Il campo dell'arcobaleno
Ammetto che dopo aver letto "Nijigahara holograph" mi risulta assai difficile provare ad esprimere una valutazione su questa opera di Asano: un manga cui non ho potutto dedicare una sola lettura tanto mi è risultato a dir poco "ostico" per le tematiche che ha affrontato.
Non me ne vogliano Asano e il lettore di questa modesta recensione, ma la frase che mi ha suscitato questo manga a ripetersi come un ritornello è: "L’inferno si trova qui, dentro la testa” (da "L'organo genocida" di Project Itoh).
Con il “il testo olografo del campo dell’arcobaleno” (traduzione letterale del titolo dell'opera) sembra che Asano voglia condurci ad esplorare le parti più oscure della sua mente "contorta" per poi indicarci una possibile strada per recuperare la "luce", con un manga che dà forma ad una sorta di "allegorismo" in cui l'autore rappresenta una vicenda in un modo che mixa mondo reale e quello onirico per "dire altro" non prima facie decifrabile e dunque facilmente fruibile e assimilabile.
Che cos'è questo altro? Asano, in una sorta di "downward spiral" ci conduce in una sorta di abisso del lato oscuro della mente umana. E così infarcisce il manga di omicidi, abusi, stupri, cattiveria e disincanto, emarginazione, indifferenza, discriminazione, ossessione, pedofilia, incesto, ecc.
E lo fa alternando metaforicamente le manifestazioni più "crude" dell'abominazione con le immagini più leggiadre delle farfalle, che da quanto appreso in rete, per i giapponesi rappresentano le anime dei vivi e dei morti e in seconda battuta sono anche un simbolo popolare delle giovani donne, nel senso che rappresenterebbero la loro bellezza e grazia.
La storia che prende in considerazione è quella di istantanee significative di vita di un gruppetto di "amici" e relativi genitori (ove presenti) attraverso un'alternanza in apparenza senza senso di flashback e flashforward che assomigliano al moto perpetuo delle onde del mare che si infrangono sulla battigia: un movimento ipnotico che anziché rilassare inquieta perché non risolve il male di vivere dei personaggi raccontati, tutti segnati a vario titolo da traumi subiti da bambini.
questa parte contiene spoiler
Il protagonista è Amahiko Suzuki. Non so se sia una sorta di personaggio autobiografico (spero di no per Asano) ma presenta alcuni aspetti della sua storia personale (leggasi, ad es, la malformazione allo sterno). Di Amahiko nel manga viene rappresentata tutta la sua "parabola" dall'infanzia, alla gioventù fino alla vecchiaia dove nell'epilogo metaforicamente Asano fa incontrare la versione bambino con quella "vecchio" in una sorta di passaggio di consegne (la scatolina di latta). Un percorso lastricato di dolore: dagli abusi del padre sulla sorella Arie (Yue) prima della separazione dalla madre che poi morirà uccisa dall'ex ... mi fermo altrimenti rischio di spoilerare troppo...
Di sicuro Amahiko è il personaggio che ci consente di osservare nell'opera da una sorta di specola privilegiata tutto il "bestiario umano" che vuole rappresentare Asano fatto di oscurità ... (leit motiv dell'opera) come il tunnel nel campo dell'arcobaleno o dei due bambini che resta sempre il luogo metafisico delle scene più brutte e cruente del manga: gli omicidi e le violenze si consumano sempre nei suoi pressi. Ma per un altro personaggio chiave del manga, Kota Komatsuzaki, l'oscurità del tunnel percorsa fino in fondo rappresenterà l'occasione della rinascita e ritorno a nuova vita dopo tutte le violenze e omicidi commessi... svegliandosi come da un incubo a fianco di Maki Arakawa...
I personaggi femminili del manga sono tutti dannatamente drammatici, ad eccezione di proprio di Maki di cui viene tratteggiato un carattere arido, falso, insensibile e opportunista (splendida la filippica contro di lei fatta da professore di arte: in una frase in cui commenta un suo disegno delinea la sua personalità. Ben peggio farà Makoto Higure sfasciando letteralmente un suo disegno che lei aveva appena regalato...).
Ma Arie (Yue), la madre di Suzuki, Narumi Higure (la sorella dello psicopatico Makoto), Kyoko Sakaki fanno a vario titolo tutte una fine tragica, la morte, dopo essere state vittime di vessazioni, soprusi, violenze, cattiverie... una view del destino del genere femminile piuttosto cupa, tetra e nichilistica... che sia anche una critica alla mentalità maschilistica della società giapponese?
"Nijigahara holograph" è una sorta di viaggio mentale esistenziale in cui il passato con i suoi traumi rappresenta un macigno, un ostacolo da superare. Il passato come "mostro" che deve essere sconfitto, una "catena" dalla quale ci si deve liberare per comprendere cosa si è divenuti e non commettere più gli stessi errori. Ma sia pur in questa sorta di "sonno della ragione" che è la esistenza, Asano sembra nel finale lasciare uno spiraglio di speranza, purché sia abbia la forza di reagire all'oblio... Già in un capitolo centrale in un dialogo emerge una considerazione su come combattere il dolore dell'esistenza:
"...but I think that everyone grows up and becomes an adult [...] by losing things that are precious to them. [...] You'll be fine, [...] as long as you don't lose sight of you ideals"
Proprio nell'epilogo Asano sembra lasciare una "exit strategy" alla vita grama, che non si basa sulla fede in qualche entità soprannaturale: "You see that? [...] There's no god after all"...
La risposta la si trova dentro se stessi. Questo è il messaggio che Amahiko, dopo essere caduto dal tetto della scuola come vittima dei suoi compagni a seguito del gioco del "Hana ichi monme" (gioco paradigmatico ed espressione della mentalità "distorta" del sistema sociale giapponese), sente pronunciare dall'infermiera a reagire alla profonda disgrazia patita: "C'mon Suzuki, you can do it!! [...] I know you can stand already! [...] You're not going to get any better unless you try!"...
Ulteriore conferma nel finale durante il "passaggio di testimone" tra le due versioni di Amahiko Suzuki: "No matter how unfair and cruel the world may seem [...] you must keep a strong will [...] You are allowed to choose the way your life goes"
Basterà per non farsi travolgere dalla disperazione dell'oscurità?
Non me ne vogliano Asano e il lettore di questa modesta recensione, ma la frase che mi ha suscitato questo manga a ripetersi come un ritornello è: "L’inferno si trova qui, dentro la testa” (da "L'organo genocida" di Project Itoh).
Con il “il testo olografo del campo dell’arcobaleno” (traduzione letterale del titolo dell'opera) sembra che Asano voglia condurci ad esplorare le parti più oscure della sua mente "contorta" per poi indicarci una possibile strada per recuperare la "luce", con un manga che dà forma ad una sorta di "allegorismo" in cui l'autore rappresenta una vicenda in un modo che mixa mondo reale e quello onirico per "dire altro" non prima facie decifrabile e dunque facilmente fruibile e assimilabile.
Che cos'è questo altro? Asano, in una sorta di "downward spiral" ci conduce in una sorta di abisso del lato oscuro della mente umana. E così infarcisce il manga di omicidi, abusi, stupri, cattiveria e disincanto, emarginazione, indifferenza, discriminazione, ossessione, pedofilia, incesto, ecc.
E lo fa alternando metaforicamente le manifestazioni più "crude" dell'abominazione con le immagini più leggiadre delle farfalle, che da quanto appreso in rete, per i giapponesi rappresentano le anime dei vivi e dei morti e in seconda battuta sono anche un simbolo popolare delle giovani donne, nel senso che rappresenterebbero la loro bellezza e grazia.
La storia che prende in considerazione è quella di istantanee significative di vita di un gruppetto di "amici" e relativi genitori (ove presenti) attraverso un'alternanza in apparenza senza senso di flashback e flashforward che assomigliano al moto perpetuo delle onde del mare che si infrangono sulla battigia: un movimento ipnotico che anziché rilassare inquieta perché non risolve il male di vivere dei personaggi raccontati, tutti segnati a vario titolo da traumi subiti da bambini.
questa parte contiene spoiler
Il protagonista è Amahiko Suzuki. Non so se sia una sorta di personaggio autobiografico (spero di no per Asano) ma presenta alcuni aspetti della sua storia personale (leggasi, ad es, la malformazione allo sterno). Di Amahiko nel manga viene rappresentata tutta la sua "parabola" dall'infanzia, alla gioventù fino alla vecchiaia dove nell'epilogo metaforicamente Asano fa incontrare la versione bambino con quella "vecchio" in una sorta di passaggio di consegne (la scatolina di latta). Un percorso lastricato di dolore: dagli abusi del padre sulla sorella Arie (Yue) prima della separazione dalla madre che poi morirà uccisa dall'ex ... mi fermo altrimenti rischio di spoilerare troppo...
Di sicuro Amahiko è il personaggio che ci consente di osservare nell'opera da una sorta di specola privilegiata tutto il "bestiario umano" che vuole rappresentare Asano fatto di oscurità ... (leit motiv dell'opera) come il tunnel nel campo dell'arcobaleno o dei due bambini che resta sempre il luogo metafisico delle scene più brutte e cruente del manga: gli omicidi e le violenze si consumano sempre nei suoi pressi. Ma per un altro personaggio chiave del manga, Kota Komatsuzaki, l'oscurità del tunnel percorsa fino in fondo rappresenterà l'occasione della rinascita e ritorno a nuova vita dopo tutte le violenze e omicidi commessi... svegliandosi come da un incubo a fianco di Maki Arakawa...
I personaggi femminili del manga sono tutti dannatamente drammatici, ad eccezione di proprio di Maki di cui viene tratteggiato un carattere arido, falso, insensibile e opportunista (splendida la filippica contro di lei fatta da professore di arte: in una frase in cui commenta un suo disegno delinea la sua personalità. Ben peggio farà Makoto Higure sfasciando letteralmente un suo disegno che lei aveva appena regalato...).
