Neji
Orrible, orribilmente orribile. Non trovo altri aggettivi per descrivere i tre racconti realizzati da Kaori Yuki nel 2001 e poi raccolti nel volume intitolato "Neji".
Il primo racconto, chiamato "Il Risveglio", è ambientato in futuro 2033 ed inizia con l'uscita da un terribile incubo dell'esperimento numero 205 che presto scopre di non essere più un semplice essere umano, ma bensì un individuo morto dieci anni prima e fatto rinascere da una misteriosa organizazzione statale dal nome in codice di GERA. Suddetta organizzazione, formata da un manipolo di uomini con agganci e affari ai livelli più alti della politica americana, si serve di persone morte per creare nuovi e potenti esseri, chiamati nel linguaggio specifico ESP, con poteri paranormali. Numero 205 si rivela un potente telecineta e viene messo sotto la custodia del misterioso Luzer che, di nascosto, gli mostra durante i suoi faticosi allenamenti una camera nella quale sono contenuti gli ESP che non hanno saputo svolgere il proprio compito o che sono rinati con capacità troppo deboli; questi poveri esseri sono stati imbottigliati come pesche sciroppate in grandi camere d'acqua e usati per gli esperimenti della Gera. Mentre numero 205 vaga allibito fra i suoi incosci compagni vedrà però il volto di una donna che gli porterà alla mente il suo passato, la sua vera vita e il suo nome: Neji.
Le fondamenta della trama in sè sono di una banalità, e di una prevedibilità, allucinante ma la Yuki, volendo, avrebbe potuto animare maggiormente l'intreccio per non farlo scadere nella noia totale nella quale il lettore si ritrova già dopo il primo capitolo. Neji stesso sembra il personaggio di soap opera mal realizzata: non sono tanto le sue battute scontate a portare all'esasperazione chi si avvicina alla storia, quanto il chiedersi come l'autrice possa materialmente realizzare prodotti simili (in questo caso racconti brevi) la maggior parte dei quali sembrano l'uno la fotocopia dell'altro con in sottofondo solo un cambio di scenografia.
Il secondo episodio, intitolato "X-Batsu", si svolge un anno dopo la fine de "Il Risveglio" e vede come protagonista sempre il rinato Neji alle prese con la sua nuova esistenza. Il ragazzo lavora in un ristorante e divide l'appartamento insieme alla misteriosa Girl, ragazza senza nome, che lo ospita in attesa del ritorno della sua amica Melanie, donna affiliata al gruppo Blanck, avverso alla Gera, che cerca di mettere fine ai suoi esperimenti sugli essereri umani. Nel mentre la citata Gera è ora gestita dalla spietata Sonia ed ha sviluppato la letale droga Metal Paranoi, una sostanza due volte più potente dell'eroina, che ha fra le sua vittime colpito anche il secondo protagonista delle vicende di questo volume. Al suo risveglio nei laboratori della Gera il nuovo esperimento umano viene ribattezzato Batsu, come la pronuncia della lettera X in giapponese, come l'ultimo suo ricordo prima del coma. In seguito il giovane viene messo agli ordini di Sonia sotto il ricatto di fare del male, se non collaborerà a perseguire gli obiettivi della Gera con i suoi nuovi poteri da ESP, alla sua malata sorella minore.
Svolgimento che sembra la fotocopia del racconto precedente, anche negli errori, con un minimo, finale, risvolto parentale per un sorpreso Neji,Batsu e Girl. Ulteriore nota di demerito è rappresentata da un disegno ai limiti dell'impersonale, vuoto, nel quale tutti i volti si assomigliano e dove si può chiarmente vedere l'incuria dell'autrice; ma il boccone più amaro da mandare giù durante la lettura resta la mancata presenza di una trama appassionante e coninvolgente. Ormai ero alquanto decisa ad interrompere il volume.
Il terzo e ultimo racconto che collima questa sventurata narrazione è "Norma Jean PO 13".
Neji e Batsu sembrano vivere una vita abbastanza normale per essere due ESP. Questo finchè tutte i prototipi della famosa bambola umanoide Norma Jean non impazziscono e uccidono i loro propietari, compreso il presidente della ditta Clock Works che le ha prodotte. Il figlio del defunto uomo ora a comando della società, tale Ziggy Raydon, giura vendetta verso la serie di bambole androidi, in particolare verso il prototipo numero 15 colpevole del foro di pallottola sulla fronte dell'ormai sotterato padre. Per puro caso Neji e Batsu incontrano numero 15 e la scioccata - simil Blade Runner - ragazza racconta loro di non capire il perchè del suo violento e mortale comportamento. Qui nasce per il lettore il dubbio: se tale androide, che si suppone essere un co-protagonista, è chiamato numero 15 chi sarà mai il prototipo 13 del titolo di questo racconto? Che ruolo avrà nelle vicende narrate?
