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Kotaibushi

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Anime godibile e dai toni pacati e tranquilli, una storia davvero "leggera" che racconta la relazione tra padre e figlia, che devono riorganizzare da zero la loro vita.
Nonostante le belle parole soprastanti, devo ammettere che sono rimasto abbastanza deluso dalla trama, o meglio, sulla parte "slice of life" nulla da dire, è stata sempre interessante e piacevole, sono le parti dedicate alla culinaria che mi hanno fatto abbastanza storcere il naso, è come se avessero voluto dare maggior importanza a quest'ultimo aspetto, piuttosto che dare risalto, e introspezione annessa, alla storia, di fatto evitando palesemente la questione del lutto/sofferenza e di tutto ciò che ruota attorno ai due protagonisti. Un vero peccato, perché se avessero ridotto, o proprio eliminato, suddette scene, poteva essere un'opera di molto superiore a quanto è realmente stata.

Personaggi ben riusciti e caratterizzati, la sola che non mi ha convinto a pieno è stata la ragazza del locale, troppo spesso è sembrata essere troppo sulle sue e monotona, e in verità si è saputo molto poco su di lei; per il resto buono anche il cast secondario, nonostante il numero ridotto di personaggi.

Nel complesso, una serie si piacevole, ma che si perde troppo nella ripetitività e semplicità, ridimensionando di molto le premesse iniziali.
Voto finale: 6.


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SimoSimo_96

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Premessa: è il mio primo vero Slice of life in assoluto. Una storia particolarmente lenta e semplice nel suo scorrere che mette l'accento, e lo fa veramente bene, su un tema con cui purtroppo alcuni di noi hanno o avranno a che fare, ovvero la prematura perdita di una figura genitoriale. Come si reagisce a un così duro colpo?

Soprattutto in tenera età risulta difficile anche solo comprendere cosa sia successo, ma per il genitore ancora presente può risultare addirittura peggiore come situazione. Ha il compito di provvedere al figlio e di fare le veci anche di chi, purtroppo, non ne ha più la possibilità; la felicità dei piccoli diventa l'unico motivo che spinge il genitore ad andare avanti. Nel caso specifico abbiamo un padre che, privato della moglie da ormai sei mesi, deve provvedere alla piccola figlia di cinque anni.

Trama: Tsumugi è una bambina di cinque anni che ha recentemente perso la madre e suo padre, Kouhei, classico uomo di famiglia giapponese dedito esclusivamente al lavoro si trova di punto in bianco a gestire, oltre che al terribile lutto, la sua piccola tra mille difficoltà, di cui spicca l'abilità di destreggiarsi ai fornelli. La giovane liceale Kotori potrebbe essere una buona insegnante.

Con estrema delicatezza e devozione l'opera pone sin da subito l'accento sul tema principale: il dovere (e piacere) di un buon padre è far sì che sua figlia sia felice. Tsumugi pare trarre gioia da una cosa tanto semplice quanto fondamentale per la crescita di un bambino, ovvero la pappa buona. Al netto degli aspetti prettamente tecnici, che sono comunque di buon livello sia graficamente che musicalmente, l'elemento fondamentale dell'opera è l'amore sincero che lega un padre alla propria principessina ed è proprio la suddetta pappa che sancisce e rafforza, episodio dopo episodio, questo legame indissolubile. La devozione all'impegno, le relazioni interpersonali con grandi e piccoli, gli errori, i litigi sono tutti i tratti che caratterizzano e formano il personaggio di Tsumugi, che, oltre che essere azzeccato sotto tutti i punti di vista (al netto di una palesata maturità forse un poco eccessiva per una bambina tanto piccola), è veramente adorabile. Gli altri personaggi, soprattutto il padre Kouhei ovviamente, godono di una caratterizzazione ben elaborata e svolgono ruoli estremamente importanti, più che per noi, per la piccola Tsumugi stessa.

Si tratta di un anime particolarmente tenero e toccante, probabilmente poco adatto ad un pubblico adolescenziale, ma comunque ricco di spunti di riflessione e momenti di sano divertimento, che ne garantiscono una piacevole visione. Ad essere seri, i più indicati a seguire questa serie sono i genitori, che potrebbero trarne parecchi insegnamenti, che al giorno d'oggi purtroppo si stanno sempre più perdendo per strada.


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LaMelina

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Dopo "mamma" e "papà" una delle prime parole che imparano a dire i bambini è "pappa". E il cibo è una delle prime forme d'amore che un genitore può offrire ai figli. Attraverso la cucina, infatti, si possono trasmettere tanti tipi di sentimenti e sapersi destreggiare fra i fornelli è ormai caratteristica essenziale nel mondo di oggi. "Amaama to Inazuma" (甘々と稲妻, dolcezza e fulmini), anime della stagione estiva 2016 prodotto dalla TMS Entertainment e tratto dal seinen di Gido Amagakure edito da Kodansha, è una commedia slice of life che pone al centro l'evoluzione di un rapporto padre-figlia con la cucina come elemento di legame.

