The Last Ride
"The Last Ride", pellicola coreana uscita nel 2016, è una commedia che si distingue per la sua originalità nel trattare tematiche delicate con estrema ironia.
Offrendoci una trama vivace ed insolita, il film si focalizza soprattutto sulla profonda amicizia di tre ragazzi, uno dei quali affetto da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e prossimo alla morte. Intorno a questo simpatico trio ruotano i genitori dell'amico malato, personaggi che, al pari degli altri, non mancheranno di farci sorridere e commuovere.
Se ci venisse detto che nostro figlio, o il nostro migliore amico, non ha più molto tempo da vivere, cosa vorresti fare per lui?
Non potendo, purtroppo, prolungargli la vita come vorremmo, non ci resterebbe altro che cercare di rendere realizzabili gli ultimi desideri del nostro caro.
Ma cosa vorrebbe poter fare un liceale, almeno una volta, prima di passare a miglior vita? Sesso.
Se questa risposta vi fa storcere il naso e vi fa nascere un sentimento di disappunto, vi consiglio di provare ad abbattere questo vostro pregiudizio e di pensare che, forse, è proprio il concetto di morte e malattia che viene troppo spesso "sublimato" e considerato con poco realismo.
Avendo io stessa avuto esperienza lavorativa con persone disabili e pazienti affetti da SLA, anche prossimi alla morte, posso confermare che l'argomento sesso, se inizialmente tabù, diventa inevitabilmente, prima o poi, un problema da discutere ed analizzare, sia con il paziente stesso, che con i loro famigliari, perlomeno con quelli più vicini. E questo succede indipendentemente dall'età del soggetto. Ovviamente le problematiche in un giovanissimo sono diverse da un adulto maturo, tuttavia il sesso è una necessità, un bisogno, un piacere per tutti, indistintamente, e lo potremmo paragonare, fatte le debiti proporzioni, al cibo che serve per nutrirci.
In questo film, dunque, ho apprezzato molto questo lato realistico e leggero nell'affrontare una problematica autentica, con il pregio, che, con una gran dose di ironia ci fa ridere e sorridere su una questione delicata, ma molto importante per una persona ormai disabile.
I primi tentativi di realizzare gli ipotetici desideri di Go-hwan falliscono tutti. "Ipotetici" perché ben presto ci renderemo conto che altro non sono che la proiezione dei desideri inconsci degli stessi genitori o amici. Ecco, che, la maratona pensata in grande dal padre, il reclutamento da parte della madre di un famoso giocatore di basket, e la gita al mare rocambolesca, organizzata dagli amici, diventano situazioni bizzarre, goffe, e fallaci, dandoci tutte uno spunto su cui riflettere, ma, allo stesso tempo, comiche al punto giusto da farci divertire.
Quando Go-hwan, finalmente, si lascia andare ad una confidenza più intima con gli amici, e confessa che quello che vuole lui veramente è avere un'esperienza sessuale, per i due poveri ragazzi inizia una serie di peripezie, una più tosta dell'altra, che metteranno a dura prova la loro forza di volontà. Tuttavia, l'obiettivo di realizzare l'ultimo desiderio del loro amico è talmente forte per loro che, anche se continueranno a cacciarsi nei guai, non demorderanno fino alla fine!
Nam-joon e Gab-duk faranno davvero di tutto per raggiungere il loro scopo, e le loro disavventure ci porteranno a farci ridere a crepapelle, distogliendo furbescamente l'attenzione da quel fatidico momento della morte, ormai prossimo, ma al quale ci si dedica infine per poco tempo, ma un tempo ragionevole per il tipo di impronta che si è voluto dare a questo film.
Sicuramente questo è un modo molto meno introspettivo per rappresentare il momento della perdita di una persona cara, pur tuttavia ci offre un approccio alternativo, fresco e comunque autentico.
Mi sento di affermare che la vera protagonista di questo film non è la morte, né la malattia, tantomeno la sessualità, ma l'amicizia. E l'ottima performance recitativa degli attori, ci offre un ottima e originale rappresentazione sull'autenticità di questo forte legame: è, infine, questa grande unione a suscitare in noi sentimenti toccanti e commoventi.
