Garo
Un genere che da sempre spopola in Giappone è il Tokusatsu, ovvero serie televisive dal vivo che raccontano di classiche lotte fra il bene e il male fra paladini in costumi sgargianti e robottoni e mostri dall'aspetto assurdo, con storie dalla narrazione minima ma che puntano sulla spettacolarità degli effetti speciali e sui combattimenti, e serie decennali come Kamen Rider, Ultraman e Super Sentai (Power Ranger's) ne sono l'esempio più lampante.
Ci voleva quindi qualcosa di diverso nel genere, e Keita Amemiya, regista navigato del genere, concepì l'idea più audace, ovvero unire elementi di Tokusatsu con riferimenti degni di un manga e dalle atmosfere lugubre, serie e mature. E tale idea, molto riuscita, prende il nome di "Garo".
Iniziamo con le premesse principali e gli elementi di base del mondo in cui ruota la serie:
Da tempo immemore l'umanità e ignara di essere oggetto d'attenzione degli orrori, terribili esseri divoratori provenienti da una dimensione parallela chiamata Makai e che sfruttano dei particolari "Cancelli" per entrare nel nostro mondo quando vengono aperti dall'oscurità proveniente dal cuore umano e dopo essersi impossessati del corpo dell'umano in questione sono liberi di cacciare eventuali umani e divorarli. A opporsi a loro è l'ordine dei Cavalieri Makai, persone speciali addestrate a combattere gli orrori e strutturati secondo un ordine gerarchico e di territorio e che sistematicamente vengono mandati a cacciare gli orrori quando viene percepito il suo operato dalle alte-sfere dell'ordine e che quindi mandano l'ordine di sortita al cavaliere più vicino all'orrore ed eliminarlo, principalmente dai "Cani da guardia". Una regola impone che i cavalieri Makai non devono combattersi fra loro. I cavalieri più meritevoli si distinguono sia per avere la possibilità di indossare un Madōgu, una guida spirituale che accompagna il cavaliere e per la capacità d'indossare una speciale armatura che permette loro di affrontare gli orrori quando essi assumono la loro vera forma; tale armatura non deve essere tenuta per più di 100 secondi o le conseguenze saranno fatali. Infine, dopo aver sconfitto un certo numero di Orrori, i cavalieri possono affrontare una prova che, se superata, permette loro di evocare un speciale destriero. Oltre i cavalieri esistono i Sacerdoti Makai, i quali fanno della loro arma la magia e possono affrontare gli Orrori da soli, se ben addestrati, e fungono da supporto dei Cavalieri, e a differenza di loro, il campo dei sacerdoti e aperto anche alle femmine.
Tutto questo è solo la punta dell' Iceberg dal momento che il mondo di Garo e molto più vasto e che verrà mostrato nei suoi meandri nelle serie future. Ma parliamo della storia di questa serie.
La storia ha come protagonista Kouga Saejima, cavaliere Makai che da tempo lotta contro gli orrori per riscattare il nome di suo padre, morto nel suo dovere in modo ignobile, e che ha ereditato da lui il titolo di Garo, il cavaliere dorato di cui indossa l'armatura. Ma la svolta che gli cambierà la vita avviene quando incrocerà la sua strada con quella di Kaoru Mitsuki, giovane pittrice in erba il cui datore di lavoro che ha organizzato una mostra dei suoi quadri e stato posseduto da un Orrore e Kouga e stato chiamato ad ucciderlo. Sfortuna vuole che durante la battaglia parte del sangue dell'orrore in questione finisce addosso a Kaoru venendo quindi contagiata e destinata a morire dopo 100 giorni e inoltre gli umani infettati dal sangue di un Orrore sono una succulenta esca per altri Orrori. Kouga decide quindi di usare Kaoru, che tenterà di capire perché gli succedono sempre cose dall'altro mondo e di quel ragazzo che arriva sempre a salvarla, come esca viva per continuare il suo lavoro di caccia e al tempo stesso trovare una cura per salvarla dall'infezione. Ma il fatto di avvicinarsi sempre di più a quella ragazza e tentare di non farle sapere la verità, l'apparizione di un cavaliere ribelle, e una congiura collegata ad una crudele ombra del passato complicheranno non poco le cose.