Mangiar bene per vivere meglio. Questa è la lezione che il professore di matematica Kōhei Inuzuka comprende all'indomani della dipartita della moglie. Rimasto solo con la figlioletta Tsumugi, il giovane papà si vede costretto a mettersi ai fornelli per soddisfare l'appetito e la curiosità della sua principessina. Ma quando sei un padre imbranato, che a stento riesce a stare dietro alla crescita della sua bambina, ai capricci che fa, alle cose che combina in giro, anche cucinare diventa un'impresa epocale. Come sempre è il fato a metterci lo zampino e le esigenze di persone che hanno bisogno l'una dell'altra per andare avanti si incontrano e si compensano: è uno scambio reciproco quello che si instaura tra Inuzuka sensei e la sua alunna Kotori Iida, dalla quale l'insegnante si fa dare lezioni di cucina. Figlia di una cuoca famosa che partecipa ai programmi culinari in TV, Kotori resta spesso da sola in casa e quindi vede di buon occhio la presenza della piccola Tsumugi e del professore, per il quale sembra essersi presa una bella cotta.

Quella di "Amaama to Inazuma" è una famiglia particolare. Al centro della scena c'è Tsumugi, una dolcissima birbantella a cui piace guardare i majokko in TV e sognare di avere i superpoteri, mentre si spazzola il piatto fino all'ultima briciola! Accanto a lei c'è papà Kōhei, tipico padre giapponese dedito completamente al lavoro, che non sa minimamente dove mettere mano in casa. Piagnucola, si dispera, ma ci dà dentro dall'inizio alla fine per riuscire a garantire a sua figlia la miglior infanzia possibile. Fra di loro esiste poi una grande assenza, quella della madre, venuta a mancare con Tsumugi ancora molto piccola. Quando il perno intorno al quale ruota la famiglia si spezza, gli equilibri interni si mescolano e bisogna ricostruire da capo la propria quotidianità. Anche i rapporti fra familiari vanno riscritti, i ruoli in casa vanno riassegnati, la voragine va riempita con l'amore ora dell'uno ora dell'altro che resta. Tsumugi e suo padre ricominciano dalla vita di tutti i giorni per andare avanti, cercando di darle un colore diverso. Nel mentre offrono compagnia a Kotori, una ragazza che sperimenta la solitudine in uno dei modi più comuni ai giovani d'oggi: l'abbandono fra le mura di casa. Scandendo il nuovo tempo con le lezioni di cucina a casa Iida, la vita ricomincia a scorrere per questo trio tanto particolare.

Dolcezza e fulmini, come indica il titolo "Amaama to Inazuma" è un misto di tenerezza e malinconia, divertimento e serietà. Una metafora pura della vita, che alle piccole gioie e ai momenti indimenticabili accompagna attimi di profonda tristezza e difficoltà dure a morire. Alla calma piatta dell'ogni giorno che si misura tra scuola, lavoro, faccende domestiche, la spesa e i programmi in TV, vengono abbinati i fulmini che a ciel sereno piombano dal cielo, come pioggia di sventura, sconvolgendo l'esistenza delle vittime. L'opera originale di Gido Amagakure rientra in quel filone narrativo del quale fanno parte titoli che hanno appassionato e commosso lettori e spettatori di tutto il mondo, come "My Girl", "Usagi Drop", "Flat", "Barakamon", e più recentemente "Udon no kuni no kin'iro kemari", che pone al centro della scena i bambini e accanto a loro una figura genitoriale che se ne prende cura, ma che al contempo fa scuola di vita alla stessa scrivania di chi è più piccolo.

La serie di "Amaama to Inazuma" si divide in 12 episodi dalla struttura praticamente identica. Da un lato troviamo una parte slice of life, dove vengono narrate le vicende dei personaggi e ne viene approfondita la caratterizzazione; dall'altro si riscontra la presenza fissa di un segmento dedicato alla cucina di casa. Presentando una ricetta nuova in ogni episodio, nella cucina degli Iida si passa dalla classica washoku (和食, cucina giapponese) alle ricette straniere rivisitate in chiave Sol Levante, dal dolce al salato, dal fritto al bollito, sperimentando una cucina colorata e sana. Purtroppo, fra cibi precotti, microonde e surgelati, fra merendine piene di conservanti e frutta lucida nemmeno fosse plastificata, la freschezza del cibo sta andando scemando sempre più. Eppure, nonostante i piccoli vizi che ogni bambino può avere, non potranno mai non piacere le cose preparate con amore dalle mani fatate di chi con una carezza sfiora la tua fronte per la buonanotte. Quasi a voler essere da monito per i genitori di oggi, "Amaama to Inazuma" insegna che non sarà mai sprecato il tempo dedicato a imbastire la tavola.

