DemonBane TV
Ad Arkham City, una città dove la scienza e la magia coesistono e hanno contributo allo stesso modo al suo sviluppo, opera una società criminale conosciuta come Black Lodge. Sotto richiesta della famiglia Hadou, che governa la città, il detective Daijuji Kurou viene incaricato di trovare un potente libro magico che potrebbe essere utilizzato per attivare il DemoBane, una sorta di mecha-divinità con il compito di difendere la città, e in particolare di opporsi alla BLack Lodge. Durante questa ricerca, il detective Daijuji s'imbatte in modo del tutto casuale (o forse no?) in una ragazzina che si rivela essere la personificazione di uno dei più potenti libri magici esistenti, Al Azif, altrimenti conosciuto con il nome di Necronomicon.
Da quest'incontro il detective viene suo malgrado, almeno inizialmente, coinvolto nella lotta contro la Black Lodge.
Questa serie è nata sulla scia del successo ottenuto dal bishoujo game della Nitro+, Deus Machina Demonbane, da cui è tratto. Il chara ricalca più o meno quello della controparte video-ludica, a parte qualche piccola eccezione, e lo stesso vale pure per il mecha design, che presenta robot massicci e imponenti.
Le animazioni si attestano su un buon livello per quanto riguarda i personaggi, mentre per quanto riguarda i mecha, animati in CG, risultano un po' lente e legnose, cosa che necessariamente non è da vedere come un difetto, dato che contribuisce ad accrescere il senso d'imponenza dei mezzi.
Le musiche sottolineano bene i vari momenti degli episodi, da quelli più seri a quelli più leggeri, alle scene d'azione, fino i siparietti comici. Di buona qualità è poi l'opening: un rock veloce e coinvolgente che, sposato bene alla scelta delle immagini, fa entrare subito nello spirito della serie.
Come già detto, questa serie è tratta da un bishoujo game, con tutte le dovute modifiche del caso. Sono spariti infatti tutti i collegamenti e i riferimenti al sesso presenti nella storia, ed è stata lasciata solo qualche traccia di fanservice qua e là, a volte inutilmente.
Anche la storia è stata alleggerita, perché vengono tralasciati alcuni eventi e/o personaggi, senza però che ne vada intaccata la comprensibilità, anche se in alcuni punti la narrazione si fa un po' confusa e non si capiscono bene alcuni passaggi. La trama in sé comunque non ne risente eccessivamente, risultando fruibile anche a chi non conosce la precedente incarnazione di DemonBane.
Tutto sommato questa è una serie piacevole da vedere, a patto che non si cerchi una serie profonda, ricca di significati e introspezione psicologica.
Per finire, da notare come in tutta la serie siano presenti riferimenti alla letteratura occultistica (vedi i nomi dei vari libri magici), ad alcune bestie mitologiche (Ogre, Kraken) o alle divinità prese dal pantheon creato dallo scrittore H.P. Lovecraft nei suoi scritti (Dagon, Cthulu, Yog-Sothoth, Nyarlathotep).
Da quest'incontro il detective viene suo malgrado, almeno inizialmente, coinvolto nella lotta contro la Black Lodge.
Questa serie è nata sulla scia del successo ottenuto dal bishoujo game della Nitro+, Deus Machina Demonbane, da cui è tratto. Il chara ricalca più o meno quello della controparte video-ludica, a parte qualche piccola eccezione, e lo stesso vale pure per il mecha design, che presenta robot massicci e imponenti.
Le animazioni si attestano su un buon livello per quanto riguarda i personaggi, mentre per quanto riguarda i mecha, animati in CG, risultano un po' lente e legnose, cosa che necessariamente non è da vedere come un difetto, dato che contribuisce ad accrescere il senso d'imponenza dei mezzi.
Le musiche sottolineano bene i vari momenti degli episodi, da quelli più seri a quelli più leggeri, alle scene d'azione, fino i siparietti comici. Di buona qualità è poi l'opening: un rock veloce e coinvolgente che, sposato bene alla scelta delle immagini, fa entrare subito nello spirito della serie.
