Zero Zero Nine One
La cosa che colpisce a prima vista in 009-1 è il character design, una riuscitissima modernizzazione dello stile grafico di Shotaro Ishinomori, l'autore del manga originale. Mi è bastato vedere un fotogramma di 009-1 per voler seguire la serie. L'omaggio al passato non si esaurisce certo nel chara. Anche le animazioni sono in certi aspetti retrò: per esempio il modo di correre della protagonista richiama il modo di correre dei cyborg di Cyborg 009, forse la più celebre serie di Ishinomori. Questo è sicuramente voluto. 009-1 comunque non è un sequel di Cyborg 009: si tratta una serie del tutto diversa, dove compaiono dei cyborg, delle bellissime spie indicate con un codice che inizia con 009. 009-1 (Nine-One per gli amici) è il numero di codice della protagonista.
Il richiamo più forte agli anni sessanta (gli anni in cui il manga originale venne disegnato) è nelle tematiche e nelle atmosfere. Il mondo di 009-1 è un futuro alternativo in cui la guerra fredda è durata per 140 anni e il mondo è ancora diviso tra il Blocco Est e il Blocco Ovest. Oltre alle spie dei due blocchi esistono anche agenti doppiogiochisti e agenti indipendenti, tanto per complicare il gioco. I fan dello spionistico anni sessanta troveranno pane per i loro denti. Personalmente non sopporto i film di 007 e lo spionaggio, quindi 009 mi è piaciuto per altri motivi. Tra questi le atmosfere tristi e il tema dei bambini orfani e maltrattati, tipici dell'epoca. Le storie sono molto serie e di ottima qualità. Il ritmo è lento, ma ciò nonostante le puntate sono dense di avvenimenti e di emozioni: ogni episodio è un vero e proprio film e arrivati alla fine si rimane sorpresi che sia durato soltanto 20 minuti. La serie si snoda in 12 (+1) episodi autoconclusivi, con tre episodi finali che tirano le fila del discorso, mettendo insieme vari spunti abilmente disseminati in precedenza.
È presente una certa componente di fan service in molte inquadrature e nelle misure della protagonista (da come è disegnata direi che sono 95-55-95 o giù di lì). Notevole è il seno esplosivo di 009-1, esplosivo nel senso letterale del termine visto che la bellissima spia è dotata di mitragliatrici gemelle installate proprio lì! 009-1 è sessualmente disinibita, come ogni spia che si rispetti, e spesso e volentieri va a letto con i suoi bersagli prima di eliminarli. Non parlerei di fanservice superfluo perché l'aspetto erotico fa parte del genere spionistico: personalmente comunque avrei preferito vederne di meno. Chi si trova a suo agio con il genere probabilmente assegnerà un voto superiore al mio; io lo consiglio a chi vuole vedere un anime diverso da quelli moderni. Chiudo assegnando una nota di merito all'adattissima opening, Destiny Girl, che mi ha entusiasmato.
Il richiamo più forte agli anni sessanta (gli anni in cui il manga originale venne disegnato) è nelle tematiche e nelle atmosfere. Il mondo di 009-1 è un futuro alternativo in cui la guerra fredda è durata per 140 anni e il mondo è ancora diviso tra il Blocco Est e il Blocco Ovest. Oltre alle spie dei due blocchi esistono anche agenti doppiogiochisti e agenti indipendenti, tanto per complicare il gioco. I fan dello spionistico anni sessanta troveranno pane per i loro denti. Personalmente non sopporto i film di 007 e lo spionaggio, quindi 009 mi è piaciuto per altri motivi. Tra questi le atmosfere tristi e il tema dei bambini orfani e maltrattati, tipici dell'epoca. Le storie sono molto serie e di ottima qualità. Il ritmo è lento, ma ciò nonostante le puntate sono dense di avvenimenti e di emozioni: ogni episodio è un vero e proprio film e arrivati alla fine si rimane sorpresi che sia durato soltanto 20 minuti. La serie si snoda in 12 (+1) episodi autoconclusivi, con tre episodi finali che tirano le fila del discorso, mettendo insieme vari spunti abilmente disseminati in precedenza.