Anche se il tratto rimane uno dei peggiori che abbia mai visto sfoggiare dalla Yuki "Norma Jean PO13" riesce a concludere la trilogia di racconti collegati alla figura di Neji con un leggero rialzo di qualità rispetto agli due racconti narrati. Ai miei occhi ciò avviene grazie anche al collegamento fatto dall'autrice nel campo fantascientifico, in particolare in quello degli androidi umanoidi, che porta a sfiorare il genio di Isaac Asimov e le sue letterarie tre regole fondamentali che ogni vita artificiale deve rispettare per coabitare con il suo padrone essere umano.
Nonostante lo sforzo finale della Yuki "Neji" rimane ai miei occhi un volume pessimo, privo di qualsivolgia mordace, globalmente noioso e del quale la lettura viene sconsigliata anche agli appassionati dell'autrice.
Il primo racconto, chiamato "Il Risveglio", è ambientato in futuro 2033 ed inizia con l'uscita da un terribile incubo dell'esperimento numero 205 che presto scopre di non essere più un semplice essere umano, ma bensì un individuo morto dieci anni prima e fatto rinascere da una misteriosa organizazzione statale dal nome in codice di GERA. Suddetta organizzazione, formata da un manipolo di uomini con agganci e affari ai livelli più alti della politica americana, si serve di persone morte per creare nuovi e potenti esseri, chiamati nel linguaggio specifico ESP, con poteri paranormali. Numero 205 si rivela un potente telecineta e viene messo sotto la custodia del misterioso Luzer che, di nascosto, gli mostra durante i suoi faticosi allenamenti una camera nella quale sono contenuti gli ESP che non hanno saputo svolgere il proprio compito o che sono rinati con capacità troppo deboli; questi poveri esseri sono stati imbottigliati come pesche sciroppate in grandi camere d'acqua e usati per gli esperimenti della Gera. Mentre numero 205 vaga allibito fra i suoi incosci compagni vedrà però il volto di una donna che gli porterà alla mente il suo passato, la sua vera vita e il suo nome: Neji.
Le fondamenta della trama in sè sono di una banalità, e di una prevedibilità, allucinante ma la Yuki, volendo, avrebbe potuto animare maggiormente l'intreccio per non farlo scadere nella noia totale nella quale il lettore si ritrova già dopo il primo capitolo. Neji stesso sembra il personaggio di soap opera mal realizzata: non sono tanto le sue battute scontate a portare all'esasperazione chi si avvicina alla storia, quanto il chiedersi come l'autrice possa materialmente realizzare prodotti simili (in questo caso racconti brevi) la maggior parte dei quali sembrano l'uno la fotocopia dell'altro con in sottofondo solo un cambio di scenografia.
Il secondo episodio, intitolato "X-Batsu", si svolge un anno dopo la fine de "Il Risveglio" e vede come protagonista sempre il rinato Neji alle prese con la sua nuova esistenza. Il ragazzo lavora in un ristorante e divide l'appartamento insieme alla misteriosa Girl, ragazza senza nome, che lo ospita in attesa del ritorno della sua amica Melanie, donna affiliata al gruppo Blanck, avverso alla Gera, che cerca di mettere fine ai suoi esperimenti sugli essereri umani. Nel mentre la citata Gera è ora gestita dalla spietata Sonia ed ha sviluppato la letale droga Metal Paranoi, una sostanza due volte più potente dell'eroina, che ha fra le sua vittime colpito anche il secondo protagonista delle vicende di questo volume. Al suo risveglio nei laboratori della Gera il nuovo esperimento umano viene ribattezzato Batsu, come la pronuncia della lettera X in giapponese, come l'ultimo suo ricordo prima del coma. In seguito il giovane viene messo agli ordini di Sonia sotto il ricatto di fare del male, se non collaborerà a perseguire gli obiettivi della Gera con i suoi nuovi poteri da ESP, alla sua malata sorella minore.
Svolgimento che sembra la fotocopia del racconto precedente, anche negli errori, con un minimo, finale, risvolto parentale per un sorpreso Neji,Batsu e Girl. Ulteriore nota di demerito è rappresentata da un disegno ai limiti dell'impersonale, vuoto, nel quale tutti i volti si assomigliano e dove si può chiarmente vedere l'incuria dell'autrice; ma il boccone più amaro da mandare giù durante la lettura resta la mancata presenza di una trama appassionante e coninvolgente. Ormai ero alquanto decisa ad interrompere il volume.
Il terzo e ultimo racconto che collima questa sventurata narrazione è "Norma Jean PO 13".
Neji e Batsu sembrano vivere una vita abbastanza normale per essere due ESP. Questo finchè tutte i prototipi della famosa bambola umanoide Norma Jean non impazziscono e uccidono i loro propietari, compreso il presidente della ditta Clock Works che le ha prodotte. Il figlio del defunto uomo ora a comando della società, tale Ziggy Raydon, giura vendetta verso la serie di bambole androidi, in particolare verso il prototipo numero 15 colpevole del foro di pallottola sulla fronte dell'ormai sotterato padre. Per puro caso Neji e Batsu incontrano numero 15 e la scioccata - simil Blade Runner - ragazza racconta loro di non capire il perchè del suo violento e mortale comportamento. Qui nasce per il lettore il dubbio: se tale androide, che si suppone essere un co-protagonista, è chiamato numero 15 chi sarà mai il prototipo 13 del titolo di questo racconto? Che ruolo avrà nelle vicende narrate?
