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Purtroppo non mantiene fino in fondo quello che promette all’inizio. Sarebbe stato un 9, altrimenti.

Devo ammetterlo: i primi episodi mi hanno scioccato e irrimediabilmente catturato.
L’atmosfera cupa, pesante, claustrofobica, ossessiva e sporca incatena lo spettatore che non decida di scappare subito a gambe levate. Perché, sì, la tentazione in principio c’è stata, quando ho temuto che mi si stesse guidando verso territori dove non avrei volut1 [ continua a leggere]
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6.0/10
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Una splendida occasione mancata.

Qualcuno si risentirà di quanto sto per scrivere. Pazienza.

Non ce la faccio... Adoro i due protagonisti ma è un po' poco per sopportare quaranta episodi di questa poltiglia. Mi fermo a ventisei e un po'. La logica è sconosciuta, la recitazione degli altri protagonisti è spesso caricaturale (per regia, non per mancanza di abilità), le cosiddette indagini sono risibili, gli effetti speciali hanno poco di special1 [ continua a leggere]
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Sarò breve e spietata. In fondo, questo drama con me non ci è andato molto per il sottile, quindi perché dovrei farmi scrupoli?

Due ex compagni di scuola neolaureati si ritrovano nella stessa società che si occupa di giochi. Lei confessa a lui il proprio amore, ma viene respinta perché lui è innamorato di una rude giocatrice online che, naturalmente, non è altri che l’alter ego segreto della ragazza che ha respinto.

Non saprei neanche come de1 [ continua a leggere]
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Pochi conflitti per una storia molto convincente

Quando una star famosa deve imparare in fretta a giocare ad un videogioco per salvare la faccia e un importante contratto, entra in campo una sua vecchia cotta, abilissimo giocatore e ora anche ingegnere aerospaziale. Ai tempi della scuola le cose non erano andate molto bene fra i due, ma possiamo giurare fin da subito che, da adulti, voleranno scintille.

Questo drama è stato per me una piacevol1 [ continua a leggere]
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Secondo esilarante titolo della serie, di soli tre episodi. L’ambientazione è sempre quella del mondo dei "Boy Love” con spassosissime chicche che non sfuggiranno allo spettatore più attento, come la sconcertante “Boy Love University”.

Difficilmente guardo le sigle di apertura e chiusura dei drama, ma in questo caso, come pure nella serie precedente, il trash è a un livello tale da diventare un'iconica dichiarazione fashion. Imperdibile. E mi d1 [ continua a leggere]
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Divertentissima parodia.

Una spassosissima trasposizione di un manga che si burla, senza mai sconfinare nell'omofobia, di tutti i cliché dei manga/drama "Boy Love". Qui la mimica esagerata di Atsuhiro Inukai la fa da padrona e non è assolutamente fuori posto, anzi, è decisamente un valore aggiunto per l'opera. Ma si lasciano guardare molto piacevolmente anche il dolcissimo Yūtarō, nei panni del fratello minore del protagonista, e Akihisa Shio1 [ continua a leggere]
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Questo drama è una delle poche eccezioni nel mio agrodolce (più agro che dolce) rapporto con le serie giapponesi. Di solito, per mio gusto personale, non apprezzo molto la recitazione di quel Paese ma, in questo caso, non ho nulla da eccepire, almeno per quanto riguarda gli attori principali.

Adattamento televisivo del breve manga omonimo di Harada, "One Room Angel" è una miniserie in sei episodi di ventiquattro minuti ciascuno, per la regia di1 [ continua a leggere]

7.5/10
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Inferiore alle aspettative.

Mi aspettavo molto di più, non so perché, visto che i drama giapponesi mi hanno delusa già diverse volte.

La storia di "Kei×Yaku: Abunai Aibou" (2022), almeno in partenza, prende le mosse da un poliziotto, orbato dei genitori in tenera età, che cerca di ritrovare una collega scomparsa presunta morta tre anni prima e, per vari motivi, finisce per allearsi con un giovane capoccia della yakuza. Sullo sfondo del mistero1 [ continua a leggere]
E' #sabatoLollies!
Mercoledì HotBoy&Sword
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I drama tailandesi sono diversi.

Bisogna partire da questa premessa: la recitazione è differente da quella a cui siamo abituati se non abbiamo mai visto un drama thailandese, o ne abbiamo visto pochi.
Anche gli attori sono molto diversi da quelli a cui possiamo esserci abituati guardando serie cinesi o coreane. In realtà le persone sembrano molto più vere, perché questi attori hanno un aspetto più umano, meno plastificato e, soprattutto, sembra1 [ continua a leggere]
Lee Joon Gi si è messo le lenti a contatto...
Venerdì? Piedini!
Regalino per @icesquall
Quando è giusto, è giusto!
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Ho appena visto un documentario molto interessante sul buto
https://www.arte.tv/it/videos/095132-002-A/giappone-buto-danza-delle-tenebre/
#Sabatolollies