa forza sono i Saint ("cavalieri" nella traduzione italiana), ognuno in possesso di un'armatura legata a una costellazione. Le armature dei Saint, dette Cloth ("vestigia" in italiano), appartengono a varie classi: ci sono le Bronze Cloth, che sono le più deboli, poi le Silver Coth, più resistenti, e infine l Gold Cloth, le più forti in assoluto; più avanti appariranno anche le Black Cloth, che sono la controparte "oscura" delle Bronze Cloth, le Steel Cloth, create artificialmente, le God Robe di Asgard, le Scale dei generali di Nettuno… Una delle Gold Cloth, quella del Sagittario, viene messa in palio da Saori Kido, inconsapevole reincarnazione della dea della giustizia Atena, in un torneo intitolato "guerra galattica", a cui partecipano quei ragazzi che anni prima suo nonno Mitsumasa Kido aveva mandato in giro peril mondo a diventare Bronze Saint. Al torneo partecipano i pochi superstiti del gruppo di 100 ragazzi originario, fra i quali spiccano quelli che saranno i protagonisti: Seiya di Pegasus, Shiryu di Dragon, Hyoga di Cygnus, Shun di Andromeda. L'ultimo membro del quintetto, Ikki di Phoenix, fratello di Shun, compare come antagonista, cercando di rubare l'armatura del Sagittario, ma in un secondo momento diventerà anche lui buono, pur apparendo più di rado dei suoi colleghi, in parte perché il ricordo delle cattive azioni commesse gli impedirà di integrarsi pienamente nel gruppo, in parte per il suo spirito indipendente.

La narrazione procede attraverso tre grosse saghe, ognuna caratterizzata da un villain. I primi 73 episodi formano la saga del Santuario, in cui Kaori e i Bronze Saint si confrontano con Ares, il Grande Sacerdote, in realtà Saga di Gemini: è lui a mandare all'attacco Ikki e i Black Saint, poi i Silver Saint, infine lo stesso Aiolia di Leo, uno dei dodici Gold Saint; segue poi il contrattacco dei protagonisti, che si recano in Grecia e devono percorrere tutte e dodici le case del Santuario per salvare Saori, ferita mortalmente da una freccia scagliata da Tramy di Sagitta, in una disperata corsa contro il tempo in cui solo l'acquisizione del settimo senso può renderli capaci di competere coi Gold Saint. La seconda saga è composta da 26 episodi ed è un grosso filler, in quanto non deriva dal manga e fu anzi creata per permettere a Kurumada di continuare con calma la sua opera senza che la serie animata la raggiungesse: qui i nemici sono i guerrieri di Asgard, capeggiati dalla sacerdotessa di Odino, Ilda di Polaris. Si scopre infine che Odino era manovrato da Nettuno, che vuole distruggere l'umanità con un grande diluvio, e così inizia la terza e ultima saga, di soli 15 episodi, che culmina con la sconfitta del dio e il salvataggio di Saori. Il manga in verità si concludeva con la saga di Hades, il dio dell'oltretomba, ma alcuni inconvenienti (alcuni parlano di scarsi ascolti, altri di dissidi con Kurumada) impedirono la trasposizione animata dell'ultima saga, per la quale bisognerà aspettare il 2002. Inoltre, nel 2006, Kurumada diede inizio a una nuova opera cartacea, Saint Seiya - Next Dimension - Myth of Hades, che dovrebbe costituire la conclusione della sua lunga opera (ma la cui pubblicazione purtroppo procede a rilento).

La caratterizzazione dei protagonisti è piuttosto stereotipata e in parte ripresa dai super sentai, ma funziona: Seiya è un ragazzo di buon cuore, anche se impulsivo e spesso irresponsabile, ed è alla ricerca della sorella che non vede da anni (anche se questa tematica verrà quasi dimenticata dopo qualche episodio); Shiryu ha un carattere calmo e riflessivo, pronto al sacrificio, tant'è vero che la sua tecnica più potente, la Pienezza del Dragone, richiederebbe il sacrificio della sua vita; Hyoga è gentile e nel contempo provato da numerosi lutti; Shun dai lineamenti femminei (e dall'armatura con le tette!) ha un animo delicato, che non è fatto per la battaglia, ma quando si infuria sprigiona una tecnica devastante quale la Nebulosa di Andromeda; Ikki è orgoglioso e restio a far parte del gruppo, tanto da comparire in ogni saga soltanto a combattimenti già iniziati, per soccorrere i compagni. Saori Kido è divisa fra la serafica impassibilità della sua condizione di dea incarnata e la sua natura umana che la porta a preoccuparsi per i Bronze Saint e a provare, in qualche occasione almeno, qualcosa per Seiya. Tuttavia le vere "star" di Saint Seiya, quei personaggi che tutti gli appassionati dell'opera di Kurumada conoscono e adorano sono i Gold Saint, i guerrieri più potenti al servizio di Atena. Questo dettaglio è di per sé molto significativo e distingue Saint Seiya da altri battle shonen contemporanei come Dragon Ball e Hokuto no Ken: se in questi ultimi il protagonista riusciva, alla fine, a superare in potenza il nemico di turno, i Bronze Saint non possono mai surclassare i Gold Saint, tant'è vero che superano le varie Case o perché il guardiano è assente (come avviene nella casa di Libra) o perché li lascia passare, magari dopo aver messo alla prova la loro forza (Aldebaran di Taurus e Milo di Scorpio fanno così) o perché la vittoria è ottenuta sacrificando la propria vita (così fa Ikki con Shaka di Virgo, Shiryu con Shura di Capricornus, Hyoga con Camus di Aquarius e Shun con Aphrodite di Pisces). Molto meno riusciti sono sicuramente i generali di Nettuno, mentre i cavalieri di Asgard si rivelano una piacevole sorpresa, come un po' tutta quella saga, inserita come filler ma riuscitissima e forse migliore persino della successiva saga di Nettuno.

Il comparto tecnico è eccezionale, merito soprattutto dei nomi illustri che vi lavorano: il character design è opera di Shingo Araki e Michi Himeno, la cui proficua collaborazione era iniziata già nel 1977 in Danguard e si sarebbe protratta fino al 2008, con la realizzazione degli OAV che concludono la saga di Hades; la colonna sonora è opera di Seiji Yokoyama e regala brani epici e travolgenti o, al contrario, struggenti e malinconici, come la bellissima e celeberrima Sad brothers; per quanto riguarda le sigle, la prima opening Pegasasu fantaji e la prima ending Eien Blue sono eseguite dai Make-Up, la seconda opening Soldier Dream e la seconda ending Blue Dream da un giovane Hironobu Kageyama che qualche anno dopo avrebbe lavorato anche alle sigle di Dragon Ball Z. Ci sono ovviamente animazioni riciclate e cali nella qualità dei disegni qua e là, ma rispetto a produzioni simili come Hokuto no Ken si nota una maggiore uniformità nella qualità tecnica dell'intera serie.

Veniamo ora alla questione più controversa per gli appassionati nostrani: l'adattamento italiano. Si è già detto che il titolo Saint Seiya è tradotto I cavalieri dello zodiaco sul modello della Francia, dalla quale all'epoca provenivano la maggior parte degli anime giapponesi e, di conseguenza, anche i titoli (ci pensi a Grendizer, che diventò da noi Goldrake perché in Francia era stato intitolato Goldorak). Il doppiaggio, curato da Enrico Carabelli, coinvolge nomi importanti e molti nell'ambito dell'animazione fra cui Ivo De Palma, Marco Balzarotti, Massimiliano Lotti, Diego Sabre, Davide Garbolino, Tony Fuochi, Sergio Romanò, ma nello stesso tempo è pieno di difetti: il continuo cambio di voci dei personaggi da un episodio all'altro, che coinvolge non solo le comparse e i personaggi secondari ma persino alcuni dei protagonisti (Shiryu cambia voce ben 4 volte); la scelta di cambiare i nomi di molti personaggi, o dando loro quello della costellazione (così Seiya di Pegasus diventa semplicemente Pegasus, Shun di Andromeda semplicemente Andromeda, e così via) oppure un nome completamente nuovo (Hyoga di Cygnus diventa Cristal, Saori Kido diventa Lady Isabel); l'eliminazione di qualsiasi riferimento alla cultura orientale (Tokyo diventa Nuova Luxor, viene eliminato qualsiasi riferimento buddhista legato a Shaka di Virgo); lo stravolgimento di intere frasi e concetti, che trasformano ad esempio Ares nel fratello del precedente Gran Sacerdote o inventano un intero monologo di Camus di Aquarius in punto di morte; infine, la scelta di ricorrere a un linguaggio aulico, scomodando persino Ugo Foscolo o Dante Alighieri, nonostante l'opera fosse un prodotto rivolto principalmente a un pubblico giovane e quindi avesse dialoghi tutt'altro che profondi e complessi. Nonostante questo doppiaggio abbia un suo fascino, soprattutto per chi è cresciuto guardando I cavalieri dello zodiaco in televisione, è evidente anche quanto sia distante dai dialoghi originali e, in parte, dallo spirito dell'opera. Sono state date spiegazioni, nel corso degli anni, per alcune di queste licenze del doppiaggio, come l'influenza della Giochi Preziosi che si occupava della vendita dei giocattoli collegati alla serie e impose che i personaggi avessero i nomi delle costellazioni per una questione di semplicità, l'amore di Carabelli per la poesia o la lacunosità dei testi originali su cui si lavorava per il doppiaggio, ma nulla giustifica l'operazione compiuta.


 6
kaio1982

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

Ecco un tipico esempio dell'enorme qualità delle serie del passato che a differenza di oggi, nonostante il numero di episodi enorme, mantenevano una qualità complessiva che, all'interno di un'unica serie, non solo rimaneva elevata, ma col passar degli episodi, la grafica subiva aggiornamenti, perché era importante fornire al pubblico un anime dagli standard elevati. I Cavalieri dello Zodiaco è un'altra di quelle serie capolavoro, tipiche di un periodo in cui, prima bisognava fornire un anime di qualità e solo dopo sfruttarne il marketing. L'anime prende vita nel 1986 e termina nel 1989 dopo ben 114 episodi, suddivisi in diverse miniserie collegate tra loro. L'inizio non è propriamente dei più esaltanti ma ci da comunque l'occasione, divertendo, di conoscere i ragazzi destinati ad indossare l'armatura dei Cavalieri dello Zodiaco. Pegasus, Cristal il Cigno, Sirio il Dragone, Andromeda e il mitico ed indimenticabile Phoenix. La storia anche se ambientata ai giorni nostri, è immersa in una strana realtà alternativa dove mitologia e poteri sacri dominano la scena. La prima parte vede i nostri eroi conquistare le proprie sacre vestigia in un torneo ad incontri organizzato dalla bellissima Saory Kido, (Lady Isabel qua in Italia) che è l'incarnazione della dea Atena. Uscendo vittoriosi dal torneo, Pegasus e compagni diventano Cavalieri e finalmente entrano in possesso delle rispettive armature. Questo è solo l'inizio di una lunga serie di battaglie in cui dovranno affrontare svariati nemici sulla loro strada. Ognuno di essi possiede svariati poteri e colpi derivati sia dall'origine del loro addestramento che dalla rispettiva costellazione a cui appartengono. Pegasus ad esempio, possiede il Fulmine di Pegasus che varia sia d'intensità che di potenza, a seconda di quanto brucia il suo cosmo. Sirio il Colpo segreto del drago nascente, Pienezza del dragone ed Excalibur. Cristal il Cigno scaglia la Polvere di diamanti, Aurora del nord, Anelli del cigno, Pugno Congelante e il più potente Per il Sacro Aquarius. Andromeda, fa della sua catena un'arma dotata di svariate proprietà infarcite dal potere del suo cosmo. Phoenix usa il tetro Fantasma diabolico e il potentissimo Ali della fenice. Queste sono solo le tecniche dei nostri 5 cavalieri di bronzo; tecniche davvero spettacolari e varie, spesso legate ad elementi o poteri, derivati direttamente dal loro cosmo. Ovviamente sono presenti una quantità sterminata di altri colpi e tecniche da parte di un'infinità di altri cavalieri tra cui; quelli d'oro, d'argento, di Asgard e Nettuno. Proprio l'enorme quantità e soprattutto varietà di cavalieri e tecniche, rendono quest'anime superiore a qualunque serie dello stesso genere uscita dopo, neanche gli anime di ora raggiungono la diversificazione dei combattenti raggiunta qui. La parte migliore dell'intera serie è ovviamente quella dei cavalieri d'oro, in origine fedeli ad Atena, poi influenzati dal Grande Sacerdote Arles, uomo misterioso e diabolico, che pretende di prendere il potere cercando di uccidere Saory con una freccia scagliata dal cavaliere Betelgeuse. Pegasus e compagni dovranno affrontare 12 cavalieri d'oro per arrivare alle stanze di Arles. Le battaglie più epiche sono quelle contro Gemini, (doppiato in maniera superiore all'originale giapponese) un cavaliere terrificante e diabolico, dal modo di porsi inquietante ed oscuro, Cancer e la sua dimensione infernale, davvero da brividi, Leo, Virgo e ovviamente lo scontro finale contro Arles. Le miniserie dopo le 12 case, Asgard e Nettuno sono altrettanto belle ed affascinanti, senza raggiungere i toni epici dei cavalieri d'oro però.
Dal punto di vista tecnico siamo su livelli discreti prima delle 12 case, ed eccelsi (all'epoca le serie oltre i 100 episodi mantenevano la cura grafica e la elevavano) durante e dopo, con svariati aumenti di dettagli di ogni genere, ottime animazioni ed effetti vari. Il character design è ottimo ed è migliore anche della nuova serie Omega. Il sonoro è eccelso in tutto, dalle musiche allo splendido doppiaggio italiano, che è di altissima qualità.
Consiglio quest'anime capolavoro leggendario a tutti, perché è una pietra miliare di qualità dell'animazione giapponese.


 7
Kyoma Hooin

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Sapevo che questo momento sarebbe giunto, stavo solo cercando di rimandarlo.
Perché? Forse per l'emozione troppo forte di recensire l'anime che ha sconvolto la mia infanzia e che diverrà un cult stampato a fuoco nella mia mente per gli anni a venire.
Forse perché l'attesa stessa è fonte di piacere o forse per il timore di portare a compimento un momento così idilliaco quale la mia personale pubblica consacrazione di "Saint Seya". Oppure per paura di cadere nel tranello che io stesso mi sto preparando: la spirale della proclamazione in pompa magna degli anime del passato, di quelli che "oggi non ne fanno più così", gemme splendenti perdute nel tempo, dimenticate e disprezzate da alcuni, ma per sempre nel tuo cuore.
Ciononostante, ora proverò a ridare una spolverata agli angoli della mia memoria, in condizioni non troppo disagiate per via delle diverse visioni che si sono avvicendate con piacere nel corso dei miei anni.

"Saint Seya" narra di un gruppo di ragazzi, Pegasus, Cristal, Andromeda, Phoenix e Sirio (che nonostante il character design avrebbero la pretesa di essere adolescenti), fedeli alla dea Atena, la quale ha scelto di reincarnarsi in quest'epoca in lady Isabel, nipote di un ricco filantropo. Costui raccoglie bambini orfani e disagiati, che presumibilmente sono predestinati a diventare cavalieri, e li alleva in una sorta di istituto di cui è il fondatore e proprietario, fino a che ciascuno viene mandato per sorteggio da un differente maestro a competere per un'armatura. Inoltre progetta un torneo tra cavalieri, il vincitore avrà in premio l'armatura d'oro di Sagitter.
E' proprio con il torneo galattico che si apre l'anime, che si può dividere in tre serie, quella del grande tempio, di Asgard e di Nettuno. La prima può essere poi ulteriormente divisa in tre sottoserie, il torneo galattico (o guerra galattica), i cavalieri d'argento, le dodici case dei cavalieri d'oro.

La storia di base è abbastanza semplice, nulla di complesso all'inizio, con un antagonista ben definito, un obiettivo chiaro e uno svolgimento dei fatti abbastanza prevedibile (mi riferisco alla guerra galattica). Dopodiché si susseguiranno, nella seconda sotto-serie, attacchi di diversi cavalieri nemici che ci faranno conoscere numerose sotto-trame e il passato dei protagonisti, caratterizzandoli per bene, mettendone in luce le paure e le difficoltà che hanno dovuto superare per diventare cavalieri; ma è anche un susseguirsi di differenti costellazioni e armature, la cui molteplicità è un caso unico nella storia degli anime. Nella terza sotto-serie un evento imprevisto coglie di sorpresa i cavalieri, e insieme a loro lo spettatore, per dare il via alla corsa alle stanze di Arles, il sommo sacerdote, attraversando le dodici case dei cavalieri d'oro.
Questa terza parte è senza dubbio il punto forte dell'anime; potrei dire, con basso margine d'errore, che è stata il colpo finale perché la sua popolarità sia assurta alle stelle.

Il passato di alcuni personaggi viene ulteriormente arricchito attraverso l'incontro con i cavalieri d'oro, mentre questi ultimi, anziché apparire come i loro colleghi d'argento, meri nemici alla stregua di sicari di cui poco è noto se non la loro assenza di scrupoli, vengono caratterizzati al punto di diventare essi stessi personaggi centrali. Non sono semplici antagonisti, i cosiddetti cattivi da sconfiggere, per usare un'espressione molto televisiva. Sono esseri umani, una varietà di caratteri dal passato poco noto (tranne qualche excursus non ve ne è necessità) che rivestono la più importante posizione al servizio d'Atena, secondi solo al grande sacerdote, a cui devono gerarchicamente obbedienza, essendo egli l'unico mediatore con la dea.
Il potere, si sa, logora, e non tutti hanno mantenuto le qualità e le virtù che si dovrebbero preservare occupando una posizione tanto delicata. Alcuni hanno addirittura perso la devozione verso la dea. Altri invece sono rimasti campioni di virtù e il dubbio si insinuerà presto nelle loro menti circa la vera intenzione dei cinque cavalieri, in netto disaccordo con la propaganda fomentata dal corrotto Arles. La lotta, la determinazione, l'altruismo e il coraggio sono più eloquenti delle parole, e spesso fanno risplendere la verità di fronte anche al più cieco dei cavalieri d'oro. Alcuni deporranno l'ascia di guerra , altri sceglieranno di perseguire il loro dovere pur consapevoli di poter essere nel torto, scegliendo un comportamento etico piuttosto che uno morale.
Come vedete le situazioni che si vengono a generare sono molteplici, e non c'è una formula ridondante portata agli estremi, cara a tanti anime, direi soprattutto negli anni '90.

"Saint Seya" è un anime pieno di valori e virtù, vengono consacrati l'amicizia, il coraggio, lo spirito di sacrifico, il senso di giustiza, la volontà di una pace universale, il tutto accompagnato a quel cammino di ricerca e di miglioramento personale che porterà a trovare e coltivare la forza all'interno di se stessi, a bruciare il proprio cosmo legato alla costellazione di appartenza affinché irrompa in tutta la sua infinita potenza, tramite l'acquisizione del settimo senso, che trascende tutti gli altri.
Solo padroneggiando tale senso si diverrà cavalieri d'oro e campioni di virtù, difensori della dea Atena, dea della pace e della giustizia. Se si pensa che il tutto è plasmato con una storia che poteva cascare nel banale, ma non l'ha fatto, regalandoci dei risvolti di trama succulenti e inaspettati, per poi tenerci con il fiato sospeso negli ultimi episodi delle dodici case, dove il ritmo incalza, non si può che lodare il lavoro di sceneggiatura svolto.

La resa tecnica del disegno per certi aspetti è altalenante, i primi venticinque-trenta episodi dimostrano un tratto un po' acerbo, in alcuni fotogrammi sgradevole, poi migliora senza ombra di dubbio, ma ecco che quando si arriva ai cavalieri d'oro talvolta scema in qualità, talvolta raggiunge l'apoteosi di tutto l'anime. Sul charcter design (Shingo Araki) nulla da eccepire, tranne per la famosa questione dell'età (Phoenix sembra avere 40 anni), ma è una caratteristica comune a molti altri anime e non me la sentirei di prenderla come tratto negativo, sarebbe una colpo scorretto.
La colonna sonora (Seiji Yokoyama) invece è molto, molto attinente al genere, ricreando bene le diverse atmosfore come in una sorta di racconto orchestrato, alternando tensione e grandi climax (il cosmo che brucia per il colpo decisivo ad esempio) a momenti di pace in cui si riversano canti e note toccanti, senza negarsi al contempo brani più unici che insoliti, come "Galaxian Wars" e il suo giro trainante di basso.
Particolare nota di merito va alla sigla di apertura originale e a quelle nostrane degli Odeon Boys.

Ciò che invece potrebbe risultare tedioso è il ritmo dell'intero anime.
La struttura tipica dei combattimenti o dei duelli che dir si voglia non strizza di certo l'occhiolino a un'azione al cardiopalma, tant'è che "Saint Seya" non è un anime d'azione in senso stretto. La maggior parte del tempo durante uno scontro viene impiegata in uno scambio di battute con il nemico; a volte il tutto è corroborato da uno o più flashback e le parti d'azione si inseriscono tra diverse sentenze in un'atmosfera che ha qualcosa di teatrale. Il tempo si dilata prima, durante e/o dopo l'esecuzione dei colpi e questi ultimi sono molto coreografici e sistematici, nulla hanno a che vedere con scariche di tecniche marziali stile "Dragon Ball" o "Naruto", per citare un anime più recente e largamente conosciuto.

Tornando alla teatralità che si respira, è doveroso entrare nell'argomento doppiaggio, che senza dubbio contribuisce ad arricchire l'epicità e talora la tragicità dell'anime attraverso un gergo aulico (o lo si ama o lo si odia), effetto non ricercato in madrepatria. I doppiatori dell'epoca hanno fatto la storia de "I Cavalieri dello Zodiaco", questo è indubbio, e molti di loro avranno una fiorente carriera che prosegue tutt'oggi. Colgo l'occasione per ricordare il compianto Enrico Carabelli, insostituibile doppiatore del Maestro dei Cinque Picchi, nonché del cavaliere di Scorpio e di Mime nella serie di Asgard.
Il vero neo invece è l'adattamento, che spesso produce dei risultati piuttosto infelici e genera confusione nello spettatore. Senza contare la scelta di assegnare ai ragazzi i nomi delle costellazioni di appartenenza, a eccezione di Cristal il Cigno e di Sirio il Dragone, mentre nell'originale tutti hanno un nome proprio com'è naturale che sia. Insomma, un adattamento libero, forse troppo, a volte deviante, in ogni caso queste sono considerazioni che è possibile naturalmente fare solo in Italia.

