KonoSuba
La terza stagione si avvicina, quindi è tempo di recensire le prime due, visto che le ho appena recuperate.
Trama e storia
La serie adatta i primi volumi del manga, che a sua volta eredita dalla light novel. Avendo già recensito la versione a fumetti, vi invito, se voleste maggiori dettagli, a dare un’occhiata anche là: trama e personaggi sono gli stessi.
La storia è semplice: Kazuma muore in modo ridicolo e, alle porte del paradiso, la dea Aqua gli offre l'opportunità di poter diventare un eroe in un mondo fantasy, con lo scopo di sconfiggere il Demon King. Lui accetta e, avendo la possibilità di portare qualcosa con sé, decide di portarsi Aqua stessa, che però si rivela stupida e inetta (pur con enormi poteri). Ben presto si uniranno al gruppo altri due elementi altrettanto estremi: la maga tredicenne Megumin, che conosce un unico incantesimo potentissimo, e la crociata Darkness, masochista e capace solo di incassare colpi. La serie ci proporrà quindi le prime (dis)avventure di questo scalcinato gruppo di eroi.
Stiamo parlando quindi di un isekai con toni fortemente demenziali, la cui trama di fondo è sostanzialmente un pretesto e che rimane del tutto legata a quest che durano un singolo episodio. Il fulcro del racconto è rappresentato solo in parte dalle varie avventure vissute dal gruppo, che sono piuttosto banali e in buona parte prive di mordente, mentre in parte riguarda il rapporto di Kazuma con le tre ragazze.
Nei dieci episodi vengono presentati un sacco di situazioni marginali e due principali scontri (il primo contro un generale dell’esercito del Demon King, il secondo contro un’antica fortezza semovente), ma i toni restano sempre piuttosto stupidi. Le battaglie non assumono mai un tono drammatico e spesso gli scontri vengono stemperati dagli eccessi o dalle mancanze di uno dei protagonisti.
Qua e là, nei combattimenti principali, in verità è presente qualche occasionale strizzata d’occhio a mostrare un minimo di epica, ponendo l’accento su questo o quell’incantesimo particolarmente potente e risolutivo nel finale di uno scontro. Un espediente presente anche in altre serie, nulla di innovativo, ma comunque utilizzato con parsimonia. Una scelta che mi è parsa azzeccata, una piccola concessione di pochi secondi per dare maggior risalto al climax di questo o quell’altro episodio.
Merita un’analisi a parte lo sgradevole episodio 9. La serie presenta qualche blando rimando ecchi qua e là, ma il livello è davvero molto leggero e il tono non cresce mai fino a diventare eccessivo. L’episodio in questione, al contrario, è puro fanservice e l’ho trovato anche abbastanza di cattivo gusto. Oltre a non aggiungere nulla, ad essere piuttosto noioso e ad essere probabilmente il meno divertente dell’intera stagione, è anche disegnato in modo davvero orribile.
Ah... piccola nota a margine, la scala del cringe in molti episodi sale a livelli molto molto alti... però tutto sommato “Konosuba” è riuscito a intrattenermi e l'ho trovato in buona parte divertente. Non promette niente fin da principio, e non regala niente. Ma ti fa spegnere il cervello e fare quattro risate facili.
Sviluppo dei personaggi
Sviluppo dei personaggi del tutto assente... era già molto blando nei diciassette volumi del manga, figuriamoci in questa serie che adatta solo i primi quattro.
Kazuma è un protagonista che per la maggior parte del tempo è vessato dalle compagne per la propria mancanza di spina dorsale, deriso da chiunque per le scarse capacità e sostanzialmente vittima degli eventi per la mancanza di potenza. Saltuariamente, qua e là, ottiene qualche blanda soddisfazione, ma per la maggior parte del tempo risulta poco intrigante, nonostante una certa vena di malizia che lo accompagna e che dovrebbe rendercelo un po' più simpatico. Questo dal punto di vista caratteriale, ma tutto sommato viene fatto un discreto lavoro nel renderlo abbastanza scaltro da massimizzare le risorse a propria disposizione per arrivare a successi insperati in modi a volte rocamboleschi.
Aqua viene detto fin dall’inizio che ha un’intelligenza al di sotto della media... ma la cosa è accentuata in modo a volte esagerato, e pare davvero non arrivare neanche al minimo sindacale, risultando (in alcune fasi) stucchevole e (sempre) fastidiosa come una spina nelle mutande.
Darkness in questa fase iniziale è ancora estrema, e gli spazi lasciati per farle esprimere il suo masochismo terminale sono sostanzialmente tutto ciò che ha. Peccato che, così facendo, il personaggio risulti poco interessante, sostanzialmente una macchietta senza spessore (però si presta a scene abbastanza ridicole e divertenti).
Megumin non pervenuta. Ci viene detto che Kazuma la considera una bambina, che è fissata con il suo incantesimo Explosion... e basta, non c’è altro. Spara un sacco di fuochi d’artificio, ma quanto a caratterizzazione in sostanza non esiste.
Animazioni e disegni
La serie consta di nove episodi disegnati e animati in modo tutt’altro che ineccepibile. Si è visto di meglio, inutile negarlo. E spesso, anche. Il decimo episodio, il numero 9 di cui ho parlato sopra, è un tripudio di tette che ballano in un miasma di disegni brutti e, sinceramente, è quasi inaccettabile per qualcosa uscito nell’ultimo decennio. Ci sono anime con venti o trent’anni di vita che sono invecchiati meglio.
Comparto sonoro
Comparto sonoro secondo me gradevole, con un doppiaggio con delle belle voci che mi è piaciuto, e due sigle che non sono troppo fastidiose (comunque non corrispondenti ai miei gusti, quindi le ho ‘skippate’ sempre).
In definitiva
In definitiva, un’opera il cui unico scopo è far ridere in modo demenziale. Risulta anche più stupida del manga, pur raccontando gli stessi eventi. C’è una trama di base, ma il tutto è episodico, i personaggi sono estremizzati e non c’è da cercarci dentro profondità di alcun tipo: si spegne il cervello e si guarda con lo stesso impegno che si metterebbe nella visione di un film di Pierino (ma qui almeno la parte ecchi è confinata quasi tutta in un unico episodio).
Trama e storia
La serie adatta i primi volumi del manga, che a sua volta eredita dalla light novel. Avendo già recensito la versione a fumetti, vi invito, se voleste maggiori dettagli, a dare un’occhiata anche là: trama e personaggi sono gli stessi.
La storia è semplice: Kazuma muore in modo ridicolo e, alle porte del paradiso, la dea Aqua gli offre l'opportunità di poter diventare un eroe in un mondo fantasy, con lo scopo di sconfiggere il Demon King. Lui accetta e, avendo la possibilità di portare qualcosa con sé, decide di portarsi Aqua stessa, che però si rivela stupida e inetta (pur con enormi poteri). Ben presto si uniranno al gruppo altri due elementi altrettanto estremi: la maga tredicenne Megumin, che conosce un unico incantesimo potentissimo, e la crociata Darkness, masochista e capace solo di incassare colpi. La serie ci proporrà quindi le prime (dis)avventure di questo scalcinato gruppo di eroi.
Stiamo parlando quindi di un isekai con toni fortemente demenziali, la cui trama di fondo è sostanzialmente un pretesto e che rimane del tutto legata a quest che durano un singolo episodio. Il fulcro del racconto è rappresentato solo in parte dalle varie avventure vissute dal gruppo, che sono piuttosto banali e in buona parte prive di mordente, mentre in parte riguarda il rapporto di Kazuma con le tre ragazze.
Nei dieci episodi vengono presentati un sacco di situazioni marginali e due principali scontri (il primo contro un generale dell’esercito del Demon King, il secondo contro un’antica fortezza semovente), ma i toni restano sempre piuttosto stupidi. Le battaglie non assumono mai un tono drammatico e spesso gli scontri vengono stemperati dagli eccessi o dalle mancanze di uno dei protagonisti.
Qua e là, nei combattimenti principali, in verità è presente qualche occasionale strizzata d’occhio a mostrare un minimo di epica, ponendo l’accento su questo o quell’incantesimo particolarmente potente e risolutivo nel finale di uno scontro. Un espediente presente anche in altre serie, nulla di innovativo, ma comunque utilizzato con parsimonia. Una scelta che mi è parsa azzeccata, una piccola concessione di pochi secondi per dare maggior risalto al climax di questo o quell’altro episodio.
Merita un’analisi a parte lo sgradevole episodio 9. La serie presenta qualche blando rimando ecchi qua e là, ma il livello è davvero molto leggero e il tono non cresce mai fino a diventare eccessivo. L’episodio in questione, al contrario, è puro fanservice e l’ho trovato anche abbastanza di cattivo gusto. Oltre a non aggiungere nulla, ad essere piuttosto noioso e ad essere probabilmente il meno divertente dell’intera stagione, è anche disegnato in modo davvero orribile.
Ah... piccola nota a margine, la scala del cringe in molti episodi sale a livelli molto molto alti... però tutto sommato “Konosuba” è riuscito a intrattenermi e l'ho trovato in buona parte divertente. Non promette niente fin da principio, e non regala niente. Ma ti fa spegnere il cervello e fare quattro risate facili.
Sviluppo dei personaggi
Sviluppo dei personaggi del tutto assente... era già molto blando nei diciassette volumi del manga, figuriamoci in questa serie che adatta solo i primi quattro.
Kazuma è un protagonista che per la maggior parte del tempo è vessato dalle compagne per la propria mancanza di spina dorsale, deriso da chiunque per le scarse capacità e sostanzialmente vittima degli eventi per la mancanza di potenza. Saltuariamente, qua e là, ottiene qualche blanda soddisfazione, ma per la maggior parte del tempo risulta poco intrigante, nonostante una certa vena di malizia che lo accompagna e che dovrebbe rendercelo un po' più simpatico. Questo dal punto di vista caratteriale, ma tutto sommato viene fatto un discreto lavoro nel renderlo abbastanza scaltro da massimizzare le risorse a propria disposizione per arrivare a successi insperati in modi a volte rocamboleschi.
Aqua viene detto fin dall’inizio che ha un’intelligenza al di sotto della media... ma la cosa è accentuata in modo a volte esagerato, e pare davvero non arrivare neanche al minimo sindacale, risultando (in alcune fasi) stucchevole e (sempre) fastidiosa come una spina nelle mutande.
Darkness in questa fase iniziale è ancora estrema, e gli spazi lasciati per farle esprimere il suo masochismo terminale sono sostanzialmente tutto ciò che ha. Peccato che, così facendo, il personaggio risulti poco interessante, sostanzialmente una macchietta senza spessore (però si presta a scene abbastanza ridicole e divertenti).
Megumin non pervenuta. Ci viene detto che Kazuma la considera una bambina, che è fissata con il suo incantesimo Explosion... e basta, non c’è altro. Spara un sacco di fuochi d’artificio, ma quanto a caratterizzazione in sostanza non esiste.
Animazioni e disegni
La serie consta di nove episodi disegnati e animati in modo tutt’altro che ineccepibile. Si è visto di meglio, inutile negarlo. E spesso, anche. Il decimo episodio, il numero 9 di cui ho parlato sopra, è un tripudio di tette che ballano in un miasma di disegni brutti e, sinceramente, è quasi inaccettabile per qualcosa uscito nell’ultimo decennio. Ci sono anime con venti o trent’anni di vita che sono invecchiati meglio.