Ma Arie (Yue), la madre di Suzuki, Narumi Higure (la sorella dello psicopatico Makoto), Kyoko Sakaki fanno a vario titolo tutte una fine tragica, la morte, dopo essere state vittime di vessazioni, soprusi, violenze, cattiverie... una view del destino del genere femminile piuttosto cupa, tetra e nichilistica... che sia anche una critica alla mentalità maschilistica della società giapponese?
"Nijigahara holograph" è una sorta di viaggio mentale esistenziale in cui il passato con i suoi traumi rappresenta un macigno, un ostacolo da superare. Il passato come "mostro" che deve essere sconfitto, una "catena" dalla quale ci si deve liberare per comprendere cosa si è divenuti e non commettere più gli stessi errori. Ma sia pur in questa sorta di "sonno della ragione" che è la esistenza, Asano sembra nel finale lasciare uno spiraglio di speranza, purché sia abbia la forza di reagire all'oblio... Già in un capitolo centrale in un dialogo emerge una considerazione su come combattere il dolore dell'esistenza:
"...but I think that everyone grows up and becomes an adult [...] by losing things that are precious to them. [...] You'll be fine, [...] as long as you don't lose sight of you ideals"
Proprio nell'epilogo Asano sembra lasciare una "exit strategy" alla vita grama, che non si basa sulla fede in qualche entità soprannaturale: "You see that? [...] There's no god after all"...
La risposta la si trova dentro se stessi. Questo è il messaggio che Amahiko, dopo essere caduto dal tetto della scuola come vittima dei suoi compagni a seguito del gioco del "Hana ichi monme" (gioco paradigmatico ed espressione della mentalità "distorta" del sistema sociale giapponese), sente pronunciare dall'infermiera a reagire alla profonda disgrazia patita: "C'mon Suzuki, you can do it!! [...] I know you can stand already! [...] You're not going to get any better unless you try!"...
Ulteriore conferma nel finale durante il "passaggio di testimone" tra le due versioni di Amahiko Suzuki: "No matter how unfair and cruel the world may seem [...] you must keep a strong will [...] You are allowed to choose the way your life goes"
Basterà per non farsi travolgere dalla disperazione dell'oscurità?
Inio Asano, nato a Ibaraki nel 1980, soffrì fin da piccolo di una malformazione fisica – un incassamento del torace verso l'interno, per la precisione – che, oltre a minargli completamente l'autostima e la sicurezza, lo convinse che sarebbe morto giovane. Il giovane Asano, quindi, non si preoccupò mai troppo del proprio futuro, terrorizzato dall'idea di un mondo in cui lui non esisteva più mentre i suoi amici e coetanei andavano avanti nella vita, adottando una filosofia di vita basata sulla valorizzazione del presente.
Se con la sua prima opera, What a Wonderful World, Asano si era maggiormente concentrato sul disagio lavorativo ed esistenziale della propria generazione e sulle sue esperienze da freeter, col suo secondo lavoro pare invece tornare indietro alla propria infanzia. Perché in fondo non è difficile riuscire a intravedere un po' di Asano in quel Suzuki dal torace incavato che parla della fine del mondo, così come il suo sogno/incubo di un futuro in cui lui non c'è più mentre i compagni sono andati avanti è pienamente rappresentato nel duale scorrere del tempo del manga. L'impianto narrativo de Il campo dell'arcobaleno è un'evoluzione di quello di What a Wonderful World, presentando non solo diversi punti di vista di più personaggi tra loro strettamente legati che s'intersecano come tanti pezzi di un complesso puzzle e che orchestrano una trama molto più articolata di WaWW, ma anche una struttura temporale ad incastro che passa più volte dal passato al presente. Quasi in una sorta di catarsi personale, Asano inasprisce notevolmente l'atmosfera rispetto a WaWW, sia nell'utilizzo dell'elemento soprannaturale, che acquisisce un'importanza maggiore - seppur non predominante quanto si potrebbe pensare - ed una sfumatura più onirica, sia nella pesantezza delle caratterizzazioni psicologiche e dei rapporti interpersonali. Si può infatti affermare, senza cadere troppo in errore, che non ci sia nell'intera opera una sola persona definibile "sana" e più si prosegue con la lettura più si ha la sensazione di assistere al folle gioco al massacro di una mente disturbata nei confronti di un branco di pupazzi incapaci di ribellarsi ad un'entità più grande e indefinita. E si torna sempre alla fine del mondo, catarsi personale dell'autore e dei personaggi, termine del/i sogno/i ed inizio dell'eternità oppure immutabile ciclo di causa-effetto... ma anche qui, come già in WaWW, Asano non finisce con l'autocompiacimento del suo (forse non così tanto) malato mondo di dolore e sofferenza, ma dona una speranza: perché alla fine del tunnel oscuro forse non c'è il mostro, forse c'è la luce, ma sta ai personaggi il compito di raggiungerla.
Il campo dell'arcobaleno può sicuramente lasciare spiazzato il lettore, cui vengono consegnati piccoli frammenti slegati di un disegno più grande e complesso che solo più avanti iniziano ad incastrarsi in modo sensato tra loro, dando gradualmente forma all'immagine definitiva. Anche se, alla fine, che essa sia quella di uno sciame di farfalle, di una mucca senza testa con due figli o di una scatola di metallo chiusa, o che addirittura ad essere rappresentato sia un altro puzzle che a sua volta rappresenta se stesso, a ben pensarci non è poi così importante, perché è quello che hanno da raccontare i singoli frammenti a contare davvero.
Se con la sua prima opera, What a Wonderful World, Asano si era maggiormente concentrato sul disagio lavorativo ed esistenziale della propria generazione e sulle sue esperienze da freeter, col suo secondo lavoro pare invece tornare indietro alla propria infanzia. Perché in fondo non è difficile riuscire a intravedere un po' di Asano in quel Suzuki dal torace incavato che parla della fine del mondo, così come il suo sogno/incubo di un futuro in cui lui non c'è più mentre i compagni sono andati avanti è pienamente rappresentato nel duale scorrere del tempo del manga. L'impianto narrativo de Il campo dell'arcobaleno è un'evoluzione di quello di What a Wonderful World, presentando non solo diversi punti di vista di più personaggi tra loro strettamente legati che s'intersecano come tanti pezzi di un complesso puzzle e che orchestrano una trama molto più articolata di WaWW, ma anche una struttura temporale ad incastro che passa più volte dal passato al presente. Quasi in una sorta di catarsi personale, Asano inasprisce notevolmente l'atmosfera rispetto a WaWW, sia nell'utilizzo dell'elemento soprannaturale, che acquisisce un'importanza maggiore - seppur non predominante quanto si potrebbe pensare - ed una sfumatura più onirica, sia nella pesantezza delle caratterizzazioni psicologiche e dei rapporti interpersonali. Si può infatti affermare, senza cadere troppo in errore, che non ci sia nell'intera opera una sola persona definibile "sana" e più si prosegue con la lettura più si ha la sensazione di assistere al folle gioco al massacro di una mente disturbata nei confronti di un branco di pupazzi incapaci di ribellarsi ad un'entità più grande e indefinita. E si torna sempre alla fine del mondo, catarsi personale dell'autore e dei personaggi, termine del/i sogno/i ed inizio dell'eternità oppure immutabile ciclo di causa-effetto... ma anche qui, come già in WaWW, Asano non finisce con l'autocompiacimento del suo (forse non così tanto) malato mondo di dolore e sofferenza, ma dona una speranza: perché alla fine del tunnel oscuro forse non c'è il mostro, forse c'è la luce, ma sta ai personaggi il compito di raggiungerla.
Il campo dell'arcobaleno può sicuramente lasciare spiazzato il lettore, cui vengono consegnati piccoli frammenti slegati di un disegno più grande e complesso che solo più avanti iniziano ad incastrarsi in modo sensato tra loro, dando gradualmente forma all'immagine definitiva. Anche se, alla fine, che essa sia quella di uno sciame di farfalle, di una mucca senza testa con due figli o di una scatola di metallo chiusa, o che addirittura ad essere rappresentato sia un altro puzzle che a sua volta rappresenta se stesso, a ben pensarci non è poi così importante, perché è quello che hanno da raccontare i singoli frammenti a contare davvero.
Se dovessi riassumere "Nijigahara Olograph", in italiano "Il campo dell'arcobaleno", in una sola parola, probabilmente essa sarebbe "strano"; esso si presenta fin da subito come un'opera eterogenea, forse complessa, forse solo confusionaria, sicuramente di difficile interpretazione. Partendo dalle poche certezze che il lettore può percepire durante la lettura di questo titolo, figura in primo luogo la qualità indiscussa del tratto e della regia di Inio Asano. Pur non essendo una delle opere più mature, sotto questo aspetto, che il mangaka ha sfornato, la precisione delle linee e il carattere onirico delle tavole colpiscono fin dal principio; la regia, allo stesso modo, si presta in modo eccellente al tono psicologico del fumetto, alternando dialoghi a flussi di coscienza e scene movimentate e frenetiche a pagine interamente nere in cui ribollono come un magma i pensieri contorti dei personaggi.
Ma gli aspetti più caratteristici di "Nijigahara Olograph" sono altri, fondamentalmente due: l'assenza - forse apparente, forse reale - di una trama e la psicologia dei personaggi. Partendo dal primo, l'intreccio dell'opera è estremamente complesso e di difficile comprensione: vengono alternati episodi del presente ad altri dell'infanzia dei protagonisti, senza che essi siano necessariamente uniti né da una qualche necessità della trama, né semplicemente da un punto di vista logico; sta all'autore dare un ordine, e quindi un'interpretazione, alle vicende che vengono narrate, in modo da far acquisire alla storia un minimo di senso logico. Strettamente legato a questo aspetto è il principale difetto dell'opera, ma ha senso parlarne solo se prima sono stati introdotti i personaggi. I protagonisti di "Nijigahara Olograph" sono alcuni abitanti di una cittadina giapponese, legati tra loro da vincoli ora lavorativi, ora scolastici, ora sentimentali, ma accomunati tutti da un singolare aspetto: una psicologia contorta e malata. Violenza, omicidio, suicidio, queste le tematiche che ricorrono nelle menti disturbate dei protagonisti, affrontate da questi con una naturalezza e una noncuranza davvero disarmanti, quasi inumane. Il motivo di tanta morte e crudezza? Probabilmente le farfalle colorate e il fantasma di una ragazzina che popolano le tavole di questo manga e sussurrano e annunciano, inesorabili, la fine di questo mondo. La presenza inquietante di queste creature conferisce al racconto un ché di sovrannaturale che accentua maggiormente il suo carattere visionario, anche in senso letterale; sarà il lettore infatti a discernere se quanto ha sotto gli occhi sia la verità o una mera visione del personaggio che ne è protagonista, soprattutto se si pensa che più capitoli, spesso distanziati, hanno per incipit una stessa frase o scena.