Per tutto il resto l'anime si presenta come una novità per il suo tempo, pur mantenendo qualche cliché caro al pubblico. Non ci sono filler, ma soffre di ridondanza per il prolungamento nella serie di Asgard e di Nettuno, di cui ho fatto solo dei cenni, perché non aggiungono nulla al prodotto, anzi sottraggono, reiterando lo stesso discorso in una pericolosa spirale di meccanismi e situazioni-replica, minando l'originalità e la freschezza dell'opera verso una deriva pericolosa sfiorata per poco, invece centrata in pieno anni dopo con la nuova serie di Hades. Fortunatamente non dura per molto e dopo i quindici stancanti episodi della saga di Nettuno, allettati solo per lo più da qualche interessante retroscena come quello di Dragone del Mare, possiamo tirare un sospiro di sollievo per la pazienza messa a dura prova - ovviamente gli ultrà dell' anime non ne risentiranno -, per ritrovarci in mano con un pugno di mosche: un finale aperto e leggermente inconcludente.

Ma "Saint Seya" è un cult, e come tale ha pregi e difetti, fan fedelissimi e detrattori incontentabili, curiosi e miscredenti, una massa di spettatori varia e vasta quanto il cosmo, ed è proprio questa diversità a far sì che rimanga sempiterno, lassù, nel paradiso degli anime.


 6
God87

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Parlare di 'Saint Seiya' significa aprire un discorso su uno di quegli storici 2/3 manga action capaci, in virtù di grandi meriti, di innovare in modo epocale la struttura narrativa degli shounen, fissandone quegli stilemi che verranno interiorizzati e utilizzati, come fossero la Bibbia, da tutte le successive generazioni di mangaka.
La trama, semplice e d'effetto, è ideata dal mangaka Masami Kurumada dopo avere visionato gli schizzi di Shingo Araki per un mai realizzato sequel di 'Goldrake' di coproduzione italo-francese. Il mondo degli umani è da sempre protetto dalla dea Atena, la cui potenza militare si basa sulle armate di Saint, sacri guerrieri che la difendono. Saint ossia giovani ragazzi legati ciascuno a una determinata costellazione, artefice dei loro potenti colpi e della resistente armatura che ne protegge il corpo. Nel corso del lungo manga i cinque Saint protagonisti dovranno perciò proteggere la loro dea, reincarnatasi nella bella Saori, dagli attacchi di altri guerrieri alle dipendenze di altre divinità dell'Olimpo intenzionate a eliminarla, spesso per instaurare sulla Terra un loro regno.

Insieme a 'Dragon Ball' e, in misura minore, 'Ken il guerriero", il grande punto di forza del fumetto è il suo ritmo serratissimo: se la storia è di una semplicità narrativa disarmante e, nonostante questo, si permette anche incongruenze a go go e disegni alquanto modesti (prospettiva, profondità e proporzioni perennemente da rivedere), il carisma dei numerosi personaggi, il background mitologico e sopratutto la frenesia con cui, terminato ogni combattimento, si arriva istantaneamente a un altro, rendono la lettura sempre avvincente e gratificante. E 'Saint Seiya' diventa così, quasi fin da subito, una delle grandi hit Shueisha degli anni 80: inevitabile una trasposizione animata, che nell'arco di quattro anni arriverà a contare ben 114 episodi. Una trasposizione che, dovessimo pensare a molti precedenti di Toei Animation, andrebbe preventivamente tacciata di ennesima sciocchezzuola a budget medio-basso zeppa di filler, ma che, per qualche strana ragione, ha potuto godere di una cura di tutto rispetto assurgendo a una delle serie animate più memorabili e famose di quegli anni. Chiave di quello che sarà un successone mondiale, a livelli tali da ripercuotersi in un merchandising a tutt'oggi mostruoso (secondo, nella casa di produzione Bandai, solo a quello di 'Gundam'), la sua cura estrema in disegni, musiche e animazioni.

'Saint Seiya' rappresenta il lavoro della carriera di Shingo Araki, il cui elegante, riconoscibile tratto ha già stregato generazioni di spettatori con 'Cutey Honey', 'Ufo Robot Goldrake' e 'Lady Oscar'. È nel richiamo ai disegni di Kurumada che trova il giusto riconoscimento per la sua arte, divenendo un modello di riferimento nel mondo del chara design con i suoi ragazzi dai look accattivanti con foltissime e colorate chiome e visi dolci ed effeminati. Lavoro capace di annichilire sotto ogni punto di vista il mediocre tratto del fumetto. L'eccezionale cura visiva va riservata anche ai fondali, suggestivi e magniloquenti; alle animazioni di grandissimo livello (considerando si tratta di una delle serie tv-fiume Toei); alla colonna sonora. Su quest'ultima va aperta una parentesi, visto che il lavoro di Seiji Yokoyama rischia seriamente di essere annoverato tra i più grandi di sempre: l'orchestrale score, comprensivo di trombe e flauti, viaggia sui livelli eccelsi, con le sue riuscitissime contaminazioni di sonorità ancestrali ed 'ellenicheggianti' con influenze rock, regalando lunghe suite da brividi che danno per davvero l'impressione di rivivere una nuova Età dell'oro. Vero spettacolo per occhi e orecchie, la versione animata di 'Saint Seiya' può vantare un comparto tecnico e sonoro indimenticabile in qualsiasi epoca li si voglia inquadrare.

A livello di trama segue fedelmente il fumetto, quindi tutti gli ingredienti del successo sono presenti e aggiornati, contemplando un aumento del tasso splatter (anche se diminuisce al contempo quello gore) e sopratutto un rinnovato armor design: questo porta a scontri ancora più epici e coreografati, con Saint che si distruggono indossando armature sempre più intriganti dall'alto fattore coolness. Ulteriore motivo del mito si riconduce a buona parte dei personaggi, che siano i protagonisti o semplici avversari: questi ultimi, per quanto adibiti a classica "carne da macello" o "boss di fine livello", combattono sempre dietro a credibili motivazioni, e la trama, per certi versi banale e ripetitiva, può così usufruire di un buon disegno psicologico generale che non viene mai meno e che talvolta raggiunge vette di eccellenza - gli indimenticabili, dodici Gold Saint che diverranno protagonisti a tutti gli effetti di buona parte degli spin-off successivi.
Il massimo pregio e difetto di questa versione animata è però la sua natura di trasposizione di manga ancora in corso. Questo si traduce, inevitabilmente, nei classici filler inventati per allungare il brodo in modo che l'autore si porti avanti con la storia principale. Compromesso accettabile? Difficile dirlo visti i risultati.

Dovessimo soppesarli, dovremo innanzitutto partire da quelli negativi: l'opera di "filleraggio", a briglie sciolte e senza attenzione verso la coerenza, ahi noi, già dubbia, del fumetto, genera ulteriori assurdità e di livello più grave. È il caso di personaggi che sono praticamente immortali anche senza indossare l'armatura; di altri che, pur indossandola, sono sconfitti da semplici esseri umani; di altri sacri guerrieri inventati di sana pianta e la cui costellazione non esiste: trashosissimi i purtroppo noti Steel Saint. Ma sopratutto, accanto a queste ingenuità, non mancano aggiunte di un certo peso che generano assurdità inspiegabili: Shaina innamorata di Seiya fin dall'infanzia? Le catene della cloth di Andromeda ingannate da illusioni? È avvenuto proprio in quel modo lo scontro tra Aiolos e Shura? La nota diatriba su chi sia il vero maestro di Hyoga etc. Per la gran quantità di combattimenti le incongruenze inventate da Toei risultano forse impercettibili da chi si visiona la serie autonomamente (permettono di dimenticarsele per strada), ma chi ben conosce il manga capirà chiaramente come l'anime, per quanto ben superiore esteticamente, è rovinato da notevoli pacchianate narrative che non c'erano nell'originale.

D'altra parte, però, grazie alle licenze narrative abbiamo anche la saga di Asgard. Assente nel fumetto, quest'arco narrativo di 26 episodi, ispirato al secondo film cinematografico fuori-continuity - 'L'ardente scontro degli dei', a sua volta influenzato dall'episodio speciale del manga 'The Cygnus Story' - e inventato affinché il mangaka si portasse avanti con il successivo arco narrativo di Poseidone, tratta di una spettacolare avventura a tema nordico con fantastiche musiche e suggestive ambientazioni glaciali. Asgard, regno di Odino, diviene l'arena dove gli eroici Saint devono liberare Hilda, regina delle terre polari, dal malvagio influsso dell'Anello del Nibelungo che l'ha soggiogata. Occasione per farli combattere contro i combattenti della sovrana, i sette God Saint, così ben caratterizzati da superare in profondità molti dei personaggi dell'intero manga: la solitudine di Fenrir, l'amore impossibile di Hagen per la bella Flare, l'odio di Mime per il padre, la lealtà di Siegfried e Thor verso la loro regina... Ogni guerriero del nord ha una triste storia alle spalle che ne determina l'inclinazione malvagia e, perdendo inevitabilmente la vita contro i protagonisti, avranno modo di riscattare il loro passato in momenti di discreta commozione. Dopo la precedente saga del Santuario, quella di Asgard è sicuramente la migliore, tanto da farne rimpiangere notevolmente l'assenza nel fumetto.

Purtroppo, con il successivo arco narrativo di Poseidone, lo staff Toei raggiunge, all'epoca, proprio il punto in cui è arrivato l'autore con il manga: a quel punto lo studio animato o si inventava una seconda saga filler come Asgard, per attendere che Kurumada si portasse avanti con la conclusiva serie di Hades, o si chiudeva tutto. Visto il flop di share di Asgard, è stata scelta la seconda. Saltando così l'arco di Hades, Toei lascia aperti diversi dubbi che rimangono senza risposta: Marin è o non è la sorella di Seiya? Perché i Gold Saint non sono intervenuti contro il dio dei mari? Unico merito di quest'assurdo finale sta nel fatto che almeno gli spettatori non potranno accorgersi dell'ennesima cialtronata narrativa inventata dagli sceneggiatori Toei, che sarebbe stata ridicolamente sputtanata nella successiva saga. Mi riferisco allo scontro, presente come flashback nella saga di Asgard, tra il maestro di Shiryu e il padre di Alberich. Una battaglia che è impossibile sia mai avvenuta.

Ingenuità a parte che comunque non scalfiscono minimamente il carisma 'Saint Seiya', più che degno del suo status di visione cult. Non è sicuramente perfetto e diverse trovate narrative lo rendono estremamente incoerente, ma un aspetto grafico/visivo sontuoso, unito a una storia genuinamente avvincente e a molti personaggi carismatici, bastano e avanzano per una votazione sicuramente alta. Fortunatamente, tredici anni dopo la conclusione dell'anime, un grande clima di revival porterà alla nascita non solo di diversi nuovi manga, di cui solo uno, però, in vera continuity, ma anche, finalmente, alla trasposizione animata dell'arco narrativo finale. Se cercate una gran bella bella serie action, tecnicamente stupenda e con sigle d'apertura (jap ovviamente!) rock entrate nell'immaginario collettivo, sapete cosa guardare.

Nota: inevitabilmente aprire una parentesi sul doppiaggio e adattamento italiano operati a 'Saint Seiya' negli anni 80 da Enrico Carabelli. Santificati da centinaia (migliaia?) di fan italiani per il tono aulico e l'intensità di recitazione, sono però spesso inventati di sana pianta, snaturando notevolmente diversi concetti espressi dai dialoghi originali. Un registro linguistico epico e cavalleresco sicuramente affascinante e carismatico, impossibile negarlo, ma quanto di più distante dai dialoghi schietti, giovanilistici e da puro "picchiaduro" quali sono quelli originali. Si potrà dire quanto si vuole che lo "migliorano", ma questo, almeno in teoria, dovrebbe esulare dai compiti di un traduttore. Scontati anche il cambio totale di nomi di colpi, luoghi e personaggi (con effetti spesso ilari, tipo i protagonisti il cui nome di battesimo è lo stesso della propria costellazione), e le voci dei doppiatori italiani riciclate all'infinito su mille e più saint. Infine, per non dimenticarlo mai, giusto ricordare che quasi tutti i personaggi hanno 13/14 anni, e le voci italiane sono da persone adulte. Per questo, l'unico modo per apprezzare il vero Saint Seiya rimane l'acquisto dei DVD Yamato Video, con audio jap e sottotitoli fedeli, con buona pace di Seiya (anzi, Pegasus) che cita Ugo Foscolo prima di gettarsi da un dirupo.


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Algedì

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
'Saint Seiya' è la famosissima serie che ha accompagnato l'infanzia di moltissimi di noi, rivelandosi, in Italia sotto il nome di "I Cavalieri dello Zodiaco", uno degli anime pilastri dello shounen.
Esaminiamo con un po' di attenzione quello che è oggi considerabile un cult. Prima di tutto la trama, che, a essere sincera, mi lascia sempre un tantino perplessa: essa procede a blocchi più o meno ripetitivi e ripresenta spesso circostanze che ai giorni nostri possono essere considerate così già viste e banali da sconcertare, ma che, a onor del vero, negli anni Ottanta rappresentarono un'innegabile novità nel panorama degli anime dell'epoca. Molto semplicisticamente, le varie saghe che compongono l'opera possono essere così scomposte: appello di quella che scopriamo quasi subito essere Atena, i cavalieri di bronzo - ovvero i protagonisti: Seiya di Pegasus, Hyoga di Cygnus, Shun di Andromeda, Shiryu di Dragon e Ikki di Phoenix - sfidano il nemico di turno venendo clamorosamente sconfitti o comunque messi in serissima difficoltà, illogicamente Seiya risolve la situazione con metodi che fino a poco prima erano risultati del tutto inefficaci - e vorrei sottolineare "illogicamente" e "con metodi fino a poco prima inefficaci". Questo schema vale per grandissima parte degli eventi che vengono raccontati nell'anime (e nel manga) di 'Saint Seiya', con la sola differenza che, raramente ma accade, a Seiya si sostituiscono i suoi colleghi.

Ma entriamo più nello specifico e vediamo quali, di fatto, sono le vicende: in una Grecia quasi fantascientifica in cui permane il culto della dea Atena, un ragazzo di nome Seiya si allena per vincere l'armatura di bronzo di Pegaso ed entrare a far parte di quei guerrieri d'élite sacri e amati dalla dea della saggezza e della sapienza. Una volta ottenuto questo riconoscimento, Seiya diventa ufficialmente un uomo di Atena, a cui sarà sempre profondamente devoto e a cui saranno rivolti tutti i pensieri del giovane Cavaliere, sostenendone e aiutandone l'incarnazione, Saori Kido, nei numerosi attacchi, rapimenti, furti e pericoli che costellano l'orizzonte dell'anime. Al suo fianco, combattono Shun, Hyoga, Shiryu e persino Ikki della Fenice, inizialmente reticente alla collaborazione ma che poi si rivelerà un validissimo compagno. Insieme e con l'immancabile supervisione di Atena, questi cinque guerrieri affronteranno l'ambiguo Gemini nella saga del Santuario (la mia parte preferita e la più consistente quanto a numero di episodi e a tematiche), gli attentatori alla vita della dea nella saga di Asgard, blocco che nel manga non compare, e il terribile Nettuno nella terza fase.

Conosciuto da tutti per essere uno shounen di combattimento e avventura, 'Saint Seiya' sa mescolare abilmente l'ambientazione classica della Grecia antica, con le sue divinità, i suoi culti, i suoi codici morali e le sue credenze, con una realtà tecnologica e moderna, tendente quasi alla fantascienza in alcuni punti; frutto di questa unione ben riuscita è il panorama altamente suggestivo e molto solenne e sentito (a volte, forse, fin troppo) che fa da sfondo alle imprese dei Saint. E' un'opinione puramente personale, ma trovo che una tale ambientazione sia la punta di diamante dell'anime.
Per quanto riguarda i personaggi, non c'è moltissimo da dire. Incarnano tutti degli stereotipi e a parte qualche aspetto - l'amore fraterno per Ikki, l'affetto nei confronti della madre deceduta per Hyoga e via discorrendo - non si può dire che siano stati approfonditi da un punto di vista psicologico. In particolare, il protagonista sa rendersi odioso e affatto credibile in numerose situazioni. Chiaramente alcuni personaggi risultano migliori rispetto ad altri quanto a originalità, ma di base non brillano mai troppo per innovazione.

I disegni e l'animazione, considerati gli anni di produzione di questo'anime, sono di alto livello e non deludono quasi mai, risultando appropriati o comunque dignitosi. Solo, trovo fastidiose le insistenze sul momento in cui un protagonista scaglia un attacco, non ho proprio apprezzato i replay atti solo a sottolineare la 'fighezza', se mi passate il termine, di un guerriero.
La OST non mi ha mai colpita più di tanto: alcune tracce sono carine, altre ispirano pathos e/o solennità, ma non le ritengo nulla di straordinario; soprattutto non riesco a mandar giù i temi di apertura e chiusura dell'anime.
Le scene di combattimento sono, a mio parere, rese molto bene da un punto di vista meramente tecnico e grafico, nel senso che non risultano confusionarie ma sanno essere ugualmente dinamiche e spettacolari. La logica del tutto è molto meno curata, in quanto spesso le battaglie si chiudono con trovate, tecniche o colpi di scena alquanto improbabili. Calco la mano sul fatto che è ripetuto più volte e da svariati personaggi quanto una tecnica perda grande parte della sua efficacia una volta mostrata e che non si dovrebbe mai utilizzare la medesima mossa due volte contro lo stesso avversario, solo per poter poi notare che i nemici vengono quasi tutti sconfitti da Seiya con la banalissima e debolissima arma che in italiano porta il nome di 'Fulmine di Pegasus'. Sono queste incoerenze ad abbassare il livello di un anime che, altrimenti, sarebbe almeno da otto.

Infine, ci tengo moltissimo a menzionare la spropositata quantità di fanservice riscontrabile in 'Saint Seiya': confesso spudoratamente che io l'ho apprezzata oltremodo, ma capisco anche che ad alcuni tutto questo potenziale yaoi possa dare fastidio.
In sintesi ritengo che 'Saint Seiya' sia un anime cult che ha contribuito a impostare le basi del genere sounen, e che come tale sia da vedere. Certo, stando ai gusti attuali è un anime che potrebbe risultare noioso, pesante e/o eccessivamente solenne, ma è sicuramente un prodotto di alto livello che merita il plauso che ha ricevuto in questi decenni e che riceve tuttora.


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Japanpersefone

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Era il 1990 quando la serie televisiva "Saint Seiya", meglio conosciuta come "I cavalieri dello zodiaco", approdò per la prima volta in Italia. Questa serie è composta di 114 episodi che ruotano essenzialmente intorno a un gruppo di cinque ragazzi, e a una giovane fanciulla, Lady Isabel, che altri non è che la reincarnazione della dea Atena.
L'anime può essere suddiviso in tre serie:
- la prima serie che può essere classificata a sua volta in tre sotto-serie comprende la battaglia galattica, i cavalieri d'argento e i cavalieri d'oro con le 12 case;
- la seconda serie racconta le vicende che si svolgono nelle terre fredde di Asgard;
- la terza serie è ambientata nel mondo degli abissi dove si sfidano i cavalieri di Atena e il temibile dio Nettuno e i suoi cavalieri.

Personalmente trovo la storia assolutamente geniale anche se a lungo andare forse un pochino ripetitiva. Mi piace come s'intrecciano armoniosamente la modernità e la mitologia, ma credetemi quando dico che quest'anime non è solo un susseguirsi di scene d'azione e di combattimenti.
Ogni personaggio è ben caratterizzato. Sono cavalieri, certo, dunque coraggiosi, valorosi e pronti a lottare fino allo strenuo delle loro forze ma sopratutto esseri umani. Importante è infatti il valore dato all'amicizia e all'incrollabile fiducia nella giustizia.
Belle a mio avviso sono le sigle, sia quelle in lingua giapponese sia quelle in lingua italiana. Da non perdere è sicuramente la prima serie, quella che va dalla battaglia galattica fino alla fine dell'arco dei cavalieri d'oro e delle 12 case.


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gioacca

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
"I Cavalieri dello Zodiaco" è il primo anime che ho seguito puntata per puntata. Per me l'unica nota dolente è la ripetitività della storia, che si può dividere in tre serie a sé. Vedendola in quest'ottica, si possono distinguere tre diversi archi. La parte migliore(a mio parere), è quella che si conclude al santuario in Grecia. Oltre alla genialità nell'usare la mitologia greca e quella occidentale in generale, si possono caratterizzare alla perfezione i personaggi, non solo i cinque saint protagonisti, ma anche molti cavalieri d'argento e quasi tutti quelli d'oro - per gli altri bisognerà attendere la saga di Ade. Punto di forza della serie è la centralità del valore dell'amicizia tra i cavalieri di bronzo. "I Cavalieri dello Zodiaco" è il primo anime (che io ricordi) di combattimento che mette a nudo l'uomo per quello che è, ossia non solo un picchia-tutto dal cuore di pietra, ma un essere dall'animo gentile, spesso con il cuore infranto, e numerose sono le lacrime versate dai cavalieri.


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Thomas Mordechai

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Saint Seiya, qui da noi noto con il nome, poetico quanto improprio, I Cavalieri dello Zodiaco, è uno degli anime che hanno accompagnato la mia infanzia, uno dei primi prodotti animati del Sol Levante con cui sia venuto a contatto. Nel contempo, è uno degli shounen di maggior successo di sempre, nato nello stesso periodo in cui impazzavano DragonBall e capace, ancora a distanza di 25 anni, di avere una nutrita schiera di sostenitori e fans.

La trama, i personaggi, le situazioni, gli stereotipi sono quelli tipici di ogni shounen; persino i temi trattati, la difesa della giustizia e della pace, l'amicizia, il lavoro di squadra, l'etica del samurai, l'energia interiore che permette di realizzare mirabolanti tecniche, non sono nulla di nuovo sotto il sole. L'originalità di quest'anime, però, sta nel fatto di avere attinto al panorama mitologico occidentale invece che a quello orientale: se infatti DragonBall si ispirava (piuttosto blandamente, è vero) al romanzo cinese Viaggio in Occidente e infarciva il tutto con elementi tratti dalla mitologia giapponese, qui l'occhio è puntato sull'antichità classica, sulle costellazioni occidentali, sulle divinità greche.

L'anime si può dividere in tre grossi archi narrativi: Santuario, Asgard e Nettuno. La prima saga occupa 73 episodi, ben più della metà dei 114 episodi complessivi, mentre l'ultima è ridotta a soli 15 episodi, tra l'altro banali e ripetitivi, con personaggi privi di spessore e situazioni già viste e riviste; in mezzo si collocano gli episodi filler della lotta contro i cavalieri di Asgard, non presenti nel manga, creati per dare il tempo a Kurumada di terminare la versione cartacea. Purtroppo l'anime si interrompe bruscamente qui, anche se il manga proseguiva con la saga di Hades, per la cui trasposizione animata si è dovuti attendere 13 anni, dopo le proteste dei fan.