È presente una certa componente di fan service in molte inquadrature e nelle misure della protagonista (da come è disegnata direi che sono 95-55-95 o giù di lì). Notevole è il seno esplosivo di 009-1, esplosivo nel senso letterale del termine visto che la bellissima spia è dotata di mitragliatrici gemelle installate proprio lì! 009-1 è sessualmente disinibita, come ogni spia che si rispetti, e spesso e volentieri va a letto con i suoi bersagli prima di eliminarli. Non parlerei di fanservice superfluo perché l'aspetto erotico fa parte del genere spionistico: personalmente comunque avrei preferito vederne di meno. Chi si trova a suo agio con il genere probabilmente assegnerà un voto superiore al mio; io lo consiglio a chi vuole vedere un anime diverso da quelli moderni. Chiudo assegnando una nota di merito all'adattissima opening, Destiny Girl, che mi ha entusiasmato.
Se desiderate ardentemente vedere un anime di spionaggio e l'unico titolo che conoscete è "Najica Blitz Tactics", vi prego, non c'è bisogno di darsi fuoco. C'è una luce in fondo al tunnel e questa luce è l'anime che sto per recensire.
"009-1" è una miniserie di dodici episodi tratta da un manga degli anni sessanta di Shotaro Ishinomori, uno dei mostri sacri del fumetto giapponese e autore di innumerevoli storie, tra cui si annovera il suo capolavoro "Cyborg 009". Nonostante la presenza dello stesso numero nel titolo, "009-1" non ha nulla a che fare con il capolavoro di Ishinomori. Quest'anime del 2006 infatti narra le vicende di Mylene Hoffmann, un'agente segreto che opera in un mondo che nella serie si immagina ancora diviso in due blocchi, il Blocco Est e il Blocco Ovest. Orfana di due esuli in fuga da oriente, diventerà da adulta una spia al servizio della libertà del Blocco Ovest.
Nonostante i continui riferimenti alla Guerra Fredda (tema attualissimo ai tempi della realizzazione del manga), non ci si deve certo aspettare lo stesso trasporto emotivo a favore del Blocco Ovest che si è sempre visto nei film di azione o spionaggio americani. L'anime infatti mette bene in luce, tramite un'ottima scrittura degli episodi, la grande innovazione narrativa che i primi autori di manga, come Osamu Tezuka e per l'appunto Ishinomori, apportarono al mondo dei fumetti: l'assenza di nette distinzioni tra buoni e cattivi. Nel mondo di "009-1" infatti i due blocchi non vengono rappresentati per ciò che anelano essere, ovvero da una parte la bandiera della libertà e dall'altra il paradiso in Terra della giustizia sociale, ma per quello che sono nella cruda realtà delle cose: due contendenti in lotta per l'annientamento reciproco. La stessa protagonista inoltre non fa trapelare mai alcun attaccamento a nessun tipo di ideale. È una spia fredda e calcolatrice e, come spesso ricorda al nemico di turno che sconfigge, lei ogni volta vince perché è sempre la meno sentimentale tra i due.
Questo disincanto di fondo della serie ben si sposa con le ben congegnate trame dei dodici episodi, i quali sanno offrire allo spettatore tutti i cliché narrativi del genere spionistico, come azione, intrighi, sesso e tecnologie fuori da ogni grazia di Dio (la stessa "009-1" ha in dotazione una mitragliatrice... nel seno!).
Dal punto di vista tecnico, sono rimasta molto piacevolmente colpita dalla sofisticatezza con cui è stato realizzato quest'anime. Essendo tratto da un manga di più di quarant'anni fa, l'ottima idea dei realizzatori è stata quella d'immergere completamente la serie in un'atmosfera a dir poco vintage che richiamasse in ogni dettaglio i canoni estetici di quell'epoca. Ad esempio il character design non è stato stravolto a favore del gusto degli anno zero, ma è stato riproposto il tratto originale di Ishinomori, accentuandone le peculiarità e limando invece quei tratti che avrebbero fatto storcere il naso allo spettatore di quest'epoca. Il risultato sono personaggi dall'aspetto assolutamente rétro ma estremamente godibili a vedersi. Senza poi contare il design delle automobili, degli abiti dei protagonisti e la colonna sonora tutta che sono una miniera di rimandi all'epoca del boom economico. C'è persino una puntata ambientata a Roma, e gran parte della storia si sviluppa guarda caso davanti alla Fontana di Trevi, il luogo simbolo della Dolce Vita.