Come già detto, questa serie è tratta da un bishoujo game, con tutte le dovute modifiche del caso. Sono spariti infatti tutti i collegamenti e i riferimenti al sesso presenti nella storia, ed è stata lasciata solo qualche traccia di fanservice qua e là, a volte inutilmente.
Anche la storia è stata alleggerita, perché vengono tralasciati alcuni eventi e/o personaggi, senza però che ne vada intaccata la comprensibilità, anche se in alcuni punti la narrazione si fa un po' confusa e non si capiscono bene alcuni passaggi. La trama in sé comunque non ne risente eccessivamente, risultando fruibile anche a chi non conosce la precedente incarnazione di DemonBane.
Tutto sommato questa è una serie piacevole da vedere, a patto che non si cerchi una serie profonda, ricca di significati e introspezione psicologica.
Per finire, da notare come in tutta la serie siano presenti riferimenti alla letteratura occultistica (vedi i nomi dei vari libri magici), ad alcune bestie mitologiche (Ogre, Kraken) o alle divinità prese dal pantheon creato dallo scrittore H.P. Lovecraft nei suoi scritti (Dagon, Cthulu, Yog-Sothoth, Nyarlathotep).
Mi ero procurato questo anime visto che, tutto sommato, il genere mecha non mi dispiace, specie se mischiato con un po' di fantasy (che ormai è un prezzemolo che si mette dappertutto e non guasta mai), ma devo dire che sono rimasto piuttosto deluso.
A livello di grafica tutto nella media, la colonna sonora è dimenticabile e i dialoghi sono il minimo indispensabile per fare parlare i personaggi.
In più la trama è abbastanza banale: si tratta di sconfiggere un cattivo dopo l'altro usando il robottone magico Demonbane, fino al cattivone più cattivo di tutti che guarda caso non era quello che ci si aspettava...
L'unica cosa che si salva sono varie scene in cui vengono presi in giro alcuni stereotipi presenti negli anime, in maniera devo dire molto pungente e divertente.
Ma troppo poco per la sufficienza.
A livello di grafica tutto nella media, la colonna sonora è dimenticabile e i dialoghi sono il minimo indispensabile per fare parlare i personaggi.
In più la trama è abbastanza banale: si tratta di sconfiggere un cattivo dopo l'altro usando il robottone magico Demonbane, fino al cattivone più cattivo di tutti che guarda caso non era quello che ci si aspettava...
L'unica cosa che si salva sono varie scene in cui vengono presi in giro alcuni stereotipi presenti negli anime, in maniera devo dire molto pungente e divertente.
Ma troppo poco per la sufficienza.
Difficile definire questo anime, in quanto non si presta a un genere specifico. Daijuji Kuro è un dotto ma spiantato detective dell'occulto, verrà assoldato per trovare un grimorio, un tipo di libro molto raro necessario per le magie, e guarda caso si imbatterà nel più potente esponente di questo genere, il Necronomicon. Il libro per non cadere nelle mani di una setta malvagia, nelle vesti di una ragazza, stringerà un patto con lui scombussolandogli la vita. Fino a quà l'anime non si discosterebbe troppo dalla massa, se non fosse per il fatto che contiene molti elementi diversi tra loro. L'atmosfera è abbastanza soffusa da dare quel misticismo e la fisionomia dei personaggi, come del resto i dialoghi e la storia generale sono abbastanza seri. Ma in questa storia di magia nera, a contrastare questa serietà, o meglio a renderla molto più leggera, vi sono: una discreta quantità di espressioni buffe, character super-deformed, accenni di fanservice e la presenza dei classicissimi robottoni Giapponesi. Pur non avendo visto ancora molte puntate, questo anime personalmente mi è piaciuto abbastanza, niente di speciale ma è divertente il modo in cui affronta certi stereotipi. 7,5