In conclusione, sebbene in apparenza potrebbe, per alcuni, sembrare una pellicola superficiale e puerile, "The Last Ride", affrontando in modo realistico e leggero l'importante questione della sessualità in presenza di una malattia invalidante, risulta, a parer mio, un film originale ed intelligente. L'apprezzata ironia utilizzata per affrontare un tema così delicato contribuisce a far ridere su una situazione complessa senza minimizzarne l'importanza. Allo stesso tempo, focalizzando l'attenzione su questo estroso e autentico legame di amicizia, si dedica meno tempo alla morte imminente concentrandosi più sulle risate e sugli scampoli di vita rimasti offrendoci una commedia che alleggerisce senza deprimere.
Consigliato a tutti!
Offrendoci una trama vivace ed insolita, il film si focalizza soprattutto sulla profonda amicizia di tre ragazzi, uno dei quali affetto da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e prossimo alla morte. Intorno a questo simpatico trio ruotano i genitori dell'amico malato, personaggi che, al pari degli altri, non mancheranno di farci sorridere e commuovere.
Se ci venisse detto che nostro figlio, o il nostro migliore amico, non ha più molto tempo da vivere, cosa vorresti fare per lui?
Non potendo, purtroppo, prolungargli la vita come vorremmo, non ci resterebbe altro che cercare di rendere realizzabili gli ultimi desideri del nostro caro.
Ma cosa vorrebbe poter fare un liceale, almeno una volta, prima di passare a miglior vita? Sesso.
Se questa risposta vi fa storcere il naso e vi fa nascere un sentimento di disappunto, vi consiglio di provare ad abbattere questo vostro pregiudizio e di pensare che, forse, è proprio il concetto di morte e malattia che viene troppo spesso "sublimato" e considerato con poco realismo.
Avendo io stessa avuto esperienza lavorativa con persone disabili e pazienti affetti da SLA, anche prossimi alla morte, posso confermare che l'argomento sesso, se inizialmente tabù, diventa inevitabilmente, prima o poi, un problema da discutere ed analizzare, sia con il paziente stesso, che con i loro famigliari, perlomeno con quelli più vicini. E questo succede indipendentemente dall'età del soggetto. Ovviamente le problematiche in un giovanissimo sono diverse da un adulto maturo, tuttavia il sesso è una necessità, un bisogno, un piacere per tutti, indistintamente, e lo potremmo paragonare, fatte le debiti proporzioni, al cibo che serve per nutrirci.
In questo film, dunque, ho apprezzato molto questo lato realistico e leggero nell'affrontare una problematica autentica, con il pregio, che, con una gran dose di ironia ci fa ridere e sorridere su una questione delicata, ma molto importante per una persona ormai disabile.
I primi tentativi di realizzare gli ipotetici desideri di Go-hwan falliscono tutti. "Ipotetici" perché ben presto ci renderemo conto che altro non sono che la proiezione dei desideri inconsci degli stessi genitori o amici. Ecco, che, la maratona pensata in grande dal padre, il reclutamento da parte della madre di un famoso giocatore di basket, e la gita al mare rocambolesca, organizzata dagli amici, diventano situazioni bizzarre, goffe, e fallaci, dandoci tutte uno spunto su cui riflettere, ma, allo stesso tempo, comiche al punto giusto da farci divertire.
Quando Go-hwan, finalmente, si lascia andare ad una confidenza più intima con gli amici, e confessa che quello che vuole lui veramente è avere un'esperienza sessuale, per i due poveri ragazzi inizia una serie di peripezie, una più tosta dell'altra, che metteranno a dura prova la loro forza di volontà. Tuttavia, l'obiettivo di realizzare l'ultimo desiderio del loro amico è talmente forte per loro che, anche se continueranno a cacciarsi nei guai, non demorderanno fino alla fine!
