Juuni Kokuki - 12 Kingdoms
L'anime è uscito quasi tredici anni fa, eppure a vederlo oggi (a parte la grafica) non delude, è ancora epico, difficile trovare un prodotto rifinito così ai giorni nostri. Senza marcare troppo il carattere fantasy di sfondo a questa storia, sicuramente si apprezza prepotente l'avventura o, meglio, la crescita interiore, reale e volutamente forzata della protagonista innanzitutto, ma anche dei personaggi di contorno. La storia potrebbe sembrare banale, ma alla fine è come se ci trovassimo davanti a una rappresentazione del teatro kabuki: i personaggi vengono fuori senza bisogno di estenuanti monologhi.
Prima ho detto che la storia potrebbe sembrare banale e in effetti è già un cliché del genere l'eroe, o meglio l'eroina, scelta da un altro mondo per salvare il regno... La trama in realtà è molto bella e soprattutto tutto l'anime ha un'ottima sceneggiatura, quindi troviamo un bel po' di intrighi e giochi di potere; tutta la storia ha come filo conduttore il dramma interiore di sentirsi fuori luogo, portato nell'anime sia come "situazione" che come metafora. Le vicende della protagonista a volte sono solo il collante intorno a cui ruotano i comprimari della storia che, senza bisogno di un romanticismo forzato, sviluppa la trama sicuramente con qualche colpo di scena in maniera semplice e ahimè scontata, ma molto dinamica. Sicuramente vengono presi in pieno tutti i punti che richiede il genere avventura, la parte fantasy regge bene senza essere forzata.
I personaggi sono tutti ben marcati e caratterizzati, forse meglio anche della protagonista, e questo segna ancora di più quello che ognuno di loro lascia nel percorso di crescita interiore della ragazza, inconsapevole, insicura e ignara di quello che la circonda a parte il protagonista; tutti i vari comprimari hanno solo un piccolo ruolo e nessuno risulta mai di riempimento, in realtà forse è proprio questo che dà spessore a una storia altrimenti piatta.
Il lato tecnico è fatto bene, considerando sempre che è un anime del 2003, a tutt'oggi è funzionale, le colorazioni e le animazioni sono nella norma, i paesaggi forse sono poco valorizzati, quando in realtà potrebbe essere un punto di forza di questo anime.
In conclusione, va visto perché non tradisce le aspettative.
Prima ho detto che la storia potrebbe sembrare banale e in effetti è già un cliché del genere l'eroe, o meglio l'eroina, scelta da un altro mondo per salvare il regno... La trama in realtà è molto bella e soprattutto tutto l'anime ha un'ottima sceneggiatura, quindi troviamo un bel po' di intrighi e giochi di potere; tutta la storia ha come filo conduttore il dramma interiore di sentirsi fuori luogo, portato nell'anime sia come "situazione" che come metafora. Le vicende della protagonista a volte sono solo il collante intorno a cui ruotano i comprimari della storia che, senza bisogno di un romanticismo forzato, sviluppa la trama sicuramente con qualche colpo di scena in maniera semplice e ahimè scontata, ma molto dinamica. Sicuramente vengono presi in pieno tutti i punti che richiede il genere avventura, la parte fantasy regge bene senza essere forzata.
I personaggi sono tutti ben marcati e caratterizzati, forse meglio anche della protagonista, e questo segna ancora di più quello che ognuno di loro lascia nel percorso di crescita interiore della ragazza, inconsapevole, insicura e ignara di quello che la circonda a parte il protagonista; tutti i vari comprimari hanno solo un piccolo ruolo e nessuno risulta mai di riempimento, in realtà forse è proprio questo che dà spessore a una storia altrimenti piatta.
Il lato tecnico è fatto bene, considerando sempre che è un anime del 2003, a tutt'oggi è funzionale, le colorazioni e le animazioni sono nella norma, i paesaggi forse sono poco valorizzati, quando in realtà potrebbe essere un punto di forza di questo anime.
In conclusione, va visto perché non tradisce le aspettative.
Sarà che sono ancora traumatizzata da Inuyasha, che già dopo venti puntate faceva capire chiaramente come dalle successive 120 la trama sarebbe stata solo una scusa per vedere merchandising. Sarà che io sostanzialmente non vado pazza per il fantasy, sarà che quest'anime in effetti i suoi anni ce li ha e nessuno lo conosce in Italia, sarà che sarà, ma ero molto scettica nei suoi riguardi. Tuttavia le immagini e la trama che ho scorto su questo sito mi hanno convinta, portandomi così a vedere un anime dalla sorprendente piacevolezza.