La serie, come in Tokusatsu che si rispetti, alterna episodi auto-conclusivi con episodi che aggiungono e portano avanti la narrazione, in particolare nelle puntate finali dove i nodi che vengono a formarsi nel corso della serie cominciano a venire al pettine. Gli Auto-conclusivi hanno come riferimento la caccia di Kouga contro vari Orrori che vanno a sbucare dove l'oscurità umana viene a manifestarsi e che si cibano degli umani, con metodi disgustosamente efficaci, in base a vari criteri e con propri metodi di caccia, spesso sfruttando addirittura degli umani che hanno perso il lume della ragione o che tengono comportamenti lerci, e non vengono fatti problemi a mostrare scene e momenti di grande disturbo, o con momenti in cui gli orrori arrivano a fare la predica sul comportamento umano, affermando che non sono così diversi da loro; fattori che incredibilmente funzionano nei confronti dello spettatore e che diventano una sorta di critica nei confronti della società e dell'animo umano e di come essi possono perdere il lume della ragione con incredibile facilità; ma alla fine sono pur sempre esseri che uccidono e portano terrore e che quindi vanno eliminati dai cavalieri, novelli protettori dell'umanità, in tutte le sue sfaccettature, in una battaglia destinata a essere eterna poiché, finché ci sarà oscurità nel cuore degli umani, il ciclo di orrori e ordine del Makai non avrà mai fine; un ciclo che rischia di essere spezzato nelle battute finali.
Nel lato dei personaggi, la caratterizzazione segue una sorta di comuni stereotipi dei Manga/Anime, qui con interessanti varianti, come Kouga, silenzioso e dall'apparente cuore di ghiaccio ma che difende l'umanità e tiene comunque alle persone, come Kaouru, che alterna momenti di fanciulla da salvare e situazioni comiche poiché alla disperata ricerca di lavoro mostrando atteggiamenti molto ribelli ma anche di sincerità, e anche gli altri personaggi, come il Madōgu Zaruba, il maggiordomo Gonza, il cavaliere rivale Rei e gli altri mostrano un ventaglio di personalità molto interessante, in magnifiche prove d'attore.
Anche nel lato sonoro viene fatto un lavoro discreto, con musiche che alternano tensione e adrenalina, coinvolgendo nel progetto il famoso gruppo dei JAM Project (il cui cantante principale, Hironubu Kageyama, da la voce a Zaruba), ma come in Tokusatsu che si rispetti alla fine si arriva ai combattimenti, in cui viene fatto un massiccio uso di effetti speciali nell'enfatizzare l'azione, con situazioni che richiamano le tipiche battaglie dei Manga/Anime; e vero che viene notato molto l'effetto artificio in molti frangenti, ma data l'epoca di trasmissione, il 2005, e il fatto che gli effetti speciali non erano mai usati così tanto in una produzione di questo genere, ci può stare.
"Garo" è un Tokusatsu diverso dai suoi concorrenti, per via delle atmosfere cupe e mature (la maggior parte dell'azione avviene di notte) e da una serie così audace, nessuno si sarebbe potuto aspettare che da questa serie si venisse a creare, qualche anno dopo, un vero e proprio Franchise di serie che ne espanderanno il mondo e la narrazione. Se si vuole avvicinare al mistico mondo di "Garo", questo non è nient'altro che un ottimo punto di partenza.
Ci voleva quindi qualcosa di diverso nel genere, e Keita Amemiya, regista navigato del genere, concepì l'idea più audace, ovvero unire elementi di Tokusatsu con riferimenti degni di un manga e dalle atmosfere lugubre, serie e mature. E tale idea, molto riuscita, prende il nome di "Garo".