Nam-joon e Gab-duk faranno davvero di tutto per raggiungere il loro scopo, e le loro disavventure ci porteranno a farci ridere a crepapelle, distogliendo furbescamente l'attenzione da quel fatidico momento della morte, ormai prossimo, ma al quale ci si dedica infine per poco tempo, ma un tempo ragionevole per il tipo di impronta che si è voluto dare a questo film.
Sicuramente questo è un modo molto meno introspettivo per rappresentare il momento della perdita di una persona cara, pur tuttavia ci offre un approccio alternativo, fresco e comunque autentico.
Mi sento di affermare che la vera protagonista di questo film non è la morte, né la malattia, tantomeno la sessualità, ma l'amicizia. E l'ottima performance recitativa degli attori, ci offre un ottima e originale rappresentazione sull'autenticità di questo forte legame: è, infine, questa grande unione a suscitare in noi sentimenti toccanti e commoventi.
In conclusione, sebbene in apparenza potrebbe, per alcuni, sembrare una pellicola superficiale e puerile, "The Last Ride", affrontando in modo realistico e leggero l'importante questione della sessualità in presenza di una malattia invalidante, risulta, a parer mio, un film originale ed intelligente. L'apprezzata ironia utilizzata per affrontare un tema così delicato contribuisce a far ridere su una situazione complessa senza minimizzarne l'importanza. Allo stesso tempo, focalizzando l'attenzione su questo estroso e autentico legame di amicizia, si dedica meno tempo alla morte imminente concentrandosi più sulle risate e sugli scampoli di vita rimasti offrendoci una commedia che alleggerisce senza deprimere.
Consigliato a tutti!
“C’è qualcosa che desideri fare?”
Dopo la terza volta in cui gli vengono rivolte queste parole, Go-hwan, comincia ad avere dei sospetti; infatti, lui non è un adolescente come tanti, ma è un paziente che soffre di SLA.
Bloccato su un letto d’ospedale, riesce solo a muovere la testa, quindi ben presto capisce da questa domanda ripetuta da persone diverse che non gli rimane molto tempo da vivere.
Ed è così che tutte le persone intorno a lui fanno il possibile per fargli trascorrere degli ultimi e bellissimi ricordi.
Suo padre si prodiga per correre una maratona insieme a lui, ma la sua prestanza fisica non lo aiuta ad arrivare fino al traguardo.
Sua madre fa di tutto perché un famoso giocatore di basket lo venga a trovare in ospedale per dargli un po’ di carica, ma Go-hwan sembra aver perso l’interesse anche per questo sport che una volta gli piaceva tanto.
Lui in realtà un desiderio nascosto ce l’ha eccome, ma non ne può parlare con i suoi genitori: non riesce a muovere solo la testa, ma funziona ancora qualcosa… là sotto! Dopotutto è uno studente delle superiori in piena tempesta ormonale, per di più deve trascorrere le sue giornate in un letto d’ospedale sempre circondato da bellissime infermiere, ma anche sorvegliato in ogni momento dai suoi genitori, soprattutto dalla madre!
A chi potrebbe mai raccontare che vorrebbe avere un rapporto sessuale prima di morire? Ovviamente ai suoi due pazzi, bizzarri e inseparabili amici d’infanzia, Nam-joon e Gab-duk, che non si tirano di certo indietro e fanno di tutto per aiutare Go-hwan!
Se vi aspettate una valle di lacrime, sappiate che piangerete, ma la maggior parte delle lacrime le verserete dal ridere!
Non mancano di certo momenti seri e spunti di riflessione. Un esempio lampante, è quando i compagni di scuola dei tre ragazzi organizzano una challenge sui social: si riprendono mentre si rovesciano un secchio di acqua gelata addosso per la sensibilizzazione verso la SLA. Nam-joon si arrabbia tantissimo, non comprendendo come questo possa aiutare in maniera concreta chi è veramente malato di SLA.
Nonostante questo, il film risulta una commedia piena di scene divertenti ed esilaranti! Gli amici di Go-hwan sono due ragazzi maldestri e imbranati che non fanno altro che cacciarsi nei guai nel tentativo di aiutare l’amico! Non si tirano indietro davanti a niente, neppure quando sanno che finiranno certamente nei guai. Sono degli amici come se ne incontrano pochi nella vita.
