Memole dolce Memole
Sono affezionata a Memole perché è stato un cartone della mia infanzia, da bambina non mi perdevo una puntata. Non vedevo l'ora che uscisse uno gnomo anche dal bosco che c'era vicino a casa mia!
I disegni di Memole sono molto "morbidi", dolci, tondeggianti: i personaggi sembrano proprio usciti da una favola. Predominano i colori chiari, e i fondali sono spesso colorati ad acquarello, dando ancora più l'impressione di un'atmosfera da sogno. Particolari gli occhi dei protagonisti, e i bordi a "ricciolo" degli oggetti e capelli.
Ottimo il doppiaggio italiano, buono l'adattamento. E' stato anche un cartone animato pochissimo censurato da Mediaset (anche se alcuni dialoghi sono stati rimaneggiati), vuoi anche perché anche in originale era destinato a un pubblico di bambini.
Oltre a tanti momenti allegri e dolci, non mancheranno gli attimi malinconici e un bel finale.
Tutti i personaggi hanno un loro carattere ben definito, e alla fine ci affeziona a tutti.
A rivederlo adesso da adulti potrebbe sembrare a volte troppo melenso o lento; ma tutt'oggi pochi cartoni animati possono vantare un character design così originale.
Da vedere!
Bella e allegra la sigla italiana. Incantevoli anche quelle giapponesi, in particolare quella finale dove, invece che animazioni, ci sono dei "veri" pupazzi con le fattezze di Memole e delle case del villaggio dei folletti.
I disegni di Memole sono molto "morbidi", dolci, tondeggianti: i personaggi sembrano proprio usciti da una favola. Predominano i colori chiari, e i fondali sono spesso colorati ad acquarello, dando ancora più l'impressione di un'atmosfera da sogno. Particolari gli occhi dei protagonisti, e i bordi a "ricciolo" degli oggetti e capelli.
Ottimo il doppiaggio italiano, buono l'adattamento. E' stato anche un cartone animato pochissimo censurato da Mediaset (anche se alcuni dialoghi sono stati rimaneggiati), vuoi anche perché anche in originale era destinato a un pubblico di bambini.
Oltre a tanti momenti allegri e dolci, non mancheranno gli attimi malinconici e un bel finale.
Tutti i personaggi hanno un loro carattere ben definito, e alla fine ci affeziona a tutti.
A rivederlo adesso da adulti potrebbe sembrare a volte troppo melenso o lento; ma tutt'oggi pochi cartoni animati possono vantare un character design così originale.
Da vedere!
Bella e allegra la sigla italiana. Incantevoli anche quelle giapponesi, in particolare quella finale dove, invece che animazioni, ci sono dei "veri" pupazzi con le fattezze di Memole e delle case del villaggio dei folletti.
Quanto mi piaceva quest'anime quando ero piccola! La protagonista, la piccola Memole, vive in un piccolo villaggio di folletti nella foresta. Beh, in realtà non si tratta proprio di folletti, bensì di extraterrestri, i piccoli abitanti del pianeta Filofilo, che si trovano a vivere forzatamente sulla Terra perché la loro astronave su cui stavano viaggiando (il 243, come dice la sigla) era stata costretta a un atterraggio di fortuna e loro sono in attesa di soccorsi.
La vita è tranquilla e Memole trascorre le sue giornate fra giochi con i suoi inseparabili amici e coetanei Popi e Mino (che ha spesso con sé il fratellino Piui) e noiosissimi addestramenti a cui tutti i Fileni sono costretti: fingersi morti per difendersi dal loro nemico naturale, il "Brivido" (che altri non è che il nostro gatto domestico), finché la protagonista non incontra Mariel, una bambina umana, dolcissima ma molto malata. Memole, decisissima ad aiutarla a guarire, nonostante il divieto di mostrarsi agli umani si mostra a Mariel ed è l'inizio di una grande amicizia.
La storia è molto carina, Memole è adorabile e i suoi amici simpaticissimi. Il doppiaggio è ottimo, Deborah Magnaghi rende benissimo la piccola protagonista.
Il character design è particolare e adattissimo ai folletti.
