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esseci

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8,5
Ho ripescato questa serie originale del 2006 incuriosito dalle numerose recensioni presenti sul sito su un prodotto che per gli argomenti trattati rappresenta uno dei miei generi preferiti.
E così ho iniziato la visione. Se dovessi riassumere l'opera in poche parole potrei scrivere: "originale"... nella sua esposizione, non tanto nei suoi contenuti e, soprattutto, "ambizioso" e "coraggioso".
Si tratta di un'opera non frutto di trasposizione, ma concepita come anime in 23 episodi e trasmessa nel 2006. Il regista è Shuko Murase e lo sceneggiatore Dai Sato (tra le tante opere: "Cowboy Bebop", "Wolf's Rain", "Eureka Seven") la produzione è stata a cura dello Studio Manglobe (non più esistente da qualche anno).

Scriverne a distanza di ben 16 anni fa specie al pari del numero di recensioni, segno che nel bene e (poco) nel male si tratta di un prodotto che ha lasciato il segno...
"Ergo Proxy" appartiene al genere sci-fi, cyberpunk, futuro distopico, filosofico, psicologico, mistero in cui partendo dall'occasione di "sviscerare" un classico dei generi sovra citati quali il rapporto uomo-esseri artificiali più o meno senzienti (idea iniziale dell'opera) vira sulle riflessioni sull'origine e sull'esistenza umana utilizzando un linguaggio visivo e parlato metaforico e profondamente citazionistico che mette a dura prova la capacità di comprensione e concentrazione dello spettatore.
Ci si ritrova immersi in una sorta di viaggio onirico e simbolico (a tratti quasi psichedelico), attraverso un anime che presenta episodi lenti, in apparenza scollegati, ricchi di "indizi" più o meno celati tra le immagini e i dialoghi anche criptici, cupo e misterioso... un'opera che, limitatamente alla mia piccola esperienza sul tema, non ha trovato ancora eguali...
Mi manca la visione di "Neon Genesis Evangelion", lo ammetto (recupererò appena possibile), ma se vogliamo fare un paragone molto azzardato "Ergo Proxy" ha cercato di "scimmiottare" in originalità i mostri sacri della fantascienza lontano passato quali S. Kubrick e R. Scott: il primo soprattutto per la visionarietà e il secondo per parte dei contenuti.
Il tutto mixandolo in un meltin pot di generi che spaziano dalla filosofia esistenzialista alle fiabe (Pinocchio e Alice nel paese delle meraviglie), alla storia e all'arte (vedi gli automi ispirati alle statue realizzate da Michelangelo nella Sagrestia Nuova in onore di Lorenzo i Magnifico e il cui tema è il "tempo consuma tutto")... canzonando anche i generi di prodotto tanto in voga in questi anni quali i giochi a premi (in un particolare episodio solo in apparenza filler) e i parchi divertimento (allegoria della finta felicità dell'esistenza umana in una realtà artificiale e consumistica?).
Quindi "Ergo Proxy" sembra più un'odissea, una metafora che contiene una riflessione sulla vita dell'uomo, sulla sua continua tensione all'eternità e ai suoi più o meno goffi e inutili tentativi di ergersi a "divinità" per superare i propri limiti e errori...

Benché l'umanità abbia creato per necessità una realtà di apparente benessere e felicità in un ambiente terreste distrutto e reso ostile dall'uomo stesso, i personaggi dell'opera, inclusi i autoreiv (gli androidi che a seguito del virus "cogito" diventano più o meno consapevoli di sé, similmente agli umani), sono a vario titolo "irrequieti" (come in "Harmony" di Project Itoh), insoddisfatti di ciò che vivono e possiedono e anelano alla conoscenza di tutto ciò che loro manca: la verità. Ma anche quando pensano di averla scoperta, devono interfacciarsi con i limiti di comprensione tipici dell'essere umano, in un loop senza fine. E il finale è paradigmatico di questa concezione: dopo gli indizi inseriti nell'episodio del quiz, la divinità tanto attesa non avrà alcuna sembianza e parvenza divina...

Descritto in questo modo "Ergo Proxy" potrebbe essere definito un capolavoro. Per quanto lo abbia apprezzato, devo riconoscere che l'anime mi è sembrato più un tentativo di sincretismo di generi e di visioni ontologico metafisiche che appesantiscono in maniera, anche letale, l'opera, mettendo a dura prova la pazienza e il desiderio di continuare nella visione.
Soprattutto la notevole serie di citazioni e riferimenti che da un lato contribuiscono alla sua atmosfera di "ricercatezza", dall'altro rappresentano anche la pretenziosità dell'anime, un aspetto negativo proprio per l'eccesso di numero e complessità dei riferimenti che spesso danno l'idea che gli autori si siano concentrati più su questo aspetto formale, che su quello sostanziale del messaggio che volevano trasmettere...
Dal punto di vista grafico, l'anime risulta molto curato. Le animazioni sono comunque di livello la grafica riesce a mixare bene i disegni con la CG. La fotografia si dimostra coerente con i contenuti dell'anime: tanto chiara nel descrivere la città felice da cui parte la narrazione e tanto cupa nel descrivere il mondo esterno.

Anche il linguaggio visivo ha la sua importanza nell'opera: mi riferisco al citazionismo del trucco degli occhi della bella protagonista Re-L che è simile a quello di Pris replicante di "Blade Runner" (e che inizialmente contrasta con il carattere austero del personaggio) o al costume con le sembianze del coniglietto che Pino (l'androide) indossa spesso nell'anime (riferimento a "Alice nel paese delle meraviglie") o alla metafora dell'apertura degli occhi del protagonista Vincent Law dopo alcuni significativi momenti...
Comparto musicale che mi ha veramente convinto: la opening "Kiri" dei Monoral è azzeccatissima, oltre ad essere di gusto e stile internazionale (il duo è comunque giapponese), nonché ben amalgamata con le immagini dell'anime: il ritornello "Come and save me" ripetuto fino all'ossessione sembra l'urlo di dolore dei personaggi dell'anime che non trovano pace ai loro tormenti esistenziali. L'ending "Paranoid Android" dei Radiohead non necessiterebbe di ulteriori commenti e rende bene la sofisticatezza dei temi trattati nell'animazione.

"Ergo proxy" è uno di quegli anime che tocca tanti temi impegnativi quali la ricerca del senso della vita, il libero arbitrio, la consapevolezza e l'autodeterminazione di sé, in cui i personaggi sono sfaccettati e abbastanza complessi con particolare riguardo ai tre protagonisti: V. Law, Re-L Mayer e Pino, che pur essendo un androide infettato dal virus, si evolve e cresce anche dal punto di vista affettivo come farebbe un bambino umano.
Merita di essere visto con un consiglio in linea con lo spirito dell'anime: "handle with care".


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Galakriel

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Non è facile guardare "Ergo Proxy". Non è facile apprezzare "Ergo Proxy". Ma al tempo stesso non è nemmeno facile spiegare i motivi del perché mi sia piaciuto.

Un anime lentissimo, cupo, di difficile comprensione e pieno di episodi apparentemente inutili e riempitivi. Eppure è uno di quei rari casi in cui il tutto che lo compone vale più della somma delle sue parti. Pochi dialoghi ben piazzati, suggestioni cyberpunk da inverno nucleare tra cyborg, esseri sintetici e divini, suoni metallici e gracchianti, tante piccole storie slegate ma unite da un filo comune: la ricerca dell'io. Ad amalgamare questi elementi un senso di sospensione misto a straniamento che ti accompagna fino all'ultimo episodio, che più che regalare un finale sembra dare un nuovo inizio o chiave di lettura a tutta l'opera.

Anche la opening e la ending, "Kiri" dei Monoral e "Paranoid Android" dei Radiohead, restituiscono un senso di pathos e stilisticamente si pongono subito in netto contrasto con le classiche sigle anime che ci si aspetterebbe. Questo perché "Ergo Proxy" nasce con una fortissima impronta autoriale e il desiderio di raccontare sicuramente qualcosa di già visto e rivisto, ma con uno stile tutto suo e che non manca di mostrare una nuova prospettiva. Non per ultima c'è la componente tecnica che è di alto livello, e va di pari passo con design ispirato di personaggi e ambienti molto dark, pallidi, metallici e con una estetica che urla anni '90.


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Torom

Episodi visti: 23/23 --- Voto 6,5
Le animazioni stupende e una CGI che si fonde alla perfezione nel tutto e non si lascia notare affatto (odio la CGI visibile in stile "Last Exile"), unite ad un bel character design non consueto (bellissima la protagonista Re-l, molto ben fatti gli autoreiv) e a una bella colonna sonora, purtroppo non ottengono giustizia da una storia che fa più promesse di quante riesca a mantenerne.

Nessun problema per il ritmo lento, che ben si sposa con l'atmosfera angosciante e rarefatta. Nessun problema con gli episodi "fuori trama" e di stampo onirico/allucinatorio, che ho anzi trovato particolari e originali. Il problema nasce per me in un eccesso di pseudo-filosofia esistenzialista trito, cervellotico, pretenziosamente profondo ma in realtà superficiale, banale e già visto (per lo più in altri anime, come ad esempio "Evangelion") e nel mancato approfondimento di molti temi.

Attenzione: questa parte contiene spoiler!

Chi è il nonno di Re-l e perché è stato scelto dal creatore per reggere Romdo? Chi/cosa sono le statue parlanti attorno a lui? Perché i concittadini devono rinunciare ai beni materiali? Perché Ergo Proxy odia l'idea di essere un Proxy al punto da crearsi una personalità umana e dimenticare le sue origini? Cos'ha a che fare la seconda Re-l con Monad? E ancora tante domande irrisolte, che ora non mi vengono in mente.

Fine parte contenente spoiler

Un'altra nota di demerito, secondo me, è data dal protagonista maschile, Vincent Law: un pusillanime assoluto che riesce ad essere più irritante di Shinji Ikari (per citare ancora Evangelion), senza però la giustificazione di essere un quattordicenne traumatizzato. E il suo doppiatore Christian Iansante, essendo un grande attore, riesce a renderlo ancora più irritante di quanto già non fosse, accentuando in modo eccellente tutta la sua titubanza e la sua mancanza di energia. È lui, secondo me, ad abbassare notevolmente la capacità di coinvolgimento di questa serie, perché è un personaggio semplicemente noioso e fastidioso, che sembra avere veramente poco da dare e da dire.

La cosa più bella di questa serie? La piccola autoreiv Pino. Un raggio di luce costante in un mondo che altrimenti avrebbe ammazzato lo spettatore a colpi di angoscia. Di una tenerezza disarmante, ma non una tenerezza melensa. Una tenerezza allegra e gioiosa, ma non forzata, accentuata dalla vocina di una meravigliosa Ludovica Bebi nei cui confronti ho letto critiche a causa di una dizione ritenuta non perfetta. Io non vi ho ravvisato alcun problema di dizione, ma nella sua recitazione c'è sicuramente qualcosa di particolare, di meno "doppiaggesco" del solito e che salta all'orecchio, che secondo me però si sposa in modo meraviglioso con il personaggio di Pino. In fondo, anche il grande Ferruccio Amendola era poco doppiaggesco, e quella fu la sua grandezza.

Per concludere: Ergo Proxy è l'ennesimo esempio di anime dall'enorme potenziale sprecato a causa della tipica cervelloticità nipponica. Per qualche motivo, i giapponesi sono i numeri uno quando si tratta di scambiare la pesantezza per profondità e la cervelloticità per intelligenza. A mio avviso, la semplicità vince. C'è molta più profondità in un "Cowboy Bebop" o addirittura nello scalmanato "One Piece", senza alcun bisogno di ricorrere ad alcuna criptica dissertazione sull'esistenza che alla fine si rivela nebulosa ed inconcludente al punto da far rivoltare Platone e Nietzsche nella fossa.

Il mio voto è una media aritmetica tra l'8 che do al comparto tecnico (disegni, animazioni, musiche) e il 5 che do alla storia.

P.S. Questa serie è da guardare in blu-ray per goderne l'ottimo impatto visivo. Si trova in streaming gratuito su VVVVID, ma la definizione standard non le rende giustizia e genera un sacco di artefatti. Il cofanetto Dynit si trova ad appena 23 euro, e per quanto il mio giudizio sulla serie sia solo parzialmente positivo, credo che 1 euro ad episodio per godersela al meglio li valga.

Utente28606

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Utente28606

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
"Ergo Proxy" è un anime del 2006 di ventitré episodi, andato in onda, qui in Italia, su Rai 4. Alla regia abbiamo Shukō Murase. Avevo incontrato Murase nel ruolo di direttore d'animazione in "Gundam F91", character designer in "Gasaraki" e animatore in "Samurai Champloo". Come sceneggiatore incontriamo invece Dai Satō. Anche lui lo avevo visto all'opera in altre serie di fantascienza, cioè "Cowboy Bebop" e le due serie di "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex".
"Ergo Proxy" è, per merito dello studio Manglobe, confezionato in maniera molto elegante, con un lato tecnico d'altri tempi. Solo qualche altro titolo, tipo "Death Note", potrà fregiarsi del bellissimo tocco visivo che gli ha conferito la Manglobe. Il character design è stupendo. Realistici i fondali o le armi dei protagonisti. Bellissima l'opening, con il suo stupendo grido "Vieni qui e salvami!" e l'ending dei "Radiohead". Le musiche di Ike le trovo stupende. Le ho sentite tutte centinaia di volte. Dico sul serio. Un album di colonne sonore che andrebbero ascoltate anche senza aver visto mezzo cartone animato in vita propria.
Le animazioni sono ottime. Il contrasto fra luce e tenebra è reso egregiamente in stupendi disegni a metà fra la CG moderna e un tocco lievemente dark e rétro.

Veniamo ai contenuti. I personaggi sono tutti simpatici. Fantastica la protagonista. Iconici i membri del Consiglio. Pino è un po' irritante però. Almeno all'inizio. Con il tempo l'ho apprezzato molto di più. Iggy stupendo, ma rovinato da un episodio che non comunica pathos e non rende giustizia alla sua figura. Un peccato, visto lo splendido potenziale filosofico della sua figura.

Ma ad attrarmi è un altro AutoReiv. Un AutoReiv femmina, senza bocca, sempre in ombra accanto alla scrivania di Raul. Ogni sua inquadratura ammanta di fascino il suo collo sottile e slanciato e i suoi splendidi dialoghi. Mi riferisco alla segretaria meccanica dallo sguardo indagatore Kristeva. Nel suo fedele silenzio e la sua glaciale e spietata precisione è per me il miglior personaggio della serie. Un robot così non si vedeva da tempo nella fantascienza animata e dubito che gli anime ci daranno mai più una donna così forte e tutta d'un pezzo. Una sorta di Edith Tolkien, una donna vera e con i controattributi. Impossibile dimenticarsi del suo elegante aspetto minimalista e dei suoi piccoli occhi rossi, mentre monitora il sudore e il battito cardiaco di Raul. Francamente lo trovo uno dei personaggi più sottovalutati di tutti i tempi. Solo lei accende metà della luce della serie, con una splendida conclusione del suo rispettoso percorso di eminenza grigia. Femmina d'altri tempi, veramente.

Abbondano i temi intellettuali. Strizzando l'occhio a "Blade Runner", "Matrix", alle trite tre leggi della robotica di Asimov, al "Neuromante" di Gibson, passando per una certa epistemologia epifenomenista tipicamente cyberpunk o postcyberpunk, "Ergo Proxy" fonde insieme, in una fittissima rete citazionistica e stilosa, tutti i tópos della fantascienza filosofica contemporanea. Alcuni riferimenti sono ovvi. Il virus Cogito non allude soltanto al 'cogito ergo sum' di Descartes, ma è più o meno l'equivalente del Frutto della Conoscenza di "Evangelion" e il pensiero esistenzialista. Una autocoscienza che è prigione. Gli AutoReiv in effetti si inginocchiano misticamente rivolti al cielo e con le mani congiunte in preghiera, piangendo. Probabilmente una delle pose più belle e iconiche dell'animazione giapponese. Una posizione mistica a metà fra l'estasi di santa Teresa del Bernini e le danze tribali estatiche dell'induismo tantrico. All'induismo rimandano le cellule Amrita. Alla Grecia rimandano Yumeno Daedalus e il suo "sogno", o Yume. E, seguendo la moda post-Evangelion e sulla scia di "RahXephon", vengono tirati in ballo in questo sincretismo metafisicheggiante anche i popoli precolombiani, con Mayahuel, Patecatl, Omocatl e la nave Centzon Totochtin. E il robot entourage della protagonista, Iggy, rimanda a sant'Ignazio. Re-l è a tutti gli effetti un angelo, la donna Beatrice della tradizione europea. Impossibile poi non menzionare i ciondoli a forma di croce o di lettere greche. Anche le citazioni letterarie, storiche e cinematografiche si sprecano. Il nome Pino viene da "Pinocchio". Il suo costume a forma di coniglietto allude ad "Alice nel paese delle meraviglie". Il codice identificativo di Re-l, RE-L124C41+, cita Gernsback. Il suo aspetto Amy Lee. Seller somiglia ad Adolf Hitler. Senex rimanda all'archetipo del Vecchio Saggio di Jung. Will B. Good, cioè "andrà tutto bene", è una inquietante parodia di Walt Disney, ed è protagonista di uno strano episodio che riprende il tema della caverna di Platone in una sorta di autoparodia della serie. MCQ Proxy illude i protagonisti in un quiz alla "Chi vuole essere milionario?". La scena di Samantha e la carrozzina farà sorridere chi ha visto "La corazzata Potëmkin". E poi, ancora, citazioni più o meno velate al "Fantasma dell'opera", "2001: Odissea nello spazio" e "Il lago dei cigni".

Abbondano i temi gnostici misti a belle ragazze e ricerca di "coolness". Kazuya Tsurumaki sarebbe fiero. Il Consiglio di Romdo è un ovvio riferimento agli arconti gnostici. Avremo un Proxy chiamato Monad. Un nome che cita anche Jacques Monod. Una citazione piuttosto appropriata, in una serie che più volte cerca di discutere sul rapporto fra caso e necessità. La stessa città di Romdo è una caverna di Platone, un involucro di materia incapace di trattenere la scintilla divina della gnosi, cioè il virus Cogito. Le nuvole grigie che ammantano il pianeta Terra sono destinate, come in ogni apocalittismo pseudo-mandeista, pseudo-soteriologico, pseudo-manicheo che si rispetti, a dipanarsi e a lasciare spazio al cielo blu della Verità, come aveva fatto tempo prima l'alienato "Boogiepop Phantom". Naturalmente le statue e il celebre "Caro m'è 'l sonno" di Michelangelo alludono a questo. Il sonno ci rende statue, come quelle del Consiglio di Romdo. Ma Michelangelo, da umanista platonico quale era, scolpiva e toglieva strati di materia per far intravedere lo spirito, la Verità, l'Idea.

Non si ferma qui la cosa. In questo viaggio alla ricerca letterale di se stessi, in cui dialetticamente i personaggi ritornano ironicamente al punto di partenza ma rinvigoriti, Vicent Law e Re-l sono una sizigia di un nuovo Cristo esoterico e una nuova Maria di Magdala. Law dopotutto può essere tradotto in logos, e Vincent viene dal latino "vincere". Re-l è, come da nome, la realtà dei fatti. Il femminile è sempre più pragmatico dell'idealista cervello maschile. Vincent, in molti monologhi, è un nuovo Shinji Ikari, mezzo Oreste e mezzo Amleto. "Io sono io", dice in un flusso di coscienza palesemente ripreso da "Evangelion". Re-l non può che essere Rei, e quindi, come da nome, l'Anima junghiana e Ofelia del protagonista. La celebre immagine di lei nella stessa posa di Ofelia di Millais mi aiuta in questo senso. Re-l, come si scoprirà nel finale, è letteralmente la Verità ricercata per tutto il tempo dal nostro Vincent. La verità è donna, diceva Nietzsche. Come tale deve avere un velo per rivelarsi. Lo stesso splendido e composto silenzio di Kristeva, per me ancora più donna e in conflitto di Re-l. Senza fronzoli e senza scomporsi dalla propria posizione fissa, il proprio ruolo. Se Vincent, da immigrato con falsi ricordi e una identità di una sottiletta sottomessa, e qui riecheggiano le splendide scene del film più celebre di Oshii, diventa un Perseo dagli scintillanti occhi smeraldo, Re-l è la sua Arianna.

Naturalmente "Ergo Proxy" prosegue e, tirando in ballo lo strutturalismo, cerca di disintegrare la coscienza e l'Io. Un processo non dissimile, neanche in questo, dai suoi illustri predecessori. Tira in ballo, nei nomi degli entourage o dei membri del Consiglio, Derrida, Lacan, Kristeva, Berkeley. Tutti accomunati da riflessioni metafisiche sul rapporto fra Io e Mondo. E poi c'è Wittgenstein. C'è il "Penso, dunque sei". C'è il nichilismo di Gorgia. Per di più in un episodio in cui Vincent Law entra in una libreria chiamata City Light, come l'omonima di San Francisco simbolo della Beat Generation. Guardacaso con un proxy hippie. Come in "Ghost in the Shell" e "Tenshi no tamago" ricorre la tematica dello specchio. E lo specchio è memoria. E la memoria è storia. "Ergo Proxy" quindi è una fiaba. Il Lev Proxy è un doppelgänger dei protagonisti. Vincent, in una biblioteca della memoria, rivede se stesso. Di Re-l non ce n'è solo una, riecheggiando di nuovo il non-personaggio di Anno.
E, in più, più di una allusione all'epochè e allo sciamanesimo. Tutto potrebbe essere il sonno di una creatura misteriosa, inclusa la protagonista. Come in "Alice al di là dello specchio".

Il punto è che "Ergo Proxy" non riesce del tutto a disintegrare la coscienza o a ricomporla. Se non, forse, nel caso di Raul. Le sue introspezioni non sono quelle di "Evangelion". Il suo misticismo misterioso non è al pari di mecha divini di anni prima. Il suo non troppo velato messaggio misantropico non riesce ad eguagliare un "Devilman" di Nagai. Gli aspetti negativi sono molti. Alcuni episodi riassuntivi discutibili. Una sceneggiatura artificiosa, piegata alle esigenze ideologiche di Satō. Si veda, per esempio, l'episodio sui due proxy innamorati. Pur essendo visivamente ineccepibile non è solo freddo, ma macchinoso. Una potenziale splendida storia d'amore sprecata in nome di un perfezionismo tecnico che assorbe ogni elemento con del potenziale. Nessuna verticalità. Nessuno spunto. Nulla sfocia fuori dai binari del citazionismo. Molti li trovo fuori luogo. Il tema del controllo delle emozioni e il consumismo forzato di Romdo, per esempio. Non mi sembra nulla di che. Di nuovo, nel personaggio di Raul questo conflitto fra spirito e materia riesce a prendere forma, ma non a creare i personaggi malati ma assurdi di Hideaki Anno o la glaciale analisi filosofica di Oshii. Molti simbolismi sono elementi lasciati al caso. Carne a fuoco cotta male. Vedi l'idea dell'utero artificiale. Un altro elemento in mezzo a una piramide ben levigata ma fatta di troppi elementi diversi.
Ho apprezzato molto il finale, un "kill 'em all" con lieto fine. Però non riesco a comprendere che senso abbia tutto il discorso di Re-l sulla verità. Se davvero la verità non rende per forza felici, parole sue, avrei gradito un bel finale alla "Ideon" o "Texhnolyze". Siamo ben lontani dalle vette cyber-spiritualistiche degli anni Novanta. "Ergo Proxy" è quindi un bellissimo esercizio di stile. Uno da cui sicuramente dovrebbero prendere, se non a esempio, almeno come minimo indispensabile gli anime di oggi. Ma è pur sempre il minimo indispensabile.
Per riprendere la tematica del controllo fisico delle emozioni, il Creatore di "Ergo Proxy" ha confinato la sua stessa opera al consumismo, in una perfezionista cupola in cui è tutto perfetto e nulla è fuori posto. Il battito cardiaco dello spettatore solo ogni tanto si risveglia. Le nuvole grigie del pianeta Terra sono una perfetta metafora di un anime che non riesce a splendere come dovrebbe. Un destino non dissimile da quello di "Cowboy Bebop", in effetti. Anche se forse in futuro mi pentirò del voto troppo alto che sto per dare loro, entrambe le serie, comunque, le voglio molto, molto generosamente premiare.


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Nemesis Ra Algol

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
“Ergo Proxy” è un anime del 2006 decisamente particolare, estremamente sofisticato, pesantissimo per l'utenza media e conseguentemente, tutt'altro che "per tutti" come a prima vista potrebbe sembrare, per cui chi si aspetta una serie godibile, abbastanza fruibile e di facile interpretazione, ne stia alla larga perché si annoierebbe molto.

La prima differenza che si nota in questa serie, rispetto alle classiche Giapponesi, è quella di volersi distinguere in maniera netta dallo stile Nipponico che ormai conosciamo da decenni. Infatti a partire dall'eccelsa sigla “Kiri” dei del gruppo giapponese “Monural”, si nota immediatamente come lo stile voluto dagli autori sia spiccatamente occidentale. Quest'anime infatti non concede durante l'intera serie, tutto quello che è immediatamente riconoscibile come giapponese, arrivando addirittura a non presentare nemmeno nei nomi e nei termini la lingua del Sol Levante, preferendo termini occidentali e non nipponici, quali: “Cogito” (ergo sum) di Cartesio, ”raison d'être” e “Amrita” (dall'Induismo in Sanscrito “immortale”). Termini che non sono messi in “Ergo Proxy” tanto per fare i sofisticati forzati, ma solo parole che racchiudono l'essenza intera della serie.

La trama è semplice per quanto riguarda la parte introduttiva, dove l'idrato di metano liberato in atmosfera da una non precisata catastrofe ambientale causata dall'umanità, ha trasformato la terra in una landa oscura e ghiacciata, dove quel che rimane sono dei Dome, ossia delle cupole artificiali sigillate per proteggere gli abitanti dall'atmosfera esterna.
“Ergo Proxy” a differenza della maggior parte degli anime, non punta molto sulla caratterizzazione dei personaggi anche se i protagonisti sono ben caratterizzati e delineati, perché questa serie va ben oltre l'attrazione che possono donare dei personaggi ben scritti.
Infatti quest'anime lascia letteralmente spiazzati per merito della sua trama estremamente sofisticata, molto dura da comprendere se viene presa con leggerezza, a livelli tali da rendersi criptica e per nulla godibile.
Tuttavia va dato enorme merito agli autori di non essere andati dietro al successo facile, ma di aver considerato molto di più la volontà di creare qualcosa che poteva rimanere nel tempo, sia al di fuori della grafica che dalle mode.
Quindi “Ergo Proxy” risulta molto solido e forte, grazie al suo stile squisitamente dark, cyberpunk e pieno di riferimenti sia religiosi che legati al concetto di vivere ed esserne consapevoli.
Come annunciato l'anime mette in spiccato risalto trama e sceneggiatura, tanto che i protagonisti reali sono quattro.

Vincent Law: Un immigrato dal dome di Mosk, dal carattere indeciso, confuso e impacciato. Tanto che nella parte iniziale ci si chiede come sia possibile interessarsi alle sue vicende, tuttavia col passare degli episodi egli si rivelerà l'assoluto protagonista dell'intero anime, crescendo sia come carattere che come look, ma dire altro su Vincent Law non è possibile senza creare spoiler decisivi.
Re-l Mayer è la seconda protagonista della serie, viziata, dal carattere acido, menefreghista e nei fatti immatura agli occhi di un adulto. Infatti è molto facile a prima vista valutarla come forte e decisa, per poi con grande perizia, scoprire che ha un carattere decisamente debole e infantile in alcuni casi, seppur rari.
Deadalus è giovanissimo dottore molto legato a Re-l Mayer, sicuramente molto presente in scene determinanti con relative conseguenze, ma col procedere della serie non mantiene lo spessore iniziale e perde di valore.
Pino è un autorave infetto dal virus cogito e quindi ha coscienza di sé e sembra una bambina qualsiasi. Nella sua spontaneità e semplicità si rivela decisamente interessante oltre che graziosa.
Invece i vari Raul e il famoso consiglio di Donov Mayer, pur sembrando decisivi hanno nei fatti un rilevanza media, perché sostanzialmente il vero cuore di “Ergo Proxy” è costituito da Vincent Law e Re-l Mayer.

Ho trovato davvero eccelsa la parte che riguarda il viaggio con la "Quattrocento Conigli", una nave in stile steampunk che nel mondo super dark con sottofondo sonoro dello strumento che suona Pino, si viene a creare una splendida e godibilissima sceneggiatura. Inizialmente il viaggio si mantiene su ritmi tenui, per poi gradatamente arrivare al divino finale sempre con nuove rivelazioni, narrate in maniera sofisticata e molto ricercata, anche se in alcuni casi hanno esagerato con i trip mentali, finendo per rendere alcuni episodi semplicemente noiosissimi.

Dal punto di vista tecnico “Ergo Proxy” é molto particolare. Tende a strizzare l'occhio allo stile occidentale senza trascurare il classico character design giapponese, anche se ho trovato troppo spigolosi sia Vincent che Re-l Mayer, mentre nella seconda parte della serie migliora il loro aspetto, specie per quanto riguarda Vincent. I fondali sono buoni ma nulla di speciale e si limitano a fare da puro contorno ai personaggi, mentre le animazioni sono ottime.
Come accennato all'inizio la sigla iniziale “Kiri” è davvero stupenda, sia come canzone che come montaggio delle immagini. Il doppiaggio italiano è ottimo ma non perfetto, perché la doppiatrice di Pino Ludovica Bebi, lascia trasparire una nauseabonda quanto fastidiosa cadenza romana, e infatti controllando sul web è proprio romana, ma questo problema vale solo per Pino. Ok Re-l Mayer e tutti gli altri personaggi, mentre Vicent Law può vantare un doppiatore immediatamente riconoscibile e di enorme spessore, ovvero Christian Iansante, doppiatore di Rick Grimes in “The Walking Dead”!

Concludo consigliando quest'anime a utenti avvezzi al genere, particolarmente pazienti o amanti dello stile Cyberpunk molto dark, che questa serie ha da offrire, oltre a una trama eccellente.


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ALUCARD80

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8,5
A metà degli anni 2000 la mancanza di un titolo di fantascienza improntato sull’intrigo, gli enigmi psicologici e dai risvolti decisamente dark aveva cominciato a farsi sentire in modo quasi deciso, soprattutto per gli appassionati del genere. I trend dell’epoca portavano ad una deriva completamente differente, anche se di tanto in tanto qualcosa legato a queste tematiche veniva fuori, ma non era mai, come dire, “abbastanza”.
"Ergo Proxy" vide la luce nel 2006, in un periodo ormai lontano dai tempi dei colossi come "Akira" o "Neon Genesis Evangelion", titoli capaci di unire allo sci-fi e al fantascientifico una profondissima componente psicologica e di sondare i recessi più oscuri e misteriosi dell’animo umano. Quell’impronta onirica che nasce dal tecnologico per ritornare ai primordi dell’animo umano si è un po’ persa, nonostante le cupe atmosfere di "Blame" o di "Serial Experiments Lain", sebbene relativamente differenti fra loro, non siano così lontane.
Ed invece, all’improvviso ecco "Ergo Proxy", un’opera che ha il gusto di un vero e proprio pietrone miliare del genere, un complesso, indecifrabile rebus per quasi tutta la durata della storia, uno di quei prodotti che mentre lo guardi prima ne rimani ammaliato, poi attonito, poi, pian piano, realizzi la cosa: si tratta davvero di un capolavoro che non ti aspettavi, una piacevole sorpresa, dotato di una trama – come detto poc’anzi - incredibilmente complessa e al tempo stesso scorrevole e lineare. Un controsenso, direte? No, assolutamente.

Ambientato in un misterioso futuro nel quale la razza umana è quasi del tutto estinta, la storia inizia seguendo le vicende di Re-l Meyer, tenebrosa ispettrice a servizio della giustizia locale, giovane donna dall’intrigante aspetto cyber-gothic, vestita sempre di pelle scura, il viso pallido e il trucco scurissimo, i capelli lisci, corvini e ordinatissimi, ma la vita monotona, apatica, come è apatico il grigio e freddo mondo che la circonda. Quei pochi umani ancora in vita, sono abituati a vivere seguendo un consumismo figlio della nostra realtà, ma portato ad un eccesso quasi grottesco. A servire gli esseri umani vi sono gli AutoReiv, robot dalla profonda e articolata intelligenza artificiale, frutto di centinaia d’anni di studi in un’iperbole cibernetica super fantascientifica, tuttavia appositamente privi di sentimenti e di libero arbitrio se non per determinati comandi preimpostati, ideati principalmente come servitù, e, - ecco l’aspetto più triste della questione – sempre più come elementi di compagnia.
Ma qualcosa di misterioso e drammatico sta per accadere a Romdo, una delle ultime città umane nel bel mezzo di un deserto arido e desolante, protetta all’interno di una gigantesca cupola trasparente: un pericolosissimo virus è pronto ad infettare gli AutoReiv, rendendoli più “simili” agli umani di quanto si possa immaginare…

Criptica, ambigua e spesso indecifrabile, quest’opera presenta simbologie davvero anacronistiche, non che più palesi rimandi a colonne portanti del genere, in primis "Blade Runner", dal quale eredita senz’ombra di dubbio le indimenticabili e degradanti atmosfere di pioggia, penombra e perenne stato d’inquietudine esistenziale.
A riprova che un mondo portato all’eccesso tecnologico può destabilizzare l’essere umano (se ancora può definirsi tale) oltre ogni genere di soglia comprensibile, è dunque l’intreccio quotidiano con gli AutoReiv, nemesi e antitesi dell’umanità intesa come anima e corpo, mente e spirito.
Già dai primi episodi s’intuisce che qualcosa di sinistro si cela all’interno di questa grande città meccanizzata, qualcosa che coinvolgerà Re-l più di quanto la nostra amata protagonista potrebbe mai immaginare, e in questa vicenda oscura, trova spazio, dapprima lentamente, poi sempre più largamente, una storia d’amore insospettabilmente classica, e, forse, per questo, incredibilmente solida e commovente.
Se proprio si vuole trovare un difetto, esso risiede nell’eccessiva visionarietà della composizione d’insieme: gli autori sembrano essersi veramente sbizzarriti, creando un intreccio tremendamente complesso, mai del tutto chiaro e che non chiarisce mai del tutto tutte le incognite poste strada facendo; addirittura dopo aver assistito ad un finale con un paio di colpi di scena apocalittici, si rimane sempre confusi, incompleti, ma queste non risultano sensazioni obbligatoriamente negative: sono proprio questi i “sapori” e gli imprevisti che ci permettono di calarci appieno nell’opera, e soltanto alla fine ci si rende conto che la soluzione al grande enigma è sempre stata sotto il nostro naso, sin dal primo episodio!