Lo schema narrativo dei tre blocchi è sempre lo stesso: Saori, ossia la reincarnazione di Atena, è in pericolo di vita; Seiya sconfigge il primo e l'ultimo nemico lasciando il resto ai compagni - e spesso e volentieri fra questi due scontri è intento a risalire burroni o strisciare lungo le scale -, Shiryu perde la vista e la riacquista dopo una sofferta battaglia, oppure gli appare la visione di Shura che lo esorta a usare Excalibur; Hyoga incontra qualche parente/amico/maestro che per sua sfortuna morirà sotto i suoi stessi colpi; Shun potrebbe spazzare via facilmente i nemici con la sua Nebulosa di Andromeda ma odia la violenza e si lascia 'mazzolare' ben bene fino all'arrivo del fratello Ikki, che è troppo orgoglioso per combattere al fianco degli altri bronzini ma non rinuncia alle sue entrate spettacolari nel momento del bisogno.

Poiché la maggior parte dell'anime è occupato da combattimenti all'ultimo sangue, lo spazio per tratteggiare la psicologia dei personaggi è poco. I cinque Cavalieri di Bronzo protagonisti subiscono una leggerissima evoluzione psicologica, rinunciando all'arroganza e alla sete di gloria dei primi episodi della Guerra Galattica per farsi paladini della giustizia e difensori della dea Atena.
I Cavalieri d'Oro sono personaggi carismatici, ognuno con un proprio carattere: dal saggio Mur al disonesto Deathmask, dal sempliciotto Aldebaran all'incorruttibile Shura, dal severo maestro Camus all'esteta narcisista Aphrodite, dall'imperturbabile Shaka fino al gran sacerdote Saga, cavaliere di Gemini, dotato di due personalità, l'una buona e gentile, l'altra sadica e spietata. I personaggi che compaiono nell'anime e non nel manga sono ridotti al ruolo di pure comparse, come i Cavalieri d'Acciaio che sembravano destinati a un ruolo di primo piano e invece finiscono nel dimenticatoio dopo tre episodi; l'unica eccezione è costituita dai Cavalieri di Asgard, anche loro ben tratteggiati psicologicamente, grazie soprattutto all'uso di flashback per ognuno di loro.

Veniamo ora a uno dei punti più controversi, il doppiaggio italiano: la maggior parte dei nomi sono alterati, facendo coincidere solitamente quello del personaggio con la costellazione (e così si creano divertenti paradossi, come Andromeda destinato ad andare sull'isola della Regina Nera per avere l'armatura di Phoenix, e Phoenix destinato invece all'isola di Andromeda). I dialoghi sono spesso modificati nel loro senso, tutti i riferimenti al Giappone sono eliminati (Tokyo diventa Nuova Luxor, i nomi giapponesi di Saori e Takumaru Tatsumi diventano i più anglofoni Lady Isabel e Mylock), si fa addirittura ampio ricorso al linguaggio poetico nostrano, e così abbiamo Pegasus che declama Foscolo, orazioni degne di Manzoni, l'uso di termini desueti come vestigia per indicare le armature. Se ciò da un lato ha fatto - e fa ancora - infuriare i puristi, dall'altro lato ha conferito a quest'anime un fascino proprio, distinguendolo da tutte le altre produzioni dell'epoca proprio per questa scelta di doppiaggio così inusuale. Ma, se ci pensiamo bene, nella nostra tradizione culturale il concetto di cavaliere è sempre accostato all'epica, da qui l'uso di un linguaggio alto e sublimato benché si trattasse di una produzione rivolta soprattutto a un pubblico di ragazzini.

Saint Seiya è ormai divenuto un cult dell'animazione giapponese, sicuramente consigliato a tutti gli appassionati di shonen, mentre chi cerca roba più "cervellotica" potrebbe rimanere deluso dalla piattezza di molti personaggi, dalla ripetitività della trama e da tutte le convenzioni da shounen che qui vi sono.


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Zenzero

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Nonostante abbia visto la versione in italiano, doppiata e soprattutto censurata, non me la sono sentita di dare un bel 6 pieno a "i Cavalieri Dello Zodiaco", perché la storia, i combattimenti, i personaggi, le armature e tutto il resto secondo me sono talmente belli e coinvolgenti che il resto passa in secondo piano.

Parto con le armature, le trovo bellissime: quando ero bambino mi veniva la bava alla bocca alla sola vista, tantissimi pezzi che si potevano combinare sulla persona oppure rimodellare formando la sagoma dell'animale o della figura dello zodiaco corrispondente.
I vari intrecci tra i personaggi sono dei più banali, così come le mosse di attacco - anche se ritengo i combattimenti belli e appassionanti - e il fatto che il nemico più forte debba sempre spettare a Pegasus. Ma quando si hanno 10/15 anni non ci si fa molto caso, solo rivedendolo ora si notano queste banalità.

I disegni sono di vecchia scuola, se è possibili definirli in questa maniera, così come l'animazione, ma questo a mio avviso è un punto di forza. Le serie successive non sono propriamente all'altezza e sinceramente non mi sono piaciute quasi per nulla, ma basta semplicemente ignorarle per non perdere la magia che ci regala questa.
Se vi viene voglia, dopo aver visto l'anime ed esservene appassionati, di comprare i fumetti, desistete, davvero, i disegni sono improponibili.

TWINKLE

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Creata nel 1985 da Masami Kurumada, la serie di 'Saint Seiya' vanta ancora oggi un grande numero di appassionati, un fascino, quello dei Cavalieri di Athena, mai tramontato.
Evitando di nominare tutti i prequel/spin-off/sequel nati negli ultimi anni, la serie classica si può considerare ancora "valida"?
L'anime fu trasmesso in Italia per la prima volta nel 1990 dal canale Odeon, fu subito grande successo e poco dopo il gruppo Fininvest ne acquistò i diritti e JTV, che spopolava in quel periodo, trasmise l'anime ma solo fino alla saga del Santuario.

Dopo i primi episodi di "insegui i pezzi Lego dell'armatura d'oro", varie rivelazioni e presentazioni, la storia entra nel vivo con la battaglia interna tra Saint nel Grande Tempio: la scalata alle 12 case è la parte che più è rimasta nell'immaginario collettivo. Come carisma e caratterizzazione i Cavalieri d'oro sono ancora oggi insuperati, Kurumada in seguito non è più riuscito a creare avversari di tale fascino. La missione dei Cavalieri di bronzo è quella di sconfiggerli tutti e arrivare nella sala del grande Sacerdote per salvare la Dea Athena da morte certa; impossibile. Eppure ci riescono, tra sacrifici (i personaggi tendono ad andare e tornare dall'altro mondo come nulla fosse) e battaglie sanguinarie. Il sacrificio estremo e la voglia di non mollare mai sembra essere il significato di tutta la serie, ma nella scalata alle 12 case i personaggi principali, e non solo quelli, raggiungono un livello di "emotività" difficilmente rintracciabile in altri anime del periodo. Bene.

Passando oltre, se in <i>Dragon Ball</i> o <i>Naruto</i> si creano episodi "filler" per allungare ulteriormente il brodo, qui si sono inventati un'intera saga. La battaglia di Asgard è tuttavia un piacevole diversivo, ispirato lontanamente alla mitologia nordica con le sue atmosfere wagneriane, contiene in 26 episodi momenti di fascino, e soprattutto personaggi di grande carisma - come Mime.
Abbiamo 15 episodi appena invece per la prima battaglia di Pegasus e soci contro un vero Dio. La saga di Poseidon, o Nettuno che dir si voglia, è invece noiosa come poche, i sei generali dei mari come nemici sono persino inferiori, in carisma, a quelli di Asgard. La storia raggiunge un minimo indispensabile di pathos solo sul finale, quando si scopre il vero artefice della rinascita di Poseidone e si assiste alla vestizione delle armature d'oro di Seiya e compagni.
L'anime si interrompe per cause ignote (per alcuni il basso audience) per 12 anni, lasciando così in sospeso numerosi interrogativi, come l'identità della sorella di Seiya, fino al 2002, quando gli autori decidono finalmente di produrre 'Hades'.

Tecnicamente la serie si colloca ben al di sopra di tutte le produzioni Toei di quel periodo e lo sarà anche negli anni successivi, con animazioni di ottima qualità, e se escludiamo alcuni terribili episodi filler nella prima trentina di episodi (i cavalieri di acciaio!?) in seguito la storia ritorna sui binari giusti.
Il doppiaggio italiano, a cura di Enrico Carabelli, è ancora oggi argomento di discussione, dove, a differenza di quello originale, sentiremo questi ragazzini di 15 anni parlare in modo poetico e citare inutilmente Dante ("Vuolsi colsì colà dove si puote ciò che si vuole"), una ciofeca. Per carità, bravissimi tutti i doppiatori dell'epoca, a partire dall'indimenticabile Ivo De Palma, ma è proprio l'adattamento a essere un disastro totale, con un'infinità di errori e incongruenze nei dialoghi, oltre al fatto che i protagonisti nascono già con il nome della loro costellazione, ma che coincidenza! L'anime è da vedere assolutamente in originale quindi, così come dovrebbe davvero essere.

A 25 anni suonati quella dei Cavalieri risulta agli occhi della nuova generazione una storia idiota, dato che alla fine si basa sempre sul principio vecchio come il mondo del "salva la principessa in pericolo" per 100 episodi e questo è forse il suo limite. I vecchi fan, pur conoscendone ormai tutti i suoi difetti, rimarranno sempre fedeli a questa serie che tanto hanno amato da piccoli, ma gli altri, con le solite eccezioni, finiranno per ignorarla o non apprezzarla appieno. La versione animata ha inoltre dalla sua la monumentale colonna sonora di Seiji Yokoyama e l'eccezionale character design di Shingo Araki (Lady Oscar), ma Masami Kurumada non è riuscito nell'intento di creare una storia immortale e adatta a tutte le epoche.


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deathmetalsoul

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
L'anime Saint Seiya, tratto dall'omonimo manga di Masami Kurumada e sviluppato dalla Toei Animation, compare per la prima volta sulle reti nazionali giapponesi nell'ottobre del 1986 e comprende 114 episodi. Narra delle vicende di alcuni cavalieri pronti a tutto per salvaguardare la pace e la giustizia, sotto la guida di Lady Isabel, che non è altro che la reincarnazione della dea Atena.
La storia, dalla trama abbastanza semplice, comprende tre saghe fondamentali: quella del Grande Tempio, quella di Asgard e quella di Nettuno.
Oltre che semplice, è tutto molto ripetitivo, gli stessi ideali vengono riproposti decine di volte, e a volte stufano non poco. Insomma l'anime in sé non è niente di eccezionale... nonostante ciò colpisce non poco, ed è utile domandarsene il perché.

Come primo luogo il miglior punto di forza della serie a mio avviso sono i protagonisti: tutti caratterizzati al meglio, nell'anime si scava a fondo nei loro sentimenti, si riesce a percepire la loro umanità, grazie ai tanti flashback li si può conoscere bene, ed è difficile non affezionarsi almeno a uno di loro.
Per il resto credo che faccia molto il modo in cui sono strutturate le saghe: le corse a tempo, la scelta dei nemici appropriati a ogni cavaliere ecc., inoltre motivo d'interesse può essere la presenza del mito.
L'elemento più "disturbanti" (se così si può dire) è a mio avviso l'immortalità dei protagonisti, anche se non può essere considerata un punto debole poiché è un qualcosa proprio di ogni shounen o quasi, infatti questi ogni volta le prendono di santa ragione, sembrano finiti - morti, e l'anime te lo fa credere -, ma alla fine sono sempre lì pronti all'azione.

Altra cosa che non ho gradito, di cui non si può incolpare di certo l'anime, è l'adattamento di casa nostra. A parte che ci sono innumerevoli errori di traduzione, cosa ancora più sgradevole è stato il doppiaggio: se infatti i protagonisti principali (5/6), sono doppiati magistralmente, non è stato curato il doppiaggio delle altre decine di personaggi, pochi doppiatori per molti personaggi ci può pure stare, ma almeno potevano usare lo stesso doppiatore per un personaggio fino alla fine, invece ogni volta che un secondario compare, anche da un episodio al successivo, ha una voce differente.

Tecnicamente l'anime è egregio, buone le animazioni e le colorazioni (a parte quelle dei capelli), e molto bella a mio avviso la colonna sonora.
Nonostante la sua età l'anime si lascia guardare con piacere, la parte che più mi ha annoiato è quella di Asgard, e si faccia caso che non è tratta dal manga, pertanto lo consiglio a quei pochi che non l'anno ancora visto.


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Gens Valeria

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
"I Cavalieri dello Zodiaco" (in lingua originale: "Saint Seya") per me è uno dei capolavori del Sol Levante: è un anime ricco del senso d'onore e di fratellanza. E' un anime consigliato a quelli cui piace il genere combattimento, superpoteri e tanta azione.
La storia ruota attorno a Pegasus (Seya), che vuole diventare uno dei guerrieri di Atena, e per farlo deve conquistare l'armatura d'oro nel torneo Galattico. Ma Phoenix ruba l'armatura dando inizio a una serie fantastica, in cui si scopriranno che dietro ai "cattivi" ci sono altri cattivi e dietro a questi cattivi c'è il "Cattivo Supremo" - nella serie Arles.
Il punto di vista è da spettatori nei confronti della storia di Pegasus, Crystal, Sirio, Andromeda, Phoenix e delle loro avventure tra il Santuario, il mondo di Asgard e il mondo sommerso di Nettuno.

A mio parere la narrazione è alquanto organica, se in alcuni punti risulta difficile da capire è per una sbagliata traduzione dal giapponese, i singoli episodi sono continui tra loro e (unico 'difetto' se si può chiamarlo tale) soltanto la serie di Asgard risulta un diversivo dalla trama originale, ma lo trovo ben inserito.
I cinque cavalieri e le persone che loro affrontano comunicano veri ideali: la vittoria per la propria Dea (Pegasus), l'amore materno e la forza di distaccarsi per andare avanti (Crystal), la vera forza interiore e le prove da superare (Sirio), l'amore indiscriminato verso tutti (Andromeda). A questi si aggiunge l'enigmatico Phonenix, che passa da cattivo a uno dei cavalieri più fedeli.

Quest'opera non ha dirette dipendenze da altre opere, può essere ricondotta in qualche modo, per lo stile, ai "Cinque Samurai", ma tantissime opere successive ne hanno preso spunto, vedi "Sailor Moon" e "Yu Yu Hakusho".
Unico piccolissimo neo sono alquanto i disegni: nella resa non sono perfettissimi, ma l'idea è comunque ben resa, la coerenza con l'ambientazione non è delle migliori in quanto gli sfondi sono un po' 'sfumati'. I personaggi, invece, sono tra i migliori caratterizzati e la loro personalità spicca su tutto il resto.
Per me, un anime da 9.

Sonoko

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Siamo alla fine degli anni '90 e la terra è vittima di disastri naturali di dimensioni sempre maggiori. L'umanità esiste ancora, vivendo specialmente nelle grandi metropoli, ma sembra non potere fare nulla contro i cataclismi che affliggono il pianeta. Un'antica leggenda però narra che, nei momenti di maggior crisi, sorge a difesa dell'umanità una schiera di eroi, difensori della giustizia, i Cavalieri dello Zodiaco.
Questo prologo dava inizio al primissimo episodio di questa lunga serie, ispirata al manga di Masami Kurumada, che poi è realmente diventata una leggenda per tutti gli appassionati di manga e di anime e ha coinvolto molto anche me. Se devo essere sincera, all'inizio ero alquanto scettica, trattandosi di una serie shounen, e infatti mi sono ritrovata a seguirla assiduamente per puro caso facendo zapping e imbattendomi nella sigla. Mi colpirono subito gli eleganti disegni del character design (che scoprii essere opera di Shingo Araki, artefice anche di quello del mio anime preferito, Lady Oscar), e guardai l'episodio. Da allora la serie divenne un appuntamento fisso.

Ben lontana dalle vecchie serie shounen a episodi autoconclusivi a schema fisso, incentrate sui robottoni, e che a un certo punto avevo appunto iniziato ad evitare per noia, "I cavalieri dello zodiaco" si sono rivelati una splendida sorpresa. A parte il character design di cui sopra, è ottima la caratterizzazione dei personaggi, che hanno, nel corso della lunghissima storia, ciascuno, chi più, chi meno, una personale maturazione. Il mio preferito, non solo per il suo aspetto che subito mi colpì in sigla, è Sirio il Dragone, ma in realtà questa serie è piena di personaggi interessanti, anche tra i "cattivi". Tra questi ce ne sono diversi che rivelano dei trascorsi che, almeno in parte, ne giustificano i comportamenti rendendoli meno odiosi, e altri che in certi casi si riabilitano alla grande. Insomma, salvo pochissime eccezioni, nessuno è banale.

La storia, come dicevo, è appassionante. Vero è che all'inizio di ogni saga ci sono un paio di elementi immancabili: Saori/Isabel che tutto si dimostra tranne che la grande salvatrice del mondo che dovrebbe essere, data la sua divinità, e il suo preferito Pegasus che si prende quasi tutti i meriti. Ma a parte questo lo schema è a puntate, e alla fine di ognuna si è ansiosi di guardare la successiva.
Bellissima trovo anche la colonna sonora: ciascun personaggio principale ha un suo tema musicale, e a parte questo vi sono varie musiche che restano impresse, ciascuna adattissima alle circostanze.

Restando in tema di musica, e sorvolando sull'indubbia bellezza delle sigle giapponesi che la nostra TV non ci ha concesso di ascoltare, questo anime ha avuto parecchie sigle italiane.
Alle prime messe in onda, su Odeon TV, l'anime veniva trasmesso soltanto fino al punto in cui i nostri cavalieri, al grande tempio, raggiungevano la casa di Leo, che trovavano profondamente cambiato. Per conoscere il seguito si dovettero aspettare anni, quando la serie fu trasmessa su Italia 7, e allora a partire dalla nuova puntata (quella incentrata su Cassios?) ci fu anche una nuova sigla. Entrambe queste due sigle erano interpretate da Massimo Dorati e mi piacevano ambedue.

Poi però a distanza di anni la serie fu replicata su Italia 1. Purtroppo ormai quello era il periodo in cui vigeva la spietata legge che le sigle delle serie shoujo in onda su Mediaset fossero interpretate da Cristina D'Avena e quelle delle serie shounen da Giorgio Vanni, e c'è anche da dire che per via delle impietose leggi mediasettiane questo anime subì pesantissime censure, ma se dovessi iniziare questo discorso non la finirei più. Perciò, come da copione, anche la sigla di Dorati, come quelle di tutte le vecchie serie passate a Mediaset, fu soppressa per essere sostituita dalla sigla nuova. Risultato è la solita classica sigla di Vanni, orecchiabile, soprattutto ballabile come pezzo da discoteca, ma che a mio parere non è certo paragonabile alle sigle storiche. Infatti anni fa si dava molta più importanza al testo delle sigle, e per me il fondo è stato toccato con la sigla della serie Hades, sempre interpretata da Vanni: "Ma se Atena entra in scena cosa mai accadrà?" Ma lo sappiamo ormai tutti che quella era brava soltanto a mettersi incoscientemente nei guai e a rischiare la vita ben consapevole che quei cinque poveretti l'avrebbero salvata a costo di morire anche due o tre volte se fosse stato necessario.
Gradevole è stata invece la versione italiana di Pegasus fantasy, andata in onda nel 2001, e interpretata da Giacinto Livia: fedele traduzione dell'originale?

Passiamo ora al doppiaggio, secondo me un altro elemento di forza di questa serie. Senza offendere i doppiatori in voga attualmente, io credo che sia difficile trovarne tanti all'altezza di Ivo de Palma, Luigi Rosa, Gabriele Calindri e altri che lavorarono a quest'anime.
Sempre a proposito dell'adattamento italiano, i testi sono spesso sorprendenti, con un linguaggio curato e con citazioni varie sparse qua e là, prese anche da fonti molto illustri, come per esempio Dante Alighieri. Tuttavia qualche piccolo difetto nell'adattamento c'è, dato che, troppo concentrati nelle citazioni, nel linguaggio e nei richiami alla cultura greca e alla mitologia in genere, gli adattatori hanno fatto l'errore più grossolano, quello di dare ai cavalieri soltanto i nomi corrispondenti alle loro armature - forse per semplificarne il riconoscimento al pubblico più giovane -, dando luogo anche se involontariamente a gags comicissime. Per esempio, chi, fra Pegasus e Cassios, avrebbe potuto vincere l'armatura di Pegasus? E ancora: come avrebbe mai potuto il piccolo Andromeda esimersi dal partire per l'isola di Andromeda per conquistare l'armatura di Andromeda?
Ma il problema dei nomi non è che un piccolissimo neo in quest'anime, in cui non sono riuscita a vedere altri difetti significativi. Perciò il mio voto finale è 10.


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Davi 90

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
"Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco" è un anime che pare abbia davvero una gran popolarità nel nostro paese.
Avviso subito che ho scritto 114 episodi ma in verità ho alcuni buchi, non li ho visti proprio tutti, ma fino alla fine la serie l' ho vista tutta, anche se in modo incompleto.
Un tempo mi stava sulle scatole quest'anime, poi invece vedendolo con calma l'ho rivalutato in positivo. Non c'è che dire: se c'è un anime epico questo lo è. Questo grazie anche al doppiaggio italiano, a mio avviso riuscitissimo, non reso in modo banale, come oggi accade alcune volte, ma reso in maniera molto più profonda, con un linguaggio molto ricercato e poetico. Purtroppo, questo porta a uno scompenso, perché i termini usati sono alcune volte parole oramai defunte, pensa se un ragazzino di età inferiore ai 10-11 anni li può comprendere, non le capisco io che ho 20 anni! Quindi, non si può dire che sia adatto a tutte le età, specialmente per l'alto tasso di violenza, si vede abbastanza sangue, anche in modo gratuito. No, non sto dicendo che le censure siano giuste, affatto.
Penso, comunque, che l'edizione italiana sul lato doppiaggio, sia più riuscita di quella giapponese, non sul lato del talento, per carità, ma proprio per il linguaggio più "cavalleresco".
Peccato che le censure rovinino il tutto. Fortunatamente si può trovare la versione, sempre italiana, senza censure. Non su Mediaset, ovvio.

Perdonate la mia lunga premessa dedicata alla versione italiana. Ora vorrei passare all'essenza di quest'anime.
Secondo il mio modesto parere, "I Cavalieri dello Zodiaco" offre solo 2 cose fondamentali, che ora esamineremo per bene.
Le battaglie sono il punto centrale di quest'anime. Su 114 episodi, se ci penso bene, non ce n'è uno in cui non si combatta. In pratica c'è sempre azione, azione e azione. Quindi, noterete e capirete che Saint Seiya segue in modo basilare il genere shounen più classico.
Le battaglie si svolgono in maniera un pochino differente dal solito: si useranno mosse specifiche, che ogni cavaliere o saint possiede, per uccidere l'avversario. Diciamo, che le battaglie sono di solito scontri tra colpi speciali, ma non mancano i corpo a corpo molto avvincenti.
Una nota importante è che questi "Colpi Speciali" sono tutti diversi gli uni dagli altri, e vedrete tecniche davvero originali. Le esecuzioni dei colpi sono belle, quasi artistiche e raffinate, con alle spalle del cavaliere che esegue la suddetta mossa lo sfondo della sua costellazione.
Un'altra bella trovata sono le armature che sono un punto fondamentale delle battaglie, ma anche di quest'anime. Devo però ammettere che nell'anime queste armature risultano meno artistiche di quello che si vede nel manga.
Insomma, se volete vedere mazzate su mazzate, le vedrete. L'unica pecca è che alcune battaglie sembrano meno creative di altre, sembrano più scadenti e monotone. Al contrario ce ne sono altre molto avvincenti e appassionanti.