Anche la sigla, dei tempi d'oro della D'Avena, è bella.
Lo so, c'è di meglio in giro, ma anche in nome dei vecchi tempi io do alla serie 10.
La vita è tranquilla e Memole trascorre le sue giornate fra giochi con i suoi inseparabili amici e coetanei Popi e Mino (che ha spesso con sé il fratellino Piui) e noiosissimi addestramenti a cui tutti i Fileni sono costretti: fingersi morti per difendersi dal loro nemico naturale, il "Brivido" (che altri non è che il nostro gatto domestico), finché la protagonista non incontra Mariel, una bambina umana, dolcissima ma molto malata. Memole, decisissima ad aiutarla a guarire, nonostante il divieto di mostrarsi agli umani si mostra a Mariel ed è l'inizio di una grande amicizia.
La storia è molto carina, Memole è adorabile e i suoi amici simpaticissimi. Il doppiaggio è ottimo, Deborah Magnaghi rende benissimo la piccola protagonista.
Il character design è particolare e adattissimo ai folletti.
Anche la sigla, dei tempi d'oro della D'Avena, è bella.
Lo so, c'è di meglio in giro, ma anche in nome dei vecchi tempi io do alla serie 10.
Abbiamo qui forse una delle produzioni più notevoli della stagione d'oro degli anime in Italia, degna di apparire al fianco di mostri sacri come Candy o Anna dai Capelli Rossi.
Non lasciatevi ingannare dal tratto soffuso e delicato perché comunque le scelte grafiche rendono la visione della serie estremamente piacevole (i tratti morbidi dei protagonisti e gli sfondi acquarellati rimangono sicuramente nel cuore di tutti gli spettatori). Anche la trama, apparentemente infantile e incentrata su elfi e gnomi (che in quel periodo andavano per la maggiore, si vedano ad esempio anche Belfy e Lillibith) in realtà, fra le pieghe della storia, nasconde degli spunti molto più maturi e profondi di quanto si possa immaginare a prima vista. Primo tra tutti l'amicizia, profondissima, che si instaura fra le due protagoniste. Un'amicizia che non procederà linearmente, al di là dei facili cliché, ma che conoscerà continui alti e bassi anche in considerazione della diversa specie cui Memole e Mariel appartengono, di una stranissima rivalità in amore oltre che dell'immaturità della stessa Mariel, incapace ancora di gestire adeguatamente i rapporti umani in quanto vissuta fino ad allora in una specie di solitaria e viziatissima bambagia.
L'evoluzione del loro rapporto, vissuto giorno dopo giorno, presenta delle sfumature psicologiche tali da renderla interessante anche ad un pubblico adulto ed è sicuramente uno dei punti di forza dell'intera serie. Aggiungiamoci poi dei comprimari perfettamente verosimili, in virtù della solita, apprezzabilissima, mancanza di divisioni nette fra bene e male che caratterizza gran parte delle produzioni giapponesi (e meno male direi visto che di melassa ne abbiamo fin troppa); un ritmo narrativo che si mantiene costante con degli allargamenti e degli sviluppi assolutamente non convenzionali ed un background campagnolo di grande impatto visivo (sembra di stare sospesi al di fuori del tempo e dello spazio, in una specie di fiaba bucolica). Insomma, questa serie, purtroppo poco conosciuta, andrebbe sicuramente rivalutata. Personalmente non posso che consigliarla a tutti dato che le cinquanta puntate scivolano via leggere senza alcuna difficoltà, essendo assolutamente equilibrate ai fini dello sviluppo della trama.
Non lasciatevi ingannare dal tratto soffuso e delicato perché comunque le scelte grafiche rendono la visione della serie estremamente piacevole (i tratti morbidi dei protagonisti e gli sfondi acquarellati rimangono sicuramente nel cuore di tutti gli spettatori). Anche la trama, apparentemente infantile e incentrata su elfi e gnomi (che in quel periodo andavano per la maggiore, si vedano ad esempio anche Belfy e Lillibith) in realtà, fra le pieghe della storia, nasconde degli spunti molto più maturi e profondi di quanto si possa immaginare a prima vista. Primo tra tutti l'amicizia, profondissima, che si instaura fra le due protagoniste. Un'amicizia che non procederà linearmente, al di là dei facili cliché, ma che conoscerà continui alti e bassi anche in considerazione della diversa specie cui Memole e Mariel appartengono, di una stranissima rivalità in amore oltre che dell'immaturità della stessa Mariel, incapace ancora di gestire adeguatamente i rapporti umani in quanto vissuta fino ad allora in una specie di solitaria e viziatissima bambagia.