Iniziamo con le premesse principali e gli elementi di base del mondo in cui ruota la serie:
Da tempo immemore l'umanità e ignara di essere oggetto d'attenzione degli orrori, terribili esseri divoratori provenienti da una dimensione parallela chiamata Makai e che sfruttano dei particolari "Cancelli" per entrare nel nostro mondo quando vengono aperti dall'oscurità proveniente dal cuore umano e dopo essersi impossessati del corpo dell'umano in questione sono liberi di cacciare eventuali umani e divorarli. A opporsi a loro è l'ordine dei Cavalieri Makai, persone speciali addestrate a combattere gli orrori e strutturati secondo un ordine gerarchico e di territorio e che sistematicamente vengono mandati a cacciare gli orrori quando viene percepito il suo operato dalle alte-sfere dell'ordine e che quindi mandano l'ordine di sortita al cavaliere più vicino all'orrore ed eliminarlo, principalmente dai "Cani da guardia". Una regola impone che i cavalieri Makai non devono combattersi fra loro. I cavalieri più meritevoli si distinguono sia per avere la possibilità di indossare un Madōgu, una guida spirituale che accompagna il cavaliere e per la capacità d'indossare una speciale armatura che permette loro di affrontare gli orrori quando essi assumono la loro vera forma; tale armatura non deve essere tenuta per più di 100 secondi o le conseguenze saranno fatali. Infine, dopo aver sconfitto un certo numero di Orrori, i cavalieri possono affrontare una prova che, se superata, permette loro di evocare un speciale destriero. Oltre i cavalieri esistono i Sacerdoti Makai, i quali fanno della loro arma la magia e possono affrontare gli Orrori da soli, se ben addestrati, e fungono da supporto dei Cavalieri, e a differenza di loro, il campo dei sacerdoti e aperto anche alle femmine.
Tutto questo è solo la punta dell' Iceberg dal momento che il mondo di Garo e molto più vasto e che verrà mostrato nei suoi meandri nelle serie future. Ma parliamo della storia di questa serie.
La storia ha come protagonista Kouga Saejima, cavaliere Makai che da tempo lotta contro gli orrori per riscattare il nome di suo padre, morto nel suo dovere in modo ignobile, e che ha ereditato da lui il titolo di Garo, il cavaliere dorato di cui indossa l'armatura. Ma la svolta che gli cambierà la vita avviene quando incrocerà la sua strada con quella di Kaoru Mitsuki, giovane pittrice in erba il cui datore di lavoro che ha organizzato una mostra dei suoi quadri e stato posseduto da un Orrore e Kouga e stato chiamato ad ucciderlo. Sfortuna vuole che durante la battaglia parte del sangue dell'orrore in questione finisce addosso a Kaoru venendo quindi contagiata e destinata a morire dopo 100 giorni e inoltre gli umani infettati dal sangue di un Orrore sono una succulenta esca per altri Orrori. Kouga decide quindi di usare Kaoru, che tenterà di capire perché gli succedono sempre cose dall'altro mondo e di quel ragazzo che arriva sempre a salvarla, come esca viva per continuare il suo lavoro di caccia e al tempo stesso trovare una cura per salvarla dall'infezione. Ma il fatto di avvicinarsi sempre di più a quella ragazza e tentare di non farle sapere la verità, l'apparizione di un cavaliere ribelle, e una congiura collegata ad una crudele ombra del passato complicheranno non poco le cose.
