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Shevek

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9,5
Un'opera eccezionale, un gioiellino che sfortunatamente é esaurito e di difficile reperibilità. Quando appare in vendita, lo fa spesso a prezzi molto sostenuti.

Samura crea una storia antologica, dove ciascun episodio ha protagoniste diverse, ma legate tra loro dall'atroce 'complotto' orchestrato dal duca Bloodharley. Utilizzando una compagnia teatrale come copertura, Bloodharley recluta ragazzine orfane per gli scopi più abbietti, primo tra tutti lo sfogo sessuale degli ergastolani in un carcere problematico. Nessun particolare é risparmiato al lettore, per quanto crudo, ma la narrazione riesce abilmente a non sfociare mai nello shock gratuito, anzi dimostra grande sensibilità nei confronti delle vittime. La storia si dipana in maniera avvincente, svelando man mano aspetti diversi del complotto. Anche se ogni episodio ha solo un legame tenue col precedemente, verso la fine si 'tirano le fila' e la vicenda ha una sua chiara conclusione.

Ultimo commento per i disegni, davvero di grandissima qualità. Samura utilizza un registro realistico, ed un tratto delicato, che molto bene si sposa alla vicenda narrata.

In definitiva, un fumetto da avere assolutamente.


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kirk

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Samura è un autore abbastanza lento nel mandare avanti le sue storie: questa lentezza ha permesso al mangaka di creare un manga bellissimo come “L’immortale” ma non gli è bastata per salvare “La carrozza di Bloodharley”. In realtà l’impatto dei primi due episodi e degli degli altri sei a seguire (otto in tutto) è molto diverso. Forse nei primi due episodi c’è la violenza fisica esplicita.
Gli agnelli pasquali, giovani ragazze di 14 anni o poco più, vengono non solo violentate ma i loro corpi vengono martoriati come novelli Cristo.
Devo dire che questo inizio non mi è piaciuto e ciò giustifica il voto non alto.
Saranno pure ergastolani, va bene la violenza dello stupro, ma la violenza distruttiva sul corpo delle donne, il rompere loro le dita, strappargli i capezzoli, il gore non lo capisco.
Poi migliora decisamente tentando di trasformare il volume in un'analisi psicologica delle persone incastrate in questo mondo… si poteva fare di più? Vedere magari anche la figura del vecchio Duca di Bloodharley? Tentare di capire com’è nata in un pari inglese un’idea così crudele?
Purtroppo non conosceremo i meandri della mente di costui.
L’ultimo episodio poi sa di già visto.
Complessivamente Samura fa un lavoro mediocre.
Voto? Sette.
PS: Di solito quando penso ad una carrozza nei manga legati agli orfani penso alla carrozza che porta Anna dei tetti verdi (alias in Italia Anna dai capelli rossi) dalla stazione alla famiglia che li ha accolti, non so se l’autore voleva citare questo personaggio, una delle tante orfane della letteratura in lingua inglese di certo qui la carrozza porta la maggior parte delle ragazze verso la morte: credo che l’autista lo sappia e Samura non ci spiega come può un vecchio convivere con l’orrore, assistiamo a come costui distrae le vittime quando queste si accorgono che il percorso dovrebbe essere un altro, cantando. Mi è piaciuto particolarmente l’episodio delle due amiche per la pelle, una delle quali
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
arriva ad uccidere l’altra pur di essere adottata
ciò fa capire che il comportamento delle persone può cambiare in base alle circostanze. Io spero che quella ragazza diventi un agnello di pasqua e non una cantante della troupe operistica della famiglia Bloodharley.


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DarkSoulRead

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Questa recensione andrà a sostituire la precedente.

Hiroaki Samura, celeberrimo autore de “L'immortale”, ci regala un gioiellino di struggente bellezza, un volume unico che non lascia spazio a finali lieti ed inutili moralismi di cui ormai troppo si abusa. “La carrozza di Bloodharley” è un diamante grezzo e tagliente, a tratti sporco, come il tratto dell'autore, pieno e minuzioso, che ci delizia spaziando dai vestiti ottocenteschi, ornati e sfarzosi che sfociano spesso in esercizi di stile da 10 e lode,
all’espressività dei volti, da cui sembrano fuoriuscire le grida di strazio e sofferenza a suggestionare il lettore.

Il manga narra le vicende di alcune giovani ragazze, adottate dalla famiglia di Bloodharley (una delle più influenti del paese) le quali, convinte di esser state scelte come attrici per il palco dei loro sogni, vengono messe su di una carrozza che le porterà al compimento di un atroce destino. Pochissime di loro infatti diverranno effettivamente attrici, tutte le altre invece (le protagoniste della vicenda) verranno sacrificate come "Agnelli pasquali"; cosi vengono chiamate dai promotori del progetto 1.14. Il progetto consiste nel prelevare una ragazza (la piu bella) da ogni orfanotrofio tra quelli limitrofi, e mandarla nei carceri eretti dal Duca N.A. Bloodharley, per soddisfare i desideri sessuali dei detenuti, calmandone le ire. Solo chi si è macchiato dei crimini più gravi, come gli ergastolani, può usufruire delle ragazze, in quanto costretto alla prigionia fino alla fine dei suoi giorni e quindi impossibilitato a testimoniare. Un meccanismo spietato e perfetto.

Orge, ripetuti abusi, torture… fino all’ultimo respiro esalato… per fortuna c’è chi muore prima.
“La carrozza di Bloodharley” è un racconto straziante, per alcuni forse anche disturbante, più che per quello che si vede (l’autore ci risparmia poco tuttavia siamo lontani dal gore), per come riesce a scuotere l’anima;
un tenebroso affresco sconsacrato dal fascino misterioso e calamitante. Quella che inizialmente era stata concepita come opera erotica è diventata un’oscura fotografia del sudicio animo umano. Particolarmente toccante l’atto in cui due ragazze, tra angherie ed atrocità si scambiano lettere da una cella ad un’altra per farsi forza… finché c’è speranza… finché c’è vita.