Il fatto che molti dei misteri che il lettore incontra nella lettura del manga non siano di fatto svelati e l'assenza di chiavi di lettura, se non di spunti basilari per una qualsiasi interpretazione, nell'intera opera, rischiano di trasformare "Il campo dell'arcobaleno" da opera profonda e impegnata, quale si propone indubbiamente di essere, viste le tematiche affrontate, a un semplice delirio dell'artista senza capo né coda. La mia posizione in merito è una via di mezzo: non penso che quest'opera sia scadente e vuota, mero pretesto per l'autore per sfogare i propri sentimenti repressi, ma nemmeno che raggiunga una profondità di tematiche e un grado di godibilità proprio invece di altre opere del maestro. Un manga discreto, ma purtroppo nulla di più.
Ma gli aspetti più caratteristici di "Nijigahara Olograph" sono altri, fondamentalmente due: l'assenza - forse apparente, forse reale - di una trama e la psicologia dei personaggi. Partendo dal primo, l'intreccio dell'opera è estremamente complesso e di difficile comprensione: vengono alternati episodi del presente ad altri dell'infanzia dei protagonisti, senza che essi siano necessariamente uniti né da una qualche necessità della trama, né semplicemente da un punto di vista logico; sta all'autore dare un ordine, e quindi un'interpretazione, alle vicende che vengono narrate, in modo da far acquisire alla storia un minimo di senso logico. Strettamente legato a questo aspetto è il principale difetto dell'opera, ma ha senso parlarne solo se prima sono stati introdotti i personaggi. I protagonisti di "Nijigahara Olograph" sono alcuni abitanti di una cittadina giapponese, legati tra loro da vincoli ora lavorativi, ora scolastici, ora sentimentali, ma accomunati tutti da un singolare aspetto: una psicologia contorta e malata. Violenza, omicidio, suicidio, queste le tematiche che ricorrono nelle menti disturbate dei protagonisti, affrontate da questi con una naturalezza e una noncuranza davvero disarmanti, quasi inumane. Il motivo di tanta morte e crudezza? Probabilmente le farfalle colorate e il fantasma di una ragazzina che popolano le tavole di questo manga e sussurrano e annunciano, inesorabili, la fine di questo mondo. La presenza inquietante di queste creature conferisce al racconto un ché di sovrannaturale che accentua maggiormente il suo carattere visionario, anche in senso letterale; sarà il lettore infatti a discernere se quanto ha sotto gli occhi sia la verità o una mera visione del personaggio che ne è protagonista, soprattutto se si pensa che più capitoli, spesso distanziati, hanno per incipit una stessa frase o scena.
Il fatto che molti dei misteri che il lettore incontra nella lettura del manga non siano di fatto svelati e l'assenza di chiavi di lettura, se non di spunti basilari per una qualsiasi interpretazione, nell'intera opera, rischiano di trasformare "Il campo dell'arcobaleno" da opera profonda e impegnata, quale si propone indubbiamente di essere, viste le tematiche affrontate, a un semplice delirio dell'artista senza capo né coda. La mia posizione in merito è una via di mezzo: non penso che quest'opera sia scadente e vuota, mero pretesto per l'autore per sfogare i propri sentimenti repressi, ma nemmeno che raggiunga una profondità di tematiche e un grado di godibilità proprio invece di altre opere del maestro. Un manga discreto, ma purtroppo nulla di più.
Le opere di Asano (specialmente quelle a volume unico o comunque brevi), fanno a volte stare male o comunque non sono di una facile lettura perché suscitano emozioni molto forti e contrastanti, prendiamo ad esempio questo "Il Campo dell'Arcobaleno". Parte come una storia classica di bulli in una scuola elementare (e di questo Asano parla spesso, basti pensare ad una sua opera più recente, come "La Ragazza in Riva al Mare"), ma poi arriva a coinvolgere tutte le persone che ruotano intorno alla scuola come gli insegnanti, facendo sembrare anche le persone più insospettabili delle anime nere che più nere non si può; e poi come se non bastasse la storia incomincia a avere sbalzi temporali abbastanza spiazzanti e assurdi (per capire cosa intendo basta prendere come esempio il film di Nolan, Memento) ma che poi si incastrano alla perfezione dandoci un quadro finale sorprendente. Facendoci precipitare in una spirale di eventi dove nessuno ha possibilità di redenzione completa, dai personaggi principali, fino all'ultima ruota del carro, facendoci capire che una cosa fatta molto tempo fa non puoi tentare di superarla senza affrontarla, e che prima o poi il passato tornerà a chiederti il conto e che questo sarà molto salato.
Altro non mi sembra il caso di dire per non rovinare la lettura ad un potenziale lettore. L'Unico appunto che faccio è in quanto al character design dei personaggi, ormai lo stile di Asano è questo, si sa; potrà evolversi in quanto a precisione e sfondi, ma i suoi personaggi rimarranno sempre cosi, molto fanciulleschi e stilizzati, un po' forzati per il tipo di storie che fa Asano; a me personalmente non fanno impazzire, ma per le trame che Asano riesce a proporci, ritengo che si possa riuscire per una volta a passare sopra a questo (e ve lo dice uno che ritiene la grafica in un manga di importanza pari se non superiore alla trama in un manga o fumetto che sia).
Il mio voto sarebbe un: 8.8
Altro non mi sembra il caso di dire per non rovinare la lettura ad un potenziale lettore. L'Unico appunto che faccio è in quanto al character design dei personaggi, ormai lo stile di Asano è questo, si sa; potrà evolversi in quanto a precisione e sfondi, ma i suoi personaggi rimarranno sempre cosi, molto fanciulleschi e stilizzati, un po' forzati per il tipo di storie che fa Asano; a me personalmente non fanno impazzire, ma per le trame che Asano riesce a proporci, ritengo che si possa riuscire per una volta a passare sopra a questo (e ve lo dice uno che ritiene la grafica in un manga di importanza pari se non superiore alla trama in un manga o fumetto che sia).
Il mio voto sarebbe un: 8.8
Molte volte si hanno in mente moltissime idee, che seppur risultano interessanti non riescono ad essere bene impresse su carta, finendo con pregiudicare ciò che ci si era immaginati in partenza e creare un qualcosa di troppo criptico e indefinito. Questa sarebbe la definizione che darei del Campo dell'Arcobaleno di Inio Asano, se qualcuno dovesse chiedermi cosa ne penso.
La trama risulta molto difficile da spiegare, poiché molto complessa, sviluppandosi come un denso thriller condito da molti colpi di scena e rivelazioni ed il tutto è immerso in un'atmosfera surreale. Nel corso dell'opera che racconta ben dieci anni di vita dei protagonisti, il lettore si trova continuamente sbalzato tra presente e passato, con continui flashback e accelerazioni temporali vedendo così i personaggi quando erano dei semplici bambini delle elementari e come sono diventati dopo dieci anni. Tutte le tessere del puzzle sono incastrate tra loro alla perfezione, dimostrando la straordinaria capacità dell'autore nel gestire una storia dalla struttura così complessa facendola risultare al contempo piacevole da seguire e fino all'ultimo capitolo anche abbastanza chiara da comprendere.
Peccato che a tanta abilità narrativa non corrisponda un contenuto di pari livello. Secondo Inio Asano, per rendere una storia più realistica, bisogna inserirci al suo interno tutte le negatività presenti nel mondo come violenza, bullismo, pedofilia etc…
Ciò sarebbe risultato interessante se l'autore avesse fatto di queste piaghe una protesta sociale ed invece tali cose non solo vengono mostrati con lucido distacco, come se Asano stesse creando un puro e freddo documentario, ma questi elementi alcune volte non hanno alcun peso di rilievo nella storia, risultando fine a sé stessi.
Questa negatività eccessiva intacca le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, finendo con il donare a quest'ultimi dei comportamenti assolutamente irrealistici per gli anni che dimostrano. Infatti la maggioranza dei bambini presenti nell'opera (che hanno dieci anni), vengono raffigurati come adulti in preda a forti crisi esistenziali e nessuno di loro presenta una psicologia normale o quanto meno plausibile per quell'età. Per gli adulti il copione è il medesimo, ma almeno ciò è in piccola parte giustificato dall'età che hanno.
Infine, non si riesce a comprendere lo scopo ultimo della narrazione, che seppur risulti ottimamente strutturata, non conduce il lettore da nessuna parte ed inoltre, Asano tralascia il fatto di chiarire se tutta la vicenda sia reale o un sogno o un ibrido mal riuscito tra le due cose. Poi, se diamo per scontato che tutta la storia sia un sogno, chi lo ha realizzato? L'autore non ce lo spiega e sinceramente viste le altre pecche del manga, ciò non rappresenta il problema principale.
Seppur con dei limiti, quest'opera potrebbe piacere ai lettori che amano storie criptiche dove si lavora d'interpretazione personale e coloro che vogliono leggere opere un po' più intellettuali ed estreme. C'è da aggiungere che Inio Asano non è riuscito a comunicare il suo messaggio o se ha voluto dire qualcosa, ciò è troppo nascosto e finisce con il risultare oscuro. Anche i disegni riescono a risultare realistici nel rappresentare i paesaggi e creare al contempo un'atmosfera onirica, sebbene anche questi alla lunga, finiscono con il risultare pesanti per via dei molti retini usati, i quali creano un "mondo grigio", perché dovete sapere che la visione pessimistica del mondo, per Asano non deve limitarsi solo al manga, ma deve uscire al di fuori di esso ed affliggere anche il lettore. Comunque, se volete leggere l'opera (edita da Planet Manga a 9.90), preparatevi a rileggerla per almeno tre volte visto che necessita di più letture e ogni volta, scoprirete qualcosa in più che prima avevate tralasciato.
