Jyu-Oh-Sei
È un anime che ho trovato assolutamente a caso nella giungla degli anime seriali, una bella scoperta, devo dire.
Non è l’anime del secolo, ma è un anime godibile e fatto bene. Non esente da difetti, un motivo se non è conosciuto ai più sicuramente c’è, ma è qualcosa a mio parere di molto carino e ben riuscito, una piccola chicca da aggiungere al proprio arsenale quando la gente comincia a parlare di anime con trame complicate.
Il punto di forza di questo anime è proprio la trama, affatto banale e che affronta molte tematiche, forse fin troppe per i pochi episodi che ha.
Considerando l’attenzione che si dà oggi ad anime banali e demenziali come “The Secven Deadly Sins” o “Fairy Tail”, per dirne alcuni che hanno raggiunto il grande pubblico, “Jyu-Oh-Sei” merita sicuramente una opportunità, in quei pomeriggi di pioggia dove la noia dilaga, non ve ne pentirete! Parola mia!
Non è l’anime del secolo, ma è un anime godibile e fatto bene. Non esente da difetti, un motivo se non è conosciuto ai più sicuramente c’è, ma è qualcosa a mio parere di molto carino e ben riuscito, una piccola chicca da aggiungere al proprio arsenale quando la gente comincia a parlare di anime con trame complicate.
Il punto di forza di questo anime è proprio la trama, affatto banale e che affronta molte tematiche, forse fin troppe per i pochi episodi che ha.
Considerando l’attenzione che si dà oggi ad anime banali e demenziali come “The Secven Deadly Sins” o “Fairy Tail”, per dirne alcuni che hanno raggiunto il grande pubblico, “Jyu-Oh-Sei” merita sicuramente una opportunità, in quei pomeriggi di pioggia dove la noia dilaga, non ve ne pentirete! Parola mia!
Sai, ogni tanto ti viene in testa di tirare fuori qualche titolo dalla ganga dell’animazione seriale; potrebbe succederti di trovare una gemma sfuggita ai più. A volte capita. Ma non è il caso di <i>Jyu Oh Sei</i>.
Nessuno avrebbe pianto se il relativo manga non fosse stato trasposto in dodici emblemi di pura entropia progettuale. <i>Jyu Oh Sei</i> rappresenta un grandissimo esempio da non seguire per scrivere una sceneggiatura. Nel plot è stato sbattuto dentro di tutto, dall’eugenetica alla survivor story, con ampi spazi per il melò, per l’horror e per la fantascienza naif merlettata da nomenclature norrene: c’è più roba qui che in un anfibolo.
Che poi il complesso sia stato ammassato alla rinfusa, un po’ come veniva, questo è un dettaglio, <i>melius abundare quam deficere</i> avranno pensato Reiko Yoshida e co. Per cui, per arricchire ulteriormente l’insieme, sono stati gettati in scena personaggi a pioggia. Nel senso che, come gocce di un acquazzone, appaiono, si spiaccicano sul vetro del monitor e poi scivolano via. Zero caratterizzazione, nessuno scopo nella trama, muoiono dopo avere esclamato tre battute in croce. Quasi a sottolineare che, manco il tempo di spuntare, già stanno in mezzo alle palle, «abbiamo ancora così tante comparse da segare, se non ti sbrighi a rendere l’anima non ci sarà abbastanza spazio per fare crepare tutti gli altri».
Tuttavia si potrebbe considerare ciò come una forma di eutanasia, vedendo la figura che ci fanno i protagonisti. Perché sarebbe pure interessante avere un personaggio bipolare all’interno delle vicende, ma che tutti quelli che durano più di due puntate si comportino senza nessi logici è un tantino eccessivo. Capisco che le esperienze vissute siano traumatiche, che il mondo di Chimera, tra titaniche piante carnivore e periodi d’accoppiamento forzato, sia disumano, chiunque verrebbe emotivamente provato da una condizione del genere. Tuttavia qui il caos comportamentale, sforando qualsiasi patologia, è soltanto l’ulteriore sintomo di una confusione creativa diffusa a tappeto. Le psicologie sconclusionate fanno pendant con il quadro d’insieme.