Piccole note dolenti: un finale sottotono e le poche scene d’azione piuttosto confuse, ma con Samura ci siamo abituati (vedasi “L’immortale”).

Hiroaki Samura dimostra ancora una volta la sua poeticità artistica e semantica, distaccandosi dalla concorrenza per qualità e scelta dei temi trattati. Un volume unico che con i suoi picchi di drammaticità ai massimi storici difficilmente vi lascerà indifferenti.


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Irene Tempesta

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Hiroaki Samura è un'autore incredibile.
E' la seconda opera che leggo di lui, dopo "Halcyon Lunch" e devo dire che riesce sempre a sorprendere per la sua versatilità narrativa. "Halcyon Lunch" era decisamente ironico.
In questo splendido volume unico Samura entra in toni decisamente drammatici e crudi.
La trama è di forte impatto: Siamo nel 1900 in un luogo non ben definito, volutamente lasciato vago dall'autore. Il Duca Blooodharley è un membro della camera dei Lord, uomo stimato perchè fondatore di una prestigiosa compagnia lirica a cui tante fanciulle ambiscono. Dagli orfanotrofi vengono adottate alcune ragazze per far parte della famiglia Bloodharley e soprattutto della compagnia. Per loro è un onore e un sogno che si avvera.
Il desiderio di riscatto da un ambiente povero come l'orfanotrofio al successo sul palcoscenico è molto forte, perciò quando arriva la famosa carrozza (da qui il titolo) che le accompagnia dal Duca, tutte sono entusiaste. Alcune di loro riescono a calcare il palco e a vivere nella famiglia Bloodharley.
Ma la maggior parte di loro vengono direttamente portate, a loro insaputa, incontro a un destino orribile. Sebbene le protagoniste cambino ad ogni episodio, sono accomunate tutte da un unico, straziante destino.
Infatti, per evitare rivolte ed evasioni collettive dalle carceri, già successe in passato, il Duca ha approvato il progetto 1.14: portare delle ragazze nel carcere per permettere ai carcerati di sfogare le proprie pulsioni sessuali e distruttive. Le conseguenze sono disumane. Le ragazze vengono, una alla volta, letteralmente sbranate dal gruppo di carcerati, torturate e abusate.
L'autore è davvero spietato nel descriverci la distruzione fisica e psicologica delle povere ragazze, mostrandoci come l'essere umano si aggrappi con le unghie alla più fievole speranza di salvezza.
Le vicende sono cruente, autentiche, spietate, non vi è spazio per inutili moralismi di cui troppo spesso si fa abuso, e l'ho apprezzato e amato.
Il volume si snoda in 8 episodi distinti, con protagoniste/o protagonisti diversi, ma la narrazione mantiene sempre un unico filo conduttore.
I disegni di Samura sono stupendi come sempre. I corpi deliziosamente proporzionati e realistici.
Un ottimo manga d'autore.
L'edizone J-POP è stupenda, con le prime pagine a colori e una splendida sovracopertina.
La qualità della carta e dell'inchiostro è perfetta. Davvero un'edizione meravigliosa.
Il mio voto è 8 per trama e disegni. Davvero lodevole.
Lo consiglio a tutti gli amanti dell'autore, ma anche a chi voglia avvicinarsi ad una lettura tosta e riflessiva.


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Pan Daemonium

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Mi ero interessato a questo volumetto inizialmente per un interesse verso il macabro ed il sanguinolento, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che trattavasi più che altro di una esagerata valutazione di qualche animo più sensibile. "La carrozza di Bloodharley" contiene in sé qualche strascico truculento, ma trattasi di poche scene iniziali utilizzate come forma d'impatto per far capire al lettore in modo repentino di cosa si sta parlando. I restanti capitoli sono molto più poetici e sentimentali: oltre al rappresentare il corpo martoriato e sfigurato delle giovani prede, quindi oltre a simbolizzare ciò che inizialmente era stato presentato in modo diretto, oltre ciò non vanno. Questo interessante "vedo-non-vedo", l'accenno, rende l'opera molto suggestiva. Di notevole caratura, inoltre, il capitolo 4, in cui Samura definisce l'altra faccia della medaglia: la descrizione dei sentimenti dei predatori (certo, di alcuni di essi, dei più dotati di coscienza e raziocinio) ha aiutato a non stigmatizzarli come meri malvagi, ma come esseri umani densi di ipocrisia e di impellenze biologiche; un vero tocco di classe.
Al contrario, invece, la descrizione delle motivazioni basali, ossia dello stesso Bloodharley, si arenano leggermente in una piatta necessarietà statalizzata: Samura avrebbe potuto caratterizzare in modo più patetico (in senso greco) la figura del nobile e la connotazione storica (tra il 1890 e la prima guerra mondiale), ma è anche vero che questo avrebbe richiesto ben più di meri 8 capitoli.


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Nightdevil

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
"La Carroza di Bloodharley" è una storia brutale, fatta di illusioni e false speranze.
Siamo nel XIX secolo, in Inghilterra.
La promessa di una vita felice in una famiglia ricca e importante, fatta di spettacoli e grandi occasioni, si rivelerà fatale per le povere orfane delle contee inglesi.

Hiroaki Samura, senza mezzi termini, ci racconta il triste destino di queste ragazze, costrette a subire violenze fisiche e psicologiche per accontentare i sadici intenti della famiglia Bloodharley. Il tratto del disegno è quello che contraddistingue l'autore che, personalmente, adoro. Il manga è una raccolta di brevi racconti autoconclusivi, tutti interconnessi dallo stesso filo di trama: una carrozza che giungerà all'orfanotrofio per portare via con se una nuova ragazza.
Le scene sono crude e disturbanti e la storia tiene col fiato sospeso il lettore dando un forte senso di angoscia di pagina in pagina.
Solo con il capitolo finale le terribili vicende della famiglia Bloodharley troveranno una conclusione.