Gli autori giocano coi nomi dei personaggi e in essi vi nascondono significati reconditi; i tempi di narrazione cambiano continuamente (esiste addirittura un episodio completamente fuori tema, verso la fine della serie, che ricorda più uno “spin off” umoristico che altro, ma che col senno di poi si rivelerà ricco di indizi incredibilmente utili).
Il comparto grafico è altalenante: assistiamo a scene d’azione e mix di cg davvero apprezzabili, a cali di qualità improvvisi, ma sulla distanza di 23 episodi è un aspetto che può far storcere il naso ma che si può accettare senza troppe remore.
Menzione speciale per la colonna sonora, davvero unica: opening entusiasmante e – udite udite – ending ("Paranoid Android") magistralmente interpretata niente poco di meno che dai Radiohead!

"Ergo Proxy" è qualcosa che va visto per forza. La sua potenza visiva, il trasporto crescente che si avverte man mano nello svolgimento della trama e i colpi di scena spettacolari ed il climax studiato che si costruisce negli ultimi 5 episodi fanno di quest’opera un must, che diviene assoluto per tutti gli appassionati di fantascienza, che sia dark, punk o altro genere.
Uno di quei titoli di cui sentirete parlare per anni e anni.


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alessiox1

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7,5
Spoiler sul primo episodio
L’opera si svolge in un mondo post-apocalittico, sconvolto da guerre e da catastrofi naturali, in uno scenario del genere gli esseri umani possono sopravvivere solo in città a goccia chiamate Dome.
La nostra storia inizia proprio in una di queste città, il suo nome è Romdo, in tale luogo ogni cosa è regolamentata dalle autorità in modo estremamente scrupoloso, le nascite sono controllate in modo artificiale onde evitare la sovrappopolazione, la città è piena di Autoreiv, robot (tra cui molti androidi) che aiutano la popolazione per il corretto funzionamento della città, dato che da soli gli esseri umani non ne sarebbero in grado.
Negli ultimi tempi gli Autoreiv sono vittime di un virus di origine sconosciuta chiamato Cogito, esso dona a questi robot un’ ''anima’’ e dei sentimenti, questo li fa impazzire e spesso diventano violenti contro gli esseri umani, molto di loro dopo aver contratto il virus si mettono in ginocchia e portano le mani come se pregassero.
Per cercare di arginare il fenomeno vengono usate squadre di sicurezza e squadre addette allo smaltimento dei robot, queste ultime sono formate in maggioranza da immigrati, essi sperano che il loro lavoro (pericoloso) permetta loro di ottenere lo status di concittadini il prima possibile. Tra questi immigrati abbiamo uno dei personaggi principali ovvero Vincent Law.
Nelle indagini per scoprire l’origine del Cogito ci sono anche Re-l Mayer, la protagonista, e il suo Autoreiv di tipo Entourage di nome Iggy, lei è la nipote dell’attuale reggente di Romdo e conosce Vincent Law.
Nel frattempo vediamo una strana creatura in un laboratorio sotterraneo segreto, il suo nome è Proxy, questa creatura è legata come fosse una cavia da laboratorio, ma nonostante questo riesce a scappare dimostrando una forza e una velocità fuori dall’ ordinario, non solo per un essere umano ma anche per un robot, ad assistere alla scena c’è Daedalus Yumeno, un importante ricercatore e medico personale di Re-l.
La fuga di questa creatura mette in agitazione il reggente di Romdo (il nonno di Re-l), e i suoi ''consiglieri’’ (che per qualche motivo sono statue che parlano e sono ispirate a vari filosofi occidentali), essi convocano il direttore del dipartimento della sicurezza, ovvero Raul Creed e il suo Autoreiv Entourage di nome Kristeva.
Il reggente e i suoi consiglieri dicono al direttore Raul che il recupero del Proxy ha precedenza immediata e che deve venire preso vivo, non importa i danni e i morti che causerà il Proxy durante la sua cattura, il direttore non capisce come mai tutta questa importanza, e il fatto che debba essere catturato vivo, ma le sue domande non trovano risposte e si congeda pieno di dubbi, pensando che il reggente e i consiglieri gli nascondano la vera natura di quella creatura.
Intanto Vincent Law va a casa del direttore Raul, dato che era stato chiamato dalla moglie per controllare il loro Autoreiv da compagnia, esso si chiama Pino ed è un robot dalle sembianze di una bambina, Vincent controlla e constata che essa non ha il Cogito, ma la moglie del direttore insiste che si vuole liberare di quel robot, Vincent gli dice a chi deve rivolgersi ma prima che possa finire di parlare la moglie gli ricorda il potere che ha lei, dicendo che lui è solo un immigrato, Vincent alla fine si congeda.
Re-l e Iggy vanno a controllare un palazzo che risulta essere abbandonato, nel distretto dove risiedono gli immigrati, alla ricerca di Autoreiv infetti dal Cogito, durante la ricerca Re-l vede una strana creatura che sembra il Proxy ma non quello scappato dal laboratorio, e rimane pure un impronta gigantesca della ''mano'' della creatura, ma Iggy dice di non ricordarsi nulla essendo controllato e manipolato dal reggente.
Re-l torna a casa e si fa una doccia, quando si comincia a vestire nota nel vetro appannato del bagno una strana scritta, subito dopo uno strano essere distrugge il muro del bagno ed entra in casa, è la stessa creatura di quella volta, le mette un ''dito'' sulle labbra e poi la creatura scompare grazie alla sua incredibile velocità.
Lei si riprende dallo shock, non capendo cosa voleva quella creatura che non l’aveva ferita, e nel bagno nota una collana con un pendente, essa appartiene a Vincent Law, Re-l non capisce come mai si trovi lì ma sa che deve trovare assolutamente Vincent perché lui sa la verità.
Vincent viene interrogato ma viene scagionato, e nessuno crede a Re-l quando parla del mostro, lei sa che non può neanche confidarsi con Iggy, in quanto controllato dal reggente.
Vincent continua la caccia agli Autoreiv infetti e questo lo porta a scontrarsi con il Proxy, durante la sua fuga in un centro commerciale mentre è inseguito dalla creatura incrocia la moglie del direttore Raul e la figlia insieme all’Autoreiv Pino, la creatura uccide la donna e il bambino, mentre Pino sembra essere stata infettata dal Cogito in quel istante, dato che è in ginocchio a pregare, alla scena assiste senza poter fare nulla il direttore Raul insieme a Kristeva, da quel momento il suo odio, il suo disprezzo e la sua vendetta verranno tutti riversati verso Vincent Law.
Vincent scappa dal centro commerciale ormai sigillato, passando per i livelli inferiori ma viene sempre inseguito dal Proxy, capiamo che Vincent è collegato alla seconda creatura e in qualche modo il Proxy viene ucciso, ma intanto Vincent è braccato dal dipartimento della sicurezza, allora capisce che per lui rimane una sola possibilità, non potendo più diventare un concittadino, scappare da Romdo.
Durante la ricerca del portellone stagno per uscire dalla città trova Pino, e suo malgrado la porta con lui, lui viene contattato da Re-l e decidono di incontrarsi, ma durante questo suo incontro si ritrova tutte le squadre di sicurezza insieme a Raul e a Kristeva, in qualche modo Pino riesce ad aprire il portello stagno e risucchiato dalla corrente d’aria verso l’esterno Pino e Vincent scappano nel mondo esterno, prima che il portello si chiuda, ma Re-l farà di tutto per andare là fuori e scoprire la verità.
Senza fare troppi spoiler, questo porterà Vincent, Pino e Re-l a fare un lungo viaggio nel mondo esterno per scoprire la verità su Vincent, su Romdo e sul loro mondo, per il resto andate a vedervi la serie.
Fine spoiler

Per quanto riguarda il comparto tecnico dell'opera devo dire che esso è ben fatto, questo vale anche per le colonne sonore,
uno dei punti di forza della serie.
Mentre per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi devo fare qualche annotazione, molti personaggi sono avvolti nel mistero, senza considerare i colpi di scena, quindi alle volte si fa fatica a capire la loro logica e le loro azioni, questo è sicuramente un grande neo, anche se non vale per tutti i personaggi come per esempio il direttore Raul e Pino.
Uno dei principali difetti di quest'opera risiede in parte nella trama, mi spiego meglio, anche se molte spiegazioni arriveranno esse risultano molto confuse e talvolta sono contraddittorie, penso che l’autore avrebbe dovuto o non spiegare molto e quindi lasciare quasi tutto alla fantasia dello spettatore, oppure spiegare tutto per filo per segno, mentre così non va bene è un compromesso al ribasso.
In "Ergo Proxy" ci sono dei riferimenti filosofici (come dicevo in precedenza), per esempio vengono pronunciate spesso frasi come ''Raison d'etre’’ , ''Penso dunque sono’’, ''Penso dunque esisto’’ ecc…. ma alle volte si ha come l’impressione che siano “messe tanto per”, giusto come abbellimento piuttosto che per far riflettere lo spettatore, dato che poi non ci sono episodi dove fanno interi discorsi filosofici, al contrario di altre opere.
Poi ci sono interi episodi che ti chiedi che senso hanno nella serie, sembrano messi tanto per far numero.
Sul lato tecnologico troviamo concetti comuni per la fantascienza/cyberpunk, come i robot e il discorso sulle I.A., mentre le città a cupola sono estremamente rare in opere di fantascienza (anime), si parla anche di modificazione genetica e riproduzione artificiale, oltretutto è una delle poche (ma non pochissime) opere che fonde mondo post-apocalittico con cyberpunk.

In conclusione "Ergo Proxy" è una serie che dovete vedere se volete mettervi alla prova, per un anime pesante (ma non troppo), ma che non è un capolavoro, ma dipende da come lo prendete può anche intrattenere in modo piacevole, dato che oltre alla pesantezza ha anche momenti leggeri e comunque l’azione non manca.


 5
Ataru Moroboshii

Episodi visti: 18/23 --- Voto 3
E' un anime davvero pessimo, da evitare assolutamente: il suo peggior difetto è il trarre in inganno lo spettatore con una prima parte avvincente, carica di misteri e avvenimenti, per poi tradurre il tutto in un nulla di fatto. L'anime riesce ad agganciarci con i primi cinque/sei episodi, e già ci pregustiamo chissà cosa per i prossimi diciotto, e invece il nulla. Ci si aspetterebbe una storia distopica, cyberpunk, una sorta di "Dredd, la legge sono io" o di "Blade Runner", invece puntate sempre più criptiche e oniriche inframmezzano la storia con insistenza, fino ad arrivare al punto di sostituire la storia stessa. David Linch degli anime? Tutt'altro!

Qui ci sono due delle caratteristiche che più odio in un anime. La prima è l'evento appena abbozzato, qualcosa di importantissimo che succede, ma il regista te lo fa appena intuire in pochi fotogrammi, poi si passa ad altro, o si introducono dei salti temporali, delle allucinazioni, dei viaggi mentali o quant'altro, e alla fine lo spettatore ha una vaga idea di quello che potrebbe essere successo, ma resta tutto estremamente vacuo.
Secondo, gli episodi "pointless" come il 15, il 16, il 17 e il 18. La trama orizzontale viene praticamente messa in sospeso con solo un minuto e trenta secondi di evoluzione ad episodio, per il resto ci si concentra su dettagli inutili, sempre più deliri, sempre più allucinazioni, eventi estremamente improbabili e puntate dalla natura episodica assolutamente slegate dalla trama. Solo alla puntata stand-alone di Mino il Robot mi sono reso conto che avevo già visto questo scempio: la stessa vacuità, la stessa trama pretestuosa e piena di buchi nascosti con un blocco di puntate centrali assolutamente noiose e inutili ma pseudo-impegnate dal punto di vista psicologico. Allora ho realizzato l'orrore: lo sceneggiatore di "Ergo Proxy" è Dai Sato, lo stesso di "Wolf's Rain" e "Cowboy Bebop"!
Magari questi lavori non vi sono poi dispiaciuti, ma devo avvertirvi, "Ergo Proxy" è di gran lunga il peggiore dei tre! Non solo presenta una sceneggiatura indigeribile, ma non ha nemmeno le caratteristiche positive degli altri due lavori di Dai Sato, ovvero le colonne sonore e le scenografie, qui assolutamente non pervenute! Sconsiglio quindi "Ergo Proxy" a chiunque.


 1
Zatoichi

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
"Ergo Proxy" è un fuoco d'artificio di idee, riferimenti, creatività. La serie è complessa, molto complessa. Sono proposte innumerevoli domande, sono proposti puzzle, ma le risposte sono di solito relativamente nascoste o date casualmente. Per vedere lo sfondo, per riconoscere i riferimenti è consigliabile una seconda visione della serie. Lo spettatore è tenuto ad essere sempre attento e mettere insieme i molti suggerimenti e puzzle nella sua testa in un quadro complessivo. Anche se si devono affrontare molte domande importanti al buio per un lungo periodo e sono limitate alle tue teorie, tutte le questioni centrali della storia saranno al termine finalmente risolte. La serie ha un filo forte che va dall'inizio alla fine. Tuttavia, "Ergo Proxy" è frammentario, intraprende salti spaziali e temporali, porta lo spettatore a luoghi surreali il cui significato può essere recepito in modo interpretativo. Né lo sviluppo è prevedibile in qualsiasi momento. L'anime non fornisce allo spettatore una storia finita, ma lascia spazio sufficiente per la sua stessa interpretazione e speculazione, e quindi lo fa pensare e riesce ad accattivarlo. La narrativa non è costante, per esempio è molto intensa verso la fine, mentre nella parte centrale è un po più solida a favore di interessanti idee e metafore. La storia è sempre scura, seria e melanconica. Così i passaggi comici sono quasi inutili, e anche gli elementi romantici sono solo molto discreti e sporadici. D'altra parte, le questioni filosofiche svolgono un ruolo molto centrale, proprio in base alla loro esistenza e identità. Frasi come "Penso, per questo io sono" sono molto diffuse nell'opera. Oltre a Descartes, ci sono riferimenti a Platone, Husserl, Derrida, Lacan o Berkely.
I personaggi di "Ergo Proxy", sono caratterizzati da una grande profondità e misticismo nella loro maggioranza. Vincent è anche una figura ben fatta, anche se forse non tanto affascinante e talvolta pallido. Pino è una figura dolce, ma anche relativamente complessa e interessante. Inoltre, ho trovato i personaggi secondari ben fatti.
Per concludere, "Ergo Proxy" è unica, complessa, profonda, filosofica e cupa. L'anime non è sicuramente per tutti. È molto esigente e ha un umore deprimente. La serie è indubbiamente non adatta come facile rilassamento e intrattenimento per l'intermedio. Chiunque è interessato ad una serie ambiziosa, impegnativa e sperimentale, per esempio, che apprezza anime come "Serial Experiments Lain ", dovrebbero sicuramente considerare "Ergo Proxy"!


 3
Kamina Shimazu

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
"Ergo Proxy" non ci offre soltanto una finestra privilegiata per osservare - nella finzione delle immagini - un ipotetico futuro distopico; bensì ci dà l’opportunità concreta di riflettere sulla “nuda esistenzialità umana”.
Il battito che pervade gli episodi centrali è il palpitare di un cuore che noi stessi non riusciamo più ad ascoltare. Re-l, Vincent e Pino, più che i protagonisti di questo viaggio alla ricerca di sé, sono tre individui alla caccia della propria essenza, della propria personalità. È delicatissimo il tratto con cui viene delineato il profilo psicologico di ciascun personaggio, dai più rilevanti (oltre ai tre già citati, Iggy, Raul, Dedalus, ecc.) ai personaggi secondari (come il bibliotecario), ognuno con dei ben specificati comportamenti, con le sue rispettive perplessità e con una personalità sì marcata, ma capace di evolvere nel corso della vicenda. La maturazione di ogni singolo personaggio è resa non solo grazie agli osservabili sviluppi della trama, che ci inducono ad ipotizzare un certo cambiamento nella psiche del personaggio in seguito ad un evento rilevante, ma proprio da ciò che si può carpire con uno sguardo furtivo: il manifestarsi di un comportamento ossessivo compulsivo, un cambio repentino delle modalità comunicative o delle sue specifiche capacità di problem solving. A tale proposito, sarebbe interessante approfondire la simbologia contenuta nei nomi degli stessi personaggi; evitando spoiler inutili, faccio solo notare che nelle profondità di Romdo albergano le anime di quattro filosofi, nelle fattezze di celebri sculture d’autore: Husserl, Derrida, Berkeley e Lacan (quest’ultimo è conosciuto dai più come psichiatra; mi permetto di sorvolare). Husserl, Derrida e Lacan sono tutti e tre esponenti della fenomenologia filosofica: Husserl è il capostipite della scuola di Gottinga (per capirci, è stato il maestro di Edith Stein e di Martin Heidegger), Derrida è un fenomenologo decostruttivista (nel caso di Derrida il descostruttisvismo, in estrema sintesi, consiste nell’articolare la realtà grazie alla teoria husserliana degli interi e delle parti, per comprendere al meglio le sotto-unità del polo-mondo e, quindi, dell’Oggetto) e Lacan è uno dei fautori della psichiatria fenomenologica, con un sguardo attento e critico rivolto a Freud; Berkeley è un dei tre grandi empiristi britannici (assieme a Locke e Hume) oltre ad essere stato un teologo di fama. Per non dilungarmi eccessivamente nel discorso, ciò che li accomuna è la ricerca di un orizzonte di senso nell’esperienza quotidiana, una struttura di significati dietro ciò che appare come mera “accidentalità” (è singolare che proprio Vincent, ad un certo punto, epocheizzi davvero il suo sguardo per cogliere verità celate, che sarebbero rimaste tali nel suo “atteggiamento naturale” originario). Questo non è altro che un semplicemente assaggio del livello di minuziosità che si può riscontrare nella cura dei dettagli e nella pertinenza dei riferimenti filosofici, letterari e culturali in genere. Tutto ciò è sorretto da un lavoro grafico veramente scrupoloso, che ha permesso un connubio efficace fra grafica in 2D e grafica in 3D: i personaggi si muovono in spazi fra il realistico e l’immaginifico, assumendo espressioni talvolta umane talvolta “animate”, in uno sfondo che è lo stesso panorama della raison d’être che loro stessi ricercano ossessivamente e compulsivamente rifuggono. Le colonne sonore sono da brivido, e non limitatamente all’accezione positiva tipica del gergo comune: sono una pura scarica emotiva a livello subliminale, a partire dall’opening. Nell’attesa che, visti i tempi opachi per quanto concerne l’utilizzo di materia grigia, anche da noi si possa assistere ad una vera e propria epidemia ad opera del “Virus Cogito”. Voto: 10


 2
NigiriMary

Episodi visti: 23/23 --- Voto 6,5
Idea carina, ma colpi di scena un po' telefonati e che non lasciano a bocca aperta. Bello lo stile e la regia. Parti introspettive un po' caotiche e già viste in altri anime (mi sembrava di star riguardando "Evangelion"). Inoltre, la trama si perde un po' a metà, e non sapresti più dove vorrebbe andare a parare se i personaggi non ripetessero ogni due per tre "Andiamo a Mosk!", e molte cose non vengono chiarite e chiuse alle fine. La parte "filosofica" è veramente un guazzabuglio di tutto e di più, hanno cercato di riprendere tematiche di filosofi occidentali antichi con scarso successo, rendendo il tutto inutilmente altisonante ma senza una reale consistenza (dire "cogito ergo sum" e simili o "raison d'etre" non rende necessariamente un anime intelligente). Molto interessante il tema del rapporto uomo-macchina (anche se già visto in questo stesso senso in una moltitudine di occasioni: "Io, robot", sei tu? O forse "A.I. - Intelligenza artificiale"?), ma comunque trattato bene. Interessante anche il tema del "buon cittadino" e della società distopica di memoria Orwelliana. Di fatto il tema più pesante e trattato peggio è proprio quello dei proxy, che viene chiuso giusto nell'ultima puntata lasciando con non pochi punti di domanda. Tutto sommato è un anime che si lascia guardare, ma forse un po' troppo pretenzioso: non bastano ossimori forti e senza senso per fare un buon seinen.


 4
Memento70

Episodi visti: 23/23 --- Voto 5,5
Mi sono interessato ad "Ergo Proxy" quando ho visto alcune immagini della protagonista, colpito da un design tanto audace e originale. Senza alcun indugio mi sono messo dunque a guardare l'intero anime e ne sono rimasto... Spiazzato.
Spiazzato tuttavia può avere diverse accezioni, ed "Ergo Proxy" le conteneva tutte, da quelle positive a quelle, purtroppo, molto meno lusinghiere. Sicuramente quel design così audace e originale era presente e mostrava anche una cura che non mi aspettavo, tuttavia quei disegni così interessanti devono confrontarsi con una trama incredibilmente intricata. Non solo l'ambientazione stessa possiede una "trama", ovvero una storia del mondo, che, per quanto intrigante, è estremamente complessa, ma esiste anche una misteriosa trama (nel senso più classico), pregressa agli avvenimenti che accadono negli episodi, anch'essa incredibilmente complessa e articolata.

<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>

Oltretutto la stessa esistenza del mondo descritto da ergo proxy ha, per me, un buco che ancora non sono riuscito a colmare: perché gli umani creano i proxy, i dome e tutto ciò che ne scaturisce "per preservare la vita", quando è tutto programmato per autodistruggersi al loro ritorno? Tutto lo sforzo è fine a se stesso?

<b>Fine della parte contenente spoiler</b>

Ovviamente, l'obiettivo di questa complessità che non viene spiegata se non poco a poco con l'avanzare degli episodi è quello di creare un'atmosfera misteriosa e cupa. Tuttavia, l'effetto che lo spettatore percepisce è quello di un'eccessiva confusione, che potrebbe addirittura risultare frustrante. Vengono continuamente aggiunti dettagli su dettagli, nuovi misteri che si accavallano a quelli precedenti, mentre le spiegazioni arrivano parziali, col contagocce e solo verso la fine dell'anime. Sembra che i creatori di quest'opera abbiano voluto sacrificare molto, chiarezza ed efficacia della storia raccontata compresi, in nome di questa "atmosfera" enigmatica e tenebrosa che l'anime cerca in ogni modo di ottenere. Atmosfera che, oltretutto, viene rovinata dalla musica insistente e martellante. Musica che, ogni tanto, trova pure delle soluzioni interessanti, ma che appunto viene usata in ogni secondo della serie, incessantemente. Come conseguenza anche il ritmo ne risulta accelerato e l'effetto confusione amplificato. In nome dell'atmosfera misteriosa vengono confezionati degli episodi tediosi, pregni di filosofia occidentale reinterpretata e banalizzata e inserita in modo esplicito, in un'infantile sforzo di risultare fine e intellettuale (l'episodio della biblioteca è l'esempio perfetto). La struttura che vuole un mondo O degli avvenimenti misteriosi che vengono svelati man mano non è certo originale e può essere una meccanica molto efficace se studiata e ponderata bene. "Ergo Proxy" cerca di creare mistero nella struttura del mondo E nella storia dei protagonisti, obiettivo ambizioso ma fattibile, ma è nel modo e nei tempi in cui i misteri che vengono svelati che l'anime fallisce.

Eppure, nonostante tutto questo e un voto che non raggiunge la sufficienza, non me la sento di sconsigliare del tutto la visione di quest'anime. Alcuni episodi atipici spiazzano in un senso del tutto positivo e sono un piccolo picco di stile e narrazione, che resta ermetica ma fa di questa sua "impenetrabilità" un perno per essere libera e creativa in modo veramente puro. Nonostante la serie in generale si dimostri pretenziosa e mal assemblata, ci sono alcuni momenti che "valgono il prezzo del biglietto", per così dire. Se si ha pazienza e si accetta di non poter capire tutto ciò che avviene sullo schermo si potrebbe venire premiati assistendo a uno di questi momenti.


 6
ryo79

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
La storia è ambientata in un futuro imprecisato dove la Terra è stata devastata da una catastrofe ambientale, costringendo gli esseri umani a vivere all'interno di biosfere controllate artificialmente. Sulle prime la storia non sembra delle più originali, la stessa Romdo sembra un connubio tra Orwell e Asimov, dove uomini e robot convivono pacificamente sotto il controllo del governo, ma è in grado di rapire gli spettatori con il suo fascino singolare. Dopo i primi episodi, che si svolgono all'interno della città, i protagonisti partono per un lungo viaggio alla scoperta della verità sui Proxy, che li costringerà a fuggire da Romdo e ad attraversare una sconfinata landa desolata. Durante questo viaggio avranno la possibilità confrontarsi con loro stessi e le loro paure, in particolar modo Vincent che dovrà vedersela con il suo lato oscuro, di cui ha perduto ogni memoria. La storia si dipanerà in maniera decisamente originale ed inaspettata, fino agli ultimi episodi che danno un senso al lungo viaggio compiuto dai protagonisti, svelando la verità sui Proxy.

Il character design è studiato accuratamente, in particolar modo i due protagonisti. Vincent Law ha un look piuttosto banale, ma è stato realizzato così appositamente per farlo sembrare una persona qualunque. Il sua aspetto sempre curato e in ordine e quell'aria impacciata servono a far risaltare ancora di più i pochi momenti di "lucidità" in cui prende coscienza del suo vero io, cambiando radicalmente il suo aspetto: i capelli scompigliati; lo guardo duro e freddo; perfino gli abiti, nonostante restino sempre quelli, sembrano diversi. Re-l Mayer è un personaggio che ha molto impatto: perennemente vestita di scuro, con abiti austeri ma che risaltano comunque la sua figura, le forme non troppo procaci che sottolineano la morbidezza del viso, che però è mascherato dal perenne trucco pesante che la contraddistingue. Re-l è fredda, taciturna e autoritaria, raramente la vediamo perdere il controllo lasciando spazio alle sue emozioni.....l'esatto opposto di Vincent. Una piccola curiosità è il fatto che il suo viso somiglia molto a quello della cantante degli Evanescence, Amy Lee. Gli altri personaggi sono ben caratterizzati, ma di certo non gli viene dato lo stesso rilievo di Re-l e Vincent. Pino è il personaggio più umano e spensierato fra tutti, cosa ironica, dato che si tratta di un androide. Tra i personaggi secondari posso citare Iggy, l'entourage di Re-l; Donov Meyer; Raul e Dedalus.

Dal lato tecnico l'anime è caratterizzato da disegni stupendi, dettagli molto curati (anche se devo ammettere che in alcuni momenti cala di tono) e animazioni eccellenti. La computer grafica è stata utilizzata in maniera molto discreta e riesce a fondere con cura tutti gli elementi che, messi assieme, rendono Ergo Proxy decisamente notevole dal punto di vista visivo. La serie presenta ambientazioni piuttosto cupe con la predominanza di colori scuri; l'ambiente esterno ne è un esempio evidente, caratterizzato da paesaggi desolati e una costante assenza di luce. Per quanto riguarda la colonna sonora, è estremamente difficile dire qualcosa in merito dato che è talmente in sottofondo che è quasi difficile accorgersi della sua presenza; ma che riesce comunque ad esaltare l'atmosfera delle varie scene. Passando alle sigle....la opening è la bellissima Kiri dei Monoral, mentre l'ending è Paranoid Android dei Radiohead. Proprio il fatto che entrambe le sigle sono in inglese, fa notare quanto questa produzione punti molto al pubblico occidentale.


 5
Hatake Rufy

Episodi visti: 23/23 --- Voto 4
"Ergo Proxy" è un'anime che ha avuto successo ma che personalmente ha deluso tanto. Inizialmente, mi colpì per il suo aspetto steampunk e per l'ambientazione cupa e molto psicologica, che per la maggior parte dell'anime grava sui personaggi.

La trama vede un genere umano che si si rifugia nelle città-cupola dove controllano le nascite per salvaguardare la specie umana, dopo che ci fu una infezione letale che sterminò molte persone, rendendo la maggior parte del pianeta una distesa arida di terreno; questo avvenne per via della distruzione degli strati di metano dell'atmosfera terrestre dopo tanti tentativi umani di creare altre forme di energia. Gli umani crearono gli AutoReiv, androidi a cui affidare ogni tipo di lavoro pesante. La vita nella cupola è vista come una sorta di utopia perché la vita è monotona, regolata dal perfezionismo e dal distacco emozionale, che gli abitanti devono tenere per essere considerati degni della società. Tutto questo viene minacciato da un virus diffuso tra gli AutoReiv che li conduce a provare emozioni, dandogli un pensiero del tutto personale; inoltre, uno strano essere, chiamo Proxy, fugge da un laboratorio dove venivano condotti esperimenti su di esso, per via di una sua apparente immortalità. La protagonista è l'ispettrice Re-I Mayer, che viene incaricata di indagare sugli omicidi per opera di AutoReiv infetti, ma una notte viene assalita e terrorizzata dal Proxy; i piani alti insabbiano la cosa ma l'ispettrice non si dà pace e incomincia ad indagare cominciando da un immigrato, Vincent Law, molto sospetto, visto il suo passato misterioso.

La storia è come sembra, molto interessante, ma nel proprio sviluppo diventa pesante e difficile da seguire; inizialmente bloccai la visione, poi ricominciai sperando di riuscire a finirlo tutto ma, una volta arrivato al finale, mi sono chiesto come questa trama avvincente fosse riuscita a buttarmi giù. Nelle prime puntate c'è un evidente approccio alla psiche tra i personaggi e la loro permanenza nella società, che va bene inizialmente per dimostrare, a parole e non con i fatti, come la vita sotto la cupola possa essere monotona. Fino qui ci siamo, ma col passare delle puntate sembra che questa filosofia sia sfuggita di mano, la maggior parte degli episodi si basa su discorsi filosofici e tutto questo rende pesante la serie e perde di originalità. Il finale è deludente per molti, ma sinceramente non mi ha deluso più di tanto, visto che non mi sono fatto grandi aspettative durante la visione della serie.
L'ambientazione è ciò che rende interessante quest'anime, l'ho già ripetuto, ma lo steampunk e cyberpunk mi hanno colpito moltissimo: la città sotto la cupola in realtà sembra una prigione mentale e psichica per i cittadini, che però rispettano quei limiti imposti dai piani alti per non diventare disertori della società. Anche l'aspetto dei personaggi è ben fatto: in particolare, la protagonista che è capace di ribellarsi a quel sistema monotono della cupola, mentre l'immigrato Law è quello con più misteri, ma anche il personaggio più annoiante della serie per via delle sue troppe parole e lamentele sulla propria vita che fanno crollare un ambiente ben costruito.
Il comparto visivo è ben caratterizzato con disegni e animazioni che rispecchiano alla perfezione l'ambiente creato; il sonoro non mi ha interessato neanche un po' così come le sigle, mentre il doppiaggio in italiano è da rifare o meglio, consiglio la lingua originale.

In conclusione, "Ergo Proxy" è un'anime che mi ha incuriosito parecchio, ma che non ha saputo catturarmi ulteriormente, precisamente mi ha condotto tra il "bloccare o non bloccare?". Almeno l'ho terminato, ma lo considero una perdita di tempo, tutti pareri personali. Lo consiglio perché ha delle buone caratteristiche come l'ambientazione, non lo consiglio perché ha una trama particolare che non ha saputo svilupparsi per quel poco che serviva a renderlo un vero capolavoro.


 3
Mister_Hook

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Non è facile recensire un anime come Ergo Proxy, ma cercherò di fare del mio meglio.
Cercherò si sintetizzare i lati positivi (molti) e negativi (pochissimi) di questa serie, più che cercare di sintetizzare la trama (alquanto complessa).
Ergo Proxy adotta un'ambientazione postapocalittica/postcyberpunk per far agire i suoi personaggi, tutti molto ben caratterizzati psicologicamente e i quali subiscono un coerente sviluppo psicologico nel corso dei 23 episodi. La trama è molto complessa, parte abbastanza lentamente e accelera il suo ritmo progressivamente, dosando con maestria rivelazioni e colpi di scena: a dirla tutta, l'intreccio rimane piuttosto oscuro fino alle ultime 2-3 puntate, in cui viene spiegato tutto (o quasi). E questo è forse l'unica debolezza della serie: non si ha il tempo necessario per metabolizzare tutti gli elementi e alcuni aspetti rimangono poco chiari anche dopo la fine della serie, che necessita di essere vista un paio di volte per essere compresa a fondo. Se questo può infastidire chi predilige uno sviluppo più lineare della trama, è vero d'altra parte che rende la serie più interessante per chi cerca una serie che sia più complessa, più impegnata. Trovo che nonostante la sua brevità, Ergo Proxy raggiunga una profondità incredibile. La regia è magistrale: lo stile è frammentario, condito di citazioni più o meno indirette, scene oniriche, espedienti metacinematografici per un impatto visivo senza precedenti.
Il 9 è perché alla fine della serie si rimane con la sensazione che ci sia sfuggito qualcosa, ma forse è proprio quello che rende questa serie così affascinante.


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Kida_10

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
"Ergo Proxy" è una serie composta da ventitre episodi di durata canonica, prodotta nel 2006 da Manglobe e Geneon Entertainment.

Cronologicamente collocata in un futuro lontano e indefinto, la storia è ambientata in uno scenario post-apocalittico, un mondo distrutto e desolato dove l'umanità per sopravvivere è stata costretta a rinchiudersi in delle gigantesche cupole che fungono da città. A vivere insieme alle persone mescolandosi fra loro, ci sono delle macchine chiamate Autoreiv, necessarie per il sostentamento della società, e in grado di svolgere le più disparate funzioni.
In questa realtà sull'orlo del baratro, nascoste agli occhi della stragrande maggioranza degli esseri viventi, vi sono delle creature chiamate proxy, esseri dotati di forza e abilità sovrumane e considerati demoni mostruosi.
A dare inizio all'avventura è lo scatenarsi di un virus chiamato cogito, il quale colpisce gli autoreiv donandogli un'anima e una propria capacità di pensare e di prendere decisioni.
La storia ruota attorno a Re-l Mayer, un'investigatrice che comincia a nutrire sospetti sui segreti della propria città,a Vincent Low, un immigrato con un passato troppo confuso e misterioso, e a Pino, una bambina autoreiv infettata dal virus e che si è affezionata a Vincent.