Comparto sonoro
Comparto sonoro secondo me gradevole, con un doppiaggio con delle belle voci che mi è piaciuto, e due sigle che non sono troppo fastidiose (comunque non corrispondenti ai miei gusti, quindi le ho ‘skippate’ sempre).
In definitiva
In definitiva, un’opera il cui unico scopo è far ridere in modo demenziale. Risulta anche più stupida del manga, pur raccontando gli stessi eventi. C’è una trama di base, ma il tutto è episodico, i personaggi sono estremizzati e non c’è da cercarci dentro profondità di alcun tipo: si spegne il cervello e si guarda con lo stesso impegno che si metterebbe nella visione di un film di Pierino (ma qui almeno la parte ecchi è confinata quasi tutta in un unico episodio).
"Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!", anche conosciuto con il titolo breve "Konosuba", è un isekai-ecchi del 2016 dello Studio Deen. La storia parla di un hikikomori e NEET di nome Kazuma Satou, che un giorno, uscito di casa, nel tentativo di salvare una ragazza, viene coinvolto in un incidente stradale. Il ragazzo giunge nell'aldilà, dove ad aspettarlo c'è la Dea Aqua, che gli propone di tornare in vita in un mondo fantasy per cercare di sconfiggere il Re dei Demoni, dicendogli che addirittura potrà scegliere un oggetto, tra infinite armi e abilità, da portare con sé. Il ragazzo, posto davanti a una scelta, alla fine decide di accettare la proposta di Aqua e di portare con sé proprio la dea. La sua decisione viene approvata e i due vengono catapultati in questo mondo fantasy, con l'unico scopo di migliorarsi, imparare nuove abilità e sconfiggere il Re dei Demoni, per tornare alla realtà di tutti i giorni. Ben presto alla brigata si aggiungeranno due nuovi personaggi, l'arcistrega Megumin e il crociato Darkness, con cui il protagonista e Aqua vivranno numerose avventure.
La trama risulta essere estremamente semplice, con i protagonisti che affrontano diverse quest per racimolare denaro e punti esperienza per salire di livello, con in mente sempre lo stesso obiettivo, ovvero sconfiggere il Re dei Demoni. Le quest sono spesso e volentieri comiche e assurde, come la battaglia contro l'esercito di verze o la caccia alle rane giganti. Essendo un harem-ecchi, non mancano momenti e scene hot e situazioni equivoche. Ma l'elemento che più di tutti risalta all'interno dell'opera è senza ombra di dubbio la vena demenziale vera e propria, scaturita dai personaggi stessi; Darkness è un crociato dalla mente malata e perversa che gode nel provare dolore, Megumin un'arcistrega in grado di lanciare un solo incantesimo di esplosione per poi svenire, e Aqua una dea con il Q.I. più basso della norma. Sono loro tre, che mettono continuamente in situazioni difficili Kazuma, a reggere la comicità a tratti demenziale dell'opera che, difatti, oltre a ciò, non ha altro da offrire.
Apprezzabili sia le musiche di Masato Koda, tra cui l'opening, e il character design di Koichi Kikuta, seppur più volte mi sia trovato in personale conflitto con la forma delle bocche dei personaggi, che a tratti sembrano essere deformate.
Serie consigliata a chi viene da una visione impegnata e ha voglia di svagarsi completamente e farsi qualche grassa risata.
La trama risulta essere estremamente semplice, con i protagonisti che affrontano diverse quest per racimolare denaro e punti esperienza per salire di livello, con in mente sempre lo stesso obiettivo, ovvero sconfiggere il Re dei Demoni. Le quest sono spesso e volentieri comiche e assurde, come la battaglia contro l'esercito di verze o la caccia alle rane giganti. Essendo un harem-ecchi, non mancano momenti e scene hot e situazioni equivoche. Ma l'elemento che più di tutti risalta all'interno dell'opera è senza ombra di dubbio la vena demenziale vera e propria, scaturita dai personaggi stessi; Darkness è un crociato dalla mente malata e perversa che gode nel provare dolore, Megumin un'arcistrega in grado di lanciare un solo incantesimo di esplosione per poi svenire, e Aqua una dea con il Q.I. più basso della norma. Sono loro tre, che mettono continuamente in situazioni difficili Kazuma, a reggere la comicità a tratti demenziale dell'opera che, difatti, oltre a ciò, non ha altro da offrire.
Apprezzabili sia le musiche di Masato Koda, tra cui l'opening, e il character design di Koichi Kikuta, seppur più volte mi sia trovato in personale conflitto con la forma delle bocche dei personaggi, che a tratti sembrano essere deformate.
Serie consigliata a chi viene da una visione impegnata e ha voglia di svagarsi completamente e farsi qualche grassa risata.
Tutto inizia con la morte di Kazuma Sato, classico nerd patito dei videogiochi poco socievole. Nonostante tutto, gli viene proposto di rinascere in un altro mondo da una generosa dea, per sconfiggere un demone molto potente. Kazuma può scegliere solo un item da portarsi appresso presente nella sala di questa dea. Dopo una lunga valutazione di questi oggetti, il ragazzo decide di portare con sé la stessa dea che gli ha assegnato questa missione. Così inizia la avventura di Kazuma e la dea Aqua.
La storia è un classico visto e rivisto, il ragazzo muore, rinasce in un mondo fantasy pieno di mostri e quest da fare con un gruppo di 'sfigate' cerebrolese. Nonostante tutto non mi sento di sconsigliare questo adattamento animato, vista la ottima riuscita della parte comica. I personaggi sono caratterizzati molto bene, infatti possiamo trovare in questo gruppo dalla ragazza pervertita sadomasochista fino alla maga che usa un unico incantesimo, perché è tarata mentalmente. Insomma, in poche parole c'è molto da ridere e nient'altro. In aggiunta propone anche qualche scena sensuale come siamo abituati a vedere in anime di questa tipologia. Non vi aspettate nulla sul piano qualitativo, di combattimenti e animazioni. Infatti, ogni volta che viene proposto un combattimento contro un mostro o un villan viene tutto basato unicamente sulla commedia.
Le musiche scelte sono nella norma e i dialoghi semplici da seguire.
Nel complesso, da vedere se si ha voglia di fare due risate!
La storia è un classico visto e rivisto, il ragazzo muore, rinasce in un mondo fantasy pieno di mostri e quest da fare con un gruppo di 'sfigate' cerebrolese. Nonostante tutto non mi sento di sconsigliare questo adattamento animato, vista la ottima riuscita della parte comica. I personaggi sono caratterizzati molto bene, infatti possiamo trovare in questo gruppo dalla ragazza pervertita sadomasochista fino alla maga che usa un unico incantesimo, perché è tarata mentalmente. Insomma, in poche parole c'è molto da ridere e nient'altro. In aggiunta propone anche qualche scena sensuale come siamo abituati a vedere in anime di questa tipologia. Non vi aspettate nulla sul piano qualitativo, di combattimenti e animazioni. Infatti, ogni volta che viene proposto un combattimento contro un mostro o un villan viene tutto basato unicamente sulla commedia.
Le musiche scelte sono nella norma e i dialoghi semplici da seguire.
Nel complesso, da vedere se si ha voglia di fare due risate!
Voice acting: molte serie dovrebbero imparare da questa, sembra davvero che i doppiatori si divertano parecchio a recitare le loro battute, e questo aggiunge un che di speciale al tutto.
In questa parodia di isekai, non ci sono cose particolarmente divertenti tipo da farti ribaltare dalla sedia, ma praticamente ogni scena ti mette il sorriso. Come disse Gigguk (Youtube): "È come mangiare un pacchetto di popcorn", nessuno dei bocconi è particolarmente saporito, ma è dannatamente piacevole mangiarli. Questo probabilmente è dato dal fatto che non è una commedia basata su tormentoni ripetitivi che sul subito possono essere esilaranti, ma rischiano di diventare prevedibili (quindi noiosi) troppo velocemente, si tratta più di una serie di interazioni fra dei personaggi che per via della loro stessa natura "scrivono" da soli il copione, a seconda della diversa situazione in cui si trovano. La cosa difficile per i produttori era creare personaggi con la giusta chimica, e probabilmente non potevano fare meglio di così.
Man mano ci si affeziona a questo gruppo di disagiati, e non si può fare a meno di desiderare di vedere quali cose assurde faranno nella loro prossima dis-avventura.
Colonna sonora azzeccata, in particolare la prima ending (con strumento a corda non ben definito, un benjo?): a seguito di venti minuti di demenza, una canzone così tranquilla regala uno stato di pace che personalmente ho molto apprezzato.
In questa parodia di isekai, non ci sono cose particolarmente divertenti tipo da farti ribaltare dalla sedia, ma praticamente ogni scena ti mette il sorriso. Come disse Gigguk (Youtube): "È come mangiare un pacchetto di popcorn", nessuno dei bocconi è particolarmente saporito, ma è dannatamente piacevole mangiarli. Questo probabilmente è dato dal fatto che non è una commedia basata su tormentoni ripetitivi che sul subito possono essere esilaranti, ma rischiano di diventare prevedibili (quindi noiosi) troppo velocemente, si tratta più di una serie di interazioni fra dei personaggi che per via della loro stessa natura "scrivono" da soli il copione, a seconda della diversa situazione in cui si trovano. La cosa difficile per i produttori era creare personaggi con la giusta chimica, e probabilmente non potevano fare meglio di così.
Man mano ci si affeziona a questo gruppo di disagiati, e non si può fare a meno di desiderare di vedere quali cose assurde faranno nella loro prossima dis-avventura.
Colonna sonora azzeccata, in particolare la prima ending (con strumento a corda non ben definito, un benjo?): a seguito di venti minuti di demenza, una canzone così tranquilla regala uno stato di pace che personalmente ho molto apprezzato.
Mi slego dall'adattamento animato per parlare un momento solo delle light novel da cui è tratto, per sottolineare il concetto più importante riguardo questa serie: non annoia mai. Sono uscite per ora diciassette light novel, anche piuttosto lunghette, che raccontano la storia di questo party strampalato composto dalle più assurde personalità.
Insomma, abbiamo una dea di un altro mondo pigra e arrogante quanto sensibile e socievole che è stata portata lì contro la sua volontà, una maghetta fissata con le esplosioni in grado di utilizzare un'unica potentissima magia al giorno prima di svenire e dover essere riportata indietro a spalle e una crociata masochista tanto resistente e invincibile quanto incapace di mandare a segno un singolo colpo.
Ebbene, dopo i primi volumi, terminato un po' l'effetto "novità", diciamo, mi sarei aspettato il declino di questa serie, poiché non riuscivo proprio a concepire cos'altro si sarebbe potuta inventare l'autrice per mantenere alta la comicità e il divertimento. E invece mi sono ritrovato a divorare un volume dopo l'altro sempre più curioso di vedere che cosa diavolo ancora sarebbe potuto mai andare ad accadere a questo gruppo che, in qualche modo assurdo, riesce di volta in volta a compiere qualche impresa pazzesca. O semplicemente a sopravvivere alla giornata.
La trasposizione dell'anime è eccellente, non si perde quasi nulla, il comparto tecnico è ottimo e il carattere e le interazioni dei personaggi vengono resi in maniera autentica. Non mi dilungo sulla trama anche perché, francamente, è in funzione dei personaggi e del loro vivere insieme.