Probabilmente non tutte le storie narrate sono sulla stessa lunghezza d'onda e la conclusione non lascia spazio a chissà che colpo di scena, ma si tratta sicuramente di un'opera sopra la media e davvero interessante.
Da leggere obbligatoriamente se si è apprezzato le altre opere di Samura, ma in generale mi sentirei di consigliarne la lettura a chiunque. (si tratta di un volume unico che si legge in breve tempo)
Astenersi impressionabili e/o deboli di stomaco.


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Atom

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Come lo stesso Samura ci spiega, "La carrozza di Bloodharley", in principio, doveva essere un racconto erotico. L'autore si è poi trovato a costruire qualcosa di ben più articolato e profondo, finendo per virare verso una narrazione drammatica dalle tinte davvero cupe.
Chi ha amato "L'immortale" sarà certo vaccinato alla violenza, a volte brutale, di Hiroaki Samura. Violenza fisica, ma soprattutto psicologica, in particolar modo nei confronti del gentil sesso.
L'autore riesce a raccontare le bassezze e gli orrori di cui sono capaci gli esseri umani con un piglio decisamente disilluso.
La voglia di riscatto di una ragazza che si infrange contro la cruda e disgustosa realtà. Dal sogno di calcare il palcoscenico, all'incubo di rappresentare lo "svago" dei detenuti di una prigione.
Samura sensei ci narra le storie di alcune "elette" che sembrano avere la possibilità di un futuro radioso, ma che invece saranno accomunate da un unico, straziante destino.
Purtroppo, proprio a causa di questa suddivisione in episodi, la narrazione, pur mantenendo sempre un unico filo conduttore, risulta frammentata e a volte ripetitiva.
Essendo il problema insito nel soggetto stesso e non imputabile quindi ad una cattiva sceneggiatura, non mi sento di evidenziarlo come un vero e proprio difetto.

L'autore è davvero spietato nel descriverci la distruzione fisica e psicologica delle povere ragazze, mostrandoci come l'essere umano si aggrappi con le unghie alla più fievole speranza di salvezza.
D'altra parte enfatizza la barbarie dell'uomo che, in determinate situazioni, riesce a compiere azioni mostruose senza alcuna rimorso.
In effetti, stride terribilmente la dissonanza tra l'umanità delle ragazze, che chiedono perdono dei peccati più insignificanti e tentano di salvarsi facendosi carico di un destino tanto infame, e la disumanità del branco che le "divora", sordo a qualsiasi pietà.
Devo essere sincero, leggendo questo racconto ho provato profonda vergogna nell'appartenere al cosiddetto "sesso forte".

Lo stile di Samura è spettacolare come sempre; graffiante. I disegni sono vivi e rispecchiano perfettamente l'andamento della trama; solari nei momenti trasognati, cupi in quelli da incubo.

L'edizione curata da J-Pop è praticamente perfetta. Se tutte le case editrici riponessero tanta cura come in questo caso, nessuno rimpiangerebbe quelle giapponesi. La sovraccoperta è un capolavoro, spessa e ruvida al tatto; sono inoltre presenti due pagine a colori. J-Pop è senza dubbio una delle case editrici italiane migliori e il prezzo che chiede è assolutamente giustificato dalla cura maniacale riposta in questa edizione.

Il mio voto esatto sarebbe 7.5.


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Evangelion0189

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Conoscendo di fama Hiroaki Samura e il suo celebre quanto atipico manga sui samurai L'immortale, ho deciso di affrontare la lettura di una delle sue opere minori, ovvero La carrozza di Bloodharley, volume unico uscito nel 2007 ed edito in Italia dalla J-Pop. Quella che mi accingo a recensire brevemente è una raccolta di racconti alquanto peculiare: essi ruotano attorno agli strani accadimenti di una comunità britannica a cavallo tra la fine del XIX secolo e i primi anni del Novecento (l'autore ci fa intuire il periodo dell'ambientazione in uno degli ultimi capitoli). Ciò che è realmente singolare, oltre al sapiente utilizzo del titolo in relazione a una carrozza che fa avanti e indietro dal luogo di partenza del manga, è che tutti questi fatti apparentemente a sé stanti in realtà formano un tutt'uno la cui lettura complessiva crea un intreccio narrativo ben definito. L'espediente sfruttato da Samura stupisce il lettore racconto dopo racconto, costringendolo a riassemblare i pezzi in vista dell'epilogo dolce e amaro.

Analogamente alla barca che, nella mitologia greca, serviva a trasportare sette fanciulli e sette fanciulle al labirinto del Minotauro, così una volta all'anno la carrozza di Bloodharley preleva una ragazza dall'orfanotrofio di Willows e la porta presso il duca di Bloodharley e la sua compagnia teatrale. Attraverso gli occhi di pochi personaggi principali, il lettore capisce che c'è qualcosa che non va e la triste realtà viene svelata già dopo poche pagine. Il destino che attende le ragazze prescelte è più terribile di quanto non si possa immaginare e Samura dipinge con struggente maestria la sofferenza e l'iniziale stato confusionario e di shock delle povere sventurate. Alcune sequenze crude, seppur accennate e lasciate semplicemente all'immaginazione del lettore, mi hanno turbato parecchio (forse proprio perché non mostrate del tutto). Tra le varie storie che compongono l'opera in questione, il racconto riguardante il guardiano della prigione è probabilmente quello che mi ha colpito di più.

Il tratto di Samura è sporco, a volte quasi abbozzato, come se stessimo leggendo degli schizzi a matita, ma è indubbiamente degno di lode proprio perché, nonostante l'indeterminatezza del disegno, l'autore riesce a creare personaggi espressivi e a dar vita a tavole molto dettagliate. Perché allora solo una sufficienza? Forse non ho gradito particolarmente che la trama "si esaurisca" solo dopo pochi capitoli o forse perché i risvolti finali non mi hanno entusiasmato più di tanto. Ad ogni modo, consiglio la lettura di La carrozza di Bloodharley ai lettori esigenti in cerca di storie brevi e drammatiche.

Utente26675

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Utente26675

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
La carrozza di Bloodharley

Autoconclusivo seinen-drammatico destinato ad un pubblico adulto di Hiroaki Samura.