La trama, nonostante parta in modo lento e abbastanza noioso nelle prime 3-4 puntate, viene successivamente sviluppata egregiamente, in modo intrigante e coinvolgente. Lo spettatore si ritroverà sempre più incuriosito ed affascinato da questo misterioso mondo; numerosi interrogativi troveranno risposta in maniera estremamente naturale col proseguire degli episodi, ma fino alla conclusione dell'ultimo atto sarà impossibile godere di una visione chiara e precisa. Il ritmo, molto basso nella fase iniziale, è un continuo crescendo ed arriva al suo culmine proprio nelle ultime puntate, ricche di rivelazioni, colpi di scena e azione.

La regia è semplicemente fantastica, in grado di proporre combattimenti veloci e avvincenti e di creare un'atmosfera perfetta in ogni momento, ovviamente aiutata da un comparto sonoro altrettanto curato; in realtà le musiche vere e proprie non sono molte, grande spazio viene lasciato ai rumori dell'ambiente, che rendono al meglio l'idea di desolazione e tristezza. Anche il comparto grafico fa la sua parte in tal senso, utilizzando colori grigi e cupi, e non lasciando intravedere neanche uno spiraglio di luce. lo spettatore si ritroverà completamente avvolto nel mondo di "Ergo proxy" provando sulla propria pelle l'angoscia e la pesantezza che trasudano da ogni singola puntata. Per quanto riguarda il doppiaggio italiano l'ho trovato molto curato, con voci azzeccate e adatte, in grado di esprimere al meglio le incertezze e le personalità dei vari personaggi, tutt'altro che facili da interpretare.

Altro punto fote di quest'opera sono sicuramente i suoi personaggi, ottimamente caratterizzati ed incredibilmente carismatici. Questi godono di un'analisi e di un'introspezione psicologica di altissimo livello, attraverso le quali vengono proposti interessanti ragionamenti su tematiche di difficile interpretazione. I protagonisti sono continuamente alla ricerca di quella che viene chiamata la loro ragione di esistere; ognuno di loro infatti vive la propria vita per con l'intento di raggiungere preciso scopo, anche se questo non è ben chiaro e difficile da trovare; Re-l cerca risposte, pur sapendo che la verità potrebbe risultare più dannosa che altro, Vincent è alla ricerca del suo passato, della sua identità e della sua memoria perduta, mentre Pino della propria anima e dei propri sentimenti.

"Ergo proxy" è un'opera fantastica, profonda e coinvolgente che farà sicuramente riflettere e ragionare; un vero peccato per le prime puntate che ho trovato lente e soprattutto noiose, insieme ad un altro paio di episodi che potrebbero essere considerati quasi dei filler. Per tutto il resto una serie incredibile, consigliata a tutti.


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Giuls88

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Parlare di Ergo Proxy è per me cosa molto difficile causa implicazioni emotive; posso dire che mi abbia in qualche modo segnata nel profondo e non esagero nel definirlo "l'anime della vita" insieme a pochi altri che recensirò, forse, in seguito. Mi sento però di fare una dovuta premessa, quando vidi ergo proxy per la prima volta mi ero da poco approcciata al mondo dell'animazione per cui mi trovai davanti un prodotto che era all'infuori delle mie capacità di giudizio, tuttavia ne rimasi affascinata e decisi di posticipare la revisione del suddetto anime ad oltranza, ora, pochi mesi fa ripresi in mano i dvd e confermai definitivamente il mio amore per questa serie fantastica. Ora la trama in breve: Ci troviamo in un futuro anteriore, sulla terra che però causa inquinamento non è più abitabile, così gli esseri umani si sono "momentaneamente" trasferiti nelle città cupole chiamate dome, la storia parte nella città cupola di Rom-Do anche detta "l'ultimo paradiso" proprio perché sembra essere l'ultimo luogo abitato della terra. Qui umani e macchine detti "enturage" vivono la loro vita in tranquillità in quello che sembra un paradiso utopico che tuttavia si rivelerà ben presto essere una culla mortifera. I protagonisti sono Re-l Mayer, 19 anni, nipote del reggente, ragazza dal carattere forte che non nasconde di sentirsi spesso annoiata dalla vita in dome, è autoritaria e ligia al lavoro anche se a tratti troppo curiosa. Vincent law, un immigrato proveniente dalla cupola di mosk che spera di diventare concittadino, lavora sul piano sociale più basso in quanto immigrato, ha la "peculiarità" di non ricordare nulla sul suo passato, è attratto da Re-l verso cui prova amore sincero e senso di inferiorità. Ora, io ho presentato solo quelli che sono i due personaggi e il brevissimo incipit della storia, ma posso assicurare che ergo proxy è molto di più della favoletta di due "poveri cristi", è un viaggio pratico e spirituale alla ricerca di noi stessi, alla ricerca dell' IO, la domanda alla base dell' anime è proprio questa Chi sono IO? Come chi sono io? Io sono Ergo Proxy, L'emissario della morte!
Quest'anime ci fornisce le risposte? Forse no! Mi ha fatto porre altre domande però! Voto 9, per ripicca, una anime come ergo proxy non ha bisogno di 10!


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skywatcher

Episodi visti: 23/23 --- Voto 6
La vicenda si svolge in un mondo post-apocalittico con spiccati elementi cyberpunk, in cui l'uomo sopravvive in città-cupola isolate all'interno delle quali ha cercato di creare una società perfetta con l'aiuto della tecnologia e degli automi. Si tratta però di un mondo cupo e estraniante nella sua finta perfezione, contorto e crudele: un'utopia che è diventata distopia. Ciò emerge immediatamente quando una serie di omicidi e il diffondersi del virus cogito (che rende gli automi capaci di provare emozioni) sconvolgono la città di Romdeau. L'ispettrice Re-l inizierà ad indagare su questi casi e da quel momento inizierà un percorso alla scoperta di ciò che si cela dietro a Romdeau e ai misteriosi Proxy.

La vicenda narrata si può dividere in tre principali archi: l'incipit a Romdeau, la fuga nel mondo esterno, e infine il ritorno nella città. La parte centrale rappresenta un viaggio che è sia reale, sia (soprattutto) metaforico, in cui Re-l accompagna Vincent alla ricerca di risposte sulla sua natura e su quella di ciò che resta del mondo.

Ergo Proxy si presenta sicuramente come un anime di alto livello, sia dal punto di vista della realizzazione tecnica che da quello dei contenuti.
I riferimenti alle atmosfere delle opere di Dick sono palesi, ma la serie va molto oltre, essendo colma di citazioni e riferimenti culturali di spessore elevato, che offrono più piani di lettura per la vicenda. Il pensiero da cui scaturisce la consapevolezza di sé stessi, l'essenza e il fine dell'esistenza... Questi e altri temi filosofici sono esplicitamente citati e trattati. Da un lato ciò rappresenta qualcosa di positivo e interessante (soprattutto per chi ama i ritmi lenti, come il sottoscritto), ma dall'altro si nota come tali argomenti siano inseriti in modo piuttosto macchinoso nel contesto della trama, con il risultato di appensantirla in vari passaggi e renderla inutilmente più contorta e oscura del dovuto.
Giunti alla fine della narrazione molti dei lati oscuri della storia rimangono tali, schiacciati sotto il peso di una matassa di discorsi che sembrano essere più fini a se stessi che all'economia della storia. Il limite del "pretenzioso" nella sua accezione più negativa risulta pertanto paurosamente vicino.
Un altro problema da evidenziare nella gestione della trama è quello che alcuni degli episodi centrali (vedi la puntata del quiz), sebbene risultino spesso interessanti di per sé, assumono la parvenza di filler ai fini dello sviluppo dei personaggi e della storia, con il risultato netto di creare degli stacchi evidenti che non aiutano il fluire della narrazione.

Ammetto che date le premesse iniziali mi aspettavo di più e al termine della visione non nego che mi sia rimasto un senso di leggera insoddisfazione. Restano tuttavia molti i pregi di questo anime (grafica, parte musicale, atmosfere, caratterizzazione di alcuni personaggi), che vi invito comunque a visionare. Fra il sei e il sette.


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Thecrimsonking

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
In un futuro post-apocalittico, gli esseri umani sono rifugiati in città cupola ove vige la meccanizzazione ed il controllo delle nascite per salvaguardare la propria specie, e avviano la coesistenza con androidi chiamati AutoReiv a cui vengono relegati tutti i lavori più pesanti. La storia inizia in una di queste metropoli, Romdo, in cui la vita procede monotona e regolata dal perfezionismo e dal distacco emozionale che gli abitanti devono dimostrare per essere considerati degni concittadini; questa utopia viene improvvisamente infranta dalla diffusione di un virus chiamato Cogito, che colpisce gli AutoReiv permettendo loro di acquisire un proprio ego, e rendendoli capaci di provare emozioni, cosa che li porta a ribellarsi agli esseri umani uccidendoli. Inoltre, una creatura denominata Proxy, fugge dai laboratori della città-cupola, in cui veniva sottoposta ad esperimenti volti a capire il suo organismo e, in particolare, il segreto delle cellule Amrita che le conferiscono un'apparente immortalità.
La storia ruota intorno a due personaggi principali:
l'ispettrice Re-l Mayer, nipote del Reggente, che viene incaricata delle indagini sugli omicidi ad opera degli AutoReiv infetti venendo poi a contatto con il proxy che irrompe nel suo appartamento, e l'immigrato Vincent Law, trovato svenuto nei pressi del luogo dell'incontro con il proxy ed attorno al cui passato sono legati numerosi misteri.

Opera di 23 episodi, creata da Manglobe e Geneon Entertainment, trasmessa in Giappone nel 2006, diretta da Shukō Murase e sceneggiata da Dai Satō (Cowboy Bebop, Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, Eureka Seven), Ergo Proxy propone peculiarità quali la colorazione spenta e la rivelazione graduale della trama di fondo. La serie propone sia elementi steampunk che postcyberpunk e per buona parte gravita sulla psicologia e sulla mentalità dei protagonisti. I temi principali della serie sono piuttosto evidenti: viene analizzato il tema del "cogito ergo sum" e relativa consapevolezza di esistere che si manifesta nelle menti di esseri privi di volontà come gli AutoReiv, e soprattutto il tema della disillusione per l'impossibilità dell'avvento di una società utopica. Numerosissimi sono i riferimenti letterali. La serie si apre fin da subito con una citazione di Michelangelo a sottolinearne lo spessore culturale; la maggior parte dei nomi dati sia a oggetti che a personaggi fa riferimento a opere mitologiche e ne descrivono anche comportamenti e pensieri.
In generale Ergo Proxy è un anime atipico, complesso, criptato nella narrazione, ma i cui misteri vanno a svelarsi nel finale lasciando enorme soddisfazione allo spettatore.


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TheDarkLord

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
"Ergo Proxy" è una serie fantascientifica del 2006, composta da ventitré episodi, creato da Manglobe e Geneon Entertainment con la regia di Shuko Murase ("Witch Hunter Robin") e la sceneggiatura di Dai Sato ("Ghost in the Shell: Stand Alone Complex", "Cowboy Bebop", "Eureka Seven", "Samurai Champloo").

La storia è ambientata nel 7207 e il pianeta Terra si trova in uno stato di degrado da quando, cinquemila anni prima, è stato colpito da un cataclisma. Sembra essere rimasta un'ultima roccaforte per l'essere umano ed è una Città-Cupola (Dome-City) chiamata Romdo, luogo in cui gli uomini vivono insieme a degli androidi chiamati Autoreiv. Questo è considerato una specie di paradiso, talmente perfetto da essere considerato un'utopia riuscita anche perché, oltre ad essere un mondo privo di sentimenti, la criminalità è inesistente, almeno fino al giorno in cui vengono scoperti degli omicidi efferati che sconvolgono la popolazione. Il caso viene affidato all'ispettore del Citizien Information Bureau of Investigation (CIBI), Re-L Meyer, ragazza giovane ma molto ambiziosa. Come se non bastasse, oltre agli omicidi a Romdo si sta propagando un nuovo virus informatico, chiamato "Cogito", che colpisce gli Autoreiv, dandogli la capacità di provare sentimenti, cosa che fa cadere a pezzi l'equilibrio della città. Infine un mostro rinchiuso in un laboratorio, il Proxy, si risveglierà e sfuggirà agli scienziati. Quest'ultimo fatto sarà occultato, ma Re-L, riceverà appunto la visita di questa creatura che sembra in qualche modo collegata al personaggio di Vincent Law, un immigrato giunto da poco a Romdo.

Un anime molto complesso nella narrazione che è riuscito a sorprendermi parecchio. Prima di tutto bisogna dire che questo prodotto parla di vari argomenti filosofici e prende spunto da molte opere letterarie. In certe scene o ambientazioni si ispira molto a opere architettoniche o a dipinti.

Ma partiamo con ordine. Il tema fondamentale dell'anime, e che molti di voi capiranno da subito, è principalmente il "Cogito Ergo Sum" di Cartesio. In breve il filosofo francese diceva che la realtà che ci circonda era un'illusione indotta da un "genio maligno". L'uomo però non era un'illusione in quanto lui dubita e quindi pensa. Pensando, sa di esistere. Nell'anime questo principio sembra essere messo in dubbio quando Vincent Law scopre di essere legato al Proxy. E sarà sempre il Proxy che lo farà dubitare della suo essere. Infatti, chi dice che Law non sia altro che un qualcosa creato dalla mente del Proxy? In questi momenti avremo degli "scontri" filosofici tra i due che a mio avviso sono alcune delle scene migliori dell'anime.

Molte cose si ispireranno anche a opere letterarie come ad esempio "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley. In questo libro la perfetta città di Londra è quasi identica a quella di Romdo: senza crimini, senza malattie ovvero il mondo perfetto che tutti sognano. Però in entrambi i casi sembra esserci qualcosa di sbagliato: ne "Il mondo nuovo" gli umani hanno sentimenti e pensieri impostati fin da quando sono nati in modo da poter svolgere il proprio ruolo per la società e coloro che hanno idee diverse, anche solo di poco, vengono considerati strani. In "Ergo Proxy" invece l'equilibrio della città-cupola sembra invece doversi sgretolare da un momento all'altro dimostrando la fragilità di questo "ultimo paradiso". Romdo dimostra anche di avere un lato oscuro e crudele in cui si farebbe di tutto pur di mantenere per un po' di tempo quel fragile equilibrio.

L'anime potrebbe anche essere definito una serie "On the road" cioè i cui avvenimenti avvengono principalmente durante un viaggio. Sarà proprio il viaggio la tematica fondamentale dell'anime.
Coloro che lo affronteranno sono Re-l, Vincent e Pino, quest'ultima una piccola autoriev infetta dal Cogito. Oltre ad affrontare diverse avventure i nostri protagonisti capiranno chi sono veramente (quindi una ricerca del proprio Io). Sarà anche un modo per trovare una ragione di esistere, di capire qual è il loro ruolo nel mondo e trovare così una risposta alla loro vita. Saranno presenti molte introspezioni psicologiche dei personaggi e alcuni episodi saranno dedicati esclusivamente a esse.
Consiglio di stare molto attenti alle varie spiegazioni e al filo narrativo durante gli episodi in quanto non è un anime semplice e una seconda visione sarebbe d'obbligo.

Passando al lato tecnico, "Ergo Proxy" raggiunge la perfezione. Possiede una grafica semplice ma allo stesso tempo pulita con dei toni molto scuri che sottolineano l'atmosfera di smarrimento e decadenza presenti nell'opera. Le ambientazioni sono realizzate molto bene a partire dalla "perfetta" città di Romdo agli ambienti desolati e cupi dell'esterno (oltre alle varie città distrutte che incontreranno durante il tragitto, anch'esse oscure e alcune di loro molto claustrofobiche). Ci saranno perfino dei richiami architettonici e letterari come ad esempio la Sala del Reggente di Romdo che ricorderà in parte la Sagrestia Nuova di Michelangelo (saranno per giunta presenti le statue sopra le tombe di Giuliano e Lorenzo, ovvero Il Giorno e La Notte, L'Aurora e Il Crepuscolo, che nell'anime saranno gli autoriev del Reggente).

Alcune scene invece saranno degli ottimi richiami artistici come quando, nell'episodio quattordici, vedremo Re-L galleggiare nell'acqua come l'Ophelia di J.E. Millais, dipinto in cui vediamo Ofelia, una ragazza innamorata di Amleto che, resa pazza per essere stata respinta da quest'ultimo, mentre raccoglie fiori vicino al lago, scivola e muore annegata. Oppure richiami cinematografici a "Blade Runner" e "La Corazzata Potemkin" (in quest'ultimo verrà ripresa la famosa scena del passeggino).

Ho adorato anche il character design dei personaggi, soprattutto quello di Re-l, dei vari Proxy e degli autoriev. Parlando dell'aspetto della protagonista devo dire (e sono sicuro che in molti l'avranno notato) che assomiglia ad Amy Lee, la famosa cantante degli "Evanescence" (cosa molto buona dato che adoro quel gruppo musicale).

Al disegno seguirà l'uso della CG (computer grafica) che, al contrario di quanto succedere con alcuni anime dell'ultimo periodo, non stona per niente con il resto, anzi, aiuta il livello tecnico dell'anime.
Anche i combattimenti, nonostante la loro brevità, sono realizzati bene e non annoiano per niente.
Le musiche sono perfette e ho adorato tantissimo l'opening e l'ending (la prima è Kiri dei Monoral mentre l'ultima è la fantastica Paranoid Android dei Radiohead)

Con questo chiudo dicendo che "Ergo Proxy" non è un anime adatto a tutti e consiglio di guardarlo agli amanti del genere o a chi ha voglia di stare attento e non guardare un anime "leggero".


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Fauno-

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
"Caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso
mentre che 'l danno, e la vergogna dura:
Non veder, non sentir, m'è gran ventura.
Però non mi destar, deh! parla basso".
Venne scritta da Michelangelo Buonarroti, in risposta ad una nota quartina di Carlo Strozzi.
La poesia presa in oggetto rappresenta uno dei significati principali dell'opera ed è interpretabile attraverso il progressivo dipanarsi degli enigmi lungo il corso della vicenda. "Ergo Proxy" è un anime di fantascienza in perfetta sintonia con lo stile cyberpunk. Venne prodotto dalla Manglobe e dalla Geneon Entertainment nel 2006 e trasmessa per la prima volta in Italia nel 2012 su Rai 4.

TRAMA
Le vicende si svolgono in un futuro distopico, cupo e privo di speranza; all'interno di un mondo ormai straziato, contaminato e in rovina. L'unica ancora di salvezza per il genere umano, risiede all'interno delle città cupola, costruite con l'intento di isolare la popolazione dall'atmosfera circostante. L'uomo, in un passato non precisato, bramoso di sperimentare nuove fonti d'energia, ha oltrepassato il limite naturale, lacerando in questo modo gli strati di metano presenti nell'atmosfera. La risonanza è stata letale: ha infatti avuto modo di dilagare un'infezione che rese l'aria nociva e infetta. In questo rovinoso scenario, la storia s'incentra su Romdo, città utopica, efficiente, perfettamente organizzata e asettica… All'apparenza. Gli ingranaggi che tessono la meccanizzazione e la funzionalità del dome, sono infatti occultati. Tutto ciò che accade non viene divulgato dalle sfere altolocate e i cittadini vivono nella costante ignoranza. La popolazione non ha occhi, non ha orecchie, è privata della parola. Leggi comportamentali severissime regolano ogni apparato umano. Gli immigrati, considerati inferiori, vengono relegati al servizio dei cittadini e le emozioni vengono descritte come debolezze, imperfezioni che minano l'ordine della molteplicità. È una città a tratti disumanizzata, calcolatrice: le nascite sono infatti programmate da un utero artificiale, i cittadini sono quindi sterili, incapaci di riprodursi. Il lavoro pesante viene svolto dagli Autoreiv, androidi creati con l'intento di servire il genere umano. Ma qualcosa sta cambiando, qualcosa che non promette nulla di buono. Un'antico essere si è infatti destato dai laboratori in cui era segregato ed è riuscito a fuggire.
Sta inoltre dilagando un virus chiamato Cogito. Non è chiaro il mezzo attraverso cui viene propagato ne tantomeno da cosa sia causato. Ciò di cui si è a conoscenza è il suo bersaglio: gli Autoreiv, i quali, resi dallo stesso senzienti e dotati di sentimenti, si dimostrano imprevedibili ed impulsivi; non più sicuri, perciò braccati e resi inoffensivi.
La protagonista femminile è Re-l Mayer, ispettrice presso il dipartimento Intelligence, finalizzato al mantenimento dell'ordine pubblico. Donna scontrosa, altezzosa, sistematica e diretta, con manie di perfezione. È però, molto determinata. Dovrà indagare, con l'ausilio di Iggy, il proprio Autoreiv entourage, sugli omicidi causati dagli androidi infetti, nonché districare i complicati enigmi ad incastro intessuti dal reggente: suo nonno, impegnato a celare una realtà inimmaginabile e al contempo essenziale per la sopravvivenza: il Proxy Progect. Il protagonista maschile è Vincent Law. immigrato recentemente a Romdo dal dome di Mosk. Un uomo insicuro, complessato, molto calmo ed introspettivo. Si troverà però incriminato e braccato per crimini certo di non aver commesso. Confuso e disorientato si cimenterà in un viaggio alla riscoperta di se stesso e delle proprie origini, non essendo più sicuro di quali esse siano.
Il ritmo con cui si susseguono le vicende non è serrato, direi al contrario, abbastanza lento. La narrazione verrà infatti scaglionata da numerose introspezioni che, appunto, ne ostruiranno il flusso. Oltre ad esser rallentata per il motivo sopra riportato, si verificherà di difficile interpretazione perché condita con aforismi ridondanti, eccessive citazioni ed elementi esposti malamente. Un'esplicazione delle trame e degli enigmi in chiave complessa, per la quale ci si debba avvalere di ragionamenti, la so apprezzare assai, questo, però, solamente nel momento in cui la descrizione si rivela lineare e non sfrangiata da fattori ripetitivi potenzialmente confusionari. Mi è capitato più volte, infatti, di sentirmi beffeggiato dall'opera in questione. Son riuscito a comprendere Ergo Proxy nella sua totalità, ma non senza impegno; impegno quindi, personalmente, non completamente ben investito. A parer mio, avrebbero potuto sgrassare alcune componenti; rendendo l'opera più coesa e densa di contenuti.

COMPARTO GRAFICO, TECNICO E COLONNA SONORA
-L'animazione nei primi episodi è molto bella e l'ausilio della computer grafica lodevole. Per esser datata a dieci anni fa, ha ancora tutti i presupposti per poter competere con quelle di ultima generazione. Negli episodi centrali perde punti, compie una brusca planata, per poi però risollevarsi in volo sul finale, riacquistando la bellezza iniziale.
-Character Design buono. Re-l è fantastica: molto bella e con un look posto tra lo steampunk e il dark. Sono molto soddisfatto, è uno dei personaggi femminili che più mi son piaciuti. Vincent, invece, è particolare. Inizialmente porta i capelli pettinati e mantiene gli occhi perennemente chiusi (alla Brock dei "Pokemon"), successivamente però la pettinatura cambia, si scombina e si inizia a vedere finalmente il colore dell'iride: giallo. Questa trasformazione indica in lui un cambiamento. Molto meglio il nuovo Vincent. Per quanto riguarda il vestiario non mi piace particolarmente.
-Ambientazioni fosche, cupe, fredde e desolate. Incarnano perfettamente la situazione dell'uomo, di ogni uomo: la solitudine.
-Il doppiaggio è fatto assai bene. Se avete notato Vincent è Rick di "The Walking Dead".
-La opening e la ending mi sono veramente piaciute, solitamente non ne sono quasi mai soddisfatto. In questo caso ho saputo amarle e non le ho quasi mai skippate. Le Soundtracks sono posizionate nei contesti giusti, nei momenti giusti e nel modo giusto. Non caratterizzanti, ma buone.

I PERSONAGGI
Sono curati nel dettaglio, vengono descritti da più angolazioni e dispongono di più sfaccettature, sono inoltre dotati di grande profondità e spessore. Mi hanno attirato ed assai colpito in modo positivo. Lungo il corso delle vicende narrate, il carattere dei protagonisti verrà approfondito attraverso numerose introspezioni, utili, ma dal mio punto di vista, eccessivamente prolisse e copiose, tanto da minare, com'appunto sopra citato, il fluido progredire della trama. Avrebbero potuto investire il tempo in modo differente, curando meglio altri aspetti dell'opera, come per esempio l'organizzazione socio-politica di Romdo; chiara, ma a parer mio, degna di un approfondimento. Concretamente parlando i personaggi mi piacciono, ma avrei preferito se avessero bilanciato in modo migliore il rapporto trama-introspezioni.

TEMATICHE E SIGNIFICATI
"Ergo Proxy" è ricco di temi. Verità o menzogna; realtà o illusione. Re-l e Vincent dovranno riuscire a farsi strada tra i contorti rovi che anelano l'irto cammino della conoscenza. In un frenetico miscuglio di fili falsi e fallaci dovranno trovare l'unico vero che spieghi, metta in relazione e giustifichi tutti gli altri. Le antitesi sopra riportate arricchiscono e rendono tale l'opera in questione, caratterizzandola e distinguendola nel profondo. Il tema però centrale è "l'essere o il non essere" il "Cogito ergo sum", "penso quindi sono". Non a caso il virus Cogito è chiamato in tal modo. Sarà Vincent a cimentarsi nella ricerca del proprio vero io, combattendo soprattutto contro se stesso, il nemico più temibile.

COMMENTO CONCLUSIVO
Alla luce di quanto detto finora, sono presenti innumerevoli aspetti positivi che hanno però come controparte lo stesso quantitativo in negativo. La differenza è che i primi mi hanno assai colpito, facendo pendere l'ago della bilancia dal giusto verso. La trama è molto bella, le animazioni ottime, la caratterizzazione dei personaggi approfondita. Per ognuno di essi, c'è l'altra faccia della medaglia, che fortunatamente, non riesce però a prevaricare. Il voto esatto che avrei attribuito ad "Ergo Proxy" sarebbe 7.5
"La Terra che si sta rigenerando in questo mondo decaduto; con questi occhi, queste orecchie, questi piedi, queste mani e questa lingua l'ho toccata! E con il cuore l'ho sentita, altrimenti non sarei mai tornato nuovamente qui."


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YesoloSKN

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
L'anime Ergo Proxy è un concentrato di studio, analisi, introspezione, speculazione su vicende, personaggi e scenari steampunk ricostruiti a 360° sulla base di una civiltà umana tecnologicamente evoluta, eticamente mutata e moralmente reminescente.

Si tratta altresì di un'opera matura, complessa, ermetica fino all'inverosimile. Non basta (e non è richiesto) disporre di un ampio bagaglio culturale per seguirla, anche se questo potrebbe aiutare a cogliere le varie citazioni storiche, mistiche e filosofiche che sono state inserite in maniera più o meno celata, sebbene esse appariranno quasi sempre sconnesse dal contesto. Sarà soltanto grazie a deduzioni di tipo filo-logiche, maturate nel tempo e dopo diverse visioni, che saremo in grado di comprendere affondo la trama e il rapporto che essa ha con i personaggi e il mondo.

Per chi lo guarda, Ergo Proxy dovrebbe essere preso come un'occasione di ricerca sia esteriore che soprattutto interiore (o anche solo per comprenderne la trama). Non è casuale il fatto che ogni episodio venga chiamato "Meditatio" proprio perché l'opera, nel suo insieme, mira ad essere prima di tutto un percorso di meditazione per tutte quelle persone che si intravedono nei personaggi e ne comprendono i loro tormenti.

Re-l Mayer cerca risposte, pur sapendo che esse potrebbero non corrispondere alla sua felicità. È molto importante capire questo concetto perché sta alla base di ciò che fa di lei un personaggio di spessore. Nonostante sia la nipote del reggente, viva in una città utopistica dove non manca nulla, detenga un lavoro tutto sommato soddisfacente, possieda perfino un Entourage che si prende cura di lei... nonostante tutto questo vuole cercare e percorrere una strada che potrebbe seriamente metterla nei guai, per sua raison d'etre.

Vincent Law cerca la sua identità. All'inizio la identifica nel perfetto cittadino di Romdo, quello tutto pettinato bene, senza personalità e con gli occhi socchiusi, quasi stordito e addormentato dal sistema. Quando arriverà il momento di aprire gli occhi però, quando le sue speranze di diventare il cittadino perfetto andranno meno, quando si renderà conto di emulare qualcuno che non è e che in fondo ripudia, allora comincerà a cercare altrove. Scaverà nel proprio passato per trovare le risposte che la sua mente non riesce da sola a dargli.

Pino cerca l'umanità, quella che gli apatici umani di Romdo sembrano ormai essersi privati. Lei è un'Autoreiv (una macchina) infettata dal virus Cogito (non casuale) che le dona un'anima interiore capace di farle provare sentimenti umani, di reagire come tale. Sebbene rimanga in fondo una bambina da compagnia, è fonte di riflessioni e speculazioni legate proprio al sentimento e al legame profondo tra macchine e umani.

Proprio questo legame tra tecnologia e uomo è uno dei sottotemi dell'anime. Qual è il rapporto tra macchine e umani? Quale quello tra umani e Proxy? Qual è il filo che li lega? La risposta ci viene data in mezzo a questi 23 episodi, in maniera apparentemente sconnessa dalla trama.
I Proxy, per l'appunto, sono i cosiddetti elementi inverosimili che trascendono gli equilibri della vicenda. Sebbene siano alla base stereotipati, possiedono comunque una loro particolare originalità che li discosta dai comuni "antagonisti" delle serie. Osserviamoli e analizziamoli bene durante la visione poiché le loro caratteristiche non sono casuali.

Ergo Proxy non è un anime perfetto perché, nonostante possieda una regia di tutto rispetto, OST eccezionali, disegni e animazioni ben concepite e una serie di altri elementi invidiabili, non è esattamente una passeggiata riuscire a seguirlo. È veramente un percorso in cui si rischia di perdersi dopo una sola puntata: le informazioni che ci vengono date sono troppe, sparse e confuse. È comprensibile che questo il più delle volte scoraggia la visione di un anime che comunque affronta con un certo fascino temi già visti.


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Eoin

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
"Ergo Proxy" è una serie TV del 2006, composta da 23 episodi di durata canonica e frutto della collaborazione di alcuni illustri esponenti del mondo dell'animazione giapponese: Dai Satō ("Cowboy Bebop", "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex") alla sceneggiatura e Shukō Murase ("Witch Hunter Robin", "Samurai Champloo") alla regia.

La vicenda si svolge, svariati secoli nel futuro, su una Terra ridotta ad una landa sterile e inquinata, devastata da un letale morbo. Gli umani superstiti conducono le proprie esistenze negli ultramoderni dome: città protette, tramite enormi cupole, dal mondo esterno e dalla sua insalubre atmosfera; l'attenzione è focalizzata in particolare su uno di questi centri abitati, Romdo. Qui la vita scorre lenta, monotona ed estremamente noiosa, almeno a detta di Re-l Mayer, Ispettrice del Dipartimento di Intelligence e nipote del Reggente di Romdo, nonché protagonista femminile della serie. E la situazione starebbe esattamente così, se non fosse che molti AutoReiv, i sofisticatissimi androidi che assistono i Cittadini in quasi tutti gli aspetti della loro quotidianità, hanno recentemente iniziato a contrarre un virus denominato Cogito, che permette loro di acquisire consapevolezza di sé (praticamente un'anima), a causa della quale tendono solitamente ad attaccare a vista i propri padroni e le persone in generale.
A complicare la situazione sono gli avvistamenti e la seguente irruzione, in casa di Re-l stessa, di un mostro, poi definito Proxy, la cui apparizione sembra in qualche modo legata a Vincent Law, immigrato in attesa di cittadinanza. Sia Re-l che Vincent partiranno per un viaggio, prima separatamente, in seguito come compagni, alla ricerca di risposte ad enigmi sempre più oscuri e complessi, riguardanti il passato, il presente ed il futuro dell'umanità intera.