L'evoluzione del loro rapporto, vissuto giorno dopo giorno, presenta delle sfumature psicologiche tali da renderla interessante anche ad un pubblico adulto ed è sicuramente uno dei punti di forza dell'intera serie. Aggiungiamoci poi dei comprimari perfettamente verosimili, in virtù della solita, apprezzabilissima, mancanza di divisioni nette fra bene e male che caratterizza gran parte delle produzioni giapponesi (e meno male direi visto che di melassa ne abbiamo fin troppa); un ritmo narrativo che si mantiene costante con degli allargamenti e degli sviluppi assolutamente non convenzionali ed un background campagnolo di grande impatto visivo (sembra di stare sospesi al di fuori del tempo e dello spazio, in una specie di fiaba bucolica). Insomma, questa serie, purtroppo poco conosciuta, andrebbe sicuramente rivalutata. Personalmente non posso che consigliarla a tutti dato che le cinquanta puntate scivolano via leggere senza alcuna difficoltà, essendo assolutamente equilibrate ai fini dello sviluppo della trama.
Semplicemente meraviglioso, un piccolo sogno ad occhi aperti.
Ricordo con il cuore che mi batte forte questo bellissimo anime, una delle poche cose che mi faceva correre alla televisione pur di non perdermelo in nessun modo. Ho sempre amato la magia e l’idea concettuale di “mondo fatato”. Questi sintomi, se mi passate il termine giocoso, o sensazioni, le avvertii anche godendomi il ben noto “David gnomo”, che potremmo identificare come la controparte maschile della piccola e dolcissima Memole.
La bellezza di questo prodotto sta indubbiamente, principalmente nella sua veste grafica più che originale: piena, arrotondata, dolce, gentile, soffice, un tratto particolare e unico, come volute di fumo plastico e tangibile che formano scorci dinamici e allo stesso tempo immobili come quadri espressionisti, vere e proprie scene da sogno.
Colori dalle tonalità pastellate e acquarellate tingono la pellicola di una segreta magia naturale e misteriosa, e i volti stessi dei personaggi sono qualcosa di unico e originale, dal chara completamente differente rispetto ai titoli che giravano nello stesso periodo che rievoca le antiche leggende direttamente evocate da Madre Terra. Gli sfondi, le animazioni curate e di norma, a livello qualitativo sopra la media, arricchiscono ancor più le scene e rendono tangibili i protagonisti.
Il chara design poi sarà d’ispirazione per tantissimi altri anime futuri, proponendo i corpi dei folletti come Memole, quasi deformed, con una grossa testa e un grosso corpo, e con piccole corte gambette che regalano al soggetto un’aria dolce e tenera.
Prima manga poi anime, Memole possiede un regista d’eccezione, Osamu Kasai, che diverrà celeberrimo grazie al sempiterno Dragonball.
Tratta la storia di alcuni folletti che in realtà sono piccolissimi alieni giunti dallo spazio, e naufragati, secondo un classico plot dell’epoca, sulla Terra. Una di queste, per l’appunto Memole, finirà per fare amicizia dopo una serie di peripezie con una ragazzina giovane e di salute cagionevole, Mariel, e fra le due nascerà subito una grande, sincera e salda amicizia.
Solitamente autoconclusivi, gli episodi trattano temi semplici da intendere, ma abbastanza profondi; l’anime ha una bivalenza d’interesse sia per grandi e piccini, e se ne evince che non abbia un target predefinito (inizialmente si potrebbe pensare che sia stato concepito come un particolare e atipico Shoujo, ma a mio parere non è così). Tenerissima, doppiata in italiano da una vocina dolce e indimenticabile, generosa e schietta, Memole mi ha affascinato per il suo visino amabile e l’aspetto esteriore che rimanda senza ripensamenti ai magici, misteriosi folletti delle mitologie nord europee, nella loro inquietante semplicità, custodi di segreti dimenticati e piccole ma eterne magie.