L'atmosfera è quella di un classico RPG in un'ambientazione fantasy con tanto di esperienza, classi, abilità da acquisire etc. Anche questo fa ovviamente da contorno alla storia e aggiunge spunti sui cui giocare.
Non aspettatevi grandi sentimentalismi, anzi, per spezzare una lancia in più a favore di questo nella categoria degli harem, è proprio che non c'è questa a volte insopportabile competizione tra le ragazze per vincersi il protagonista per cui stravedono mentre lui sta ancora cercando di capire come allacciarsi le scarpe, ma semplicemente un gruppo di ragazze che si stuzzicano tra loro ma allo stesso tempo si compensano e si accettano ognuna con le proprie manie e difetti.
Il lato ecchi è anche qui abbastanza limitato e legato alla comicità.
Il voto che lascio è così alto perché nel suo genere l'ho trovato una perla di genialità. Al punto da farmi ricercare prima il manga (pessimo), per poi finire con il leggere tutte le light novel (cosa che non avevo mai fatto prima). Una ventata di leggerezza, ma con quella punta di genialità e originalità che non può non farti amare i vari personaggi e la loro semplicità e fermezza nel non rinunciare alle proprie idee e ad essere sé stessi.
Unica pecca è che l'anime rimane inconcluso (d'altronde è uscita pochi mesi fa l'ultima light novel).
Insomma, abbiamo una dea di un altro mondo pigra e arrogante quanto sensibile e socievole che è stata portata lì contro la sua volontà, una maghetta fissata con le esplosioni in grado di utilizzare un'unica potentissima magia al giorno prima di svenire e dover essere riportata indietro a spalle e una crociata masochista tanto resistente e invincibile quanto incapace di mandare a segno un singolo colpo.
Ebbene, dopo i primi volumi, terminato un po' l'effetto "novità", diciamo, mi sarei aspettato il declino di questa serie, poiché non riuscivo proprio a concepire cos'altro si sarebbe potuta inventare l'autrice per mantenere alta la comicità e il divertimento. E invece mi sono ritrovato a divorare un volume dopo l'altro sempre più curioso di vedere che cosa diavolo ancora sarebbe potuto mai andare ad accadere a questo gruppo che, in qualche modo assurdo, riesce di volta in volta a compiere qualche impresa pazzesca. O semplicemente a sopravvivere alla giornata.
La trasposizione dell'anime è eccellente, non si perde quasi nulla, il comparto tecnico è ottimo e il carattere e le interazioni dei personaggi vengono resi in maniera autentica. Non mi dilungo sulla trama anche perché, francamente, è in funzione dei personaggi e del loro vivere insieme.
L'atmosfera è quella di un classico RPG in un'ambientazione fantasy con tanto di esperienza, classi, abilità da acquisire etc. Anche questo fa ovviamente da contorno alla storia e aggiunge spunti sui cui giocare.
Non aspettatevi grandi sentimentalismi, anzi, per spezzare una lancia in più a favore di questo nella categoria degli harem, è proprio che non c'è questa a volte insopportabile competizione tra le ragazze per vincersi il protagonista per cui stravedono mentre lui sta ancora cercando di capire come allacciarsi le scarpe, ma semplicemente un gruppo di ragazze che si stuzzicano tra loro ma allo stesso tempo si compensano e si accettano ognuna con le proprie manie e difetti.
Il lato ecchi è anche qui abbastanza limitato e legato alla comicità.
Il voto che lascio è così alto perché nel suo genere l'ho trovato una perla di genialità. Al punto da farmi ricercare prima il manga (pessimo), per poi finire con il leggere tutte le light novel (cosa che non avevo mai fatto prima). Una ventata di leggerezza, ma con quella punta di genialità e originalità che non può non farti amare i vari personaggi e la loro semplicità e fermezza nel non rinunciare alle proprie idee e ad essere sé stessi.
Unica pecca è che l'anime rimane inconcluso (d'altronde è uscita pochi mesi fa l'ultima light novel).
Attualmente "Konosuba", nella mezza dozzina e oltre di isekai che ho visto, credo sia quello con l'anima più scema, e questo... considerando la sovrabbondanza del genere, può anche essere positivo.
Il mio primo pensiero, appena ho visto il protagonista, Kazuma, è andato subito a Subaru di "Re:Zero". Un altro semi-recluso in casa, con la tuta, stranamente senza problemi di interazione sociale, che ha scelto la serata sbagliata per mettere il piede fuori dal suo tugurio. La differenza tra i due ragazzi sta nel fatto che Kazuma, oltre a cambiare il suo indumento e non finire stecchito ad ogni episodio, sarà pienamente conscio del motivo (imbarazzante) che lo ha portato a tanto e, cosa rara, verrà pure coinvolto in prima persona nella scelta della destinazione. Sua sarà la volontà di un luogo medievaleggiante al posto del paradiso o di un nuovo inizio sulla Terra.
Questa sorta di affinità tra le due serie è stata successivamente sottolineata anche nello spin-off superdeformed "Isekai Quartet", dove, all'ormai famoso Ainz di "Overlord" veniva affiancata, per similitudine, la terribile nazi-bimba Tanya di "Yojo Senki".
Vedendo la prima puntata di "Konosuba", le due domande che sorgono spontanee sono: "Perché le divinità dovrebbero progettare questa sorta di purgatorio tolkeniano e dare pure piccole concessioni, dato che nessuno vuole comprensibilmente finirci? Il signore oscuro da sconfiggere lo hanno creato loro oppure è uno di loro?" Nessuno se lo chiede, e anche noi dobbiamo sorvolare, prendendola come semplice, ennesima parodia dei Jrpg classici e, soprattutto, del cosiddetto eletto.
Il gruppetto principale, come da tradizione, andrà a costituirsi rapidamente - per essere precisi, nei primi tre episodi. Kazuma finirà per l'essere l'unico maschio in un quartetto di belle ragazze, che però non avranno interesse romantico per lui e anzi gli causeranno più guai che momenti piacevoli. L'idea vincente in effetti sta in questo, un harem senza vantaggi. La loro graziosità superficiale sarà l'unica nota positiva nell'averle vicino. D'altro canto, Aqua è sì una dea/arciprete con potenti capacità di purificazione e supporto, ma è anche piuttosto lamentosa, irresponsabile, insensibile e imbranata. Di buono ha che stranamente, per quanto egocentrica e desiderosa di attenzioni (pur sempre una dea), non ha problemi a sporcarsi le mani nei lavori umili né mostra di disprezzare in alcun modo i semplici umani. La più giovane Megumin invece è sì un'arcistrega con ottime potenzialità magiche offensive, ma per una volontà di stampo puramente feticista padroneggia solo una magia ad area dal tempo prolungato, che una volta utilizzata la prosciuga, rendendola un peso morto per la squadra. Inoltre è il tipico personaggio con la cosiddetta "sindrome della seconda media", ovvero che vuole apparire 'figo' facendo grandi proclami di sé, o di ciò che gli interessa, sempre con lo stesso schema. A chiudere poi la formazione vi è la crociata Darkness, l'unica delle tre che smuove un minimo l'interesse mascolino di Kazuma... quando è seria. Ecco, Darkness sarà anche una di nobili intenti e forzuta, ma non solo nella scherma si farebbe battere facilmente da un novellino, ma è anche una super-masochista che fantastica sempre a voce alta cose imbarazzanti. In pratica, Kazuma, pur essendo un 'niubbo' che impara abilità in stile power-player, cioè senza un'interpretazione ruolistica netta, avrà da subito, al suo servizio, ben tre classi avanzate, tutte perfette per compensare un aspetto vitale del party. Una situazione davvero invidiabile in un contesto fantasy, peccato che tutte e tre abbiano il cervello bacato e siano scarsamente efficaci nel momento del bisogno. Del resto, nemmeno Kazuma è un tipo senza macchia, e difficilmente lo si potrebbe definire davvero il capo del gruppo. Per quanto si dimostri da subito stranamente efficace nelle nuove abilità acquisite e sia dotato di un po' più di buon senso rispetto alle compagne, il ragazzo sarà sempre piuttosto diretto nel rinfacciare i difetti altrui, mostrerà una morale ballerina e sarà a sua volta tendente all'egoismo/competitività infantile. Tutti e quattro insieme faranno una bellissima e disfunzionale Armata Brancaleone.
Gli episodi puntano totalmente sull'umorismo e sulla vita quotidiana di Kazuma & compagnia nel villaggio di partenza, ovvero il luogo più lontano dal loro obiettivo finale. Una vita fatta di missioni (meno semplici di quanto si aspettassero) e di piccoli litigi. I protagonisti saranno per buona parte del tempo in bolletta e, per migliorare la loro condizione, dovranno aspettare parecchio. In questa stagione vi sono pochi combattimenti importanti, le poche morti sono visivamente innocue, la gente viene resuscitata, c'è fanservice, perlopiù leggero - eccetto che nella pepata puntata 9 con le succubi -, mancano accenni di intrighi malvagi, c'è carenza (per fortuna) di elucubrazioni paranoiche fini a sé stesse e l'atmosfera avventurosa è inevitabilmente sotto il livello degli altri isekai, più o meno seri. In pratica, è tutto un mega-tutorial.
Le occasioni per prendersi un minimo sul serio però a "Konosuba" non sono mancate, ma vengono volutamente saltate, come nell'episodio 5 con Mitsurugi. Il ragazzo, con un'origine parzialmente simile a Kazuma, era un personaggio con del potenziale drammatico, aveva dedicato tutto sé stesso alla missione, ma non solo non gli hanno fatto metabolizzare adeguatamente la verità, ma è stato pure trattato da misera macchietta perdente di passaggio. Questo episodio, ammetto, mi ha quasi tolto la voglia di continuare la visione, perché, pur rendendomi conto dello stile della serie (per questo basta il primo episodio), mi ha tolto ogni speranza di qualche sviluppo più intelligente.
Per quanto riguarda invece le figure secondarie, non si può dire che "Konosuba" ne sia particolarmente ricco. Certo, alcuni volti della città si vedono con una certa frequenza, perlopiù nella gilda, e di qualcuno ci viene accennato persino il nome verso la fine delle puntate, ma il loro sviluppo e utilizzo sono sotto la soglia minima per poterli definire dei veri personaggi. Si salva, a pelo, solo la tardiva e procace Wiz, che è pure poco credibile nel suo ruolo.
Alla fine... la leggerezza, unita ai pianti e broncetti di Aqua, sarà l'arma principale di "Konosuba". Una serie assolutamente gradevole e rilassante, ma che, anche senza tradirsi, poteva dare enormemente di più, magari non perdendo così tanto tempo con la zona di partenza o con quest poco interessanti. Presentando un avanzamento minimo della storia, almeno. Per fortuna in questa stagione (più breve della già scarsa media), vi sono almeno due boss-fight, che, per quanto in chiave di commedia, alzano un minimo l'interesse.
Staremo a vedere se la seconda stagione e i due OAV smuoveranno un minimo la situazione. Francamente non me lo aspetto, ma... mal che vada, sarà una visione divertente.
