Little Witch Academia: The Enchanted Parade
"Little Witch Academia: Mahou Shikake no Parade", anche conosciuto come "Little Witch Academia: The Enchanted Parade", è un film d'animazione giapponese del 2015, della durata di poco inferiore a un'ora, prodotto dallo studio Trigger. E' il sequel del corto "Little Witch Academia" del 2013.
Trama: Akko, Lotte e Sucy combinano l'ennesimo pasticcio durante una lezione e, come punizione, viene imposto loro di organizzare la tradizionale parata che, ogni anno, serve a consolidare i rapporti tra i cittadini del paese vicino e le streghe dell'Accademia Nova Luna. Peccato che, in realtà, si tratti di una rievocazione della caccia alle fattucchiere, con simulazioni di supplizi e brutali interrogatori. A complicare le cose, le protagoniste dovranno convincere a collaborare altre tre problematiche studentesse.
Nel passaggio da corto a lungometraggio, "Little Witch Academia" perde un po' di freschezza, presentando, se possibile, una trama ancora più scontata e prevedibile. Akko porterà tutto il suo non troppo contagioso entusiasmo nella progettazione della parata, ignorando le necessità e i sentimenti delle sue amiche, troppo focalizzata sulla propria autoaffermazione e sul desiderio di realizzare i propri sogni, cieca a tutto quello che la circonda. Si configura, in questo modo, un percorso poco originale di amicizie in crisi e mancanza di fiducia reciproca e dialogo che porterà, inevitabilmente, alla scoperta di tutti quegli innegabili vantaggi che, invece, possono fornire la collaborazione e la comprensione.
Il film ci presenta un setting più dettagliato, rispetto all'OAV che l'aveva preceduto: si viene a conoscenza delle persecuzioni subite dalle streghe e del fatto che in molti non vedono di buon occhio coloro che praticano le arti magiche, legati a un'immagine riferita ai vecchi stereotipi; specie dalle nuove generazioni, sono viste come megere antiquate e ignoranti in materia di tecnologia e moderni comfort. Ed è proprio questa situazione che Akko, con il suo inguaribile ottimismo, vuole modificare drasticamente, sempre ispirata dall'esempio di Shiny Chariot.
I personaggi sono indubbiamente più approfonditi, grazie ad eventi che mettono meglio in risalto le loro caratterizzazioni, il loro passato e le loro relazioni, molto meno statiche che in precedenza. Tutto questo, però, non ne stravolge le personalità, riportandoci delle ragazze divertenti, affettuose, permalose e un pizzico folli, adolescenti che, con i loro problemi e le piccole manie, non sono nemmeno totalmente prive di credibilità.
I nuovi acquisti rivestono ruoli per lo più marginali, se paragonati al trio originario, ma riescono ad amalgamarsi senza problemi con il cast preesistente.
La componente tecnica si attesta su un ottimo livello, con un character design invariato e gradevole e delle più che buone animazioni, specie nelle coreografie per la parata e nell'iperbolico combattimento finale. Le ambientazioni sono discretamente particolareggiate e più varie che in passato. I colori sono vivaci e luminosi e rendono gli effetti visivi ancora più spettacolari. Il comparto sonoro si avvale di buoni effetti sonori e di una colonna sonora orecchiabile, che si limita a svolgere il proprio dovere con professionalità.
Non mancano anche svariate citazioni e altri marchi di fabbrica tipici dello studio Trigger.
"Little Witch Academia: The Enchanted Parade", così come l'opera di cui è il seguito diretto, si dimostra ancora una volta, con il suo umorismo efficace ma un po' infantile, i suoi sviluppi scontati e l'apparato grafico semplice e colorato, un prodotto rivolto tendenzialmente a un pubblico piuttosto giovane.
Il film invita a non abbandonarsi all'egoismo nel raggiungimento dei propri obiettivi, cercando di non perdere di vista i propri affetti, e a non giudicare realtà che non si conoscono, rinnegando pregiudizi e luoghi comuni, per quanto vecchi di secoli. Si tratta di una storia semplice, ma che intrattiene. Leggermente meno intrigante dell'OAV, ma comunque piacevole.