Durante la visione del film, un momento prima si piange dal ridere, quello dopo si piange di tristezza.
Sembra un controsenso ridere di una esperienza tragica come questa, ma il regista Nam Dae-joong, di cui ho apprezzato anche il titolo “Homme Fatale”, si è confermato straordinario: il film non risulta una commedia sciocca con un basso umorismo, ma una storia divertente che parla di temi profondi e commoventi: amicizia vera, famiglia e perdita.
Go-hwan ci fa capire che non è importante quanto dura il viaggio, ma con chi e come lo affrontiamo.
In conclusione vengono trattati degli argomenti seri, ma con ironia, perché dopotutto nella vita ci vuole anche un pizzico di leggerezza e qualche risata.
Dopo la terza volta in cui gli vengono rivolte queste parole, Go-hwan, comincia ad avere dei sospetti; infatti, lui non è un adolescente come tanti, ma è un paziente che soffre di SLA.
Bloccato su un letto d’ospedale, riesce solo a muovere la testa, quindi ben presto capisce da questa domanda ripetuta da persone diverse che non gli rimane molto tempo da vivere.
Ed è così che tutte le persone intorno a lui fanno il possibile per fargli trascorrere degli ultimi e bellissimi ricordi.
Suo padre si prodiga per correre una maratona insieme a lui, ma la sua prestanza fisica non lo aiuta ad arrivare fino al traguardo.
Sua madre fa di tutto perché un famoso giocatore di basket lo venga a trovare in ospedale per dargli un po’ di carica, ma Go-hwan sembra aver perso l’interesse anche per questo sport che una volta gli piaceva tanto.
Lui in realtà un desiderio nascosto ce l’ha eccome, ma non ne può parlare con i suoi genitori: non riesce a muovere solo la testa, ma funziona ancora qualcosa… là sotto! Dopotutto è uno studente delle superiori in piena tempesta ormonale, per di più deve trascorrere le sue giornate in un letto d’ospedale sempre circondato da bellissime infermiere, ma anche sorvegliato in ogni momento dai suoi genitori, soprattutto dalla madre!
A chi potrebbe mai raccontare che vorrebbe avere un rapporto sessuale prima di morire? Ovviamente ai suoi due pazzi, bizzarri e inseparabili amici d’infanzia, Nam-joon e Gab-duk, che non si tirano di certo indietro e fanno di tutto per aiutare Go-hwan!
Se vi aspettate una valle di lacrime, sappiate che piangerete, ma la maggior parte delle lacrime le verserete dal ridere!
Non mancano di certo momenti seri e spunti di riflessione. Un esempio lampante, è quando i compagni di scuola dei tre ragazzi organizzano una challenge sui social: si riprendono mentre si rovesciano un secchio di acqua gelata addosso per la sensibilizzazione verso la SLA. Nam-joon si arrabbia tantissimo, non comprendendo come questo possa aiutare in maniera concreta chi è veramente malato di SLA.
Nonostante questo, il film risulta una commedia piena di scene divertenti ed esilaranti! Gli amici di Go-hwan sono due ragazzi maldestri e imbranati che non fanno altro che cacciarsi nei guai nel tentativo di aiutare l’amico! Non si tirano indietro davanti a niente, neppure quando sanno che finiranno certamente nei guai. Sono degli amici come se ne incontrano pochi nella vita.
Durante la visione del film, un momento prima si piange dal ridere, quello dopo si piange di tristezza.
Sembra un controsenso ridere di una esperienza tragica come questa, ma il regista Nam Dae-joong, di cui ho apprezzato anche il titolo “Homme Fatale”, si è confermato straordinario: il film non risulta una commedia sciocca con un basso umorismo, ma una storia divertente che parla di temi profondi e commoventi: amicizia vera, famiglia e perdita.
Go-hwan ci fa capire che non è importante quanto dura il viaggio, ma con chi e come lo affrontiamo.
In conclusione vengono trattati degli argomenti seri, ma con ironia, perché dopotutto nella vita ci vuole anche un pizzico di leggerezza e qualche risata.