La trama risulta molto difficile da spiegare, poiché molto complessa, sviluppandosi come un denso thriller condito da molti colpi di scena e rivelazioni ed il tutto è immerso in un'atmosfera surreale. Nel corso dell'opera che racconta ben dieci anni di vita dei protagonisti, il lettore si trova continuamente sbalzato tra presente e passato, con continui flashback e accelerazioni temporali vedendo così i personaggi quando erano dei semplici bambini delle elementari e come sono diventati dopo dieci anni. Tutte le tessere del puzzle sono incastrate tra loro alla perfezione, dimostrando la straordinaria capacità dell'autore nel gestire una storia dalla struttura così complessa facendola risultare al contempo piacevole da seguire e fino all'ultimo capitolo anche abbastanza chiara da comprendere.
Peccato che a tanta abilità narrativa non corrisponda un contenuto di pari livello. Secondo Inio Asano, per rendere una storia più realistica, bisogna inserirci al suo interno tutte le negatività presenti nel mondo come violenza, bullismo, pedofilia etc…
Ciò sarebbe risultato interessante se l'autore avesse fatto di queste piaghe una protesta sociale ed invece tali cose non solo vengono mostrati con lucido distacco, come se Asano stesse creando un puro e freddo documentario, ma questi elementi alcune volte non hanno alcun peso di rilievo nella storia, risultando fine a sé stessi.
Questa negatività eccessiva intacca le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, finendo con il donare a quest'ultimi dei comportamenti assolutamente irrealistici per gli anni che dimostrano. Infatti la maggioranza dei bambini presenti nell'opera (che hanno dieci anni), vengono raffigurati come adulti in preda a forti crisi esistenziali e nessuno di loro presenta una psicologia normale o quanto meno plausibile per quell'età. Per gli adulti il copione è il medesimo, ma almeno ciò è in piccola parte giustificato dall'età che hanno.
Infine, non si riesce a comprendere lo scopo ultimo della narrazione, che seppur risulti ottimamente strutturata, non conduce il lettore da nessuna parte ed inoltre, Asano tralascia il fatto di chiarire se tutta la vicenda sia reale o un sogno o un ibrido mal riuscito tra le due cose. Poi, se diamo per scontato che tutta la storia sia un sogno, chi lo ha realizzato? L'autore non ce lo spiega e sinceramente viste le altre pecche del manga, ciò non rappresenta il problema principale.
Seppur con dei limiti, quest'opera potrebbe piacere ai lettori che amano storie criptiche dove si lavora d'interpretazione personale e coloro che vogliono leggere opere un po' più intellettuali ed estreme. C'è da aggiungere che Inio Asano non è riuscito a comunicare il suo messaggio o se ha voluto dire qualcosa, ciò è troppo nascosto e finisce con il risultare oscuro. Anche i disegni riescono a risultare realistici nel rappresentare i paesaggi e creare al contempo un'atmosfera onirica, sebbene anche questi alla lunga, finiscono con il risultare pesanti per via dei molti retini usati, i quali creano un "mondo grigio", perché dovete sapere che la visione pessimistica del mondo, per Asano non deve limitarsi solo al manga, ma deve uscire al di fuori di esso ed affliggere anche il lettore. Comunque, se volete leggere l'opera (edita da Planet Manga a 9.90), preparatevi a rileggerla per almeno tre volte visto che necessita di più letture e ogni volta, scoprirete qualcosa in più che prima avevate tralasciato.
Dopo le svariate letture che mi sono offerta di concedere a questo acclamatissimo autore, trovo i suoi lavori, le sue storie, il suo ancora acerbo modo di rappresentare una storia, infantili. Quest'infantilità è dovuta alla sua età, come primo luogo, ed in secondo dal troppo clamore che intorno gli hanno costruito.
Inio Asano è un autore ancora troppo giovane e sopratutto troppo ripetitivo. Le tematiche continue delle sue opere sono quei giovani che si apprestano ad abbandonare la fase di vita immaginifica e surreale per entrare in quella del grigiore dell'eternità, dell'ammazzare il tempo, del cercarlo e perderlo comunque. L'oscillazione tra l'infanzia e l'età adulta. Ed è proprio in quest'opera, "Il campo dell'arcobaleno" che si traccia quello che è il divario.
La struttura narrativa vede l'alternarsi di passato e presente in modo apparentemente confusionario ma ben strutturato. Infatti, una particolarità di Asano è la troppa autostima, l'aver confuso con "stile" il mettere alla rinfusa immagini, scene e parole. La storia sicuramente se fosse stata messa in un ordine preciso e cronologico avrebbe perso quel suo fascino e mistero tanto decantato (dove?). Come ben hanno detto altri, Asano oltre ad aver confuso cosa sia lo stile ha confuso cosa sia il talento, per questo il suo modo di scrivere incomprensibile è passato per profondità di temi e di scrittura, surrealismo, simbolismo, grande genio! E' molto più difficile essere comprensibili che essere ermetici, criptici ed enigmatici. Eppure è ben comune l'accostare l'incomprensibilità con il talento, la profondità e l'altezza di contenuti, quando poi essenzialmente dentro non vi è nulla.
Il campo dell'arcobaleno una trama la ha, basta sapere mettere in ordine quel casino inutile che il gran genio ha messo insieme. La protagonista è la bambina ultra-stuprata dalla capigliatura bianca. Partendo da questo punto, si deve vedere la storia come quel che accade attorno al mondo di questa bambina e della storia che ha inventato. E via qui a finta poesia con le farfalle ed il mostro nel tunnel. Tutti i personaggi che le ruotano attorno a partire dalla classe della bambina, sono disumani. Le loro gesta vanno aldilà dell'umana assurdità, del ridicolo, del surreale e del criminale. Asano rimette i panni dell'autore criptico e inizia ad insultare il mondo degli adulti, come sempre, inserendoli in un mondo di sessualità volgari e sporchissime, rendendo atroci anche i bambini. La psiche dei personaggi è oltremodo distorta, anche la loro sessualità ed i loro istinti, è l'emblema di un mondo degenerato all'esasperazione, dove ogni personaggio perde di intelligenza e padronanza, dove ogni occasione è buona per stuprare qualcuno o masturbare qualcun altro. Tutto questo suo modo di rappresentare è ridicolo e viene preso per "occhio romantico che vede la degenerazione dei tempi dal tratto violento e raffinato che mostra immagini in modo nitido ed aspro suscitando sgomento e malinconia..."
L'azione che i bambini compiono contro la protagonista e la storia che ha inventato sono l'attacco di paura e di difesa ad un mondo potentissimo e continuamente in declino, quello dell'infanzia, della fantasia e dell'incoscienza, che Asano mette sempre in mezzo come mondo sconosciuto ed utopico, macchiato sin da subito dalla vorace fame di sesso e di violenza degli uomini. Ritorna la visione di artista romantico, ed allora Asano si carica del nobile compito di veggente, di profeta, di inutile fotografo di un tempo che non ha né poesia e né profondità, sopratutto se lui, con il suo solito occhio infantile, narra.
Lo stile di disegno è piuttosto barocco, le figure umane sono di legno e le ambientazioni rappresentate in modo masochistico, unico punto a favore per Asano, che almeno in qualcosa col fumetto ci riesce. L'uso esagerato dei retini grigi rende spenta l'immagine quasi fosse un vecchio film in bianco e nero che racconta qualcosa di lontano, incredibilmente lontano.
I personaggi socialmente volgari e sporchi vengono rappresentati in modo caricaturale e "schifoso", come vedere un uomo dai denti che fuoriescono, con la canottiera sporca di non si sa cosa, le ascelle unte di sudore ed il sesso perennemente eretto, per non parlare dei pensieri. Tipica immagine banale dell'uomo corroso, disfatto, scomposto, mentalmente perverso e sensibilmente risucchiato dalla melma, eppure inconsciamente contento.
Chissà come mai egli riesca molto bene a rappresentare, sia graficamente che psicologicamente, i giovani. Chissà perché c'è sempre questo richiamo al "magro" alla "trasgressione" alla "ribellione repressa", chissà perché poi tutti i grandi sono putrescenti. Forse perché Asano è estremamente infantile?
L'edizione Panini è notevole, formato grande, rilegatura da romanzo, pagine resistenti e con buono spessore, con sovra copertina ed il prezzo di 9 e 90.
Data la vasta lettura delle opere di Inio Asano, ho consolidato come il suo lavoro fino ad adesso portato avanti, sia ancora lavoro di formazione, di scoperta e di crescita. Non si può parlare ancora di maturità, di profondità di temi o di sapienza, si può parlare di prepotente coraggio, di arroganza e finta sapienza. Di un ragazzino che si ribella a quello che ha scoperto essere il mondo e si rifugia nel fumetto per fare il révolutionnaire.
Il voto è un 5. Sarei voluta andare - un po' più in giù - ma non reputo completamente l'opera ridicola e volgare, nonostante i temi ed i personaggi lo siano, perché nonostante adesso lo reputi un autore mediocre spero possa togliersi quella presunzione da "sono già arrivato" e cominci seriamente a capire che il genio non è dato dalla storia complessa ed il talento non è la capacità di rendere atto a questa storia, ma la semplicità e la possibilità di arrivare a tutti, cosa davvero ardua e difficile. Questo si, che sarebbe talento.
Inio Asano è un autore ancora troppo giovane e sopratutto troppo ripetitivo. Le tematiche continue delle sue opere sono quei giovani che si apprestano ad abbandonare la fase di vita immaginifica e surreale per entrare in quella del grigiore dell'eternità, dell'ammazzare il tempo, del cercarlo e perderlo comunque. L'oscillazione tra l'infanzia e l'età adulta. Ed è proprio in quest'opera, "Il campo dell'arcobaleno" che si traccia quello che è il divario.