Trama: Akko, Lotte e Sucy combinano l'ennesimo pasticcio durante una lezione e, come punizione, viene imposto loro di organizzare la tradizionale parata che, ogni anno, serve a consolidare i rapporti tra i cittadini del paese vicino e le streghe dell'Accademia Nova Luna. Peccato che, in realtà, si tratti di una rievocazione della caccia alle fattucchiere, con simulazioni di supplizi e brutali interrogatori. A complicare le cose, le protagoniste dovranno convincere a collaborare altre tre problematiche studentesse.
Nel passaggio da corto a lungometraggio, "Little Witch Academia" perde un po' di freschezza, presentando, se possibile, una trama ancora più scontata e prevedibile. Akko porterà tutto il suo non troppo contagioso entusiasmo nella progettazione della parata, ignorando le necessità e i sentimenti delle sue amiche, troppo focalizzata sulla propria autoaffermazione e sul desiderio di realizzare i propri sogni, cieca a tutto quello che la circonda. Si configura, in questo modo, un percorso poco originale di amicizie in crisi e mancanza di fiducia reciproca e dialogo che porterà, inevitabilmente, alla scoperta di tutti quegli innegabili vantaggi che, invece, possono fornire la collaborazione e la comprensione.
Il film ci presenta un setting più dettagliato, rispetto all'OAV che l'aveva preceduto: si viene a conoscenza delle persecuzioni subite dalle streghe e del fatto che in molti non vedono di buon occhio coloro che praticano le arti magiche, legati a un'immagine riferita ai vecchi stereotipi; specie dalle nuove generazioni, sono viste come megere antiquate e ignoranti in materia di tecnologia e moderni comfort. Ed è proprio questa situazione che Akko, con il suo inguaribile ottimismo, vuole modificare drasticamente, sempre ispirata dall'esempio di Shiny Chariot.
I personaggi sono indubbiamente più approfonditi, grazie ad eventi che mettono meglio in risalto le loro caratterizzazioni, il loro passato e le loro relazioni, molto meno statiche che in precedenza. Tutto questo, però, non ne stravolge le personalità, riportandoci delle ragazze divertenti, affettuose, permalose e un pizzico folli, adolescenti che, con i loro problemi e le piccole manie, non sono nemmeno totalmente prive di credibilità.
I nuovi acquisti rivestono ruoli per lo più marginali, se paragonati al trio originario, ma riescono ad amalgamarsi senza problemi con il cast preesistente.
La componente tecnica si attesta su un ottimo livello, con un character design invariato e gradevole e delle più che buone animazioni, specie nelle coreografie per la parata e nell'iperbolico combattimento finale. Le ambientazioni sono discretamente particolareggiate e più varie che in passato. I colori sono vivaci e luminosi e rendono gli effetti visivi ancora più spettacolari. Il comparto sonoro si avvale di buoni effetti sonori e di una colonna sonora orecchiabile, che si limita a svolgere il proprio dovere con professionalità.
Non mancano anche svariate citazioni e altri marchi di fabbrica tipici dello studio Trigger.
"Little Witch Academia: The Enchanted Parade", così come l'opera di cui è il seguito diretto, si dimostra ancora una volta, con il suo umorismo efficace ma un po' infantile, i suoi sviluppi scontati e l'apparato grafico semplice e colorato, un prodotto rivolto tendenzialmente a un pubblico piuttosto giovane.
Il film invita a non abbandonarsi all'egoismo nel raggiungimento dei propri obiettivi, cercando di non perdere di vista i propri affetti, e a non giudicare realtà che non si conoscono, rinnegando pregiudizi e luoghi comuni, per quanto vecchi di secoli. Si tratta di una storia semplice, ma che intrattiene. Leggermente meno intrigante dell'OAV, ma comunque piacevole.