logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
Ataru Moroboshii

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Questo film mi accende sentimenti contrastanti:

Da una parte abbiamo un ottima storia, una vera e propria apologia della vendetta. Una storia libera da sovrastrutture e da morale, senza ormai abusati intenti di denuncia sociale o peggio di insegnare qualcosa.
Questa storia è felice di essere feroce e trova nella ferocia la sua ragione di essere, dal lato del soggetto è davvero un qualcosa da fare invidia a Park Chan Wook!
Solo lato debole della storia è quello di affidarsi ad una pianificazione fin troppo esagerata per non incorrere mai in qualche intoppo: Il tipico clichè giapponese del tizio che prevede che il suo nemico avrebbe previsto che lui avrebbe fatto A e allora invece fa B e lo fa con mesi di anticipo. Però ,passando sopra questi clichè , la storia è fenomenale.

Dall'altra parte abbiamo però una regia che è la quintessenza del barocco e del videoclip, nata da un regista pubblicitario prestato al cinema, chiaramente risente della pessima influenza di Zack Snyder e di quel movimento inutilmente videoclipparo che ha appestato il cinema alla fine degli anni 00.
Se Zack Snyder ed emuli ci avevano abituato a rallenty, filtri della luce, modifiche in CG sovrabbondantemente inutili ed altri accorgimenti atti a renderci più fastidiosa ed artefatta possibile la visione del film, Nakashima ha evidentemente deciso che li avrebbe superati tutti:

Il risultato è che mentre gli attori declamano fuori schermo un bignami del romanzo da cui è tratto il film, Nakashima ci "delizia" con 110 minuti di videoclip dove gli omicidi sembrano pubblicità della marmellata, il colore è eccessivamente alterato ed il girato epurato dei rallenty raggiungerebbe si e no i 25 minuti. Ciliegina sulla torta artefatta, si aggiungono altri fotogrammi inutili con effetti backwards e forwards che aggiungono altra inutile CG ad una storia che mai ne ha avuto il benchè minimo bisogno.

Sono più inferocito dei personaggi stessi per aver visto una cosi bella storia sfregiata da questa regia autocompiaciuta, ma sono contento che dopo 12 anni, questo tipo di effettoni sia ormai relegato a live action giapponesi e cinecomic americani e non contamini più il resto del cinema, come è accaduto invece in questo sfortunato caso.