Anche se il tratto rimane uno dei peggiori che abbia mai visto sfoggiare dalla Yuki "Norma Jean PO13" riesce a concludere la trilogia di racconti collegati alla figura di Neji con un leggero rialzo di qualità rispetto agli due racconti narrati. Ai miei occhi ciò avviene grazie anche al collegamento fatto dall'autrice nel campo fantascientifico, in particolare in quello degli androidi umanoidi, che porta a sfiorare il genio di Isaac Asimov e le sue letterarie tre regole fondamentali che ogni vita artificiale deve rispettare per coabitare con il suo padrone essere umano.
Nonostante lo sforzo finale della Yuki "Neji" rimane ai miei occhi un volume pessimo, privo di qualsivolgia mordace, globalmente noioso e del quale la lettura viene sconsigliata anche agli appassionati dell'autrice.
Neji è il primo volumetto della serie di takobon autoconclusivi "Kaori Yuki presenta". Ci sono più storie all'interno, ma tutte si ricollegano alla vita di Neji, un ragazzo che è stato ibernato per anni e anni insieme alla ragazza che amava, chiamata Biancaneve dagli scienziati del laboratorio della G.E.R.A., organizzazione governativa segreta che ha l'intento di trovare qualsiasi cittadino che abbia dei poteri paranormali e assoldarlo per compiere omicidi e altri atti criminosi.
Dato che non voglio spoilerare niente, non inserisco altri dettagli ma vi dico cosa ho provato quando ho letto questo volumetto per la prima volta: brividi.
Le storie dela Yuki mi hanno sempre fatto impazzire e questa in particolare mi è rimasta impressa per il filo conduttore della voglia di vivere: non semplicemente sopravvivere, ma vivere pienamente, sfruttare appieno il proprio diritto imprescindibile alla vita, che si sia umani o non.
Dato che non voglio spoilerare niente, non inserisco altri dettagli ma vi dico cosa ho provato quando ho letto questo volumetto per la prima volta: brividi.
Le storie dela Yuki mi hanno sempre fatto impazzire e questa in particolare mi è rimasta impressa per il filo conduttore della voglia di vivere: non semplicemente sopravvivere, ma vivere pienamente, sfruttare appieno il proprio diritto imprescindibile alla vita, che si sia umani o non.
Mi sono reso conto che io e Kaori Yuki non andiamo proprio d'accordo. Mi è già successo tre volte: vedo un manga che dalla recensione pare interessante, mi metto a leggerlo e non riesco ad arrivare alla fine per quanto mi dà fastidio. Ormai ho deciso di mettere la Yuki nella lista nera dei mangaka da non leggere.
Le sue storie mi sembrano tutte uguali: sono presenti tutti i luoghi comuni e le ambientazioni più scontate della narrativa avventurosa/fantascientifica/fantastica, in un contesto shojo con tonnellate di fan service al femminile e una buona dose di sesso, sadismo e violenza, che sono però edulcorate grazie all'inserzione di protagonisti con la faccia d'angelo. I personaggi maschili sembrano femmininli per come sono disegnati e per le loro psicologie. Le vignette straboccano di esplosioni, colpi mortali, sangue, lacrime, amore, passione, ma il tutto risulta ridicolo più che coinvolgente. Tra l'altro secondo me le scene d'azione questa autrice non le sa proprio disegnare, è inutile che si sforzi. La cosa più insopportabile però è la vena sadomaso, presente in tutte le opere della Yuki, a livello più o meno esplicito.
Neji è la tipica opera della Yuki, con l'aggiunta di una forte vena cyberpunk tanto per cavalcare le mode del momento. Non chiedetemi come va a finire perché anche se è un volume unico non sono riuscito a terminarlo. Consigliato solo ai fan dell'autrice, per tutti gli altri è meglio astenersi.
Le sue storie mi sembrano tutte uguali: sono presenti tutti i luoghi comuni e le ambientazioni più scontate della narrativa avventurosa/fantascientifica/fantastica, in un contesto shojo con tonnellate di fan service al femminile e una buona dose di sesso, sadismo e violenza, che sono però edulcorate grazie all'inserzione di protagonisti con la faccia d'angelo. I personaggi maschili sembrano femmininli per come sono disegnati e per le loro psicologie. Le vignette straboccano di esplosioni, colpi mortali, sangue, lacrime, amore, passione, ma il tutto risulta ridicolo più che coinvolgente. Tra l'altro secondo me le scene d'azione questa autrice non le sa proprio disegnare, è inutile che si sforzi. La cosa più insopportabile però è la vena sadomaso, presente in tutte le opere della Yuki, a livello più o meno esplicito.
Neji è la tipica opera della Yuki, con l'aggiunta di una forte vena cyberpunk tanto per cavalcare le mode del momento. Non chiedetemi come va a finire perché anche se è un volume unico non sono riuscito a terminarlo. Consigliato solo ai fan dell'autrice, per tutti gli altri è meglio astenersi.