Mi sono approcciato a "Ergo Proxy" in una condizione di totale ignoranza, non conoscendo nemmeno il più banale accenno di trama. Sapevo solo che l'ambientazione fosse in stile cyberpunk. Anche per questo motivo, quest'anime si è rivelato a dir poco sorprendente, sotto tutti i punti di vista.
La trama è avvincente e ricca di intriganti misteri, nonché di una componente psicanalitica rilevante. L'inizio è intenso e catapulta lo spettatore nel pieno della vicenda, mettendolo a contatto con un insieme di personaggi, situazioni e arcani che suscitano immediato interesse, nonostante un senso di temporanea confusione. Ogni puntata è studiata a tavolino per fornire informazioni e frammenti della soluzione di questo arduo rompicapo. Perfino quegli episodi apparentemente fuori posto o non in linea con l'andamento generale dell'anime sono in realtà funzionali a questo scopo e/o all'approfondimento psicologico dei personaggi. Tassello dopo tassello, è possibile risolvere tutti gli enigmi in maniera decisamente chiara, giungendo fino allo straordinario e coinvolgente finale.
La violenza è presente in gran quantità, seppur concentrata in qualche episodio, ma non si abbandona mai, nonostante la realistica crudezza, ad efferatezze eccessivamente cruente e fini a se stesse. Il fanservice, invece, è totalmente inesistente.
Il comparto tecnico è eccellente: le animazioni sono fluide e ben realizzate, soprattutto nelle esaltanti scene d'azione; impeccabile la regia, che regala sequenze meravigliose, specialmente tra quelle allucinate e oniriche, di profonda introspezione psicologica, per non parlare di alcune scene intrise di colto citazionismo; il doppiaggio italiano è magistrale, con voci espressive e mai artificiose, ben conformi allo spirito del personaggio cui sono attribuite; anche la colonna sonora è sempre coinvolgente e adeguata ad ogni situazione. L'opening è splendida ed emozionante, sia visivamente che acusticamente. Idem per l'ending, l'angosciante e malinconica "Paranoid Android" dei Radiohead; le ambientazioni sono curate nei minimi dettagli, sia per quanto concerne le fredde strutture razionali e futuristiche di Romdo, sia per gli scenari desolati al di fuori dei dome, caratterizzati da distese rocciose e desertiche, spoglie e prive di vita, oppure dalle rovine di una civiltà ormai estinta; i colori sono per lo più freddi, scuri, il che rafforza l'atmosfera inquietante e misteriosa che permea tutta la serie; ottimo il design dei personaggi, gradevolissimo, ben variegato ed improntato ad un certo realismo, sebbene soffra, in rarissimi casi, di trascurabili cali grafici. Ho apprezzato anche l'aspetto degli AutoReiv, piuttosto originale, e volutamente molto diverso da quello umano, quasi a sottolineare la differenza tra le due parti, assottigliatasi a causa dei sempre più avanzati software comportamentali di cui questi androidi sono dotati.
"Ergo Proxy" è un anime che presenta frequenti elementi di accurata indagine psicologica, inoltrandosi spesso nella mente dei personaggi principali, sondandone i dubbi e le paure più inconsce, dedicando interi episodi all'esplorazione della psiche di Vincent Law, protagonista indiscusso della serie, senza però tralasciare gli altri personaggi principali, sia umani che androidi, tutti ben caratterizzati e mai così reali e articolati, animati da motivazioni e sentimenti complessi e profondi. Molto presto viene fuori il contrasto tra Vincent, un uomo privo di un passato, in cerca di un luogo a cui appartenere, e Re-l, che possiede un luogo cui far ritorno, ma ne è insofferente, mal sopportando la vita apatica e perfetta che qui vi conduce. Un'altra figura opposta a quella della distaccata ispettrice è la dolce Pino, piccolo AutoReiv da compagnia dall'aspetto di bambina e compagna di viaggio di Vincent: essa è stata infettata dal Cogito e inizia a scoprire lentamente le emozioni e il calore umano, nonché la tristezza per la perdita delle persone care. Pino costituisce l'unica fonte di luce e tenerezza in una serie altrimenti cupissima, contagiando con la propria curiosità e allegria chiunque ne faccia la conoscenza. Essa è la principale fautrice del poco umorismo rappresentato nelle 23 puntate, relegato prevalentemente ad un paio di episodi surreali e a rare occasioni, relative all'inesperienza dei protagonisti nell'affrontare un mondo e delle situazioni cui non sono abituati.
Proprio gli AutoReiv si rivelano alquanto affascinanti, con il loro atteggiamenti incredibilmente emotivi, contrapposti a degli umani, resi apatici dalla propria, banale esistenza all'interno dell'utopica Romdo, insensibili nei confronti di tutto ciò che accade al di fuori del dome, privi di qualsivoglia preoccupazione e, in un certo senso, di libero arbitrio, in quanto lo stile di vita di ognuno è rigidamente controllato e adattato alla "perfetta" sopravvivenza della città e dei suoi abitanti. Tutto ciò non fa che assimilare gli esseri umani ad automi inespressivi, ma che non rinunciano a trattare gli AutoReiv con arrogante superiorità.
Interessante anche il diverso comportamento che gli androidi assumono in seguito all'infezione del Cogito: se alcuni di essi diventano aggressivi, altri entrano in cortocircuito, smettendo di funzionare in seguito alla perdita della propria raison d'être, cioè l'asservimento totale agli umani in quanto macchine. Altri ancora cadono in ginocchio, congiungendo le mani in preghiera e rivolgendo uno sguardo in lacrime verso l'alto, rendendo, in tal modo, più evidenti gli elementi mistico-religiosi di cui questa serie è pervasa.

In conclusione, "Ergo Proxy" è un anime incredibilmente intenso e sconvolgente, cupo e drammatico, che indaga a fondo la psiche e la natura umana e che richiede una notevole dose di attenzione durante la visione, per poter essere compreso appieno, senza lasciarsi sfuggire nessun indizio o riferimento. Fortemente consigliato a chiunque e, in particolare, agli appassionati di anime di fantascienza e psicologici..


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Rygar

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Quando la Geneon si mette in moto, niente e nessuno può fermarla e impedirle di sfornare l'ennesimo gioiello d'animazione. Ed ecco che radunando un coacervo di nomi illustri dell'universo dell'animazione giapponese, nasce Ergo Proxy.

Ergo Proxy è una serie della stagione invernale 2006 composta da 23 episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.

Trama (si ringrazia Wikipedia): In un imprecisato futuro post-apocalittico, il genere umano, alla ricerca di nuove forme di energia ha finito col distruggere gli strati di metano dell'atmosfera terrestre mutando il pianeta in una landa sterile e diffondendo nell'aria una infezione letale. Per sopravvivere, gli esseri umani si rifugiano allora nelle città cupola in cui meccanizzare e controllare le nascite per salvaguardare la propria specie, e avviano la coesistenza con androidi chiamati AutoReiv cui rilegare tutti i tipi di lavori più pesanti. Par quindi un contesto ideale di umanità vincente nonostante il contesto post apocalittico.
La storia inizia nella città di Romdo, in cui la vita monotona e tranquilla regolata dal perfezionismo, dal consumismo e dal distacco emozionale che gli abitanti devono dimostrare per essere considerati degni della società; viene improvvisamente infranta dalla diffusione di un virus chiamato Cogito, che colpisce gli AutoReiv permettendogli di acquisire consapevolezza di se stessi, e rendendoli capaci di provare emozioni; cosa che li porta a ribellarsi agli esseri umani uccidendoli a vista.
In questo contesto emerge il Proxy, essere misterioso che fugge dai laboratori della città cupola, in cui veniva sottoposta ad esperimenti volti a carpire il segreto delle cellule Amrita, grazie alle quali la creatura risulta immortale.
L'ispettrice Re-l Mayer, nipote del Reggente, viene incaricata delle indagini sugli omicidi ad opera di AutoReiv infetti ma, una sera viene a contatto col Proxy, che irrompe nel suo appartamento terrorizzandola. In un mondo in cui gli omicidi sono quasi inesistenti la pace di Romdo è in crisi. Non dandosi per vinta Re-l decide di scoprire tutta la verità sulla creatura, che ha visto con i suoi occhi; iniziando una ricerca che parte dall'immigrato Vincent Law, che è stato trovato svenuto nei pressi di casa sua il giorno dell'incontro con Proxy ed attorno al cui passato sono legati numerosi misteri. Chi è Vincent Law? Chi sono i Proxy? Che ne sarà del destino di Romdo?

Grafica: semplicemente bellissima. Le ambientazioni sono spesso tetre e cupe, ma non mancano di affascinare lo spettatore con una cura maniacale del dettaglio e con la grande varietà dei paesaggi. Le animazioni sono rapide, fluide e curate. Character design bellissimo. Mecha design in perfetto stile cyberpunk.

Sonoro: magistrale. L'opening avvolge l'ascoltatore con sonorità trascendentali. L'ending altro non è che Paranoid Android dei Radiohead. Incredibile ma vero. OST a dir poco coinvolgenti. Effetti sonori appropriati e realistici. Meraviglioso l'adattamento italiano.

Personaggi: inquietanti, profondi, carismatici, oscuri, dannatamente affascinanti. Questa è la loro caratterizzazione. Notevoli sono i fattori evolutivi e psicologici. Splendida è l'interazione.

Sceneggiatura: l'opera è complessa e richiede una certa attenzione da parte dello spettatore, cionondimeno il godimento che se ne ricava ripaga ampiamente gli sforzi profusi. La gestione temporale non è sempre fluida, ma risulta globalmente fruibile, anche grazie ad una narrazione dell'opera che non lascia nulla di inspiegato o insoluto. Sono presenti dei flashback che mostrano l'opera sotto altri punti di vista e approfondiscono la trama. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Sono presenti molte scene d'azioni in cui la violenza e la morte sono rese in modo magistrale. Il fanservice è bandito. I dialoghi sono spettacolari.

Finale: mistico, su cui aleggia un velo di criptico mistero e frasi sibilline e taglienti come rasoi. Tutto par compiersi, tutto par concludersi, eppure s'avverte il sentore di qualcosa di ancor più grande e misterioso che deve ancor dispiegarsi. Così l'opera saluta il suo pubblico, in modo esemplare.

In sintesi: Ergo Proxy potrebbe rivelarsi come il precursore improprio di Psycho Pass, per via delle atmosfere apparentemente ordinate e perfette che sa ricreare e per le grandi problematiche sollevate; tuttavia il maestro supera di gran lunga il discepolo, mostrandosi tecnicamente eccellente e contenutisticamente impeccabile, senza scivolare nel banale e nel commerciale. L'opera è destinata ad un pubblico attento, concentrato, amante del cyberpunk e delle atmosfere tetre e seducenti al contempo.


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AkiraSakura

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
In un distopico futuro di ambientazione post-cyberpunk, l'umanità è confinata nei domes, le città cupola, per sopravvivere all'infezione letale presente nell'aria del mondo esterno, gravemente inquinato, sterile, una landa desolata cupa e opprimente, a causa di un precedente cataclisma ambientale. La vita dell'umanità sopravvissuta alla catastrofe scorre monotona, secondo i dettami dell'apatia, del consumismo, del condizionamento mentale. La leggenda narra che ogni dome abbia un guardiano dai poteri soprannaturali e dalla costituzione genetica superiore; tali esseri vengono detti "Proxy", e la fuga di uno di essi da un laboratorio presso la cupola Rom-Do crea il caos. Re-L Mayer è un'ispettrice che viene incaricata di investigare sugli omicidi commessi dal Proxy in fuga, tuttavia il suo incontro con il misterioso Vincent Law provocherà un profondo cambiamento nel suo freddo modo di essere. A questo fatto si aggiunge un'infezione virale che rende coscienti gli Autoreiv, i robot-servi degli esseri umani, che dilaga nel dome con il rischio di causare una rivoluzione delle macchine contro l'uomo che le ha create...

Dall'incipit il lettore avrà dedotto che "Ergo Proxy" parte seguendo la strada tracciata dai romanzi di Philip K. Dick, "I robot" in primis; che si rifà ai vari dettami del cyberpunk elevati a postulato dal "Neuromante" di William Gibson e trasposti in fumetto dal capolavoro "Ghost in the Shell" di Masamune Shirow; insomma, è palese la natura citazionistica dell'anime, che scorre libera tirando dentro filosofi esistenzialisti, passando per "Evangelion" e arrivando addirittura ad omaggiare il distopico pianeta Andromeda di "Galaxy Express 999" con alcune scene molto suggestive - vi ricordate la scena del cimitero sotto il lago? -. Bene. Premesso che "Ergo Proxy" sia volutamente citazionistico, e che tutto sappia di già visto, almeno per chi abbia un po' di cultura riguardante il genere in questione, non rimane che valutare il modo in cui questo gran patrimonio culturale venga rielaborato dall'anime in analisi. Né troppo bene né troppo male direi, siccome il grigiore delle atmosfere, la generale tendenza all'introspezione psicologica e la scelta azzeccata dei protagonisti - Vincent Law e Re-L, a mio avviso Shinji e Asuka di "Evangelion" un po' cresciuti, dato il loro temperamento da complessati tout court - sicuramente aiutano, contribuiscono a far sì che questo "Proxy" a livello qualitativo si distingua dagli altri anime del 2006 o giù di lì.

Se l'introspezione psicologica dei robot senzienti, dei misteriosi individui insicuri di se stessi e delle viziate ispettrici figlie di papà sia un punto a favore, esattamente come le atmosfere, è il contenuto filosofico a non convincermi appieno. Il dibattito cartesiano sbandierato in "Ergo Proxy" è stato già affrontato in modo migliore dalle opere da cui attinge, tra cui metterei anche l'epocale capolavoro "Blade Runner" di Ridley Scott. Alcune puntate che ingranano la marcia "filosofia" sono lente, prolisse, inconcludenti (ad esempio quella della biblioteca e del libro di Vincent), schiave del loro stesso citazionismo, che si rivela una lama a doppio taglio: volendo citare contemporaneamente tot filosofi per darsi arie da intellettuale, spesso "Proxy" finisce per non concludere nulla, senza lasciare alcun messaggio filosofico palese e credibile; perdendo pezzi, aumentando a dismisura il proprio "coolness factor" rivelandosi tuttavia inconcludente nella sostanza.

Dopo una partenza di tutto rispetto, a metà serie si ha un rallentamento nello svolgimento degli eventi abbastanza marcato. L'anime in questo frangente punta tutto sui personaggi, sulle loro psicologie credibili, anche se poco originali, mettendo in secondo piano le musiche e le ambientazioni, omologate, grige e scarne al massimo, in modo da rendere un senso del "claustrofobico" abbastanza stiloso. Alcuni episodi si potevano evitare, anche se contribuiscono in parte a risolvere i numerosi misteri presenti nel plot - a cosa serve che un anime psicologico, cupo, distopico, che si prende tanto sul serio con filosofeggiamenti e fighetterie intellettuali varie, diventi per un singolo episodio una parodia di "Chi vuol essere milionario?"? Tuttavia, dopo questi rallentamenti, la sceneggiatura di "Ergo Proxy" si riprende, con un finale angosciante in piena sintonia con il mood serioso (e pretenzioso) della serie.

Tecnicamente "Ergo Proxy" sta messo bene, anche se i fondali sono assai scarni, molto probabilmente in modo voluto dagli autori, al fine di creare un'atmosfera plumbea e opprimente risparmiando qualche quattrino in più. I combattimenti tra i mostroni, tali "Proxy" che danno il nome all'anime, sono godibili e reminescenti delle sacre mazzate dei fumetti americani; anche l'aspetto di Re-L è molto americaneggiante, in quanto ricorda la cantante degli "Evanescence", quella carismatica Amy Lee che tutte le ragazzine dall'indole dark cercavano di imitare negli anni '90.

In conclusione, molto sfacciatamente, penso che l'indice di gradimento di "Ergo Proxy" sia inversamente proporzionale alla cultura esistenzialista/fantascientifica/cyberpunk di chi lo guarda. Personalmente, la mia cultura in questi ambiti è molto sviluppata, quindi per me "Ergo Proxy" è solamente una nota a margine trascurabile nel vasto universo a cui si ispira. Tuttavia lo premio per le sue atmosfere e per il suo mood plumbeo, che sono le uniche cose che in qualche modo lo distinguono dai suoi antesignani. Rimane comunque una visione interessante, con la sua epica e stilosissima sigla di apertura e con la sua ambiziosa sigla di chiusura, firmata direttamente dai "Radiohead", quel "Paranoid Android" bandiera generazionale dei ragazzi cresciuti ai tempi d'oro di MTV con "Evangelion" e "Cowboy Bebop", che senz'altro, vedendo "Ergo Proxy", si ritroveranno di nuovo a casa.


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Blackspace

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Ergo Proxy è un anime post apocalittico, ma non solo questo. Anime complesso dai tratti psicologici potrebbe non piacere a tutti sopratutto per alcune sue complessità è uno degli anime che più mi ha colpito, che colpisce, e che più mi è piaciuto. Ci troviamo in un futuro dove la terra non è più abitabile e per questo gli uomini sono costretti a vivere nelle città chiamate dome-city. In una di queste città paradiso si avvia la vicenda dove vede l'emigrato Vincent Law come protagonista. Nello stesso periodo si sviluppa un virus informatico chiamato Cogito che colpisce gli Autoreiv, i robot che aiutano gli uomini in questo paradiso e a cui Vincent da la caccia per appropriasi del diritto di essere un cittadino. Assieme a lui ci sarà Re-L Meyer ,ispettore del dipartimento di sicurezza, che si interesserà non solo degli autoreiv infetti, ma anche degli strani casi che si stanno verificando a Rom-Do, la dome- city da cui parte la storia, e che ne disturbano la pace in cui pare essere in un qualche modo coinvolto anche Vincent.
La storia si sviluppa quasi con due punti di vista, all'inizio infatti si parte col vedere la prospettiva di Re-L per poi avere una progressiva entrata dell'altro protagonista Vincent che piano piano prenderà la sua giusta parte, quasi come a rifarsi della parte sottratagli all'inizio. Questo però non è molto di peso sulla storia che anzi ha uno scorrimento più fluido in questo modo. Potremmo dire che la storia è un viaggio e che attraverso questo, partendo da Rom-Do, vi è una vera e propria evoluzione dei personaggi e solo questo delinea quanto l'opera sia in realtà complessa.
Ergo Proxy è un idea originale che parte da cose ben note al pubblico; la terra ormai ridotta a un cumolo di roccia inabitabile, città-paradiso, robot tuttofare ecc... ma esso le modifica e le rigira a suo vantaggio rendendole un prodotto assai piacevole e innovativo. Sfortunatamente la serie è stata condensata in sole 24 puntante, a mio parere doveva avere una maggior durata a causa della sua complessità in modo da poter anche lasciare alcuni episodi che paiono quasi(sfortunatamente) un "annacquamento" o quanto meno che preludiano ad una storia più lunga. Questa è l'unica pecca di Ergo proxy,che tra l'altro potrebbe benissimo non essere notata, infatti per il resto è un prodotto assai notevole. Il genere non può ridursi al solo post-apocalittico, ma l'anime è anche un attimo genere azione, fantascientifico, psicologico e avventura. Ergo proxy riesce a porre lo spettatore davanti a domande e filosofia avvalendosi si di varie citazione e riferimenti, ma portando comunque a termine la sua missione in modo più che egregio: un esempio lampante è lo stesso Virus Cogito che rende gli Autoreiv più simili agli umani facendoli acquistare delle "emozioni" o la ricerca del vero se stesso interiore. Per di più questo anime è completo sotto tutti gli aspetti:
I personaggi hanno caratteri ben delineati e un evoluzione nella trama evidente e progressiva come deve esser, sopratutto il protagonista Vincent. Essi sono più complessi di quel che ci si potrebbe aspettare durante la puntata e spesso ci colpiscano. nessun personaggio non viene approfondito almeno un po' e le relazioni hanno un che di realistico, ma allo stesso tempo sembrano quasi avere un secondo piano a volte facendoci capire di più la situazione e come la vede il personaggio, ma la cosa non pesa anzi rende il tutto più leggero, chiaro.(Da buona romanticona che sono mi è piaciuto molto anche il "feeling" tra Vincent e Re-l , che se pur rimanendo in secondo piano ha il suo perché che non stucca affatto)
La grafica è semplice ma impeccabile, l ho adorata dal primo momento in cui l ho vista. Pulita e semplice basata sui toni scuri che rende molto l'atmosfera(apprezzatissimo da me il fatto di mettere in rilievo il colore degli occhi, ma questo è un gusto personale) i vestiti e le ambientazioni sono ben fatte. L'opening è fantastica sia come sonoro che come grafica che io ho particolarmente apprezzato, così l'ending che forse mi è piaciuta anche di più, entrambe però sono degne dell'anime e degne di nota.
Ergo proxy è un anime che va visto e va bene per chiunque, lo consiglio vivamente. Anche se ad alcuni non piacerà per la sua complessità o perchè non riuscirà a capirlo sicuramente smuoverà qualcosa o almeno apprezzerete alcune delle sue caratteristiche,un anime che è riuscito sicuramente a rientrare nei miei preferiti e nel mio cuore.


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Calox

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Ergo Proxy è una serie di 24 episodi di genere principalmente psicologico-fantascienza. Le vicende prendono vita in una sorta di mondo post apocalittico in cui gli uomini vivono confinati in città-paradiso chiamate dome-city. E' qui , nel dome di Rom-do,che l'emigrato Vincent Law cerca di accaparrarsi il titolo di concittadino dando la caccia agli Autoreiv(androidi che prendono il loro nome da "auto slavery", cioè "auto-schiavitù") infettati dal Virus Cogito, in grado di donare loro una coscienza. Il vero e proprio fulcro della storia però è l'esistenza di alcune entità chiamate proxy, dai poteri quasi divini e dalle sembianze più o meno umane.

Su ergo proxy ci sarebbe da scrivere veramente un libro intero: si tratta di uno degli anime più belli che abbia mai visto, originale, in grado di farti fare viaggi mentali che non fanno altro che complicarti la vita xD
E' proprio per questo però che Ergo Proxy può essere non apprezzato da chi cerca anime più "semplicciotti" o lineari. (Chiariamo, di sicuro le pippe mentali che stimola Ergo Proxy non sono neanche minimamente paragonabili a quelle di un titolo come Evangelion) Ambientazioni cupe, figure che si muovono nell'ombra, un virus in grado di donare una coscienza e molto altro sono i fattori che fanno di Ergo proxy un gran titolo.
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)

Personalmente, ho trovato molto interessante il persorso quasi di formazione del protagonista, Vincent, che viene a contatto cn la natura di proxy che risiede sopita in lui(Vincent è appunto "Ergo Proxy, L'emissario della morte") e come decida di scagliarsi contro i suoi simili e contro il suo stesso creatore, divenendo poi il simbolo e il veicolo ella vendetta di ogni proxy precedentemente esistito.


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kaio1982

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Gli anime, in quest'ultimo decennio, hanno visto una netto cambiamento sul piano tecnico che ha sancito un deciso cambio generazionale in cui sono usciti alcuni anime dalla veste grafica molto curata, nel rispetto dell'animazione tradizionale. Il fatto che ci sia stata questa svolta, però sembra aver dato ai registi l'idea spontanea di poter rallentare moltissimo la regia e di rendere i dialoghi realistici ma decisamente opprimenti. Di conseguenza i momenti di pura noia generale sono aumentati e quest'anime non fa eccezione. Ergo proxy è un anime del 2006 che sembra proprio appartenere alla categoria sopra citata; ovvero, veste grafica ottima ma godibilità decisamente bassa. Spesso viene confusa la serietà con la qualità che invece implica come prima regola, oltre alla cura grafica, una regia efficace, una minima dose di umorismo e una caratterizzazione maggiore dei personaggi. Quest'anime è sicuramente sopra la media, sotto svariati aspetti, ma decisamente poco godibile. L'inizio, ad esempio, ha il solito enorme difetto (tipico degli anime moderni) di snervare ed annoiare lo spettatore con una sfilza di contenuti narrativi si interessanti ma svolti in maniera lentissima e piatta, introducendo personaggi azzeccati come Re-L e Vincent, ma lasciando allo spettatore quella tipica sensazione fredda scaturita anche da inutili e tediose paranoie psicologiche che invece di appassionare finiscono per annoiare molto. La città Rom-Do, nonostante le premesse iniziali, non riesce a creare una scenografia futuristica affascinante, anzi risulta alquanto banale, immobile ed avvolta da tonalità troppo scure per esaltarne l'aspetto. I personaggi, tranne Re-L, Vincent e Pino, sono tutti poco caratterizzati e risultano poco interessanti. Detto questo, Ergo Proxy riesce ad essere un buon anime, grazie soprattutto ad una storia intricata ma comprensibile, cupa, e andando avanti, più coinvolgente e ben sviluppata. Infatti una volta abbandonata la tristissima e poco viva Rom-Do, ci si ritrova in un mondo post apocalittico davvero intrigante dove la trama finalmente scorre in maniera delicata ma non noiosa con alcuni colpi di scena molto azzeccati e i due protagonisti finalmente più umani e reali. Il finale è ottimo e chiarisce ogni dubbio sui Proxy. Dal punto di vista tecnico risulta ottimo ma, se meglio gestito, poteva essere rivoluzionario. I fondali sono puliti, dettagliati e ben definiti; il character design molto ricercato, mentre il dettaglio dei visi non sempre risulta adeguato, stessa cosa per quanto riguarda i capelli ed i loro riflessi. Le animazioni non sono il punto forte di Ergo Proxy e la navetta di Vincent non doveva essere realizzata in computer grafica. Tuttavia, visto lo svolgimento lento, riesce a nascondere questi difetti sull'animazione, che nella parte finale migliora. Il sonoro vanta una splendida e gustosamente occidentale intro, ma dei grezzi suoni tecno, che se fossero stati di matrice synth avrebbero trasformato completamente quest'anime dandogli maggiore personalità.
In definitiva si può considerare Ergo Proxy un anime di alto livello, ma non un capolavoro.


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McHawk

Episodi visti: 17/23 --- Voto 8
Criptico come solo un'opera di cyberpunk sa essere, "Ergo Proxy" ci porta nella città di Romdo, costruita sotto una cupola per preservare l'umanità dal mondo esterno. Protagonisti Re-l, giovane ufficiale del dipartimento di intelligence della città, Vincent Law, immigrante dalla città di Mosk, che lavora sodo per acquisire la piena cittadinanza, e Pino, AutoRev da compagnia, un essere artificiale dalla fattezze di una bambina.
La saga ci porterà a scoprire la storia dei personaggi e la situazione dell'umanità in un mondo ostile che l'ha costretta a rifugiarsi nella città-cupola.
Tutti i personaggi sono egregiamente dipinti nelle loro diverse psicologie, e in particolare Pino, grazie alla sua natura infantile, sottolinea efficacemente le scene di orrore e violenza per magnifico contrappasso rispetto al suo comportamento, sempre improntato a simulare quello di un bambino, a dispetto degli orrori affrontati. Consigliatissimo a ogni appassionato di fantascienza.


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Zenzero

Episodi visti: 23/23 --- Voto 5
Quest'anime è una delle mie più grandi delusioni! Probabilmente ciò è dovuto anche alle aspettative che nutrivo in esso.
Sono partito senza sapere niente della trama (il mio discorso è semplice: se l'ho cominciato ci sarà un motivo) e le prime puntate sono decisamente belle, seppur caotiche e condite da molto mistero. Primo problema: il caos e il mistero sono due elementi che vengono portati avanti fino all'ultima puntata. I termini usati e i temi trattati sono di una difficoltà e delicatezza incredibili, e io, che non mi reputo né stupido né ignorante, non ci ho capito una mazza! Non capisco lo scopo degli autori, non so se il loro fine era di mandare un messaggio sulla vita oppure un messaggio filosofico sugli esseri umani in sé, sicuro è che non siamo davanti a un'opera di puro intrattenimento. Io non ho recepito niente in ogni caso.
Di salvabile posso far notare le sigle, una più bella dell'altra: se quella di chiusura è un classico dei Radiohead, la sigla di apertura è un'originale di non so che gruppo giapponese, che si sposa perfettamente con "Paranoid Android".
Il chara design è anch'esso bello, niente da dire, infatti Re-L Mayer è diventata una dei miei personaggi preferiti in assoluto, anche grazie al suo carattere forte, determinato e spesso scontroso. La piccola Pino è invece dolcissima e simpaticissima, mentre il nostro protagonista è irritante fino all'inverosimile.
Il resto dei personaggi fa solo da sfondo e se già i primi tre non sono troppo ben articolati questi ultimi sono solamente abbozzati.
Se tutto questo non è abbastanza ci sono due puntate in parte filler (15 e 19) che fanno venire voglia di spaccare lo schermo in testa agli autori.
Ho visto la serie in italiano e il doppiaggio mi è sembrato molto ben fatto, per una volta ho evitato di incrociare gli occhi con i sottotitoli per evitare doppiaggi penosi.
In conclusione mi sento di dire che ho sprecato il tempo di queste 23 puntate, sarebbe stato meglio occuparlo facendo altro, magari leggendo un bel libro.


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Actarus

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
"Ergo Proxy" è un anime con un ambientazione alla "Blade Ranner" ed è una valida alternativa a "Ghost in the shell".
L'atmosfera cupa che permea l'anime, il tratto caratteriale dei personaggi improntato ad atteggiamenti oscuri potrebbero creare un po' d'insofferenza e mollarlo dopo qualche puntata. Quindi è una serie per tanti ma non per tutti. Il personaggio principale è l'ispettrice Re-L Mayer, a cui verrà assegnato il compito di investigare sugli omicidi che si sono compiuti in città.
La trama è molto elaborata, è focalizzata sulla doppia personalità di Vincent Law e verrà svelata (non del tutto) nelle ultime puntate, dove si intrecceranno i destini con Lil Mayer.
Per quanto riguarda il chara, ci attestiamo su ottimi livelli; le animazioni sono molto buone. L'opening, cantata in inglese, è realizzata con notevole cura. La fine mi ha lasciato con l'amaro in bocca, perché come in altre serie odierne vengono lasciate diverse cose in sospeso, quindi il mio voto non può essere più di 8.


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RoseHunter89

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Ho visto "Ergo Proxy" sia in streaming sia in tv, quando poco tempo fa è stato trasmesso su Rai4 in seconda serata alle 22.45 circa.
Sinceramente al primo episodio non ho avuto un buon impatto, nel senso che non ho sentito quel feeling particolare che mi ha invogliato a continuare, ma al secondo episodio le cose sono cambiate, anche se nella prima visione ci ho messo più tempo a seguire la trama complicata e tortuosa che compone tutta l'opera, mentre quando l'ho vista in tv non vedevo l'ora che arrivasse l'episodio successivo.
Tra la versione in originale e quella italiana non ci sono grosse differenze per quanto riguarda i toni, anzi sono allo stesso livello, quindi su questo lato non ho preferenze, anzi a dire il vero preferisco un po' di più quella in lingua originale, che però ho visto con i sottotitoli.
In ogni episodio si viene catapultati in un mondo parallelo, Rom-Do, una città dove esseri umani e macchine vivono e condividono parecchie cose. La città è suddivisa in due: nella parte superiore (nella cupola di vetro), diciamo, ci sono gli abitanti più importanti e benestanti, mentre al di sotto della cupola vivono le persone umili.
Tutta la narrazione narra di alcune creature leggendarie, i "Proxy", che sembrano come delle macchine che possono avere dei sentimenti.
Real Mayer, un membro del dipartimento di sicurezza di Rom-Do, è alla ricerca di un Proxy in particolare, L'emissario della morte, e in tutta la faccenda viene coinvolto un uomo, Vincent Law, un uomo dal passato sconosciuto e misterioso che in più non ricorda molto della sua "vita precedente". Successivamente a Vincent e Real si aggiunge Pino, un autoreiv che è stato infettato dal cogito, una strana malattia che modifica il comportamento degli autoreiv.
In primis mi ha attirato molto la grafica, una grafica impeccabile e perfetta, e successivamente tutta la storia dell'opera. Infatti tutto si svolge in un alternarsi di toni alti e bassi, quanto basta per attirare l'attenzione, e non può mancare di certo anche una specie di coinvolgimento psicologico, come il rapporto profondo tra gli autoreiv e le persone.
Reputo "Ergo Proxy" un'opera degna di stima.

rossocenere

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Sono arrivato impreparato di fronte a questo titolo. Forse è proprio per tale ragione che ne sono rimasto gelato, anzi, scottato; è una di quelle ustioni che non sbiadiscono con il tempo e con cui finisci per simpatizzare.
"Ergo (Proxy)": da dove iniziare?
«Caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso, Mentre che 'l danno e la vergogna dura: Non veder, non sentir, m'è gran ventura; Però non mi destar, deh! parla basso».
Insomma, per parlare del grande disegno che è l'opera ci si deve posizionare allo stesso modo. Quindi (anzi, 'ergo') vi chiedo di scusarmi in anticipo se ne parlerò ma allo stesso tempo non lo farò.

Veniamo catapultati in uno scenario post-apocalittico, in un vortice che lascia girare su se stessi temi già visti - quali la caducità della mente umana e della dimenticanza ("È un dogma - io sono me stesso e non qualcun altro"), un'apocalisse figurata, il rapporto tra uomo e macchine - ma che, elegantemente, trasforma quei semplici giri in curve raffinate e deliziose fino a trasportarti all'interno del vortice stesso (e, quasi, a farti girare la testa).
Un ambiente grigio, muto e (im)perfetto - in cui la tecnologia scandisce e regola la vita dell'uomo - accompagna un'atmosfera silente e cupa: in questa dimensione, che altro non è che un lungo viaggio (metaforico e non), i protagonisti si muovono costruendosi a vicenda. Più semplicemente, una falsa utopia.

Un uomo che ha smarrito la strada, una macchina che l'ha (ri)trovata e una donna che la cerca sono rispettivamente i personaggi che muovono le corde del sipario: Vincent, la cui memoria è andata perduta, o Pino che lancia il seme del dubbio a ogni spettatore (vita, anima, pensiero - 'cogito') o ancora Re-L (realtà - 'real') fanno parte di un'unica universale fatalità. Interponendosi tra trama e spettatore essi passano attraverso un compendio di assoluta finezza, un citazionismo pronunciato e spesso, lasciando emergere poesie del XX secolo (dei versi di Joë Bousquet) o accostamenti reali quali la città di Moscow (Mosca); e questi per citarne alcuni poiché spaziano dall'architettura ai film, dall'arte alla religione. Ci viene dunque propinato un sapere che è tutt'altro che nozionistico o di facciata, ma che anzi porta lo spettatore a un atteggiamento critico, di dubbio, deliziandolo sulla scia di citazioni indirizzate ai palati più delicati e pretenziosi.

Lo studio Manglobe ha evidentemente posizionato "Ergo Proxy" sulla giusta rampa di lancio: già gettando luce sui nomi e i titoli che gravitano intorno all'anime - "Cowboy Bebop", "Samurai Champloo", "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex" - s'intraprende la visione con la sicurezza di incontrare un titolo di un certo spessore.

Il lato tecnico, a differenza del complesso pensiero e dello stesso citazionismo alla base della serie, si lascia leggere e analizzare più semplicemente.
Il reparto grafico propone uno stile lineare, poco dettagliato se non in casi sporadici, il quale cede di fronte a una probabile mancanza di budget (vedi animazioni macchinose e tratti imprecisi) nonostante porti all'espressione più alta le scene di maggiore tensione. Il reparto sonoro è prevalentemente assente al fine unico di conferire un tono cadenzale e cupo; il doppiaggio è squisito. Degne di nota sono anche le sigle, entrambe di sofisticata bellezza.

In conclusione Ergo Proxy è un titolo che si distacca ed eleva da ogni stereotipo, che assume un'identità elaborata, tanto profonda quanto ricercata; una serie specchio della (proiezione della) nostra società nelle proprie (im)perfezioni. Insomma, un tentativo riuscito ancora prima della propria creazione.

"Real one to foresee for one".


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npepataecozz

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Filosofia, religione, psicologia, mitologia, fantascienza e fantastoria insieme, il tutto immerso in un'originalissima ambientazione in stile post-cyberpunk. I presupposti per attirare la mia attenzione c'erano proprio tutti e così mi sono apprestato alla visione di questo "Ergo Proxy" carico di aspettative, rafforzate anche dalla valutazione entusiastica che il pubblico gli aveva nel frattempo attribuito quasi all'unanimità.
La prima osservazione, rivolta soprattutto a coloro che ancora non abbiano avuto l'occasione di guardare questo anime è che "Ergo Proxy" è un titolo molto difficile, che va quasi decifrato episodio per episodio e difficilmente può essere compreso correttamente (anzi compreso e basta) guardandone solo un episodio a settimana. Quindi, qualora fosse interessati, meglio che abbiate molto tempo da dedicargli altrimenti, ve lo dico francamente, non ci capirete il classicissimo fico secco.