L'anime parla delle vicende di Yoko, un'adolescente dalla vita e dalla reputazione praticamente insignificanti, che si sente costantemente repressa in un mondo che inspiegabilmente sente non appartenerle. Tutto questo finché un essere (che sembra David Bowie in Labyrinth) non le dà una spada e non la porta con sé in un mondo parallelo. In questo mondo esistono dodici regni, retti da dodici sovrani scelti dagli dei. Yoko, risvegliatasi da sola in uno dei più disastrati tra questi, dovrà capire perché si trova lì e come tornare a casa.
La storia prende spunto da tre romanzi fantasy che hanno avuto molto successo anche in America (ma non si sa come né perché in Italia non sono mai stati tradotti), dunque non è strettamente necessario vedere tutte le puntate per capirci qualcosa. Bisogna però riconoscere che, fra i tre cicli, il primo è spettacolare. In questo veniamo introdotti in un mondo nuovo, e sono spiegati i suoi problemi, le sue consuetudini e non si ha mai l'impressione di vedere un gioco di ruolo per Playstation, senza i combattimenti a turno.
A brillare soprattutto c'è la caratterizzazione della protagonista, Yoko. Per quanto il suo personaggio sia una costante di queste storie - la ragazza insicura che si trova catapultata in una situazione ai suoi occhi assurda e piena di pericoli - vediamo una sua crescita psicologica fatta a regola d'arte. In particolare è molto bello vedere come lei stessa metta sotto accusa il suo precedente modo di fare, così conformista e silenzioso, e capisca come questo sia stato foriero delle sue precedenti sofferenze.
Il secondo ciclo è quello meno interessante. S'incentra soprattutto sulla storia delle divinità del mondo dei dodici regni, lasciando in sospeso per troppe puntate la vicenda di Yoko. Il terzo infine è quello più "politico" e violento ma, per quanto potenzialmente poteva essere il più bello, scade troppo nel buonismo, e si ha la sensazione che molte situazioni e personaggi siano stati aggiunti giusto per allungare il brodo.
Dal punto di vista della sua realizzazione, questa è ineccepibile. Le musiche sono ottime, in particolare la sigla finale, e il character design è esteticamente bello a vedersi e molto maturo nel tratto. Infatti, anche se la protagonista è un'adolescente, stiamo anni luce lontani da Fushigi Yugi, l'opera che più somiglia a quest'anime.
Da riscoprire.
L'anime parla delle vicende di Yoko, un'adolescente dalla vita e dalla reputazione praticamente insignificanti, che si sente costantemente repressa in un mondo che inspiegabilmente sente non appartenerle. Tutto questo finché un essere (che sembra David Bowie in Labyrinth) non le dà una spada e non la porta con sé in un mondo parallelo. In questo mondo esistono dodici regni, retti da dodici sovrani scelti dagli dei. Yoko, risvegliatasi da sola in uno dei più disastrati tra questi, dovrà capire perché si trova lì e come tornare a casa.
La storia prende spunto da tre romanzi fantasy che hanno avuto molto successo anche in America (ma non si sa come né perché in Italia non sono mai stati tradotti), dunque non è strettamente necessario vedere tutte le puntate per capirci qualcosa. Bisogna però riconoscere che, fra i tre cicli, il primo è spettacolare. In questo veniamo introdotti in un mondo nuovo, e sono spiegati i suoi problemi, le sue consuetudini e non si ha mai l'impressione di vedere un gioco di ruolo per Playstation, senza i combattimenti a turno.
A brillare soprattutto c'è la caratterizzazione della protagonista, Yoko. Per quanto il suo personaggio sia una costante di queste storie - la ragazza insicura che si trova catapultata in una situazione ai suoi occhi assurda e piena di pericoli - vediamo una sua crescita psicologica fatta a regola d'arte. In particolare è molto bello vedere come lei stessa metta sotto accusa il suo precedente modo di fare, così conformista e silenzioso, e capisca come questo sia stato foriero delle sue precedenti sofferenze.