La struttura narrativa vede l'alternarsi di passato e presente in modo apparentemente confusionario ma ben strutturato. Infatti, una particolarità di Asano è la troppa autostima, l'aver confuso con "stile" il mettere alla rinfusa immagini, scene e parole. La storia sicuramente se fosse stata messa in un ordine preciso e cronologico avrebbe perso quel suo fascino e mistero tanto decantato (dove?). Come ben hanno detto altri, Asano oltre ad aver confuso cosa sia lo stile ha confuso cosa sia il talento, per questo il suo modo di scrivere incomprensibile è passato per profondità di temi e di scrittura, surrealismo, simbolismo, grande genio! E' molto più difficile essere comprensibili che essere ermetici, criptici ed enigmatici. Eppure è ben comune l'accostare l'incomprensibilità con il talento, la profondità e l'altezza di contenuti, quando poi essenzialmente dentro non vi è nulla.
Il campo dell'arcobaleno una trama la ha, basta sapere mettere in ordine quel casino inutile che il gran genio ha messo insieme. La protagonista è la bambina ultra-stuprata dalla capigliatura bianca. Partendo da questo punto, si deve vedere la storia come quel che accade attorno al mondo di questa bambina e della storia che ha inventato. E via qui a finta poesia con le farfalle ed il mostro nel tunnel. Tutti i personaggi che le ruotano attorno a partire dalla classe della bambina, sono disumani. Le loro gesta vanno aldilà dell'umana assurdità, del ridicolo, del surreale e del criminale. Asano rimette i panni dell'autore criptico e inizia ad insultare il mondo degli adulti, come sempre, inserendoli in un mondo di sessualità volgari e sporchissime, rendendo atroci anche i bambini. La psiche dei personaggi è oltremodo distorta, anche la loro sessualità ed i loro istinti, è l'emblema di un mondo degenerato all'esasperazione, dove ogni personaggio perde di intelligenza e padronanza, dove ogni occasione è buona per stuprare qualcuno o masturbare qualcun altro. Tutto questo suo modo di rappresentare è ridicolo e viene preso per "occhio romantico che vede la degenerazione dei tempi dal tratto violento e raffinato che mostra immagini in modo nitido ed aspro suscitando sgomento e malinconia..."
L'azione che i bambini compiono contro la protagonista e la storia che ha inventato sono l'attacco di paura e di difesa ad un mondo potentissimo e continuamente in declino, quello dell'infanzia, della fantasia e dell'incoscienza, che Asano mette sempre in mezzo come mondo sconosciuto ed utopico, macchiato sin da subito dalla vorace fame di sesso e di violenza degli uomini. Ritorna la visione di artista romantico, ed allora Asano si carica del nobile compito di veggente, di profeta, di inutile fotografo di un tempo che non ha né poesia e né profondità, sopratutto se lui, con il suo solito occhio infantile, narra.
Lo stile di disegno è piuttosto barocco, le figure umane sono di legno e le ambientazioni rappresentate in modo masochistico, unico punto a favore per Asano, che almeno in qualcosa col fumetto ci riesce. L'uso esagerato dei retini grigi rende spenta l'immagine quasi fosse un vecchio film in bianco e nero che racconta qualcosa di lontano, incredibilmente lontano.
I personaggi socialmente volgari e sporchi vengono rappresentati in modo caricaturale e "schifoso", come vedere un uomo dai denti che fuoriescono, con la canottiera sporca di non si sa cosa, le ascelle unte di sudore ed il sesso perennemente eretto, per non parlare dei pensieri. Tipica immagine banale dell'uomo corroso, disfatto, scomposto, mentalmente perverso e sensibilmente risucchiato dalla melma, eppure inconsciamente contento.
Chissà come mai egli riesca molto bene a rappresentare, sia graficamente che psicologicamente, i giovani. Chissà perché c'è sempre questo richiamo al "magro" alla "trasgressione" alla "ribellione repressa", chissà perché poi tutti i grandi sono putrescenti. Forse perché Asano è estremamente infantile?
L'edizione Panini è notevole, formato grande, rilegatura da romanzo, pagine resistenti e con buono spessore, con sovra copertina ed il prezzo di 9 e 90.
Data la vasta lettura delle opere di Inio Asano, ho consolidato come il suo lavoro fino ad adesso portato avanti, sia ancora lavoro di formazione, di scoperta e di crescita. Non si può parlare ancora di maturità, di profondità di temi o di sapienza, si può parlare di prepotente coraggio, di arroganza e finta sapienza. Di un ragazzino che si ribella a quello che ha scoperto essere il mondo e si rifugia nel fumetto per fare il révolutionnaire.
Il voto è un 5. Sarei voluta andare - un po' più in giù - ma non reputo completamente l'opera ridicola e volgare, nonostante i temi ed i personaggi lo siano, perché nonostante adesso lo reputi un autore mediocre spero possa togliersi quella presunzione da "sono già arrivato" e cominci seriamente a capire che il genio non è dato dalla storia complessa ed il talento non è la capacità di rendere atto a questa storia, ma la semplicità e la possibilità di arrivare a tutti, cosa davvero ardua e difficile. Questo si, che sarebbe talento.
Ho acquistato quest'opera di Asano incentivato dalle numerose considerazioni positive, anzi più che positive, di numerosi lettori. Non vedevo quindi l'ora di vivere questo volume, ritenuto un assoluto capolavoro. Ora...io l'ho letto tre volte di seguito (già questo fatto mi irrita, poiché credo che la genialità di un autore si riscontri anche nella capacità di esprimere chiaramente il messaggio che vuole si trasmettere) perché alla prima lettura mi era apparso come un complicatissimo thriller psicologico malato soprannaturale. Viene mischiato il presente con il passato con il futuro, la realtà con i sogni, la gioventù con la vecchiaia, la fisica con la metafisica, l'inconscio con il conscio, la scienza con il mito, lo spirito con il corpo, la pazzia con la lucidità. Ovviamente è questo che Asano vuole, ma passiamo oltre.
Giunto alla terza lettura, motivato dalla ricerca di quell'emozione unica che credevo si potesse ottenere solo avendo un quadro dettagliato della storia, non ho rilevato nulla di così sublime come molti ritengono. La mia considerazione è sempre stata la stessa dalla prima alla terza lettura. E' solo cambiata la conoscenza dei fatti (alla terza lettura sapevo già le immagini e i dialoghi che mi aspettavano nella pagina seguente). Il bello, che mi fa sorridere, è il fatto che se leggo le considerazioni o recensioni di persone, le quali ritengono quest'opera il miglior volume unico mai pubblicato, mi accorgo che queste persone hanno capito meno di me. Non riescono a trattare la trama e scrivono solo smancerie del tipo: "se non ti piace è perché non lo hai capito", oppure, "vengono trattati temi cupi e reali come: la pedofilia, la violenza sessuale, il bullismo, la ridicola volontà e l'irrefrenabile voglia sessuale dell'essere umano, la menzogna, la società priva di valori veri, l'emarginazione, la paura del diverso, ecc. Quindi se vi sono queste tematiche è per forza un capolavoro", oppure, <b>[PICCOLO SPOILER]</b> "ma non ti accorgi della simbologia attribuita alle farfalle e al loro connubio divino con i personaggi". Mi sono accorto di tutto, anzi credo di essere persino andato oltre cercando quel qualcosa che per l'appunto non c'è. Asano è un mangaka sopravvalutato, come Il campo dell'arcobaleno. Consiglio che trasmetto quindi ai neofiti è: non aspettatevi nulla, perché non c'è nulla, a parte un puzzle da ricostruire.
Giunto alla terza lettura, motivato dalla ricerca di quell'emozione unica che credevo si potesse ottenere solo avendo un quadro dettagliato della storia, non ho rilevato nulla di così sublime come molti ritengono. La mia considerazione è sempre stata la stessa dalla prima alla terza lettura. E' solo cambiata la conoscenza dei fatti (alla terza lettura sapevo già le immagini e i dialoghi che mi aspettavano nella pagina seguente). Il bello, che mi fa sorridere, è il fatto che se leggo le considerazioni o recensioni di persone, le quali ritengono quest'opera il miglior volume unico mai pubblicato, mi accorgo che queste persone hanno capito meno di me. Non riescono a trattare la trama e scrivono solo smancerie del tipo: "se non ti piace è perché non lo hai capito", oppure, "vengono trattati temi cupi e reali come: la pedofilia, la violenza sessuale, il bullismo, la ridicola volontà e l'irrefrenabile voglia sessuale dell'essere umano, la menzogna, la società priva di valori veri, l'emarginazione, la paura del diverso, ecc. Quindi se vi sono queste tematiche è per forza un capolavoro", oppure, <b>[PICCOLO SPOILER]</b> "ma non ti accorgi della simbologia attribuita alle farfalle e al loro connubio divino con i personaggi". Mi sono accorto di tutto, anzi credo di essere persino andato oltre cercando quel qualcosa che per l'appunto non c'è. Asano è un mangaka sopravvalutato, come Il campo dell'arcobaleno. Consiglio che trasmetto quindi ai neofiti è: non aspettatevi nulla, perché non c'è nulla, a parte un puzzle da ricostruire.
Paradossalmente, mentre le voci relativamente a Il campo dell'Arcobaleno descrivono quest'opera come "oscura, ermetica, incomprensibile, senza trama, onirica" essa, a mio parere, è un'opera chiarissima, nel senso che possiede, anzi, una trama, che non girovaga nel surreale e nelle metafore, sebbene sia ricchissima di simboli.
Certo, la trama è complessa, perché ricca di ana- e prolessi, perché la storia dei personaggi, le loro vicende familiari ed anche i rapporti di sangue che intercorrono fra essi sono oscuri, ma ciò che accade, i fatti, sono chiaramente esposti, senza metafore o similitudini, sono lì, anche se mescolati.