Grafica:
Contorni poco definiti e dettagli precisissimi non dovrebbero andare d'accordo ma il tratto sottile di Samura fa convivere senza problemi entrambe queste caratteristiche. Le ombre, i graffi, i peli, i lividi, le gocce di sangue e sudore; il lettore si trasforma e diventa un inerme spettatore della "crudezza" dell'uomo. Il disegno è realistico e molto cupo anche per l'uso abbondante di retini molto scuri. Durante le scene di particolare rilevo ed in quelle ambientate all'esterno o in luoghi comunque soleggiati, le ombre vengono disegnate mediante l'uso di più linee sottili parallele. Rileggerlo in occasione di questa recensione è stato per me una gioia per gli occhi ma al contempo una tristezza del cuore. Voto: 4/5.

Trama:
La famiglia Bloodharley ogni anno sceglie di adottare più ragazze di età superiore ai 13 anni dai principali orfanotrofi della nazione per farle diventare delle prestigiose attrici della "Compagnia lirica delle sante e nobili fanciulle di Bloodharley", peccato che il numero delle ragazze adottate non corrisponda con l'effettivo numero di attrici che compongono tale compagnia... Che fine hanno fatto le altre ragazze?!? La risposta è il "Progetto 1.14" detto anche "Festa di Pasqua" in cui queste fanciulle vengono offerte ogni anno come "agnelli sacrificali" agli ergastolani delle principali carceri della nazione per sfogare le loro pulsioni sessuali ed evitare il proliferare di risse causate dal loro stress. L'evoluzione di questo progetto viene descritto negli 8 capitoli che compongono il volume raccontando i differenti punti di vista di chi vive questa situazione in prima persona e di chi invece viene toccato dal problema in modo apparentemente marginale. La vicenda sembra seguire una linearità narrativa ma non essendoci riferimenti temporali fra i vari capitoli, la libera interpretazione dei flashback è molto comune. Mi sarebbe piaciuto un collegamento fra i vari capitoli, e non una struttura sciolta ed è forse per questo che non do i pieni voti a questa trama. Voto: 4,5/5.

Rapporto Qualità/Prezzo:
Volume autoconclusivo con sovracoperta ruvida da 8,00 euro della JPOP collana Sensei-Drama. Poco più di 200 pagine, 2 pagine a colori ed inchiostro non macchiante. Ottimo prodotto ben confezionato ad un prezzo in linea con i prodotti del genere. Voto: 5/5.

Riassumendo: La media dei miei voti è un bel 9 pieno.


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Melany

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Ovvero la carrozza del dramma.
Ogni anno si tiene la "festa pasquale", un evento proclamato dal nobile Duca N. A. Bloodharley, persona influente negli affari socio-politici e noto filantropo. È colui che adotta le fanciulle degli orfanotrofi per farle debuttare come attrici liriche nel suo prestigioso teatro. Ma poche sono le prescelte, e pochissime quelle che si esibiscono. In realtà, la maggior parte delle prescelte non entrano mai nel mondo dell'Opera, bensì finiscono per essere gli "agnelli sacrificabili", ossia delle valvole di sfogo sessuali per i detenuti.

Impressionante volume autoconclusivo, scritto e disegnato dal genio de "L'Immortale". Hiroaki Samura è forse tra gli autori odierni meno commerciali; da includere senza ombra di dubbio fra i più interessanti artisti nipponici. Nelle sue opere affronta temi soventi seri, angoscianti e cupi. "Bloodharley no Basha" rientra nella categoria in questione, è un albo difficile da digerire per chi non conosce, oppure non è abituato allo stile del mangaka.
Stavolta, pur rimanendo in un'ambientazione storica, precisamente agli inizi del Novecento di un paese occidentale non specificato, parliamo di sogni infranti, ragazze ingannate, vite spezzate.
Le atrocità che subiscono le protagoniste, probabilmente, fanno più male a livello psicologico che fisico. È triste, opprimente e doloroso credere in speranze inesistenti, essere illuse da bugie meschine e non avere possibilità di riscatto. Il lettore è angosciato e al contempo scosso, oltre che a disagio. Spera in ogni caso di trovare nelle storie un lieto fine per quegli angeli traditi.
Quanto ai personaggi, seppure numerosi, sono tratteggiati in maniera avvincente, alcuni meglio degli altri ma tutti con qualcosa da comunicare.
Devo constatare, purtroppo, che la sceneggiatura non è priva di difetti. Le storie sono tutte assai interessanti, ma non mi ha convinta la spiegazione e le analisi sul progetto di Stato. Lo stesso Samura ha ammesso di non essersi documentato, difatti sarebbe stato più opportuno non addentrarsi troppo nei dettagli pretestuosi e concentrarsi maggiormente sull'introspezione psicologica di quei personaggi meno approfonditi. Soddisfacente il finale, benché sembri incompleto e vago, chiude il ciclo delle brutalità.

Divini sono i disegni, nulla da criticare sul tratto grezzo e sporco, ma inconfondibile e realistico di Hiroaki Samura. Bellissime le sequenze delle vignette, e che regia sublime! Interessante come vengono raccontate le otto storie di cui si compone il volume, ogni capitolo è narrato da differenti punti di vista. Il progetto subdolo e malato del duca viene visto da ottiche delle prescelte ignare, dei carcerieri, degli ergastolani, delle orfane entrate nella compagnia e delle figlie adottive. Tutto ciò rende l'atmosfera coinvolgente e, a suo modo, malinconica.

Perfetto e significativo il titolo del manga. La carrozza ha una connotazione altamente simbolica. Difatti, l'arrivo del calesse per le giovani orfane rappresenta l'inizio delle speranze di un futuro migliore, con più certezze e meno preoccupazioni; è il desiderio di una vita brillante, di un sogno bramato da sempre. Ma si tratta di un falso inizio, ciò che inizia davvero è un destino crudele, tetro e colmo di sofferenza, non più di speranza. Una vita misera attende le prescelte, ora vittime, che da sognatrici quali erano divengono bambole spente.
La carrozza segna anche la fine dell'innocenza, dei legami affettivi nonché dei ricordi.

