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 6
AkiraSakura

Episodi visti: 12/12 --- Voto 3
Prendete una pentola, aprite il rubinetto dell'inezia più totale e riempitela; dopodiché fate bollire molteplici scaglie di "Patlabor" al suo interno, con una salsa di fanservice sberluccicoso e due etti di fujoshi bait coadiuvati da una massiccia dose di salsa di bishounen. Una volta raggiunta la cottura, condite il tutto con una loli dai capelli rosa, delle ragazzine sceme che si atteggiano a poliziotte e una idol virtuale messa lì a caso; a questo punto, versate un po' di mecha di basso livello nell'impasto e insaporitelo con qualche battaglia tra robot trasformabili a dir poco risibile, che farebbe rabbrividire gli otaku che negli anni ottanta si trastullavano con "Bubblegum Crisis", "Mospeada" e "Megazone 23". Il piatto è servito, ecco a voi "Active Raid", il nuovo anime di Goro Taniguchi! Ma vi avverto: potrebbe nuocere gravemente al vostro apparato gastrointestinale, costringendovi a chiudervi in quello che il buon Fonzie di "Happy Days" definiva il suo ufficio personale.

E' veramente stremante la digestione di uno scempio così noioso, confusionario, genuinamente goffo, ridicolo, che uccide le parole "sceneggiatura", "dialoghi" e "personaggi" con gli stessi metodi che utilizzava il regime di Pol Pot nella Cambogia degli anni sessanta. Il "Patlabor" firmato da Mamoru Oshii si rivolta nella tomba: è stato sabotato e reso un feticcio senza spessore alcuno, senza niente, a parte l'enorme pena che si prova per il declino di Taniguchi, regista che in passato era stato capace di sfornare opere del calibro di "Planetes" e "Infinite Ryvius". Mi duole ammetterlo, ma in confronto a questa venefica poltiglia, che sembra diretta da un bambino di sei anni che si diletta a giocare con la telecamera del padre durante una gita in campagna, "Code Geass" è il nuovo "Legend of the Galactic Heroes" dell'animazione. E non sto scherzando.

La suprema fiera del nulla - un vuoto gravoso, pesante, che trasmette disagio, nausea e un mal di vivere a dir poco ontologico nello spettatore - si destreggia nel suo modus operandi eseguendo una rozza lobotomia del mezzo animato in se stesso, che viene amputato a mo' di snuff movie attraverso decadenti e stizziti episodi autoconclusivi, un coacervo di colori fiammeggianti che s'impone positivamente accaparrandosi gli elogi di ciechi e sordi "raccontando" (l'intento sarebbe questo, astraendo dal risultato finale) le gesta di una pattuglia (sarebbe più appropriato utilizzare il termine poltiglia) di poliziotte kawaii e poliziotti bishounen - non uso le parole fighetti poser al fine di non urtare la sensibilità delle fujoshi - che, dopo circa quindici minuti di supplizio (dello spettatore) devono indossare un'armatura robotica per picchiare i cattivi, uno dei quali si tratta di un pazzoide anoressico dal passato traumatico che trama nell'ombra come aggirare le politiche di Draghi alla BCE, far cadere il governo Renzi ed evitare che la Merkel venga rieletta dai tedeschi.

C'è comunque da dire che, dal nono episodio in poi, nella nostra marmaglia putrescente incomincia a venire a galla qualcosa che potrebbe essere definito come una "sceneggiatura", sebbene paia il prodotto di uno scrittore di "Novella 2000" che si è improvvisato Anthony Yerkovich dopo aver bevuto una bottiglia di amaro calabrese di troppo. Peccato però che l'episodio finale - definirlo svogliato e tirato per i capelli sarebbe un complimento - si rimangi tutti i (pochi) passi mossi dall'opera verso la dignità, riportando il tutto alle solite pagliacciate trash che non riescono manco a suscitare il riso, talmente paiono buttate lì a caso senza alcuna intenzione finalistica da parte dello staff diversa dall'incassare lo stipendio a fine mese facendo il minimo sforzo possibile - neanche gli aspetti tecnici si salvano, a parte quei bei colori sgargianti la cui unica utilità potrebbe essere quella di attirare le zanzare sullo schermo del televisore durante l'estate, quell'estate del 2016 in cui uscirà addirittura una seconda stagione (!) di questo obbrobrio. Ma qualcosa mi dice che non la guarderò. E il mio benessere psicofisico mi ringrazierà della cortesia.


 8
Meganoide

Episodi visti: 12/12 --- Voto 3
Ispirarsi al passato non è certo un crimine. L'animazione giapponese sforna opere da decenni, e certi concetti alla base di vecchi anime possono benissimo essere rispolverati e riadattati per risultare gradevoli agli standard attuali. "Active Raid", almeno secondo le prime anticipazioni, sarebbe potuto essere un nuovo "Patlabor": una scelta sicuramente peculiare, visto che parliamo di un mecha/poliziesco con forti tinte di slice of life e commedia.

Ma entriamo nello specifico: "Active Raid" è ambientato in una Tokyo vagamente futuristica, dove l'utilizzo di esoscheletri potenziati è divenuto fondamentale per moltissimi campi, che vanno dai lavori pesanti alla pubblica sicurezza. Ed è proprio in quest'ultimo ambito che ritroviamo i protagonisti dell'opera: l'unità 8 della terza divisone d'assalto della quinta sezione di sicurezza pubblica, chiamata semplicemente "l'ottava". Tale unità è dotata di "Willware", esoscheletri potenziati che vengono utilizzati dai protagonisti per fermare criminali particolarmente ostici (non senza una buona dose di danni collaterali).