A proposito di arte, quella di <i>Jyu Oh Sei</i> è lacunosa, e vabbé, visto l’andazzo non sto dicendo nulla d’inaspettato. Ma ciò è comunque un peccato, in quanto magari uno avrebbe potuto spegnere il cervello e rifarsi gli occhi, mentre anche tale possibilità è sfumata dopo il primo episodio con il quale, secondo una prassi diffusa, si sono esaurite le velleità grafiche della serie. La <b>Bones</b> si era riservata più cospicui investimenti per progetti più sensati, e come darle torto.
Patendo anche lo sguardo, l’unico a ottenere la sua parte è l’orecchio, che può deliziarsi con le sontuose composizioni di Hajime Mizoguchi, di una bellezza sprecata per un titolo tanto insulso, nella cui pianificazione Reiko Yoshida perde il bandolo del discorso e imbroglia tutta la matassa. Il resto dello staff gli va dietro e Nishikiori ci cade con tutte le scarpe. Il prodotto che ne risulta è pessimo, abborracciato, pescarlo dal cono d’ombra dell’animazione, nel quale è sacrosanto che stia, non si è rivelata una buona idea e anzi ne ho già parlato troppo.
Nessuno avrebbe pianto se il relativo manga non fosse stato trasposto in dodici emblemi di pura entropia progettuale. <i>Jyu Oh Sei</i> rappresenta un grandissimo esempio da non seguire per scrivere una sceneggiatura. Nel plot è stato sbattuto dentro di tutto, dall’eugenetica alla survivor story, con ampi spazi per il melò, per l’horror e per la fantascienza naif merlettata da nomenclature norrene: c’è più roba qui che in un anfibolo.
Che poi il complesso sia stato ammassato alla rinfusa, un po’ come veniva, questo è un dettaglio, <i>melius abundare quam deficere</i> avranno pensato Reiko Yoshida e co. Per cui, per arricchire ulteriormente l’insieme, sono stati gettati in scena personaggi a pioggia. Nel senso che, come gocce di un acquazzone, appaiono, si spiaccicano sul vetro del monitor e poi scivolano via. Zero caratterizzazione, nessuno scopo nella trama, muoiono dopo avere esclamato tre battute in croce. Quasi a sottolineare che, manco il tempo di spuntare, già stanno in mezzo alle palle, «abbiamo ancora così tante comparse da segare, se non ti sbrighi a rendere l’anima non ci sarà abbastanza spazio per fare crepare tutti gli altri».
Tuttavia si potrebbe considerare ciò come una forma di eutanasia, vedendo la figura che ci fanno i protagonisti. Perché sarebbe pure interessante avere un personaggio bipolare all’interno delle vicende, ma che tutti quelli che durano più di due puntate si comportino senza nessi logici è un tantino eccessivo. Capisco che le esperienze vissute siano traumatiche, che il mondo di Chimera, tra titaniche piante carnivore e periodi d’accoppiamento forzato, sia disumano, chiunque verrebbe emotivamente provato da una condizione del genere. Tuttavia qui il caos comportamentale, sforando qualsiasi patologia, è soltanto l’ulteriore sintomo di una confusione creativa diffusa a tappeto. Le psicologie sconclusionate fanno pendant con il quadro d’insieme.
A proposito di arte, quella di <i>Jyu Oh Sei</i> è lacunosa, e vabbé, visto l’andazzo non sto dicendo nulla d’inaspettato. Ma ciò è comunque un peccato, in quanto magari uno avrebbe potuto spegnere il cervello e rifarsi gli occhi, mentre anche tale possibilità è sfumata dopo il primo episodio con il quale, secondo una prassi diffusa, si sono esaurite le velleità grafiche della serie. La <b>Bones</b> si era riservata più cospicui investimenti per progetti più sensati, e come darle torto.