Il mio primo pensiero, appena ho visto il protagonista, Kazuma, è andato subito a Subaru di "Re:Zero". Un altro semi-recluso in casa, con la tuta, stranamente senza problemi di interazione sociale, che ha scelto la serata sbagliata per mettere il piede fuori dal suo tugurio. La differenza tra i due ragazzi sta nel fatto che Kazuma, oltre a cambiare il suo indumento e non finire stecchito ad ogni episodio, sarà pienamente conscio del motivo (imbarazzante) che lo ha portato a tanto e, cosa rara, verrà pure coinvolto in prima persona nella scelta della destinazione. Sua sarà la volontà di un luogo medievaleggiante al posto del paradiso o di un nuovo inizio sulla Terra.
Questa sorta di affinità tra le due serie è stata successivamente sottolineata anche nello spin-off superdeformed "Isekai Quartet", dove, all'ormai famoso Ainz di "Overlord" veniva affiancata, per similitudine, la terribile nazi-bimba Tanya di "Yojo Senki".
Vedendo la prima puntata di "Konosuba", le due domande che sorgono spontanee sono: "Perché le divinità dovrebbero progettare questa sorta di purgatorio tolkeniano e dare pure piccole concessioni, dato che nessuno vuole comprensibilmente finirci? Il signore oscuro da sconfiggere lo hanno creato loro oppure è uno di loro?" Nessuno se lo chiede, e anche noi dobbiamo sorvolare, prendendola come semplice, ennesima parodia dei Jrpg classici e, soprattutto, del cosiddetto eletto.
Il gruppetto principale, come da tradizione, andrà a costituirsi rapidamente - per essere precisi, nei primi tre episodi. Kazuma finirà per l'essere l'unico maschio in un quartetto di belle ragazze, che però non avranno interesse romantico per lui e anzi gli causeranno più guai che momenti piacevoli. L'idea vincente in effetti sta in questo, un harem senza vantaggi. La loro graziosità superficiale sarà l'unica nota positiva nell'averle vicino. D'altro canto, Aqua è sì una dea/arciprete con potenti capacità di purificazione e supporto, ma è anche piuttosto lamentosa, irresponsabile, insensibile e imbranata. Di buono ha che stranamente, per quanto egocentrica e desiderosa di attenzioni (pur sempre una dea), non ha problemi a sporcarsi le mani nei lavori umili né mostra di disprezzare in alcun modo i semplici umani. La più giovane Megumin invece è sì un'arcistrega con ottime potenzialità magiche offensive, ma per una volontà di stampo puramente feticista padroneggia solo una magia ad area dal tempo prolungato, che una volta utilizzata la prosciuga, rendendola un peso morto per la squadra. Inoltre è il tipico personaggio con la cosiddetta "sindrome della seconda media", ovvero che vuole apparire 'figo' facendo grandi proclami di sé, o di ciò che gli interessa, sempre con lo stesso schema. A chiudere poi la formazione vi è la crociata Darkness, l'unica delle tre che smuove un minimo l'interesse mascolino di Kazuma... quando è seria. Ecco, Darkness sarà anche una di nobili intenti e forzuta, ma non solo nella scherma si farebbe battere facilmente da un novellino, ma è anche una super-masochista che fantastica sempre a voce alta cose imbarazzanti. In pratica, Kazuma, pur essendo un 'niubbo' che impara abilità in stile power-player, cioè senza un'interpretazione ruolistica netta, avrà da subito, al suo servizio, ben tre classi avanzate, tutte perfette per compensare un aspetto vitale del party. Una situazione davvero invidiabile in un contesto fantasy, peccato che tutte e tre abbiano il cervello bacato e siano scarsamente efficaci nel momento del bisogno. Del resto, nemmeno Kazuma è un tipo senza macchia, e difficilmente lo si potrebbe definire davvero il capo del gruppo. Per quanto si dimostri da subito stranamente efficace nelle nuove abilità acquisite e sia dotato di un po' più di buon senso rispetto alle compagne, il ragazzo sarà sempre piuttosto diretto nel rinfacciare i difetti altrui, mostrerà una morale ballerina e sarà a sua volta tendente all'egoismo/competitività infantile. Tutti e quattro insieme faranno una bellissima e disfunzionale Armata Brancaleone.
Gli episodi puntano totalmente sull'umorismo e sulla vita quotidiana di Kazuma & compagnia nel villaggio di partenza, ovvero il luogo più lontano dal loro obiettivo finale. Una vita fatta di missioni (meno semplici di quanto si aspettassero) e di piccoli litigi. I protagonisti saranno per buona parte del tempo in bolletta e, per migliorare la loro condizione, dovranno aspettare parecchio. In questa stagione vi sono pochi combattimenti importanti, le poche morti sono visivamente innocue, la gente viene resuscitata, c'è fanservice, perlopiù leggero - eccetto che nella pepata puntata 9 con le succubi -, mancano accenni di intrighi malvagi, c'è carenza (per fortuna) di elucubrazioni paranoiche fini a sé stesse e l'atmosfera avventurosa è inevitabilmente sotto il livello degli altri isekai, più o meno seri. In pratica, è tutto un mega-tutorial.
Le occasioni per prendersi un minimo sul serio però a "Konosuba" non sono mancate, ma vengono volutamente saltate, come nell'episodio 5 con Mitsurugi. Il ragazzo, con un'origine parzialmente simile a Kazuma, era un personaggio con del potenziale drammatico, aveva dedicato tutto sé stesso alla missione, ma non solo non gli hanno fatto metabolizzare adeguatamente la verità, ma è stato pure trattato da misera macchietta perdente di passaggio. Questo episodio, ammetto, mi ha quasi tolto la voglia di continuare la visione, perché, pur rendendomi conto dello stile della serie (per questo basta il primo episodio), mi ha tolto ogni speranza di qualche sviluppo più intelligente.
Per quanto riguarda invece le figure secondarie, non si può dire che "Konosuba" ne sia particolarmente ricco. Certo, alcuni volti della città si vedono con una certa frequenza, perlopiù nella gilda, e di qualcuno ci viene accennato persino il nome verso la fine delle puntate, ma il loro sviluppo e utilizzo sono sotto la soglia minima per poterli definire dei veri personaggi. Si salva, a pelo, solo la tardiva e procace Wiz, che è pure poco credibile nel suo ruolo.
Alla fine... la leggerezza, unita ai pianti e broncetti di Aqua, sarà l'arma principale di "Konosuba". Una serie assolutamente gradevole e rilassante, ma che, anche senza tradirsi, poteva dare enormemente di più, magari non perdendo così tanto tempo con la zona di partenza o con quest poco interessanti. Presentando un avanzamento minimo della storia, almeno. Per fortuna in questa stagione (più breve della già scarsa media), vi sono almeno due boss-fight, che, per quanto in chiave di commedia, alzano un minimo l'interesse.
Staremo a vedere se la seconda stagione e i due OAV smuoveranno un minimo la situazione. Francamente non me lo aspetto, ma... mal che vada, sarà una visione divertente.
Sicuramente "KonoSuba", per quello che è, riesce a distinguersi dal classico isekai che potremmo trovare.
In questo anime c'è un mix di pazzia e (quasi) avventura. Il "quasi" è dovuto dal fatto che le ambientazioni sono alquanto limitate e i nemici non sono spaventosi o forti come si potrebbe pensare. Sicuramente, si capisce fin dal primo episodio che questa sarà una strana serie, perché, data l'antipatia della dea Aqua, l'eroe Kazuma deciderà di portarsela con sé, facendole un torto. E, pensandoci, questa è una cosa bambinesca, però dal canto suo ha fatto la scelta giusta. Da qui iniziano le disavventure dei due giocatori, ma per fortuna ci sono nuovi compagni che si vogliono aggiungere al gruppo, e questi sono Megumin e Darkness, ognuna con una personalità alquanto bizzarra. Affronteranno molte sfide e risolveranno problemi che piano piano si faranno sempre più grossi. Alla fine, uno dei pochi con un po' di buon senso è il povero Kazuma, che è costretto a rimanere con le sue tre compagne.
I momenti demenziali e seri di certo non mancheranno, però il punto debole di questa serie è secondo me l'inserimento di pochi personaggi cattivi. I "cattivi" ci sarebbero, però o sono troppo facili da battere oppure hanno qualche strana fissa. Una nuova carenza sarebbe nel fatto che ogni tanto spuntano uno o più personaggi nuovi, e alcuni hanno una spiegazione dietro mentre altri no.
Nel complesso, è un anime molto godibile, e sarà divertente vedere la prossima stagione.
In questo anime c'è un mix di pazzia e (quasi) avventura. Il "quasi" è dovuto dal fatto che le ambientazioni sono alquanto limitate e i nemici non sono spaventosi o forti come si potrebbe pensare. Sicuramente, si capisce fin dal primo episodio che questa sarà una strana serie, perché, data l'antipatia della dea Aqua, l'eroe Kazuma deciderà di portarsela con sé, facendole un torto. E, pensandoci, questa è una cosa bambinesca, però dal canto suo ha fatto la scelta giusta. Da qui iniziano le disavventure dei due giocatori, ma per fortuna ci sono nuovi compagni che si vogliono aggiungere al gruppo, e questi sono Megumin e Darkness, ognuna con una personalità alquanto bizzarra. Affronteranno molte sfide e risolveranno problemi che piano piano si faranno sempre più grossi. Alla fine, uno dei pochi con un po' di buon senso è il povero Kazuma, che è costretto a rimanere con le sue tre compagne.
I momenti demenziali e seri di certo non mancheranno, però il punto debole di questa serie è secondo me l'inserimento di pochi personaggi cattivi. I "cattivi" ci sarebbero, però o sono troppo facili da battere oppure hanno qualche strana fissa. Una nuova carenza sarebbe nel fatto che ogni tanto spuntano uno o più personaggi nuovi, e alcuni hanno una spiegazione dietro mentre altri no.
Nel complesso, è un anime molto godibile, e sarà divertente vedere la prossima stagione.
E' un anime davvero molto carino che consiglio a chiunque non dispiacciano gli ecchi.
Sinceramente, dopo svariate delusioni, avevo rinunciato a guardare anime di questo genere, ma le ottime recensioni che avevo letto sui vari siti mi hanno fatto ricredere.
Senza 'spoilerarvi' nulla, già dai primi venti minuti me ne sono innamorato. Non solo l'ottima qualità grafica dell'episodio che ti lascia affascinato, ma anche il modo in cui viene presentato l'inizio della storia e i primi personaggi catturano appieno la tua fantasia, non lasciandoti altro che una voglia smisurata di guardarti tutto l'anime d'un fiato, come se non ci fosse un domani.
E infatti, proseguendo con gli episodi, le tue aspettative vengono ampiamente soddisfatte. Svariati protagonisti unici e originali, una trama buona e avvincente, e un sacco di scene molto carine e divertenti, mischiate alle personalità dei protagonisti alquanto bizzarre, rendono l'anime molto fluido e divertente, perfetto per farsi un po' di risate nelle "calde" giornate d'estate.
L'anime è davvero buono, ma ho dato 8,5 perché ho riscontrato un leggero calo generale nella seconda stagione (ma, se siete amanti degli anime, la cosa non vi dovrebbe sorprendere) e perché l'impressione finale che mi ha dato è di una sorta di "light porn" per bambini di otto-dodici anni.
Comunque l'anime nel complesso merita un sacco, vi consiglio di vederlo almeno una volta.
Sinceramente, dopo svariate delusioni, avevo rinunciato a guardare anime di questo genere, ma le ottime recensioni che avevo letto sui vari siti mi hanno fatto ricredere.