 1
Sonoko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Sconvolgente e terribile, così definirei questo film di Tetsuya Nakashima giunto in Italia molto tempo dopo la sua uscita nei cinema orientali. Ovviamente non parlo in senso negativo, Nakashima ha saputo trasporre perfettamente su pellicola il bellissimo romanzo di Kanae Minato, giunto anche da noi nel 2011, ma non si può non restare scioccati di fronte a questa storia, anche perché inizialmente non è quello che sembra: una professoressa che l'ultimo giorno di scuola fa il suo discorso di commiato alla sua classe, i ragazzi che fanno di tutto tranne che ascoltarla, una scena banale, che potrebbe essere tranquillamente tratta da un qualsiasi manga o anime scolastico come tanti, che mostra una professoressa non troppo simpatica che annuncia il suo ritiro dall'insegnamento entro la fine del mese, con immediate manifestazioni di gioia immensa... Tutto cambia però appena lei spiega il motivo del suo ritiro, ed annuncia la sua intenzione di vendicarsi dei due assassini della sua figlioletta di 5 anni, anch'essi presenti, ed inizia l'incubo...
Una storia di vendetta dunque, ma non solo: oltre al dramma di una donna piena di rancore dopo essere rimasta sola dopo aver perso la figlia ed anche l'uomo che amava (strappatole da una tremenda malattia), ci mostra il punto di vista dei due carnefici della piccola Manami, il cui tremendo gesto viene in qualche modo motivato, anche se mai potrà essere giustificato; ma ci mostra anche i mali che possono annidarsi fra gli adolescenti, in particolare in Giappone ma anche altrove.
La scuola giapponese non è esattamente com'è descritta nei classici manga scolastici, questo è il succo di un articolo recentemente pubblicato in questo sito, e questa affermazione è più che mai confermata da Nakashima, che anche se in maniera esasperata mostra problematiche reali, che interessano davvero gli adolescenti giapponesi, troppo abbandonati a se stessi dai genitori, troppo presi dalla frenetica vita di tutti i giorni (oltre che, a volte, da se stessi) per badare adeguatamente a loro. Da un lato si percepisce quanto sia importante, per questi ragazzi, essere accettati, far parte del gruppo, comportandosi tutti allo stesso modo (per cui se il più carismatico decide che qualcuno va isolato e bullizzato gli altri lo seguono come pecore); dall'altro in una società in cui si impone a chi vi appartiene di conformarsi alle leggi, alle usanze, anche al modo di pensare, si rischia di restare troppo anonimi, sconosciuti, e così chi sente questo desiderio di farsi notare, di ricordare ai propri familiari e/o al mondo la propria esistenza, può arrivare anche a gesti estremi.
Talvolta tutto ciò diventa inaccettabile, e da qui il fenomeno, anch'esso sempre più diffuso anche da noi, dell'hikikomori, l'adolescente che per sfuggire a questa società si rinchiude in casa non potendo accettare una realtà che non sia quella virtuale...
Dall'annuncio della vendetta della professoressa Moriguchi, dal suo discorso che dovrebbe entrare di diritto fra le scene migliori della storia del cinema, il film è un crescendo continuo di tensione, tiene sempre alta l'attenzione del telespettatore grazie ai dettagli della vicenda snocciolati pian piano, talvolta in maniera apparentemente confusa, che sarà solo alla fine del tutto (o quasi) chiara. Resto sempre sorpresa per come i registi giapponesi riescano sempre a realizzare tali prodotti, mostrando pochissime scene di sangue (come in questo caso) o talvolta non mostrandone affatto. Essi non si accontentano di sconvolgere, spaventare il pubblico in maniera tanto semplicistica come fanno troppo spesso gli occidentali mostrando efferati delitti e sangue: piuttosto che lo splatter puro preferiscono mostrare l'orrore più grande, quello che potrebbe annidarsi in ciascuno di noi, ed è probabilmente per questo che riescono anche a spaventare di più, soprattutto quando gli attori sono così bravi. La Moriguchi, così fredda ed inespressiva nella spiegazione delle sue intenzioni agli ignari ragazzini, era assolutamente agghiacciante, ed anche i comprimari hanno svolto bene il loro ruolo.
Nakashima ha poi saputo realizzare un film ad elevato impatto visivo con vari espedienti, come il cielo sempre cupo e variegato dalle nuvole, o con pioggia o neve, alcune scene al rallentatore realizzate per aumentare il senso di angoscia, alcune scene puramente simboliche ed evocative, come la farfalla bianca nella mano del ragazzino, che almeno io ho interpretato come sinistro presagio di morte, al pari dell'ombra della farfalla che viene inquadrata in primo piano sulla finestra della stanza di Maria Teresa che si congeda dalla figlia Antonietta nella seconda puntata di Lady Oscar, appunto come presagio del terribile destino a cui andrà incontro la regina di Francia.
Qual è il senso della vita? Le vite hanno tutte lo stesso valore? Sono domande a cui dà una sua risposta lo studente che ha scritto un tema su quest'argomento, premiato ed acclamato davanti agli altri studenti; ma il regista sa bene che in realtà una risposta semplice ed univoca non esiste e perciò lascia tutto alla libera interpretazione, concludendo questo film così complesso con un finale geniale ed inaspettato che pare adattarsi a varie chiavi di lettura, anche alla luce dell'altrettanto brillante romanzo della Minato.
Un altro elemento di rilievo, ultimo ma non per importanza, la musica, in particolare il tema principale del film, Last flowers, dei Radiohead, che si associa perfettamente al contesto.
Insomma, un film non per tutti, perché giustamente vietato ai minori di 14 anni, ma assolutamente consigliato!