Non ho intenzione di dilungarmi sulla trama: in archivio ci sono già tantissime recensioni e credo che il lettore ormai ne sappia già abbastanza per decidere se il genere è di suo interesse o meno. Mi limiterò a dire che "Ergo Proxy" si produce in uno sprint iniziale davvero avvincente e accattivante, che cattura lo spettatore più attento e incuriosisce quello più distratto; superata questa prima fase, però, i protagonisti cominciano un viaggio davvero troppo lungo, specie se paragonato ai risultati ottenuti. Fanno la loro comparsa alcuni episodi assolutamente avulsi dal contesto (la parodia di "Chi vuol essere milionario" e la città dei divertimenti) che qualcuno potrà trovare interessanti o divertenti ma che io invece giudico irritanti e fuori luogo. Si arriva, infine, a un finale che poteva essere approfondito decisamente meglio in quanto lascia il dubbio che non tutto sia stato appropriatamente spiegato o risolto; la qualità è comunque ottima e sembra riavvicinarsi a quella espressa nei primi episodi.
Una menzione a parte meritano il livello grafico e la colonna sonora, che da soli meriterebbero un dieci e lode per bellezza e costanza.

Quanto ai contenuti devo dire che pur trattandosi di un anime molto profondo troppo spesso si avverte la sensazione di scadere in una sorta di filosofia spicciola fatta di frasi celebri ma dotata di poca sostanza; la componente religiosa, poi, è davvero banale e a tratti risibile. Molto spesso, infine, si ricade nell'ormai classico "già visto", specie in tema di "fantastoria" (per l'ennesima volta abbiamo una trama basata su trascorsi di autodistruzione del genere umano).
In definitiva, a mio avviso, "Ergo Proxy" è un ottimo anime, consigliatissimo a chi ama le storie in cui bisogna scervellarsi per capirci qualcosa. Non è però, sempre secondo la mia modesta opinione, il grande capolavoro di cui molti parlano.


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falcus92

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Ci troviamo in un mondo alternativo. Dome-City è la città perfetta in cui gli uomini vivono felici. Lil e il suo Entourage Iggy (particolari robot affiancati ai concittadini) però cominciano a indagare su alcuni omicidi che avvengono in città. Tutte le strane vicende che si susseguono nella città vengono messe a tacere dal reggente, il nonno di Lil, e da Raul Creed, il direttore del CIB. Questo perché per mantenere la pace i concittadini non devono sapere la verità. Ma quale verità? La storia comincerà da due eventi: il risveglio di una creatura, il proxy, e l'inseguimento di essa nei confronti di Vincent Law. La vicenda pertanto ruoterà su quattro personaggi: Lil, Vincent Law, Raul e Pino. Il fulcro sarà il Proxy.

Se volessimo fare una divisione della serie la potremmo riassumere in due domande: chi o cosa è il proxy? Cosa fa o ha fatto il proxy?
La serie non è per niente lineare. Molto complessa e fitta di misteri, certe volte lascia punti in sospeso che verranno risolti in puntate successive. Personalmente ritengo che oltre a essere interessante come anime è anche coinvolgente. Nonostante il ritmo che sembra lento il livello di coinvolgimento e di curiosità è talmente elevato che non pesa affatto.
Come piccola nota negativa dovremmo parlare della grafica. I disegni sono ben fatti, soprattutto per quanto riguarda Lil, però non sono a livelli che si ci aspetta nel 2006. Sembrano di vecchia generazione.
E' comunque doveroso sottolineare la fantastica caratterizzazione dei personaggi. Pino, in primis, lo ritengo il personaggio secondario migliore che abbia mai visto. Law, invece, nonostante sembra il solito protagonista impacciato, sbadato e svogliato, è un personaggio profondo. Chissà perché!
Non voglio far spoiler ma bisogna dire qualcosa sul finale. Non è proprio conclusivo però devo dire la verità è una delle due possibilità che si cominciano a pensare verso le puntate finali. Proprio per questo punto non darò l'eccellenza a questa, comunque, magnifica serie.

Enid

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Nel 2006 Manglobe e Geneon Entertainment danno vita a un prodotto che andrebbe, a una prima occhiata, istintivamente inserito nella categoria fantascientifica, ma che al suo interno nasconde molto di più che non solo una semplice ignota ambientazione futura fatta di nomi, cose, usanze per lo più sconosciuti allo spettatore. L'anime indaga ben altro e per farlo utilizza lo sfondo post-cyberpunk, tutto qui: il nome di quest'opera è "Ergo Proxy".

Ci troviamo nella città cupola di Rom-Do la quale, come suggerisce il nome, è sormontata da una gigantesca cupola che ne permette la vita all'interno. Nella Terra di "Ergo Proxy" - forse a causa di una guerra nucleare anche se, per essere precisi, durante i ventitré episodi che compongono l'anime non viene menzionata la vera causa - la vita al di fuori delle cupole sparse per il globo è impossibile. Che sia ghiaccio o deserto ciò che l'uomo incontra sulla sua strada nessuna forma di vita può sopravvivere al di fuori delle città cupola.
Re-L Meyer, protagonista femminile dell'anime, nipote del primo cittadino di Rom-Do e Ispettrice del Dipartimento di Sicurezza, svolge diligentemente il proprio lavoro affiancata dall'autoreiv Iggy, un androide come tanti a Rom-Do che esegue gli ordini del padrone fondamentalmente seguendo le tre celeberrime regole di Asimov. La vita di Re-L viene però violentemente travolta dalla comparsa di Vincent Law, un immigrato proveniente dalla cupola di Moscow, ora impiegato alla Manutenzione Autoreiv. Il ragazzo svolge un lavoro di bassa manovalanza eppure riesce sempre, in qualche modo, a essere invischiato nel caso Proxy che tormenta la giovane Re-L.
Recentemente, invero, le strade di Rom-Do sono tormentate dalla comparsa di una misteriosa e mostruosa creatura. Nessuno sembra saperne nulla e tutti gli sforzi di Re-L per ottenere informazioni sono un fallimento, almeno finché l'ispettrice capirà che esiste uno stretto collegamento tra Vincent e il Proxy.

Guardare "Ergo Proxy" è come iniziare un viaggio a fianco di Re-L, Vincent e Pino (autoreiv dalla fattezze di bambina che ormai segue solo i propri desideri e decide di seguire Vincent), immergersi nelle atmosfere oscure fuori e all'interno della cupola e lasciarsi trasportare dai numerosi pensieri che l'opera cercherà di fare nascere nello spettatore.
Spesso "Ergo Proxy" è stato tacciato di eccessivo citazionismo, ma forse chi sostiene questo non ha percepito il vero spirito dell'opera. Vero è che il virus che infetta gli autereiv si chiama Cogito, chiaro rimando al "cogito ergo sum", "penso dunque sono", di Cartesio, oppure che Berkeley, Darrida, Husserl e Lacan non sono semplici statue attraverso le quali Donov Meyer parla ma soprattutto famosi filosofi; vero che la posizione che Re-L assume cadendo nell'acqua rimanda all'Ofelia di Millais o ancora che il povero neonato nella sua carrozzina che, sfortunato, compie una lunga e mortale caduta per le scale strizza l'occhio a uno dei più famosi lungometraggi di Ėjzentejn e tanto altro ancora. Ma l'obiettivo di "Ergo Proxy" non è tanto creare un nuovo "Ghost in the Shell" quanto portare lo spettatore a porsi semplicemente la fatidica domanda che lo mette di fronte a e fa lui valutare ciò che nella vita ha compiuto e ciò che vorrà compiere e per fare tutto questo raccoglie al suo interno tutta la cultura umana, spaziando dalla più presente filosofia e letteratura fino alla pittura, che è possibile ospitare.

Se diamo ciò per assodato allora anche tanti pensieri, che possono quasi diventare elucubrazioni, hanno un senso compiuto e non sembrano più parole dette senza logica e non comprensibili allo spettatore.
In ogni caso, riflessioni profonde a parte, "Ergo Proxy" ha una trama, condita con avventura e azione, ben congegnata nella quale i personaggi agiscono per fini precisi. Per questo motivo, anche chi è restio a scendere sotto la patina superficiale che avvolge il prodotto, potrà dare certamente un'occhiata a quest'opera e, chissà, se saprà darle un'opportunità alla fine potrebbe trovare al suo interno più di quello che si era aspettato.

Nota di merito conclusiva sia alla grafica - semplice nella sua totalità ma graffiante e ben realizzata, adatta certamente alle atmosfere delle quali è pregno "Ergo Proxy" - sia al sonoro con particolare attenzione all'openining Kiri, figlia del duo Monoral, una traccia che va ben oltre l'essere semplicemente la sigla di un anime, e all'ending Paranoid Android contenuta nel disco che ormai ha fatto storia, "Ok Computer" degli inglesi Radiohead, parole e musica si fondono alla perfezione e concludono nel modo più appropriato ogni episodio dell'opera.


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pein_perversus

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Trama & commento: 7,5 - "Ergo Proxy" è un anime veramente complicato e che necessita di più visioni per essere capito affondo. Per quanto riguarda la trama questa caratteristica si riflette un po' ovunque: bisogna prestare attenzione in ogni momento in quanto elementi apparentemente irrilevanti possono poi invece andare a comporre insieme il puzzle complessivo; a volte potresti perdere per la strada qualche tassello ed ecco perché conviene rifare il percorso per assicurarsi di averli tutti. In poche parole, se non si capisce tutto alla prima visione, riguardatelo.

Lontano futuro: le condizioni climatiche sul pianeta Terra sono drammatiche, tanto da costringere l'umanità a vivere in grandi città cupola, isolate dall'ambiente esterno, arido deserto. Così l'umanità vive con la compagnia di robot, detti autorave, che hanno raggiunto un grado di intelligenza impressionante, anche se privi di una volontà; tuttavia un virus infetta queste macchine facendo nascere in loro una coscienza. Venendo alla trama vera e propria, la giovane Re-l, detective, indaga sul caso della fuga di un proxy, entità a lei sconosciuta, che sembra essere collegato a Vincent, un immigrato, onesto lavoratore.
La storia può essere divisa in tre parti: l'inizio, il viaggio e la fine.
Dunque, dall'incipit, la storia sembra avere un risvolto di mistero, tipicamente una detective story con ambientazione post-cyberpunk, dove c'è un "caso" da risolvere. Ma "Ergo Proxy" non è questo: la maschera presto cade entrando nella seconda parte: il viaggio. Ree-l e Vincent (prima separatamente, poi assieme) intraprendono un viaggio per trovare le origini di Vincent stesso, il cui passato è avvolto da un enigma. E qui la trama inizia a stallare, perdendosi nei meandri del mondo e della mente. Ci si concede anche diverse "puntate sogno" o episodi in cui si resta fermi aspettando il vento per ripartire con la nave. Tuttavia il puzzle va lentamente a comporsi poiché, durante l'apparente bonaccia narrativa, vengono forniti molti elementi per risolvere il mistero che ruota attorno a Vincent, proxy e via discorrendo. Dunque abbiamo il finale, molto enigmatico ma veramente interessante: degno culmine della serie.
Quindi in definitiva la trama è particolare alternando momenti veloci e confusi a momenti di stallo: tuttavia l'interesse dello spettatore resta vivo, alimentato dalla voglia di dissolvere la nebbia che ricopre tutta la serie sin dall'inizio.

Personaggi: 9,5 - I personaggi sono il punto forte della serie, non tanto per la loro originalità ma per il grande lavoro di scultura della psiche che viene fatto su di loro. Dunque innanzitutto il viaggio diventa metafora per (ri)scoprire se stessi e maturare. Tra sogni e allucinazioni si affrontano alcuni grandi temi dell'anime tra cui il "penso quindi sei" (o "pensi quindi sono"), la lotta/conoscenza interna a Vincent ma anche i sentimenti di Ree-l verso il ragazzo. Non vengono trascurati personaggi secondari con i loro sentimenti e i loro drammi.
Grafica: 8,5 - La grafica di "Ergo Proxy" è molto curata: vengono riportati molti dettagli sia negli autorave sia nelle persone così come in oggetti e sfondi. Il design dei personaggi è serio e "realistico"; ciò attribuisce alla serie una atmosfera cupa; atmosfera trasmessa anche dai colori sempre molto spenti e grigi.
Musiche: 7,5 - Opening ed ending sono di buon livello. A mio parere le musiche all'interno dell'anime restano, generalmente, nella media. Positivo il doppiaggio italiano.
Animazione: 7 - L'animazione in Ergo Proxy è, in realtà, decente. Le scene di combattimento non sono molte (anche se ben realizzate), ma per la maggior parte dell'anime ci si sofferma più sugli splendidi disegni ricchi di particolari con sequenze di paesaggi, volti etc. Considerando anche l'anno di produzione direi che si poteva fare un po' meglio, ma comunque la valutazione totale è buona.
Tot: 8. In generale un ottimo anime, peccato per l'eccessiva dispersività della trama. Consigliato a chi ama introspezione psicologica e anime intensi e complicati.


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Ottyblue

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Cominciai la visione di questo anime settimanalmente in tv. Il primo episodio mi lasciò letteralmente con l'amaro in bocca, non capii nulla. E' vero, non si può pretendere di capire una trama dal primo episodio, ma davvero rimasi perplessa. Ben presto tuttavia, la trama mi prese e nel giro di tre giorni terminai di vederlo.
Non sono un'amante del genere di fantascienza, ma quest'anime mi lasciò particolarmente colpita. Sarà per l'alone di mistero che lo circonda dalla prima puntata, che mi spinse a completarne la visione. In varie recensioni sul web, ho trovato che spesso quest'anime viene catalogato come horror. Insomma, il Proxy potrà essere in quietante sotto certi aspetti, ma considerare horror questa serie mi sembra azzardato. Tuttavia nel complesso mi sento di dare un 8 a quest'anime, in quanto tratta temi da non sottovalutare, come il bene e il male a confronto e che attanagliano un singolo individuo, il contrasto tra modernità e arretratezza, ricchezza e povertà. Insomma, è un anime da guardare, che, per la sua ricchezza di argomenti, o lo ami, o lo odi.


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DarkSelene

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Re-L, cittadina della città-cupola Rom-Do, si trova coinvolta in uno strano caso con Vincent Law, un immigrato disperato, il quale cerca di diventare un "cittadino modello". La storia si rivela essere un intreccio di ricordi antichi, illusioni della mente ed elementi trascendentali, i quali, fondendosi, fanno giungere i nostri protagonisti a una verità effettiva.
L'anime possiede elementi di tipo mistico, psicologico e filosofico, i quali rendono interessante l'intreccio; il dinamismo dei personaggi e della realtà regalano un tocco di azione alla storia, che diventa sempre meno sobria e più complessa. Sogni, illusioni e ricordi offuscati invadono la mente di Vincent Law, il quale lentamente scopre il suo vero Io e la sua "Raison d'Être", così come Re-L, che cambia letteralmente il suo modo di agire fino a conoscere la vera se stessa. L'intera storia è costruita su un viaggio metaforico, che costituisce la base per apprendere la vera natura del proprio Io. Palesi riferimenti sono fatti al filosofo Cartesio, poiché il virus che dona un'anima agli "autorave" è chiamato "Cogito", denominato in tale modo per il noto assioma "cogito ergo sum".

La storia oscilla tra il piano onirico e quello surreale, come l'atmosfera stessa, resa dai fantastici disegni seinen. Le ambientazioni cupe, nebbiose e soffuse si riconducono alla trama, inizialmente confusa e poco chiara. Il character design è preciso e adatto al carattere di ogni singolo personaggio: gli occhi di ghiaccio di Re-L sono lo specchio del suo animo freddo e il volto dai lineamenti dolci di Vincent è il riflesso del suo modo di fare impacciato.
'Ergo Proxy' è un anime davvero consigliato per coloro i quali amano l'azione, il post-cyberpunk e la psicologia.

Ningen

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Ningen

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Approcciarsi a 'Ergo Proxy' non è affatto facile. La visione della prima puntata scoraggerà in molti a vederlo per intero, visto la quantità innumerevole di termini e questioni senza risposte buttate in faccia allo spettatore della prima puntata, che avrò visto all'inizio un tre volte prima di rassegnarmi e andare avanti. Avendo la pazienza di andare avanti, la storia inizia leggermente a chiarirsi, sebbene molte cose alla fine della visione rimarranno in sospeso o poco approfondite. Infatti parlare della trama risulta abbastanza difficile.
La trama ruota attorno ad alcuni misteri celati attorno alla figura del Proxy, un essere mostruoso che sembra essere responsabile di alcuni omicidi, all'interno della città cupola di Romdo. La giovane Re-l Mayer si occuperà di fare chiarezza su questi omicidi, ma ben presto si renderà conto di quanto quello che stava cercando di scoprire è molto intricato. Per evitare di fare spoiler mi fermo qui con la trama.

All'interno di quest'opera sono presenti molti riferimenti filosofici o ad altre opere, il problema di questi è che non li ho trovati assolutamente inseriti all'interno della trama e per me lasciano il tempo che trovano. Spesso durante certi discorsi mi sono chiesto: "Ma cosa diavolo si sta dicendo? E cosa c'entra con tutto il resto?". E' da notare, comunque, come ci sia un evidente calo nella trama nella parte centrale dove vedrete delle puntate che sembrano a tutti gli effetti dei riempitivi, e che si legano alla trama principale per qualche parola detta da qualche tizio. Per il resto, queste puntate sono completamente sconnesse, e faticherete pure a capire cose molto fondamentali, come ad esempio il modo in cui i protagonisti sono arrivati in un dato posto o come hanno lasciato quel posto.

Parlando dei personaggi, diciamo subito che non sono molti, anzi spesso compariranno nel giro di una puntata e verranno fatti fuori o fatti sparire. I personaggi principali sono molto ben caratterizzati, sia Re-l sia Vincent Law. Una cosa abbastanza evidente, e interessante, è come in certi casi i personaggi secondari siano assimilabili ad automi senz'anima incapaci di provare emozioni, sottolineando la perdita dell'umanità dell'uomo, costretto ad avere sempre uno scopo prefissato senza il quale l'uomo cessa di esistere. In contrapposizione a questi ci sono gli Autorave infettati dal Cogito, che sono a tutti gli effetti macchine, ma che manifestano emozioni e sentimenti e che sono più umani degli umani (scusate il gioco di parole).
Il problema dei personaggi a mio modo di vedere è la mancanza di "comparse". Mi spiego meglio, la città di Romdo, ad esempio, sembra disabitata, non si vede quasi mai gente che va normalmente in giro, si vedono solo i personaggi primari e secondari, e lo stesso accade all'esterno della città di Romdo.

L'ambientazione è molto affascinante, decadente e post-cyberpunk, molto curata e ricercata, anche se certi elementi stonano con tutto il resto.
I disegni dei personaggi sono molto curati e li trovo eccellenti, discorso a parte per l'ambiente circostante che mi sembra veramente poco curato - un po' come accade in 'Bleach' -, spesso poco definito e sfocato. Stesso discorso per la realizzazione di alcuni personaggi in certe situazioni che sembra perdere di qualità. I colori predominanti sono il bianco di Romdo e il grigio delle ambientazioni esterne, ma i colori sono decisamente spenti, non proprio dark come pensavo all'inizio. Le animazioni sono ottime, sopratutto nel caso dei pochissimi combattimenti che si vedranno, ed è un vero peccato. Nel complesso non posso dire che l'aspetto tecnico sia da buttare, solo che non è uniforme in tutto, e privilegia la realizzazione di alcuni personaggi rispetto ad altri.
Le musiche sono ben fatte, l'opening invece può piacere come no. Ottimo lavoro invece per quanto riguarda il doppiaggio in italiano, sicuramente riconoscerete molte voci famose, come ad esempio la voce italiana di Antony Hopkins per il personaggio di Hude, o anche quella dello stesso Vincent Law vi sarà capitata di sentirla in molti film, ad esempio quella di Leonard Shelby in Memento di Christofer Nolan.

In generale posso dire che quest'anime mi ha fatto un effetto simile a quando lessi 'Blame!', difatti la voglia di continuare a vederlo, poi, diventa sempre maggiore solo per scoprire i tanti misteri irrisolti da puntata a puntata. Ha lo stesso limite di 'Blame!' è cioè la difficile visione non adatta a tutti, che porta ad avere tanta pazienza per apprezzare l'opera.


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Vash93

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
"Ergo Proxy" è un anime realizzato da Manglobe (Samurai Champloo, Deadman Wonderland) nel 2006. Quest'opera è molto particolare e sfugge ad una precisa collocazione nei generi ordinari.
La storia è ambientata in un futuro post apocalittico dove l'umanità, a rischio di estinzione a causa di un disastro ambientale sconosciuto, convive con gli autorave, entità meccaniche antropomorfe, in città-cupole funzionanti solo grazie ad arcane tecnologie. Nella monotona e noiosa routine quotidiana di Re-L, un'agente di polizia di Rom-Do (una delle poche città esistenti), improvvisamente s'inserisce uno strano personaggio, Vincent Law, all'apparenza un comune essere umano, ma che in realtà nasconde un incredibile segreto. <b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> Egli è infatti Ergo Proxy, l'emissario della morte, una delle tante divinità create dal "Creatore" <b>[FINE SPOILER]</b>.

Sebbene a prima vista possa sembrare un incipit già visto, la storia è invece originale, singolare e mai banale; la trama è complessa e lascia degli interrogativi anche dopo la conclusione della serie ma solo riguardo a dettagli non troppo importanti per il proseguimento della storia.
Quest'anime è inoltre ricco di sagge e ricercate citazioni filosofiche che spaziano da autori classici al più omaggiato Cartesio - si noti anche il riferimento nel titolo -, da Ruosseau ai pensatori più moderni.
"Ergo Proxy" è un incredibile connubio tra diverse subculture, principalmente goth, cyberpunk e dark, che riesce a emozionare lo spettatore portandolo a riflettere profondamente sulla necessaria e fondamentale presenza della morte nella nostra esistenza. Consigliato a chi cerca una storia eclettica e dai toni scuri che riesce a stupire anche con trovate poco convenzionali e a volte psichedeliche, ma nondimeno emozionanti.


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__Nergal__

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>

"Ergo Proxy" ci porterà all'interno di un mondo devastato in cui la gente è costretta a vivere all'interno di capsule giganti in cui sono costruite le città. Re-L, investigando su Vincent Law, si troverà a compiere con lui un viaggio verso la misteriosa città di Moskow.
L'ambientazione è stupenda, stile post cyberpunk, con città quasi "asettiche" dominate dalla tecnologia e dove ogni cittadino avrà il proprio autorave (cyborg) di compagnia o per lavoro.

La parte migliore di tutto l'anime per me sono i tre personaggi principali: Pino, Re-L e Vincent. Pino è una piccola autorave di compagnia affetta dal virus cogito che le permette di pensare e di provare sentimenti; sarà proprio grazie a questo virus che ve ne appassionerete e imparerete a conoscere con lei emozioni quali tristezza e gioia. Dal mio punto di vista è il personaggio più azzeccato perché, grazie alla sua sincerità e simpatia vi farà passare dei momenti di spasso ma anche altri più tristi.
Re-L è una bella ragazza piuttosto egoista ma, durante il lungo viaggio, anche lei cambierà carattere diventando più gentile, sopratutto verso la piccola Pino. Vincent è il volto dell'ottimismo, anche nelle situazioni più tragiche vedrà sempre il bicchiere mezzo pieno. Il lungo viaggio che sta percorrendo lo porterà a scoprire di più sul passato, ma gli farà anche sorgere molte nuove domande sul Proxy e sulla sua esistenza.

La trama è incentrata sulla ricerca della verità sul proxy, cosa è, da dove viene e perché esiste. Durante il viaggio incontreranno molti proxy che attaccheranno i protagonisti e altri invece che vogliono semplicemente non essere disturbati. In ogni tappa del loro viaggio i protagonisti incontreremo un proxy da sconfiggere.
Le puntate per me più belle sono state quella ambientata a Smile Land, una copia di Disneyland, dove il capo, un proxy di nome WIll B. Good (sosia di Walt Disney) si farà aiutare da Pino per salvare la sua terra del sorriso eterno; e quella del quiz show, che è in assoluto la più divertente.
Più riflessiva e malinconica la puntata in cui i tre si trovano fermi nel nulla bloccati dalla mancanza di vento e devono fare i conti con la mancanza di cibo.

La realizzazione tecnica è da 10 e lode: disegni puliti e colori azzeccatissimi per il tipo di ambientazione cupo del mondo fuori dal Dome. Animazioni e inquadrature sono anch'esse perfette, i combattimenti, nonostante non siano la parte principale dell'anime, sono realizzati meglio che in molti shounen.
L'opening "Kiri" dei Monoral è veramente fantastica, sia come musica e testi sia come video; da notare la parte migliore della sigla, cioè quella in cui inizia la parte "come and save meee" e c'è Vincent a braccia aperte, fantastica.
L'ending "Paranoid Android" dei Radiohead invece non è niente di speciale.

Conclusione
Le tematiche non sono certo nuove, ma quest'anime ha una trama solida, ottimi disegni, musiche perfette e personaggi carismatici, tra l'altro doppiati bene (a parte Re-L, ma non è comunque fatta male, è la voce che mi è parsa poco adatta).
"Ergo Proxy" consta di 23 puntate di divertimento, di tristezza e d'azione, è uno dei migliori anime che io abbia mai visto. Do un 10 pieno.


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eliim

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Ergo Proxy è sicuramente una serie interessante, che dà parecchi spunti su cui riflettere, ma che a tratti mi è sembrata un po' forzata. A mio avviso, il punto forte di quest'anime non risiede tanto nella trama in sé, quanto nei personaggi: ognuno ha delle caratteristiche particolari, molto "umane" e davvero poco stereotipate. I protagonisti sono a loro modo affascinanti, e le azioni che compiono spesso imprevedibili.
Durante la visione è facile immergersi completamente nel mondo di Ergo Proxy e venire assorbiti da quest'anime particolare e tutto da capire: se temete una cosa noiosa, non è questo il caso.

Per quanto riguarda la parte tecnica, la serie è animata in modo spettacolare, soprattutto nei primi episodi, mentre mi è sembrato di notare un lieve calo andando avanti, ma è comunque un ottimo prodotto.
Diciamo che la cosa che mi convince meno è la trama: essendo una fan delle storie lineari, in cui tutto ha una logica ben precisa, la storia mi è sembrata un po' confusionaria nel complesso, di difficile comprensione, tanto che a tratti mi sono chiesta: Ma che sta succedendo? In alcuni episodi ci si trova totalmente spiazzati.
Il finale? L'ho trovato perfetto, anche se di metà dell'ultimo episodio ho capito poco o nulla.

Ah, dimenticavo. Sia l'opening sia l'ending sono bellissime e si adattano perfettamente alla serie.
Nel complesso darei un 7 e mezzo, ma non me la sento di dare 8, quindi conto per difetto. Consiglio Ergo Proxy ovviamente agli amanti del genere cyberpunk e a quelli cui piacciono le storie ricche di mistero. Se invece cercate qualcosa di leggero e divertente, non fa per voi.


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sevenbreads

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Ergo Proxy è quasi un capolavoro. Quasi perché a volte si perde nell'intento di creare qualcosa di profondamente complesso, corposo e raffinato. Sì, forse raffinato è l'aggettivo che più si addice a quest'anime. A un primo impatto noti subito la grafica perfetta, l'effetto seppia appena accennato, la colonna sonora ricercata (vedi Kiri e Paranoid Android), i colori plumbei che accentuano l'atmosfera decadente di tutta la serie. Poi fai attenzione ai particolari che non sono mai lasciati al caso. Ogni nome è quasi una citazione che richiama un aspetto del personaggio: Ergo Proxy, Dedalus, Pino, Kristeva, Monad. Ci sono riferimenti a filosofie, in primis quella cartesiana, a opere d'arte, a libri, miti, leggende, e a film che più di una volta suscitano lo stupore per come siano state ingegnosamente inserite.
Perfetta poi è la caratterizzazione e lo studio della psicologia dei personaggi. E non parlo solo dei personaggi principali quali Re-L, Vincent e Pino - sublimi -, tutti ma proprio tutti i personaggi ricevono la loro dose di attenzione. Volendo si potrebbe parlare anche dei più sottili aspetti della personalità di personaggi secondari come Iggy, Kristeva, Dedalus, Monad, Raul.

Per quanto riguarda i temi invece, oltre ai più espliciti quali la perdita di una propria identità, lo scopo della nostra vita e la consapevolezza di esistere, trovo estremamente interessanti anche quelli meno evidenti, in particolare ho apprezzato le sequenze di viaggio, il ricorso frequente alla sfera onirica e il rapporto padre-figlia.
Infine una menzione a parte merita la trama, la quale sebbene sia ben costruita e interessante spesso risulta davvero troppo ostica da seguire, tanto che negli ultimi episodi più volte mi è capitato di rivedere alcune sequenze per essere sicuro di aver compreso tutto.
<i>Una confezione ben infiocchettata, che sembrerà bella di primo acchito, ma assai deludente una volta aperta</i>, questo ho sentito dire da alcune persone. Beh, capisco che non a tutti possa piacere la trama di fondo ma, se tutto il resto è solo "una confezione ben infiocchettata", chapeau a chi ha infiocchettato la confezione!


 3
Bramoki

Episodi visti: 8/23 --- Voto 5
Difficilmente io non concludo una serie, ma di fronte a una delusione quale si è dimostrata per me Ergo Proxy non riuscivo davvero ad andare avanti.

Andiamo con ordine: la trama presenta la storia di due personaggi, l' ispettrice Lil Meyer e l'immigrante Vincent Law. Le loro storie s'intrecceranno in un contesto fantascientifico opprimente e cupo, come tipico del post-cyberpunk. Dal punto di vista dell'atmosfera non ci si può certo lamentare; il problema di Ergo Proxy è un altro, ovvero il ritmo con cui viene narrata la (fin dove ho visionato) caotica storia. Non giudicando l'attuale inspiegabilità di alcuni fatti, che non è un elemento giudicabile per una serie interrotta, ho trovato il ritmo veramente, ma veramente troppo lento. Con un numero maggiore di eventi per episodio la serie mi avrebbe di sicuro convinto a proseguire, ma con questa cadenza purtroppo non riesco ad andare avanti.
Non posso giudicare neanche la caratterizzazione dei personaggi, in quanto non ritengo di avere visionato abbastanza per poterne valutare la profondità.

Se si guarda l'aspetto tecnico invece il valore dell'opera è molto alto: bellissimo è il charecter design e ottima la colorazione e le animazioni. Per quel che concerne la colonna sonora, è bellissima davvero l'opening e sono ottime in generale le musiche.

Non posso dare un giudizio definitivo su Ergo Proxy, l'insufficienza che gli do è da considerarsi simbolica in quanto non riesco a proseguire a causa della sua lentezza, se questo non è un problema per voi allora guardate Ergo Proxy. Non ve ne pentirete poiché è ottimo dal punto di vista tecnico e stilistico e la trama se si svilupperà potrebbe rivelarsi interessante: do l'insufficienza più alta perché, nonostante tutte queste qualità, è il primo anime che interrompo.

Pagella finale
Trama: S.V.
Caratterizzazione personaggi: S.V.
Disegno: 9
Sonoro: 8,5
Globale: 5 (simbolico)

Giù

 6
Giù

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Di sicuro Ergo Proxy è un buon anime, un ottimo anime direi, mettendo da parte lo stereotipo evangeliano, nonostante abbia notato rassomiglianze non da trascurare. Ergo Proxy è un anime degno di stima, da non sottovalutare nonostante la semi banalità della trama, dove entità angeliche puniscono il mondo a causa della cattiveria degli uomini.

Ottimi sono i disegni di stile seinen, l'uso di due stili per il protagonista maschile mi ha davvero colpito; ottimo è l'happy-end che ci lascia con un importante interrogativo (in genere non apprezzo gli happy-end); ottima la morale riguardante la nostra "raison d'etre"; ottima la soundtrack, le sigle di apertura e chiusura credo siano qualcosa di perfettamente ricercato. Ottime sono poi le introspezioni psicologiche, affrontate in un cammino che dura per tutta la serie e, nel caso del protagonista maschile - è quel che mi ha trasmesso, ammesso che non sia questo il vero messaggio -, insegna che nella vita bisogna accettarsi per quel che si è per ricominciare davvero a vivere. Ottimo è anche l'utilizzo di personaggi secondari che inizialmente sembrano avere un ruolo fondamentale nella trama, anch'essi provvisti di una propria psicologia e ai quali inizi ad affezionarti nonostante la loro breve durata nella serie.

Mi è piaciuta inoltre la quasi onniscenza che lo spettatore riesce a crearsi man mano che va avanti nella visione dell'anime. Infine devo dire di aver davvero amato l'utilizzo dello stile cyberpunk per rendere più drammatiche e malinconiche certe scene, che quasi mi portavano le lacrime agli occhi. Altro aspetto fondamentale è il climax, molto spesso statico; in certe scene dove la drammaticità è più alta, le musiche non alzano di tono ma addirittura calano, quasi a volerci far riflettere sulla drammaticità del fatto senza influenzare le nostre emozioni.
Ergo Proxy è vivamente consigliato soprattutto a coloro che preferiscono gli anime di breve durata: stiamo parlando di 23 puntate, una più fondamentale dell'altra, e io l'ho visto in due giorni!


 4
micheles

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Personalmente amo la fantascienza ma odio il cyberpunk; amo le trame complesse ma odio le trame senza risoluzione; amo il genere psicologico ma odio il genere esistenziale/metafisico. Date queste premesse dovrei assegnare un 2 a Ergo Proxy, che si presenta come la tipica opera intellettualoide/depressa che non sopporto. Invece assegno un 7 grazie al character design che salva la serie. Il personaggio di Pino si merita un 10, è di gran lunga il più indovinato di tutta l'opera; il personaggio di Re-L si merita un 9, non fosse altro che per la sua bellezza fisica; Vincent Law si merita un 8.
Dal punto di vista della trama Ergo Proxy potrebbe arrivare alla sufficienza, nonostante per me faccia acqua in vari punti. Quello che mi fa arrabbiare è il citazionismo a mio avviso gratuito e la pretenziosità dell'opera che valuto a 1. Faccio un solo esempio: che bisogno c'era di dare il nome di filosofi/psicologi esistenzialisti alle statue parlanti?