Senza 'spoilerarvi' nulla, già dai primi venti minuti me ne sono innamorato. Non solo l'ottima qualità grafica dell'episodio che ti lascia affascinato, ma anche il modo in cui viene presentato l'inizio della storia e i primi personaggi catturano appieno la tua fantasia, non lasciandoti altro che una voglia smisurata di guardarti tutto l'anime d'un fiato, come se non ci fosse un domani.
E infatti, proseguendo con gli episodi, le tue aspettative vengono ampiamente soddisfatte. Svariati protagonisti unici e originali, una trama buona e avvincente, e un sacco di scene molto carine e divertenti, mischiate alle personalità dei protagonisti alquanto bizzarre, rendono l'anime molto fluido e divertente, perfetto per farsi un po' di risate nelle "calde" giornate d'estate.
L'anime è davvero buono, ma ho dato 8,5 perché ho riscontrato un leggero calo generale nella seconda stagione (ma, se siete amanti degli anime, la cosa non vi dovrebbe sorprendere) e perché l'impressione finale che mi ha dato è di una sorta di "light porn" per bambini di otto-dodici anni.
Comunque l'anime nel complesso merita un sacco, vi consiglio di vederlo almeno una volta.
Kazuma Satou è un ragazzo giapponese che passa le sue giornate (e nottate) davanti al monitor del computer della sua stanza, in cui il sole non penetra per nulla a causa di fitte tende; egli è il tipico giovane della modernità che potrebbe essere facilmente definito come "hikikomori", una parola giapponese per designare un individuo che si estranea dalla società per varie ragioni. A causa di un "incidente" (non voglio scriver troppo per non rovinare la comicità della situazione), muore.
In quello che potremmo chiamare "aldilà", il nostro protagonista incontra una dea di nome Aqua, responsabile delle essenze dei vari esseri umani di vari mondi all'arrivo nel "paradiso", ma, al contrario della solita procedura, la poca virtuosa dea gli propone una reincarnazione in un differente mondo che ha regole di realtà molto simili a quelle di un videogioco MMORPG, in cambio della promessa che il nostro giovane Kazuma sconfigga il re dei demoni, un essere che sta mandando nel caos il suddetto mondo, vestendo i panni dell'eroe venuto da una terra lontana. Con il vantaggio di ricordare tutto una volta reincarnato e conservando il suo aspetto, tenendo conto del fatto che ha la possibilità di scegliere una potentissima arma con la quale sconfiggere il potente nemico, nulla, sembra, può andare storto; peccato che a causa di una ripicca il nostro eroe sceglie di portarsi dietro la dea, con sua forte protesta. Da qui lui scopre la totale inutilità della nuova compagna, solo brava a lamentarsi. Poveri, senza nessun oggetto utile con il quale andare avanti in un mondo che va sconfiggendo mostri, esplorando dungeon, i due iniziano la loro avventura.
Riassunto così, il titolo "Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!" (traducibile come: "Sia benedetto questo mondo meraviglioso") potrebbe sembrare un titolo ironico, e in effetti è proprio così.
Nel corso dei dieci episodi si assiste a un vero proprio calvario da parte dei due protagonisti, non sul come essi devono riuscire a sconfiggere il nemico, ma, piuttosto, su come essi possono sopravvivere nell'angusto, più che meraviglioso, nuovo mondo in cui sono stati catapultati.
Parodia riuscitissima delle comuni caratteristiche dei MMORPG, similmente come fa "Gintama" con i manga Jump e gli anime in generale, "Konosuba" dona allo spettatore, continuamente, attimi esilaranti, intrattenendo e divertendo chiunque, credo, lo guardi (specie se si è un fan del sopracitato genere di videogioco.
Consigliandolo a tutti, di qualsiasi fascia d'età, finisco la recensione esprimendo il mio apprezzamento sia per l'opening che per l'ending della prima stagione di questa serie e aggiungendo, inoltre, che quest'anime è sicuramente la prova che non solo l'originalità dell'ambientazione di un'opera è importante da considerare per il suo successo.
In quello che potremmo chiamare "aldilà", il nostro protagonista incontra una dea di nome Aqua, responsabile delle essenze dei vari esseri umani di vari mondi all'arrivo nel "paradiso", ma, al contrario della solita procedura, la poca virtuosa dea gli propone una reincarnazione in un differente mondo che ha regole di realtà molto simili a quelle di un videogioco MMORPG, in cambio della promessa che il nostro giovane Kazuma sconfigga il re dei demoni, un essere che sta mandando nel caos il suddetto mondo, vestendo i panni dell'eroe venuto da una terra lontana. Con il vantaggio di ricordare tutto una volta reincarnato e conservando il suo aspetto, tenendo conto del fatto che ha la possibilità di scegliere una potentissima arma con la quale sconfiggere il potente nemico, nulla, sembra, può andare storto; peccato che a causa di una ripicca il nostro eroe sceglie di portarsi dietro la dea, con sua forte protesta. Da qui lui scopre la totale inutilità della nuova compagna, solo brava a lamentarsi. Poveri, senza nessun oggetto utile con il quale andare avanti in un mondo che va sconfiggendo mostri, esplorando dungeon, i due iniziano la loro avventura.
Riassunto così, il titolo "Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!" (traducibile come: "Sia benedetto questo mondo meraviglioso") potrebbe sembrare un titolo ironico, e in effetti è proprio così.
Nel corso dei dieci episodi si assiste a un vero proprio calvario da parte dei due protagonisti, non sul come essi devono riuscire a sconfiggere il nemico, ma, piuttosto, su come essi possono sopravvivere nell'angusto, più che meraviglioso, nuovo mondo in cui sono stati catapultati.
Parodia riuscitissima delle comuni caratteristiche dei MMORPG, similmente come fa "Gintama" con i manga Jump e gli anime in generale, "Konosuba" dona allo spettatore, continuamente, attimi esilaranti, intrattenendo e divertendo chiunque, credo, lo guardi (specie se si è un fan del sopracitato genere di videogioco.
Consigliandolo a tutti, di qualsiasi fascia d'età, finisco la recensione esprimendo il mio apprezzamento sia per l'opening che per l'ending della prima stagione di questa serie e aggiungendo, inoltre, che quest'anime è sicuramente la prova che non solo l'originalità dell'ambientazione di un'opera è importante da considerare per il suo successo.
Una delle novità più significative che, negli ultimissimi anni, ha interessato il mercato degli anime, è stato l'affermarsi di un nuovo genere narrativo che, in attesa di una sua nomenclatura definitiva, sono solito chiamare “intrappolati in un MMORPG”. Per chi ancora non lo sapesse, un MMORPG (acronimo di Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) è un videogioco che permette a un numero enorme di persone di giocare insieme collegandosi in rete; i giocatori, in particolare, interpretano personaggi creati ad hoc, capaci di imparare nuove abilità e diventare più forti affrontando sfide via via più difficili, il tutto all'interno di mondi di dimensioni spesso davvero notevoli.
Estremizzando l'esperienza che si può vivere giocando a un MMORPG, gli anime appartenenti a questo genere si basano sull'ipotesi che, a seguito di un qualche particolare evento, persone reali rimangano “intrappolate” all'interno di uno di questi giochi nei panni del loro alter ego virtuale; da questo momento in poi essi dovranno vivere seguendo le regole del gioco in questione, perseguendo diversi obiettivi e rischiando la pelle ogni giorno.
“Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!” (o più semplicemente “Konosuba”) è anch'esso un anime di questo tipo; nato nel 2013 come una light novel scritta da Natsume Akatsuki e illustrata da Kurone Mishima, ha ottenuto l'anno successivo un adattamento manga sulle pagine del Monthly Dragon Age con disegni affidati a Masahito Watari. All'inizio del 2016, lo Studio Deen decide di produrne un anime, ma viene considerato inizialmente come un trascurabile prodotto di nicchia: composto da soli dieci episodi e decisamente poco pubblicizzato, “Konosuba” si è rivelato invece un grandissimo successo, al punto che si è deciso di annunciare la realizzazione di una seconda stagione già al termine dell'ultimo episodio.
Spendiamo qualche parola sulla trama. Morto a seguito di un incidente davvero ridicolo, l'anima del sedicenne Katsuma Sato viene portata al cospetto della dea Aqua, che gli offre la possibilità di reincarnarsi nei panni di un eroe in un mondo fantasy che vive secondo le dinamiche tipiche di un MMORPG. Il ragazzo, che durante la sua vita era stato un hikikomori appassionato di videogiochi, è allettato dall'offerta, anche perché per rendere più semplice il suo inserimento nel nuovo mondo gli viene data la possibilità di portare con sé un oggetto o un'abilità potentissima. Dopo un litigio con la dea, però, per ripicca Katsuma sceglie di portare con sé la stessa Aqua, e la sua richiesta, nonostante le vibranti proteste di lei, viene accettata. Giunti nel nuovo mondo, Katsuma si renderà subito conto che la sua compagna, a dispetto della sua natura divina, è un soggetto completamente inutile; così, non possedendo nessun'altra abilità particolare, si troverà costretto a sgobbare duramente per cercare di aumentare rapidamente di livello. E come accade in qualsiasi MMORPG degno di questo nome, dovrà anche impegnarsi a cercare dei nuovi compagni con cui formare un party almeno decente; peccato che quelli disponibili saranno strambi almeno quanto la capricciosa dea dell'acqua.
“Konosuba” è, fondamentalmente, una parodia a carattere demenziale dei MMORPG; seppur godibilissimo anche da chi non li conosce, il suo vero valore può essere colto meglio da chi invece ci gioca (o ci ha giocato) abitualmente: costoro, infatti, saranno capaci di intuire meglio le varie sfumature comiche presenti in questo anime. Qualcuno potrebbe ribattere che in realtà si tratta del solito anime che riprende i soliti cliché presenti in mille altri titoli e si limita a dargli una bella rimescolata senza apportare nulla di veramente innovativo; una parodia non ha il compito di rinnegare i cliché, ma, al contrario, quello di abusarne fino a ridicolizzarli. Ed è proprio questo quello che accade qui; basta guardare la caratterizzazione che è stata attribuita ai vari personaggi per capirlo.
Il protagonista non è un eroe invincibile ma è un soggetto sotto la media le cui doti principali sono il sarcasmo e una certa esperienza come videogiocatore; il tank (ossia quella classe che negli MMORPG ha il compito di concentrare su di sé tutti gli attacchi del nemico) viene rappresentato come una masochista; il mago è una chuunibyou capace di usare una sola magia al giorno; il curatore è una dea svampita e inutile. Queste figure, parlando in generale, potrebbero anche non piacere; ma è innegabile il fatto che gli abbinamenti fatti siano azzeccatissimi.
E, dato che stiamo parlando dei personaggi, per una volta, una menzione particolare meritano anche i “nemici”, esilaranti come pochi. Il “Dullahan”, in particolare, è il boss più improbabile mai visto: a dispetto della figura maestosa di cui dispone, ogni volta che appare riesce puntualmente a coprirsi di ridicolo. Ma, come dicevo in precedenza, il numero delle chicche presenti in questo anime è davvero troppo grande per poterle elencare tutte.