Tolto il personaggio di Suzuki, che è effettivamente l'unico che, con la presenza dei suoi tre sé, un po' come nell'enigma della Sfinge, porta caos irrazionale nella razionale trama, tutto il resto, in particolare le vicende, seppure brutali, composte da bullismo, stupri, suicidi, omicidii, violenza su minori, sono assolutamente lineari, se ricostruite. Basta rileggere l'opera più volte, oppure analizzarla bene, pagina per pagina, collocando i pezzi nel loro posto temporale e cogliendo gli indizi che Asano lascia qui e lì, a partire dalla prima pagina. Per l'appunto, si tratta di indizi per comprendere le vicende, non di metafore, come in altre sue opere.
A parte un finale abbastanza onirico, perché protagonista ne è Suzuki, le vicende che ruotano sostanzialmente attorno a costui e ad Yue (che su siti inglesi viene riportata come Arie. Il nome originale è difatti 有江) sono chiare e crude. Una coppia divisa, come una farfalla strappata a metà, che deve reincontrarsi. Certo, la farfalla è una metafora, ma contemporaneamente è anche un simbolo ed un suggerimento che fa comprendere alcune vicende. Nel capitolo 1 e nel 12, agli antipodi, è chiaramente detto chi è la farfalla. Alcune scene del primo capitolo chiaramente mostrano quale sia il rapporto fra Arie ed il padre, altre scene all'interno di quella sorta di caverna palesemente fan comprendere cosa è accaduto alla maestra. Semplice "hint" per una comprensione migliore.
Non si può dire oltre, si rovinerebbe semplicemente la comprensione di questa bellissima e penetrante storia adattata con un'ottima qualità, rispetto al suo solito, da parte della Planet Manga.
Certo, la trama è complessa, perché ricca di ana- e prolessi, perché la storia dei personaggi, le loro vicende familiari ed anche i rapporti di sangue che intercorrono fra essi sono oscuri, ma ciò che accade, i fatti, sono chiaramente esposti, senza metafore o similitudini, sono lì, anche se mescolati.
Tolto il personaggio di Suzuki, che è effettivamente l'unico che, con la presenza dei suoi tre sé, un po' come nell'enigma della Sfinge, porta caos irrazionale nella razionale trama, tutto il resto, in particolare le vicende, seppure brutali, composte da bullismo, stupri, suicidi, omicidii, violenza su minori, sono assolutamente lineari, se ricostruite. Basta rileggere l'opera più volte, oppure analizzarla bene, pagina per pagina, collocando i pezzi nel loro posto temporale e cogliendo gli indizi che Asano lascia qui e lì, a partire dalla prima pagina. Per l'appunto, si tratta di indizi per comprendere le vicende, non di metafore, come in altre sue opere.
A parte un finale abbastanza onirico, perché protagonista ne è Suzuki, le vicende che ruotano sostanzialmente attorno a costui e ad Yue (che su siti inglesi viene riportata come Arie. Il nome originale è difatti 有江) sono chiare e crude. Una coppia divisa, come una farfalla strappata a metà, che deve reincontrarsi. Certo, la farfalla è una metafora, ma contemporaneamente è anche un simbolo ed un suggerimento che fa comprendere alcune vicende. Nel capitolo 1 e nel 12, agli antipodi, è chiaramente detto chi è la farfalla. Alcune scene del primo capitolo chiaramente mostrano quale sia il rapporto fra Arie ed il padre, altre scene all'interno di quella sorta di caverna palesemente fan comprendere cosa è accaduto alla maestra. Semplice "hint" per una comprensione migliore.
Non si può dire oltre, si rovinerebbe semplicemente la comprensione di questa bellissima e penetrante storia adattata con un'ottima qualità, rispetto al suo solito, da parte della Planet Manga.
Bel manga, ma troppo cupo e troppo, come dire, "ermetico". Infatti arrivati alla fine non si comprende nulla. Ancora mi chiedo se ci sia un filo conduttore in tutta la storia (e, anche se ci fosse, sinceramente non mi ha soddisfatto). Rimane comunque un buon prodotto: infatti i disegni e le varie scene che si susseguono cercano di comunicare qualcosa, però solo a livello di emozioni. Purtroppo non credo valga più di una sufficienza: dopo averlo finito di leggere lo si dimentica subito, della lettura non rimane niente, nemmeno il piacere...
Inio Asano è un genio, sia dal punto di vista narrativo che grafico, e come tale purtroppo da molti incompreso. Con il Campo dell’Arcobaleno riesce a scrivere una storia dai sentimenti estremi e con tutta una serie di rivelazioni ed intrecci che sicuramente richiederà più letture per riuscire a ricollegare tra loro i vari avvenimenti e personaggi che vengono presentati in diversi momenti della loro vita, iniziando dalle elementari e con continui flashback quando ormai sono già adulti. Una storia che riuscirà a ricreare all’interno del lettore, sentimenti alquanto controversi, con episodi di particolare violenza ad altri estremamente poetici.
Sicuramente vi troverete di fronte ad una storia che richiederà una grande attenzione, con personaggi che vengono analizzati sin dalle loro prime avventure durante la scuola elementare, con vicende di bullismo, primi amori, rapporti familiari intricati e continui simbolismi: la scatola magica, le farfalle, il mostro della galleria… Ogni pagina andrà analizzata e magari ricollegata a vicende successive, ma se avrete la pazienza di riuscire a memorizzare tutti i tasselli che vengono continuamente sparsi in tutta la storia, alle volte anche una semplice pagina che al momento si dovesse rivelare come incognita, avrà comunque il suo significato ed andrà a ricomporre il quadro superlativo dell’intera vicenda.
Ci troviamo di fronte ad una storia che richiede anche un grande impegno interpretativo e se alcune vicende ci lasciano con il dubbio proviamo a lasciare volare un po’ la nostra fantasia e il nostro istinto, non sempre tutte le vicende hanno una sola interpretazione.
Un consiglio: non fermatevi ad una prima lettura, vedrete che più lo leggerete e più riuscirete a cogliere tutte le innumerevoli sfaccettature della vicenda, che si rivelerà sino all’ultima pagina piena di inaspettate (a volte) sorprese.
Per concludere occorre fare anche i complimenti per l’ottimo rapporto qualità/prezzo dell’edizione, che a fronte di circa 300 pagine in grande formato richiede una spesa di 9.90 euro, ottimamente spesi.
Sicuramente vi troverete di fronte ad una storia che richiederà una grande attenzione, con personaggi che vengono analizzati sin dalle loro prime avventure durante la scuola elementare, con vicende di bullismo, primi amori, rapporti familiari intricati e continui simbolismi: la scatola magica, le farfalle, il mostro della galleria… Ogni pagina andrà analizzata e magari ricollegata a vicende successive, ma se avrete la pazienza di riuscire a memorizzare tutti i tasselli che vengono continuamente sparsi in tutta la storia, alle volte anche una semplice pagina che al momento si dovesse rivelare come incognita, avrà comunque il suo significato ed andrà a ricomporre il quadro superlativo dell’intera vicenda.
Ci troviamo di fronte ad una storia che richiede anche un grande impegno interpretativo e se alcune vicende ci lasciano con il dubbio proviamo a lasciare volare un po’ la nostra fantasia e il nostro istinto, non sempre tutte le vicende hanno una sola interpretazione.
Un consiglio: non fermatevi ad una prima lettura, vedrete che più lo leggerete e più riuscirete a cogliere tutte le innumerevoli sfaccettature della vicenda, che si rivelerà sino all’ultima pagina piena di inaspettate (a volte) sorprese.
Per concludere occorre fare anche i complimenti per l’ottimo rapporto qualità/prezzo dell’edizione, che a fronte di circa 300 pagine in grande formato richiede una spesa di 9.90 euro, ottimamente spesi.
Scrivo questa recensione appena finita la lettura. Come già altri hanno scritto prima di me, è un manga molto particolare che sicuramente è rivolto ad un pubblico adulto ma è anche intricatissimo e - volutamente? - oscuro. Duro trovare un filo conduttore nella trama, a parte le farfalle e le relazioni tra i vari personaggi, sicuramente il volume richiede diverse letture per riuscire a raccapezzarsi tra i vari salti temporali e le varie "incarnazioni" dei personaggi. Gli splendidi disegni non riescono a controbilanciare il senso di smarrimento e cupezza che trasmette l'intera storia, anch'io ho avuto la netta sensazione di trovarmi davanti ad un - bellissimo - esercizio di stile. Mi rimane comunque il dubbio di non essere stata io in grado di cogliere il significato dell'opera. Magari più avanti lo riprenderò e rileggerò per cercare di chiarirmi questo dubbio, ma al momento provo solo delusione.
Un plauso alla bella edizione della Panini, il grande formato rende giustizia alle tavole sempre belle da vedere: mi ha fatto alzare il voto finale da 4 a 5. In conclusione: consigliato (?) solo ai fan di Asano.
Un plauso alla bella edizione della Panini, il grande formato rende giustizia alle tavole sempre belle da vedere: mi ha fatto alzare il voto finale da 4 a 5. In conclusione: consigliato (?) solo ai fan di Asano.
Mah. Se dovessi dare un giudizio sull'opera in una sola parola, direi: "eccessivo". Dopotutto non sta scritto da nessuna parte che per scrivere una storia "di denuncia" o un crudo ritratto di una società corrotta bisogni ficcarci dentro tutti i mali possibili ed inimmaginabili, e per di più tra persone tutte connesse tra loro in qualche modo. Superato un certo limite, oltre a risultare poco credibili, certe "crudezze" finiscono per apparire fini a se stesse, votate all'autocompiacimento, inserite solo per colpire l'attenzione e creare sensazioni.
I bambini non sembrano tali, non c'è un solo personaggio un po' più "ordinario", privo di eccessivi drammi e crisi esistenziali (quando non è lui/lei ad essere mezzo/a fuori di testa, lo è qualcuno che lo/la perseguita). I mezzi matti maniaci sono all'ordine del giorno.