Un piccolo, imperdibile gioiellino incorniciato da scene dipinte come camei evanescenti e zuccherosi, un vero e proprio tesoro di quel tipo d’animazione che riesce ad essere immortale e inossidabile, anche dopo tanti anni sulle spalle.
Ricordo con il cuore che mi batte forte questo bellissimo anime, una delle poche cose che mi faceva correre alla televisione pur di non perdermelo in nessun modo. Ho sempre amato la magia e l’idea concettuale di “mondo fatato”. Questi sintomi, se mi passate il termine giocoso, o sensazioni, le avvertii anche godendomi il ben noto “David gnomo”, che potremmo identificare come la controparte maschile della piccola e dolcissima Memole.
La bellezza di questo prodotto sta indubbiamente, principalmente nella sua veste grafica più che originale: piena, arrotondata, dolce, gentile, soffice, un tratto particolare e unico, come volute di fumo plastico e tangibile che formano scorci dinamici e allo stesso tempo immobili come quadri espressionisti, vere e proprie scene da sogno.
Colori dalle tonalità pastellate e acquarellate tingono la pellicola di una segreta magia naturale e misteriosa, e i volti stessi dei personaggi sono qualcosa di unico e originale, dal chara completamente differente rispetto ai titoli che giravano nello stesso periodo che rievoca le antiche leggende direttamente evocate da Madre Terra. Gli sfondi, le animazioni curate e di norma, a livello qualitativo sopra la media, arricchiscono ancor più le scene e rendono tangibili i protagonisti.
Il chara design poi sarà d’ispirazione per tantissimi altri anime futuri, proponendo i corpi dei folletti come Memole, quasi deformed, con una grossa testa e un grosso corpo, e con piccole corte gambette che regalano al soggetto un’aria dolce e tenera.
Prima manga poi anime, Memole possiede un regista d’eccezione, Osamu Kasai, che diverrà celeberrimo grazie al sempiterno Dragonball.
Tratta la storia di alcuni folletti che in realtà sono piccolissimi alieni giunti dallo spazio, e naufragati, secondo un classico plot dell’epoca, sulla Terra. Una di queste, per l’appunto Memole, finirà per fare amicizia dopo una serie di peripezie con una ragazzina giovane e di salute cagionevole, Mariel, e fra le due nascerà subito una grande, sincera e salda amicizia.
Solitamente autoconclusivi, gli episodi trattano temi semplici da intendere, ma abbastanza profondi; l’anime ha una bivalenza d’interesse sia per grandi e piccini, e se ne evince che non abbia un target predefinito (inizialmente si potrebbe pensare che sia stato concepito come un particolare e atipico Shoujo, ma a mio parere non è così). Tenerissima, doppiata in italiano da una vocina dolce e indimenticabile, generosa e schietta, Memole mi ha affascinato per il suo visino amabile e l’aspetto esteriore che rimanda senza ripensamenti ai magici, misteriosi folletti delle mitologie nord europee, nella loro inquietante semplicità, custodi di segreti dimenticati e piccole ma eterne magie.
Un piccolo, imperdibile gioiellino incorniciato da scene dipinte come camei evanescenti e zuccherosi, un vero e proprio tesoro di quel tipo d’animazione che riesce ad essere immortale e inossidabile, anche dopo tanti anni sulle spalle.
Un cartone dal gusto molto semplice, laddove abbiamo delle magnifiche colorazioni e ottimi fondali, ma i character dei disegni non sempre sono all'altezza.
Un anime che è "un david gnomo femminile" con la differenza che questa chiave rosa del cartone ha dei contorni molto spiccati su cui si basa l'intera trama, ovvero la curiosità di conoscere gente nuova e il calarsi in una realtà diversa dalla consueta.
E quale miglior modo se non quello di sfruttare per l'ennesima volta il canovaccio essere umano-alieni?