Il secondo ciclo è quello meno interessante. S'incentra soprattutto sulla storia delle divinità del mondo dei dodici regni, lasciando in sospeso per troppe puntate la vicenda di Yoko. Il terzo infine è quello più "politico" e violento ma, per quanto potenzialmente poteva essere il più bello, scade troppo nel buonismo, e si ha la sensazione che molte situazioni e personaggi siano stati aggiunti giusto per allungare il brodo.
Dal punto di vista della sua realizzazione, questa è ineccepibile. Le musiche sono ottime, in particolare la sigla finale, e il character design è esteticamente bello a vedersi e molto maturo nel tratto. Infatti, anche se la protagonista è un'adolescente, stiamo anni luce lontani da Fushigi Yugi, l'opera che più somiglia a quest'anime.
Da riscoprire.
Buona l'idea e buona la storia.
Un mondo parallelo con similitudini e nette differenze, l'idea di dividere in due entità i sovrani per non dare il potere assoluto, la difficoltà di sopravvivere per chi non conosce la lingua, l'evoluzione dei personaggi.
Tutte buone idee.
La divisione in archi di tempo spezza un pò la storia ma offre anche buoni spunti all'autore.
Bello l'intrigo strategico del penultimo arco anche se la quantità enorme di termini specifici confonde un pò le idee.
Buoni i disegni e le animazioni anche se nelle ultime puntate che ho visto la qualità scade parecchio.
Un buon anime, non un capolavoro ma piacevole da vedere.
Un mondo parallelo con similitudini e nette differenze, l'idea di dividere in due entità i sovrani per non dare il potere assoluto, la difficoltà di sopravvivere per chi non conosce la lingua, l'evoluzione dei personaggi.
Tutte buone idee.
La divisione in archi di tempo spezza un pò la storia ma offre anche buoni spunti all'autore.
Bello l'intrigo strategico del penultimo arco anche se la quantità enorme di termini specifici confonde un pò le idee.
Buoni i disegni e le animazioni anche se nelle ultime puntate che ho visto la qualità scade parecchio.
Un buon anime, non un capolavoro ma piacevole da vedere.
Un anime davvero interessante. Lo consiglio caldamente a tutti. La storia di fondo non è particolarmente originale ma il mondo dove si svolge sì e ciò rende questa serie davvero unica. Spesso in questo genere d'anime l'ambiente viene descritto con superficialità e spesso anche in modo contradditorio, invece qui è altamente studiato e molto solido. I personaggi sono ben delineati e crescono in modo credibile durante la serie. Da non perdere!!!
3 studenti si ritrovano improvvisamente in un mondo nuovo... Ambientazione fantasy, creature mostruose, re e regine e una protagonista destinata ad un ruolo importante. Fin qui non c'è nulla di nuovo. La forza di questo anime è la caratterizzazione di questo mondo e dei suoi personaggi. Ambientazione curata e personaggi assolutamente veri. I conflitti interiori della protagonista sono innumerevoli e le risposte alle sue domande difficili da trovare. Deve farsi strada in un mondo nuovo dove male è giudicata. Un anime diviso in più saghe dove la prima, per ora, trovo la più bella.
Come rovinare una bella idea:
12 Kingdoms parte con l'ottimo presupposto di trapiantantare tre normalissimi studenti in un mondo fantastico (fin qui nulla di nuovo) a loro completamente ostile (ed è qui la novità). Viene quindi fatto un buon lavoro sulla crescita caratteriale del personaggio principale...
Quasi nulla sugli altri: a parte la scomparsa (dimenticanza dell'autore?) di uno di loro, i rimanenti, nell'ultimo episodio del primo ciclo (il 14), accettano il loro destino senza batter ciglio contrariamente al carattere manifestato durante tutto il corso della serie.
Fin qui ci può stare... ma dal troppo frettoloso finale del primo ciclo, si passa ad un secondo ciclo talmente pessimo, lento ed inconcludente che ho abbandonato la serie.
Forse le mie aspettative erano troppo alte, di sicuro ho gradito molto di più Claymore, che nonostante sia molto meno "costruito" (ma di certo qui non siamo di fronte al Tolkien del sol levante) è sotto tutti i punti di vista superiore a questo suo "simile". Solo per appasionati del genere.
12 Kingdoms parte con l'ottimo presupposto di trapiantantare tre normalissimi studenti in un mondo fantastico (fin qui nulla di nuovo) a loro completamente ostile (ed è qui la novità). Viene quindi fatto un buon lavoro sulla crescita caratteriale del personaggio principale...