Va specificato che, a differenza di quanto si possa pensare, “Konosuba” non è un harem, o almeno non lo è per come concepisco io il genere. E' vero che Katsuma è circondato solo da ragazze, ma non c'è nessun coinvolgimento sentimentale (almeno per ora) e la mancanza di questo elemento mi induce a negargli questa collocazione.
E' presente, invece, la componente ecchi, ma, personalmente, non l'ho trovata né eccessiva né particolarmente fastidiosa; fa eccezione a quanto detto il simpatico vestitino di Aqua, che risolve l'annoso dilemma “vista mutandine sì - vista mutandine no”, non facendo indossare alla dea alcun tipo di biancheria intima. Ovviamente Aqua si ritroverà spesso col sedere nudo in bella vista, e obiettivamente questo lo si poteva evitare.
Il comparto grafico mi è sembrato davvero buono: i disegni sono semplici ma molto belli da vedere; l'uso dei colori è quello classico, in cui ogni tonalità è scelta col fine aiutare lo spettatore a distinguere meglio i personaggi e le abilità che posseggono.
Altrettanto buono è anche il comparto sonoro: la sigla di apertura, “Fantastic Dreamer” cantata da Machico, è molto orecchiabile; ma il vero capolavoro è la sigla di chiusura, “Chiisana Boukensha”, una dolcissima cantilena cantata addirittura dalle tre doppiatrici dei tre personaggi femminili principali.
Se non può essere considerato come l'anime migliore nel suo genere, “Konosuba”, a parere di chi scrive, è sicuramente il più divertente fra quelli visti finora. Uno dei suoi suo maggiori meriti è la costanza di rendimento: in genere titoli di questo tipo funzionano per due-tre episodi e poi cominciano a declinare impietosamente. “Konosuba”, invece, offre un livello di divertimento costante per tutta la sua durata, grazie a personaggi dotati di una forte carica umoristica e ad una sceneggiatura follemente geniale. Va detto che il numero di episodi complessivi poteva e doveva essere maggiore: è strano che lo Studio Deen non abbia subito intuito il potenziale di questo prodotto. Che dire, evidentemente tra loro non ci sono moltissimi giocatori di MMORPG...
Estremizzando l'esperienza che si può vivere giocando a un MMORPG, gli anime appartenenti a questo genere si basano sull'ipotesi che, a seguito di un qualche particolare evento, persone reali rimangano “intrappolate” all'interno di uno di questi giochi nei panni del loro alter ego virtuale; da questo momento in poi essi dovranno vivere seguendo le regole del gioco in questione, perseguendo diversi obiettivi e rischiando la pelle ogni giorno.
“Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!” (o più semplicemente “Konosuba”) è anch'esso un anime di questo tipo; nato nel 2013 come una light novel scritta da Natsume Akatsuki e illustrata da Kurone Mishima, ha ottenuto l'anno successivo un adattamento manga sulle pagine del Monthly Dragon Age con disegni affidati a Masahito Watari. All'inizio del 2016, lo Studio Deen decide di produrne un anime, ma viene considerato inizialmente come un trascurabile prodotto di nicchia: composto da soli dieci episodi e decisamente poco pubblicizzato, “Konosuba” si è rivelato invece un grandissimo successo, al punto che si è deciso di annunciare la realizzazione di una seconda stagione già al termine dell'ultimo episodio.
Spendiamo qualche parola sulla trama. Morto a seguito di un incidente davvero ridicolo, l'anima del sedicenne Katsuma Sato viene portata al cospetto della dea Aqua, che gli offre la possibilità di reincarnarsi nei panni di un eroe in un mondo fantasy che vive secondo le dinamiche tipiche di un MMORPG. Il ragazzo, che durante la sua vita era stato un hikikomori appassionato di videogiochi, è allettato dall'offerta, anche perché per rendere più semplice il suo inserimento nel nuovo mondo gli viene data la possibilità di portare con sé un oggetto o un'abilità potentissima. Dopo un litigio con la dea, però, per ripicca Katsuma sceglie di portare con sé la stessa Aqua, e la sua richiesta, nonostante le vibranti proteste di lei, viene accettata. Giunti nel nuovo mondo, Katsuma si renderà subito conto che la sua compagna, a dispetto della sua natura divina, è un soggetto completamente inutile; così, non possedendo nessun'altra abilità particolare, si troverà costretto a sgobbare duramente per cercare di aumentare rapidamente di livello. E come accade in qualsiasi MMORPG degno di questo nome, dovrà anche impegnarsi a cercare dei nuovi compagni con cui formare un party almeno decente; peccato che quelli disponibili saranno strambi almeno quanto la capricciosa dea dell'acqua.
“Konosuba” è, fondamentalmente, una parodia a carattere demenziale dei MMORPG; seppur godibilissimo anche da chi non li conosce, il suo vero valore può essere colto meglio da chi invece ci gioca (o ci ha giocato) abitualmente: costoro, infatti, saranno capaci di intuire meglio le varie sfumature comiche presenti in questo anime. Qualcuno potrebbe ribattere che in realtà si tratta del solito anime che riprende i soliti cliché presenti in mille altri titoli e si limita a dargli una bella rimescolata senza apportare nulla di veramente innovativo; una parodia non ha il compito di rinnegare i cliché, ma, al contrario, quello di abusarne fino a ridicolizzarli. Ed è proprio questo quello che accade qui; basta guardare la caratterizzazione che è stata attribuita ai vari personaggi per capirlo.
Il protagonista non è un eroe invincibile ma è un soggetto sotto la media le cui doti principali sono il sarcasmo e una certa esperienza come videogiocatore; il tank (ossia quella classe che negli MMORPG ha il compito di concentrare su di sé tutti gli attacchi del nemico) viene rappresentato come una masochista; il mago è una chuunibyou capace di usare una sola magia al giorno; il curatore è una dea svampita e inutile. Queste figure, parlando in generale, potrebbero anche non piacere; ma è innegabile il fatto che gli abbinamenti fatti siano azzeccatissimi.
E, dato che stiamo parlando dei personaggi, per una volta, una menzione particolare meritano anche i “nemici”, esilaranti come pochi. Il “Dullahan”, in particolare, è il boss più improbabile mai visto: a dispetto della figura maestosa di cui dispone, ogni volta che appare riesce puntualmente a coprirsi di ridicolo. Ma, come dicevo in precedenza, il numero delle chicche presenti in questo anime è davvero troppo grande per poterle elencare tutte.
Va specificato che, a differenza di quanto si possa pensare, “Konosuba” non è un harem, o almeno non lo è per come concepisco io il genere. E' vero che Katsuma è circondato solo da ragazze, ma non c'è nessun coinvolgimento sentimentale (almeno per ora) e la mancanza di questo elemento mi induce a negargli questa collocazione.
E' presente, invece, la componente ecchi, ma, personalmente, non l'ho trovata né eccessiva né particolarmente fastidiosa; fa eccezione a quanto detto il simpatico vestitino di Aqua, che risolve l'annoso dilemma “vista mutandine sì - vista mutandine no”, non facendo indossare alla dea alcun tipo di biancheria intima. Ovviamente Aqua si ritroverà spesso col sedere nudo in bella vista, e obiettivamente questo lo si poteva evitare.
Il comparto grafico mi è sembrato davvero buono: i disegni sono semplici ma molto belli da vedere; l'uso dei colori è quello classico, in cui ogni tonalità è scelta col fine aiutare lo spettatore a distinguere meglio i personaggi e le abilità che posseggono.
Altrettanto buono è anche il comparto sonoro: la sigla di apertura, “Fantastic Dreamer” cantata da Machico, è molto orecchiabile; ma il vero capolavoro è la sigla di chiusura, “Chiisana Boukensha”, una dolcissima cantilena cantata addirittura dalle tre doppiatrici dei tre personaggi femminili principali.
Se non può essere considerato come l'anime migliore nel suo genere, “Konosuba”, a parere di chi scrive, è sicuramente il più divertente fra quelli visti finora. Uno dei suoi suo maggiori meriti è la costanza di rendimento: in genere titoli di questo tipo funzionano per due-tre episodi e poi cominciano a declinare impietosamente. “Konosuba”, invece, offre un livello di divertimento costante per tutta la sua durata, grazie a personaggi dotati di una forte carica umoristica e ad una sceneggiatura follemente geniale. Va detto che il numero di episodi complessivi poteva e doveva essere maggiore: è strano che lo Studio Deen non abbia subito intuito il potenziale di questo prodotto. Che dire, evidentemente tra loro non ci sono moltissimi giocatori di MMORPG...
Uno dei percorsi recentemente più battuti dalla narrativa giapponese, e in particolare nell’ambito delle light novel, quello che sempre più spesso si traduce in anime, è quello del “mondo parallelo”. Uno o più sventurati finiscono per iniziare un’avventura in un altro mondo, avente spesso un’ambientazione fantasy. Questo parallelo può essere un’altra dimensione oppure un luogo rimasto nascosto o magari una realtà virtuale, ma tremendamente simile a quella “vera”, in cui si svolge un gioco di ruolo online. Anche il famoso “Sword Art Online” può appartenere a questo filone, e anzi ne ha dato nuova linfa, almeno per quanto riguarda il lato virtuale.
Ebbene, se “Sword Art Online” può essere infilato nei canoni più tipici del genere, KonoSuba è più simile a “Una Pallottola Spuntata”: inizialmente una parodia, però, con il tempo e via via che si svolge, prosegue per una strada autonoma e del tutto nuova. Non solo a decostruire e a ironizzarci su, quindi, ma anche a far propri gli elementi del filone per farne una nuova variazione sul tema.
Ma al contempo KonoSuba si rivela molto vicino a un certo “Ixion Saga DT”, sia per un protagonista scapestrato, un po’ NEET e un po’ più allupato, sia per la banda di fenomeni che si porta dietro per compiere la propria “missione”, sempre nel caso che ne abbia una.
È certamente più facile, per lo spettatore abituato, immedesimarsi nel “Medio-Man” protagonista Kazuma, piuttosto che in un main character alla Kirito. Del resto, semmai ci si dovesse trovare in un mondo fantasy parallelo, quale sarebbe il nostro ruolo più probabile? Non certo quello dell’eroe fuoriclasse in molti campi con sexy guerriera spasimante al seguito e altre candidate all’harem, innamorate perché sì...
Meglio seguire quindi le avventure dello spiantato, mal deceduto e inviato nel mondo parallelo, Kazuma, avente anche la missione di sconfiggere il locale signore dei demoni al comando di un’allegra armata Brancaleone composta da: Aqua, una dea viziata, isterica, petulante e inutile; Megumin, potente maga, ma che sa usare solo un micidiale ma unico incantesimo, e che, dopo averlo lanciato, ne cade a terra esausta; Darkness, nobildonna cavaliere, classe crociato, che non colpisce alcuno neanche a parlarne, ma che affronta impavida potenti nemici solo per riceverne i colpi con grande spirito masochistico. A loro il compito di completare le quest, eliminare mostri, imparare le abilità, ma soprattutto sbarcare il lunario...
Non nascondendoci dietro perifrasi, possiamo affermare che KonoSuba (ricordiamo tratto dalla novel di Natsume Akatsuki e Kurome Mishima, per esteso intitolata Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!) è stata una delle sorprese della stagione invernale 2016. Non certo per i grandi mezzi tecnici a disposizione, poiché non di rado ha animazioni elementari da produzione flash e un disegno dei personaggi che cambia stile da un episodio all’altro, anche se ha anche degli ottimi effetti inseriti quando serve.