Patendo anche lo sguardo, l’unico a ottenere la sua parte è l’orecchio, che può deliziarsi con le sontuose composizioni di Hajime Mizoguchi, di una bellezza sprecata per un titolo tanto insulso, nella cui pianificazione Reiko Yoshida perde il bandolo del discorso e imbroglia tutta la matassa. Il resto dello staff gli va dietro e Nishikiori ci cade con tutte le scarpe. Il prodotto che ne risulta è pessimo, abborracciato, pescarlo dal cono d’ombra dell’animazione, nel quale è sacrosanto che stia, non si è rivelata una buona idea e anzi ne ho già parlato troppo.
Bella serie. La trama, i personaggi e l'evoluzione della storia sono ottimi; mi dispiace un po' per il finale, diciamo che mi aspettavo qualcosa di più. A mio parere gli 11 episodi sono più che sufficienti per raccontare questa storia, anzi, hanno consentito all'autore di velocizzare il tutto, permettendo così all' anime di avere sempre un ritmo incalzante. Diciamo che dopo che inizi a vederlo non finisci più, ed hai il desiderio di continuare, puntata dopo puntata. Come ho detto il rammarico è un po' per il finale, che non mi ha soddisfatto appieno. Comunque è un anime che consiglio a tutti.
Ottimo lavoro dal punto di vista grafico, il problema risiede nella parte narrativa che purtroppo risente di diverse lacune.
Il protagonista Thor dovrebbe accusare diversi "complessi" ed avere determinate reazioni a tutto ciò che gli accade (che non è poco!!), invece riesce a destreggiarsi perfettamente e a scalare la gerarchia sociale di Chimera. Ora, la spiegazione di questo viene anche fornita, ma è troppo poco, è superficiale, è banale, come del resto sono ingiustificati altri colpi di scena (in tutto e per tutto "forzature di regia" e non possibili avvenimenti dell'ambientazione e della trama; troppo poco verosimili!); come dire: sto uscendo di casa e proprio in quel momento scendono gli UFO, arriva la SWAT, la CIA mi stacca la corrente e io non riesco a varcare la soglia.... forse ci può stare, ma FORSE NO.
Alla fine la storia risulta piacevole, ma questo Deus Ex Machina poco riuscito crea troppe sospensioni nello spettatore.
Molto belle alcune scene, ma in tutto questo miasma di scelte poco azzeccate risultano come perle al buio.
Solo per queste ultime e per Tiz mi sento di dare 7.
Il protagonista Thor dovrebbe accusare diversi "complessi" ed avere determinate reazioni a tutto ciò che gli accade (che non è poco!!), invece riesce a destreggiarsi perfettamente e a scalare la gerarchia sociale di Chimera. Ora, la spiegazione di questo viene anche fornita, ma è troppo poco, è superficiale, è banale, come del resto sono ingiustificati altri colpi di scena (in tutto e per tutto "forzature di regia" e non possibili avvenimenti dell'ambientazione e della trama; troppo poco verosimili!); come dire: sto uscendo di casa e proprio in quel momento scendono gli UFO, arriva la SWAT, la CIA mi stacca la corrente e io non riesco a varcare la soglia.... forse ci può stare, ma FORSE NO.
Alla fine la storia risulta piacevole, ma questo Deus Ex Machina poco riuscito crea troppe sospensioni nello spettatore.
Molto belle alcune scene, ma in tutto questo miasma di scelte poco azzeccate risultano come perle al buio.
Solo per queste ultime e per Tiz mi sento di dare 7.
Ho appena finito di gustare questo anime e mi è rimasto un po' un sapore dolce-amaro in bocca. Dolce, perchè è riuscito ad appassionarmi con la sua bella ambientazione e storia pur essendo composto da relativamente pochi episodi. Amaro, perchè con qualche episodio in più, in cui magari approfondire alcune tematiche, caratterizzare di più i personaggi e rendere più fluida la narrazione evitando bruschi passaggi temporali, sarebbe stato un'autentica perla. Ma andiamo più in dettaglio:
La storia è fin da subito coinvolgente e lascia lo spettatore immediatamente in mezzo all'azione, interrompendone la svolgimento solo per dar vita ad un piccolo flashback che ci introduce ad alcuni particolari del passato del nostro protagonista. Tutto sommato una bella introduzione, soprattutto perchè si può notare fin da subito il buon comparto grafico che caratterizza questa produzione.