La serie, come in Tokusatsu che si rispetti, alterna episodi auto-conclusivi con episodi che aggiungono e portano avanti la narrazione, in particolare nelle puntate finali dove i nodi che vengono a formarsi nel corso della serie cominciano a venire al pettine. Gli Auto-conclusivi hanno come riferimento la caccia di Kouga contro vari Orrori che vanno a sbucare dove l'oscurità umana viene a manifestarsi e che si cibano degli umani, con metodi disgustosamente efficaci, in base a vari criteri e con propri metodi di caccia, spesso sfruttando addirittura degli umani che hanno perso il lume della ragione o che tengono comportamenti lerci, e non vengono fatti problemi a mostrare scene e momenti di grande disturbo, o con momenti in cui gli orrori arrivano a fare la predica sul comportamento umano, affermando che non sono così diversi da loro; fattori che incredibilmente funzionano nei confronti dello spettatore e che diventano una sorta di critica nei confronti della società e dell'animo umano e di come essi possono perdere il lume della ragione con incredibile facilità; ma alla fine sono pur sempre esseri che uccidono e portano terrore e che quindi vanno eliminati dai cavalieri, novelli protettori dell'umanità, in tutte le sue sfaccettature, in una battaglia destinata a essere eterna poiché, finché ci sarà oscurità nel cuore degli umani, il ciclo di orrori e ordine del Makai non avrà mai fine; un ciclo che rischia di essere spezzato nelle battute finali.
Nel lato dei personaggi, la caratterizzazione segue una sorta di comuni stereotipi dei Manga/Anime, qui con interessanti varianti, come Kouga, silenzioso e dall'apparente cuore di ghiaccio ma che difende l'umanità e tiene comunque alle persone, come Kaouru, che alterna momenti di fanciulla da salvare e situazioni comiche poiché alla disperata ricerca di lavoro mostrando atteggiamenti molto ribelli ma anche di sincerità, e anche gli altri personaggi, come il Madōgu Zaruba, il maggiordomo Gonza, il cavaliere rivale Rei e gli altri mostrano un ventaglio di personalità molto interessante, in magnifiche prove d'attore.
Anche nel lato sonoro viene fatto un lavoro discreto, con musiche che alternano tensione e adrenalina, coinvolgendo nel progetto il famoso gruppo dei JAM Project (il cui cantante principale, Hironubu Kageyama, da la voce a Zaruba), ma come in Tokusatsu che si rispetti alla fine si arriva ai combattimenti, in cui viene fatto un massiccio uso di effetti speciali nell'enfatizzare l'azione, con situazioni che richiamano le tipiche battaglie dei Manga/Anime; e vero che viene notato molto l'effetto artificio in molti frangenti, ma data l'epoca di trasmissione, il 2005, e il fatto che gli effetti speciali non erano mai usati così tanto in una produzione di questo genere, ci può stare.
"Garo" è un Tokusatsu diverso dai suoi concorrenti, per via delle atmosfere cupe e mature (la maggior parte dell'azione avviene di notte) e da una serie così audace, nessuno si sarebbe potuto aspettare che da questa serie si venisse a creare, qualche anno dopo, un vero e proprio Franchise di serie che ne espanderanno il mondo e la narrazione. Se si vuole avvicinare al mistico mondo di "Garo", questo non è nient'altro che un ottimo punto di partenza.
Su questa prima serie non c'è molto da dire, si tratta di un progetto avviato da keita amemiya, maestro degli effetti speciali e abile character e regista di diverse opere tra videogiochi e telefilm.
Partendo da un budjet decisamente misero (basti guardare la scena in cg del primo episodio), Keita riesce tuttavia a stupire con una storia sì semplice, ma costruita in modo tale da trasmettere un messaggio di denuncia spirituale dell'odierna società... no, meglio, della natura stessa dell'uomo.
Gli Orrori, incarnazioni demoniache dell'oscurità umana, giungono nel nostro mondo in cerca di vittime atte a soddisfare la propria fame; a combatterli vi sono i cavaliere Makai, guerrieri in grado di richiamare una potente armatura demoniaca che porta lo scontro a loro vantaggio.