Il suo punto di forza sta nel divertimento che ha da offrire, con situazioni esilaranti, episodi ove l’uno tira l’altro e una storia che procede con questo stile scanzonato e un po’ anarchico ma fatto proprio, superando i canoni della semplice parodia.
Quando il soggetto è valido, insomma, anche senza un comparto grafico da faville si può far senz’altro bene.
Ebbene, se “Sword Art Online” può essere infilato nei canoni più tipici del genere, KonoSuba è più simile a “Una Pallottola Spuntata”: inizialmente una parodia, però, con il tempo e via via che si svolge, prosegue per una strada autonoma e del tutto nuova. Non solo a decostruire e a ironizzarci su, quindi, ma anche a far propri gli elementi del filone per farne una nuova variazione sul tema.
Ma al contempo KonoSuba si rivela molto vicino a un certo “Ixion Saga DT”, sia per un protagonista scapestrato, un po’ NEET e un po’ più allupato, sia per la banda di fenomeni che si porta dietro per compiere la propria “missione”, sempre nel caso che ne abbia una.
È certamente più facile, per lo spettatore abituato, immedesimarsi nel “Medio-Man” protagonista Kazuma, piuttosto che in un main character alla Kirito. Del resto, semmai ci si dovesse trovare in un mondo fantasy parallelo, quale sarebbe il nostro ruolo più probabile? Non certo quello dell’eroe fuoriclasse in molti campi con sexy guerriera spasimante al seguito e altre candidate all’harem, innamorate perché sì...
Meglio seguire quindi le avventure dello spiantato, mal deceduto e inviato nel mondo parallelo, Kazuma, avente anche la missione di sconfiggere il locale signore dei demoni al comando di un’allegra armata Brancaleone composta da: Aqua, una dea viziata, isterica, petulante e inutile; Megumin, potente maga, ma che sa usare solo un micidiale ma unico incantesimo, e che, dopo averlo lanciato, ne cade a terra esausta; Darkness, nobildonna cavaliere, classe crociato, che non colpisce alcuno neanche a parlarne, ma che affronta impavida potenti nemici solo per riceverne i colpi con grande spirito masochistico. A loro il compito di completare le quest, eliminare mostri, imparare le abilità, ma soprattutto sbarcare il lunario...
Non nascondendoci dietro perifrasi, possiamo affermare che KonoSuba (ricordiamo tratto dalla novel di Natsume Akatsuki e Kurome Mishima, per esteso intitolata Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!) è stata una delle sorprese della stagione invernale 2016. Non certo per i grandi mezzi tecnici a disposizione, poiché non di rado ha animazioni elementari da produzione flash e un disegno dei personaggi che cambia stile da un episodio all’altro, anche se ha anche degli ottimi effetti inseriti quando serve.
Il suo punto di forza sta nel divertimento che ha da offrire, con situazioni esilaranti, episodi ove l’uno tira l’altro e una storia che procede con questo stile scanzonato e un po’ anarchico ma fatto proprio, superando i canoni della semplice parodia.
Quando il soggetto è valido, insomma, anche senza un comparto grafico da faville si può far senz’altro bene.
E' un ottimo prodotto di questa stagione invernale, per quanto purtroppo breve (anche se per fortuna è già stata annunciata una seconda stagione).
La vicenda in sé non è per niente originale, con il solito ragazzo che si ritrova proiettato in un mondo fantasy con elementi RPG; è del tutto originale il modo in cui ci arriva però, vedere per credere (quanto scritto nella sintesi della trama non corrisponde del tutto a verità). Anche i personaggi esulano, e pure parecchio, dai soliti schemi narrativi: c'è lui che è il tipo serio del gruppo, la dea fuori di testa, stupida e pure odiosa a più riprese, anche se adorabile in alcuni momenti, la maghetta con una bella 'chuunibyou' per la magia dell'esplosione e una donna cavaliere sacro completamente masochista...
Insomma, se non si fosse capito, ogni motivo per prendere questo prodotto come qualcosa di serio va completamente a farsi benedire sin dai primissimi minuti. Lo svolgersi degli eventi è abbastanza lineare, e molto di quanto accade è diretta conseguenza dei caratteri fuori dagli schemi delle tre comprimarie del povero Kazuma, che si ritrova spesso a subire passivamente tali eventi, sebbene anche lui nel nono episodio svelerà una certa vena di perversione che lo rende in un certo senso più simile alle sue compagne.
Colonna sonora, doppiaggio e disegno sono invece nella media, ma non abbassano assolutamente la qualità del prodotto.
Il risultato finale dell'unione di questi elementi è godibilissimo, per cui mi sento di dare un bel 9 tondo tondo.
La vicenda in sé non è per niente originale, con il solito ragazzo che si ritrova proiettato in un mondo fantasy con elementi RPG; è del tutto originale il modo in cui ci arriva però, vedere per credere (quanto scritto nella sintesi della trama non corrisponde del tutto a verità). Anche i personaggi esulano, e pure parecchio, dai soliti schemi narrativi: c'è lui che è il tipo serio del gruppo, la dea fuori di testa, stupida e pure odiosa a più riprese, anche se adorabile in alcuni momenti, la maghetta con una bella 'chuunibyou' per la magia dell'esplosione e una donna cavaliere sacro completamente masochista...
Insomma, se non si fosse capito, ogni motivo per prendere questo prodotto come qualcosa di serio va completamente a farsi benedire sin dai primissimi minuti. Lo svolgersi degli eventi è abbastanza lineare, e molto di quanto accade è diretta conseguenza dei caratteri fuori dagli schemi delle tre comprimarie del povero Kazuma, che si ritrova spesso a subire passivamente tali eventi, sebbene anche lui nel nono episodio svelerà una certa vena di perversione che lo rende in un certo senso più simile alle sue compagne.
Colonna sonora, doppiaggio e disegno sono invece nella media, ma non abbassano assolutamente la qualità del prodotto.
Il risultato finale dell'unione di questi elementi è godibilissimo, per cui mi sento di dare un bel 9 tondo tondo.
"Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!" è stato il primo anime che ho avuto il piacere di guardare della nuova stagione 2016, una serie che, per comodità, denomineremo "KonoSuba", composta da sole dieci puntate, purtroppo. La storia, emozionante e divertente al tempo stesso, può essere classificata come commedia ecchi/harem, con forti caratteristiche fantasy, avventura e magia. Uno stile che, di questi tempi, pare andare molto di moda, in cui l'ambientazione medievale si fonde con il gioco RPG. Magia, elfi ed esseri sovrannaturali, tutti impegnati a combattere le forze oscure, desiderosi, ovviamente, di aumentare il proprio livello e le skill, ovvero le abilità.
La storia inizia presentandoci il protagonista, un classico ragazzo giapponese appassionato di videogiochi, che passa la maggior parte delle sue giornate chiuso in camera a divertirsi e guardare la TV. Improvvisamente, però, la sua vita si trova davanti a una svolta: incrocia per strada una ragazza e ne rimarrà letteralmente colpito. Il fantomatico colpo di fulmine? Non proprio. Kazuma Satou, il ragazzo in questione, si accorge che la fanciulla sta per essere investita da un camion. Mosso da uno spirito altruistico a dir poco ragguardevole, si lancia in mezzo alla strada per salvarla. Un gesto nobile e cavalleresco che, però, gli costerà la vita. Kazuma si ritroverà così in una sorta di limbo oscuro, dove avrà il piacere di incontrare Aqua, la divinità che dovrà farlo reincarnare. Questa, tuttavia, gli propone qualcosa di nuovo, ovvero di mantenere il corpo e i ricordi attuali, scegliendo però di "trasferirsi" in un mondo fantasy, in cui, d'altra parte, il rischio di morire nuovamente pare essere piuttosto elevato.
Cosa sceglierà il nostro protagonista? Per il piacere di vedere una bella storia, credo che sia naturale optare per la seconda scelta.
L'esordio ad effetto, con la morte del protagonista e il suo essere catapultato in un mondo nuovo e misterioso, non è propriamente nuovo. Ho visto storie molto simili, anche se prendono strade differenti rispetto all'anime qui esaminato. Cosa offre allora "KonoSuba" di così sensazionale? Personalmente, niente. Ma, forse, proprio per questa sua semplicità, è stato in grado di catturare l'attenzione dello spettatore. Ci saranno scontri con mostri malvagi, cavalieri mezzi morti, fantasmi e via dicendo... eppure non perderà mai quell'atmosfera rilassata, quasi comica, che lo caratterizza fin dal primo episodio. I personaggi non sono epici, non hanno caratteristiche encomiabili, non cadranno in un sentimentalismo melodrammatico. Anzi, mostrano una psicologia piuttosto contorta e perversa, ricca di imperfezioni e paradossi. Per certi versi "KonoSuba" pare essere quasi una parodia di tutti quegli anime d'avventura fantasy che, in questi anni, hanno imperversato nel mondo dell'animazione giapponese ("Sword Art Online", "DanMachi", "No Game No Life" ecc.).
Fin dal protagonista, Kazuma, si vede qualcosa di diverso: non possiede poteri nascosti e non li svilupperà mai. Cresce man mano (e anche piuttosto lentamente) dal primo all'ultimo episodio, proprio come accadrebbe in realtà in un normale videogioco. Ha la fortuna, o per certi versi la sfortuna, di essere circondato da valenti compagne che, a dispetto di quanto uno potrebbe aspettarsi, non cadranno mai nell'errore di introdurre qualsivoglia tipo di romanticismo. Un harem puro e casto, che coglie ogni occasione per buttarla sulla risata e sul divertimento.
L'ecchi non manca, ma anche questo non verrà mai esibito in maniera così plateale. Un giusto tocco, l'ideale per rendere il tutto ancora più intrigante ed emozionante.
La grafica è il colpo di classe di quest'opera. Il genere farebbe pensare a una commedia dalle basse pretese, e invece ecco un lavoro preciso e curato in ogni piccolo dettaglio. I colori manterranno ovviamente una tonalità leggera e solare, in accordo con lo stile della serie. Ciò che stupisce maggiormente è la bellezza e la forza espressiva di alcune scene, in grado di affascinare fin da subito.
Le musiche sono sicuramente molto belle e, per quanto mi riguarda, mi sono innamorato dell'ending. Il doppiaggio è molto buono e rispecchia alla perfezione le voci che mi sarei immaginato per ogni fanciulla (e fanciullo).
L'unica pecca, se così la vogliamo chiamare, sta nella brevità della serie. Dieci episodi sono veramente troppo pochi per un anime del genere e, anche se è già stata annunciata una seconda stagione, questa prima parte avrebbe avuto un effetto ancora più bello se realizzato con un paio di puntate in più. A un certo punto compaiono dei personaggi che, a mio avviso, avrebbero fatto meglio a introdurre un po' prima, come ad esempio l'arci-strega Litch.
Il finale è tanto divertente quanto appassionante, l'atmosfera si surriscalda leggermente, ma neanche così tanto da mutare le fattezze originali dell'opera. Una conclusione ad effetto che, ovviamente, lascia lo spettatore con un finale aperto, anzi apertissimo. La seconda stagione è subito pronta a partire, rendendo tutti più felici.