Quello che ogni tanto può sembrare sprecato è il tempo passato ad assistere a queste sessioni di cucina. Se il dualismo degli episodi è la particolarità di "Amaama to Inazuma", a tratti ne rappresenta anche la sua monotonia. Con l'andare avanti delle puntate ci si affeziona ai personaggi e si vorrebbe passare più tempo nella loro vita, piuttosto che trascorrere minuti e minuti ad assistere alla preparazione dei piatti. È anche vero che, mentre cucinavano, assieme al profumino venivano fuori tante caratteristiche dei personaggi. Inoltre, viene anche sfruttata l'occasione per permettere al professor Inuzuka di insegnare qualcosa a sua figlia Tsumugi. Nonostante si comprenda con facilità che il segmento in cui vengono concretizzate le ricette protagoniste degli episodi, il cui nome è presente nei titoli degli stessi, è importante nella stessa misura in cui lo sono le parti più slice of life, resta un senso di noia stagnante, che fa venire voglia di saltarlo a piè pari.

Come ogni slice of life che si rispetti, per creare il senso di familiarità con i luoghi frequentati dai personaggi, "Amaama to Inazuma" presenta un'ambientazione ricorrente. Le scene si dividono tra l'asilo frequentato da Tsumugi, vivace e variopinto, affollato di bambini festanti; casa Inuzuka, piccola ma accogliente, silenziosa ma vissuta, con il disordine di un uomo solo e una bimba piccola; la cucina di Kotori, col bancone attaccato al piano cottura, che fa assaporare la ristorazione giapponese; la finestra al piano terra del liceo, dove il professore scambia confidenze e consigli con la sua alunna; la strada del ritorno che collega gli Iida e gli Inuzuka... Insomma, l'ambientazione è quella classica da commedia giapponese, con diapositive scolastiche affiancate a fotografie di quartieri residenziali.

"Amaama to Inazuma" si presenta come un prodotto realizzato bene tecnicamente, nella misura in cui si comprende che non è sulla grafica che l'anime ha voluto puntare quanto piuttosto sul contenuto da trasmettere. Durante la trasmissione ci sono stati i leggeri cali tecnici del caso, ma niente di così grave da fare dell'allarmismo, anzi riesce a mantenere una certa costanza nella bellezza del character design e dei luoghi. C'è molta aderenza al personaggio nella rappresentazione di Tsumugi, i cui capelli si dimenano come fruste quando si agita, nemmeno avessero vita propria! Così anche la sinuosità di Kotori le conferisce una maturità maggiore rispetto a quella che una liceale dovrebbe avere. Al contempo, quando la vedi ranicchiata a scuola con la sua tuta da ginnastica, ritorna la ragazzina di sempre. Inuzuka sensei, assieme alla figlia, resta poi il personaggio più emotivo, quindi tanto di cappello al lavoro svolto per rendere al meglio l'espressività del suo volto.

Il doppiaggio è stato di buon livello. Troviamo una Saori Hayami in ottima forma. Non è fra le voci femminili che preferisco, ma nei panni di Kotori è riuscita a fare il suo, e a farlo bene! Secondo ruolo da protagonista, invece, per la giovanissima Rina Endō, che presta la voce a quella birbantella di Tsumugi. La piccola Rina ha dimostrato di saper interpretare ruoli differenti nonostante la sua giovane età; ricordiamo, infatti, che doppiò la tenerissima Hina, l'amichetta di Naru nel già citato "Barakamon". Infine, nei panni di un padre vedovo la voce calorosa di Yūichi Nakamura riscalderebbe il cuore di chiunque! Ormai non c'è ruolo che Nakamura non sappia interpretare, ma decisamente il padre imbranato gli riesce bene! Anche la colonna sonora sa ottimamente accompagnare le puntate. Frizzante l'opening della unit mimimemeMIMI, dolce ammaliante l'ending della rock band Brian the sun. "Harebare fanfare" (晴レ晴レファンファーレ) è graficamente un'esplosione di colori e fantasia, con una Tsumugi che cavalca morbidissimi e lanuginosi maialini rosa; "Maybe", invece, sembra più una lullaby che conduce dolcemente lo spettatore alla fine dell'episodio, con i suoi colori pastello e il suo ritmo da ballata romantica.