Quasi nulla sugli altri: a parte la scomparsa (dimenticanza dell'autore?) di uno di loro, i rimanenti, nell'ultimo episodio del primo ciclo (il 14), accettano il loro destino senza batter ciglio contrariamente al carattere manifestato durante tutto il corso della serie.
Fin qui ci può stare... ma dal troppo frettoloso finale del primo ciclo, si passa ad un secondo ciclo talmente pessimo, lento ed inconcludente che ho abbandonato la serie.
Forse le mie aspettative erano troppo alte, di sicuro ho gradito molto di più Claymore, che nonostante sia molto meno "costruito" (ma di certo qui non siamo di fronte al Tolkien del sol levante) è sotto tutti i punti di vista superiore a questo suo "simile". Solo per appasionati del genere.
Ho scoperto questo cartone per caso, su AniDB. Le recensioni erano molto positive, ma leggendo la trama ho pensato: "Bof, un clone di Fushigi Yuugi". Per fortuna invece ho provato a guardare qualche puntata e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
L'animazione e il disegno sono nella media, ma "I 12 Regni" ha una cosa che ultimamente è difficile trovare negli anime: una storia solida e dei personaggi veri e credibili, non degli stereotipi.
Non troverete fanservice, faccine buffe o inquadrature super-deformed: la storia è seria, proprio come la leggereste in un romanzo (e la cosa non sorprende, dato che l'anime è stato proprio tratto da una serie di romanzi).
Le similitudini con Fushigi Yuugi si fermano all'ambientazione simil-cinese e al concetto "ragazza timida trasportata in un mondo fantasy": il mondo dei 12 Regni è molto, molto, molto più raffinato, ed è basato su un'idea intrigante: "immaginiamo un luogo dove i concetti alla base della mitologia cinese siano realtà". Così, i regnanti sono davvero scelti dal cielo. Sono davvero immortali. E il benessere dei sudditi e del regno dipende realmente dalle loro azioni (ma anche dalla loro sola presenza!).
I personaggi cambiano lentamente ma radicalmente durante il corso della serie. Il tema ricorrente è il superamento dei propri limiti, l'abbattimento delle barriere che impediscono ad una persona di essere realmente se stessa.
La regia è sufficientemente abile da lasciare al termine di ogni episodio il desiderio di continuare per vedere "come va a finire". La storia comunque è divisa in diversi archi narrativi autoconclusivi, quindi si può interrompere la visione e riprenderla anche mesi dopo.
Non mancano delle buone scene d'azione, anche se non è su queste che si basa il cartone. Ad esempio, la battaglia finale al termine del primo arco narrativo viene soltanto raccontata, non mostrata: non avrebbe aggiunto nulla alla storia.
Un'ultima nota positiva va alle musiche: a metà strada fra genere sinfonico occidentale e tradizionale cinese, riescono benissimo a complementare la narrazione (un pezzo della sigla di apertura è diventato il suono di avvio del mio pc :) ).
Tuttavia, non manca qualche difetto: primo fra tutti l'enorme quantità di termini simil-cinesi ricorrenti, di cui è davvero difficile ricordare il significato.
I colori potevano essere un po' meno "sparati", specialmente con una storia dai toni spesso cupi come questa.
Infine, bisogna dire che la serie non termina: all'episodio 39 c'è il finale della prima stagione (con sigla di coda allungata, musica diversa, ecc.). Gli ultimi 6 trattano una storia marginale, un flashback. Purtroppo la stagione successiva non è mai stata prodotta.
Riassumendo: consiglio caldamente questa serie a chiunque apprezzi la storia e i personaggi al di sopra degli altri elementi.
Se invece siete fra quelli che hanno adorato Elfen Lied, potete tranquillamente evitare Juuni Kokuki, non fa per voi. ;)
L'animazione e il disegno sono nella media, ma "I 12 Regni" ha una cosa che ultimamente è difficile trovare negli anime: una storia solida e dei personaggi veri e credibili, non degli stereotipi.
Non troverete fanservice, faccine buffe o inquadrature super-deformed: la storia è seria, proprio come la leggereste in un romanzo (e la cosa non sorprende, dato che l'anime è stato proprio tratto da una serie di romanzi).