La sigla d'inizio si merita un 10; musiche, disegni, animazioni sono tutti eccellenti. Sommando tutti i fattori arrivo a stento a un 7, del resto si tratta di un'opera che ho avuto difficoltà a terminare, ci ho messo dei mesi perché non riuscivo ad appassionarmi. Ciò detto, si tratta di una serie che mi è rimasta impressa. Anche se nel complesso non mi è piaciuta riconosco che presenta vari punti di originalità e che alcune puntate sono meritevoli: la puntata 14 con i doppelganger; la puntata 15, la parodia di "Chi vuol essere milionario"; la puntata 19 ambientata a Smile Land. Ci sono inoltre molti spunti interessanti sparsi per la serie: il problema è che non per me c'è un filo conduttore logico che li unifichi. La maggioranza degli spunti restano aperti e le questioni senza risposta.
Ergo Proxy ricorda molta i libri di Phillip K. Dick: se amate questo autore e cercate una serie in cui si pongono domande su che cosa sia la realtà e su che cosa sia la coscienza, Ergo Proxy vi piacerà. Personalmente di Dick amo solo certi libri e così è per Ergo Proxy: amo solo certi particolari, ma nel complesso vedo l'opera come un occasione mancata. Peccato.


 3
Rieper

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Attirato da un stile post-cyberpunk, con una spruzzatina di gotico, mi sono buttato nella visione di quello che è uno degli anime più originali e accattivanti che abbia avuto il piacere di visionare.
In un mondo alla deriva, dove quasi tutto è andato perduto sorge la città di Rom-Do, dove gli umani collaborano con degli androidi chiamati autorave, creati per assistere gli uomini nella sopravvivenza della specie umana e nella vita quotidiana. La vita all'interno di questa "città cupola" è tranquilla, ma in modo alquanto anomalo. Ogni cittadino deve vivere mantenendo uno stile di vita che lo classifichi come cittadino modello e quindi degno di vivere nel mondo civilizzato, forse l'ultimo mondo.

Quel briciolo di tranquillità viene schiacciata dalla diffusione di un virus che colpisce gli autorave, rendendoli capaci di provare emozioni come gli umani e quindi di avere consapevolezza di loro stessi. Il virus viene chiamato Cogito, ma non è l'unico problema che affligge la città. Da un laboratorio di ricerca segreto fugge una creatura non umana denominata Proxy che provoca la morte di molte persone.
In tutto ciò Re-L Mayer, nipote del sindaco della città ha il compito di investigare su entrambi questi casi, ovvero il virus Cogito e l'essere chiamato Proxy. Verrà in contatto con Vincent Law, uomo dal passato misterioso che sembra essere legato al Proxy e alla serie di avvenimenti che stanno sconvolgendo la calma, seppur anomala, di Rom-Do.

Ergo Proxy è un anime misteriosamente affascinante e originale capace di mantenerci incollati allo schermo, non solo per la miriade di citazioni stilistiche e artistiche, ma anche per la complessità abnorme dei dialoghi e delle vicende, tutt'altro che semplici da spiegare in poche righe. E' del tutto normale trovarsi di fronte a discorsi esistenziali e filosofici difficili da comprendere al momento, spesso ci ritroveremo a "riavvolgere il nastro" per comprendere meglio il senso di un'affermazione.

L'anime è costellato da una serie di scelte tecniche, una migliore dell'altra. Lo stile dei disegni è originale, impossibile trovare animazioni, espressioni ed effetti uguali a quelli ritrovati in quest'opera. I combattimenti, anche se non esattamente numerosissimi, sono resi in modo equilibratamente dinamico. Alcuni luoghi e figure sono ispirati ad altri realmente esistenti, tanto per fare un esempio le quattro statue della "Cappella dei Medici" di Michelangelo.
L'audio è sensazionale, gli effetti sonori delle armi da fuoco, dei passi, del vento sono resi magnificamente (anche se potrebbero sembrare piccolezze). Nota di merito va alla sigla d'apertura dei Monoral, "Kiri", e a quella di chiusura dei famosissimi Radiohead, "Paranoid Android".

In conclusione Ergo Proxy non è assolutamente un anime per tutti, a volte è lento - necessariamente -, in alcuni dialoghi dovremmo avere pazienza nel capirne il senso e soprattutto nel non dimenticarne i dettagli, perché niente viene lasciato al caso, e se consideriamo che il doppiaggio è tra i migliori che possiamo trovare, vale la pena dare ascolto a ciò che dicono i personaggi. Il mio consiglio è di visionarlo a tutti i costi perché anime come Ergo Proxy sono più unici che rari.


 4
Alexander

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Ribadisco ciò che ho scritto nella mia recensione precedente: quest'anime poteva essere molto di più.
Dopo avere visto i primi tre episodi, ero già sicuro che il mio voto per questa serie sarebbe stato un 10 e lode: perfetta sotto tutti i punti di vista, grafica in primis, ma anche musiche, regia, sceneggiatura, e una opening assolutamente stupenda.
Purtroppo ho dovuto presto ricredermi perché da lì in poi la serie per me è scivolata sempre più in basso fino a toccare il fondo nel 16° episodio; da lì si migliora fino a raggiungere quasi lo stesso livello degli inizi, ma con l'handicap di dovere risolvere in pochissimo tempo tutte le questioni fino ad allora rimaste in sospeso, finendo inevitabilmente per confondere lo spettatore.

Nel caso non si fosse ancora capito, a mio avviso ci troviamo di fronte all'ennesimo anime che parte alla grande per poi arenarsi a metà strada e risollevarsi un po' solo verso la fine.
Il problema di fondo, ancora una volta, è la lentezza eccessiva e immotivata degli episodi centrali, ma anche la deviazione da ciò che sembrava la tematica portante: visto l'incipit mi sarei aspettato una maggiore cura nell'analisi della città di Rom-do sotto tutti i suoi aspetti, politici, sociologici, culturali, ecc. Invece, con la fuga di Vincent l'anime cambia rotta e sembra concentrarsi più su astratte questioni metafisiche che - mio parere personale - sono già state trattate in maniera molto più convincente da anime precedenti come Evangelion, Lain, e altri.
A peggiorare ulteriormente la situazione abbiamo un vero e proprio crollo nei disegni e nelle animazioni (provate a confrontare il 1° episodio, o anche la stessa sigla d'apertura, con uno qualsiasi di quelli centrali per capire di cosa sto parlando) e nelle ambientazioni, che vanno dal look minimalista e inquietante di Rom-do a un'anonima landa desolata costellata di rovine.

Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei personaggi e le varie citazioni filosofiche e artistiche che però il più delle volte appaiono fini a se stesse, non giustificate dal contesto in cui si trovano. Mi spiego meglio: se gli Eva si chiamano così non è solo perché fa figo, c'è un motivo ben preciso che è dato dalla storia; se in Xenogears e Xenosaga determinati personaggi si chiamano Id, Sophia, Cain, Wilhelm, Rubedo, ecc. anche qui c'è un motivo; se in Code Geass Nina fa di cognome Einstein anziché Brambilla idem. Invece Monad che senso ha? Per me avrebbero potuto chiamarla anche Genoveffa.

Per tutti questi motivi non posso considerare Ergo Proxy come un capolavoro. Un vero peccato, se le premesse dei primi episodi fossero state portate avanti con tutti i crismi sarebbe forse potuto essere il miglior anime della storia. Però gli autori hanno fatto come me a scuola: nonostante le potenzialità non si sono applicati! Voto finale: 7,5.


 1
ivan180378

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Questo è un anime post- cyberpunk ambientato in un cupo futuro. Gli uomini si sono distrutti in una definitiva guerra atomica. I pochi sopravvissuti si sono chiusi in città cupola, in quanto l'aria esterna è avvelenata.
La città cupola da cui parte la nostra storia è Romdo, una città dove regna l'ordine e dove gli uomini sono aiutati nelle loro mansioni da degli androidi. Da un centro studi fugge una creatura straordinariamente forte, il proxy, che semina il panico in città. Lil Meyer è una bella ragazza, una specie di super poliziotto che mantiene l'ordine in città. Indagherà su questo Proxy, per poi scoprire che sono due. Intanto, l'anziano reggente della città, fa di tutto per far dimenticare a Lil che questo Proxy apparso in città esista realmente.

All'inizio quindi la storia è chiara, e cattura subito grazie alla bella sigla, alle musiche azzeccate, al charachter design e all'animazione sublime. E' stupenda la "scenografia", con questa continua predominanza di grigi, che danno l'appropriato effetto di malinconia, assenza di speranza. Poi però le cose si ingarbugliano. La trama si fa complicata, e sfugge alla comprensione. Compaiono infatti alcuni irrazionali episodi nei quali succedono cose, a mio avviso, assolutamente fuori tema: in uno, i protagonisti si trovano all'interno di un quiz televisivo, in un altro, in un parco giochi per bambini; in un altro, in una libreria che sembra un labirinto della mente.

Insomma, da un avvio chiaro - ambientazione post-cyberpunk, umanità rinchiusa in piccole città protette con l'aiuto di cyborg, clima grigio e cupo, apparizione di un mostro fortissimo che getta scompiglio -, si passa a puntate quasi metafisiche, dove si perde il filo del discorso. Ho compreso una larga fetta del finale, che non sto a dire ovviamente, ma restano tanti punti interrogativi su personaggi che appaiono, situazioni e scene.
Il mio giudizio è buono, per l'eccellenza tecnica, la sigla, la scenografia. Carinissima è poi la piccola Pino, cyborg dalle fattezze di bimba, che pare l'unica macchia di rosa e azzurro in un futuro grigio e tetro. L'anime è consigliato quindi, da vedere, un buon anime che intrattiene, di ottima tecnica, ma per me si perde nel corso delle puntate, cercando episodi fuori-tema, filosofie, metafisica, smarrendo lo spettatore in un mare d'interrogativi. Voto 8.

KeiKurono

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KeiKurono

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Nella domecity di Rom-Do androidi,detti autoreiv, ed esseri umani vivono collaborando per salvaguardare la specie umana, quasi estinta dopo un disastro ambientale. A Rom-Do la vita scorre monotona e tranquilla, regolata dal perfezionismo, dal consumismo e dal distacco emozionale che gli abitanti devono dimostrare per essere considerati “cittadini modello” e quindi degni della società. Il mondo di Ergo Proxy è ambientato in un futuro molto tecnologizzato dove anche le nascite sono severamente controllate e meccanizzate.
Ergo Proxy è una di quelle opere che un vero appassionato di anime e manga non si può far sfuggire. Straordinariamente diretto e sorretto da un comparto tecnico brillante, l'opera ti coinvolge nel suo mondo e ti molla solo all'ultimo episodio. C'è poco da dire, è un must per chi cerca qualcosa di più impegnato e profondo di un normale shounen. Assolutamente consigliato a un pubblico maturo, una perla nel suo genere.

K.Zaraki

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K.Zaraki

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Spinto dalla fama dell'opera e dalle recensioni positive ho visto anche io EP. Sinceramente più che una serie di 23 episodi è molto più simile a un film d'animazione giapponese, vista la cura nei dettagli e nella grafica, ma oltre quest'ultima io ci ho visto davvero poco. L'ho trovato pieno di citazioni, per me, buttate qua e là, che alla fine, se ve ne siete accorti, si riconducono al solito conflitto interiore del protagonista. Infatti nella sua immensa originalità avevo intuito la fine già 7-8 episodi prima. Ora, per carità, se lo vogliamo confrontare alla globalità del panorama d'animazione, Ergo Proxy è un opera di tutto rispetto, ma non ha quell'innovatività che mi aspettavo e che avevo trovato in un'opera più vecchia di 10 anni quale NGE, che ha davvero quel qualcosa in più, che volendo fa anche riflettere chi ne avesse voglia.


 4
AmarantaKiller

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
E' la prima volta che guardo un anime di questo tipo, e cioè di grandissima complessità e spessore; sia per quanto riguarda la trama sia per l'aspetto tecnico.
Ergo Proxy è un'opera ricca di riferimenti colti, citazioni, simbolismi, ma anche di richiami pop, soprattutto al genere a cui si ispira, quello cyberpunk. Il tutto è ben assemblato sullo sfondo di ambientazioni dark e futuristiche, che danno man forte a una trama straniante, complicata, incerta, che corre sul filo tra la realtà e fantasia, suscitando ansia e disorientamento.

Lo stesso viaggio intrapreso dai tre protagonisti, e cioè da Vincent, accompagnato da Real e Pino, rappresenta una sorta di esperienza onirica, che scava a fondo nella coscienza e subcoscienza, allo scopo di ritrovare la memoria perduta, o per meglio dire, di riappropriarsi dell'identità spezzata di Vincent, piena d'incongruenze.
Dall'inizio del viaggio, ogni episodio che ne segue ha un'evoluzione strana e iperbolica, che in apparenza sembra non avere una logica; talvolta infatti i protagonisti si trovano nei posti più improbabili, per esempio in un quiz show, poi in una sorta di disneyland, ecc.

Il viaggio potrebbe essere una sorta di psicoterapia, che è l'analisi e la ricerca del senso attraverso l'esperieza, di qualsiasi natura essa sia: dall'esperienza sensoriale alla fantasia, dal sogno alle insicurezze ecc. Qui tutto il magma delle esperienze, del rimosso, della percezione della realtà rendono il percorso di Vincent estremamente accidentale e convulso, nel tentativo di riconoscere la sua doppia natura.
La correlazione con la componente psicologica è estremamente chiara ed evidente soprattutto con la rappresentazione di scenari glaciali, desolati, deserti, dove spesso compaiono solo pochi resti di un'umanità estinta, i quali a mio parere richiamano un po' le atmosfere surrealiste. Basti pensare ai quadri di De Chirico.

Che dire dell'aspetto tecnico? La grafica a mio avviso è perfetta, il character designer estremamente curato, lo stesso vale anche per le ambientazioni e il contesto ipertecnologico e postcyberpunk.
Meraviglioso è anche il realismo dei personaggi e delle espressioni del loro volto. <b>[Attenzione! Spoiler!]</b>Faccio particolare riferimento all'ultimo episodio, nel quale c'è il faccia a faccia tra Ergo Proxy e Vincent e in chiusura lo sguardo di Vincent tra il meditabondo e il diabolico, che la dice lunga <b>[Fine spoiler]</b>.
Per me Ergo Proxy è un'opera di gran rilievo, che fa la differenza.


 1
Danielclick

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Bellissimo! Ergo Proxy è un anime molto maturo e intrigante: la storia, i personaggi, la trama, le ambientazioni, le atmosfere e il doppiaggio hanno contribuito a creare un prodotto serio e maturo, un'opera molto valida e ben realizzata. Finalmente un prodotto di spessore, senza scene ridicole e infantili (che odio, quella robaccia che continuano a propinarci in tv!). Ergo Proxy è un vero anime di fantascienza dalle atmosfere post cyberpunk. L' unica pecca a mio avviso sono una paio di episodi a mio avviso inutili/noiosi/stupidi. Sicuramente Ergo Proxy è uno degli anime più belli che abbia mai visto, e sono di gusti difficili. In ogni caso è da vedere, se proprio non volete aggiungerlo alla vostra collezione.


 3
ramensoup

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Ergo Proxy riprende quella filosofia spiccia (praticamente la stessa di Ghost in the Shell) riassumibile nell'unica locuzione "Cogito ergo sum - Penso dunque sono" di Cartesio. Ha dell'incredibile che con queste tre parole gli autori siano riusciti a mettere su 23 episodi e ad adattare perfettamente il significato stesso della locuzione, in tutte le sue sfumature, a un contesto avveniristico e complesso come quello di Ergo Proxy.

I personaggi sono stati caratterizzati con molta cura e si riesce a vivere il loro cambiamento via via con il progredire della serie.
Un grande punto di forza è la grafica. I tratti sono notevoli, la scelta dei colori non è certamente casuale e le ambientazioni desolate di un magnifico mondo in rovina rendono quest'anime un piacere per la vista.

La trama non incorre in banalità ed è volutamente complessa e poco immediata. Inoltre, non incappa mai in punti morti o lungaggini tediose. Insomma, è difficile, se non impossibile, trovare un difetto in questo capolavoro noir, tra l'altro impreziosito da citazioni e riferimenti storici e cult cinematografici (come Blade Runner e La corazzata Potemkin).
Voto 10 solo perché non si può dare di più.


 1
Pan Daemonium

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Ergo Proxy è un'opera che ammetto di non avere compreso appieno, pur avendo visto diverse volte molti episodi, per poter comprendere meglio gli avvenimenti. Ma il 10 lo do proprio per questo.
I disegni sono fantastici. Una grafica egregia, mischiata ad un audio eccelso, da ad Ergo Proxy quella caratteristica dark, quella claustrofobia, quella desolazione che è rappresentata dal personaggio di Lil, o Re-L, come viene trascritto il suo nome.
Per non parlare dell'opening e dell'ending. Azzeccatissime.

<b>ATTENZIONE! PARTE CONTENENTE SPOILER!</b>
La storia è complessa. Si basa su alcuni punti-perno, come la creazione dei Proxy e il motivo della creazione dei Proxy da parte di umani di altri tempi, che non vengono spiegati esplicitamente nell'anime, ma solo accennati. Ad esempio, i nomi delle missioni della creazione dei Proxy e dell'abbandono della Terra da parte degli umani vengono detti sostanzialmente solo nell'episodio che ricorda "Chi vuol essere milionario?", un episodio che pensavo di poter saltare, ma che invece è fondamentale! E l'ho capito solo dopo averlo già visto.
Ci sono anche episodi alla Lain e alla NGE, episodi in cui Vincent si cala nella propria mente alla ricerca del senso del suo viaggio. Sono degli episodi eccellenti da un punto di vista psicologico.

E il finale? Fantastico. La storia si conclude, ma del mondo rimangono in due, come un Adamo ed Eva, come nella fine di Evangelion, tra l'altro. Due più Pino, uno dei personaggi che ho più amato fra tutti gli anime che abbia visto. Un piccolo robot umanizzatosi grazie al virus Cogito, che dà quel tocco di spensieratezza in un anime sostanzialmente pesante.
Da vedere. 10.


 7
Léon

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Un viaggio nell’abisso e nel lato oscuro, dove il confine tra il bene e il male è davvero sottile e in cui la luce è il reale ultimissimo approdo di un mondo fatto di buio desolazione e dolorose metamorfosi psicofisiche. Tra Blade Runner, Lynch e Cronenberg si snoda questo affascinante anime, che pesca a piene mani dai principi della filosofia cartesiana – e non soltanto, troviamo evidenti cenni e omaggi anche alla dottrina induista: le cellule Amrita, denominazione derivata dalla sacra acqua della vita eterna - per porre domande esistenziali sul senso del nostro essere nel mondo. Emblematico già dal titolo, Ergo Proxy gioca con influenze colte e denomina Cogito il virus che infetta gli autorave, andando quasi a completare il puzzle di tasselli che compongono l’arcinoto assioma cartesiano: cogito ergo sum, “penso dunque sono”, che posto in chiave interrogativa è il dilemma che affligge i protagonisti sulla ribalta, insinuando i dubbi e le conseguenti domande che tracciano la strada per decodificare i segni che li porteranno a confrontarsi con un destino inatteso e nebuloso. Nebuloso almeno quanto le atmosfere proposte, restituite nel loro fascinoso impasto di colori sfumati e tenebrosi chiaroscuri dalla rimarchevole opera compiuta – un misto di disegno a mano e animazione computerizzata - dall’ottimo character design Naoyuki Onda.

Se in Ergo Proxy è evidente già dal principio l’indubbio punto di forza, i disegni, quello che è nelle prime puntate meno facilmente interiorizzabile è certamente lo script. Storia controversa, per una sceneggiatura criptica e labirintica che solo alla fine – e nemmeno troppo palesemente – va a chiarire un’evidenza che comunque regala un epilogo aperto a dubbi e congetture di vario tipo, gettando un ponte per una serie successiva. 23 puntate in cui l’azione è ridotta ai minimi termini e i tempi sono assai dilatati, nelle quali dialoghi e silenzi si alternano geometricamente, in cui la realtà è spesso intervallata da divagazioni oniriche e stadi intermedi, a cavallo tra la veglia e il sogno. Da ciò sarà chiaro il riferimento ai maestri di genere, a Cronenberg e il suo cinema imperniato sulle mutazioni fisiche e psichiche, a Lynch e ai suoi agghiaccianti universi onirici, fatti di maschere dal volto di coniglio (qui evocate in omaggio dichiarato al regista di Missoula), volti deformati e atmosfere alterate, ma anche al rapporto tra uomo e macchina così brillantemente indagato da Ridley Scott in Blade Runner. Un cenno doveroso va alla bellissima colonna sonora, nella quale vibrano le note della trascinante opening, Kiri, dei Monoral (nella quale noterete la suggestiva concatenazione delle immagini), e dell’ipnotica, malinconica e quanto mai azzeccata ending, Paranoid Android, dei Radiohead.


 4
Turboo Stefo

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Geneon e Manglobe hanno portato alla luce una anime ambizioso, un prodotto che scinde vari generi per sfociare nell’introspezione approfondita dei personaggi, non dimenticando una trama appassionante, ricca di colpi di scena, che va a colpire lo spettatore entrando nella sua mente e giocando con le sue idee.

Tutto inizia in un mondo devastato e collassato per colpa della stupidità umana; in esso le uniche forme di vita rimaste sono radunate dentro ai dome, che altro non sono che cupole automatizzate dove viene creato un ambiente artificiale all’apparenza perfetto, in cui umani e autorave (androidi) conducono un quieto vivere. Ma a Rom-do, la città di uno dei dome, gira il virus Cogito e gli autorave colpiti impazziscono, o in altre parole assumono una loro personalità, in quanto cominciano ad avere emozioni. Questo non va bene, soprattutto se nascono emozioni cattive, quindi gli autorave vengono eliminati appena dopo il contagio. Tra le persone a cui è affidato il compito di smantellare gli infetti ci sono gli immigrati, ovvero persone arrivate da altre città, e tra loro c’è anche Vincent Law, un ex abitante della città-cupola di Mosca senza memoria del suo passato. Vincent vuole diventare un cittadino modello a tutti i costi pur di farsi ritenere degno dalla sua amica, Re-L Mayer, una ragazza altezzosa, capricciosa e fredda, ovvero una persona difficile da accomodare e che inoltre odia la città di Rom-Do, comandata da suo nonno, il Reggente. Ma il destino dei due cambia quando una creatura violenta inizia a imperversare per la città; tale apparizione è un umanoide che, pur d'inseguire Vincent, non esita a uccidere chiunque incontri. Nel mentre un altro essere simile tende un agguato a Re-L, senza tuttavia farle del male.
La macchina del destino era già in moto da tempo e questi sono alcuni dei passaggi principali per far compiere quello che il fato ha deciso. Il tutto andrà a incastrarsi perfettamente nel finale esplosivo della serie attraverso chiavi narrative sublimi, che ci spiegheranno tutto, dal passato di Vincent alla verità su Rom-Do, passando attraverso la nascita del Cogito e dei Proxy, quelle strane creature.
All’inizio la narrazione sarà un lento comprendere dei personaggi e delle situazioni, e poi, appena lo spettatore sarà pronto, la storia prenderà il via e Vincent partirà per il viaggio che lo porterà a Mosca.

Una parola usata tantissimo nell’anime sarà Raison D’Être, la ragion d’essere di ognuno dei protagonisti, infatti molti episodi saranno pensati per lo più per spiegarci le psicologie, le introspezioni e raccontarci allo stesso tempo piccole dosi di verità, fino all’arrivo a Mosca. Dopo, durante il viaggio di ritorno, accade l’inaspettato; ci saranno infatti delle avventure stranissime che lo spettatore penserà siano sogni, ma non sempre si tratta di questo: certe volte sono esperienze reali, altre saranno sia sogni sia realtà e non faranno altro che confonderci. Così quando meno ce lo aspetteremmo arriverà la parte finale. Un ottimo esempio del modo in cui la serie legge la mente dell’ignaro spettatore è un episodio che sembra un quiz televisivo, con grafiche e altri rimandi a molti quiz reali, uno su tutti “chi vuol essere Milionario”. Durante quest'episodio, in un particolare momento Vince dovrà indovinare di chi si parla in base agli indizi forniti; molti probabilmente arriveranno alle stesse sue conclusioni, spaventandosi per la propria stupidità nel cadere in banali trabocchetti.
Ergo Proxy è un capolavoro di narrativa, dove vengono accavallati e accostati costantemente i vari aspetti della storia, fino a raggiungere il climax nel finale, in una catena di eventi che spiega molte cose indirettamente, anche in virtù di semplici intuizioni che ci faremo grazie alle informazioni che ci verranno fornite. In una parola: sublime.

La regia e la sceneggiatura sono eccellenti, creano perfetti giochi di prospettiva durante i dialoghi, e creano anche ottimi cambi di scena nei viaggi introspettivi e in altre situazioni analoghe, non dimenticando i combattimenti adrenalinici. Una perla che deve essere ricordata è lo slow-motion quando il Proxy corre per il centro commerciale uccidendo una donna con un passeggino, una sequenza cruda che rivela più verità di quel che può sembrare.
Una delle cose per cui Ergo Proxy ha fatto scalpore è l’alta definizione: è il primo anime nato e trasmesso in HD in televisione, e si vede. Peccato che per ora in Italia non sia possibile averlo in tale formato, se non per vie illegali.
L’anime è permeato di ambientazioni cupe, quindi i colori saranno pochi in una tavolozza così scura, però il tutto combacia alla perfezione con l’atmosfera, che verrà spezzata solo da qualche rara scena in ambientazioni luminose e dalla stessa Re-L, con la sua candida pelle e il trucco pesante azzurro intenso, lo stesso dei suoi occhi, che diverrà un simbolo di questa serie.
La computer grafica è ben inserita, se non fosse per qualche rarissima volta dove sembra un lavoro frettoloso. Uno di questi casi è il getto d’aria che sorregge il coniglio, palesemente implementato male.

Le musiche sono rare, spesso lasciano il posto ai rumori della desolazione, l’unica musica che riconosceremo sarà la melodia prodotta da Pino con la sua fedele diamonica; ovviamente avremo anche delle vere tracce sonore in sottofondo a particolari scene, ma saranno leggere e mai invadenti.
La vera colonna sonora sono i rumori ambientali, visto che non ci sarà solo, come già detto, la desolazione, ma saranno presenti anche i rumori dei passi su terreni deserti, gli spari, le voci degli ottimi doppiatori e i terribili rumori degli scontri - gni volta che un Proxy sferrerà un pungo sentiremo infatti un rumore di ossa rotte. Tutto questo è la vera colonna sonora che ci serve.

Il doppiaggio dell’edizione italiana è altalenante: le voci possono sembrare poco consone ai personaggi, soprattutto nei personaggi più giovani, ma i doppiatori svolgono un ottimo lavoro. Gli Autorave saranno freddi e distaccati, ma se infetti dal cogito sapranno essere emotivi allo stesso tempo. Tuttavia, il migliore probabilmente è Christian Iansante, colui che dà voce a Vincent Law; egli saprà approfondire ancora di più la psiche contorta di questo personaggio. All’inizio sarà insicuro ma, mentre prosegue, si sente come cambia la voce insieme al personaggio, e non solo nel cambio psicologico, ma anche in altri. Inoltre nelle introspezioni saremo ipnotizzati da quel tono pragmatico, e non potremo non farci coinvolgere.

In conclusione Ergo Proxy è un’eccellente opera, consigliata a chi vuole vedere un anime futuristico o più semplicemente un’opera intricata, costruita ottimamente intorno allo spettatore e capace di prevedere tutte le sue razioni. Potremo avere indizi sulle verità ma, finché non vedremo queste ultime, non ne saremo certi, e sarà scioccante scoprire molte cose. Una delle tante è rendersi conto del perché Raul Creed cambierà, e quando tutti i nodi verranno al pettine saremo soddisfatti e anche un pochino tristi, ma indubbiamente contenti di avere compreso tutto, e ci chiederemo quasi schernendoci: “Qual è la mia Raison D’Être?”.


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marian

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Nella claustrofobica "città" di Romdo si sviluppa una vicenda decisamente intricata ma allo stesso tempo coinvolgente, nonostante qualche forzatura che poteva essere evitata.
La trama viene incontro al palato fine di chi è stanco della solita minestra riscaldata; lo fa tuttavia in maniera incompleta, fermandosi sul più bello, quando nutrire l'interesse dello spettatore dovrebbe essere il fine principale, mentre invece la storia si avvolge su stessa rincorrendo concetti metafisici e astrazioni filosofiche forse un po' eccessive e ridondanti. Questi concetti tuttavia sono parte integrante della storia e, quando necessari, la rendono sofisticata e comunque fruibile.
Non è però questo il problema principale, quanto più alcuni episodi centrali lenti, soporiferi.

L'inizio promette davvero bene sia per i contenuti che per l'animazione, davvero bella nei primi episodi, seppure un po' sottotono successivamente, anche se stiamo parlando di un'anime dall'elevata qualità tecnica.
Ottima è la regia nelle scene d'azione, poche ma buone, e buona è la caratterizzazione dei personaggi, ma è un po' campata in aria la resa di alcuni comprimari, che molto avrebbero dovuto dare alla storia ma poco riescono a fare.
La colonna sonora è azzeccatissima e aggiunge una bella nota positiva al tutto.
La parte centrale potrebbe rendere migliore il finale, che invece deve affrettarsi a spiegare quanto è stato lasciato insoluto in precedenza, in parte con delle scelte azzeccate in parte troppo velocemente, lasciando alcuni particolari senza risposta.

Nel complesso parliamo di un anime che forse si prende troppo sul serio, ma che è sicuramente da vedere se si ha voglia di qualcosa di accattivante. Peccato per i troppi spunti non assecondati e per la lentezza nella parte centrale, altrimenti il giudizio sarebbe stato ben più benevolo.


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Franzelion

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Ergo Proxy è il tipico anime di ambientazione post-cyberpunk, e guardando qualche AMV o diverse immagini su internet capirete subito con che genere di anime avrete a che fare, quindi non aspettatevi eccezionali novità o stravolgimenti, dato che in questo caso possiamo dire che la copertina non inganna in nessun modo.
Così come ovviamente non inganna per la qualità generale, ovviamente alta.

Uno degli aspetti qualitativamente più alti dell'anime è sicuramente la trama, tanto complessa (anche troppo forse, purtroppo) quanto intrigante e profonda. Peccato che a volta sia, così come la sceneggiatura, un po' troppo disordinata e pare che il regista perda il controllo della situazione.
La storia si evolve col giusto ritmo, sempre che siate appassionati del genere, altrimenti vi risulterà pesante. Non mancano comunque dei colpi di scena.
Spesso i protagonisti si cimenteranno nei soliti ragionamenti e pensieri introspettivi ed esistenziali tipici del genere, i quali solitamente si integrano molto bene nel contesto generale, ma cadendo quasi nel ridicolo altre volte, sembrando troppo ricercati o copiati pari pari da quelli di Evangelion, in particolar modo nell'episodio 14, che a chi conosce Evangelion a memoria, come me, farà ridere invece che riflettere.
Anche diversi altri aspetti della trama riportano alla mente Evangelion, come le statue parlanti, facilmente assimilabili alla SEELE di Eva, e una specie di progetto per il perfezionamento dell'uomo che viene menzionato ogni tanto.

L'ambientazione è molto simile a quella di Ghost in the Shell, ma è spesso troppo monotona, sia per luoghi che per i colori, che si vedrebbero bene anche in un vecchissimo PC a 16 colori. Questa particolarità è comunque ricercata e non percepita come difetto, poiché serve a rendere bene l'atmosfera, cioè sempre depressiva e tenebrosa.
La caratterizzazione dei personaggi è molto buona, anche se non eccezionale, e forse ci si aspettava qualche evoluzione o un maggior impiego di Pino nella storia.
I sottofondi musicali sono molto buoni, e anche i disegni fanno la loro porca figura, eccezion fatta per il chara design, che è sì accattivante e decisamente adatto, ma alcuni profili di RE-L mi sembrano realizzati molto male, soprattutto parlando degli occhi, che a volte danno l'impressione di essere un elemento a parte che viene incollato sul viso.
Video-opening magistrale.

A conti fatti posso concludere che Ergo Proxy è sicuramente un ottimo anime, realizzato con molta cura sotto molti aspetti, ma allo stesso tempo l'ambientazione e i concetti sono assolutamente poco originali: se siete fan di Eva quest'anime non vi dirà quasi nulla di nuovo.
Risultato finale: Ghost in the Shell + Neon Genesis Evangelion = Ergo Proxy


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Aniki87

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Mi sono avvicinata a quest'anime avendo letto solo questa frase : “Ergo Proxy è un anime fantascientifico-cyberpunk”.
Ho letto diversi commenti nel quale veniva criticato per essere una specie di duplicato fatto male di Ghost in the Shell. Io per adesso ho visto solo il primo lungometraggio quindi non so dire se questa frase sia veritiera o meno. Ma se paragonato a quello che ho visto io, a parte l'ambientazione futuristica non hanno niente in comune.
Di film di fantascienza ne ho visti a vagonate, ma non avendo un metro di paragone con altri anime sul genere fantascientifico molto probabilmente quello che a me sembra una novità per un appassionato del genere è tutta roba trita e ritrita.

Rimango immediatamente colpita dalla sigla di apertura: "Cantano in inglese?". E' Kiri, del gruppo giapponese Monoral. Non solo la sigla in sé e per sé mi dà l'idea di essere un prodotto molto occidentale, ma anche le sequenze d'immagini che vengono usate per essa.
La sigla di chiusura è Paranoid Android dei Radiohead: bellissima!
Il look della protagonista è da fuori di testa: sempre vestita di nero, capelli neri, pelle chiara e trucco pesantissimo azzurro. Chiunque vedendola penserebbe alla cantante degli Evanescence. Praticamente il solo vivere della protagonista è un piacere per gli occhi.
Gli Autoreiv hanno un design davvero azzeccato. L'abientazione è pulita e ben fatta: la computer grafica si mescola con disegno in modo davvero superbo. Purtroppo questa perfezione non verrà mantenuta per tutta la durata dell'anime. Ma anche nella sua fase peggiore rimane comunque sopra la media.