Menzione speciale va all'edizione JPOP, in particolare per l'accurato lavoro all'interno della sovraccoperta. Ottima inoltre la stampa, l'inchiostro non sbava né abbonda. Qualche svista ortografica ma nulla di scandaloso, anche perché ci pensa la comodissima rilegatura e il buon adattamento dei dialoghi a ricompensare i piccoli errori. Per non parlare delle due splendide illustrazioni a colori. Gli 8 euro li vale tutti.
In definitiva, come si può notare dalla nota presente sulla copertina, il suddetto fumetto è indirizzato ad un pubblico maturo, poiché contiene delle scene violente che potrebbero urtare i più sensibili. È comunque assodato che i contenuti sono poco adatti alla massa. "La carrozza di Broodharley", a prescindere dai gusti personali, volente o nolente, vi colpirà. E una volta terminata la lettura, non dimenticherete tanto presto ciò che avete seguito.


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CrocifissionePop

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Un otto che non è un otto, qualcosa di più. Oltre un voto ma che è pur sempre un voto.
''La carrozza di Bloodharley'' è un volume auto conclusivo dell'autore Hiroaki Samura, edito in Italia dalla JPOP.
Esistono, in una realtà storica passata ma in una crudeltà piuttosto recente, un conte ed una carrozza. Esistono ragazze la quale condizione rende, quello che si trova oltre le loro immaginazioni, dolci sogni alimentati dalla comune falsità e dalla discutibile veridicità dei discorsi sulle bocche di tutti. Perché c'è una fiaba la quale afferma esserci la felicità nella destinazione della carrozza di Bloodharley. C'è la possibilità di diventare cantanti d'opera lirica. Poi però il sogno, come l'infanzia appena lasciata da quelle fanciulle, finisce. Si sgretola, sfuma, sfugge, alla fine come tutte le cose.
C'è l'orrore, la violenza, c'è quella fetta troppo grande di natura che l'uomo tende ad educare e nascondere, se parte integrante di una società comoda. Che cosa si diventa quando la propria identità costruita e pettinata, distrugge il nostro specchio perfetto e ci reclude nella cecità?

Samura riesce, nonostante il suo tratto veloce e scarabocchiato, a delineare sguardi, in questi incidere tutta un'oscurità interiore ed una catastrofe emozionale.
C'è di fondo una distinzione tra l'uomo e la donna, tra quello che in realtà è l'animale. Le ragazze, giovani appena uscite dalla purezza infantile ma comunque ancora odoranti di quel vento rosato, sono belle, sognatrici, quasi fate e fiori dolci e delicati. La povertà dell'animo e della sua umiltà si scopre come per il sesso femminile si aspiri e si sogni ad una gloria più ampia e collettiva che non una comune e piccola soddisfazione interiore. Ciò che spinge le ragazze ad una sorta di felicità è prima di tutto il prospettarsi di un futuro luminoso, la popolarità che potrebbe essere data dal ruolo di lirica, dall'adozione da parte di una facoltosa famiglia. Non c'è affatto la serenità e la stabilità che si cerca nel poter essere adottate e quindi prese sotto la custodia di una ''famiglia'', detta come società e come forma d'ordine primario. Non c'è, la ricerca di una tranquillità con i piedi per terra, le ragazze partono direttamente con gli occhi puntati, come fucili, verso l'alto.
C'è nell'arrivare nel luogo prediletto, una delusione nello sguardo il quale racchiude il prospettarsi di un fine diverso, di un'altra realtà; ma per loro è ancora presto sapere la fine cruenta che gli è stata prescritta.

Il corpo è debole in due versi. A vizi e a resistenza. Il corpo non sa dir di no ai piaceri, non sa resistere se privato di questi, la sua carne è debole e degradante, il corpo su questa terra è il padrone.
Il corpo se pur debole ma con un'identità propria ed una sua autonomia, ha la peculiarità di seccare, degradarsi e polverizzarsi. Il corpo non è capace di resistere al vizio, c'è il piacere e c'è il prezzo. In questa storia il piacere uccide il prezzo, ma questi due fattori sono dati a due identità differenti, l'uomo corroso dal proprio pene e la povera ragazza stuprata da tantissimi uomini nel medesimo istante.
L'uomo, identificato nel male, chiuso, prigioniero, un detenuto pieno di quello che è lo scarto, la cenere di una sigaretta. Uomini che, privi ormai della comune libertà (questa presa nel senso più spicciolo della parola, le loro libertà sono quelle di mangiare, pisciare, scopare e dormire), portati a stato di misera trasposizione carnale, hanno il coraggio e la sufficiente depravazione di stuprare una ragazzetta non avente nemmeno le vere forme di una donna.

Trattandosi di diversi spaccati nel quale si ritrova il tema dominante, si vede come in una delle storie sia presente una sorta di luce. Luce? Si prende il punto di vista di un detenuto. Di uno di quegli uomini, un uomo che ragiona, che ha ancora la sua testa e questa presenta gli occhi di un uomo che guarda. È possibile trovare un appiglio per non amalgamarsi, per non degradarsi insieme al resto, se si vive completamente immersi nello squallore più putrescente di un'enorme merda? Alla fine, non serve avere le gambe se non c'è lo spazio per scappare.
Quindi, la drastica distinzione tra l'uomo e la donna, troppo divisi in quanto in questa storia non ci sono differenti visioni dei due tipi, in quanto nella storia esiste solo il marcio, lo sfogo che investe il bello.
L'epilogo è una speranza, forse un modo per augurarsi ci sia nel tempo qualcosa di dolce. Quando, la distruzione riporta al nulla, c'è la speranza che nella ricostruzione si possa non sbagliare, si possa deviare.
Disinteressata presa di posizione sul tema trattato nella vicenda, si vede come il narratore in parte esterno e in alcuni tratti interno, dia una visione pacata ed oggettiva della storia, portando i personaggi interessati a dare deduzioni o far trapelare in modo causale e spontaneo le verità.