Il valore umano è il vero punto di forza. Al di là delle classiche battaglie vi è sotto una profondità, l'essenza dell'uomo, dell'eroe votato alla giustizia.
C'è un vero profumo di antica cavalleria in Saint Seiya.
Il rispetto per l'avversario non mancherà mai, è un valore profondo che ogni guerriero possiede in quest'anime.
La nobiltà d'animo, il coraggio, l'amicizia, il senso di giustizia permetteranno di evocare una forza sovrannaturale per combattere i malvagi con lo scopo di salvare l'umanità, e, nel caso dei nostri eroi, Atena, la dea protagonista. I 5 Saint protagonisti avranno un rispetto così grande verso la propria dea e una fede così forte nei suoi confronti che potranno sconfiggere chiunque.
La cosa che meraviglia è anche la forte amicizia che c'è tra di loro, sono davvero legati e non si abbandoneranno mai.

Detto questo, posso dirvi che avrete a disposizione un bel po' di saghe. Di certo la più mozzafiato sarà quella dedicata al "Santuario", ma anche le altre non sono male. Tra di esse, ne troverete una filler, dedicata ad "Asgard". In queste saghe non mancheranno le citazioni greche e mitologiche e, se ne siete amanti, non potete perdere quest'occasione.
Però si deve dire che la trama di fondo non è originale, anzi, è abbastanza monotona e banale: si parla sempre della salvezza di Atena. Ed è sempre il solito pretesto degli scontri.

Venendo al lato tecnico, invece, questo è il punto più critico per me. L'anime è vecchio e a quei tempi non so quali erano gli standard, quindi non so dirvi se sulle animazioni la serie spiccasse rispetto ad altre della sua epoca. Da quanto dicono in giro sembrerebbe di sì. Posso dire, però, che ho notato un ripetersi delle animazioni durante certi scontri, ossia un riciclo di immagini, ma penso sia normale, stiamo parlando del lontano 1986.
Invece posso affermare che il character design è ben fatto - molto meglio del manga -, specialmente se si pensa che a disegnare "I Cavalieri dello Zodiaco" è stato uno come Shingo Araki che, da come dicono, è un eccellente disegnatore, anche se c'è il difetto che in alcuni episodi il disegno cambia drasticamente, nello stile e nel tratto, diventando più brutto e rozzo da vedere: il classico problema degli anime degli anni '80.
Gli effetti visivi non mancano. Sono mediamente buoni per l'epoca. Le colonne sonore, sono abbastanza riuscite.
In poche parole, la parte tecnica - grafica e animazioni - è un punto da non prendere in considerazione, visto che Saint Seiya è un anime passato. Sarebbe stupido e ridicolo confrontarlo con le generazione degli anime d'oggi.

Giungendo alla conclusione, sperando di non avervi annoiato, dico che quest'anime mi è piaciuto, ma non in un modo eccezionale: non è la mia serie preferita, ma è tra quelle che mi sono piaciute.
Se siete appassionati di anime di nuova generazione, abituati a grafiche eccezionali, forse "I Cavalieri dello Zodiaco" non sarà il massimo per i vostri standard visivi. Però, se non siete troppo “viziati”, potete chiudere un occhio e gustarvi un anime che ha fatto storia. Non ci sono problemi se invece siete cresciuti con anime molto vecchi.
Se volete conoscere le avventure dei Saint vi consiglio più di guardarvi quest'anime, che è superiore al manga su molti aspetti.

Il mio voto finale è 7. Saint Seiya è un buon anime del suo genere, e offre una buona dose di “roba”. Ovvio che non è perfetto avendo degli alti e bassi, specialmente la trama è abbastanza monotona. Potete andare sul sicuro.


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Kaioh86

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
I Cavalieri dello Zodiaco è una serie animata che ha lasciato il segno per la sua bellissima trama, per le musiche e gli scenari, ma soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi. Da piccolo era troppo bello immedesimarsi nei vari cavalieri, le armature poi erano quasi sempre bellissime, però forse l'unicità di quest'anime sta nei dialoghi tra i personaggi che, per certi tratti, sembrano quasi poetici. Devo dire che riascoltarli da grandi fa un certo effetto, da bambino molti aspetti ti sfuggivano.
Le battaglie nelle 12 case restano per me le più belle, ma anche la serie di Ades e di Nettuno non le disdegno e mi hanno fatto trattenere il respiro fino alla fine.


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Sentenced

Episodi visti: 114/114 --- Voto 6
Quando si parla dei Cavalieri dello Zodiaco risulta abbastanza difficile trovare qualcuno che non sappia chi siano. Trasmessi anche a livello nazionale e spinti dal business dei giocattoli, Pegasus & C. sono entrati nelle case degli italiani appassionando un po' tutti.
Gli episodi, ai tempi delle prime messe in onda su OdeonTV e Italia7, li ho seguite tutti, e negli anni ho sempre ricordato con molto piacere e anche con un po' di malinconia quel periodo della mia vita, fatto di studio ma sopratutto di gioco e spensieratezza. A distanza di molti anni però ho voluto riguardarmi l'intera serie, per valutarla con occhi più maturi.

Beh, i Saint Seiya da questa valutazione escono un po' malconci, ma non perché li considero "roba da bambini", ma perché credo siano un prodotto che non riesce a esprimere tutto il suo potenziale.
Tralasciando gli aspetti legati alla traduzione dei nomi, che solo oggi mi fa storcere il naso, quello che mi ha meno convinto è la monotonia delle situazioni e la frettolosa conclusione con Poseidone.
Monotonia perché la dea Atena finisce sempre in mano nemica e i cavalieri sono sempre costretti a salvarla entro un tempo limite, pena la morte della dea. Non voglio dire che l'idea di partenza sia brutta, ma non doveva essere sempre e solo l'unica situazione da far vivere allo spettatore.

Anche i combattimenti, benché realizzati con cura, generalmente soffrono dello stesso problema. Gli autori, anche cercando d'inserire qualche differenza, hanno lasciato che lo sviluppo delle battaglie si svolgessero sempre così:
- Pegasus le prende continuamente e l'avversario lo massacra, poi quando è a terra mezzo morto ha delle visioni di Atena, si rialza e con due attacchi vince;
- Andromeda le prende continuamente e l'avversario lo massacra, ma poi arriva a soccorrerlo il fratello Phoenix, che batte l'avversario distruggendolo o autodistruggendosi con lui.
Nella serie dedicata a Poseidone poi i combattimenti sono tutti sbrigativi e uguali e durano due puntate. Nella prima l'eroe non fa altro che incassare ogni sorta di colpo che dovrebbe ucciderlo all'istante, mentre nella parte finale della seconda scopre tutti i punti deboli e con un paio di colpi vince. Solo Poseidone resiste 3 o 4 puntate.

Tecnicamente la serie non è realizzata male, considerando anche l'elevato numero di puntate che costrinse i produttori a utilizzare diversi disegnatori, ognuno con il proprio stile.
In conclusione Saint Seiya è una serie che si lascia guardare, ma è ben lontana da quella sensazione di perfezione che molti appassionati di lunga data hanno mantenuto viva nel suo ricordo.


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npepataecozz

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
La prima serie dei "Cavalieri dello zodiaco" deve essere considerato, a tutti gli effetti, un classico dell'animazione giapponese. Leggendo qua e là qualche recensione ho notato che la valutazione troppo spesso è stata sviata dai pessimi e ripetitivi seguiti che si sono susseguiti negli anni. Ciò non mi trova d'accordo e obiettivamente è sbagliato confondere le diverse serie.
La prima edizione di Saint Seiya è stata, all'epoca, un prodotto davvero originale. L'idea di una battaglia fra eroi legati a una costellazione appassionò tantissimi spettatori: ricordo ancora benissimo le reazioni di giubilo dei fan più esagitati. E ricordo anche la mia irritazione quando la programmazione s'interruppe alla casa di Leo e rimase ferma lì per un mucchio di tempo.

Il fulcro di quest'anime è senz'altro la battaglia alle 12 case. E' questo il punto forte ma anche il punto debole di quest'anime: è il punto forte perché il richiamo ai segni zodiacali (ero curiosissimo di scoprire chi fosse il cavaliere di Gemini!) è qualcosa che appassiona lo spettatore ai combattimenti; è il punto debole perché qualsiasi altra parte diventa inadeguata in quanto questo legame con la storia non si ripete più.
I personaggi hanno una personalità obiettivamente ben definita e che ha dato origine a tantissimi cloni in storie successive - il rapporto tra Phoenix e Andromeda, ad esempio, è qualcosa che si trova in tanti altri anime di successo. E' un qualcosa che dovremmo sempre tenere a mente in sede di giudizio.

In sede critica, invece, spiccano un po' troppe contraddizioni. Una su tutte l'armatura del sagittario: prima viene messa in palio e diventa l'oggetto del contendere, poi praticamente scompare dalla storia.
A ogni modo la valutazione resta su livelli molto alti. Se ci limitassimo alla battaglia delle 12 case, per il fascino e la suspance che trasmette, la serie meriterebbe un bel dieci. La prima parte, però, è molto meno appassionante e nel complesso attribuisco a questa serie storica un otto pieno.


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Mattyman

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
"Saint Seiya"è sicuramente uno degli anime più importanti della storia dell'animazione giapponese degli anni '80. Una storia originale che unisce la cosmologia agli Antichi Miti Greci, con un mix davvero ben riuscito. La storia avvince, i combattimenti coinvolgono ed emozionano (anche se il numero di attacchi è abbastanza limitata, e a volte quindi possono apparire ripetitivi), e la colonna sonora è molto azzeccata, riesce ad integrarsi bene con le vicende e a far suscitare allo spettatore le sensazioni giuste. L'apice della vicenda avviene nella "Corsa alle 12 Case", dove praticamente la serie raggiunge il Capolavoro. Davvero belli gli scontri, davvero memorabili i personaggi, non c'è nemmeno uno che sia mal caratterizzato. Davvero un bel lavoro. L'anime comunque non è privo di difetti (ed è per questo che non assegnerò il 10), infatti le Saghe successive alle 12 Case risultano a volte solo le copie sbiadite della saga iniziale, anche se raggiungono un lavoro niente male.<br>
Il doppiaggio italiano l'ho apprezzato tantissimo, adoperando un linguaggio epico-cavalleresco infatti, all'anime viene conferito qualcosa in più, vi sta davvero bene con il contesto, e alcune sequenze e scene vengono nettamente migliorate, il livello doppiatori è pure altissimo. L'unica note dolente di questo doppiaggio è di dare ai personaggi il nome dell'armatura, anche quando sono bambini, dando vita anche a frasi illogiche (Pegasus combatterai per guadagnare l'Armatura di Pegasus o altre...). E vabbè.<br>
Comunque un Anime imperdibile. Voto 8,5, ma decido di assegnargli il 9 appunto per il doppiaggio italiano notevole e poiché la "Saga delle 12 Case" è davvero qualcosa di imperdibile.


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Andromeda

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Giudico I Cavalieri dello Zodiaco - al secolo Saint Seiya - uno dei prodotti migliori sfornati non solo nel corso degli anni '80, ma anche in tutta la storia degli anime. L'idea di base è molto buona: vi sono dei ragazzi che combattono e muoiono in nome della giustizia, incarnata dalla figura di lady Isabel, personificazione in Terra della dea Atena. Ognuno dei suoi paladini è protetto sin dall'era mitologica da una costellazione che gli conferisce dei particolari poteri e che è sempre accanto a lui sotto forma di un'armatura che ricorda le fattezze della costellazione stessa. Ogni qualvolta lady Isabel e la Terra siano minacciate da una forza aliena - l'incarnazione del Male o una Divinità malvagia dalle sfrenate ambizioni - i Cavalieri dello Zodiaco, e più precisamente i Cavalieri di Bronzo meglio conosciuti, cioè Pegasus, Sirio, Crystal, Andromeda e Phoenix, verranno in loro soccorso.

Queste le premesse per uno degli anime più noti di tutti i tempi.
Però, c'è un però. Alcuni difetti riscontrabili senza alcun dubbio riguardano la ripetitività dell'azione, che si succede nell'ordine: lady Isabel in pericolo - nemici fortissimi che sembrano invulnerabili e invincibili - vittoria finale a prezzo di qualche morto. Comunque, questo particolare non deve spaventare, perché ogni saga della serie è costruita sì in modo simile, ma in maniera tale che riesce sempre ad avvincere il telespettatore. In più il character design di Shingo Araki e Michi Himeno, la straordinaria bellezza e originalità delle armature, soprattutto quelle d'oro, e la struttura delle scene di combattimento, che si risolvono nel giro di 3-4 episodi al massimo, senza sfociare dunque in uno stato di tedioso stallo, rendono quest'anime ancora più spettacolare. Consiglio a tutti di darci almeno un'occhiata: ne vale davvero la pena, almeno per la sua notorietà.


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Monkey D. Rufy

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Che voto si può dare alla propria infanzia o alla propria giovinezza? 10 o anche di più, ed è questo il voto che secondo me merita l'anime Saint Seiya, noto in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco. Perché quest'anime mi ha cresciuto e allevato in un certo senso, e le emozioni che mi ha fatto provare sono uniche e irripetibili, pochissimi altri anime hanno prodotto gli stessi effetti su di me. Ciò è stato agevolato anche dal fatto che sin da piccolo sono appassionato di mitologia greca, un universo fantastico e affascinante in cui mi abbandonavo e che mi lasciava sempre a bocca aperta.

La trama di Saint Seiya è questa: in Grecia un ragazzino di tredici anni di nome Pegasus riesce finalmente, dopo anni e anni di lunghi ed estenuanti allenamenti, a finire l'addestramento per diventare Cavaliere sconfiggendo il gigante Cassius e conquistando la preziosissima armatura di Pegasus. Che coincidenza, eh? Infatti da piccolo mi chiedevo sempre perché un ragazzo che si chiamava Pegasus ottenesse l'armatura di Pegasus, un errore comunque su cui si può sorvolare.
Dicevo quindi che Pegasus, ormai diventato a tutti gli effetti Cavaliere dello Zodiaco, è riuscito, grazie agli insegnamenti di Castalia, a sviluppare un incredibile potenza dovuta alla capacità di bruciare il cosmo, un'energia dovuta all'influenza delle costellazioni. La sua costellazione guida è quella del cavallo alato Pegaso dalle 13 stelle. Ora però il ragazzo ha un obiettivo preciso: ritrovare sua sorella Patricia da cui è stato separato quando era ancora un bambino, e così fa ritorno a Nuova Luxor, dove spera di avere sue notizie da Alman di Thule, un ricco e potente uomo che possedeva l'orfanotrofio che aveva accolto Pegasus e altri bambini provenienti da tutto il mondo.

L'anziano però è morto e al suo posto Pegasus trova Lady Isabel, sua nipote, che gli promette che se parteciperà alla Guerra Galattica - un torneo dove si sfideranno gli orfani che sono stati spediti in varie parti del globo, come Pegasus, per diventare cavalieri, e dove il premio finale consiste nell'armatura sacra di Sagitter - la fondazione di suo nonno s'impegnerà a cercarla ovunque sia. Il giovane accetta di prendere parte al torneo ma, nel corso della manifestazione, Phoenix, cavaliere decaduto che si è convertito al male, cerca con i suoi scagnozzi di impossessarsi dell'armatura.
Ne seguiranno degli scontri tra questi e i cavalieri devoti a Lady Isabel che, in seguito, si scontreranno con nemici ben più forti, come i Cavalieri D'Argento, i Cavalieri D'Oro, i Cavalieri di Asgard e i Cavalieri del dio Nettuno. E per superarli i nostri cavalieri cresceranno molto e matureranno sia dal punto di vista mentale sia dal punto di vista guerriero, affinando le loro tecniche combattive.

Oltre a Pegasus emergeranno le figure di altri quattro guerrieri: Sirio il Dragone, che ha completato il suo addestramento ai Cinque Picchi in Cina; Crystal il Cigno, addestratosi nella fredda Siberia; Phoenix, il più solitario e tormentato tra i protagonisti, che per salvare il fratello Andromeda ha deciso di perfezionare il suo allenamento sull'Isola della Regina Nera; e Andromeda, fratello minore di Phoenix inviato nell'inospitale isola di... Andomeda. I personaggi sono sapientemente caratterizzati nell'anime e questo ci dà la possibilità di apprezzarne tutti gli aspetti dei loro caratteri.
Personalmente mi sento assai legato a tutti i cinque protagonisti, li sento come degli amici con cui ho condiviso momenti magici e indimenticabili. Chi si scorda le corse sfrenate all'uscita di scuola per registrare le puntate dei Cavalieri, oppure quando mi immedesimavo troppo nei personaggi durante gli accaniti e spettacolari combattimenti, credendo anch'io di bruciare il mio cosmo e imitando tutte le mosse e le tecniche viste o ripetendo le battute insieme ai compagni di scuola.

Il clou dell'anime secondo me è rappresentato, senza dubbio, dalla saga delle dodici case. I momenti che precedono lo scontro creano una tensione e un climax notevole nello spettatore, che non viene assolutamente deluso nel corso delle battaglie e non vede l'ora di sapere chi sarà il Cavaliere che comparirà nella prossima casa e quali saranno le sue caratteristiche e il suo stile di combattimento.
Le musiche della colonna sonora sono un altro pezzo forte di questo splendido anime, sono in grado di farti entrare subito nel cuore della battaglia oppure di commuoverti al punto da farti piangere. Il doppiaggio italiano poi è stato egregio grazie all'unione di un gruppo di fenomeni quali Ivo De Palma, Marco Balzarotti, Luigi Rosa, Tony Fuochi, Andrea De Nisco, Enrico Carabelli, Felice Invernici, Gabriele Calindri, Diego Sabre a altri ancora. Loro hanno saputo innalzare ancor di più il livello e la maestosità dei dialoghi, fino a fargli raggiungere un tono aulico. Non li ringrazierò mai abbastanza.
In definitiva questo è un anime che ti fa venire voglia di rivederlo ancora e ancora, e che riesce sempre a trasmettermi forti emozioni.
Masami Kurumada, sei un genio!

Oni

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Cosa non è stato detto su Saint Seiya nell’arco di questi venti anni trascorsi dal momento in cui l’opera ha fatto la sua comparsa sugli schermi di tutto il mondo? Quante volte quest'anime è stato scomposto, analizzato pezzo per pezzo e poi ricomposto?
Eppure ancora oggi, a distanza di due decenni, siamo qui a parlarne e a discuterne, aggiungendo nuove opinioni e nuove tematiche a quelle già date in precedenza.
Ciò accade perché con Saint Seiya non è nato solo un anime con lo scopo di intrattenere, ma è nato un cult, un qualcosa che il mondo non può fare a meno di conoscere, ricordare e parlarne, questo per il semplice motivo che le avventure dei cavalieri di Athena sono anche una fonte di ispirazione, d'insegnamento e di modi di essere.

I Cavalieri dello Zodiaco (così tradotto in Italia e poi nelle varie lingue del resto del mondo) nasce dalla mente di Masami Kurumada, un giovane mangaka dei gloriosi anni d’oro dei manga in Giappone; in breve tempo la sua opera fa il giro del mondo e viene resa nota a tutti, soprattutto grazie alla trasposizione incarnata in quest'anime, anche se, forse, è un successo quasi inaspettato, dato che l’ormai consacrato maestro ha sempre affermato di preferire altre sue opere rispetto a questa che tanta fama gli ha portato; altre opere che, nonostante il rinomato genio di Kurumada, si somigliano un po’ tutte tra loro per personaggi e tematiche.

Ma come si pone il Saint Seiya anime rispetto al Saint Seiya manga? Purtroppo, mi duole ammetterlo, ma vi si pone leggermente in superiorità.
Quest'ultima affermazione potrebbe risultare, sotto certi aspetti, inesatta. Infatti, confrontando rapidamente, si può evincere che, dopo 114 episodi, del manga vi è rimasto ben poco. Procedendo quasi di pari passo con la sua controparte cartacea, gli sceneggiatori hanno scelto di seguire il filo della trama del manga soltanto per sommi capi, cambiando poi tutto il rimanente, dallo svolgersi delle battaglie fino al modo stesso di raccontare gli eventi. Non solo, vengono inseriti aspetti del passato dei protagonisti che non si erano mai visti, inoltre, ognuna delle tre saghe di cui quest’opera si compone (quella delle 12 case del Santuario, quella di Asgard e quella di Poseidone) è contornata da una miriade di personaggi <i>filler</i> (inesistenti nel manga), per la maggior parte cavalieri amici o nemici. Accade, infatti, che Kurumada abbia avuto la furbizia di creare 88 armature, tante quante sono le costellazioni, suddividendole anche in classi (oro, argento e bronzo), ma che non abbia avuto altrettanta astuzia nello sfruttarle tutte a pieno, lasciando un grande vuoto. Ma ecco che, appunto, l’anime giunge in soccorso.

Anche se la cosa può sembrare strana, la gran parte di queste “aggiunte” non dispiacciono, dato che danno all’opera quel completamento di cui, per alcuni versi, si sentiva davvero l’esigenza.
Il culmine di tutte questi “di più” si ha con la seconda saga, quella di Asgard, totalmente inventata e mai vista nel manga; infatti, dopo il successo del secondo dei quattro movie extra-serie usciti per il grande schermo, e data l'ormai confermata popolarità del cartone animato, si decise di creare da zero un’avventura dei Saint di Athena, con il sicuro scopo di allungare il brodo portando senza ombra di dubbio maggiore popolarità, più attenzione da parte dei fan e di certo maggiori guadagni sul relativo merchandising. Il risultato di per sé è anche stato positivo, in quanto quella di Asgard è una saga realizzata abbastanza bene, di certo non all’altezza di quella relativa al Santuario, ma assolutamente degna di nota, anche perché, sul finale, strizza l’occhio a quella che è la saga successiva, ricollegandosi a essa.