È un peccato dunque che i realizzatori non abbiano avuto maggiori ambizioni riguardo a questo interessante personaggio. Solo dodici episodi innanzitutto lasciano veramente con l'amaro in bocca vista la qualità del tutto. Inoltre un'altra pecca a mio avviso è la completa assenza di una linea gialla narrativa che leghi gli episodi tra di loro. Infatti, a parte alcuni dettagli legati tra loro all'interno dei vari episodi, tutti gli altri sono rigorosamente stand alone, e anche se scritti eccellentemente, non soddisfano certo la voglia nello spettatore di saperne di più sul passato e sulla figura di 009-1, o sulla situazione politica in cui si trova a vivere. Ovviamente c'è un episodio dedicato alla vita di Mylene, ma sembra stato messo giusto per dare un contentino visto che è piazzato a metà serie letteralmente con lo sputo.
Comunque sia è un'ottima serie che consiglio caldamente a chiunque ami l'animazione di qualità o non conosca Shotaro Ishinomori.
"009-1" è una miniserie di dodici episodi tratta da un manga degli anni sessanta di Shotaro Ishinomori, uno dei mostri sacri del fumetto giapponese e autore di innumerevoli storie, tra cui si annovera il suo capolavoro "Cyborg 009". Nonostante la presenza dello stesso numero nel titolo, "009-1" non ha nulla a che fare con il capolavoro di Ishinomori. Quest'anime del 2006 infatti narra le vicende di Mylene Hoffmann, un'agente segreto che opera in un mondo che nella serie si immagina ancora diviso in due blocchi, il Blocco Est e il Blocco Ovest. Orfana di due esuli in fuga da oriente, diventerà da adulta una spia al servizio della libertà del Blocco Ovest.
Nonostante i continui riferimenti alla Guerra Fredda (tema attualissimo ai tempi della realizzazione del manga), non ci si deve certo aspettare lo stesso trasporto emotivo a favore del Blocco Ovest che si è sempre visto nei film di azione o spionaggio americani. L'anime infatti mette bene in luce, tramite un'ottima scrittura degli episodi, la grande innovazione narrativa che i primi autori di manga, come Osamu Tezuka e per l'appunto Ishinomori, apportarono al mondo dei fumetti: l'assenza di nette distinzioni tra buoni e cattivi. Nel mondo di "009-1" infatti i due blocchi non vengono rappresentati per ciò che anelano essere, ovvero da una parte la bandiera della libertà e dall'altra il paradiso in Terra della giustizia sociale, ma per quello che sono nella cruda realtà delle cose: due contendenti in lotta per l'annientamento reciproco. La stessa protagonista inoltre non fa trapelare mai alcun attaccamento a nessun tipo di ideale. È una spia fredda e calcolatrice e, come spesso ricorda al nemico di turno che sconfigge, lei ogni volta vince perché è sempre la meno sentimentale tra i due.
Questo disincanto di fondo della serie ben si sposa con le ben congegnate trame dei dodici episodi, i quali sanno offrire allo spettatore tutti i cliché narrativi del genere spionistico, come azione, intrighi, sesso e tecnologie fuori da ogni grazia di Dio (la stessa "009-1" ha in dotazione una mitragliatrice... nel seno!).
Dal punto di vista tecnico, sono rimasta molto piacevolmente colpita dalla sofisticatezza con cui è stato realizzato quest'anime. Essendo tratto da un manga di più di quarant'anni fa, l'ottima idea dei realizzatori è stata quella d'immergere completamente la serie in un'atmosfera a dir poco vintage che richiamasse in ogni dettaglio i canoni estetici di quell'epoca. Ad esempio il character design non è stato stravolto a favore del gusto degli anno zero, ma è stato riproposto il tratto originale di Ishinomori, accentuandone le peculiarità e limando invece quei tratti che avrebbero fatto storcere il naso allo spettatore di quest'epoca. Il risultato sono personaggi dall'aspetto assolutamente rétro ma estremamente godibili a vedersi. Senza poi contare il design delle automobili, degli abiti dei protagonisti e la colonna sonora tutta che sono una miniera di rimandi all'epoca del boom economico. C'è persino una puntata ambientata a Roma, e gran parte della storia si sviluppa guarda caso davanti alla Fontana di Trevi, il luogo simbolo della Dolce Vita.