Come potete constatare, vi sono ovvi rimandi alle avventure del "Secondo plotone di polizia: sezione veicoli speciali" di "Patlabor", e anche la struttura dell'opera parrebbe effettivamente somigliante: episodi essenzialmente conclusivi e continuity ridotta al minimo. Tuttavia, a mano a mano che la serie prosegue, si fanno sempre più continui riferimenti all'organizzazione Logos, che diverrà l'avversario dell'ottava sezione per il resto dell'anime. In effetti, più che "Patlabor", una scelta del genere ricorda più le serie "GitS: Stand Alone Complex", ma ciò non sarebbe necessariamente un male, visto che sarebbe comunque una fonte ottima.

Quindi, messa da parte la struttura, possiamo iniziare a esaminare i problemi dell'opera, ovvero tutto il resto. Iniziamo dai personaggi: essi sono piuttosto scialbi e stereotipati, e in generale ogni membro della sezione ricopre un determinato "ruolo" caratteriale. Ciò non sarebbe un problema se quest'anime fosse effettivamente una commedia coma "Patlabor", ma hanno deciso di intraprendere un cammino ibrido con pseudo-serietà e pseudo-leggerezza, e l'opera avrebbe decisamente beneficiato di personaggi più profondi. Anche gli antagonisti sono veramente mediocri: di fatto sono i soliti individui tronfi e flemmatici che ammorbano moltissime serie moderne.

Ma quello non è il cardine di tutte le criticità di "Active Raid": la verità è che storia e sceneggiatura sono un vero disastro nucleare, e questo danneggia irrimediabilmente ogni altro aspetto dell'anime.
I primi otto episodi si sviluppano nella classica forma autoconclusiva: in quasi tutti appare un criminale, l'ottava sezione viene incaricata di arrestarlo, arriva qualche nuovo Willwear per qualche membro, la situazione viene risolta. Il problema è che questo canovaccio viene, di volta in volta, inserito in una sceneggiatura episodica di qualità veramente infima. Devo ammettere che sono poche le serie che mi hanno colpito così in negativo, e sembra proprio che abbiano scelto idee a caso per rinnovare costantemente la formula che si erano proposti di utilizzare. Ovviamente, come accennato, le direzioni prese spaziano da espedienti leggeri, o addirittura comici (ma l'aggettivo più corretto sarebbe ridicoli) a sezioni più poliziesche e serie (o almeno vorrebbero esserlo), dando vita a un'amalgama ben difficile da digerire.
Verso la fine invece appare un po' di continuity, e la serie si risolleva parzialmente per merito dell'abbandono di tutte le situazioni stupide presenti nei precedenti episodi e l'assunzione di un tono più serio (ma resta inficiata dalla scarsa qualità dei personaggi, anche se c'è un lieve miglioramento nella sezione antagonisti). Inoltre la notizia di una seconda serie faceva auspicare che la fase conclusiva fosse del tutto terminata, e che l'attuale storia si sarebbe sviluppata in un qualcosa di più ampio respiro. Ma questo ottimismo poteva durare? Assolutamente no, e infatti il poco di buono che si era andato a formare è stato totalmente vanificato da un ultimo episodio di qualità ignobile, ricco di forzature e desiderio di chiudere la storia.
Altra nota di demerito è il fanservice utilizzato: fra la vestizione dei due piloti esperti (chiaro fujoshi bait), qualche costume succinto ogni tanto (femminile in questo caso), l'opera sembra voler dare il classico "colpo alla botte e colpo al cerchio" per accontentare tutti, con l'unico risultato di sprecare minuti (i loro, che avrebbero potuto utilizzare meglio, e i nostri, con i quali avremmo potuto guardare altro).

Insomma: una sorta di masochistico autosabotaggio. Eppure le premesse per una buona opera ci sarebbero state, specialmente in quanto a capo della regia vi è nientepopodimeno che Goro Taniguchi. Sapere che al timone c'è l'uomo che ha diretto con successo "Planetes" e "Mugen no Ryvius" solitamente dovrebbe dare una certa sicurezza, ma in questo caso la regia è stata per larghissime parti anonima: fondamentalmente non c'era nulla che desse la possibilità di mettere in risalto la direzione (che, infondo, non è stata pessima). Solo verso il finale si può assistere a qualche sprazzo interessante, ma quando manca il materiale su cui lavorare, ottenere un buon risultato è praticamente impossibile.
In sintesi: quest'opera è stata pianificata e scritta malissimo, con evidente incapacità di tracciare un'efficace via di sviluppo.

Anche la parte tecnica è un campo che non attira certo lodi. Se nelle sezioni di combattimento hanno tentato di dare tutta la cura possibile, bisogna comunque riportare che la qualità media generale non è altissima: i fondali alquanto mediocri, l'abbondante CG e le animazioni dei personaggi spesso piuttosto ridotte non permetteranno certo a questa serie di essere ricordata per il suo comparto tecnico. Il comparto audio invece fa una figura decisamente migliore, e direi che è decisamente appropriato al genere di opera in questione, ma purtroppo pecca un po' in varietà.
Ciononostante è uno dei pochissimi aspetti salvabili dell'opera.

Concludendo, non mi sento di consigliare quest'opera a nessuno, in quanto è stata affossata da una pervasiva mediocrità, una generale mancanza di fantasia e una pessima capacità compositiva.
Il 3 che assegno a quest'opera è il perfetto suggello che incorona questo disastro.