La trama procede in maniera piuttosto lenta e gli scontri, seppur ben fatti, sono davvero brevi, per cui gli amanti degli anime d'azione sono avvisati. C'è molta introspezione: i pensieri dei due protagonisti vengono sempre messi in primo piano.
Devo dire di essere rimasta soddisfatta dalla serie. Alla fine dell'anime i nodi vengono al pettine ma lasciano dei particolari insoluti. Dal mio punto di vista quando si arriva alla fine di un'anime e sono rimasti molti punti interrogativi vuol dire che qualcosa non va. Purtroppo questo è il caso di Ergo Proxy. Pur essendo chiaro come va a finire e avendo una chiara visione generale di cosa sia successo, i particolari importanti vengono persi per strada.
L'anime è strapieno di citazioni filosofiche che personalmente non apprezzo molto, ma che secondo altri sicuramente possono dare maggior intensità all'anime.
Ergo Proxy vuole essere troppo cose e alla fine non ci riesce, quindi ti lascia un po' di amaro in bocca.
Fatto sta che che le caratterizzazioni dei personaggi primari e secondari mi sono piaciute molto, nei loro pregi e difetti caratteriali, quindi ciò mi ha portato ad affezionarmi all'anime.
Infatti, una serie, seppur con dei difetti, quando ha dei personaggi ben fatti rimane comunque un bel prodotto.
A mio avviso Ergo proxy poteva essere un capolavoro, però con i se e con i ma non sia arriva da nessuna parte.
In futuro lo riguarderò sicuramente.
Lo consiglio a un pubblico maturo a cui piaccia mettere in moto il cervello, appassionato di fantascienza e a cui possano interessare i trip mentali.

<b>SPOILER</b>
La serie è composta da 23 episodi. Se gli episodi inutili fossero stati eliminati a favore di una linearità maggiore dell'anime sarebbe stato molto migliore.
Ad esempio che senso ha la puntata 15 "Il Quiz Show degli Incubi!"?
Ok, vengono date delle risposte a determinati interrogativi ma poteva essere scelta una via diversa per arrivare a quelle risposte. Il punto è che nella puntata 14 si è nel bel mezzo del viaggio di Lil, Vincent Law e Pino e a un tratto ci si trova catapultati in un quinz show! Sul momento mi sono chiesta "Non è che ho saltato una puntata?".
Non si capisce come ci siano arrivati né come ne siano usciti. Teoricamente dovrebbe essere un trip mentale di Vincent, ma allora perché ciò che succede viene visto alla Dome-city di Romdo?
La risposta è semplicemente "Boh".
Anche la puntata 20, "Goodbye Vincent", poteva essere tranquillamente eliminata. Il suo unico scopo è creare confusione.

kapa89

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kapa89

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Mi sono avvicinato quasi per sbaglio a questo anime, che però ha lasciato dentro di me un segno indelebile. Non ho una grande cultura in fatto di animazione giapponese, ma devo dire che fra gli anime che ho visto fino ad oggi, Ergo Proxy è il migliore in assoluto. Forse sono stato catturato per la somiglianza con il mio film preferito Blade Runner. Forse dalla protagonista Re-L Mayer che secondo me per il suo carattere è perfetta per questa storia.
Ho comprato con grande gioia la Collection Box per poter rituffarmi in questo meraviglioso anime.
Consigliatissimo!

kratos1991

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kratos1991

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Fantastico, uno dei più bei anime che ho visto. Ambientazione, trama, personaggi, tutto perfetto in 23 puntate bellissime, anche quelle che non proseguivano il naturale svolgersi della trama. Sì, è un po complicato, ma rimani incollato allo schermo fino alle fine della puntata. Vi consiglio di vederlo, è da non perdere, per non parlare del finale...

LucaNV

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LucaNV

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Non ho parole.
La quantità di citazioni e riferimenti, la qualità degli scenari e dei disegni, l'animazione, la trama...
Sostenere 23 episodi dove la tensione non cala mai, e pur far sembrare che la serie non finisca mai...
Questo anime si può, e si deve, guardare e riguardare.
Io amo l'animazione perchè in essa ogni cosa è funzionale. Ogni particolare è stato disegnato lì. Troppe cose in ogni singolo fotogramma. Ed in questo caso ogni cosa é lì per un motivo preciso.
Dieci. Capolavoro dell'animazione mondiale.


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wire74

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
La qualità tecnica è innegabile. La trama ed i personaggi con le loro sfaccettature sono coinvolgenti ed appassionanti (mitica Pino!). Ci sono un paio di episodi, il 15 e 19, che ho trovato brillanti, ma, per quel che mi riguarda, c'è un problema: l'ultimo episodio, invece di chiarire completamente il mistero, dà troppo spazio alla libera interpretazione, risultando così spiazzante. Da vedere.


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deathmetalsoul

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Quando un anime è un capolavoro non cè bisogno che esso piaccia o meno,semplicemente ci si accorge di ciò, e, o lo si pone nell'olimpo degli anime, o ci si estranea da esso perchè non consono ai nostri gusti e si pone nel dimenticatoio.Quando mi sono avvicinato ad Ergo Proxy ero un po scettico e credevo che sarebbe stata una di quelle opere elogiate da un vasto pubblico che però non meritano più di tanto,addirittura leggevo e sentivo paragoni con sua maestà Evangelion(mio anime prefeito), e a me da un po fastidio quando un qualcosa viene paragonato ad una cosa che io amo.Dalla visione di questo anime però tutti i miei pensieri sono scomparsi in un attimo, stavo infatti assistendo a qualcosa di spaventosamente bello, qualcosa capace di catturarmi e immeggermi in pensieri che andavano oltre la mia mente e mi portavono in una dimensione dove tutto cio che esisteva era Ergo Proxy, Ergo Proxy e nient'altro, sua maestà non aveva perso il posto piu alto, ma il nuovo arrivato vi si siedeva al suo fianco e non inchinava quasi mai il capo al suo cospetto.Molti anime che seguiamo ci pogono davanti scenari apocalittici, terre desolate, persone che hanno perso la loro ragione d'essere, probabilmente i nostri fratelli giapponesi hanno giustamente impresso in loro gli avvenimenti accaduti durante la seconda guerra mondiale (come tutti sappiamo terminata con il lancio delle bombe atomiche in Giappone), e ciò porta a descriverli in molti anime, e quasi ogni volta ne esce un capolavoro, parliamo di Akira, di CAwboy Bebop, di Trigun, di Evangelion e dello stesso Ergo Proxy(ma ne potremmo nominare ancora). Nel caso specifico in cui ci troviamo vengono a galla temi forti come il rapporto tra uomo e macchina, il voler essere un qualcuno di diverso anche sacrificando la propria ragione d'essere, la ricerca della realtà che si cela nei nostri meandri, tutto ciò è costernato da elementi religiosi e filosofici, accostamenti a Dio e agli Dei, infinite riflessioni e misteri che forse mai verranno spiegati. Tutto ciò va a riempire una trama solida fin dalle prime battute, che si rallenta nella parte centrale, ma non perde mai quella carica che trasmette allo spettatore. Merito di ciò è dovuto anche ai fantastici protagonisti che ti entrano nel cuore e nella mente e vanno di diritto tra i migliori di sempre. Per il resto una grafica da paura che unisce disegno e digitale ed una colonna sonora indimenticabile non fanno che migliorare un prodotto che rimarrà per sempre in me. Grandi le sigle di inizio e fine e grande anche il doppiggio italiano che non mi è mai dispiaciuto. Nonostante ciò devo dire che non è una serie facile da consigliare perchè molto difficile da capire, sicuramente non è adatta ai più piccini, ma per chi si vuole impegnare in una storia adulta, grande e affascinante non può perdere questi 23 episodi che fanno la storia dell'animazione.

M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Shuko Murase ("Witch Hunter Robin") alla regia; Dai Sato ("Cowboy Bebop", "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex", "Samurai Champloo") alla sceneggiatura; Masui Soichi ("FullMetal Alchemist", "Beck") e Shinichiro Watanabe ("Cowboy Bebop", "Samurai Champloo", "Eureka Seven") allo storyboard...con nomi del genere, cosa vi aspettereste?
Un'opera speciale, io direi, alquanto particolare ed estremamente affascinante. "Ergo Proxy" nasce nel 2006 con tutte le potenziali premesse in grado di riportare in auge temi estremamente ostici, come la psicologia e la mentalità umane, il rapporto uomo-macchina, il sistema che "regola" e controlla ogni cosa, la religiosità. Tematiche certo non innovative, possiamo infatti notare come questo titolo strizzi l'occhio a lavori come "Appleseed" (2004), "Evangelion", "Ghost In The Shell", ma senza dubbio "Ergo Proxy" non ha nulla da invidiare a questi, essendo opera di innegabile spessore e dotata di personalità propria.

Tale personalità appare evidente dalle prime battute, dove un tripudio di elementi steampunk e post-cyberpunk fanno la loro comparsa generando, grazie a uno storyboard mozzafiato, un senso d'inquietudine e di curiosità difficilmente scrollabili, con l'aggiunta di una buona dose di adrenalinica azione e con conseguente attaccamento allo schermo da parte dello spettatore spaesato. Non è una serie come le altre, lo si realizza dopo poco, ed è proprio quell'inconsuetudine nata dal "non saper ancora nulla", che rende l'esperienza tremendamente coinvolgente come poche altre.

Lo scenario non si limita a ospitare i protagonisti del copione, ma, mostrandosi a essi sotto le spoglie di una società all'apparenza pulita, perfetta, e rivelando invece al pubblico il suo lato più oscuro e crudele, diviene un mondo sempre più contorto, diviso tra reale e irreale, con il quale sembra talmente ovvio convivere che risulta difficile staccarsene.
Questo mondo, svelandosi a poco a poco anche ai protagonisti delle vicende, costringerà questi a recuperare la dimensione del loro essere (Vincent Law), a distinguere la realtà dalla finzione (Re-l Mayer), a comprendere il valore dei sentimenti (Pino).
E' proprio a quest'ultimo personaggio, la piccola autoreiv Pino, che si rivolge forse, oltre all'affetto, l'attenzione maggiore, essendo essa capace, seppur involontariamente, di cogliere tutto ciò che la circonda con leggerezza, con il sorriso: è questa particolarità che la rende una sorta di tramite in grado di porre in risalto la drammaticità dell'esistenza altrui, cioè il fardello dell' "essere umani", del "pensare, quindi esistere" ("cogito ergo sum", ovvio riferimento a Cartesio) che i suoi compagni di viaggio devono loro malgrado sopportare.

La serie quindi non va erroneamente giudicata solamente per ciò che ci mostra in quanto trama, ma, in primo luogo, per le riflessioni profonde che scaturiscono dall'analisi dei personaggi, e infatti si denota ciò anche negli sviluppi della storia: inizialmente frenetica e imponente, la sceneggiatura, con il proseguire degli episodi, tende ad appiattirsi e a ritrovare stabilità, ma non in senso negativo, non si parla affatto di filler, bensì di recupero dei veri valori vitali da parte dei personaggi, di esternazione di emozioni semplici paradossalmente dimenticate o, per quanto riguarda Re-l, rinnegate. Insomma la serie non cala di tono, purché così possa sembrare, ma prova a dare spazio a una crescita caratteriale dei protagonisti alquanto necessaria.
I progressi della trama principale si osservano comunque nelle battute finali, dove effettivamente troppi eventi si combinano in maniera pretenziosa lasciando non pochi dubbi in sospeso e alimentando in modo un po' superficiale e affrettato la complessità di una storia già tosta da seguire.

Insomma, "Ergo Proxy" è un anime che si scosta poco dai capolavori, ma che ritengo imperdibile. Una tale opera non va per nulla al mondo trascurata, e mi rivolgo soprattutto ai fan dell'animazione atipica, che troveranno pane per i loro denti con un'avventura complessa, criptica, mistica, ricca di rimandi filosofici, artistici, storici, religiosi, oltretutto realizzata ottimamente, con un impiego più che efficace di grafica computerizzata mista ai disegni a mano, con una colonna sonora adattissima, un adattamento italiano più che buono (la qualità del doppiaggio è altalenante, ma complessivamente godibile), e un'opening da far sognare, letteralmente.


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Deidara89

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Difficile commentare un' opera così... criptica, ermetica, di difficile comprensione e altrettanto improbabile interpretazione. L' ambientazione sa quasi di claustrofobico e rende il tutto estremamente coinvolgente, così come l' uso dei colori e la grafica in generale.
La narrazione procede lenta, ingarbugliata e senza troppe spiegazioni; viene richiesta un' attenzione maggiore rispetto all'anime medio, attenzione che forse non molti saranno disposti a porre nella visione, data anche la staticità di molti episodi. L' azione infatti fa quasi da contorno al vero fulcro dell'opera: i dialoghi, i gesti, i silenzi...

Sicuramente è un gradino sopra i "normali" anime che si vedono tutti i giorni, ma avrei voluto "punire" Ergo proxy con un 7 per il suo ECCESSIVO modo di chiudersi, rivelandosi degno di una strettissima élite di spettatori. Per giunta alcuni episodi, troppo lenti, risultano noiosi... ma sinceramente non me la sento. Do 8 ad un anime che, analizzato forse da una mente più attenta della mia, avrebbe maggiori spunti di riflessione (non che io non ne abbia estrapolato) e pregi in una serie che comunque merita.


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Horus

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Ultimamente nel panorama degli studi di animazione giapponesi si è affacciata una nuova realtà, la Manglobe e si può dire che fin ora le serie prodotte da questa “casa” abbiamo avuto un discreto successo. Ergo Proxy è la seconda serie ad essere realizzata dopo Samurai Champloo, approdata in Italia grazie alla Panini Video è composta da 23 episodi.

L’ambientazione è tipica delle opere steampunk, lo spettatore difatti viene proiettato in un futuro non meglio precisato in cui la tecnologia scandisce i ritmi della vita. All’inizio la storia si svolge nella città cupola di Rom-Do, cosa vi sia al di fuori delle impenetrabili mura di metallo della stessa non è dato saperlo fino a quando i protagonisti, spinti dall’inarrestabile sequenza degli eventi, saranno costretti ad abbandonare la protezione della gigantesca cupola per avventurarsi nella realtà che la circonda. I personaggi principali essenzialmente sono due Re-L Mayer, la nipote del reggente di Rom-Do, e Vincent Law, un immigrato proveniente da un’altra città-cupola. Ad innescare la sequenza degli eventi sono due circostanze, l’improvvisa comparsa in città di una misteriosa creatura, violenta ed aggressiva, chiamata Proxy, e la diffusione di un virus denominato Cogito. Nella realtà di Rom-Do è la tecnologia a gestire la vita umana e parte integrante di questo sistema sono gli autorave, dei robot/androidi, il virus Cogito ha la capacità di infettarli facendo loro acquisire una sorta di coscienza, da qui il nome derivante dalla ben nota espressione di Cartesio “Cogito Ergo Sum”. Lo stile narrativo è particolare, sostanzialmente gli autori prediligono raccontare la storia senza fornire mai spiegazioni dettagliate, queste arriveranno solo nel finale consentendo pertanto allo spettatore di rileggere i vari eventi sotto una luce diversa, a volte questo stile diventa però eccessivo nel momento in cui si accompagna anche a balzi temporali non indifferenti, rendendo quindi di difficile comprensione gli accadimenti.

I personaggi di quest’anime nel corso del trama seguono un loro sviluppo interiore, gli autori infatti svolgono un costante lavoro di introspezione degli stessi ottenendo anche un buon risultato poiché si unisce idealmente all’ambiente tetro in cui si svolge la storia. Lo sviluppo dei due per altro ha anche una funzione precisa che si palesa nel raffronto con gli altri cittadini di Rom-Do, che al contrario spinti verso l’ideale del “cittadino modello” sembrano perdere ogni traccia di umanità. Particolare attenzione viene data soprattutto a Vincent Law che si dimostra essere un personaggio molto complesso e articolato.

La resa, grafica e sonora, è ottima, i disegni dei protagonisti sono “particolari” però a mio avviso piacevoli anche perché conferiscono agli stessi un tratto realistico e in linea con l’ambientazione. Quanto al lavoro della Panini il discorso si può scindere in due, il doppiaggio è fatto bene, i DVD invece non sono questa gran cosa, soprattutto se paragonati al prezzo.

In conclusione Ergo Proxy è un bell’anime, sicuramente non banale, alcune scelte nello stile narrativo possono destare qualche dubbio però nel complesso la storia e i personaggi sono in grado di appassionare lo spettatore. Pertanto ne consiglio la visione, soprattutto a chi ama le ambientazione di stile steampunk.

Star Silver

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Star Silver

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Questa serie è forse la più originale e profonda dai tempi di Evangelion: grande introspezione, filosofica e psicologica; veri e propri colpi di genio tanto nella scenografia (vedere episodi 11, 15 e 19 in particolare) quanto nella trama (la bimba Pino ricorda il coniglio di "Alice nello specchio" e l'episodio 19 è una chiara rivisitazione del "Paese dei balocchi" di Pinocchio, con tutti i profondi significati in esso nascosti); e, soprattutto, dialoghi di notevole spessore recitati magistralmente dai nostri fantastici doppiatori italiani.

A fronte di questa notevole profondità, la serie risulta però estremamente pesante e lenta in alcuni episodi (il 14° e il 16° li ho trovati addirittura snervanti); inoltre i colori scuri e cupi utilizzati in quasi tutti gli episodi e le atmosfere post apocalittiche di desolazione totale (città devastate, discariche a cielo aperto, cielo quasi sempre grigio - nero) accrescono il senso di oppressione e pesantezza di cui parlavo poc'anzi. Sicuramente si tratta di una scelta voluta degli Autori, tesa a sottolineare la drammaticità esasperata di un Mondo abbandonato e dimenticato dagli Dei (Proxy) e persino dal Creatore al di sopra di loro; quindi una scelta intelligente e accorta. Però, lo ripeto, appesantisce alquanto la visione...

In breve, è una serie PER ADULTI tutt'altro che leggera ma molto interessante. Dato il finale un pò approssimativo e sicuramente aperto, spero anch'io in una II serie in cui finalmente l'amore tra i due protagonisti si concretizzi! (Ma 'sti benedetti Autori Giapponesi sono tutti degli asceti dediti all'amore platonico?! Possibile che non vadano mai a fondo nelle storie d'amore??? Un po' più di romanticismo e di fisicità non farebbe certo male, credo!).


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Achille

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Avvertenza indispensabile: Ergo Proxy va obbligatoriamente visto nella versione audio originale, poiché la scelta delle voci italiane è davvero infelice (quella di Pino è assolutamente odiosa. Ascoltate la Pino giapponese, se volete un confronto… splendida).

Vincent Law (Vins, o Vinsento) è un immigrato tonto nella città-cupola hi-tech Rom-do, ultimo paradiso artificiale su una Terra ridotta ai minimi termini da una qualche catastrofe, i cui residuati sono la desolazione e la rovina dell’ecosistema. Nella strutturazione sociale cristallizzata del dome i cittadini modello sono delle pedine-borghesi, accompagnati pedissequamente dai loro indispensabili entourage-autoreiv (automazione irreversibile della vita), e incanalati in esistenze prestabilite e rigorosissimamente conformate al sistema perfetto di ordine ed equilibrio assoluti. In questo scenario gli immigrati tentano di conquistarsi la cittadinanza che gli aprirebbe l’accettazione e i “privilegi” della società, occupandosi di tutto il lavoro sporco – soprattutto andare a terminare gli autoreiv infettati dal virus Cogito, che una volta colpiti acquistano volontà propria, perdono la loro raison d’etre (servire) e a causa di ciò non fanno altro che pregare (molto ironico… mi ricorda qualcosa).
Re-l Mayer (Lil-Lil, o Lil-san) è un’investigatrice dal trucco pesante del dipartimento di sicurezza che si occupa proprio dell’indagine sui casi Cogito, e che rocambolescamente si ritrova ad assistere all’apparizione di un mostro inspiegabile, il Proxy, che innescherà una reazione a catena di eventi che porteranno la nostra dark-eroina a cambiare completamente rotta alla sua vita.
Il Proxy… non si sa che è. Ma si capisce che ha qualcosa a che fare con il dipartimento di medicina e ricerca gestito da Dedalus Yumeno (Dedalusu), e che soprattutto gli piace fare un gran casino per la città e spaccare tutto per mandare a rotoli il sistema burocratico e di controllo capillare della cupola, gestito dai vari dipartimenti governativi che agiscono sotto la supervisione rigidissima di un consiglio centrale di quattro entità michelangiolesche (vedi Cappelle Medicee) e di un sindaco che sta più di là che di qua (il catetere in faccia rende l’idea).
Così Vincent – diventato il principale sospettato del caos – , seguito a ruota dalla piccola autoreiv infetta Pino (chiaramente ispirata a Pino Scotto), inizia a scappare dal capo della sicurezza Raul Creed (Raul Crido) e dall’incazzatissima Re-l che vuole vederci chiaro in tutta ’sta faccenda tenebrosa.
Partendo da queste premesse, la neo sacra-famiglia (Vins, Lil-Lil e Pino) finirà per: uscire dalla città, intraprendere un viaggio di andata-e-ritorno alla ricerca delle risposte celate, scoprire misteri su misteri, svelare poco a poco menzogne e segreti, condividere un cammino in una convivenza e con tutto quello che questa comporta, mettere insieme i pezzi della propria percezione disgregata e illusoria della realtà, esplorare se stessi e la verità di un passato perduto e infine tentare di raggiungere la consapevolezza che soggiace al fondo del sistema supremo che è la vita.
Da tutto questo si possono evincere due cose: che a nipponlandia dovrebbero usare sempre nomi inglesi (perché è troppo spassoso come li storpiano), e che Ergo Proxy è una delle serie più alte degli anni 2000 – e per una comprensione approfondita merita almeno due visioni.
Tecnicamente lodevole – sia per la regia ricercata che per i colori e il chara ottimi – anche se con riserve – approssimazione dei disegni nei campi lunghi e animazioni non precisissime – , e musicalmente ipnotico – colonna sonora che è un’atmosfera straniante – , la serie lascia disorientati per la profondità di un pensiero che presenta contaminazioni e spunti illimitati, ma che li sintetizza e li fa suoi con uno stile assolutamente anticonvenzionale e anticommerciale, sottile, riflessivo, magnetico. Un opera ponderata, buia, post-cyberpunk, che sa spaziare con classe da Asimov a Froid all’eugenetica e all’esistenzialismo, in uno sfrenato citazionismo artistico-filosofico-filmico più o meno velato, sfruttando come base il solipsismo cartesiano e sottintendendo a ogni punto la trinità dell’enigma gougeniano (Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?), ribaltandone il soggetto e portandolo sulla bocca di un creatore che ha perso la memoria e con essa la verità, e che ha dovuto ricercarla (pensarla) dentro se stesso perché questa potesse ritornare a esistere, e con essa lui stesso (Cogito, ergo sum) – e scusate se è poco.
“…Tutto il resto è letteratura.”


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Lyla

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Sono sempre stata alla ricerca di un anime fantascientifico che trattasse tematiche come il rapporto uomo-macchina, non troppo macchinoso e filosofico al punto giusto, senza esagerare: scoprire l'esistenza di Ergo Proxy, anime del 2006 passato un po' "in sordina" in Italia, è stato per me una sorpresa più che soddisfacente, per una fan del genere esigente come me che voleva trovare un anime "sui robot" (dire che Ergo Proxy tratta solo di questo è troppo generico) e che non voleva soffermarsi soltanto sul rinomato Ghost in the Shell.

Al contrario di quest'ultimo, EG è meno famoso, poco conosciuto nonostante sia molto ben fatto esteticamente e con una trama che (anche se a prima vista tratta temi già visti e rivisti e che sa molto di Matrix, Blade Runner ed Evangelion messi insieme) non delude fino all'ultimo episodio, con colpi di scena che si alternano a combattimenti e a momenti introspettivi non ai livelli di Evangelion ma che richiedono una buona dose di concentrazione da parte dello spettatore per essere seguiti appieno tra continue citazioni cinematografiche, filosofiche e persino visive (in un episodio viene citata l'Ofelia di Millais) che possono essere notate e apprezzate solo da un pubblico "colto", e che forse costituiscono uno dei motivi per cui quest'anime non ha avuto il successo che meriterebbe.

Infatti Ergo Proxy non è un anime adatto a tutti, ma (secondo il mio parere) si adatta perfettamente agli amanti del genere: i personaggi sono pochi ma tutti ben caratterizzati (soprattutto il protagonista, l'apparentemente anonimo e insignificante Vincent Law con i suoi continui conflitti interiori e la sua costante ricerca di se stesso) e cambiano e "maturano" nel corso della serie, risultando quindi credibili e anche affascinanti nella loro follia (com'è il caso di Dedalus) o ingenuità (vedi la piccola Pino che impara a provare sentimenti come un essere umano), o apparente durezza (vedi Re-Mayer, inizialmente presuntuosa e viziata, ma poi desiderosa soltanto di essere amata). Anche i personaggi secondari restano impressi, indipendentemente dal fatto che appaiono per una puntata o due.

L'ambientazione e il lato tecnico sono affascinanti e curatissimi, con una CG presente ma che non stona affatto con tutto il resto, i volti dei personaggi sono disegnati in modo a tratti spigoloso, con uno stile mai visto in nessun altro anime (e che a volte non sembra per niente nipponico), ma a mio parere molto gradevole, realistico ma non troppo.

A volte, il tutto può sembrare un po' freddo e distante, ma forse è un fatto dovuto all'effetto di straniamento che il contesto in cui si sviluppa la storia, così distante dal nostro, può provocare nello spettatore. In ogni caso, quelli messi in scena sono sempre e comunque i sentimenti umani (e non, in quanto anche i robot sono in grado di provare delle emozioni in seguito al contagio del virus Cogito).

Il trailer della serie inganna un po' lo spettatore, mettendolo davanti a un'opera che sembrerebbe tutta sparatorie e combattimenti, ma Ergo Proxy è soprattutto un anime introspettivo e pieno di misteri da svelare, dal finale aperto, volto ad approfondire i rapporti tra i personaggi e il modo in cui percepiscono se stessi e il loro io: dopotutto non è altro che il viaggio di Vincent (accompagnato da Re-l e Pino) alla ricerca di un se stesso che ha voluto dimenticare di sua spontanea volontà e dal quale ben presto non potrà più sfuggire, un anime che "ingrana" veramente a partire dall'ottava-nona puntata e con un esordio che mi ha tenuto incollata allo schermo, che mostra come sia possibile "sfuggire al proprio destino precostituito" e "crearselo da soli" contando sulla propria volontà e sulle persone amate.

In poche parole, non ha deluso le mie aspettative, ma non raggiunge la perfezione (come nessun anime, del resto... la perfezione non esiste), e per questo motivo il mio voto è 9.

Una nota di merito va alla splendida sigla di apertura, accompagnata da immagini azzeccatissime e che non ho mai saltato durante la visione dell'anime: di così belle e orecchiabili ce ne sono veramente poche al giorno d'oggi!

folgoration

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folgoration

Episodi visti: 23/23 --- Voto 4
Premetto: paragonare quest'anime a Evangelion è a dir poco una bestemmia, è vero che da quell'anime ha ripreso il tema della riflessione esistenziale, però i due risultati sono molto lontani. Ergo proxy è un prodotto caratterizzato da un buon disegno e forse da un buon presupposto, però poi si perde nella costruzione della storia che appare forzare avvenimenti e temi senza prendersi la briga nel dare una continuità alla cosa, il discorso del viaggio va pure bene, ma qui è proprio un pretesto per affrontare temi che a una certa risultano pure noiosi nel modo di essere esposti. Moltissimi accadimenti sono allo stesso modo pretestuosi e forzati. Sinceramente più di una volta quest'anime mi ha imbarazzato facendomi chiedere il motivo di continuare a vederlo e la risposta era sempre la sola speranza che alla fine qualcosa quagliasse. Sinceramente non consiglio la visione, o almeno consiglio di vedere altri prodotti meno presuntuosi. Se poi uno vuol vedere dei bei disegni e una serie di riflessioni sull'esistenza faccia pure, assicuro solo che queste non arricchiranno il bagaglio di nessuno.

FRE15NCk

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FRE15NCk

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Un anime terribilmente complesso... soprattutto il finale non compresibile dalla semplice visione dell'anime ma tramite deduzioni logiche... ma è in questa complessita che nasce la bellezza, il doversi fermare a riflettere su ogni passaggio coinvolge e affascina (svariate volte mi sono ritrovato ad abbozzare ipotesi e penso di aver compreso quasi completamente il project proxy), i personaggi e le ambietazioni sono incredibili, lo stesso stile nel disegno diviene una chiara manifestazione delle motivazioni dei personaggi stessi... il personaggio di Ergo è incredibile. VOTO--->"10"


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SuperFra

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
«Caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso, Mentre che 'l danno e la vergogna dura: Non veder, non sentir, m'è gran ventura; Però non mi destar, deh! parla basso.»
Con queste parole esordisce uno degli anime più interessanti di sempre : Ergo Proxy.
Viene narrata la storia di Re-L Mayer un' aristocratica poliziotta della città protetta di Rom-Do.
Inizialmente vengono delineati i tratti distintivi di un giallo dalle ottime prospettive, peccato che queste tinte poliziesche tendano con l'andare degli eventi a tramutarsi in eventi sempre più psicologici e sociali con spruzzi di esoterismo e misticismo.
Senza dilungarsi sulla trama coinvolgente e semplice che va delineandosi lungo la prima parte della seria, possiamo iniziare a discutere della seconda parte, non solo molto più ambigua ma con talune discrepanze e carenze.
In questa seconda parte è evidente la concentrazione degli eventi sulla psicologia dei protagonisti, i quali intraprendono una difficile strada di maturazione che però non sempre soddisfa lo spettatore.
Vengono inoltre delineati tratti mistici che narrano di entità superiori (Proxy), come angeli tanto benevoli quanto distruttori, in grado di creare tutto dal nulla... una sorta di divinità!
Vi sono parecchie vicende interessanti e misteri che incuriosiscono e che nonostante tutto stupiscono anche se evidentemente non nuovi all'utenza (come per esempio il fatto che le città non sono roccaforti ma una sorta di "prigioni" per soli eletti).
Il problema di fondo di Ergo Proxy sta nel fatto che la maggior parte dei concetti più profondi e la maggior parte delle denunce sono messi "sotto - pelle", e spesso questo causa una non comprensione totale di ciò che l'anime vuole esprimere. Insomma probabilmente taluni concetti andavano espressi con maggior chiarezza ed efficacia, rendendoli anche più semplici alla comprensione. Per quanto riguarda il lato tecnico, balza subito all'occhio l'elemento "dark" che spadroneggia in ogni dove rendendo a volte le ambientazioni più suggestive ma al contempo meno realistiche. Probabilmente questa scelta stilistica deriva dal voler rendere il meno colorato possibile un mondo in cui l'uomo in effetti è prigioniero non solo di se stesso ma soprattutto di entità mai veramente definite. La colonna sonora è molto suggestiva, i dialoghi coinvolgenti e gli effetti spesso catalizzanti. Abbiamo insomma un anime di indubbio livello che ha come nota negativa il fatto di voler spaziare su troppi campi (dal mistero, alla psicologia, alla denuncia... eccetera).
Tutti questi campi purtroppo non sempre riescono a trovare un giusto connubio rischiando spesso di cozzare o di limitare il precedente argomento trattato. Senza esitazione mi sento di consigliare questo anime ad una vasta scala di persone, con le dovute avvertenze. Di fatti è un genere che non necessariamente può coinvolgere, anzi rischia spesso di cadere nel banale e talune cadute di stile possono indurre l'utente inesperto ad abbandonare una serie che alla fine si dimostra essere davvero meritevole.


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Aduskiev

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Surreale, inquietante, criptico. Questo è Ergo proxy in tre parole. Un Anime che pretende di snocciolare temi profondi e metafisici, strettamente legati alla mente umana e ai sentimenti. Di sicuro il progetto è molto ambizioso e non del tutto riuscito. Se la profondità dei dialoghi e dei monologhi è sicuramente interessante, va anche detto che alcuni temi vengono trattati in modo un po' superficiale anche perchè in 23 puntate sarebbe stato impossibile approfondire tutto quello che ci si arrogava di esplorare sin dall'inizio. I concetti e gli interrogativi che la trama ci pone sono parecchi e molto impegnativi:

-Il rapporto tra realtà e apparenza tormenta l'animo della protagonista Re-l (pronunciata "Ril" come assonanza di "real" , realtà in inglese) e si prefigge l'obbiettivo di indagare sugli effetti che hanno le cosiddette "menzogne di stato" promulgate per il bene (o il quieto vivere) di una comunità che, una volta scostato il velo, le rivela in tutta la loro grettezza, insorgendo in modo violento e irrazionale. E' giusto mentire per proteggere un nucleo di persone credendo che l'ignoranza le aiuti a star meglio? Molti governi dicono "si" ed Ergo Proxy cerca di dare la sua interpretazione.
-Il rapporto duale di una personalità che non accetta se stessa, come quella di Vincent Law, l'altro protagonista, è davvero possibile opporsi al proprio destino? Ribellarsi a ciò che sembra scritto?
-L'introduzione del virus "Cogito", una sorta di tecno-infezione che contagia gli autorave, i droidi di fattezza umana costruiti per servire l'uomo, e li rende senzienti, in grado di provare emozioni ma non sempre di capirle, come dimostra spesso Pino, la piccola autorave infetta che accompagna Vincente, creata per compensare l'amore materno di una donna in una realtà dove è vietato partorire e poi gettata via appena riconosciuta come infetta. E' giusto considerare privi di anima gli oggetti e le creature che con la nostra umana superbia giudichiamo inferiori? E soprattutto cos'è quest'anima che diciamo di avere solo noi umani?