Disegno: Lo stile grafico di Samura, è intrigante, spietato, pieno di movimento anche nelle figure statiche. Sembra quasi rappresentare il tumulto interiore, la traspirazione della pelle, quel che dentro è nascosto e che fuori non si vede. Attenzione anche agli sfondi ed alle architetture che non perdono il tono ed il movimento dato dalla linea. Nonostante nelle anatomie femminili c'è un accentuazione quasi michelangiolesca del corpo, (sono un po' mascoline) le piccole figure delle ragazzine vengono date in modo dolce e leggero, nei volti c'è un'opacità di stile in quanto più o meno tralasciando piccoli particolari, i volti sono simili tra di loro, particolare non enunciabile nei volti maschili.
L'ambientazione è quasi da canyon americani. Ambientazioni tendenti al western cari all'autore, illusione questa perché è stato ben scritto dall'autore l'ambientazione storica dell'Inghilterra del 1910. Buona resa nel totale di tutta la storia, sia sotto un punto grafico di personaggi che di ambientazioni.
Tavole a colori paragonabili ad opere di pittura. Come ben si vede nella colonna illustrativa qui di fianco, le tavole a colori sono magistralmente realizzate portando la visione di figure spensierate e nel pieno di una fioritura disinteressata, figure povere e ricche, destinate allo stesso seccare.

Edizione italiana: l'opera è edita come sopra detto dalla JPOP, si ringrazia sempre un qualche personale dio quando a prendere in mano opere del genere sia un editore serio il quale rispetta la serietà di un'opera.
Il volume conta una sovra coperta rigida, pagina a colori plastificate, carta di alta grammatura e qualità, traduzione ed editing modello e nessun errore di stampa o di pratica malleabilità del volume. Il costo è più che meritato se non misero, 8,00 euro. Nel complesso, i limiti d'onore che una casa editrice può donare ad una pubblicazione sono stati egregiamente dati a quest'opera.

Impressioni personali: questa che mi sono ritrovata a recensire è un'opera tenuta d'occhio da tempo immemore e lentissimo. Prima storia del mangaka Samura per i miei occhi. Inizialmente incuriosita dalla somiglianza di tratto di Samura con quello della Toume, ho voluto per questo approfondire un autore il quale è stato osannato e omaggiato così tanto bene. La storia merita la sua lettura attenta, la comprensione e la piena partecipazione emotiva del lettore in ogni piccola vignetta. Ogni segno, ogni ferita, ogni mancanza, è una scelta ben precisa, un'accuratezza che va trovata e che va presa con non poca attenzione.
Quando un fumetto si predilige lo scopo di parlare, di usare le immagini per sparare in bocca le parole. Ho usato fin troppi significanti per descrivere un'opera fumettistica d'alto livello. Quanto bisogna parlare e parlare per convincere a leggere, a conoscere? A volte bisognerebbe stare zitti, altre dir parole fino alla nausea.
Non ho minimamente cercato di dare una visione accattivante e d'incitazione per portare chiunque alla lettura di quest'opera, ci sono lettori e lettori, amanti del genere e non, eppure a volte si chiude gli occhi, si serra il cervello e si evita di trattare temi esposti in modo così esplicito. Non sono perdite di tempo leggere questioni differenti dal solito mangime, bisognerebbe guardare cose che ci arricchiscono che ci portano a ragionare e a riflettere.
È così sbagliato a questo punto, usare tante parole per descrivere un'opera, il quale modo d'accusare ne è privo?


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Tormi

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Hiroaki Samura con le sue opere (L'Immortale e Il Trasloco) mi ha sempre emozionato e non poco. Così per questo motivo ho deciso di acquistare questo volume unico "La Carrozza di Bloodharley" edito della J-Pop nella collana Sensei del 2009.

La storia è una serie di episodi che hanno come fulcro principale la fatidica carrozza della famiglia Bloodharley che, per diceria, dà alle giovani orfani delle varie case di affidamento una speranza per un futuro migliore, soprattutto con ricchezza terrena più che con ricchezza morale. L'unico inconveniente però è che, in realtà, le giovani orfani prelevate dalla carrozza non finiscono nel grande castello dei Bloodharley, ma vengono usate come agnelli sacrificali nelle prigioni per "soddisfare" gli uomini rinchiusi.
Tutta la storia è ambientata nella Gran Bretagna di inizio secolo scorso e la cosa che mi ha colpito, e non poco, è la la cura con cui l'autore sia andato alla ricerca di luoghi, costumi e usi dei quel periodo senza tralasciare, forse, neanche un minimo particolare.

Il tratto di Hiroaki Samura è come sempre tanto sporco, ma allo stesso tempo riesce a descrivere al meglio ogni minima sensazione dei protagonisti.
I personaggi sono, perlopiù, caratterizzati al meglio, talvolta con digressioni più o meno esaustive e utilissime ai fini della storia per capire al meglio la psicologia del determinato personaggio.
Le ambientazioni sono super particolareggiate, studiate nei minimi particolari e direi quasi perfette. I retini non abbondano, ma danno quel tocco in più dove serve, per questo direi saggia decisione.

L'edizione J-Pop devo dire che non mi è dispiaciuta per niente, sarà che il prezzo è un po' altino (8,00 euro non sono uno scherzo), ma comunque li ho spesi volentieri sia perché è un volume unico, sia per le pagine a colori tanto lucide, sia per la carta bianca e molto poco trasparente, sia per la solida rilegatura possente, sia per la sovraccoperta; non posso certo lamentarmi.

Voto globale: 9+
Storia davvero eccellente, con ottimi disegni consigliati agli amanti dei seinen di spessore, agli amanti dei manga storici e agli amanti delle storie da leggere tutte d'un fiato. Consigliatissimo.