La narrazione poi è piuttosto confusa, con quei continui sbalzi tra passato e presente, senza contare gli avvenimenti che non si capisce bene se siano accaduti veramente oppure no. Il tema della farfalla, poi, ricorre spesso negli anime/manga, probabile citazione del filosofo Zhuang Zi che racconta: "Sognai d'essere una farfalla, e il sogno era così vivido, che al mio risveglio mi chiesi se avevo davvero sognato d'essere una farfalla o se in quel momento fossi una farfalla che sognava d'essere Zhuang Zi". Qual è il sogno? Qual è la realtà? Come si fa ad esserne certi? Sinceramente ho letto tante di quelle storie imperniate intorno a questo interrogativo che ormai mi dà la nausea.
Non so se anche Asano intendesse citare Zhuang Zi, ma indipendentemente da questo quest'opera non m'è piaciuta. Devo ammettere che ho continuato a leggere come ipnotizzata, nel tentativo di trovarvi un senso, nella speranza di capire dove volesse andare a parare veramente, o che migliorasse, ma non è stato così.
I bambini non sembrano tali, non c'è un solo personaggio un po' più "ordinario", privo di eccessivi drammi e crisi esistenziali (quando non è lui/lei ad essere mezzo/a fuori di testa, lo è qualcuno che lo/la perseguita). I mezzi matti maniaci sono all'ordine del giorno.
La narrazione poi è piuttosto confusa, con quei continui sbalzi tra passato e presente, senza contare gli avvenimenti che non si capisce bene se siano accaduti veramente oppure no. Il tema della farfalla, poi, ricorre spesso negli anime/manga, probabile citazione del filosofo Zhuang Zi che racconta: "Sognai d'essere una farfalla, e il sogno era così vivido, che al mio risveglio mi chiesi se avevo davvero sognato d'essere una farfalla o se in quel momento fossi una farfalla che sognava d'essere Zhuang Zi". Qual è il sogno? Qual è la realtà? Come si fa ad esserne certi? Sinceramente ho letto tante di quelle storie imperniate intorno a questo interrogativo che ormai mi dà la nausea.
Non so se anche Asano intendesse citare Zhuang Zi, ma indipendentemente da questo quest'opera non m'è piaciuta. Devo ammettere che ho continuato a leggere come ipnotizzata, nel tentativo di trovarvi un senso, nella speranza di capire dove volesse andare a parare veramente, o che migliorasse, ma non è stato così.
Scrivo questa recensione per scoraggiare i malcapitati che vorrebbero comprare "Il Campo dell'Arcobaleno" spinti dai pareri eccessivamente positivi che si vedono in giro. Non lo fate. È un manga che può piacere ad un pubblico intellettualoide che ama le opere malsane, incomprensibili e deprimenti, per tutti gli altri è meglio astenersi. Dopo averlo letto con profondo disgusto e averci capito pochissimo sono andato a leggere le discussioni fatte da persone che giudicano l'opera un capolavoro: ne ho dedotto che loro non avevano capito nulla più di me, venendo fuori con le teorie interpretative più strampalate. L'opera mi risulta insopportabile perché evidentemente è stata scritta apposta per non ammettere un'interpretazione chiara. C'è una bella differenza tra un'opera d'arte che ammette molte interpretazioni ed un'opera che volutamente non ne ammette nessuna allo scopo di darsi delle arie di opera colta e profonda, quando invece è costruita sul nulla!
È difficile dire qualcosa di concreto sul "Campo dell'arcobaleno", visto che è un'opera che non ha neppure una vera e propria trama: inizialmente sembra descrivere un'esperienza di vita vissuta, ma nel finale si vira completamente nel registro simbolico ed onirico. Nelle ultime pagine sembra che la vicenda sia stato tutto un sogno, anche se non è chiaro di chi (del protagonista? della dormiente? di entrambi?). Il senso del tempo è totalmente stravolto, mescolando passato, presente e futuro, per cui non è possibile seguire il senso degli avvenimenti. Assumendo che la vicenda sia un sogno dal protagonista (cosa per nulla assodata) è impossibile capire se il sogno sia stato fatto dal protagonista bambino, dal protagonista adulto o dal protagonista vecchio (vediamo tre incarnazioni contemporanee della stessa persona interagire tra loro in fasi diverse della vita). È chiaro che l'autore vorrebbe simbolizzare le cose più profonde, ma la narrazione è così oscura che ognuno può leggerci ciò che vuole ed a questo punto tutta la simbologia è inutile, puro esercizio di stile.
Le psicologie di tutti i personaggi sono completamente distorte e la maggior parte di loro sembrano usciti dal manicomio: incontriamo violentatori, bulli, assassini, sadici della peggiore specie, ma nessuno che sia in qualche misura "normale". Tutti i bambini che incontriamo non hanno assolutamente nessuna caratteristica infantile: semmai, sono degli adolescenti in crisi esistenziale che fanno abuso di droghe pesanti rappresentati come bambini. La trama è complicatissima ed ogni pagina emergono nuove relazioni tra i personaggi (ah, ma allora A è la sorella di B! Ah, ma allora C è il padre di D! Ah, ma allora E era il violentatore di F! eccetera) che però lasciano il tempo che trovano: tutti i singoli pezzi sono perfettamente incastrati al loro posto, ma questo è inutile perché il puzzle nel suo complesso non ha forma.
Tecnicamente i disegni sono eccellenti ma al servizio di un'opera del genere mi sono diventati odiosi anch'essi. Questo è uno dei pochissimi manga di cui non posso salvare assolutamente nulla. Vince il premio di peggior manga che abbia mai letto. Posso trovare opere paragonabili solo al di fuori della sfera del manga. Come livello di depressione mi vengono in mente in libri quali la "Nausea" di Sartre o gli "Indifferenti" di Moravia, che comunque sono molto più leggibili e meno estremi dell'opera di Asano. Mi viene in mente anche il surrealismo francese, che però è molto meno pesante perché ha anche un lato grottesco ed umoristico che totalmente manca in Asano, che è serissimo. Come ho già scritto nella recensione a "Solanin" questo è il peggior difetto di Asano, quello di prendersi troppo sul serio. Dovrebbe svegliarsi e rendersi conto che la vita non è solo cacca.
È difficile dire qualcosa di concreto sul "Campo dell'arcobaleno", visto che è un'opera che non ha neppure una vera e propria trama: inizialmente sembra descrivere un'esperienza di vita vissuta, ma nel finale si vira completamente nel registro simbolico ed onirico. Nelle ultime pagine sembra che la vicenda sia stato tutto un sogno, anche se non è chiaro di chi (del protagonista? della dormiente? di entrambi?). Il senso del tempo è totalmente stravolto, mescolando passato, presente e futuro, per cui non è possibile seguire il senso degli avvenimenti. Assumendo che la vicenda sia un sogno dal protagonista (cosa per nulla assodata) è impossibile capire se il sogno sia stato fatto dal protagonista bambino, dal protagonista adulto o dal protagonista vecchio (vediamo tre incarnazioni contemporanee della stessa persona interagire tra loro in fasi diverse della vita). È chiaro che l'autore vorrebbe simbolizzare le cose più profonde, ma la narrazione è così oscura che ognuno può leggerci ciò che vuole ed a questo punto tutta la simbologia è inutile, puro esercizio di stile.
Le psicologie di tutti i personaggi sono completamente distorte e la maggior parte di loro sembrano usciti dal manicomio: incontriamo violentatori, bulli, assassini, sadici della peggiore specie, ma nessuno che sia in qualche misura "normale". Tutti i bambini che incontriamo non hanno assolutamente nessuna caratteristica infantile: semmai, sono degli adolescenti in crisi esistenziale che fanno abuso di droghe pesanti rappresentati come bambini. La trama è complicatissima ed ogni pagina emergono nuove relazioni tra i personaggi (ah, ma allora A è la sorella di B! Ah, ma allora C è il padre di D! Ah, ma allora E era il violentatore di F! eccetera) che però lasciano il tempo che trovano: tutti i singoli pezzi sono perfettamente incastrati al loro posto, ma questo è inutile perché il puzzle nel suo complesso non ha forma.
Tecnicamente i disegni sono eccellenti ma al servizio di un'opera del genere mi sono diventati odiosi anch'essi. Questo è uno dei pochissimi manga di cui non posso salvare assolutamente nulla. Vince il premio di peggior manga che abbia mai letto. Posso trovare opere paragonabili solo al di fuori della sfera del manga. Come livello di depressione mi vengono in mente in libri quali la "Nausea" di Sartre o gli "Indifferenti" di Moravia, che comunque sono molto più leggibili e meno estremi dell'opera di Asano. Mi viene in mente anche il surrealismo francese, che però è molto meno pesante perché ha anche un lato grottesco ed umoristico che totalmente manca in Asano, che è serissimo. Come ho già scritto nella recensione a "Solanin" questo è il peggior difetto di Asano, quello di prendersi troppo sul serio. Dovrebbe svegliarsi e rendersi conto che la vita non è solo cacca.
Inio Asano, mangaka di appena 31 anni e autore delle eccellenti opere What a Wonderful World e La Città della Luce (edite da Kappa Edizioni), torna a deliziarci con quella che ritengo la sua opera di maggior pregio: il Campo dell'Arcobaleno (Nijigahara Holograph), un thriller psicologico e drammatico che saprà catturare il lettore dall'inizio alla fine. Al "modico" prezzo di 9.90€ vi porterete a casa un volume di grandi dimensioni (oltre 300 pagine) stampato in un formato alquanto atipico (ben 16x24 cm).
È complicato descrivere la storia di questo volume e in parte inopportuno poiché rischierei di banalizzare troppo la vicenda. L'intero racconto, infatti, fa parte di un'unica grande esperienza che deve essere vissuta sulla propria pelle, pagina dopo pagina e riflessione dopo riflessione. Ogni tavola, se pur priva di dialoghi, ha molto da raccontare e man mano che si avanza nella lettura si andrà a comporre un complicato mosaico che solo alla fine potrà essere completamente chiaro e comprensibile.