Insomma, I Cavalieri dello Zodiaco avevano tutti i requisiti per entrare nel cuore di ognuno di noi, e lo hanno fatto, diventando una parte di noi stessi, portandoci a imparare un’infinità di cose applicabili normalmente nella vita di tutti i giorni. Valori come l’amicizia, la giustizia e il bene ci vengono inculcati fin dall’inizio, e, durante il susseguirsi delle puntate, vengono accentuati e portati all’attenzione sempre di più; i cavalieri sono eterni, coraggiosi, indistruttibili anche nella più disperata delle situazioni, pronti a lottare per le persone da difendere e per i loro ideali fin quando l’ultimo soffio di vita alita nei loro corpi, e, perché no, sono disposti anche a morire in nome di tali obiettivi. Ci mostrano, senza dubbio, aspetti di noi stessi forse più nascosti, ma che tendono a riemergere nel vedere i nostri eroi combattere e trionfare, grazie al supporto delle loro mitologiche armature che s'ispirano alle costellazioni del cielo, con tenacia e senza riserve per il concetto di giustizia, un concetto così semplice ma così difficile da rispettare.

C’è purtroppo una grande falla in Saint Seiya: il finale, in pratica inesistente. Scemata, dopo tanto tempo, la passione per i mitici difensori, la casa di produzione Toei perse anch’essa interesse per loro, interrompendo l’anime alla fine della terza saga, quella di Poseidone, che nel manga rappresenta soltanto la seconda parte. Quella rimasta scoperta, sfortunatamente, è proprio l’avventura finale, quella di Hades, negli inferi, che conclude le vicende dei Saint. Per fortuna, dopo le sommosse dei fan, agli inizi degli anni duemila anche l’ultima saga viene trasposta sottoforma di OAV, anche se con non poche difficoltà di realizzazione.

Che dire del lato tecnico: l’opera gode del tratto di Shingo Araki, disegnatore e animatore eccellente, passato alla storia come uno dei portavoce della perfetta animazione giapponese. Nonostante questo, i disegni riescono a volte a raggiungere dei punti molto bassi, divenendo quasi irriconoscibili confrontati con quelli del maestro Araki, ma, data l’epoca, può risultare una cosa anche plausibile. Ed è proprio considerando il periodo di realizzazione che possiamo definire le animazioni innovative. Fluidità dei movimenti, quasi nessuna pecca, vivacità nelle movenze e nelle scene rendono primo su tutti Saint Seiya anche a livello tecnico.

Di solito non ne parlo mai, ma è giusto, in questa occasione, citare il doppiaggio italiano. Il suddetto è stato oggetto di migliaia e migliaia di discussioni, che sono arrivate addirittura a creare, stupidamente aggiungerei, delle fazioni di fan “in lotta” tra loro. Questo accade perché l’adattamento, affidato all’epoca al fu Carabelli, si pone in maniera del tutto alternativa rispetto a quello che è il doppiaggio originale. Trattandosi di un anime cavalleresco sotto la maggior parte degli aspetti, e considerata l’enorme libertà di adattamento di cui si disponeva all’epoca, si decise di adottare un metro aulico per dare maggiore spessore e caratterizzazione ai personaggi epici; ed ecco che li vediamo esprimere sì il concetto principale di un determinato contesto, ma adoperando un linguaggio “dell’epoca che fu”, colmo di termini non più in uso e addirittura di citazioni ai poemi italiani più famosi, uno su tutti “La Divina Commedia” di Alighieri. Fin qui pochi problemi, l’unica cosa che può far storcere abbastanza il naso riguarda la parte dell’adattamento riferita ai nomi dei personaggi e ai colpi di cui essi dispongono, stravolti completamente per aderire a quelle che erano le aspettative del pubblico di fine anni ‘80, inizio anni ’90.

In conclusione, sarebbe assurdo “consigliare” quest'opera al pubblico, piuttosto è un obbligo assoluto da assolvere per ogni appassionato di manga e anime, ma anche per coloro ai quali piace l’animazione in generale: I Cavalieri dello Zodiaco è un’opera che deve essere vista senza alcun indugio, non può assolutamente mancare nel “curriculum” di ognuno.


 7
SeiyaJJ

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Recensire quest'anime in poche righe è qualcosa di riduttivo, non saranno mai abbastanza le parole per spiegarne la bellezza in maniera esaustiva; in ogni caso mi accingo a farlo osannandone le innumerevoli virtù.
A metà degli anni '80 dalla matita di Masami Kurumada nasce “Saint Seiya”, manga divenuto quasi immediatamente anime, arrivando da noi con il nome "I cavalieri dello zodiaco". Disegnata dal maestro Shingo Araki, prende vita un'opera d'arte che negli anni si è saputa sempre confermare ad alti livelli conservando sempre la stessa attrattiva, tant’è che i fans di quest'anime abbracciano intere generazioni per un periodo di tempo di due decenni almeno.

Il comparto tecnico è di buon livello se consideriamo l’epoca in cui è stato realizzato; i personaggi godono di una personalità propria e molto ben evidenziata: sia tra i Bronze-Saints che tra i Gold-Saints scopriamo l'esistenza d'individui carismatici in grado di rubare la scena agli stessi protagonisti.
L'altro aspetto importante è legato alla soundtrack: le musiche di sottofondo sono ormai leggenda sia in madre patria che in Italia; il tema principale “Pegasus Fantasy” è da molti considerato la vera opening di quest'anime, anche se a parer mio merita una nota particolare anche “Il Ritorno dei Cavalieri dello Zodiaco” di Giampi Daldello, ma la mia è forse anche un’opinione da interpretare in chiave nostalgica.

Lo spettatore è coinvolto da subito in atmosfere epiche e in scontri all’ultimo sangue, nei quali vedremo i nostri eroi di volta in volta superare i propri limiti nel tentativo di sgominare le forze oscure. I valori dell’amicizia e dell’altruismo sono il perno su cui poggia un’opera immensa, resa maestosa dai dialoghi mai banali e ricchi di riferimenti mitologici. Alla lunga forse l’andazzo della trama può sembrare un po’ ripetitivo, ma con disegni spettacolari e colpi segreti sempre più affascinanti, risulta difficile non restare ammaliati dall’intera storia fino alla fine.
Ecco, la fine: una fine che non arriverà mai per questo capolavoro, visto che a parer mio il coinvolgimento e l’immensità di questo anime riecheggeranno a lungo, e non solo nei cuori dei fans di vecchia data. Voto 10!

simona

 6
simona

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Il fascino della mitologia, le armature scintillanti, l'ardore e il coraggio hanno reso questa serie uno dei più grandi capolavori dell'animazione giapponese. Ricordo con molta nostalgia le battaglie dei mitici eroi e la stupenda colonna sonora che riuscivano a dare all'opera quel tocco di splendore, creando quell'atmosfera di maggiore tensione senza che mai risultasse noiosa. I dialoghi, anche se si discostano da quelli originali, sono ben curati nel linguaggio e nella forma in modo da dare un tono cavalleresco e maturo ai personaggi. Anche il character design è spettacolare, perché è caratterizzato da una forte dinamicità, con ambientazione e stile degli eroi ricreati in modo affascinante.
Mitico!


 7
ALUCARD80

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Probabilmente un mito assoluto per i ragazzini della mia generazione e non solo, un cult senza mezzi termini nella storia degli anime giunti in Italia e che porterò sempre con me nel cuore, assieme ai ricordi di tutti i modellini acquistati, dei pomeriggi passati a giocare da solo o con i miei amici, delle discussioni sul cavaliere più forte durante le lezioni alle scuole elementari e tanto altro. Chi, fra tutti i fan di Saint Seiya, non ha tentato di rivedersi nel proprio segno zodiacale, almeno una volta nella vita?
Sono passate tante mode, diversi tipologie di anime, (tanto per citare i soliti capisaldi della Gainax potrei nominare l’onnipresente Evangelion, o il più nuovo Gurren Lagann) a smontare e rimontare il modo di “fare” gli anime, ora più vicino alla cinematografia che al cartone animato di un tempo, ma I cavalieri dello zodiaco sono sempre rimasti di moda. Insomma, un’eterna giovinezza per una serie che pare non avvertire lo scorrere del tempo.
È ben chiaro che questo fenomeno non sia mai scomparso, e lo si capisce da numerosi sintomi. Ma cosa hanno reso così famosi e apprezzati gli eroi ideati da Kurumada? Dove è riuscito il noto maestro mangaka dove tanti altri hanno fallito?
I motivi, a mio avviso, sono molteplici e di vario genere: il fatto di aver utilizzato le costellazioni dello zodiaco (e non solo) e interpretato in una sorta di chiave shonen classica miti di antiche religioni come quella greca, o l’affascinante pantheon nordico di Asgard, può essere una causa; o per esempio le scene drammatiche e avvincenti e le infinite peripezie a cui vanno incontro i protagonisti per salvare la reincarnazione della dea Athena, o le stesse magnifiche armature, accattivanti, pregne d’un istoriato gusto medievale fra il fantastico e l’epico, unico e inimitabile. E sicuramente i pregi non si fermano qui, ce ne sarebbero un’infinità, così come esistono un’infinità di critiche che possono essere mosse a quest’autentica leggenda.

I cavalieri dello zodiaco riportano in vita il mito delle antiche divinità greche in un contemporaneo universo parallelo al nostro, atipico e dal forte colorito shonen, seguendo e rimarcando un plot rigido, talmente ripetitivo da poter dare l’idea di annoiare.
Probabilmente la parte più originale di tutta l’epopea, se così si può affermare, è nelle disorientanti, alternative battute iniziali, che a mio avviso, compongono la parte meno interessante di tutta la saga.
Il famoso torneo galattico che si svolge per assegnare la sacra armatura d’oro del sagittario può essere letto all’interno della sceneggiatura come un approccio crudo, diretto e immediato fra lo spettatore e quelli che saranno poi i protagonisti dell’anime, e che in seguito sarà condito coi dovuti flashback (assolutamente retroattivi e necessari).
La storia entra nel vivo con l’arrivo di Phoenix e dei cavalieri d’argento, una sorta di fase intermedia probabilmente necessaria a livello di trama, ma che non ho mai apprezzato più del necessario. Giungerà poi la fase più importante di tutta la prima saga, ovvero lo scontro fra cavalieri di bronzo e cavalieri d’oro, sul bellissimo sfondo del grande tempio ad Atene, nell’affannosa e disperata rincorsa ad Arles per salvare la vita di Lady Isabel, seguendo quel famoso canovaccio di eventi che Kurumada ripeterà più e più volte, traendone indubbiamente un gran successo.
Il leitmotiv vede l’incarnazione di Atena, per l’appunto Lady Isabel – Saori il nome originale – rischiare la propria vita in più di una situazione per frapporsi al volere malvagio e dissennato del dio / nemico di turno, rischio che non può fare a meno di correre, per un motivo o per l’altro, se vuole mettere i bastoni fra le ruote agli spietati avversari. Toccherà quindi all’eroico quintetto di cavalieri trovare la forza e la determinazione necessarie per completare il lavoro e sconfiggere definitivamente il nemico.

Dopo la saga del grande tempio, che io reputo la migliore e la più avvincente forse perché introduce per la prima volta questo crescendo di eventi fino al climax dello scontro finale, viene narrata la vicenda di Asgard e dopo ancora quella di Nettuno e dei sette mari. Entrambe godono di uno splendido adattamento e di doppiaggi sublimi, oltre ad un tasso tecnico leggermente migliore rispetto ai primi episodi. Al di là di ciò, va dato merito a Kurumada di aver dipinto un affresco avvincente ed indimenticabile, che nonostante le ripetizioni sintattiche di fondo, raramente risulta banale.
L’anime trova un punto di forza oserei dire d’ineguagliabile qualità nei dialoghi, soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio italiano: la versione nostrana ha la fortuna di annoverare nel cast doppiatori del calibro di Ivo De Palma, capace di regalare ai protagonisti uno spessore epico, leggendario, mai visto prima. Questo fattore più che positivo raggiunge il culmine nella saga di Odino, dove i cavalieri si esibiscono in superbi dialoghi dal gusto aulico, tanto che più di una volta si ha l’impressione di assistere alla lettura di qualche poema più che ad un’animata discussione fra compagni o avversari.
Indimenticabile anche il chara design, più o meno simile al manga (forse anche meglio), così come alcune sequenze animate di combattimento come i duelli alle dodici case dello zodiaco (il drammatico confronto con Virgo alla sesta casa o lo spettacolare duello parallelo nella terza di Gemini, tanto per citarne alcuni), anche se, personalmente, quello che mi ha colpito più di tutti è stato il cataclismico scontro con il maestoso Orion, ad Asgard.
Infine, vorrei mettere i puntini sulle “i” sottolineando di quale meravigliosa colonna sonora si avvale quest’opera, cominciando dalle sigle (ormai storiche) a tutto l’original soundtrack, capace di infondere un’atmosfera unica ad ogni singolo episodio.
I fatti ed i numeri parlano da soli. I Cavalieri dello Zodiaco è stato, è e sarà sempre un cult che probabilmente si tramanderà di generazione in generazione, nonostante le ultime messe in onda siano state vergognosamente deturpate, tagliate e censurate ben oltre misura. Un capolavoro insuperabile, come conviene ad un anime che è riuscito a marchiare, anzi, a creare una generazione, e che sempre riscuote un grande successo, oltre a far battere i cuori di milioni di appassionati.


 2
claud

Episodi visti: 114/114 --- Voto 6
Ottimo anime, uno dei capisaldi degli anime anni '80 a mio avviso.
La storia è ripercorre mitologia greca e celtica, reinterpretandole e arrangiandole in una avvincente storia.
I personaggi hanno come caratteristica principale una forte predisposizione alla causa e all'onore. Unico obiettivo la protezione della propria dea.
Una delle caratteristiche fondamentali di quest'anime sono le armature dei cavalieri. Esse sono collegate alle varie costellazioni e si suddividono per il Pantheon greco in Armature d' Oro, d' Argento e di bronzo.
I cinque protagonisti indossano quelle di Bronzo.
Nonostante sia uno dei miei anime preferiti, in quanto mi ha accompagnato la mia infanzia, non posso dare un grande voto a seguito di come è stata indirizzata tutta la saga, incentrandola quasi esclusivamente su un unico personaggio. Seya di Pegaso, o come dalla traduzione italiana Pegasus...
C'è sempre lui solo lui e gli altri sono pippe....-_-
Combatte la prima battaglia e l'ultima e nel mezzo...
Quindi tutto sommato è un anime da vedere, ma di sicuro non posso dire che sia il mio preferito.


 7
Athena

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
A mio parere questo è uno dei più belli anime di sempre! La storia parla di alcuni ragazzi che rimasti orfani vengono accolti da Alman di Thule e addestrati per diventare cavalieri e proteggere la reincarnazione della dea Athena ovvero Lady Isabel. Fra questi giovani ragazzi se ne distinguono 5: Pegasus, Crystal, Sirio, Phoenix e Andromeda (questi i loro nomi nella versione italiana). I caratteri di questi cinque ragazzi sono molto diversi ma sono tutti legati da una profonda amicizia che cresce durante la serie; infatti all'inizio Phoenix sembra aver tradito Athena ma in seguito a numerosi scontri si ricongiungerà con gli altri cavalieri fra cui il fratello Andromeda. Questo è ciò che succede all'inizio della serie, in seguito i 5 valorosi ragazzi si troveranno ad affrontare i 12 cavalieri d'oro per poter raggiungere il grande tempio di Atene e sconfiggere così il gran sacerdote che minaccia la Dea Athena e la libertà. Tali fatti appartengono alla prima parte della serie ovvero quella del grande tempio; in seguito si collocano quelle di Asgard in cui i 5 cavalieri di bronzo dovranno affrontare Ilda di Polaris e i suoi 7 cavalieri, e quella di Nettuno in ci dovranno affrontare il Dio dei mari e i suoi cavalieri.
Nel corso della serie non solo si assiste ad epici combattimenti fra i cavalieri ma si assiste anche a straordinarie manifestazioni di amicizia, coraggio, determinazione e altruismo. I disegni sono molto belli e rendono ancora più piacevole la visione della serie; anche il doppiaggio a mio parere è ben fatto, molto belle sono tra l'altro le citazioni di importanti opere di autori italiani (la Divina Commedia di Dante per esempio) che compaiono nelle battute dei personaggi e che rendono ancora più epica la vicenda. A mio parere questo anime ha anche un suo lato istruttivo in quanto si scoprono numerose informazioni sulle costellazioni. Personalmente ritengo che sia un anime stupendo a qualunque età (lo guardavo da quando ero piccola e è adesso che sono diventata più grande l'ho riscoperto e ne sono diventata una grande fan!!!!). Consiglio a tutti quelli che non l'hanno ancora visto di guardarlo, sono sicura che anche loro lo apprezzeranno come me!


 7
Catulla

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Se c’è uno shonen che continua a far parlare di sé ancora a più di vent’anni dalla sua prima trasmissione in televisione quello, è Saint Seiya, trasmesso in Italia col titolo “I cavalieri dello zodiaco”, basato sul manga di Masami Kurumada.
L’apporto innovatore dell’anime nella trama, nei soggetti, nonché nel design e nelle tecniche di animazione non si può di sicuro trascurare.
Conquistati fan in tutto il mondo, con una diffusione che tocca molti paesi europei ed americani, la schiera dei cavalieri devoti ad Atena, dea greca della giustizia e della sapienza, affonda le radici nel mito. Loro culla è la Grecia: 88 cavalieri come 88 costellazioni, disposti in diverse gerarchie a seconda del valore delle loro armature. Essi rimarranno impressi nella memoria delle generazioni degli anni ’80, ma anche di quelle successive, lasciando un forte segno nello schema delle trame degli shonen e degli shoujo successivi.
Valori come l’amicizia e l’amore non ci vengono presentati subito, ma vengono crescendo pian piano, man mano che con lo scorrere degli episodi lo spettatore si appassiona ai personaggi, la cui caratterizzazione non è mai lasciata al caso, o ad un ruolo secondario. Le virtù caratteriali di Kurumada si evidenziano subito nel carattere del protagonista, Seiya, cavaliere della costellazione di Pegasus, nella sua irascibilità e insofferenza a qualsiasi forma di ordine o imposizione dall’alto, che pian piano cresce, diventando una persona matura, forte e generosa.
Nella prima parte dell’anime infatti i cinque protagonisti ci si presentano come giovani fortissimi, reduci da duri allenamenti che hanno irrigidito fortemente anche i loro cuori, fino a renderli cattivi, in certi casi. Durante la saga delle Guerre Galattiche troviamo scontri condotti in nome di valori spesso personali, anteposti a qualsiasi cosa, da cui si evidenzia la sofferenza di un orfano che non ha più nulla da perdere. Ma pian piano vengono a scoprirsi i fili di una trama ricca e complessa, in cui non mancano i colpi di scena ed il pathos, che tengono per ogni episodio lo spettatore incollato allo schermo. Durante lo svolgersi dell’anime conosciamo i protagonisti così come gli antagonisti, caratterizzati in maniera perfetta, uomini tanto quanto i protagonisti, che combattono per motivi validissimi. Dagli scontri che si susseguono tra cavalieri, episodio dopo episodio, viene ad emergere sempre di più la relatività del concetto di male e di bene, la reale crudeltà di una guerra che miete spesso innocenti vittime convinte di combattere per un ideale di giustizia che in realtà è anche quello del nemico.
Così ci affezioniamo a figure nemiche come quella di Ikki, il cavaliere decaduto dell’Isola della Regina Nera, che ha saputo aggiogare ai suoi ordini un intero esercito e che si dimostra fortissimo, seppur alla fine uomo dalle grandissime qualità caratteriali, fino al punto di oscurare la figura degli altri bronze saints, esempio emblematico di come la crudeltà di ogni nemico spesso nasconde sofferenza e solitudine.
Ci affezioniamo a figure nemiche come quelle della maggior parte dei cavalieri d’oro, la cui presenza vien fuori a ridosso della saga che vede la corsa dei cavalieri di bronzo attraverso le dodici case per salvare Atena dall’oscurità che incombe sul grande tempio, a causa di una forza malefica che si è insediata nel cuore di un uomo misterioso e potentissimo, artefice di oscuri misfatti, ma allo stesso tempo massimo rappresentante dell’autorità di Atena sulla Terra. Attraverso la corsa per le dodici case dello zodiaco, il pathos e la tensione crescono sempre di più, i colpi di scena non mancano, il tutto è architettato davvero alla perfezione; è proprio per questo che questa parte dell’anime è la più riuscita sul fronte della trama, la più coinvolgente ed emozionante: acquisire la forza di un vero saint comporta spesso innumerevoli sofferenze, il trionfo della giustizia prevede sacrifici, e spesso il male può insediarsi nei posti e nei cuori più luminosi. Ogni cavaliere d’oro ha un proprio fascino, legato alla potenza dei colpi, alle capacità superiori a quelle di qualsiasi uomo, che fanno della corsa dei protagonisti attraverso i loro templi una vera e propria follia, seppur non un’impresa impossibile.
La parte della saga di Asgard è un filler, ma abbastanza riuscito per non aver avuto il sostegno dell’opera Kurumadiana. I paesi del Nord sono così diversi dalla “calda ed assolata Atene”, le bianche distese di neve e di ghiaccio sono gli scenari che dominano negli episodi in cui i cavalieri di bronzo si devono scontrare con i possenti e valorosi cavalieri del nord, fieri del proprio onore di cavalieri di Asgard, un titolo nobiliare acquisito dagli uomini più valorosi e difeso fino alla morte e contro ogni invasore, che nel bene o nel male attacchi Asgard. Ed i richiami alla mitologia nordica, l’affascinante figura di un dio silenzioso che brandisce una spada e che si erge maestosa tra le nebbie del gelido nord, le sofferte storie di ogni nemico che i cavalieri di Atena affrontano nel loro cammino verso la donna che è vittima di un terribile e misterioso incantesimo che l’ha trasformata in una perfida regina, insofferente alla morte ed ai sacrifici dei propri amati sudditi.
A questa saga si ricollegherà poi la saga del dio Nettuno, presente nel manga di Kurumada. E’ la prima volta che i cavalieri affrontano un dio, e ciò rende la loro impresa ancora più ardua. Uno scenario meraviglioso, un fantasioso regno costruito dal dio dei mari sotto gli abissi, sorregge con portentose colonne la volta del mare: i colori dorati si sposano con i colori azzurrini e verdognoli del mare, rendendo gli scontri tra i paladini di Atena e quelli di Nettuno ancora più affascinanti. Qui i nodi verranno al pettine e si scoprirà che tutte le battaglie condotte dai 5 cavalieri di bronzo hanno un legame...
L’anime è davvero perfetto nella prima parte. La trama non soffre di alcuna ripetitività, sempre percorsa da continui colpi di scena che ci rivelano pian piano verità poco intuibili, grazie all’orchestrazione perfetta dei dialoghi e dell’evoluzione di ogni personaggio. E’ questo aspetto che ne fa la parte migliore dell’anime, poichè sia il capitolo di Asgard che quello di Nettuno soffrono di una certa ripetitività dovuta al perpetuarsi dello schema: Atena in pericolo- battaglie condotte entro un determinato lasso di tempo – grande scontro finale. Ma nonostante questo, il pregio sta nel fatto che ogni scontro è diverso dall’altro ed insegna al protagonista verità che lo porteranno a crescere, regalando agli spettatori emozioni sempre nuove.
Non è trascurabile inoltre la ricchezza di rimandi mitologici di cui è forbita la saga di Saint Seiya, legata alla geniale fantasia del maestro Kurumada unita alla sua grande cultura personale: nessuno meglio di lui ci insegna che diversità di culture non vuol dire affatto povertà di contenuti, che la ricchezza culturale anzi arricchisce. Così cavalieri provenienti dalle più svariate parti del mondo si affrontano finendo spesso con l’imparare l’uno dall’altro. Rimandi alla religione olimpica greca, allo shintoismo, al buddhismo fanno di quest’anime un’opera che non si ferma solo al combattimento corpo a corpo, ma che nasconde dietro ad ogni episodio e nei suoi contenuti leggende e dottrine religiose diversissime.
Il tutto sapientemente orchestrato con un reparto tecnico ineguagliabile per quegli anni: il character design di Michi Imeno e Shingo Araki raggiunge un picco di bellezza incomparabile, l’animazione negli episodi a cui lavorano rasenta la perfezione, gli scenari sono sempre perfetti e capaci di mescolare sapientemente la realtà cittadina di una Tokio degli anni ’80, all’antichità mista a fantasia delle rovine del Santuario in Grecia, o ai paesaggi di Asgard, persa nel mito e del regno fantasioso di Nettuno, procedendo dunque dalla quotidianità di una cittadina moderna all’ambientazione fiabesca che col procedere degli episodi prende sempre più piede.
E la colonna sonora possente che Seiji Yokoyama compone per ogni capitolo conserva nelle sue note di rammarico, tristezza, pathos o rabbia tutti i momenti che hanno saputo colpire i fan di quest’opera, imprimendoli ancora di più nella loro mente.
L’opera in Italia ha subito l’adattamento spettacolare del doppiaggio storico, che ha saputo valorizzare ancora di più la bellezza solenne dei momenti più belli della saga, grazie ad uno staff di doppiatori che ha fatto la storia del doppiaggio italiano. Intere schiere di fan continuano a dividersi sull’adattamento più o meno fedele, sulla scelta di inserire citazioni colte nei dialoghi innalzando il registro dell’opera, giudicata giusta o sbagliata. Le divisioni che hanno suscitato queste scelte però non possono far dimenticare la grandezza di doppiatori come Carabelli, De Palma, Scattorin, Balzarotti e tantissimi altri nomi che resteranno collegate a Saint Seiya, o Cavalieri dello Zodiaco che sia, nell’Italia degli anni ’80 quanto i nomi di Kurumada o Araki.
Il 10 va dunque non solo all’opera in sé, perfetta sotto tutti gli aspetti, ma anche a chi, come lo staff del doppiaggio storico, ha saputo valorizzarla elevando al massimo le sue potenzialità e continuando ad emozionare fan che ancora dopo tanto tempo continuano a guardarla e ad amarla.
Cavalieri che qui siete giunti, dono a voi la cura e la salvezza di Atena, dono a voi la cura e la salvezza di Atena...