Il punto è proprio questo: nei numerosi episodi autoconclusivi (piccole storie Horror ricche di un'ottima recitazione) i demoni vanno a caccia di oscurità, mirano a gente avida, o ingorda, addirittura serial killer o psicopatici. I cavalieri lottano con i mostri, non giudicano gli umani, questa è una regola fissa che mai cambierà, ma a noi spettatori? Da quel che vediamo capiamo benissimo chi è il vero "mostro" come nella vita reale siamo ben consci di ciò che è giusto o sbagliato, conosciamo i nostri errori ma cerchiamo di addossarli a qualcun'altro, e beh, in questo telefilm il male lo diamo agli Orrori, puniti dagli iconici paladini dall'armatura scintillante.
Dunque, una cosa che sicuramente farà storcere il naso a molti è la classica impostazione della storia (tradotto i primi 20 episodi sono filler e gli ultimi 4-5 sono una corsa forsennata per far nascere e morire la storia effettiva), ma come soprascritto gli episodi con "il mostro della settimana" sono degli ottimi corti horror, con una storia studiata per mostrare tutti gli elementi necessari al giusto godimento e benessere nostro, dalla presentazione e caratterizzazione dei personaggi protagonisti della vicenda all'Orrore sempre unico e particolare (ognuno possiede dei metodi di caccia differenti e seleziona con cura il tipo di preda da cacciare). A questo si aggiunge una trovata semplicemente geniale dell'autore, ovvero far interpretare il protagonista e compagnia (giovani ragazzi alle prese con il mondo occulto solo di recente) da attori alle prime armi, mentre gli Orrori (demoni che circolano da secoli) da veterani abilissimi, rendendo i ruoli il più realistici possibile.
Per quanto riguarda difetti veramente rilevanti vi è una conclusione non troppo brillante della storia, con un nemico finale decisamente mal gestito (si vede chiaramente che non pensavano di fare più d'una stagione) e alcuni personaggi principali dalle pretese un po' fiacche o stereotipate; in aggiunta mancano informazioni di vario alla mitologia di serie, che verranno tuttavia largamente elargite nel "Makai Senki".
Il mio voto è 9. Mollate pregiudizi come "è un power ranger serio", non guardatelo frettolosamente ma analizzatelo brevemente a ogni scena, questo è il miglior consiglio che mi viene in mente per permettervi un'ottima esperienza.
Partendo da un budjet decisamente misero (basti guardare la scena in cg del primo episodio), Keita riesce tuttavia a stupire con una storia sì semplice, ma costruita in modo tale da trasmettere un messaggio di denuncia spirituale dell'odierna società... no, meglio, della natura stessa dell'uomo.
Gli Orrori, incarnazioni demoniache dell'oscurità umana, giungono nel nostro mondo in cerca di vittime atte a soddisfare la propria fame; a combatterli vi sono i cavaliere Makai, guerrieri in grado di richiamare una potente armatura demoniaca che porta lo scontro a loro vantaggio.
Il punto è proprio questo: nei numerosi episodi autoconclusivi (piccole storie Horror ricche di un'ottima recitazione) i demoni vanno a caccia di oscurità, mirano a gente avida, o ingorda, addirittura serial killer o psicopatici. I cavalieri lottano con i mostri, non giudicano gli umani, questa è una regola fissa che mai cambierà, ma a noi spettatori? Da quel che vediamo capiamo benissimo chi è il vero "mostro" come nella vita reale siamo ben consci di ciò che è giusto o sbagliato, conosciamo i nostri errori ma cerchiamo di addossarli a qualcun'altro, e beh, in questo telefilm il male lo diamo agli Orrori, puniti dagli iconici paladini dall'armatura scintillante.