La risposta sta proprio in questo anime una nanetta tutto pepe che ha voglia di avventure con un gigante essere umano, che impara subito le "usanze" dei terrestri, ovvero il saper amare, il saper distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è e il desiderio di fare sempre nuove scoperte e amicizie.
L'unico problema è che il doppiaggio ha melassato fin troppo i dialoghi per renderlo accessibilissimo ai più piccini, ma in questo modo anziché rendere giustizia al cartone ha fatto perdere quel pò di interesse che il medesimo poteva suscitare, ripeto gradevolissimo nel sapiente uso dei colori e dei fondali, ma in molti tratti fin troppo ripetitivo, e dove il doppiaggio italiano doveva migliorarne la trama, l'ha peggiorata non poco.
Comunque sia rimane un anime abbastanza gradevole e alla portata di tutti.
Un anime che è "un david gnomo femminile" con la differenza che questa chiave rosa del cartone ha dei contorni molto spiccati su cui si basa l'intera trama, ovvero la curiosità di conoscere gente nuova e il calarsi in una realtà diversa dalla consueta.
E quale miglior modo se non quello di sfruttare per l'ennesima volta il canovaccio essere umano-alieni?
La risposta sta proprio in questo anime una nanetta tutto pepe che ha voglia di avventure con un gigante essere umano, che impara subito le "usanze" dei terrestri, ovvero il saper amare, il saper distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è e il desiderio di fare sempre nuove scoperte e amicizie.
L'unico problema è che il doppiaggio ha melassato fin troppo i dialoghi per renderlo accessibilissimo ai più piccini, ma in questo modo anziché rendere giustizia al cartone ha fatto perdere quel pò di interesse che il medesimo poteva suscitare, ripeto gradevolissimo nel sapiente uso dei colori e dei fondali, ma in molti tratti fin troppo ripetitivo, e dove il doppiaggio italiano doveva migliorarne la trama, l'ha peggiorata non poco.
Comunque sia rimane un anime abbastanza gradevole e alla portata di tutti.
Meraviglioso!!! Come si fa a non amare memole! Ricordo con molta nostalgia questa serie che racconta le favolose avventure di un folletto. La cosa particolare è senza dubbio il character design, bellissimo e sembra di immedesimarti in una favola perchè è unico. E' una serie, a parer mio, che nonostante sia per bambini, in fondo ti insegna e qualcosa.
Meraviglioso anche il rapporto di amicizia tra la piccola follettina e l'amica Mariel e struggente invece il discorso finale della protagonista.
Bellissimo!!!
Meraviglioso anche il rapporto di amicizia tra la piccola follettina e l'amica Mariel e struggente invece il discorso finale della protagonista.
Bellissimo!!!
“Tongari Boshi no Memoru” o come noi italiani la conosciamo, Memole, vede la luce nel 1983, dalla matita di Yasuhiro Nagura che in 3 Tankobon racchiude le avventure di una piccola aliena e dei suoi amici. L’anno seguente viene realizzato l’anime, 50 episodi a cura della Toei e sotto la supervisione di grandi protagonisti dell’animazione rosa anni 80. Si pensi al regista : Osamu Kasai, vi dice niente?(Kiss me Licia, Dragonball) e la sceneggiatura del guru nipponico degli scripter di anime Shinnichi Yukimiro (più di 50 sceneggiature al suo attivo, uno dei più prolifici del mondo).
Una nave aliena, composta da 245 membri, compie un atterraggio di emergenza sul pianeta terra. Terrorizzati dalla scoperta che questo sia abitato da giganti, i capi ordinano ai piccoli Lilulu (in Italia Filo-Filo) di non allontanarsi dalla nave ma, Memole, una piccola Lilulu curiosa e vivace forma un team di esplorazione per scoprire le meraviglie del pianeta. Incontrerà, come è ovvio che sia, un’umana, nella fattispecie una ragazzina cagionevole di salute e costretta a passare le sue giornate in casa : Mariel. Tra le due sorgerà, dopo una certa riluttanza, una profonda amicizia, che verrà spesso messa alla prova ma che si dimostrerà salda e tenace.