Personalmente sono rimasto molto sorpreso da questo titolo, non perché mi aspettavo poco da lui, ma per il fatto che ha superato di gran lunga le mie aspettative. Parte come un anime dalle basse pretese, che ha come unico scopo quello di divertire, e invece va oltre la semplice e banale commedia ecchi. Ogni episodio rispecchia un'originalità "classica", un modo di superare gli antichi stereotipi senza però abbandonarli del tutto. Diciamo che ci gioca attorno, si diverte a sbeffeggiarli e, a mio avviso, ce la fa.
Con "KonoSuba" il 2016 inizia bene...
Voto finale: 8
La storia inizia presentandoci il protagonista, un classico ragazzo giapponese appassionato di videogiochi, che passa la maggior parte delle sue giornate chiuso in camera a divertirsi e guardare la TV. Improvvisamente, però, la sua vita si trova davanti a una svolta: incrocia per strada una ragazza e ne rimarrà letteralmente colpito. Il fantomatico colpo di fulmine? Non proprio. Kazuma Satou, il ragazzo in questione, si accorge che la fanciulla sta per essere investita da un camion. Mosso da uno spirito altruistico a dir poco ragguardevole, si lancia in mezzo alla strada per salvarla. Un gesto nobile e cavalleresco che, però, gli costerà la vita. Kazuma si ritroverà così in una sorta di limbo oscuro, dove avrà il piacere di incontrare Aqua, la divinità che dovrà farlo reincarnare. Questa, tuttavia, gli propone qualcosa di nuovo, ovvero di mantenere il corpo e i ricordi attuali, scegliendo però di "trasferirsi" in un mondo fantasy, in cui, d'altra parte, il rischio di morire nuovamente pare essere piuttosto elevato.
Cosa sceglierà il nostro protagonista? Per il piacere di vedere una bella storia, credo che sia naturale optare per la seconda scelta.
L'esordio ad effetto, con la morte del protagonista e il suo essere catapultato in un mondo nuovo e misterioso, non è propriamente nuovo. Ho visto storie molto simili, anche se prendono strade differenti rispetto all'anime qui esaminato. Cosa offre allora "KonoSuba" di così sensazionale? Personalmente, niente. Ma, forse, proprio per questa sua semplicità, è stato in grado di catturare l'attenzione dello spettatore. Ci saranno scontri con mostri malvagi, cavalieri mezzi morti, fantasmi e via dicendo... eppure non perderà mai quell'atmosfera rilassata, quasi comica, che lo caratterizza fin dal primo episodio. I personaggi non sono epici, non hanno caratteristiche encomiabili, non cadranno in un sentimentalismo melodrammatico. Anzi, mostrano una psicologia piuttosto contorta e perversa, ricca di imperfezioni e paradossi. Per certi versi "KonoSuba" pare essere quasi una parodia di tutti quegli anime d'avventura fantasy che, in questi anni, hanno imperversato nel mondo dell'animazione giapponese ("Sword Art Online", "DanMachi", "No Game No Life" ecc.).
Fin dal protagonista, Kazuma, si vede qualcosa di diverso: non possiede poteri nascosti e non li svilupperà mai. Cresce man mano (e anche piuttosto lentamente) dal primo all'ultimo episodio, proprio come accadrebbe in realtà in un normale videogioco. Ha la fortuna, o per certi versi la sfortuna, di essere circondato da valenti compagne che, a dispetto di quanto uno potrebbe aspettarsi, non cadranno mai nell'errore di introdurre qualsivoglia tipo di romanticismo. Un harem puro e casto, che coglie ogni occasione per buttarla sulla risata e sul divertimento.
L'ecchi non manca, ma anche questo non verrà mai esibito in maniera così plateale. Un giusto tocco, l'ideale per rendere il tutto ancora più intrigante ed emozionante.
La grafica è il colpo di classe di quest'opera. Il genere farebbe pensare a una commedia dalle basse pretese, e invece ecco un lavoro preciso e curato in ogni piccolo dettaglio. I colori manterranno ovviamente una tonalità leggera e solare, in accordo con lo stile della serie. Ciò che stupisce maggiormente è la bellezza e la forza espressiva di alcune scene, in grado di affascinare fin da subito.
Le musiche sono sicuramente molto belle e, per quanto mi riguarda, mi sono innamorato dell'ending. Il doppiaggio è molto buono e rispecchia alla perfezione le voci che mi sarei immaginato per ogni fanciulla (e fanciullo).
L'unica pecca, se così la vogliamo chiamare, sta nella brevità della serie. Dieci episodi sono veramente troppo pochi per un anime del genere e, anche se è già stata annunciata una seconda stagione, questa prima parte avrebbe avuto un effetto ancora più bello se realizzato con un paio di puntate in più. A un certo punto compaiono dei personaggi che, a mio avviso, avrebbero fatto meglio a introdurre un po' prima, come ad esempio l'arci-strega Litch.
Il finale è tanto divertente quanto appassionante, l'atmosfera si surriscalda leggermente, ma neanche così tanto da mutare le fattezze originali dell'opera. Una conclusione ad effetto che, ovviamente, lascia lo spettatore con un finale aperto, anzi apertissimo. La seconda stagione è subito pronta a partire, rendendo tutti più felici.
Personalmente sono rimasto molto sorpreso da questo titolo, non perché mi aspettavo poco da lui, ma per il fatto che ha superato di gran lunga le mie aspettative. Parte come un anime dalle basse pretese, che ha come unico scopo quello di divertire, e invece va oltre la semplice e banale commedia ecchi. Ogni episodio rispecchia un'originalità "classica", un modo di superare gli antichi stereotipi senza però abbandonarli del tutto. Diciamo che ci gioca attorno, si diverte a sbeffeggiarli e, a mio avviso, ce la fa.
Con "KonoSuba" il 2016 inizia bene...
Voto finale: 8
"Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku o!", letteralmente tradotto "Sia benedetto questo mondo meraviglioso!", e meglio conosciuto semplicemente come "KonoSuba", è una serie della stagione invernale 2016, composta da dieci episodi di durata canonica, prodotta dallo Studio Deen e tratta dall'omonima light novel scritta da Natsume Akatsuki e illustrata da Kurone Mishima.
In seguito a una morte improvvisa quanto bizzarra, all'adolescente Kazuma Satou viene data la possibilità di reincarnarsi in un mondo a lui più congeniale, somigliante in tutto e per tutto ai giochi di ruolo dei quali è follemente innamorato. A concedergli tale chance è Aqua, una dea impertinente e strafottente, la quale gli permette di portare con sé qualcosa a sua scelta. Come ripicca per essere stato deriso, Kazuma decide impulsivamente di portare con sé la dea stessa, dando inizio in questo modo alla più bizzarra delle avventure.
"KonoSuba" è un'opera leggera ed estremamente divertente, una commedia ben riuscita in ogni suo aspetto, in grado di strappare sempre un grosso sorriso. La trama segue semplicemente le avventure dei protagonisti, non si sviluppa molto e non ci sono particolari colpi di scena. Ogni episodio può essere quasi considerato fine a sé stesso, e nella maggioranza dei casi è scollegato dal precedente.
Non aspettatevi, quindi, il classico anime fantasy, ricco di combattimenti e di nemici da affrontare, perché "KonoSuba" è un prodotto atipico, che al contrario deride quelli che in apparenza potrebbero sembrare i suoi similari.
Il vero pregio dell'opera risiede tuttavia nella caratterizzazione dei suoi personaggi; il gruppo principale sarà infine composto, oltre che da un povero hikikomori e da una dea spavalda e ubriacona, da Megumin, una piccola maga con manie distruttive, e da Darkness, una bella ragazza dai lunghi capelli biondi, cavaliere sacro e inguaribile masochista. Nel complesso il gruppo funziona alla grande, riuscendo a proporre di continuo gag valide e divertenti e coinvolgendo lo spettatore.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un lavoro più che discreto. Il design dei personaggi è semplice ma piacevole, le animazioni sono sufficientemente fluide, i fondali ben dettagliati e l'ambientazione, seppur non originale, ben costruita.
Meglio del comparto grafico si comporta quello sonoro; un grande merito va sicuramente attribuito allo splendido doppiaggio, che riesce a donare un tocco in più ai già bizzarri personaggi. Le colonne sonore sono azzeccate, e una menzione particolare va fatta alla stupenda sigla di chiusura, "Chiisana Bōkensha", cantata delle doppiatrici stesse delle tre ragazze protagoniste.
Il finale è ovviamente inconcludente, la light novel di riferimento è ancora in corso in patria, ma fortunatamente è già stata annunciata la produzione di una seconda stagione.
In conclusione, "Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku o!" è veramente una commedia valida, che riesce brillantemente a divertire lo spettatore. L'unico difetto risiede nella sua eccessiva brevità, dieci puntate sono veramente troppo poche.
In seguito a una morte improvvisa quanto bizzarra, all'adolescente Kazuma Satou viene data la possibilità di reincarnarsi in un mondo a lui più congeniale, somigliante in tutto e per tutto ai giochi di ruolo dei quali è follemente innamorato. A concedergli tale chance è Aqua, una dea impertinente e strafottente, la quale gli permette di portare con sé qualcosa a sua scelta. Come ripicca per essere stato deriso, Kazuma decide impulsivamente di portare con sé la dea stessa, dando inizio in questo modo alla più bizzarra delle avventure.
"KonoSuba" è un'opera leggera ed estremamente divertente, una commedia ben riuscita in ogni suo aspetto, in grado di strappare sempre un grosso sorriso. La trama segue semplicemente le avventure dei protagonisti, non si sviluppa molto e non ci sono particolari colpi di scena. Ogni episodio può essere quasi considerato fine a sé stesso, e nella maggioranza dei casi è scollegato dal precedente.
Non aspettatevi, quindi, il classico anime fantasy, ricco di combattimenti e di nemici da affrontare, perché "KonoSuba" è un prodotto atipico, che al contrario deride quelli che in apparenza potrebbero sembrare i suoi similari.
Il vero pregio dell'opera risiede tuttavia nella caratterizzazione dei suoi personaggi; il gruppo principale sarà infine composto, oltre che da un povero hikikomori e da una dea spavalda e ubriacona, da Megumin, una piccola maga con manie distruttive, e da Darkness, una bella ragazza dai lunghi capelli biondi, cavaliere sacro e inguaribile masochista. Nel complesso il gruppo funziona alla grande, riuscendo a proporre di continuo gag valide e divertenti e coinvolgendo lo spettatore.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un lavoro più che discreto. Il design dei personaggi è semplice ma piacevole, le animazioni sono sufficientemente fluide, i fondali ben dettagliati e l'ambientazione, seppur non originale, ben costruita.
Meglio del comparto grafico si comporta quello sonoro; un grande merito va sicuramente attribuito allo splendido doppiaggio, che riesce a donare un tocco in più ai già bizzarri personaggi. Le colonne sonore sono azzeccate, e una menzione particolare va fatta alla stupenda sigla di chiusura, "Chiisana Bōkensha", cantata delle doppiatrici stesse delle tre ragazze protagoniste.
Il finale è ovviamente inconcludente, la light novel di riferimento è ancora in corso in patria, ma fortunatamente è già stata annunciata la produzione di una seconda stagione.
In conclusione, "Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku o!" è veramente una commedia valida, che riesce brillantemente a divertire lo spettatore. L'unico difetto risiede nella sua eccessiva brevità, dieci puntate sono veramente troppo poche.