Dunque, una cosa che sicuramente farà storcere il naso a molti è la classica impostazione della storia (tradotto i primi 20 episodi sono filler e gli ultimi 4-5 sono una corsa forsennata per far nascere e morire la storia effettiva), ma come soprascritto gli episodi con "il mostro della settimana" sono degli ottimi corti horror, con una storia studiata per mostrare tutti gli elementi necessari al giusto godimento e benessere nostro, dalla presentazione e caratterizzazione dei personaggi protagonisti della vicenda all'Orrore sempre unico e particolare (ognuno possiede dei metodi di caccia differenti e seleziona con cura il tipo di preda da cacciare). A questo si aggiunge una trovata semplicemente geniale dell'autore, ovvero far interpretare il protagonista e compagnia (giovani ragazzi alle prese con il mondo occulto solo di recente) da attori alle prime armi, mentre gli Orrori (demoni che circolano da secoli) da veterani abilissimi, rendendo i ruoli il più realistici possibile.
Per quanto riguarda difetti veramente rilevanti vi è una conclusione non troppo brillante della storia, con un nemico finale decisamente mal gestito (si vede chiaramente che non pensavano di fare più d'una stagione) e alcuni personaggi principali dalle pretese un po' fiacche o stereotipate; in aggiunta mancano informazioni di vario alla mitologia di serie, che verranno tuttavia largamente elargite nel "Makai Senki".
Il mio voto è 9. Mollate pregiudizi come "è un power ranger serio", non guardatelo frettolosamente ma analizzatelo brevemente a ogni scena, questo è il miglior consiglio che mi viene in mente per permettervi un'ottima esperienza.
Ah, "Garo"! Quanti ricordi. Non molti, per la verità. La mia prima esperienza con un drama made in Japan. E cosa mi è rimasto in testa? Le emozioni ultra-enfatizzate nei volti degli attori. Le luci soffuse da telenovelas sudamericane (vedere, tra le altre, l'ultima immagine). Il tramonto di MTV.
Ah, ma si ride con "Garo"! Almeno si ride. Certo, si ride quando non si dovrebbe, ma non importa. Non importa perché... perché è così. Un'opera fatta e basata sui contrari (il bene e il male? Macché.). Vorrebbe essere serio, risulta comico. Vorrebbe essere "stiloso", risulta tamarro. E tamarro forte, quasi da fare tenerezza. E per questo alla fine gli si vuole pure bene, non nascondiamolo.
Scopro ora su Wikipedia che all'epoca mi sono sorbito 37 episodi. Altri tempi, altro fisico. Mi meraviglio di me medesimo ma poi leggo la storica frase: «Là dove c'è luce, l'oscurità è in agguato e il terrore regna. Ma grazie alla spada di un cavaliere, ora l'umanità ha una speranza.» E allora capisco.
Capisco che ho già sprecato troppo tempo della mia vita a guardarlo, e ora mi metto pure a recensirlo. Certo, lo faccio per Voi, per evitarVi lo stesso mio errore.
No, non chiamatemi "eroe". Ah. Non è questa la parola che avevate in mente? Capisco.
Ah, ma si ride con "Garo"! Almeno si ride. Certo, si ride quando non si dovrebbe, ma non importa. Non importa perché... perché è così. Un'opera fatta e basata sui contrari (il bene e il male? Macché.). Vorrebbe essere serio, risulta comico. Vorrebbe essere "stiloso", risulta tamarro. E tamarro forte, quasi da fare tenerezza. E per questo alla fine gli si vuole pure bene, non nascondiamolo.
Scopro ora su Wikipedia che all'epoca mi sono sorbito 37 episodi. Altri tempi, altro fisico. Mi meraviglio di me medesimo ma poi leggo la storica frase: «Là dove c'è luce, l'oscurità è in agguato e il terrore regna. Ma grazie alla spada di un cavaliere, ora l'umanità ha una speranza.» E allora capisco.
Capisco che ho già sprecato troppo tempo della mia vita a guardarlo, e ora mi metto pure a recensirlo. Certo, lo faccio per Voi, per evitarVi lo stesso mio errore.
No, non chiamatemi "eroe". Ah. Non è questa la parola che avevate in mente? Capisco.