 0
MysticMoon

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Uscito in patria nel 2010 ma arrivato in Italia solo tre anni più tardi, "Confessions" è un film dal crudele fascino.
L'ultimo giorno di scuola la professoressa Moriguchi Yuko annuncia ai suoi studenti di prima media che non sarà con loro l'anno scolastico successivo e rivela di essere a conoscenza del fatto che sua figlia Manami, di soli quattro anni, non è affogata nella piscina della scuola per puro caso ma è stata assassinata da due di loro, intoccabili dodicenni che non verranno mai puniti per il loro crimine.
Il film riprende con assoluta fedeltà il libro di Kanae Minato da cui è tratto, narrando i fatti immediatamente successivi alla rivelazione della professoressa, e al tempo stesso scavando nella vita di questi ragazzi, scoprendone i traumi senza tuttavia giustificare ciò che, obiettivamente, è ingiustificabile.
Il regista Nakashima Tetsuya ha magistralmente creato un film dalle atmosfere cupe quanto la vicenda narrata, scegliendo e scoprendo dei giovani attori che negli anni successivi si sono fatti strada nel mondo dello spettacolo giapponese, come la futura beniamina della TV Ashida Mana e la bravissima Hashimoto Ai, e al tempo stesso usando volti molto noti per i personaggi adulti, tra i quali spicca una Matsu Takako in grande spolvero (senza nulla togliere alla commovente interpretazione di Kimura Yoshino).
Nonostante sia un film indubbiamente pesante per le tematiche trattate, è un lungometraggio assolutamente da vedere.


 4
lavolpe

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Con un ritardo di oltre tre anni, arriva nelle sale italiane il film di Tetsuya Nakashima e bisogna proprio dirlo: come le raccontano gli orientali le storie di vendetta non lo fa nessuno.
L'ultimo giorno di scuola, la professoressa Moriguchi racconta alla sua classe una lunga storia che riguarda la privazione, avvenuta ai suoi danni, della cosa più preziosa che possedesse: la piccola Manami, sua figlia. "Tutto normale" se non fosse che proprio in quella classe si celano i carnefici della bambina verso i quali si scaglia una vendetta architettata fin nei minimi particolari per tutta la durata del film.
Confessions, tratto dall'omonimo libro di Kanae Minato, è un lungo viaggio tramite i flussi di coscienza dei protagonisti che argomentano le loro "confessioni" attraverso una crudeltà spiazzante e disumana. Ogni attore di questa tragedia è vittima e carnefice e il suo ruolo cambia in continuazione sia per quanto riguarda la storia, cronologicamente parlando, sia per quanto riguarda la storia per come ci viene raccontata. Complice un montaggio perfetto che solo nella prima scena (i 20 minuti più belli visti ultimamente in un film) meriterebbe un Oscar. Un film sontuoso ed elegante nella sua realizzazione, ma allo stesso tempo glaciale per gli eventi raccontati. Non solo una vendetta come ce la raccontavano gli antichi greci e i maggiori drammaturghi della Storia, ma anche uno spaccato di vita sociale, con un'evidente denuncia su alcune questioni culturali che affliggono il Giappone. Ne sono un esempio la competizione tra studenti oppure le aspettative dei genitori nei confronti dei figli che portano a vere e proprie ossessioni se non a pericolose patologie mentali.
Nakashima ci mette anche tanto impegno per confezionare un prodotto coi fiocchi e laddove si rischiano virtuosismi di regia e messa in scena, in realtà si trovano perfetti dosaggi di elementi narrativi: movimenti di macchina, ralenty, stili diversi di regia, una fotografia gelida, sono perfettamente coerenti e giustificati dal racconto, al punto che non ci accorgiamo della loro reiterazione nel corso del film.
Dunque, un film forte, bello e decisamente da vedere, dove la violenza più che essere raffigurata col sangue (comunque presente) viene raccontata con le parole e con le conseguenze che le azioni portano con sé.