Molti interrogativi, su ognuno dei quali si potrebbero scrivere centinaia di saggi e romanzi, concentrati in 23 episodi appunto. La trama è fitta e spesso allucinante, incomprensibile fino agli ultimi episodi, un intreccio di misteri che rimbalzano dallo schermo alla mente dello spettatore come una palla di elastici intrecciati ma ognuno distinto dagli altri. Il disegno è atipico. A tratti stupendo, si rivela a volte un po' impacciato soprattutto nelle espressioni dei volti, per farla breve, un volto che non sta parlando appare a volte deforme, statico piuttosto malconcio, come se fosse stato preso a schiaffi. Di sicuro effetto sono invece gli sfondi e il paesaggio, realistici (per quel che tratta l'ambientazione ovviamente) e molto dettagliati.
Il Doppiaggio in italiano è eccellente, distribuito in DVD da Panini Video. Nel complesso un anime molto impegnato, che per i temi trattati si rivolge a un pubblico maturo, non tanto per la violenza o il linguaggio quanto appunto, per la profondità dei contenuti. Ergo Proxy di sicuro spinge a riflettere anche se spesso non riesce completamente a convincere con le sue spiegazioni. Forse se fosse stato meno ambizioso sarebbe risultato più avvincente, anche se riesce comunque a tenerti incollato allo schermo per tutto il suo svolgimento. Otto, per la grande originalità e per il disegno con pretese reali, distaccato dal classico, che mi ha subito colpito. Peccato non sia riuscito a convincermi del tutto.


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Furtive Tears

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
L'anime è ambientato in un futuro post-apocalittico, dove gli umani sono costretti a vivere in città-cupole. Queste città sono altamente organizzate, tecnologicamente evolute e gli umani sono aiutati nei loro compiti da autorave (androidi programmati per svolgere varie funzioni).
La città in cui inizia l'anime è Rom-Do, caratterizzata dal perfezionismo, dalle volontà di ognuno di essere considerato "cittadino modello" e dal consumismo.
Da un pò di tempo però la tranquillità instaurata viene scossa da un virus, il Cogito, che colpisce gli autorave dando loro la facoltà di agire di testa propria e di provare le emozioni. Inoltre una misteriosa creatura, immortale e chiamata Proxy, scappa da un laboratorio di ricerca.
La protagonista della storia e Re-L Mayer, nipote del primo cittadino di Rom-Do e giovane agente del Dipartimento di Sicurezza. Proprio quest'ultima si troverà prima di fronte ad autorave infetti e poi ad un Proxy che farà irruzione nel suo appartamento per poi scappare. Proprio quest'ultima vicenda la scioccherà e la incuriosirà al tempo stesso, ma le sue ricerche si vanno a scontrare con gli interessi del primo cittadino che cercherà di oscurare la cosa.
Sempre a Rom-Do, troveremo Vincent Law, un immigrato moscovita che ricerca lo status di cittadino modello e che non ricorda niente del suo passato. Re-L scoprirà che Vincent era nei pressi della sua abitazione al momento dell'irruzione ed inizierà ad indagare su di lui.

La trama si presenta come una matassa incredibile di misteri, in cui lo spettatore capirà sempre poco fino alla fine dell'anime. La situazione di partenza che vi ho descritta è destinata a durare solo pochi episodi e sfocerà in avventura ai confini del mondo e della mente umana. L'azione non mancherà sicuramente ma la storia si incentra sulla ricerca della verità, obbiettivo di quasi tutti i personaggi ma sopratutto di Re-L e di Vincent i due protagonisti. Inquietudine ed angoscia saranno i compagni di viaggio dei due, il crollo della realtà come la conoscevano e la ancata conoscenza del proprio io saranno i temi fondamentali dell'anime.
I piccoli misteri iniziali si scopriranno essere soltanto la punta dell'iceberg e l'anime prenderà un aspetto molto più complicato e psicologico, rendendolo qualcosa di unico nel suo genere, un autentica perla per chi apprezza contenuti difficili.


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Mifune

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Quando si leggono le premesse (titoli di testa) di questo anime si rimane colpiti da tutti questi nomi altisonanti, Monglade, Geneon Entertainment, Dai Sato... tutti nomi che sanciscono al prodotto una certa qualità. Ergo Proxy effettivamente ha un comparto tecnico veramente invidiabile. Tutta l'animazione è curatissima nei minimi dettagli e il particolare chara design di Naoyuki Onda si sposa benissimo con il mondo in rovina che tratteggia tutta la serie. L'elemento che risalta in questo lavoro è la componente autoriale, sia nella regia che nel chara design e nei singoli disegni si vede una ricerca maniacale di qualcosa di diverso innovativo. Non è il solito anime bello con una trama convincente, con i soliti personaggi, con le storie d'amore tra i banchi di scuola... no, qua si fa sul serio! Mi sembra che lo studio abbia cercato di creare un anime degno di mangiarsi una fetta molto grossa di fan e diventare così una serie cult del nuovo millennio; risultato fallito purtroppo... Sicuramente la scelta della WOWOW di proporre l'anime alle sette del pomeriggio mi sembra un suicidio mediatico, e questo ha influenzato non poco sul successo generale della serie. La storia, tra echi di Blade Runner e anime classici SF, riporta lo spettatore in un mondo devastato da catastrofe generale. L'inizio tutto sembra filare liscio, poi verso la parte finale tutto si sconvolge verso una complessità sia visiva che tematica molto ardua da digerire: chi non è abituato a visioni impegnative (principalmente cinematografiche) si troverà sicuramente in difficoltà. La menzione speciale per questo lavoro è assegnata a Shokou Murase che compie davvero un lavoro ottimo; pur non essendo una veterana, è riuscita a gestire un prodotto difficilissimo. Certe immagini poi sono di una poesia sottile e malinconica, sopratutto certe scene del viaggio sopra la nave con panorami apocalittici da manuale. Il personaggio Pino è un Autoreive (tipo androide umanoide) ed è il personaggi più riuscito della serie; una bambina robot che durante il viaggio acquista un umanità sorprendente. Gli altri due personaggi principali Vincet Law e Lil Mayer sono ottimi, caratterizzati molto bene e di un certo spessore, elemento raro nei prodotti contemporanei. Le musiche di Yoshihiro Ike(Dead Lives, Karas) suonano alla perfezione e la scelta di abbandonarsi a melodie elettroniche è azzeccatissima. Insomma tutto sembra esplodere sotto i colpi di questi professionisti eppure manca un qualcosa nella storia che crei quell'alone di leggenda che pochi prodotti riescono a suscitare. Tecnicamente si respira tutto un vortice di genialità, narrativamente si ceca di spingersi troppo oltre una soglia sopportabile di razionalità e certe scelte finali rovinano un lavoro che comunque risulta geniale.


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Angelus

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Un capolavoro. C'è poco da dire...avete già detto tutto voi. Non posso far altro che consigliare questo stupendo anime,che fidatevi,almeno che il genere non vi piaccia proprio,vi emozionerà già alla prima puntata. Se proprio devo cercargli un difetto,nella parte centrale la trama diventa un po' lenta,ma sarà sempre un piacere da seguire. Finale meraviglioso che avrò rivisto decine di volte.Che dire... dai personaggi alla trama alla MAGNIFICA opening (la più bella di sempre secondo me) tutto perfetto.

SNAPS

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SNAPS

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
<b> cut del moderatore: evitiamo riferimenti ad altre recensioni</b>

Parlando del capolavoro in questione, posso dire dopo circa 140 o più anime visti che Ergo Proxy, è la prova indiscussa che l'animazione può superare film con attori in carne ed ossa!
Grafica, ambientazioni, citazioni, azioni, musiche... Tutto questo rende Ergo Proxy un colosso del genere... Tra fantasy, action, thriller, noir, si passa tra scene lente, drammatiche, inquietanti e punte di azione dove la grafica la fa da padrone.
I personaggi sono tutti molto ben realizzati, specialmente ed ovviamente i principali... Molto simile nei tratti e nel look Re-L Mayer alla cantante degli Evanescence Amy Lee (Re-L è più magra:-)), somiglianza tanto discussa sui vari siti di anime, e chissà se vera.
Comunque scene apocalittiche, panorami tanto tristi e cupi che fanno sembrare quelli di Ken il guerriero i giardini dell'Eden.
Il tema della solitudine che picchia su tutti gli episodi e che riesce persino a farci riflettere.
Il personaggio di Vincent Law, nelle prime due puntate non esce troppo fuori ma scorrendo negli episodi diventa estremamente interessante con il suo passato tanto misterioso che... Beh, non voglio dirvi troppo...
L'unica nota stonata (ma non troppo) di questo prodotto è rappresentata dai dialoghi, ancora troppo "anime-non-censurerei-ma-censuro" Sicuramente alcuni doppiatori sarebbero stati meglio in anime meno impegnativi e qualche parola colorita in più, ma senza esagerare, secondo me non avrebbe guastato... Anzi.
Voto 10 a questa serie perché va valorizzata e premiata e sicuramente rivista più volte.
Certo se fosse stato trattato in due o tre film come è già stato detto in altre recensione questo capolavoro, si sarebbe guadagnato anche un 100!

chuckthegod

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chuckthegod

Episodi visti: 23/23 --- Voto 7
Sin dall'inizio la trama mi è parsa un po' lenta, poi ne ho avuto la piena conferma. Atmosfere cupe e cyberpunk, ma con alcune puntate inspiegabilmente e completamente fuori dalla normale trama. Parecchie citazioni filosofiche, che ad alcuni possono sembrare incomprensibili, ma non sono assolutamente loro a rendere pesante la trama; il vero "colpevole" della pesantezza della serie è invece lo svolgersi degli eventi, che vengono esposti in maniera confusa e incompleta. Il voto sarebbe un 6 ma vista la ottima realizzazione grafica un 7 è più che adatto.

wendetta

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wendetta

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Eccoci qua: cos'è "Ergo Proxy"? Un capolavoro? Un capolavoro a metà? Oppure un'opera mal riuscita e pretenziosa?

Cominciamo dai presupposti, è un opera di fantascienza del 2006. La serie punta in alto senza mezze misure (l'ampio budget e la regia meticolosa ne sono una prova), era quindi necessario proporre un'opera diversa, sforzarsi di presentare un prodotto creativo, che si discostasse dal panorama passato e recente, che esplori diversi campi dell'animazione in maniera diversa, nuova, sperimentale. È questa l'idea che consente la realizzazione delle opere d'arte, (e non solo nel mondo dell'animazione giapponese), consideriamo i capolavori predecessori come "Neon Genesis Evangelion" e "Ghost in the Shell", sono prodotti creativi in cui gli autori hanno fatto vedere qualcosa di diverso, nuovo.

"Ergo Proxy" è un prodotto creativo, la trama ha una una sua originalità, senza entrare troppo nello spoiler è vero che certi argomenti come le città-paradiso ed il rapporto uomo-macchina sono cose già viste in altre opere di fantascienza, ma ciò che le differenzia sono come vengono trattate e l'ambito in cui si sviluppano: il rapporto creatore-creature che si sviluppa in maniera 'iterativa' per tutta la storia porta interessanti spunti riflessivi agli stereotipi precedentemente citati. Ammetto che ho visto la serie tre volte per cercare di capirla cosi da poterla giudicare. Non è una serie improntata all'azione, il ritmo è piuttosto regolare, quasi a seguire le riflessioni dei personaggi, riflessioni che non sono mai opprimenti, e le poche (e ben fatte) scene di azione non sono iniezioni di adrenalina ma continuano, ideologicamente, il ritmo dei pensieri dei personaggi.

In alcuni episodi spesso si ha l'impressione di essere di fronte a dei filler, come se ciò che si sta vedendo non sia importante ai fine della trama stessa. In realtà, una volta inquadrato ciò che veramente la serie vuole dire tutto, anche l'episodio 15 (Busy doing nothing), dimostra di avere un suo perché e non di essere un semplice esercizio visivo per gli occhi. Tra le puntate più geniali cito 'Nella Bianca Oscurità'(11) 'Ophelia'(14) e 'Il sorriso di una bambina'(21) 'Good Bye Vincent(20)', a parte le 3 puntate iniziali e le tre finali.
È lodevole come si sia cercato di descrivere uno trama, in maniera del tutto particolare, come detto in precedenza molte puntate sembrano dei filler, ma tali puntate potrebbero essere invece il quid narrativo, ossia le corrette chiavi di lettura dell'opera, su questa idea si basa secondo me il giudizio sull'opera: "Ergo Proxy" non ricade nel già visto, inizialmente aveva molto l'aria di Blade Runner, poi Matrix (per certi aspetti) poi chissà, eppure pur prendendone spunto, andrà a parare da tutt'altra parte.
Io quindi, dando per buona questa ipotesi, mi ritrovo davanti un'opera più che valida che secondo me vale la pena, perlomeno di essere (ri)vista.
Il finale non è criptico e non siamo ai livelli di Evangelion, lo stesso finale è pur vero un non finale, ma se si apprende il significato della serie si comprende che tale è un finale (mi spiace ma andrei in uno spoiler enorme).

Infine il lato tecnico, qui c'è davvero poco da dire, livelli impeccabili di qualità, una computer grafica che si fonde divinamente con i disegni e viceversa unite ad una regia vicinissima a quella dei film con attori in carne ed ossa ci fornisce una delle esperienze di animazioni più fotorealistiche (chissà forse la migliore) mai viste. Le (non)musiche sono all'altezza dell'atmosfera della serie.

In conclusione il mio 9 è la somma di tutti gli aspetti fin qui analizzati e alla mia fiducia che l'opera è cosi costruita per scelta e non per buchi di sceneggiatura, consigliato a chi vuol vedere qualcosa di nuovo anche sotto il profilo narrativo e registico senza dimenticare una trama originale.



HaL9000

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HaL9000

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
EG è senz'altro un anime molto ambizioso. Nelle intenzioni degli autori, a mio parere, vi era la volontà di creare un prodotto che avrebbe fatto "storia" per il futuro: non ci sono riusciti pienamente. Sotto questo punto di vista EG è un capolavoro mancato; sono troppi gli elementi introdotti nella trama, troppi gli avvitamenti mentali, troppi i misteri, troppi i tasselli da riunire e troppo è anche il gusto delle citazioni criptiche. Ed io sono una persona appassionata di questo genere di anime...
Per alcune persone, inoltre, la trama può essere troppo lenta e con poca azione: una serie così non è facile da digerire.
Perché, allora, un voto così alto da parte mia? Beh, intanto perché, anche se non è un capolavoro, è senz'altro un ottimo lavoro. Le atmosfere cyberpunk, lo ammetto, mi hanno sempre ammaliato; il clima che si respira nella serie è cupo e riflessivo, aiutato da disegni ottimi (anche se incostanti), con tinte sbiadite e scure, e la caratterizzazione dei personaggi è molto incisiva; alla fine ogni protagonista è molto diverso da come appare all'inizio: Real è molto più fragile di quanto appaia all'inizio, Raul è molto meno freddo e più passionale, e Dedalus, a parer mio, è il personaggio più sinistro della serie.
Detto questo, deve anche un po' piacervi il genere; non è, ripeto, un anime di intrattenimento. Buona visione.

Project_Death

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Project_Death

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
La cosa che risalta subito all'occhio di questo ottimo anime, sono i disegni e le musiche davvero ben integrate nei vari contesti. Una trama con punti d'ombra dall'inizio fino alla fine, fan restare lo spettatore incollato allo schermo fino all'ultimo minuto. I personaggi presentano una componente caratteriale complessa (ma non troppo), tutti (o quasi) alla ricerca del proprio io e del proprio scopo. Ci sono alcune puntate filler che son state usate egregiamente, come quella del mondo ''parco giochi'' mensionata da altri qui, che han lo scopo di far capire meglio alcuni quesiti rimasti irrisolti fino a quel momento. Che dire un anime pieno di sorprese, non adatto a chi vuol solo vedere sparatorie e combattimenti all'arma bianca.

LaughingMan d:D

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LaughingMan d:D

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Lascio una breve opinione prima che la memoria si faccia troppo offuscata.
Ergo Proxy è innanzitutto un'estasi per gli occhi e per le orecchie: disegni dark raffinatissimi e uso impeccabile della computer-grafica che si integra alla perfezione con la parte disegnata (dote abbastanza rara), per non parlare delle stupende sigle iniziale e finale che da sole sono un motivo più che sufficiente per seguire la serie.
La trama si evolve a ritmo rallentato e ciò è un pregio perché riesce a rafforzare la sensazione di cupezza che pervade la serie senza però, almeno per me, risultare pesante nella visione. Discutibili un paio di puntate filler disgregate dal contesto della serie come quella del quiz show e quella del parco di divertimenti, le avrei volentieri evitate. Un altro cruccio: sembra che i giapponesi, almeno negli anime che ho visto finora, siano incapaci di filosofeggiare in maniera convincente senza scadere nella pippa mentale e nel ripetere i soliti concetti e frasi fatte alla noia. Le pippe mentali sono presenti anche in Ergo Proxy, come in ogni anime cyberpunk che si rispetti, ma per fortuna sono un elemento abbastanza marginale.
Nel complesso il voto resta altissimo, fra le mie serie preferite, i dvd li ho letteralmente divorati. Non per tutti, per me... Assolutamente si!

pta

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pta

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Che dire, quest'anime mi ha sbalordito. Una grafica eccellente unita ad una colonna sonora coinvolgente (mica bruscolini, la ending sono i radiohead) fanno di quest'anime uno dei più apprezzabili dal punto di vista tecnico. E non solo, la storia mi ha lasciato con il fiato sospeso per tutto il tempo, veramente interessante, e poi la trama piena di riflessione e introspezione è pane per i denti di un filo-evangeliano come me :]
Un anime che non dimenticherò!

P.s. Chi non vorrebbe clonarsi una Real personale come Dedalus?

Blastomorpha

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Blastomorpha

Episodi visti: 23/23 --- Voto 6
Questo anime mi ha decisamente spiazzato.
All'inizio ricordava Blade Runner, poi Matrix, dopo il classico cartone con i mostroni che si menano, per finire con un'allegra fiera di pippe mentali alla Evangelion condita di richiami alla mitologia, alla filosofia e volendo, anche alla religione senza scendere nel dettaglio di quale. Sarei anche dubbioso sul fatto che alcuni elementi della trama siano stati lasciati insoluti volutamente o meno.
Tecnicamente è più che buono, anche se la qualità, sopratutto negli episodi centrali, scende un pò.
Il ritmo invece tende ad andare dal lento al sonnolento, solo i combattimenti risollevano un pò la situazione, ma è strano che pur non essendo uno degli aspetti centrali di questo anime (almeno per come si era presentato ai miei occhi) proprio questi siano una delle cose migliori (sebbene pochi di numero) che Ergo Proxy ha da offrire!
Se vi sono piaciuti il secondo e il terzo capitoli di Matrix ed Evangelion lo ritenete abbastanza "leggero" da andare in onda su Italia1 al posto di DBZ, leggete il 6 come un 7,5.
Per i comuni mortali (o chi come me si aspettava qualcosa alla Blade Runner) 6--

Doppio T

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Doppio T

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Vedere Ergo Proxy è un impresa non da poco: richiede infatti uno sforzo di attenzione non indifferente per capire la trama, e una cultura filosofica notevole. Di sicuro è ricco di spunti interessanti (non ultimo una interessante rivisitazione del classico "Rapporto tra uomo e macchine", Asimov docet), ma molti si perdono in un andamento degli eventi arzigogolato e dispersivo. L'animazione è altalenante: fotorealistica in alcuni passaggi, piatta in altri, specie verso la fine. Rimane un'opera di tutto rispetto nel panorama attuale, forse appena al di sotto delle aspettative che creano le prime puntate.

Ludi

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Ludi

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Serie cupa, adulta, emozionante, nella quale la ricchezza dei temi filosofici evocati non è puramente esornativa, ma funzionale ad una trama complessa e piena di colpi di scena. I personaggi sono tratteggiati con incredibile dovizia di particolari e sfumature, e sono più che realistici nei loro comportamenti e nella loro sofferenza. Incredibile il finale che stravolge, in chiave antiescatologica, i miti religiosi....

Gourry

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Gourry

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Anime appassionante che cattura subito l'attenzione già dal primo episodio. La grafica stupenda, come l'accompagnamento sonoro, rendono questo anime molto bello da guardare e da gustarsi. La trama non presenta quasi mai punti morti ed è sempre scorrevole anche se ,a volte, di difficile comprensione. Consiglio questo anime agli amanti del cyberpunk, del gotic in generale e a chi si aspetta sempre il meglio dall'anime che si sta guardando comodamente seduto in poltrona.. attenti però: CAUSA DIPENDENZA!

Quicksilver

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Quicksilver

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Incredibile!!
Ho visto questa serie quattro volte e non posso far altro che apprezzarla ogni volta di più.
Mi hanno stupito disegni e animazioni, che ritengo di livello veramente alto, coinvolto le musiche (fantastiche le due di apertura e chiusura, azzeccate le altre), rapito la storia.

Consigliatissimo a chi piace questo genere di fantascienza che si avvicina al cyberpunk, estremamente crudo e verosimile.

Per completezza devo ammettere che lo spettatore che si appresta a guardare Ergo Proxy deve armarsi di pazienza, poichè lo svolgersi della serie è un attimo pesante; una cosa che comunque ritengo necessaria per far comprendere a pieno la drammaticità dell'ambientazione e la complessità degli eventi in relazione ai personaggi.

Molto molto realistico.
"Concittadini, date il vostro contributo, consumate il vostro denaro. La vita è più semplice quando ci si libera di certi fadelli."
voce registrata per le vie della città.

Ripeto: deve piacere il genere!
Convinzione personale: gli "addetti ai lavori" noteranno delle chicche spettacolari nelle animazioni.
Consiglio: se iniziate a guardarlo non fermatevi, Ergo Proxy è un lavoro organico che ha bisogno di ogni sua puntata per avere senso. Va visto dalla 1 alla 23.

Voto 10, senza alcuna riserva.

arampazz

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arampazz

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Ebbene sì; sono un patito della fantascienza ed anche delle ambientazioni un po' noir. Ergo Proxy racchiude entrambe. La trama, anche se con il mistero che aleggia su Vincent Law, è molto semplice: un viaggio fisico per fare un viaggio interiore e scoprire se stessi. Entrambi i protagonisti faranno questo viaggio interiore, l'uno per scoprire chi è in realtà e l'altro per capire a che punto è nella sua vita e cosa ha fatto fino a quel momento. La velocità non è il punto forte dell'anime, ma il sapere come finirà e qual'è la verità, porta un certo ritmo. A me è piaciuto molto; inoltre la sigla d'apertura e di chiusura sono veramente belle.

MIOCANE

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MIOCANE

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Non è la solita storia cretina di robot che combattono contro il cattivo della settimana, affascinate, gotico, postatomico ergo proxy con la sua atmosfera plumbea e misteriosa è fantastico. Suggestiva è una storia che va inesorabilmente dove vuole lei non riesci a prevederla e succedono spesso cose che non vorresti o che non capisci. Ergo proxy non è mai come ti aspetti per quanto più o meno si possa capire la direzione in cui va la storia quest'anime ci arriva sempre in un modo diverso da come vorresti. Mi è piaciuto moltissimo i disegni sono molto belli e i personaggi chi più chi meno hanno sempre un grande spessore e presentano sempre nuove sfaccettature, piccoli particolari diventano pian piano importanti, piccoli personaggi un po' alla volta diventano in dispensabili trovandoti a rivalutare l'uno o l'altro protaginista continuamente.

kayyam

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kayyam

Episodi visti: 23/23 --- Voto 6
Ergo Proxy è un anime che standardizza parametri del cyberpunk acquisiti da almeno un decennio. L’idea della città-paradiso artificiale è ormai una maniera, già ampiamente visitata tanto nell’ultimo decennio di cinema (Dark City, Truman Show, Matrix) che di animazione (Appleseed, Wolf’s Rain, ma soprattutto il conturbante e profetico Aeon Flux di Peter Chung): mondi chiusi per cittadini altrettanto chiusi, impegnati a inseguire solo se stessi. Idem per la figura della bella investigatrice, gothic e scontrosa. Gode di chara pulito, inciso, non sfumato. Praticamente non esiste colonna sonora. E’ preciso e gelido, “di testa”, proprio come la storia che racconta, capace di suscitare interesse, ma non affezione. Si bea delle proprie citazioni colte - filosofiche, cinematografiche, artistiche - che tuttavia si rivelano esteriori, ornamentali, narcisistiche, ben poco funzionali nei confronti della trama: qualsiasi primo della classe saccente riesce a citarmi Leibnitz o Eisenstein o il mito di Dedalo, ma penetrarli a fondo e soprattutto saperli ritradurre nel linguaggio della narrazione è tutta un’altra faccenda. Insomma, nonostante la confezione lussuosa Ergo Proxy è un prodotto intellettualistico, ma non intellettuale, che può affascinare i fans dei giochi di specchi. A me è piaciuto davvero solo il sedicesimo episodio, dove si mettono tra parentesi i “misteri identitari” e ci si concentra sulle relazioni tra i personaggi (che svelano più di tanti sterili interrogativi). Guardabile ma niente di che. Voto complessivo: 6.6

PS: se trovate irritante il modo in cui Shinji Hikari si autocommisera, aspettate d’incontrare Vincent Law...

Gianlu

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Gianlu

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
Bello... e molto. Grafica pazzesca, anche se andando avanti con gli episodi mi è sembrato di vedere un calo. L'ambientazione è ottima anche se non originalissima( pianeta desolato, dove i pochi umani sopravvissuti vivono in cupole, robot etc....). L'idea di base è più che ottima, ma il finale a dirla tutta non soddisfa pienamente, inoltre la storia risulta piuttosto intricata, a causa di molte (a giudizio di alcuni troppe) puntate "introspettive".
I personaggi sono molto ben caratterizzati anche se non ho ben capito i sentimenti di Rel alla fine, ma magari era proprio questo lo scopo dei creatori dell anime, o forse sono io che non l' ho capito.
Sigla azzeccatissima.
Non c'è moltissima azione, concentrata all' inizio e alla fine, ma non è necessariamente un male.
Non gli do 10 per quelle 2 puntate orribili (il quiz e l' avventura di Pino) che spezzano incredibilmente il ritmo, anche se sono necessarie e hanno una certa logica da un certo punto di vista.
Gli ho dato 9, ma attenzione, non è un anime che piace di sicuro a tutti. Ripeto: poca azione, molta riflessione e la trama è lenta.....

noodles

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noodles

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
E' la mia prima recensione (anche se è la terza volta che cerco di postarla! E non so che fine abbiano fatto le precedenti) e inizio con un anime che ha scatenato in me reazioni contrastanti… iniziamo dai pregi: dal punto di vista tecnico non sono certo un espero ma non trovo niente da eccepire, i disegni sono stupendi, così come la regia, le animazioni e la CG si integra piacevolmente con l’insieme, i personaggi anche se sembrano ricalcare i soliti stereotipi sono ben caratterizzati e credo sia impossibile per il pubblico maschile non innamorarsi di Re-l (la sua presenza infatti ha alzato il voto di 1 punto!), le ambientazioni il mecha e l’atmosfera in generale sono davvero molto raffinati e rimandano alla fantascienza classica (metropolis? Moebius?), tra l’altro stupenda nella sua desolazione la Terra del lontano futuro. E ora le note dolenti: la ripetitività della seconda parte della serie e la trama, ingarbugliatissima e con un finale inconcludente e campato per aria, ma qui è un campo minato perché potrei essere semplicemente io a non aver capito nulla e a non aver colto le citazioni giuste… ma quello che veramente mi brucia è la storia d’amore “inesplosa”, una costante negli anime, ma visti i primi passi speravo che Ergo Proxy fosse diverso…

Giorgia

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Giorgia

Episodi visti: 16/23 --- Voto 10
Ergo Proxy è perfetto, i disegni, l'animazione, la caratterizzazione dei personaggi, la trama, tutto è riuscito benissimo. L'anime ha un ritmo incalzante e avvincente, spesso gli episodi finiscono sospesi e bisogna vedere l'episodio successivo. Ci sono molti colpi di scena, in continuazione, la serie è sicuramente complessa e alcuni episodi sono veramente contorti. Lo si guarda molto volentieri. Il carattere di ogni personaggio è ben determinato e preciso, dalla freddezza di Re-L, alla spensieratezza di Pino. Sicuramente un'opera riuscita perfettamente. Un grazie ai Fansubber che ci hanno fatto gustare questa opera. Da guardate assolutamente!

Vincent Vega

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Vincent Vega

Episodi visti: 23/23 --- Voto 10
Stupendo! Uno degli anime che mi hanno colpito più di tutti e che pongo nella mia top ten degli anime preferite. Animazioni stupende, personaggi favolosi, trama sorprendente, e un finale che ti aspetti ma che non ti delude lasciandoti sperare in una futura serie. Nei primi episodi di sembra di vedere roba già vista, e lo scenario futuristico e i personaggi ti lasciano un po a desiderare, successivamente però si comincia ad apprezzare al pieno ogni singolo episodio e i personaggi diventano amabili in ogni loro singola caratteristica e personalità. Bellissimo!

Yaz

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Yaz

Episodi visti: 10/23 --- Voto 10
Mi rendo conte che gli appassionati di cinema vogliano vedere kubrick, scott, eisenstein negli anime.
Mi rendo conto che la cultura "alta" guardi agli anime con quel gusto di scoprire un genere di nicchia e con una certa vena di elitarismo.
Ma questo non giustifica il considerare dei prodotti di massa come quelli di miyazaki (per carita bravissimo autore, ma che si puo considerare uno spielberg del genere) gli unici da assurgere allo statuto di opera d'arte, solo perche sono premiati a berlino e a venezia.
Se tutte quelle belle qualita critiche fossero inidirizzate verso serie d'animazione, come Ergo Proxy e tante altre, che meritano ben piu' attenzione, ci si renderebbe conto che i voti delle recensioni non sono il risultato dell'attivita encefalica di intelligenze adolescenti.
C'e' ancora tanto da imparare dall'animazione, sicuramente ergo prioxy e' uno di quei prodotti che, alle anime piu' sensibili, puo' far interessare anche i settori culturali alti a un modo di narrarre nuovo e che ha molto da dire.
Che i cinefili convinti e puristi ne stiano fuori per piacere.

iggy

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iggy

Episodi visti: 23/23 --- Voto 8
Davvero bello, cupo, malinconico, paranoide (sigla a parte), con una marea di citazioni più o meno comprensibili. Ma se all'inizio non vedevo l'ora di scoprire i misteri che la trama ingarbugliatissima nasconde, purtroppo ne sono uscito con un po' di amaro in bocca. Per questo gli do 8. Secondo me il finale finisce pere incasinare ancora di più la storia e alcuni buchi non vengono spiegati a dovere (*spoiler* - le varie incarnazioni di Monad ad esempio e la memoria genetica che si portano dietro). In ogni caso pone questioni piuttosto "adulte" e tratta argomenti davvero interessanti. Mi è piaciuto insomma, anche se non ci vedo il capolavoro che alcuni VOGLIONO per forza vederci (imho).

Atius

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Atius

Episodi visti: 23/23 --- Voto 9
In questo sito internet quasi tutte le recensioni variano tra una valutazione di 8 e 10, rendendo impossibile un qualsiasi utilizzo della votazione per decidere cosa provare a vedere o meno. In questo caso do un 9, un vero nove!! Questo anime e' a dir poco fantastico. La trama e' coinvolgente, le sigle sono in lingua inglese, ambientazione cyberpunk. Non aspettatevi di trovare scene ridicole / spezza tensione. Una storia cupa ma che caratterizza un mondo verosimile. Un thriller che scava nella vita di un immigrato, Vincent Law, che vive in una citta' cupola futuristica cercando di integrarsi come cittadino modello. Ma ad un tratto la sua vita si complica e deve scappare verso la verita' sul suo passato.

pavel

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pavel

Episodi visti: 2/23 --- Voto 10
Reduce dalla visione dei primi due capitoli mi trovo a dare dopo tanto tempo un voto a due cifre. Non ho altra scelta, questi due episodi sono splendidi esempi di una fantascienza noir claustrofobica, giostrata da una regia matura e decisa, da una chara design adulto, cupo, forse troppo limitato nella fantasia ma funzionale all'atmosfera, da una colonna sonora che sa essere angosciosa e tamburellante, una delizia per i timpani troppo spesso violentati da musiche orrende, ma qui appagati, viziati, sedotti.
Anime promosso col massimo dei voti, la trama ingrana subito e lascia intendere sprazi geniali e appassionanti.
Ultima nota per la sigla di chiusura, la splendida Paranoid Android dei Radiohead è un cimelio che impreziosisce questo piccolo gioiello animato.

AngeL

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AngeL

Episodi visti: 2/23 --- Voto 9
Dai primi due episodi si capisce che Ergo Proxy è un'anime fuori dal comune. Le ambientazioni come le animazioni sono accuratissime, come se qualche romanzo di Philip K. Dick prendesse vita. La storia è un po' complicata, ma su per giù sembra che in un futuro indeterminato ci sia una città "della pace" dove ci sono degli androidi (autorave)che assistono l'uomo nella sua noia (come definito dalla protagonista). Inoltre c'è un misterioso essere, il Proxy, scappato da un laboratorio, per poi uccidere un umano e cercare di mettersi in contatto con la protagonista. Comunque spero che esca al più presto la serie in italiano, visto che Ergo Proxy può mettersi molto in mostra tra gli cyberpunk come Ghost in the Shell.

Alastor

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Alastor

Episodi visti: 1/23 --- Voto 9
Ho visto solo il primo episodio e il fatto che sia difficilmente reperibile non è certamente un suo punto a favore, ma Ergo Proxy ha tutte le carte in regola per farsi largo tra gli anime più famosi... Ambientazione Cyberpunk abilmente mostrata in maniera mai esagerata, bensì con piccoli indizi ben distribuiti, un palese riferimento al Cogito cartesiano che non me lo fanno etichettare come la solita citazione presa sulla falsariga di Evangelion e un personaggio cupo e alientao da quel mondo come Lil... Un anime solido e a mio parere lento ma non esasperatamente come altri (vedi Saiyuki)
Insomma se potrà essere distribuito in maniera adeguata (e magari mandato in onda) non mancherà di attirare attenzione secondo me...

b2v

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b2v

Episodi visti: 1/23 --- Voto 9
Ho visto solo il 1° episodio, ma ho avuto un'ottima impressione...
L'atmosfera ha i contorni del noir e del cyberpunk al tempo stesso...
La protagonista mi ricorda da vicino Neo di Matrix, e le grottesche ambientazioni sono simili a quelle di Ghost in the Shell. Il disegno è originale, lo trovo fantastico, la storia deve ancora evolversi, quindi non posso dare alcun giudizio sulla trama ancora confusa...

Ad ogni modo per ora un bel 9 non glielo toglie nessuno...