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Turboo Stefo

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Una carrozza simbolo di speranza per una nuova vita ma messaggera di morte, violenza e disperazione.
Questo è il fulcro della storia narrata in questo volume, dove delle ragazze orfane credono di venir portate in un mondo sfarzoso per vivere finalmente una vita felice, ma purtroppo per la maggior parte di loro non sarà così. Una storia perversa e terrificante che giocherà con la vita e con la morte come se le ragazze fossero delle bambole inanimate.

“Agnelli pasquali”, questo è il nome dato alle ragazze prese in affidamento dalla famiglia Bloodharley. Speranzose di entrare nella compagnia d’intrattenimento lirico di questa facoltosa famiglia, molte ragazze orfane sono esaltate al momento dell’adozione, ma spesso la carrozza percorre una strada diversa, così finiscono in alcuni penitenziari durante la “festa di pasqua”, un progetto creato dal governo e dal senatore Bloodharley che prevede lo sfogo degli istinti violenti e sessuali dei detenuti per evitare sommosse. Ci verranno narrate diverse vicende che riusciranno a farci comprendere molte cose, ma non sapremo mai completamente la verità, assisteremo all’inizio e alla fine di questa storia ma mai la vivremo dalla parte politica o dalla parte del conte Bloodharley e questo ci farà sentire come degli spettatori impotenti.
Saranno storie struggenti, tristi, ma sempre con un barlume di speranza che ci daranno fiducia, sperando di trovare un finale felice, sarà molto bello anche vedere come verrà fuori l’umanità di alcuni personaggi facendoci riflettere su come ci si troverebbe in difficoltà ad affrontare certi problemi e come sia improbo riuscire a fare del bene, ma la maggior parte del tempo soffriremo per colpa dell’infido destino che il fato ha voluto donare a queste ragazze.

Il tratto di Hiroaki Samura è sporco, graffiante e renderà pienamente giustizia allo stile della storia, grazie anche ai volti espressivi dai quali traspirerà terrore, paura o speranza e che emozioneranno il lettore.
Le ambientazioni saranno ottimamente dettagliate, così come gli eleganti vestiti di inizio 1900 saranno accuratamente “ricamati”, anche se l’autore dirà di non essersi documentato e di non riuscire a fare abiti eleganti non potremo sicuramente lamentarci per la qualità dei suddetti.
L’accurato uso dei retini combacerà perfettamente con le ombreggiature fatte dal pennino del mangaka, un’impronta classica nelle sue opere, rendendo così adeguatamente opprimenti alcune strutture ed incredibilmente spaziose ed ariose le scene all’aperto.

Quando prenderemo in mano questo volumetto capiremo immediatamente di trovarci davanti ad un prodotto di alta qualità, sovraccoperta rigida e ruvida, bellissime pagine a colori e alta fedeltà di resa dei retini e dei disegni, un trattamento adeguato per un’opera unica.
Sono poche le persone a cui è destinata questa lettura, è un pesantissimo horror psicologico che potrebbe turbare le persone più sensibili, viste le durissime situazioni di violenza e disperazione che si andranno a creare, un manga che sicuramente non merita una lettura leggera e veloce, ma accurata e ponderata per riuscire a capire il profondo messaggio che ci manderà, difficile da comprendere appieno ma di sicuro effetto.
Se avrete il coraggio di immergervi in questa storia agghiacciante sicuramente ne rimarrete soddisfatti.


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Dreamer80

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Stupefacente e' la parola giusta per questo volume.
È difficile che un singolo volume riesca a concentrare dentro di sé un turbine di emozioni così ampio e così forte come questa opera di Samura.
Sapevo del valore di questo autore, ma sinceramente non mi aspettavo di trovarmi a leggere questo volume totalmente rapito dagli eventi, quasi emigrato in un piano di esistenza parallelo...
I diversi punti di vista attraverso i quali l'autore decide di raccontarci le vicende narrate si incastrano componendo un mosaico di bellezza inaudita, nel quale vengono tratteggiati momenti di gioia, malinconia, stupore, crudeltà, senso di colpa, invidia, speranza, il tutto narrato con una cura e una introspezione fenomenali.
Il tratto utilizzato aiuta a rendere la narrazione poetica e onirica a tratti, per poi passare a momenti molto forti, cruenti e incredibilmente reali.
Secondo me la chiave della bellezza di questa storia sta proprio qua. Questa alternanza di sentimenti che si riesce a provare nella lettura ti trascina con sé.
E così, tra un momento di crudele sofferenza, una lacrima di gioia e una carrozza che si allontana lungo la strada di un paesaggio quasi fiabesco, non si può non fermarsi qualche attimo ad assaporare e a riflettere su ogni singola tavola.
Consigliato a chi in un manga cerca qualcosa in più dell'ennesimo ragazzino superdotato che distrugge mostri a suon di colpi sempre più impronunciabili, con tutto il rispetto.


 3
Loki

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Se dovessi trovare un aggettivo che racchiudesse l'essenza de "La Carrozza di Bloodharley" sarebbe sicuramente "crudo". A livello psicologico e fisico è un volume autoconclusivo veramente pesante da poter digerire ed avere la coscienza a posto per le ore successive alla lettura.
D'altronde Hiroaki Samura ci ha già abituato a tematiche certamente non leggere nel corso della lavorazione de "L'Immortale", sua opera di lungo respiro.

A differenza di "Mugen no Junin" ("L'Immortale"), tuttavia, "Bloodharley no Basha" (questo il nome originale dell'opera) si discosta, oltre che per la disparità di lunghezza, anche come tematiche. Se in "Mugen no Junin" abbiamo personaggi che si muovono in un antico Giappone crudo e a tratti opprimente, ma anche con risvolti d'azione e momenti più delicati e leggeri, in "Bloodharley no Basha" si respira semplicemente l'odore della disperazione più cupa e profonda.