La storia poi continua mostrando le basi dell'ambientazione e introducento i primi personaggi comprimari. Riguardo all'ambientazione personalmente l'ho trovata molto azzeccata e ricercata, capace di dare quella sensazione di suggestivo e poetico che solo un ambiente selvaggio e incontaminato riesce a dare, promossa a pieni voti. Riguardo ai personaggi direi che generalmente è stato fatto un buon lavoro. Per quanto riguarda la parte grafica credo che i vari screen presenti nella scheda possano dimostrare da soli la bontà e precisione del character design, mentre per quanto riguarda la caratterizazzione si necessita di un discorso a parte. Infatti direi che fino al settimo/ottavo episodio la caratterizzazione dei personaggi è più che discreta (anche se perde alcuni punti quando si tratta di affrontare questioni più profonde che, principalmente, vengono concluse in modo affrettato e confuso.. incapacità questa che si dimostrerà ancora più marcata e grave verso la conclusione della serie) mentre in quelli successivi essa subisce un brusco arresto e viene improvvisamente stravolta, con buona pace degli spettatori che avevano pensato di conoscere i loro beniamini. In più, sempre nella seconda parte, compaiono molte figure dalla dubbia interpretazione e questo non fa altro che peggiorare ulteriormente le cose. Ma fino a questo punto la serie rimaneva comunque godibile e quasi pienamente apprezzabile. Il vero danno viene fatto nei due episodi conclusivi. Essi racchiudono un concentrato di clichè, avvenimenti di completa insensatezza e considerazioni di così falsa filosofia da far rabbrividire anche i migliori appassionati..e non mi dilungo di più dato che non voglio fare spoiler ( perchè, dopotutto, la serie è appassionante).
Per concludere una nota a sottolineare il quasi inesistente comparto sonoro che è debolmente presente in tutto l'anime. Lo spettatore probabilmente lo noterà poco a causa della struttura dell'anime (che predilige molto il parlato e i rumori ambientali), ma è evidente che l'unico elemento di rilievo della colonna sonora son le due sigle decisamente carine e ben fatte, ma troppo poco per rialzare qualsiasi giudizio sul reparto sonoro.
In conclusione Jyu-oh-sei si dimostra un' anime carino, ma non imprescindibile, che dimostra in tutta la sua lunghezza i suoi ben evidenti limiti strutturali e narrativi perciò se volete vederlo, fatelo, ma non aspettatevi i livelli dimostrati dalle altre grandi produzioni a lui contemporanee.
sayonara
La storia è fin da subito coinvolgente e lascia lo spettatore immediatamente in mezzo all'azione, interrompendone la svolgimento solo per dar vita ad un piccolo flashback che ci introduce ad alcuni particolari del passato del nostro protagonista. Tutto sommato una bella introduzione, soprattutto perchè si può notare fin da subito il buon comparto grafico che caratterizza questa produzione.
La storia poi continua mostrando le basi dell'ambientazione e introducento i primi personaggi comprimari. Riguardo all'ambientazione personalmente l'ho trovata molto azzeccata e ricercata, capace di dare quella sensazione di suggestivo e poetico che solo un ambiente selvaggio e incontaminato riesce a dare, promossa a pieni voti. Riguardo ai personaggi direi che generalmente è stato fatto un buon lavoro. Per quanto riguarda la parte grafica credo che i vari screen presenti nella scheda possano dimostrare da soli la bontà e precisione del character design, mentre per quanto riguarda la caratterizazzione si necessita di un discorso a parte. Infatti direi che fino al settimo/ottavo episodio la caratterizzazione dei personaggi è più che discreta (anche se perde alcuni punti quando si tratta di affrontare questioni più profonde che, principalmente, vengono concluse in modo affrettato e confuso.. incapacità questa che si dimostrerà ancora più marcata e grave verso la conclusione della serie) mentre in quelli successivi essa subisce un brusco arresto e viene improvvisamente stravolta, con buona pace degli spettatori che avevano pensato di conoscere i loro beniamini. In più, sempre nella seconda parte, compaiono molte figure dalla dubbia interpretazione e questo non fa altro che peggiorare ulteriormente le cose. Ma fino a questo punto la serie rimaneva comunque godibile e quasi pienamente apprezzabile. Il vero danno viene fatto nei due episodi conclusivi. Essi racchiudono un concentrato di clichè, avvenimenti di completa insensatezza e considerazioni di così falsa filosofia da far rabbrividire anche i migliori appassionati..e non mi dilungo di più dato che non voglio fare spoiler ( perchè, dopotutto, la serie è appassionante).