È un peccato dunque che i realizzatori non abbiano avuto maggiori ambizioni riguardo a questo interessante personaggio. Solo dodici episodi innanzitutto lasciano veramente con l'amaro in bocca vista la qualità del tutto. Inoltre un'altra pecca a mio avviso è la completa assenza di una linea gialla narrativa che leghi gli episodi tra di loro. Infatti, a parte alcuni dettagli legati tra loro all'interno dei vari episodi, tutti gli altri sono rigorosamente stand alone, e anche se scritti eccellentemente, non soddisfano certo la voglia nello spettatore di saperne di più sul passato e sulla figura di 009-1, o sulla situazione politica in cui si trova a vivere. Ovviamente c'è un episodio dedicato alla vita di Mylene, ma sembra stato messo giusto per dare un contentino visto che è piazzato a metà serie letteralmente con lo sputo.
Comunque sia è un'ottima serie che consiglio caldamente a chiunque ami l'animazione di qualità o non conosca Shotaro Ishinomori.
Davvero interessante per me vedere questa serie dall'insolito tocco retrò, basato su un manga di Shotaro Ishinomori, che ha parecchi punti di contatto con la sua piu' celebre opera, Cyborg 009.
Basata sul manga pubblicato negli anni nella fine degli anni 60, narra delle vicissitudini di una spia, modificata in cyborg, che combatte per il cosiddetto Blocco Ovest, in un mondo ambientato in una specie di guerra fredda alternativa, tra i due blocchi che sono in perenne lotta per trafugarsi l'un l'altro, segreti militari.
Il character design di Ishinomori e' fortemente influenzato da Osamu Tezuka, nonostante non lo apprezzi particolarmente, (non reggo proprio quei protagonisti disegnati con nasoni grotteschi) ha almeno il pregio di essere originale e fuori dagli schemi.
Nonostante molti innesti fantascientifici, la serie rimane comunque non troppo esagerata nelle scene d'azione, e si fa apprezzare per la crudezza e il cinismo dei vari episodi che sono autoconclusivi.
Come spesso succede nelle migliori serie nipponiche, non vi è proprio differenza tra buoni e cattivi, e la protagonista stessa si chiede se ha davvero raggiunto la libertà, essendo inizialmente una profuga in fuga dal blocco est, che coincideva con quello comunista.
Da consigliare per chi e' in cerca di serie retrò con una buona dose di originalità.
Ottima la sigla iniziale "Destiny girl", ha un giro di chitarra che mi fa impazzire.
Basata sul manga pubblicato negli anni nella fine degli anni 60, narra delle vicissitudini di una spia, modificata in cyborg, che combatte per il cosiddetto Blocco Ovest, in un mondo ambientato in una specie di guerra fredda alternativa, tra i due blocchi che sono in perenne lotta per trafugarsi l'un l'altro, segreti militari.
Il character design di Ishinomori e' fortemente influenzato da Osamu Tezuka, nonostante non lo apprezzi particolarmente, (non reggo proprio quei protagonisti disegnati con nasoni grotteschi) ha almeno il pregio di essere originale e fuori dagli schemi.
Nonostante molti innesti fantascientifici, la serie rimane comunque non troppo esagerata nelle scene d'azione, e si fa apprezzare per la crudezza e il cinismo dei vari episodi che sono autoconclusivi.
Come spesso succede nelle migliori serie nipponiche, non vi è proprio differenza tra buoni e cattivi, e la protagonista stessa si chiede se ha davvero raggiunto la libertà, essendo inizialmente una profuga in fuga dal blocco est, che coincideva con quello comunista.
Da consigliare per chi e' in cerca di serie retrò con una buona dose di originalità.
Ottima la sigla iniziale "Destiny girl", ha un giro di chitarra che mi fa impazzire.