Le similitudini con Fushigi Yuugi si fermano all'ambientazione simil-cinese e al concetto "ragazza timida trasportata in un mondo fantasy": il mondo dei 12 Regni è molto, molto, molto più raffinato, ed è basato su un'idea intrigante: "immaginiamo un luogo dove i concetti alla base della mitologia cinese siano realtà". Così, i regnanti sono davvero scelti dal cielo. Sono davvero immortali. E il benessere dei sudditi e del regno dipende realmente dalle loro azioni (ma anche dalla loro sola presenza!).
I personaggi cambiano lentamente ma radicalmente durante il corso della serie. Il tema ricorrente è il superamento dei propri limiti, l'abbattimento delle barriere che impediscono ad una persona di essere realmente se stessa.
La regia è sufficientemente abile da lasciare al termine di ogni episodio il desiderio di continuare per vedere "come va a finire". La storia comunque è divisa in diversi archi narrativi autoconclusivi, quindi si può interrompere la visione e riprenderla anche mesi dopo.
Non mancano delle buone scene d'azione, anche se non è su queste che si basa il cartone. Ad esempio, la battaglia finale al termine del primo arco narrativo viene soltanto raccontata, non mostrata: non avrebbe aggiunto nulla alla storia.
Un'ultima nota positiva va alle musiche: a metà strada fra genere sinfonico occidentale e tradizionale cinese, riescono benissimo a complementare la narrazione (un pezzo della sigla di apertura è diventato il suono di avvio del mio pc :) ).
Tuttavia, non manca qualche difetto: primo fra tutti l'enorme quantità di termini simil-cinesi ricorrenti, di cui è davvero difficile ricordare il significato.
I colori potevano essere un po' meno "sparati", specialmente con una storia dai toni spesso cupi come questa.
Infine, bisogna dire che la serie non termina: all'episodio 39 c'è il finale della prima stagione (con sigla di coda allungata, musica diversa, ecc.). Gli ultimi 6 trattano una storia marginale, un flashback. Purtroppo la stagione successiva non è mai stata prodotta.
Riassumendo: consiglio caldamente questa serie a chiunque apprezzi la storia e i personaggi al di sopra degli altri elementi.
Se invece siete fra quelli che hanno adorato Elfen Lied, potete tranquillamente evitare Juuni Kokuki, non fa per voi. ;)
Juuni Kokuki... i dodici regni. Tralasciando i colori che sembrano dati col paint bucket di mspaint (e forse è proprio così) la storia non mi ha veramente per nulla appassionato. Sembrerebbe il classico anime da merchandising, di quelli che poi ti vendono le carte da gioco...
Una nota positiva c'è, l'anime acquista un pò di ritmo da quando la protagonista finisce di fare la lagna riguardo il suo passato e finalmente capisce che deve andare avanti. Capisco l'intento di far capire allo spettatore la sofferenza del distacco dall'ambiente familiare, traumatico anche nel caso in cui non sia proprio un ambiente piacevole.. il voler sottolineare l'affezione di una persona alla sua prigione.. ok, tematica interessante, però si poteva affrontare meglio invece di far piangere per 3 o 4 episodi il protagonista Smile Interessante il fatto che la protagonista diventa una ganguro... :p
Una nota positiva c'è, l'anime acquista un pò di ritmo da quando la protagonista finisce di fare la lagna riguardo il suo passato e finalmente capisce che deve andare avanti. Capisco l'intento di far capire allo spettatore la sofferenza del distacco dall'ambiente familiare, traumatico anche nel caso in cui non sia proprio un ambiente piacevole.. il voler sottolineare l'affezione di una persona alla sua prigione.. ok, tematica interessante, però si poteva affrontare meglio invece di far piangere per 3 o 4 episodi il protagonista Smile Interessante il fatto che la protagonista diventa una ganguro... :p
Anime piuttosto ben fatto con un bel design e musiche d'atmosfera. La protagonista all'inizio è un po' poco definita, poi si trasforma (anche fisicamente) e in qualche modo diventa il piacevole fulcro del primo arco di episodi. La trama del primo arco, che ha un ritmo accattivante e ogni epsodio (dopo i primi 5 o 6 un poco lenti, poichè si devono avere tutte le spiegazioni varie) lascia con quel senso di "e poi?", si dinapa davvero bene. Si tratta di un fantasy, mondi paralleli, ma l'analogia con i fushigi yuugi vari finisce qui. La serie ha mordente e personaggi particolari. Gli altri archi vedono protagonisti i vecchi coprotagonisti, e sono carini. Bello l'ultimo arco.