"Amaama to Inazuma" scandisce un'ora precisa del giorno, l'ora della pappa, quando una smorfia di desiderio si delinea sul viso dei bambini, il cui stomaco brontolante mette in riga il genitore più svogliato. Su, dammi da mangiare! Su, dammi il tuo pacchetto di amore calorico! Se avete lo "stomaco" vuoto, lasciatevi imboccare dalla cucina fatta in casa da Kotori e dal professor Inuzuka. Vi consiglio di assaporare la tenerezza di questo spaccato di vita reale. Il sorriso luminoso di Tsumugi è il piatto migliore per un cuore affamato di luce.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
“Amaama to Inazuma” è uno slice of life e, come tutte le opere classificabili in tal genere, mostra un andamento molto lento e tranquillo. Ciò potrebbe allontanare parte del pubblico dalla visione di quest’ultimo, ma, per quanto mi riguarda, non posso che amare storie simili. Un’avventura tranquilla, che racconta le vicende quotidiane dei propri protagonisti, arricchita da un pizzico di dramma, che rende il tutto ancor più commuovente.
12 episodi ricchi di tenerezza e di un umorismo capace di far piangere, e non solo dalle risate. “Amaama to Inazuma” ci catapulta in un mondo comune, come potrebbe essere il nostro, ma, allo stesso tempo, speciale, proprio per i personaggi che ne fanno parte.

E allora iniziamo quest’avventura con i nostri due protagonisti assoluti: Kouhei Inuzuka e sua figlia, Tsumugi. Una coppia affiatata, che si ritrova costretta tutto d’un tratto a cavarsela da sola, senza l’aiuto di una presenza altrettanto importante: la madre. La moglie di Kouhei è venuta infatti a mancare sei mesi prima, ma, almeno per il momento, non c’è tempo per i compianti. La vita va avanti e il giovane vedovo deve riuscire a gestire il lavoro (fa il professore di matematica) e la piccola figlia.
Tra un impegno e l’altro, non può certo preoccuparsi di cucinare cibi succulenti. Ed ecco allora che fa la sua comparsa Kotori Iida, studentessa di Kouhei e figlia della proprietaria di un ristorante. I tre si incontrano dopo una serie di (s)fortunati e, dopo ciò, incominceranno a vedersi nel ristorante della ragazza per cucinare ogni sorta di piatto.
Ricetta dopo ricetta, Kouhei imparerà a essere un padre sempre migliore, anche affidandosi all’aiuto della giovane fanciulla.

Dico subito che, a differenza di quanto si possa aspettare, non ci sarà alcuna “storia d’amore” tra il professore e la sua studentessa. Ovviamente si fa intuire qualcosa e soprattutto la ragazza sembra essersi presa una bella cotta per il giovane vedovo. Ma l’anime non viene impostato su tale relazione ed è giusto così. L’obiettivo è un altro, ovvero mostrare la maturazione di Kouhei e i piccoli drammi giornalieri che potrebbe incontrare qualsiasi famiglia. Sempre con un sorriso in volto, i nostri protagonisti riusciranno a farci divertire, senza mai abbandonare quel pizzico di tristezza intrinseca.
L’innocenza di Tsugumi, la forza di volontà di Kouhei, la semplicità di Kotori; tutti elementi che aumentano la qualità di un’opera che ha saputo colpirmi, in positivo. I protagonisti sono capaci di maturare nel corso della serie, e ciò è sicuramente un fattore di pregio. Niente sagome di cartone, immobili e immutabili, ma uomini e donne (e bambini) in costante crescita.
Per quanto riguarda la storia, essa rispecchia alla perfezione l’andamento generale dell’intero anime: semplice e chiara. Nessuno sviluppo sensazionale e, come detto prima, nessuna svolta imprevedibile. Molto meglio mantenere lo stesso timbro dall’inizio alla fine, ovvero un’iniziale spunto di storia, che approderà nell’inevitabile piatto culinario.

La grafica è molto buona e, come tutti gli slice of life, sceglie di mantenere toni candidi e delicati. I colori non eccedono troppo in quanto a vivacità e lo stesso succede per i protagonisti, che detengono caratteristiche piuttosto “nella norma”. In questo caso, però, si può citare una piccola eccezione, Tsugumi, vera e propria mina vagante della serie. E’ lei che si addossa il compito di movimentare un po’ le puntate, con una vocina squillante, una canzone sempre pronta e, ovviamente, quell’enorme massa di capelli biondi, che risplendono sullo sfondo come una piccola pecorella dorata.
Molto buono il doppiaggio e carine le musiche. La regia svolge un lavoro ordinato, capace di creare una storia lenta, ma non noiosa.

Tra le serie della stagione estiva 2016, “Amaama to Inazuma” ha dimostrato di non aver paura di abbassare la testa di fronte a opere di “maggior calibro”. L’apparente semplicità nasconde in sé un valore più profondo. Non solo ci insegna un gran numero di piatti, giapponesi o meno, ma riesce anche a comunicare un messaggio di speranza e coraggio. Una storia che non racconta di cavalieri o strani superpoteri, ma di una piccola famiglia di città, alle prese con problemi più o meno seri.

Voto finale: 7… e mezzo!