Per concludere una nota a sottolineare il quasi inesistente comparto sonoro che è debolmente presente in tutto l'anime. Lo spettatore probabilmente lo noterà poco a causa della struttura dell'anime (che predilige molto il parlato e i rumori ambientali), ma è evidente che l'unico elemento di rilievo della colonna sonora son le due sigle decisamente carine e ben fatte, ma troppo poco per rialzare qualsiasi giudizio sul reparto sonoro.
In conclusione Jyu-oh-sei si dimostra un' anime carino, ma non imprescindibile, che dimostra in tutta la sua lunghezza i suoi ben evidenti limiti strutturali e narrativi perciò se volete vederlo, fatelo, ma non aspettatevi i livelli dimostrati dalle altre grandi produzioni a lui contemporanee.
sayonara
Qualità generale di buon livello; trama ben congegnata, forse un po' troppo breve per affrontare con esaustività tutte le tematiche introdotte e descrivere con completezza tutti i personaggi presenti.
Il finale mi ha abbastanza deluso, veloce ed un po' troppo caotico e sbrigativo.
Non un capolavoro, in giro c'è sicuramente di meglio, ma anche di molto peggio.
Molto carino, provate a dagli un'occhiata!
Il finale mi ha abbastanza deluso, veloce ed un po' troppo caotico e sbrigativo.
Non un capolavoro, in giro c'è sicuramente di meglio, ma anche di molto peggio.
Molto carino, provate a dagli un'occhiata!
Anime a tratti interessante, a tratti banale, a tratti insensato. Non ho capito ad esempio la giustificazione razionale per cui il protagonsta sia vissuto 4 anni con una ragazza senza farci niente, per poi innamorarsi (follemente) di una tizia appena conosciuta (che scompare nel giro di una puntata)... ma che cavolata è ?? Poi la fine pretende di essere drammatica, ma la caratterizzazione dei personaggi fa si che la morte dei coprotagonisti faccia semplicemente ridere...
Questa è una serie davvero atipica e ben fatta: si caratterizza per essere suddivisa in una prima parte che narra dell'infanzia del ragazzino Thor (impegnato nella propria sopravvivenza in un luogo ostile) ed una seconda parte in cui lo stesso, diventato adulto, lotta per l' illusoria egemonia di quello stesso mondo. Il finale è sorprendente e beffardo e suggerisce anche riflessioni molto attuali riguardo alla manipolazione genetica, alla ricerca assurda della razza pura e alla strumentalizzazione del prossimo attraverso l'illusione del conferimento di potere.
Decisamente bella e tecnicamnte davvero ottima.
Decisamente bella e tecnicamnte davvero ottima.
Gran bella serie. Un po' corta se vogliamo, ma comunque appassionante, e (di sicuro proprio grazie alla sua brevità) tecnicamente di altissima qualità.
Il protagonista della nostra storia è Thor, un ragazzino la cui famiglia un giorno viene sterminata per ordine del potente Odin, un importante politico, per motivi a lui ignoti. Sia Thor che suo fratello vengono poi spediti su Chimera, un pianeta-prigione per criminali, popolato da enormi piante carnivore e caratterizzato da un clima estremamente ostile, con inverni lunghi e rigidi. Su Chimera la lotta per la sopravvivenza è spietata... i suoi abitanti sono divisi in Ring (una specie di clan) i cui capi combattono tra loro duelli all'ultimo sangue. L'ultimo di loro a restare in vita verrà proclamato Jyu Oh, il re delle bestie, e come tale potrà riottenere la libertà e lasciare Chimera. Naturalmente, per questo motivo il ruolo di Jyu Oh è molto ambito, e se Thor vorrà tornare sul suo pianeta per fare luce sull'omicidio dei suoi genitori, dovrà dapprima imparare a sopravvivere su Chimera, e poi sconfiggere tutti gli avversari che gli si pareranno davanti.