 3
Yasha

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Un anime che seguivo quando ero ancora ll'asilo e che rividi in seconda elemntare e il mio giudizio è sempre lo stesso: Shounen davvero molto particolareggiato e originale.

(Contiene Spoiler)

Il regno di Atena ha schierato tutti e suoi i sette cavalieri dello zodiaco (uno poi però tradira il gruppo) per combattere una guerra che si sta svolgendo nel regno. Un lotta sanguinolenta piena di intrighi e avventure.

Sintetizzata questa è la trama che non si limita certo a non nascondere parecchi e dico parecchi spunti originali come ad esempio:

- La guerra storica, tema decisamente poco sfruttato se si contano gli anime degli anni 80-90 visto che a quell'epoca di guerre ce n'erano solo spaziali.
- Il design che a suo modo fa il suo dovere. Ad occhi non abituati a vedere anime dal calibro curato e raffinato in fatto di disegni risulta molto piacevole e ben fatto ma che assomiglia troppo ad altri anime shonen dell'epoca.
- I personaggi, che apparte il protagonista (il classicissimo eroe imbranato e onorevole) tutti gli altri non sembranno per nulla streotipati ma al contrario interessanti.
- I combattimenti sono pressocche originali ma che a suo tempo sono fin troppo ripetitivi. Eseguono sempre un attacco che quasi sempre va a segno e molte volte ti sembra di guardare durante le battaglie, un remake che si ripete sempre.
- Decisamente ottimi i colori usati che richiamano (parodiaticamente) delle serie majokko perchè ogni personaggio ha la sua armatura con un rispettivo colore maho shojo: il protagonista il bianco, uno il verde, uno l'arancio, uno l'azzurro, uno il rosso, uno il giallo, uno il rosa e così via
- Bellissima la sigla Italiana, una delle più ricordatre di sempre. La colonna sonora dell'anime è molto apprezzabile così come l'audio.
- Distribuzione Italiana di Yamato Video magistrale. Il minimo di censura (così ho sentito dire) che non roviana affatto l'anime e da conto mio, ogni episodio rasenta il massimo dell'originalità.

Per chi ama i classici shonen è sicuramente una perla da vedere.

Bye Yasha 10/10/09 15:30


 6
sylar 46

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Quante volte avrò visto quest'anime francamente non lo ricordo più, so solo che ogni volta che lo trovavo in qualsiasi canale, lo seguivo sempre con l'attenzione e la costanza della primissima volta.
La storia è ambienteta e narra le vicende sull'antica Grecia, con la dea Atena che dopo molti anni si reincarna nel corpo della piccola Isabel.
I protagonisti principali della storia, sono 5 dei 12 cavalieri di bronzo ovvero Pegasus-Sirio-Cristal-Andromeda e Phoenix.
Ognuno di egli ha in dote un armatura, raffigurante la propria costellazione d'appartenenza, da indossare nei cmbattimenti con vari nemici anch'essi fornti di una propria armatura.
Tutte le battaglie che affrontano questi 5 cavalieri di bronzo, si basano sempre, sul proteggere (e in molti casi a salvarle) la vita a Lady Isabel ovvero la Dea Atena, che essendo appunto una dea, attira le ire di molti nemici tra cui altre divinià come lei.
Tralasciando i vari scontri che affrontano i nostri eroi durante la serie (tra cui lo scontro con vari cavalieri d'argento), l'apice si raggiunge, quando devono affrontare le famose 12 case dello zodiaco per salvare la vita ad Atena (colpita da una freccia che nel giro di 12 ore le procurerà la morte, scagliata da uno scagnozzo di Arles, Gran Sacerdote del grande tempio di Atene, vero nemico di Atena, che mira a conquistare il mondo), ovvero 12 cavalieri d'oro raffiguranti ognuno di loro un segno zodiacale.
Quà i 5 cavalieri, saranno costretti a superare di gran lunga i loro limiti per avere la meglio su di loro, dovendo acquisire, per avere qualche chance di successo il "Settimo Senso", ovvero di portare il loro cosmo a livello pari dei cavalieri d'oro.

Adesso, per quei pochissimi che ancora che non hanno visto quest'opera fantastica, consiglio se volete scoprire come andrà a finire la storia, di rimediare seguendovi questo fantastico anime, non ve ne pentirete affatto, perchè questi è uno dei pochissimi capolavori dell'animazione, che nonostante siano passati parecchi anni ormai dalla sua prima trasmissione, fa provare sensazioni ed emozioni uniche, ogni volta che lo si vede, e soprattutto ne fa parlare ancora oggi.


 6
mbilly89

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Voto 9! Nonostante abbia il suo anni come anime/manga la storia e' sempre molto bella. E' un anime che appassiona e che merita veramente! La storia di cavalieri e di costellazioni che rappresentano le proprie armature e' molto molto bella e particolare. I combattimenti sono appassionanti e non privi di colpi di scena. Forse l'unica pecca di questo anime e' la ristretta cerchia di mosse che usano. La parte migliore a mio parere inizia con la comparsa dei Gold Saint e delle loro armature d'oro!! Questa serie resta comunque un classico che tutti dovrebbero vedere almeno una volta..


 4
Maximilian23

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Un buon anime, capace di far emozionare le persone che lo guardano, ricco d'azione, sentimenti di coraggio e vera amicizia: personalmente preferisco solo la 1° parte dell'anime (le 12 case dello zodiaco) dopo la storia perde di carisma: le armature dei cavalieri erano molto maglio quelle della prima battaglia contro Arles, dopo sono state trasformate rendendole più stilose e con linee più morbide ma a mio modesto parere non si capisce neanche di che segno Zodiacale appartengono.
Buono il disegno e le musiche adeguate.


 8
Kotaro

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
L'adattamento animato del manga di Masami Kurumada, più o meno, è quello che ce lo ha fatto conoscere a tutti quanti. Personalmente, devo dire, invece, di essere più legato al manga, ma un posticino nel mio cuore ce l'ha, di diritto, anche il buon, vecchio "I Cavalieri dello Zodiaco".

Ciò che colpisce, in primis, nel vedere Saint Seiya animato, è l'aspetto grafico, leggermente differente dal manga pur mantenendone le caratteristiche di base.
Manga e anime, infatti, all'epoca, procedevano parallelamente, ed era fondamentale che l'anime avesse un notevole appeal sulle masse, che si sarebbe riversato in un successo commerciale. Notiamo infatti sin da subito come venga modificato l'aspetto dei protagonisti, con armature più caratteristiche e sofisticate rispetto a quelle del manga e talvolta con un colore di capelli più particolare ed incisivo per alcuni di loro (per dirne una, Saori senza la sua classica capigliatura viola non sarebbe più lei, non vi pare? E invece Kurumada la concepì castana, pensate un pò!).
Il compito di rendere più gradevole il tratto statico e un pò old-fashioned di Kurumada per la trasposizione animata viene affidato a Shingo Araki e Michi Himeno, già sapientissimi interpreti di successo di Versailles no bara e Ai shite knight, il cui character design riesce a valorizzare alla perfezione l'espressività e la grande varietà grafica del maestro Kurumada donando ai personaggi grande espressività, delicatezza e vigore.
Le animazioni sono perfettamente fluide mentre la colorazione è in un primo momento tenue e un pò arretrata per gli spettatori di oggi, ma spettacolare nella resa dei colpi energetici e del "cosmo", inaugurando un espediente che verrà poi ripreso da Sailor Moon e da chissà quante altre produzioni successive, inoltre si hanno dei notevoli miglioramenti tecnici nelle animazioni e nei colori man mano che la saga procede, gli anni passano e i progressi degli animatori aumentano.
Decisamente degno di nota è il comparto sonoro: le molteplici musiche orchestrate curate da Seiji Yokoyama donano alla narrazione un'immensa epicità, e spesso e volentieri si riallacciano alle musiche popolari di quella Grecia che fa da sfondo e collante alla storia, come il syrtaki. Inoltre, le sigle di apertura (la storica "Pegasus Fantasy" dei Make Up e l'accattivante "Soldier Dream" del mitico Hironobu Kageyama) sono dannatamente ritmate e coinvolgenti, mentre le due sigle di chiusura sono una, Eien Blue dei Make Up, un classico pezzo rock dal sound anni '80, l'altra, Yume tabibito di Hironobu Kageyama, una melodia struggente e malinconica.

Trasposizione perfetta? Purtroppo no. A causa del quasi sempre brevissimo intervallo trascorso tra le puntate settimanale animate e i capitoli settimanali del fumetto, la versione animata, soprattutto nella prima parte, ha dovuto viaggiare quasi su un binario parallelo, inserendo fior fior di episodi riempitivi spesso poco ispirati, allungando le già di per sé poco esaltanti vicende iniziali e in parecchi casi anche diversificando e rendendo più confusa e meno scorrevole la storia di base. Intendiamoci, il risultato alla fine è più che buono, e non pesa più di tanto sul giudizio globale, ma prendendo l'opera cartacea come riferimento non si può fare a meno di notare come questa sia più concisa e meno dispersiva. In fondo, il tentativo, perpetrato dalla versione animata, di dare un tocco di "realtà" alla vicenda dei Saint di Atena, che nel manga è sì calata in un contesto reale ma volutamente poco approfondito, può apparire un pò bizzarro se si ha presente la "sospensione spazio-temporale" del manga, ma è un esperimento interessante, tanto più che comunque, una volta arrivati al momento clou della narrazione, ossia la battaglia delle 12 case, la trasposizione è quasi del tutto fedele alla controparte cartacea, e risulta anzi spettacolare e di grande intensità.
Una volta conclusa la prima saga, manga e anime divergono: il manga, dopo un breve capitoletto extra ambientato nelle innevate terre del Nord Europa, procede con la saga di Poseidone e poi con quella di Ade, mentre l'anime sviluppa il concept del capitoletto extra basandovi una pregevolissima saga aggiuntiva, quella di Asgard, per poi continuare con la saga di Poseidone e, ahimè, anche concludersi lì, perchè dissapori tra l'autore e la casa produttrice dell'anime non permisero di realizzare la saga di Ade, che verrà realizzata come saga a parte solo dopo quasi vent'anni.
A guardare Saint Seiya anime, se si ha presente il manga, ci si dispiace un pò che i protagonisti vengano "standardizzati" e portati, nei molti episodi riempitivi esclusivi della serie animata, a comportarsi sempre e solo in determinati modi, a discapito della graduale evoluzione caratteriale e comportamentale che subiscono nella serie cartacea, ma il loro carisma, nella maggior parte dei casi, rimane immutato, e il fascino della storia rimane. Si ritrovano infatti anche in questa versione animata gli elementi più belli concepiti dal maestro Kurumada, gli importantissimi valori filtrati dalle vicende e i molteplici, altissimi, riferimenti culturali, e, alla fine, anche lo spettatore meno convinto non può che rimanere colpito dall'incrollabile volontà del Saint di Pegasus e dei suoi compagni, eroi tra più intrepidi ed esemplari che l'animazione giapponese ci abbia mai regalato, sempre pronti a rialzarsi e a combattere con coraggio in nome della giustizia.

Parlare dell'anime di Saint Seiya, per noi italiani, però, significa anche spendere una lunga parentesi per il suo doppiaggio.
Noi non abbiamo Saint Seiya, noi abbiamo "I Cavalieri dello Zodiaco", e, credetemi, che c'è una bella differenza.
La nostra versione è stata un bel pò rimaneggiata, sono stati cambiati i nomi a tutti i personaggi (con risultati a volte davvero ispirati a volte meno esaltanti) e sono stati tolti parecchi riferimenti alla cultura orientale (vedasi su tutti il personaggio di Shaka della Vergine) che tanto erano piacevoli e interessanti nella versione originale, inoltre i nostri intrepidi eroi non sono più "Santi", ma "Cavalieri", pur essendo sempre votati ad Atena, e non appaiono nemmeno più come ragazzini in fase di crescita, quanto già, direttamente, come eroi senza macchia, come valorosi cavalieri, appunto.
Questo si è ripercosso sull'adattamento dei dialoghi, che valorizzano l'epicità delle vicende utilizzando un linguaggio aulico e forbito e inserendo qua e là persino qualche citazione colta a poeti nostrani.
Il risultato appare visibilmente diverso dall'originale in parecchi punti, ma non meno interessante o valido. I doppiatori scelti sono tutti di ottimo livello, e personaggi come l'eroico e un pò strafottente Seiya/Pegasus di Ivo De Palma, il fragile Shun/Andromeda di Andrea De Nisco, il leale Shiryu/Sirio di Marco Balzarotti, il tormentato Hyoga/Crystal di Luigi Rosa, il possente Ikki/Phoenix di Tony Fuochi, l'esaltata e nel contempo innegabilmente umana Shaina/Tisifone di Roberta Gallina, l'algida Saori/Isabel di Dania Cericola, il perfido e delirante Saga/Arles di Maurizio Scattorin, il sapiente Shaka/Virgo di Felice Invernici, il vigoroso Babel di Giovanni Battezzato, il nevrotico Death Mask/Cancer di Orlando Mezzabotta, il flemmatico Julian/Nettuno di Gabriele Calindri, (senza contare le poliedriche e tutte pregevolissime interpretazioni dell'anche direttore del doppiaggio e compianto Enrico Carabelli, come saggio e bonario maestro Doko/Libra o come effeminato e sciocco Aphrodite/Fish) ci sono davvero rimasti nel cuore.
E' uno dei migliori doppiaggi mai realizzati per un cartone animato, con l'unico difetto di cambiare spesso e volentieri interprete più volte per lo stesso personaggio (in genere quelli secondari), impedendo allo spettatore di affezionarcisi per via del cambio di voce.

Anche volendo, parlare strettamente male dell'anime di Saint Seiya mi è difficile. Anche volendo farne evincere i difetti, questi appariranno sempre ben poca cosa in confronti ai ben più numerosi pregi.
E' un'opera che trasuda grandezza da ogni dove, e spesso gli spettatori non sono degni di comprenderla, o dietro questa stessa grandezza si perdono, senza riuscirne a subire il fascino. Ma è un'opera che va vista, almeno una volta nella vita.


 7
Arioch

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Difficile per me mantenere una certa imparzialità nel recensire questa serie TV, dato che Saint Seiya è uno dei cinque anime che mi porterei su un' isola deserta. Ritengo che gli anni '80 siano stati il periodo migliore per quanto riguarda gli anime giapponesi, poiché univano un' ottima realizzazione tecnica, molto superiore alla 'povertà' degli anime anni '70, a tematiche e storie bellissime, e I Cavalieri dello Zodiaco ne è una delle migliori conferme. Tutto partì dal manga ideato da Masami Kurumada, ma fu la serie tv in esame a rendere questa saga un successo planetario, tanto che ancora oggi vengono prodotti fumetti ed anime incentrati su questi personaggi. Potendo vantare lo splendido charades di Shingo Araki e Michi Himeno, che già resero Versailles no Bara(Lady Oscar) un capolavoro, la serie parte già con una marcia in più, benché gli episodi di fatto realizzati dalla coppia siano solo una manciata. La qualità grafica è piuttosto altalenante nella prima parte della serie, con alcuni episodi che sono una gioia per gli occhi ed altri che sono davvero tremendi, ma nella seconda la climax ascendente è ben evidente, grazie al notevole miglioramento dei disegnatori 'satellite' e all'eliminazione di quelli più scarsi. Formidabile poi il pathos che la serie raggiunge nella narrazione; benché un po' annacquato nella prima parte, esplode del tutto nella seconda. I personaggi principali sono un po' stereotipati, ma questo è un pregio, non un difetto, poiché si adattano alla perfezione al tipo di storia, che narra di battaglie epiche combattute da un gruppo di ragazzi i quali sconfiggono avversari di caratura ben superiore grazie al loro spirito incrollabile ed alla purezza dei loro ideali. L' epicità della storia, già encomiabile in originale, e dovuta soprattutto ai richiami alla mitologia(principalmente greca,ma non solo), per quanto liberamente interpretata in alcuni punti, viene arricchita nella versione italiana da un linguaggio aulico che si adatta perfettamente alle atmosfere epiche volute dagli sceneggiatori. Va detto che in alcuni punti il doppiaggio italiano (probabilmente per mancanza degli originali) si lascia andare a qualche invenzione, per cui chi non tollerasse 'interpolazioni' farebbe meglio a rivolgersi al doppiaggio originale sottotitolato dei DVD Yamato, che comunque non fa perdere pathos alla serie. In ultimo, io non posso fare altro che consigliare la visione di questo caposaldo dell'animazione anni'80 a tutti coloro che amano gli anime di lotta... e che il cosmo del vostro cuore arda sempre!


 6
Laurelin

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Una serie di pregevole realizzazione, con immagini estremamente curate e fluide ed una trama innovativa per quegli anni.

Ricordo con piacere l'emozione che provavo nel vedere quegli episodi, il cui messaggio era molto chiaro: l'amore e l'amicizia sono ben più importanti del potere e della guerra!
Come contorno, anche se non indifferente, una colonna sonora superba, chi non l'ha mai cantata?

Di certo, rispetto al manga originale vi saranno molte differenze, anche per motivi di proseguimento nella storia oppure maggiore drammaticità.

Aggiungerei solo delle piccole pecche tra le varie serie, ma che non sono così rilevanti:
- è stato "allungato un po' il brodo" al momento della dodicesima ed ultima casa nella prima serie;
- la saga di Asgard è interessante, mentre la storia di Nettuno è un po' monotona, anche se non mancano elementi molto interessanti, come la battaglia con Scilla ed il finale, che è davvero in grande stile;
- la saga di Ades è un po' stile Divina Commedia, ma poteva essere realizzata meglio, a mio avviso è un po' ripetitiva e priva di spessore;
- il primo lungometraggio sul pomo della discordia è molto interessante, anche se vi sono alcuni elementi di dejà-vu;
- la saga di Apollo fa da contorno alle serie precedenti ed è discreta;
- la saga di Lucifero pecca di superficialità: troppi dejà-vu ed una trama inconsistente, priva di spessore.

Nel complesso l'anime per me ha una voto 9, in base ai valori trasmessi, alla longevità della serie, alla cura delle immagini, alla magnifica colonna sonora.

Di tutte le serie tv quella che per me non ha mai perso il suo fascino e che riguardo volentieri (nonostante l'abbia vista molte volte) è la prima serie, cioè quella che culmina nella battaglia delle dodici case.


 6
marian

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
L'anime ormai entrato nella storia e nel cuore degli appassionati, veramente stupendo e se possibile più bello anche del manga, uno dei rari casi.
L'animazione è davvero fantastica, nulla a che vedere con la recente continuazione della saga. Fondamentale il doppiaggio, ben curato e sicuramente più aulico dei dialoghi kurumadiani. La storia è davvero bella ed avvincente inserendo un nuovo capitolo, assente nel manga ovvero la saga di Asgaard e i suoi nuovi antagonisti, in uno scenario eccezionale.
Favolosa la colonna sonora sempre puntale ed i valori che ne sono alla base, amicizia lealtà, fedeltà muovono i protagonisti in un percorso lungo il quale la loro maturazione giunge all'apice, passando per una serie di nemici/amici che talvolta rubano la scena agli stessi santi di Atena.
Capolavoro.