 2
Edgeworth89

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Una professoressa delle medie tenta inutilmente di fare lezione ad una classe totalmente indifferente, mentre gli alunni si scambiano messaggi, urlano, si tirano oggetti. La donna resta impassibile e comincia un lungo monologo che spiazza gli studenti: racconta della morte della propria figlia ancora in età prescolare, la piccola Manami, annegata nella piscina della scuola in cui lei stessa insegna. Gli alunni si calmano all'improvviso quando la donna rivela che non si è trattato di un incidente, ma di un omicidio a sangue freddo perpetrato proprio da due dei suoi studenti, due ragazzini delle medie; la legge non punisce gli assassini minorenni, quindi lei ha deciso che si farà giustizia da sola: queste sono le premesse di "Confessions", thriller-psicologico che indaga sulla mente degli adolescenti giapponesi e sul loro rapporto con la famiglia e la società, che spesso li ricoprono di aspettative impossibili da soddisfare. La storia, come in Pulp Fiction, ci mostra più volte le stesse scene filtrate di volta in volta con gli occhi dei vari personaggi coinvolti, scene spesso cruente che si contrappongono alla lucida e calma follia dei protagonisti, mostrandoci come i rapporti di forza all'interno di una relazione (d'amore, o d'amicizia) siano spesso diversi da come ci appaiono: la timida ragazzina che non riesce a trovare il coraggio per suicidarsi, l'emarginato disposto a tutto per far contento l'amico, lo studente modello che vuole rendere orgogliosa sua madre si trasformano in serpenti velenosi pronti a uccidere non appena qualcuno porta allo scoperto le loro debolezze; anche la vita (altrui) perde ogni significato davanti all'evidenza dei fatti, e l'omicidio improvvisamente non è più un crimine orrendo, ma un modo per farsi notare dagli altri. Volendo criticare "Confessions", si potrebbe dire che questo film è pervaso da sentimenti negativi e privo di un "eroe" tradizionale con cui lo spettatore possa identificarsi; tuttavia, proprio questa caratteristica serve a evidenziare la solitudine degli esseri umani, l'incapacità di intrattenere col prossimo una relazione basata su fiducia e sincerità, e in quest'ottica l'opera si eleva da semplice forma d'intrattenimento a strumento di riflessione. In conclusione, la bravura degli attori (che spesso esasperano le reazioni emotive dei loro personaggi, nella migliore tradizione giapponese) e lo splendido finale "semi-aperto" mi spingono a consigliare questo giallo atipico a tutti gli amanti del genere, perché difficilmente ne resteranno delusi.


 1
kotoko

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Ho appena visto il film al cinema (oggi 15/05/2013), merita tutti i soldi del biglietto, ti prende davvero tanto.
Inizialmente non rende, anzi si racconta tutta la storia all'inizio del film, cioè su come muore la figlia della professoressa, la quale rivela alla sua classe chi sono gli autori del delitto e come hanno fatto. E qui devo dire che mi sono stupita del fatto che la dinamica dell'omicidio fosse spiattellata a inizio film, e invece è proprio al termine della spiegazione da parte della professoressa (madre della bimba morta) che inizia la parte bella del film, o meglio inizia davvero il film.
Infatti, una volta raccontato il delitto, il film si concentra sui punti di vista degli autori del delitto, sul perché l'hanno fatto, su cosa è successo dopo la rivelazione della professoressa, i loro pensieri, la loro psicologia, per non parlare della vendetta della professoressa che inizia con la rivelazione del delitto alla classe dei due ragazzi. Vendetta dettata anche dal fatto che la legge non l'aiuta, nel senso che i minori non sono perseguibili penalmente, e non essendoci la giustizia della legge, c'è la giustizia personale (la vendetta), ed è qui che inizia il thriller.
Questo film fa rimanere a bocca aperta lo spettatore. Consigliato a tutti, in particolare a chi ama il genere psicologico o gli anime in generale. Parlo di anime, perché l'atmosfera è proprio quella creata da un anime, o almeno così è stato per me, comunque chiunque, anche chi è digiuno di tali argomenti, apprezza.