La serie può essere divisa in due parti... la prima con Thor e gli altri protagonisti da ragazzini, la seconda da adulti. C'è infatti un salto temporale di alcuni anni a partire dal quarto-quinto episodio. La trama, data anche la brevità della serie, non ha mai punti morti ed è particolarmente avvincente, soprattutto verso il finale, dove non manca una buona dose di colpi di scena :)
Come già detto, tecnicamente siamo ad ottimi livelli. La qualità del disegno è veramente eccelsa, e raramente ho visto un character design bello come quello scelto per quest'anime. Dovrebbe essere lo stesso di Escaflowne, quindi Nobuteru Yuuki, da quello che sembra.
Anche l'accompagnamento musicale fa la sua porca figura: le bgm accompagnano più che degnamente lo svolgersi delle vicende, e anche le sigle sono due veri gioiellini.
Se proprio dovessi cercare un difetto, potrebbe essere la scelta dei nomi: si è fatto secondo me abuso di questi nomi provenienti dalla mitologia nordica... anche perchè alla fine ci azzeccano poco con la trama e coi personaggi stessi. Se fosse una rielaborazione dei miti nordici potrei anche capire, ma questo...
Comunque sono cose di poco conto. Guardate Jyu Oh Sei, ve lo consiglio caldamente ;)
Il protagonista della nostra storia è Thor, un ragazzino la cui famiglia un giorno viene sterminata per ordine del potente Odin, un importante politico, per motivi a lui ignoti. Sia Thor che suo fratello vengono poi spediti su Chimera, un pianeta-prigione per criminali, popolato da enormi piante carnivore e caratterizzato da un clima estremamente ostile, con inverni lunghi e rigidi. Su Chimera la lotta per la sopravvivenza è spietata... i suoi abitanti sono divisi in Ring (una specie di clan) i cui capi combattono tra loro duelli all'ultimo sangue. L'ultimo di loro a restare in vita verrà proclamato Jyu Oh, il re delle bestie, e come tale potrà riottenere la libertà e lasciare Chimera. Naturalmente, per questo motivo il ruolo di Jyu Oh è molto ambito, e se Thor vorrà tornare sul suo pianeta per fare luce sull'omicidio dei suoi genitori, dovrà dapprima imparare a sopravvivere su Chimera, e poi sconfiggere tutti gli avversari che gli si pareranno davanti.
La serie può essere divisa in due parti... la prima con Thor e gli altri protagonisti da ragazzini, la seconda da adulti. C'è infatti un salto temporale di alcuni anni a partire dal quarto-quinto episodio. La trama, data anche la brevità della serie, non ha mai punti morti ed è particolarmente avvincente, soprattutto verso il finale, dove non manca una buona dose di colpi di scena :)
Come già detto, tecnicamente siamo ad ottimi livelli. La qualità del disegno è veramente eccelsa, e raramente ho visto un character design bello come quello scelto per quest'anime. Dovrebbe essere lo stesso di Escaflowne, quindi Nobuteru Yuuki, da quello che sembra.
Anche l'accompagnamento musicale fa la sua porca figura: le bgm accompagnano più che degnamente lo svolgersi delle vicende, e anche le sigle sono due veri gioiellini.
Se proprio dovessi cercare un difetto, potrebbe essere la scelta dei nomi: si è fatto secondo me abuso di questi nomi provenienti dalla mitologia nordica... anche perchè alla fine ci azzeccano poco con la trama e coi personaggi stessi. Se fosse una rielaborazione dei miti nordici potrei anche capire, ma questo...
Comunque sono cose di poco conto. Guardate Jyu Oh Sei, ve lo consiglio caldamente ;)