Guardando Memole è impossibile non cogliere istantaneamente il richiamo alla mitologia norrena. Le fattezze dei piccoli alieni ricordano molto da vicino i folletti, tanto che nella versione Italiana vengono spesso definiti tali. In quella giapponese ciò non avviene, in quanto i “folletti” in Giappone, sono creature maligne. E viene anche da pensare se Memole non sia un po’ stata l’ispiratrice di quello che oggi viene definito “Chibi”, ossia il disegno di personaggi anime (ma anche non) con il rapporto del fisico 1:1:0,5; ossia con la testa grande come il torso e le gambe lunghe la metà. I grandi occhioni luminosi, le orecchie spesso pronunciate, il tutto come chiaro richiamo a un disegno che vuole sottendere l’aspetto infantile dei personaggi, minimizzando quindi la loro aggressività ed esaltandone la dolcezza.
Ma a chi è rivolto Memole e cosa vuole trasmetterci? Ad un primo sguardo si direbbe un incrocio tra un kodomo classico e un majokko anni'80. Quindi uno shojo per bambine? Non credo. Memole è dedicato un po’ a tutti coloro che vogliono staccare la spina dalla cruda realtà del mondo e immergersi in uno scenario zuccherato, fatto di sogni tenui, da brezze sottili e da problemi che possono essere risolti richiamando una magia piccola e innocente, arricciando il naso, un po’ come faceva Samantha, nel famoso telefilm americano degli anni 70. Memole sa quindi incantare i suoi spettatori, non solo bambini, anche adulti, con storie leggere e sobrie, spesso autoconclusive, dove non ci sono praticamente mai veri antagonisti. Il dramma è lasciato fuori dalla porta e lo spettatore è condotto in un mondo di nuvole e arcobaleni, sereno, rilassante, una sorta di spa mentale con musica ambient.
Come abbiamo già detto il disegno è molto particolare. Il popolo Lilulu è rappresentato con fattezze singolari, che saranno d’ispirazione a moltissimi altri anime. Anche Mariel (una dei pochissimi umani che vedremo) è atipica per i primi anni 80. Gli sfondi e il colore richiamano acquerelli e luci soffuse, sfumati in tenui riflessi, come se il tutto fosse osservato attraverso un sottile velo di nebbia. Un disegno decisamente accattivante dato il periodo di emissione, che coinvolgerà una vasta fetta di pubblico.
In sostanza un anime dolce, dolcissimo, che cade lentamente, come una piuma portata dal vento, negli occhi degli spettatori. Consigliato a chi non è mai stanco di quell’atmosfera romantica che spesso nel mondo frenetico e cupo di oggi, manca. Sette.
Una nave aliena, composta da 245 membri, compie un atterraggio di emergenza sul pianeta terra. Terrorizzati dalla scoperta che questo sia abitato da giganti, i capi ordinano ai piccoli Lilulu (in Italia Filo-Filo) di non allontanarsi dalla nave ma, Memole, una piccola Lilulu curiosa e vivace forma un team di esplorazione per scoprire le meraviglie del pianeta. Incontrerà, come è ovvio che sia, un’umana, nella fattispecie una ragazzina cagionevole di salute e costretta a passare le sue giornate in casa : Mariel. Tra le due sorgerà, dopo una certa riluttanza, una profonda amicizia, che verrà spesso messa alla prova ma che si dimostrerà salda e tenace.
Guardando Memole è impossibile non cogliere istantaneamente il richiamo alla mitologia norrena. Le fattezze dei piccoli alieni ricordano molto da vicino i folletti, tanto che nella versione Italiana vengono spesso definiti tali. In quella giapponese ciò non avviene, in quanto i “folletti” in Giappone, sono creature maligne. E viene anche da pensare se Memole non sia un po’ stata l’ispiratrice di quello che oggi viene definito “Chibi”, ossia il disegno di personaggi anime (ma anche non) con il rapporto del fisico 1:1:0,5; ossia con la testa grande come il torso e le gambe lunghe la metà. I grandi occhioni luminosi, le orecchie spesso pronunciate, il tutto come chiaro richiamo a un disegno che vuole sottendere l’aspetto infantile dei personaggi, minimizzando quindi la loro aggressività ed esaltandone la dolcezza.