L'ambientazione è totalmente differente tra le due opere. Bloodharley è ambientato nell'Europa dei primi '900.
Una carrozza che preleva delle ragazze dai vari orfanotrofi rappresentando una speranza per le giovani orfane: salirci significa essere state adottate alla nobile e magnanima famiglia Bloodharley, ed entrare a pieno diritto nel mondo dell'Opera.
Ma ben presto la dolce e soffice speranza per le giovani orfane s'infrange sulla più dura della realtà. La carrozza di Bloodharley non porta la felicità, porta solo la disperazione, è un inganno nascosto sotto una visione di speranza, è una carrozza dritta verso l'inferno delle prigioni, dove le ragazze vengono letteralmente date in pasto ai detenuti.
Così, bugie su bugie, le ragazze si aggrappano a delle speranze inesistenti. Tutto è parte di un progetto più grande, una sorta di esperimento; i sogni delle giovani donne muoiono con loro, dritti all'inferno dove si sono risvegliate.
Questo è il tema principale della crudele "Bloodharley no Basa". Le storie si dipanano da punti di vista differenti: un'orfana prescelta, un secondino, due giovani legate come sorelle che ambiscono entrambe all'entrare nel mondo dei sogni di Bloodharley...

Il tratto grafico di Hiroaki Samura non si discosta da quello degli ultimi numeri di "Mugen no Junin". Si tratta di uno stile di disegno particolare, raramente riscontrabile in un mangaka nipponico, molto simile come "grezzosità" ad un Kentaro Miura dei tempi passati, a cavallo tra uno stile realistico ed uno ispirato ad un bilico tra matrici occidentali e giapponesi. Ed è appunto questa grezzosità il punto forte di Hiroaki Samura, in quanto rende tutto molto realistico e cruento.
Menzione particolare per la regia generale e la sequenza delle vignette. Il tutto fila molto liscio, segno che lo svolgimento dell'opera è stata pensata in modo responsabile e maturo.

Hiroaki Samura si riconferma un artista sempre più completo, riuscendo a spaziare da temi di non facile affronto psicologico (Bloodharley no Basha) a opere più goliardiche (West Tokyo Love Story) per passare a crudi e avvincenti romanzi d'azione in costume (Mugen no Junin). Si ha l'impressione che l'autore, in fondo, riesca a giostrare gli editori e il mondo che gli sta intorno, non il contrario: si ha la convinzione che sia un artista fortunato e pieno di passione, in grado di fare praticamente ciò che desidera (esempio: nelle note di Bloodharley egli stesso afferma di avere scritto questa storia "perché volevo disegnare carrozze"). Indubbiamente un autore di indubbio talento, a cui si possono muovere veramente poche critiche allo stile personale. Questo volume non fa eccezione. Si fa veramente fatica, per come è strutturata la storia, a trovare elementi oggettivi di critica in Bloodharley no Basha.

L'edizione J-Pop si presenta come sempre di ottima fattura, con una insolita sovracopertina ruvida (come se ci dicessero già da prima "questa storia non ha niente di liscio"); ottima la stampa e discreta la carta, anche se non è patinata come altri titoli, si tratta di un supporto di buona qualità.

In definitiva Bloodharley no Basha è una storia cruenta, uno schiaffo in faccia alle vite (e alle morti) dei personaggi. Una successione di bugie, illusioni spezzate nella maniera più cruenta possibile, dove non è sicuramente la morte il male maggiore. Un grezzo, rude e ruvido romanzo grafico ambientato agli inizi del secolo, non adatto a deboli di stomaco o a persone con mentalità poco adulta, in quanto le scene sono esplicite e prive di qualsiasi doppio senso ambiguo.
Per sua natura è una vicenda molto pesante, forse fin troppo, sia a livello psicologico che fisico. In fondo, il lento scorrere della ruota sulla strada selciata e il rumore pesante della Carrozza di Bloodharley, dà veramente l'impressione di una pesantezza spropositata e spaventosa, che neanche dovrebbe esistere in questo mondo.


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Ewil

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Bellissimo volume, ma d'altronde, dall'autore dell'Immortale non mi potevo aspettare altro che un capolavoro :) . La storia parla del ducato dei Bloodharley che ogni anno seleziona delle fanciulle dai vari orfanotrofi per farle prendere parte all'opera teatrale gestita dallo stesso ducato. Il problema è che alcune ragazze non si sa che fine facciano una volta che sono salite sulla carrozza dei Bloodharley. Questo manga parla delle vicende di alcune di queste ragazze selezionate negli anni, ognuna con la propria storia che mi ha colpito in maniera profonda. Il disegno graffiante ed espressivo dell'autore rende il tutto ancora più intrigante e gradevole alla vista e alcune tavole sono degne di essere definite opere d'arte (come la copertina ad esempio).

AndreMetal

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AndreMetal

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Ho letto da poco questo volume e mi ha lasciato stupefatto. Parto col dire che ho messo un 9 solo perché ho visto la grande quantità di 10 che fioccano in molte recensioni del sito e forse un mio 10 alla carrozza di Bloodharley non sarebbe stato così preso in considerazione. Parlando del manga, che ho acquistato a scatola chiusa poiché possedevo già la serie "L'Immortale" ed "Il Trasloco" dello stesso autore, posso dire che ha veramente tutto. Disegni che trovo fantastici, una storia interessante ed una raffinatezza degna di poche opere. Il costo (8 euro) potrebbe spaventare ma l'edizione è molto curata con un buon numero di pagine di cui 2 a colori (quelle che il sito ha affiancato qui a sinistra) ed una sovracopertina che se sfilata mostra una sorta di miniposter nella parte interna. Lo consiglio a tutti perché è un manga carico di sentimenti ed emozioni anche se tratta un tema che forse a qualcuno può sembrare un po' forte.

my_name_is_fata

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my_name_is_fata

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
L'avevo comprato perché ero rimasta affascinata dalla delicatezza del disegno e dalla profondità di espressione della ragazza della copertina. Questo manga mi ha davvero colpito e appassionato nella sua angosciante crudeltà. Tanti spezzoni di storie di vita legate tra loro da una triste verità... la crudeltà di una società disposta a chiudere tutti e due gli occhi di fronte ad una simile barbarie... E' il classico volume da leggere tutto d'un fiato, passando poi il resto della serata a pensare.