 6
Nausica

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Una delle serie cult del mondo degli anime giapponesi, capace di affascinare fans dei cinque angoli del mondo e di entrare di diritto nell'Olimpo dell'animazione Made in Japan. Mitologia greca ed astronomia alla base dell'opera di Kurumada, con nozioni provenienti dal mondo scandinavo, dal buddismo e dall'induismo, solo per citarne alcune. Il tutto senza dimenticare i valori fondanti al centro della storia come l'amicizia, la lealtà, la giustizia, lo spirito di sacrificio e il senso del dovere. Se da un lato la storia può sembrare ripetitiva (ma è anche vero che questa ripetitività si avverte maggiormente nella seconda parte, ovvero Asgard e Nettuno) molto importante è la maturazione dei cinque protagonisti e la loro analisi psicologica, portata avanti via via che la storia procede, grazie anche a battaglie memorabili (da ricordare, solo per citarne alcune, Virgo contro Phoenix, Cristal contro Scorpio e Dragone vs Capricorn). Da sottolineare anche la caratterizzazione di personaggi che appaiono nel corso della storia: i Cavalieri d'Oro non sono certo tra i protagonisti principali dall'inizio ma sono entrati prepotentemente nel cuore dei fans proprio come i cinque Bronze. Magistrale il lavoro grafico della coppia Araki - Himeno (e quando non ci sono la differenza si vede) così come splendida è la colonna sonora, con musiche entrare nel cuore di chi ha seguito questa serie, pronte a far crescere il phatos e le emozioni nei momenti salienti della saga. Non da meno la regia, con una narrazione coinvolgente e continuata: non c'è puntata che non finisca lasciando lo spettatore con il fiato sospeso, in attesa della successiva. Menzione speciale per il doppiaggio storico, sicuramente uno degli elementi che ha trasformato i Cavalieri in un vero cult: le frasi auliche messe in bocca ai personaggi e la scelta accurata delle voci dei doppiatori sono uno dei segreti del fascino senza tempo di questo anime. Da vedere assolutamente!


 6
sogno87

Episodi visti: 145/114 --- Voto 9
Eroi, battaglie, cosmi, coraggio, lacrime, sogni, passioni, errori, giudizi, speranze, sangue, amicizia. Potrei continuare all'infinito, perchè i Cavalieri dello Zodiaco sono un'opera colma di tutto ciò che può considerarsi parte di questo mondo. Sono, a mio avviso, un'opera epica nel vero senso della parola: non solo per i temi trattati, che buttano un occhio sia alla mitologia greca, recuperandone forme e colori, sia a quella orientale, creando un minestrone di ingredienti diversi molto saporito e tutto da gustare. Il fatto che spesso la trama si ripeta, per lo meno nelle prime tre serie, lasciando cioè da parte la serie di Ade, non fa che conformare la mia tesi: la formulazione, il linguaggio aulico, la solennità dei temi, fanno dei cavalieri epica allo stato puro. Il doppiaggio storico rende di certo l'opera italiana superiore alle edizioni di altri paesi e ne distingue la magnificenza: citare Dante o Leopardi in un cartone animato non è cosa da tutti. I personaggi sono splendidamente caratterizzati e la violenza, per una volta, non è gratuita, perchè serve a dimostrare il valore di questi combattenti e il coraggio dei valori per i quali si battono, che sono quelli dell'umanità intera. La dea Atena è pressoché odiosa per le prime tre serie, perchè non fa che combinare guai o rischiare la vita, ma nella serie di Ade c'è il suo riscatto di protettrice dell'umanità. Il mio personaggio preferito è senza dubbio Ioria del Leone, ma tutti i cavalieri d'oro, i bronze, i silver e addirittura i nemici, gli Spectre, sono personaggi che vale la pena conoscere perchè arricchiscono lo spettatore. Unica pecca: forse manca un pò di quel pathos che deriva dall'amore, quell'amore che s'intravede tra Pegasus e Isabel, fra Sirio e Fiorediluna, fra Phoenix ed Esmeralda, ma che un'inguaribile romantica come me avrebbe voluto vedere e non intravvedere!


 6
Shinmen

Episodi visti: 145/114 --- Voto 10
Dalla sua prima trasmissione televisiva su Odeon tv agli inizi degli anni novanta, ad oggi, la serie che in assoluto è riuscita ad appassionarmi, sorprendermi, emozionarmi più di qualunque altra. Paradigma per le trasposizioni animate, sentiero da seguire per chiunque avesse l'ardire di rivisitare, raffinare, trasformare un diamante grezzo(il manga) in qualcosa di più. Il comparto grafico eleva esponenzialmente il modesto tratto della versione cartacea, rappresentando corpi più maturi e dettagliati nella prima serie, più esili e longilinei nella seconda e terza, più giovani e puliti nella quarta. Le animazioni sono ottime considerando gli anni in cui la serie è stata realizzata e circoscrivendo tale considerazioni agli episodi antecedenti al chapter Inferno. Decisamente scadenti quelle di quest'ultimo.
I bgm sono forse tra i migliori mai sentiti in un anime. Pegasus ryuseiken, Shiryu theme, Ikki theme, Camus death, solo per citarne alcuni, scandiscono i momenti più toccanti dell'opera, passando dalla marcia trionfale, al ritmo incalzante, dalla inquietante atmosfera, alla struggente melodia. Stesso giudizio di lode meritano le soundtrack jap, tutte davvero evocative e pertinenti. Anche le sigle italiane sono davvero riuscitissime (con esclusione di quelle di Giorgio Vanni, davvero mediocri, non tanto per la musica quanto per i testi). Degno di nota è il doppiaggio italiano, cosiddetto storico, che ha contraddistinto l'edizione italiana da quella degli altri paesi. Una recitazione teatrale e un registro aulico che elevano ulteriormente la qualità dell'opera abbattendo la banalità di alcuni dialoghi originali. Come se non bastasse l'anime va oltre.Non contento di aver perfezionato in ogni frangente il comparto tecnico, approfondisce la trama (qualche volta a scapito della coerenza interna del manga) narrandoci il periodo della cecità di Sirio, i vari periodi di allenamento dei protagonisti, il trascorso di tanti personaggi che incontreremo nel corso della storia, inventandone di nuovi, la serie di Asgard e ispirando in taluni casi anche il manga stesso (Oko non vi ricorda qualcuno?). Insomma una serie entrata di diritto nel Mito!


 6
Pain

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Bè, che dire di questo splendido anime che ha segnato i ricordi della mia infanzia? Letteralmente stupendo... A dire il vero, quando lo vidi per la prima volta, non mi sarei mai aspettato mai un'evoluzione simile della trama per Pegasus e soci. Dal torneo, i nostri beniamini sono passati a combattere i cavalieri d'oro, di rango ben superiore a loro. Tuttavia, nell'universo di Kurumada non è l'armatura a determinare l'esito di uno scontro ma bensì il cosmo che alberga dentro. Di fatto, Pegasus e soci, spinti dalla loro fede verso la dea Atena (alias Lady Isabel) riusciranno a destreggiarsi nelle situazioni più complicate grazie alla loro incrollabile determinazione e amore per la giustizia. Pegasus, in particolare, rappresenta un modello: tante volte finisce a terra stremato, in fin di vita, ma riesce sempre e comunque a rialzarsi. Le difficoltà della vita devono essere affrontate sempre a testa alta, mai abbattersi di fronte agli ostacoli che appaiono insormontabili. È così che ho interpretato il suo messaggio e ne ho fatto tesoro. La serie delle dodici case è stupenda:ogni puntatasi caratterizza per il pathos che raggiunge il climax nell'episodio finale, nella battaglia contro gemini. Il doppiaggio italiano è per me ineccepibile, insieme ad una colonna sonora che perfettamente si adatta ai vari momenti dell'anime. L'unica "pecca" che mi vieta di dargli il 10 è il ripetuto canovaccio: Lady Isabel in fin di vita o comunque in una situazione di pericolo e la continua corsa contro il tempo che scandisce le vicissitudini dei cavalieri. Ma forse è anche questo che conferisce bellezza all'anime, anche perché se se la fossero presa comoda, i nostri eroi non sarebbero mai stati così determinati e spinti dal desiderio di salvare la bella Isabel ;)

kayla

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kayla

Episodi visti: 208/114 --- Voto 10
Una dei miei anime preferiti, ho cominciato a guardarlo per caso e mi sono appassionata, ormai so quasi tutte le puntate a memoria eppure ogni volta mi emoziono. I miei personaggi preferiti sono Phoneix e Sirio, poi viene Lady Isabel, la grafica di questo personaggio è molto bella, le espressioni i lineamenti sono davvero in grado di farti capire cosa sta provando in quel preciso momento. Adesso stanno trasmettendo l'ultima serie per quanto riguarda gli anime, per ora, il nemico questa volta è Hades il signore degli inferi e devo ammettere che gli sta proprio dando del filo da torcere... Anche i nemici precedenti non erano da meno come, Arles, Ilda di Polaris, Nettuno, la dea della Discordia... per quanto io possa crescere i cavalieri dello zodiaco mi piacciono moltissimo e continuerò a guardarli perchè una volta che hai imparato a conoscerli, difficilmente li potrai dimenticare.


 1
Gackt

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Non potrei dire nulla di nuovo, visto che probabilmente tutti li conoscono e tutti sanno già di cosa tratta. Quindi tutti saprete i punti di forza e i punti deboli di questo anime che meriterebbe un bel voto non tanto per la sua qualità, quanto per la nostalgia che rievoca. Non starò a giudicare la qualità tecnica, che all'epoca era nella media, ma se pensiamo alla trama il primo difetto lo sappiamo: trama standard. Allora, tutte le saghe, a partire da quella del santuario fino a quella di Poseidone, e tutti i film procedono nel seguente ordine:
1) Compare una nuova divinità (o un sacerdote)
2) Lady Isabel/Saori viene rapita
3) I cinque cavalieri partono per salvarla
4) Affrontano uno ad uno tutti i sicari del nemico
5) Andromeda piange e arriva Phoenix
6) Pegasus è l'unico ad arrivare alla fine e subisce una bella batosta, ma non si decide a morire nemmeno se lo ammazzi
7) Pegasus indossa l'armatura d'oro
8) Vittoria

Nonostante questa sia una grossa pecca, gli autori continuano a produrre serie su serie dei cavalieri basandosi sempre su questo modello. Però bisogna dire che lo spunto iniziale era interessante. Anche molti personaggi sono stereotipati, e a volte tra i nemici si nota anche qualche idea riutilizzata (come qualche arpa in grado di causare danni). Però, diciamocelo, chi non li ha guardati? Chi non ha amato quelle armature? Anche se i sicari erano spesso tutti uguali, chi non ha amato i nemici principali, tutti fortissimi e con quelle armature dannatamente fighe? Insomma un 7 glielo do, almeno perchè siamo tutti cresciuti insieme a loro. Se solo la storia non fosse piena di personaggi degni di uno yaoi...

Fulmine di Pegasus!!! Yaiiiiiiiiiii!!!

Destino

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Destino

Episodi visti: 130/114 --- Voto 7
E' per eccellenza l'esempio migliore (o peggiore) di stravolgimento di una storia nelle sue varie trasposizioni. Il manga è molto avvincente, ricco di personaggi interessanti ben correlati tra loro. Le idee delle armature e del cosmo sono sono ben congeniate e altrettano bene sviluppate. Tuttavia il manga ha un difetto quasi imperdonabile: il tratto. Soprattutto nella prima serie Kurumada disegna male. Molto male. Sembra non saper tratteggiare le ombre e spesso sbaglia le proporzioni.
L'idea del manga è peò talmente originale da indurre la produzione dell'animè già prima della fine delle "guerra galactica". Ciò risolve il problema del tratto. La versione animata infatti è incentrata sulle armature. I disegnatori cercano di renderle affascinanti e potenti facendo loro sfoggiare sia l'apparenza del lusso sia quella della magia!
Se da un lato il cartone sopperisce alle difficolta disegnatorie di Kurumada, dall'altro ne stravolge la storia. L'intreccio narrativo viene cambiato in nome di ulteriori battaglie e quindi avversari. Numerosi eventi o personaggi (il gran sacerdote, la sorella (?) di Seiya, il maestro di Crystal, il legame di fratellanza (!!) dei cavalieri) sono quasi sempre modificati, talvolta nemmeno menzionati o inventati dal nulla.
L'aggiunta di un'intera serie (Asgard), che di fatto toglie il senso alla struttura narrativa del fumetto, è l'apisce di uno stravolgimento continuo.
Manga ed animè creano insieme una bellissima epopea ben raffigurata, ma presi singolamente sono assai mediocri.
L'ulteriore abbruttimento di Saint Seiya deriva dalla trasposizione iteliana. Odeon tv trasmesse le prime puntate nel 1992 anticipando la concorrenza ma marcando per sempre la verione italiana. Alcune scelte, come attribuire ai personaggi lo stesso nome della costellazione servita, resero la storia ancora più indefinibile e spesso indifendibile.
Ragionando a ritroso potremmo dire che nonostante tutte queste interferenze il risultato è molto apprezzato a due decadi dalla prima uscita. Ciò evidenzia come alcune idee iniziali di kurumada fossero davvero geniali. Tuttavia qua si valuta il cartone animato e il voto non può essere tanto alto.

Simone Marotta

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Simone Marotta

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Anche se la convinzione comune li vede partoriti come manga nel lontano 1986 per mano di Masami Kurumada, in realtà "Saint Seya", ( il cui titolo originale significa "Seya il Santo", mentre gli ideogrammi del titolo, che si pronuncia "Seiteshi Seya", si traducono più precisamente con "il sacro guerriero Seya") sono inizialmente nati come linea di giocattoli da parte del gigante Bandai, intenzionata a lanciare una linea di personaggi che avesse come peculiarità quella di indossare armature da combattimento intercambiabili. Per lanciarli e sostenerli in maniera adeguata, la Bandai commissionò al settimanale "Shonen Jump" un manga che ne narrasse le avventure, e alla Toei Doga una serie animata che raccontasse a sua volta gli eventi descritti nel manga: prova ne è che la serie tv venne lanciata a poche settimane dalla serializzazione del manga, per la precisione dall' 11 Ottobre 86', al 1 Aprile 89', per un totale di 114 episodi, quattro films cinematografici, e una recente nuova serie di OAv, mentre il manga raggiungerà la rispettabilissima quota di 28 volumi. Un successo straordinario per una serie che lanciava molti elemti innovativi per l'epoca, tanto da venire copiati ancora oggi: se in molti ritengono che l'unico fattore vincente fosse quello delle armature mitologiche ( tanto da lanciare un mini filone denominato "yoroi heroes gatari" ovvero "storie di eroi in armatura", che vedono ne "Icinque Samurai" e "Shurato" -inedito-, i loro esponenti più appresentativi), in realtà non si erano accorti che "Saint Seya" disponeva di molti altri elementi altrettanto innovativi e vincenti. Un primo esempio può essere l'introduzione dei "colpi pirotecnici":per la prima volta, due avversari che si sfidano non hanno bisogno di toccarsi per ferirsi, e neanche di usare armi, basta infatti fendere semplicemente l'aria per scatenare globi di luce in grado di provocare danni mortali al proprio avversario ( idea già sperimentata in maniera embrionale dallo stesso Kurumada in un altro suo manga, "ring no Kakero").Altro elemento fu la grande cura con cui venne creato un cast di amici/ avversari capace di rubare spesso la scena al protagonista principale (Seya), creando, tra i fans, veri e propri schieramenti su chi fosse in assoluto il migliore. Se si guarda con attenzione gli elementi appena descritti, si noterà che la Shueisha li utilizzerà in maniera parziale o totale su tutte le sue serie di maggior successo ("dragon Ball", Yu Yu hakusho, "Capitan tsubasa" ect..). In Italia, come di consueto, è l'anime ad arrivare per primo, sulla scia del successo riscosso in Francia, subendo una bizzarra messa in onda: a trasmetterlo per la prima volta nella primavera del 1990, fu emittente Odeon Tv, che trasmise i primi 52 episodi, e nell' Ottobre dello stesso anno tocco a Italia 7, che ne trasmise i rimanenti 62.La regia e di Kozo MOrishita, e il character design affidato alla premiata coppia Shingo Araki - Michi Himeno, i cui lavori ("goldrake", "Lady Oscar" su tutti) in Italia sono molto conosciuti e apprezzati.Il risultato è una serie di buon livello, anche se palesemente commerciale. A distribuire la serie nel nostro Paese fu Mediaset. La rete del Biscione, infatti, durante gli anni 80-90, non si preoccupava a comprare serie dai contenuti violenti ma dall' alto potenziale commerciale. Inpossibilitata però a trasmetterle sulle propie reti a causa di questioni di immagine, le dirottava su reti minori, salvando così , come si suol dire"capra e cavoli". Stessa sorte capiterà anche a "Capitan Harlock", "Lupen III", Dragon ball", "City Hunter". Il manga, invece è stato stampato in Italia per ben quattro volte: La prima è stata la rivista "Japan Magazine" della defunta edizione Eden che pubblicò , nel 91' in una versione pirata e a colori due episodi del manga originale ( non paga di questo, pubblicherà succesivamente anche la versione pirata di uno dei films). Bisognerà aspettare il luglio dell' anno seguente perchè il pubblico nostrano possa seguire le gesta dei santi di Athena in maniera completa e legale, grazie alla defunta Granata Press, che lo pubblicherà in una versione quindicinale. Verra poi ristampato due volte dalla Star comics, la prima nel 2000 nel classico formato volumetto, la seconda nel gennaio di quest' anno (2008) in un edizione "deluxe" che si distingue per il grande formato e per il ripristino delle originali tavole a colori. ( Altre recensioni dello stesso autore su "Digimon Tamers" e su "Baghi". )

Silver Star

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Silver Star

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Questa serie celeberrima presenta, a mio avviso, molti punti di forza, ma anche alcune gravi pecche.

Cominciamo dagli aspetti positivi:
1) un doppiaggio superbo, che tra l'altro è stato il banco di iniziazione o quanto meno la rampa di lancio per uno dei miei doppiatori preferiti: Ivo De Palma (voce di Pegasus - Seiya);
2) una colonna sonora magnifica, con musiche davvero indimenticabili;
3) l'idea di mettere insieme ben 5 protagonisti, dotati ognuno di una personalità molto spiccata, che riassumo qui di seguito:
- Pegasus: grande forza di volontà e tenacia / è il Cavaliere della Speranza per elezione!
- Sirio: grande senso di lealtà e dell'onore / è il Cavaliere della Giustizia;
- Crystal: grande sensibilità e attaccamento agli affetti / è il Cavaliere dal cuore più caldo, nonostante utilizzi il ghiaccio come arma;
- Andromeda: grande fragilità e insicurezza / è il Cavaliere più tormentato, ma anche quello dall'Animo più puro;
- Phoenix: grande forza e spietatezza verso i nemici / è il Cavaliere immortale: l'invincibile Fenice che non può essere annientata.

Veniamo ora agli "scheletri nell'armadio":
1) la ripetitività: ogni miniserie, a parte la prima (quella con Phoenix e i Cavalieri Neri come avversari, che è una delle mie preferite e merita un 10 pieno!) e tutta la parte fino al Grande Tempio, è sempre la stessa solfa: Lady Isabel - Athena viene ridotta in fin di vita, o rapita, o messa alle strette, e i suoi 5 Paladini hanno poche ore di tempo per salvarla! Kazzo; un pò più di varietà non ci stava male! Addirittuta tutti i 4 Film cinematografici usciti in italiano riprendono questo schema, per giunta delegando sempre alla mitica "Freccia di Sagipter" il ruolo di "arma definitiva"! Una monotonia davvero insopportabile, nonostante la realizzazione e i combattimenti dei Film siano di alto livello;
2) l'adattamento italiano, curato dal compianto Enrico Carabelli ed eccellente per quanto riguarda i dialoghi (che sono stati resi ben più aulici e poetici che nella versione giapponese), è invece osceno per quanto riguarda i nomi dei protagonisti! Come si fa a chiamare i Cavalieri con lo stesso nome della costellazione di appartenenza?! E' uno scempio vero e proprio, quando invece sarebbe stato molto meglio mantenere i nomi originali (Seiya & company);
3) la continuità grafica è un vero e proprio miraggio: abbiamo episodi disegnati splendidamente ma anche alcuni inguardabili (vedi la battaglia di Scorpio contro Crystal).

Tenuto conto di tutto quanto ho detto, ritengo che questa serie meriti un 8 e mezzo.

Mezzanotte

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Mezzanotte

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
E' vero, la trama e le situazioni sono sempre le stesse, ma a rendere memorabile questa serie secondo me è l'adattamento italiano, forse un po' libero ma lirico, roboante, assolutamente sopra le righe insomma. Le sparate di eroi e villani sono mitiche come le costellazioni che prestano i nomi ai personaggi della serie. Come non ricordare scene come quella in cui Tisifone urla "Pegasus, su questi scisti è scritto il tuo destino!" indicando la scogliera sul quale il protagonista sta per sfracellarsi? Mi basta questo per dargli un bell'8.

MITOLOGICO.

demone dell'oscurità

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demone dell'oscurità

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Il cartone col doppiaggio per eccellenza, al di sopra dell'altro capolavoro doppiato Lady Oscar, i bambini possono impararci persino l'epica e la mitologia greca divertendosi, il resto è anime giapponese allo stato puro, al pari di Dragon Ball e Ken il guerriero, lo sanno, ormai, anche i sassi. Dalla realtà del Giappone anni ottanta alla fantasia divina di nettuno, un caleidoscopio di emozioni che pare non avere mai fine. I migliori combattimenti sono pegasus contro sirio, virgo contro Phoenix e alcor contro Phoenix, non ci si stanca mai di vederli. Per chi non l'ha ancora visto, diffidate da ogni tipo di commento e guardatelo, alla fine anche voi urlerete almeno un nome della miriade di colpi segreti che vengono utilizzati, diventerete padroni del cosmo allo stato ultimo!

Orfeo della lira

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Orfeo della lira

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Ho passato tutta la mia vita con i Cavalieri dello zodiaco (Saint Seiya titolo riginale), mi ricordo come alle scuole elementari due miei amici collezionavano i modellini classici e mi fecero appassionare...
Iniziai a vederli poi a registrali su vhs. Dopo anni di fatica riusci ad avere quasi tutta la serie: solo un paio di episodi non riuscì mai ad avere...
La storia risulta subito coinvolgente e il pathos che ne deriva è impressionante e cresce puntata dopo puntata.
L'edizione italiana poi è resa ancora più speciale grazie al doppiaggio aulico ed epico fatto da Carabelli.
L'amicizia, la fedeltà, i buoni sentimenti, il senso del dovere e del sacrificio si mescolano sapientemente in questo anime cult pietra miliare dell'animazione giapponese.
Se dopo 20 anni comunque lo rimandano ancora in onda ci sarà pur sempre un motivo...
Voto 10

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Uno degli shonen combattenti più indimenticabili e mitici. Lo vidi da bambino su Odeon e Italia 7 e in parte su Junior TV e poi da ragazzo quando è stato riproposto da Italia 1 nella stagione 2000/2001 (purtorppo con tagli a destra e a manca) con la stessa passione.
La serie punta sul fascino delle costellazioni che viene attribuita ad ogni cavaliere (ve ne sono di tre categorie: bronzo, argento e oro).
Ricca di scontri e che inneggia all'amicizia e allo spirito di sacrificio e al non arrendersi mai, vede i nostri, oguno con qualità e caratteri diversi essere chiamati da piccoli ad allenarsi e diventare cavalieri per far fronte alle minaccie contro l'umanità che verranno. Sarà un continuo migliorarsi e superare i propri limiti e traumi.
Kurumada, l' autore del fumetto, leggendo quà e là, mi ha dato l'impressione di non aver fatto un progetto, anche minimo, viste certe cose, ma "vabbé".

wiz

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wiz

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Sicuramente è premiante il giudizio di chi come me lo vide soprattutto da piccolo, riguardandolo ora è originale di per se il soggetto, ma non tanto la trama che a mio avviso risulta a volte disconnessa e con numerosi filler. La caratterizzazione dei personaggi è banale e tipica e i dialoghi (almeno quelli italiani) sono spesso molto banali. Da piccolo mi piacque molto ora non tanto. La parte più intrigante è senza dubbio quando arrivano alle 12 case.