Ma a chi è rivolto Memole e cosa vuole trasmetterci? Ad un primo sguardo si direbbe un incrocio tra un kodomo classico e un majokko anni'80. Quindi uno shojo per bambine? Non credo. Memole è dedicato un po’ a tutti coloro che vogliono staccare la spina dalla cruda realtà del mondo e immergersi in uno scenario zuccherato, fatto di sogni tenui, da brezze sottili e da problemi che possono essere risolti richiamando una magia piccola e innocente, arricciando il naso, un po’ come faceva Samantha, nel famoso telefilm americano degli anni 70. Memole sa quindi incantare i suoi spettatori, non solo bambini, anche adulti, con storie leggere e sobrie, spesso autoconclusive, dove non ci sono praticamente mai veri antagonisti. Il dramma è lasciato fuori dalla porta e lo spettatore è condotto in un mondo di nuvole e arcobaleni, sereno, rilassante, una sorta di spa mentale con musica ambient.
Come abbiamo già detto il disegno è molto particolare. Il popolo Lilulu è rappresentato con fattezze singolari, che saranno d’ispirazione a moltissimi altri anime. Anche Mariel (una dei pochissimi umani che vedremo) è atipica per i primi anni 80. Gli sfondi e il colore richiamano acquerelli e luci soffuse, sfumati in tenui riflessi, come se il tutto fosse osservato attraverso un sottile velo di nebbia. Un disegno decisamente accattivante dato il periodo di emissione, che coinvolgerà una vasta fetta di pubblico.
In sostanza un anime dolce, dolcissimo, che cade lentamente, come una piuma portata dal vento, negli occhi degli spettatori. Consigliato a chi non è mai stanco di quell’atmosfera romantica che spesso nel mondo frenetico e cupo di oggi, manca. Sette.
Un cartoon della mia infanzia, quando lo vedevo restavo incantata! Perfetto per le bambine, privo di ogni forma di violenza, fa innamorare del mondo dei folletti. Bello e nitido il disegno dei personaggi, la trama è in linea con altri grandi manga per pubblico femminile di questo periodo.
Favola ispirata da pollicino rielaborata in chiave tenera.
Fantastica la sigla di Cristina D'Avena!!!!
Favola ispirata da pollicino rielaborata in chiave tenera.
Fantastica la sigla di Cristina D'Avena!!!!
Ok, forse il fatto di essere donna è significativo, ma ricordo Memole come un cartone garbato e gradevole. La trama è piuttosto semplice (sebbene verso gli ultimi episodi, con l'entrata in campo del personaggio di Grazia, qualcosina in più acquista), ma d'altronde quanti cartoni non vanno al di là di una trama banale - semplice - scusa per botte da orbi? La cosa che però rimane a distanza di anni è l'incredibile originalità dei caratteri (specialmente la somatica degli occhi) e la purezza degli sfondi, ariosi e superbamente colorati. Una serie mai più ritrovata. Peccato
Di certo non è una serie per noi ragazzi, mi ha sempre annoiato abbastanza, è tutto troppo soft e Kawaii. La storia dopo aver affrontato i problemi dell'amica umana di Memole diventa ancor meno profonda o interessante. Cos'è allora che rende secondo me questo anime sopra la sufficienza? Facile, il tratto e i colori! Non ho più visto un'anime con uno stile e dei colori del genere, rotondeggianti e acquarellati in maniera unica e inconfondibile. Credo che un paio di puntate vadano viste.
Sarà che l'ho sempre considerato un anime per ragazzine ma non sono mai riuscito a farmelo piacere. E' una favoletta che segue le avventure episodiche di una follettina. Assolutamente in linea con le produzioni dell'epoca. Apprezzabile la realizzazione complessiva ed originale il character design. Il mio voto è dovuto al fatto che non ha mai riscontrato i miei gusti. E'possibile che possa risultare ancora apprezzato da un pubblico giovane ma non credo che Memole sia qualcosa che resterà nella storia degli anime.