Francesco

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Francesco

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Un cartone di valore anche culturale, considerando le citazioni dotte nel doppiaggio italiano. La parte delle 12 case ha grande pathos e in generale è molto interessante la posizione dei cavalieri d'oro che non hanno riconosciuto Atena, ma che sono comunque convinti di battersi ancora in suo nome quando difendono il grande tempio da Pegasus e compagni. Particolarmente indovinate le sfumature caratteriali dei personaggi, soprattutto Phoenix con quel suo stile un po' maledetto e nietzscheiano.

Gicci

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Gicci

Episodi visti: 139/114 --- Voto 10
Voto scontato anime perfetto disegno curatissimo già nelle prime serie, specialmente quella delle 12 case, la storia si ripete? si ma i personaggi maturano per esempio pegasus all'inizio combatte solo per ritrovare patricia (la sorella) ma poi si mette al servizio di una causa più importante, come gli altri cavalieri oltre alla maturazione dei personaggi ognuno con il proprio carattere cosa che non accade in ogni anime. I difetti se proprio li vogliamo elencare sono: Storia ripetuta anche se con modalità differenti, I nomi (colpa del doppiaggio chiamare il cavaliere di pegasus pegasus...) Pregi: disegno valori insegnati(amicizia dovere..) inpegno nel rendere ogni personaggio differente, doppiatori differenti per ogni personaggio, e aggiungerei cartone culturale da cenni di nozioni che non si fanno alle elementari un buon modo per imparare ;) consiglerei di vedere il 4 capitolo ledy isabel se sono piaciuti i primi questo vi entusiasmerà senz'altro...

Kasia

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Kasia

Episodi visti: 139/114 --- Voto 8
Questo è stato senza dubbio l'anime del cuore per me anche se debbo dividere cuore e ragione nel giudizio.
Il cuore mi parla di un' idea eccezionale, la ragione ribadisce che è stata sviluppata maluccio.
Togliendo la parte mitica delle 12 case che ha fatto la gloria (a mio avviso) dell'intera saga e ha segnato la memoria per il momento di maggiore pathos, il resto si gioca purtroppo sugli stessi schemi: Ladyodiosa Isabel in pericolo (e ogni volta si distrugge la terra per salvare lei che dovrebbe salvare la terra...boh) i super guerrieri all'arrembaggio e Pegasus redivivo che stermina il cattivone di turno con l'aiuto degli amici.
Ho sempre pensato che avrebbero dovuto togliere la serie a Kurumanda, che come dimostrato dalle sue altre opere, è prigioniero dei suoi stereotipi anche se riesce a partorire qualche idea che per quanto originale viene banalizzata strada facendo.
Nonostante tutte queste considerazioni e molte altre, ho visto condivise da molti utenti, il cuore e il mio innamoramento di bambina per i cavalieri e le loro costellazioni mi impedisce di bocciarlo ma di consigliare lo stesso la visione.
Da sottolineare il lavoro all'animazione del sempre eccellente Shingo Araki che credo non abbia bisogno di presentazioni.
Che dire infine, nonostante i numerosi difetti, da vedere per ogni appassionato di anime.

torakiki

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torakiki

Episodi visti: 0/114 --- Voto 7
!uesta e forse una delle serie televisive che ha beneficiato di un doppiaggio che ne ha aumentato il fascino (i discorsi aulici e il parlare forbito di tutti i personaggi, i deliri di Pegasus, pure IKKI/PHOENIX, idolo personale, con il suo atteggiamento da duro e di uomo di strada ha un linguaggio ricercato, in originale SEIYA URLA E PARLA COME ATARU DI LAMU E IKKI COME UN CAMIONISTA ). Aggiungiamo le voci azzeccate, in primis quella di SIRIO e di PHOENIX (ho conosciuto TONY FUOCHI, parla veramente cosi, un grande!). La prima serie avvincente (la seconda ne è una pallida imitazione con qualche colpo di genio come l'ombra di MIDGAR. Parlo del anime che si segue in modo prima approssimativo e poi fedelmente il fumetto dopo la caduta di stile della seconda serie, ha un impennata con la terza, stesso clichè, ma sviluppato in maniera totalmente diversa... aspetto la serie in italia!). Tutti i personaggi discretamente caratterizzati, combattimenti avvincenti (Sirio VS Capricorn) e la presenza di più protagonisti che (anche se l'ago pende sempre verso SEIYA/PEGASUS) si spartiscono la scena (i combattimenti migliori spettano a Sirio, gli avversari più tosti a PHOENIX).
Ha il difetto della ripetitività, ma molti anime di genere lo hanno, e qualche caduta stilistica qua e la.

Phoenix

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Phoenix

Episodi visti: 139/114 --- Voto 10
I Cavalieri dello Zodiaco sono un vero capovaloro dell'animazione nipponica, insieme a Ken il Guerrieri e I Cinque Samurai sono i migliori prodotti della sezione "anime da combattimento". La trama è particolarmente avvincente grazie ai forti richiami alla mitologia classica e nordica (serie di Asgard). Nelle avventure dei cinque bronze saints non mancano lotte cruente e pericolose, gesti estremi, il coraggio,senso della giustizia, il sacrificarsi per i propri amici e morire per dei nobili ideali. Alcune battaglie sono indimenticabili e sono passate nella storia, mi riferisco a scontri epici: "Sirio vs Pegasus" nella Guerra Galattica, "Sirio vs Argor", "Virgo vs Phoenix", "Scorpio vs Crystal", "Sirio vs Capricorn" e "Crystal vs Aquarius" (nella prima serie). Molto bella è anche la seconda serie ambientata nelle fredde terre del Nord, anche qui sono da citare splendide battaglie come "Phoenix vs Mime", "Sirio vs Megres", "Phoenix vs Alcor" e "Pegasus e Sirio vs Orion". Nella terza serie, quella di Nettuno è particolarmente bello il pezzo in cui i tre cavalieri indossano le armature d'oro e abbattono la colonna dove è rinchiusa Lady Isabel. Per quanto riguarda Hades, la parte che preferisco e il Santuario. I disegni e la storia sono avvincenti e all'avangurdia (la grafica). Memorabile è il combattimento tra Virgo e Saga, Camus, Shura dove il cavaliere della Vergine decise di sacrificarsi nel giardino dei salici gemelli. l'Inferno è un po inferiore al Santuario, non ci resta che aspettare l'Elisio dove i cinque eroi indosseranno le armature divine e sconfigeranno Hades.

camus81

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camus81

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
La mia serie in assoluto preferita; avevo 10 anni o giù di lì quando la vidi per la prima volta agli inizi degli anni 90, e ora che ho 26 anni rimane sempre il mio anime preferito. Non solo per la trama, ma anche per i disegni fantastici di Shingo Araki (Lady Oscar, Occhi di gatto 2), per le musiche epiche, per il bellissimo doppiaggio italiano.
Rispondo a chi lo taccia di ripetitività. E' vero, non lo nego, ma questo neo è dovuto principalmente alla serie di Asgard (splendida per scenari e musiche, molto meno per la trama), che fu comunque voluta dai produttori Toei per sfruttare il successo della saga fino a quel momento, visto che la serie non è presente nel manga. Hanno perciò deciso di portare avanti "formula che vince non si cambia", esagerando un tantino.
Questo ha portato purtroppo a minimizzare la serie di Nettuno, comunque bella e originale, e alla decisione di non trasporre la serie di Hades, che in buona parte si stacca dal solito canovaccio e propone situazioni differenti.
Il fatto stesso che, a distanza di 15 anni, la toei abbia deciso di trasporre in anime Hades, significa che la serie gode ancora di ottimo successo, considerando anche la forza che l'ultima serie, la quarta, riscuote in fatto di suspense e colpi di scena.

B.frank

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B.frank

Episodi visti: 110/114 --- Voto 9
Sfortunatamente, a questo cartone, non si può dare un voto pieno, dati alcuni piccoli difetti, ma non si può nemmeno dare un voto basso, dato che insieme a Ken il guerriero e Mazinga z, si può definire, uno dei pilastri della storia dei cartoni:
La trama, mi ha sempre affascinato, anche se a volte ripetitiva, che tocca il suo apice, con la saga delle 12 case; dopodichè tutto quello che viene dopo è poco o per niente interessante.
I combattimenti, non sono quasi mai ripetitivi, anche se il finale, è quasi sempre scontato.
L'unico grosso difetto è Lady Isabel, che essendo l'incarnazione di Atena, dovrebbe quanto meno difendersi da sola.
Per il resto, un piccolo capolavoro.

TheGreatSephiroth

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TheGreatSephiroth

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Un ottimo anime che ha fatto la storia dell'animazione jappo. Ma forse (e non è una novità) è da segnalare l'eccessiva ripetitività dell'azione. Ci sono sempre sti tizi che devono salvare Atena che è in pericolo di vita. Hanno un qualche limite di tempo e devono sconfiggere i cattivi di turno. All'inizio, ovviamente, le prendono sempre per poi tirar fuori la "forza nascosta" che li fa vincere con un solo colpo. Una formula che decisamente funziona per la serie delle 12 case, ma che con Asgard e Nettuno diventa decisamente stancante...

Futaba

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Futaba

Episodi visti: 100/114 --- Voto 10
I Cavalieri dello Zodiaco?!? Non ho vosto mai niente di meglio!! Tutta la mia infanzia e anche un po oltre è stata accompagnata da questa leggendaria e incredibile serie!!! Credo che raccontarne la trama sarebbe a dir poco INUTILE perchè chi non conosce i Cavalieri dello Zodiaco?? Devo dire però, come mlti, che la saga delle 12 case è stratosferica, ma quella dei cavalieri di Asgar è molto ripetitiva!Pegasus, Sirius, Cristal e Andromeda hanno come compito e come unico scopo di vita quello di inseguire e salvare quella poveretta ritardate di Lady Isabel, che per dirla tutta è la reincarnazione della dea Atena, dea graca della guerra e della sapienza, che in varie occasione ha dato prova di avere pieno controllo sui suoi poteri divini, quindi potrebbe benissimo protegersi da sola....A prevalere sugli altri è sempre quel Pegasus:[!! L'essere più antipatico che essteva al mondo (pensavo io da piccolo) che si entiva il diritto di dominare su tutti gli altri. Oltre ai difetti, che non sono pochissimi ma ora non voglio dire, questo anime trasmetteva valori su cose come non rrendersi mai, o sull'importanza dell'amicizia, quindi secono me sno serviti a farci capire anche molte cose. Infine non posso che dire che non potrei mai non dare 10 a questa magnifica serie, perchè è letteralmente cresciuta con me, anzi direi che io sono cresciuto con loro!!PS. non saprei dire di preciso quante puntate ho visto. ciao a tutti.......

Edward Radical

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Edward Radical

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
E' certamente un'anime indimenticabile e la prima volta che lo vidi su Odeon TV, da ragazzino, ne fui semplicemente entusiasta ( Con la mitica sigla cantata dagli Odeon Boys !!! ). E quando su Italia 7 si decisero finalmente a trasmettere la seconda parte fu davvero una grande festa !
Ma perchè hanno stravolto i nomi e i dialoghi? A distanza di anni sono ancora qui a domandarmelo...
Questo ora è il principale motivo per cui non mi sento di attribuire un 10 a Seya & Co.
Senza parlare poi del colpo di grazia inflitto da Mediaset prima di trasmetterlo su Italia 1. Ma questo è un'altro discorso...

Fabrizio

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Fabrizio

Episodi visti: 114/114 --- Voto 9
Saint Seiya meglio noto in Italia come i cavalieri dello zodiaco costituisce insieme a Dragon ball (seza fare la separazione con la serie Z così com'è nel manga) e a Ken il guerriero la triade legendaria degli anime degli annni "80. Questo anime tratto da un bellissimo manga di Masami Kurumada viene reso eccezionale dal character design di Shingo Araki. La storia che mescola elementi culturali estremamente diversi tra loro (i miti dell'antica grecia, quelli nordici ed elementi della cultura orientale) è avvincente, coinvolgente, entusiasmante e a tratti commovente insomma è a dir poco fantastica. I disegni e le animazioni sono di ottimo livello e le musiche eccezionali e sempre adeguate. L'unico difetto è che dopo la saga delle 12 case diventa un tantino ripetitivo, ma ciò non toglie che sia uno dei migliori anime mai realizzati. L'edizione italiana poi per la scelta dei dialoghi dal linguaggio epico e per la qualità del doppiaggio: eccezionale!!! per tuttte queste ragioni il voto è 9 e forse anche qualcosina in più

kayyam

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kayyam

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Ci sono davvero un'infinità di cose da dire su questa serie entrata nell'olimpo dell'animazione nonostante i suoi indubbi limiti, sottolineo quella che secondo me è la caratteristica centrale ovvero il senso dell'epica, dell'eroismo... il che giustifica in parte la buona dose di patetismo... come nei film di Eastwood :-)

Favoloso il doppiaggio che, per esaltarne questo aspetto, ha adottato un italiano arcaicizzato e letterario, con perle come «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole» oppure «Lo spirto guerrier ch'entro mi rugge».

Riou

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Riou

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Uno dei cartoni che hanno maggiormente segnato la mia pre adolescenza. Scontri entusiasmanti, nemici ognuno caratterizzato da poteri e tecniche particolari, personaggi che catturavano con le loro vicende... se dovessi fare la recensione di Saint Seiya (usiamo il nome originale va) all'epoca in cui l'ho visto per la prima volta, penso che un 10 non glielo toglierebbe nessuno.
Ma con un 7-8 anni di esperienza in più, il voto cala e i difetti si fanno vedere.
Una trama stentata e ridotta all'osso con Saori (Lady Isabel) si sacrifica o viene rapita dalla minaccia di turno e Seiya e soci che vanno a salvarla, affrontando i cavalieri che si oppongono. La parte migliore dell'anime rimane la scalata del santuario e gli scontri con i gold saint. La parte di Asgard e la saga di Nettuno sono invece sottotono.
Anche l'adattamento italiano non sfugge da critiche: cambi di doppiaggio ai personaggi (fortunatamente quasi sempre pg secondari), nomi di tecniche e personaggi stravolti (incredibilmente Pegasus è destinato... all'armatura di Pegasus! Non lo si aspettava), insomma un po' uno schifo. Nulla da dire sui combattimenti, che riescono a entusiasmarmi ancora oggi, anche se alla fine si risolvono sempre con *inserire nome del cavaliere* che in vita di vita, usa la tecnica ultra potente e vince.
Buone anche le musiche che mi sono ancora rimaste impresse dopo anni.
In definitiva il mio voto è un 7.5 ma visto che non si può dare porto a 8 per Saint Seiya, per quanto mi ha lasciato :)

odracir78

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odracir78

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Questa serie non si guarda certo per il contenuto che ha da offrire, per adulti voglio dire, ma per i piu giovani tra noi e`una serie di gran valore. Io avevo circa 10 anni quando incommincai a seguirlo e all`inizio devo dire non mi deludeva di certo, ma appena arrivarono alla case dei cavalieri d`oro, la serie incomminciava a ripetersi, ma questo d`altronde si sa ormai. Vale detto pero`che questa serie era una delle piu`importanti nella mia infanzia. Perche`l`atmosfera sacra, ed il design di Shingo Araki era ottimo. Specie le armature erano disegnate in maniera cosi accattivante, proprio per questo motivo mi piaceva un sacco, anche se le scene d`azione non erano mai al massimo . Comunque per i nostalgici tra di noi sempre molto godibile. Questa serie rimane qomunque un classico.

Ramino87

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Ramino87

Episodi visti: 114/114 --- Voto 8
Ho 19 anni e sono crescito guardando I Cavalieri dello Zodiaco su l'ormai defunta Junior Tv. Come si fa a non amare quest'anime che per me rappresenta la mia infanzia! Ancora ricordo le titaniche battaglie nel salone di casa tra me (nel ruolo di Sirio il Dragone), mio fratello Andrea (nel ruolo di Crystal) e mio cugino Antonio (nel ruolo di Pegasus). Persino quando giocavamo a pallone tra amici prima di mirare alla porta si urlava "FULMINE DI PEGASUS"! Insomma sono affezionato a questa serie più per motivi nostalgici. Infatti dopo la serie delle 12 case questa scema di Lady Isabel potrebbe anche salvarsi da sola! La trama infatti è un pò ripetitiva. Persino nella serie Hades Pegasus & Co. devono salvare ancora Atena! E basta! Comunque, insieme a Ken il Guerriero, i Cavalieri dello Zodiaco è stato uno dei cartoni che ha segnato una generazione.

KUWABARA

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KUWABARA

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Il miglior anime degli anni '80, ottima l' ambientazione, e anche i personaggi sono abbastanza simpatici, tranne Andromeda che ogni volta che combatteva, doveva essere sempre salvato da suo fratello Fenix (ottimo personaggio, il mio preferito). I cavalieri d'oro sono stupendi, e anche quelli d'Asgard non sono da meno; purtroppo i generali degli abissi sono poco apprezzabili (tutti tranne Abadir), che vengono sconfitti molto facilmente anche da Andromeda(addirittura).

Testu

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Testu

Episodi visti: 114/114 --- Voto 7
Una serie storica, il loro modo di parlare epico li distinguerà sempre (mi pare d'aver letto che è una chicca solo italiana). In ogni caso la saga del grande tempio è spettacolare, l'unico problema è la ripetività di questa serie che con Asgard e Nettuno non offre niente di nuovo a parte un cambiamento di posto, dato che la formula rimane, Lady Isabel da soccorrere + cattivo+serie di cavalieri da affrontare uno per uno. Oltre che ripetitivi, i cavalieri irrealisticamente non schiattano mai e cominciano ad acquisire facilmente il settimo senso, sconfiggendo solo con amicizia e caparbietà non solo i sacerdoti, ma anche le divinità stesse (assurdo no?). Poi nei movie, da apollo ad Ares la situazione è peggiorata parecchio. Si doveva fermare al grande tempio a mio avviso o al massimo ad Asgard, in ogni caso è una serie che resterà immortale. Purtroppo la censura l'ha rovinata moltissimo a causa di alcune scene di combattimento più dure o a dialoghi ambigui. Bella serie ma alla fine stanca perchè sai già come andrà a finire, in più i personaggi hanno un'età ridicola ad inizio serie, che non corrisponde ai character, poi pegasus come cocco di Isabel e protagonista su tutti lo trovo parecchio antipatico.

Kain the Voice

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Kain the Voice

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Il mio anime preferito di sempre.
Per vedere tutte le puntate della 2 e terza stagione ho dovuto aspettare la splendida raccolta in dvd della Yamato.
E' vero, la storia si ripete, Isabel rapita e i nostri eroi devono salvarla, ma credo che in questa serie il suo punto di forza è la caratterizzazione dei personaggi comprensiva dei loro poteri e della loro incredibile forza. Almeno questo è ciò che mi colpì maggiormente oltre alla attrazione verso le loro armature e i richiami mitologici che io adoro. Inoltre consideriamo che sono passati più di vent'anni dalla loro nascita...
Per concludere: bellissimo e immortale!!!

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 114/114 --- Voto 5
La prima volta che vidi i cavalieri dello Zodiaco mi appassionai tantissimo. La parte delle 12 case in particolare è davvero notevole. Ma se devo dare un giudizio critico non posso non notare che la trama è sempre la stessa: Lady Isabel è stata rapita! Andiamo a salvarla! Abbiamo tempo limitato e una schiera di cattivi sempre più cattivi! E quei pochi elementi che si cercano di introdurre hanno più buchi di una forma di groviera. Roba che neanche i picchiaduro di serie B.

Tra l'altro l'adattamento mediaset (non fedele all'originale) ha addirittura impreziosito questo cartone (anche se mi sono sempre chiesto come potesse Pegasus non vincere l'armatura di Pegasus: è ovvio che l'incontro era truccato!)

Chiariamoci, non è che non mi piaccia quest'anime (Virgo era un mito), è che i difetti sono proprio tantissimi (e il fatto che tantissimi fan li riconoscano è tutto dire).

Con dei personaggi così e il chades di Shingo Araki poteva essere davvero un capolavoro assoluto. D'accordo, il segno lo ha lasciato (e non calcherò la mano sul voto più di tanto), ma il valore artistico è pressoché nullo.

leo

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leo

Episodi visti: 114/114 --- Voto 10
Il più bell'anime di tutti i tempi, ha segnato 1 generazione, avevo tutti i modellini possibili e immaginabili, e quelli che non trovavo me li facevo io.
La storia credo la conoscano tutti, magari può sembrare ripetitivo, eppure non mi stanco mai di vederlo, perchè quello che colpisce e che interessa non è la storia, chissene di Lady Isabel, le venisse un ictus a lei e a quei 4 fessi di bronzo, ma i vari cavalieri che incontrano.
La prima volta che l'ho visto, non vedevo l'ora di vedere il prossimo cavaliere e conoscerne la storia e immedesimarmi in lui (w deathmask, personalità fantastica, e si vede che ha studiato visto le frasi che dice, tipo: "Evitatemi la predica maestro, sapete anke voi ke il confine tra bene e male è molto sottile; può anche darsi che Arles abbia commesso ingiustizie, ma se alla fine vincerà lui, le ingiustizie che avrà compiuto si muteranno in atti di giustizia necessaria dovuti alle circostanze e al bisogno. Una volta esteso il suo potere sull'universo chiamerà ben fatto quel che voi ora chiamate con il nome di ingiustizia." UN GENIO ASSOLUTO)
W i Cavalieri dello Zodiaco!

luposkj

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luposkj

Episodi visti: 133/114 --- Voto 7
Un cartone fantastico e credo che soprattutto i meno giovani lo ricorderanno sempre. Non merita piu' di sette perchè l'avvio è un po' stentato e dopo la conquista delle dodici case l'anime invece di finire continua inutilmente. Dopo la conquista delle 12 case la storia diventa noiosa e ripetitiva, appunto inutile. Tutti gli elogi di prima sono rivolti alla parte centrale del cartone che racchiude il succo del meglio che poteva fare l'autore.
Poi l'idea non era male: una rivisitazione nipponica della grecia classica!!!! Mi dispiace nn poter andare sopra al sette ma neanche la Toei Animation ha aiutato nella versione italiana.