La trama non è affatto lineare e tra flashback e flashforward si ricoprono quasi 10 anni di vita di molti personaggi, tutti diversi tra loro e ben caratterizzati, ma con qualcosa in comune: il campo dell'arcobaleno; un semplicissimo campo attraversato da un fiume che conduce ad una oscura galleria sulla quale si narrano strane leggende di misteriose disgrazie. Sarà compito del lettore cercare di sbrogliare il mistero tenendo ben presente i rapporti tra i vari personaggi e le loro implicazioni emotive. Non tutto è limpido e cristallino come sembra e il solo fatto di riordinare cronologicamente gli avvenimenti narrati non è cosa affatto semplice. In questo lungo lasso temporale i protagonisti crescono, diventano adulti e si allontanano tra di loro, ma ciò nonostante il passato è tropo pesante per essere dimenticato e presto faranno ritorno al loro luogo natale, per cercare di portare luce su quegli oscuri avvenimenti che hanno segnato la loro infanzia.
È un volume che sicuramente richiede più di una lettura poiché troppi sono gli elementi messi in gioco per avere un quadro completo della situazione; ad ogni lettura si finisce per attribuire all'intera opera una diversa chiave interpretativa e una sfumatura ogni volta diversa dalla precedente. Troppi sono i dialoghi lasciati a metà o i monologhi apparentemente senza senso o gli sguardi persi nel vuoto, tanto che una prima lettura di questo albo lascia veramente troppo disorientati. Gli si dedica allora una seconda lettura, e tutto pian piano prende significato. Come nei migliori thriller la trama va a sbrogliarsi nel tempo e solo da una seconda o terza visione si possono notare quei particolari o quelle piccolezze che è impossibile cogliere ad una prima lettura e che rendono l'insieme un'opera davvero senza pari.
Un perfetto mix di cruda realtà e drammaticità, temi che sono il marchio di fabbrica di Asano, che si dimostra ancora una volta maestro nel saper creare trame intricate e complesse, cariche di intrecci ed elementi onirici, ma soprattutto maestro nel dare vita a storie avvincenti e perfettamente coerenti fino alla fine.
Indiscutibile è l'originalità dell'opera, così come la grande cura per i disegni e la sceneggiatura, nonché per l'edizione del volume. Lo reputo uno dei migliori volumi autoconclusivi disponibili in Italia e lo consiglio caldamente ad un pubblico maturo nonché agli amanti di fumetti diversi dal solito, complessi ed intricati ma ugualmente avvincenti ed emozionanti.
È complicato descrivere la storia di questo volume e in parte inopportuno poiché rischierei di banalizzare troppo la vicenda. L'intero racconto, infatti, fa parte di un'unica grande esperienza che deve essere vissuta sulla propria pelle, pagina dopo pagina e riflessione dopo riflessione. Ogni tavola, se pur priva di dialoghi, ha molto da raccontare e man mano che si avanza nella lettura si andrà a comporre un complicato mosaico che solo alla fine potrà essere completamente chiaro e comprensibile.
La trama non è affatto lineare e tra flashback e flashforward si ricoprono quasi 10 anni di vita di molti personaggi, tutti diversi tra loro e ben caratterizzati, ma con qualcosa in comune: il campo dell'arcobaleno; un semplicissimo campo attraversato da un fiume che conduce ad una oscura galleria sulla quale si narrano strane leggende di misteriose disgrazie. Sarà compito del lettore cercare di sbrogliare il mistero tenendo ben presente i rapporti tra i vari personaggi e le loro implicazioni emotive. Non tutto è limpido e cristallino come sembra e il solo fatto di riordinare cronologicamente gli avvenimenti narrati non è cosa affatto semplice. In questo lungo lasso temporale i protagonisti crescono, diventano adulti e si allontanano tra di loro, ma ciò nonostante il passato è tropo pesante per essere dimenticato e presto faranno ritorno al loro luogo natale, per cercare di portare luce su quegli oscuri avvenimenti che hanno segnato la loro infanzia.
È un volume che sicuramente richiede più di una lettura poiché troppi sono gli elementi messi in gioco per avere un quadro completo della situazione; ad ogni lettura si finisce per attribuire all'intera opera una diversa chiave interpretativa e una sfumatura ogni volta diversa dalla precedente. Troppi sono i dialoghi lasciati a metà o i monologhi apparentemente senza senso o gli sguardi persi nel vuoto, tanto che una prima lettura di questo albo lascia veramente troppo disorientati. Gli si dedica allora una seconda lettura, e tutto pian piano prende significato. Come nei migliori thriller la trama va a sbrogliarsi nel tempo e solo da una seconda o terza visione si possono notare quei particolari o quelle piccolezze che è impossibile cogliere ad una prima lettura e che rendono l'insieme un'opera davvero senza pari.
Un perfetto mix di cruda realtà e drammaticità, temi che sono il marchio di fabbrica di Asano, che si dimostra ancora una volta maestro nel saper creare trame intricate e complesse, cariche di intrecci ed elementi onirici, ma soprattutto maestro nel dare vita a storie avvincenti e perfettamente coerenti fino alla fine.
Indiscutibile è l'originalità dell'opera, così come la grande cura per i disegni e la sceneggiatura, nonché per l'edizione del volume. Lo reputo uno dei migliori volumi autoconclusivi disponibili in Italia e lo consiglio caldamente ad un pubblico maturo nonché agli amanti di fumetti diversi dal solito, complessi ed intricati ma ugualmente avvincenti ed emozionanti.
Se un giorno tutto ciò che avete temuto da piccoli si rivelasse essere la verità vi ritrovereste anche voi davanti al campo dell'arcobaleno, luogo che accomuna tante vite di persone ormai da tempo divise, oppure che neppure si conoscono. E tutto questo mentre delle delicate farfalle si alzano in volo: guardale, perché, affascinanti come sono, sarebbe impossibile non notarle. Così pure, buone, in una città dove il bene è diventato sempre di più un'Utopia.
Un'opera che mi ha veramente affascinato, per quanto difficile da seguire in alcuni punti, è uno di quei manga introspettivi che ti affascinano e ti catturano, ma ti fanno anche riflettere su come, la società d'oggi, una società che pur credendo troppo poco nei miti, ci crede appieno e ne è influenzata. Un manga che ti apre gli occhi e ti colpisce dentro e per il quale sono stata contenta di spendere soldi, nonostante il prezzo maggiore rispetto ad altri fumetti.
Penso che, a parte il Campo dell'Arcobaleno, pochi testi, film e creazioni altrui siano stati capaci di trasmettermi una tale quantità di sentimenti che non fossero magari il fugace sorriso di una bella storia d'amore andata bene o la strana tristezza, che poi però passa, di una morte di un personaggio al quale eri affezionata. Turbamento e serenità: ecco ciò che al contempo mi è stato trasmesso da queste pagine che non hanno neppure un disegno fantastico, anzi, ma che, personalmente, ritengo appropriato ai temi trattati.
Un manga che non consiglierei a persone alle quali non piacciono le storie complesse, con temi piuttosto maturi o duri oppure a chi cerca una lettura leggera, così, per svagarsi. Nonostante il prezzo ed il formato grande, che solitamente non apprezzo, penso che il 10 di questo manga sia totalmente meritato.
Un'opera che mi ha veramente affascinato, per quanto difficile da seguire in alcuni punti, è uno di quei manga introspettivi che ti affascinano e ti catturano, ma ti fanno anche riflettere su come, la società d'oggi, una società che pur credendo troppo poco nei miti, ci crede appieno e ne è influenzata. Un manga che ti apre gli occhi e ti colpisce dentro e per il quale sono stata contenta di spendere soldi, nonostante il prezzo maggiore rispetto ad altri fumetti.
Penso che, a parte il Campo dell'Arcobaleno, pochi testi, film e creazioni altrui siano stati capaci di trasmettermi una tale quantità di sentimenti che non fossero magari il fugace sorriso di una bella storia d'amore andata bene o la strana tristezza, che poi però passa, di una morte di un personaggio al quale eri affezionata. Turbamento e serenità: ecco ciò che al contempo mi è stato trasmesso da queste pagine che non hanno neppure un disegno fantastico, anzi, ma che, personalmente, ritengo appropriato ai temi trattati.
Un manga che non consiglierei a persone alle quali non piacciono le storie complesse, con temi piuttosto maturi o duri oppure a chi cerca una lettura leggera, così, per svagarsi. Nonostante il prezzo ed il formato grande, che solitamente non apprezzo, penso che il 10 di questo manga sia totalmente meritato.
Il campo dell'Arcobaleno non mi è piaciuto, questo lo si può evincere dal voto,voto che tra l'altro comprende già il bonus per gli splendidi disegni che contribuiscono a forgiare il pregio maggiore di quest'opera, ovvero un atmosfera onirica e surreale, ma estremamente tangibile, resa attraverso pulizia, magistrale lavoro chiaroscurale e precisione.
In questo volume seguiremo le oscure e complicate vicende di una serie di personaggi dall'esistenza buia e tormentata.
Le emozioni che traspaiono sono odio, violenza, cattiveria e tristezza. Solitamente adoro questo tipo di storie, purtroppo il plot è davvero troppo frammentato per i miei gusti, anche leggere il volume due volte lascia troppi perché e troppi spazi vuoti. Capisco che possa essere stimolante sforzarsi di comprendere appieno l'intreccio, e lo dico da appassionato di Lost, ma venire a capo di nodi davvero troppo astratti può rivelarsi al contrario frustrante e non appagante.
Lo consiglio a tutti quelli che cercano una storia profonda dalla tinte molto fosche, a patto che siano pronti a venire a compromessi con le troppo sfumature di difficile interpretazione che l'opera riserva.
In questo volume seguiremo le oscure e complicate vicende di una serie di personaggi dall'esistenza buia e tormentata.
Le emozioni che traspaiono sono odio, violenza, cattiveria e tristezza. Solitamente adoro questo tipo di storie, purtroppo il plot è davvero troppo frammentato per i miei gusti, anche leggere il volume due volte lascia troppi perché e troppi spazi vuoti. Capisco che possa essere stimolante sforzarsi di comprendere appieno l'intreccio, e lo dico da appassionato di Lost, ma venire a capo di nodi davvero troppo astratti può rivelarsi al contrario frustrante e non appagante.
Lo consiglio a tutti quelli che cercano una storia profonda dalla tinte molto fosche, a patto che siano pronti a venire a compromessi con le troppo sfumature di difficile interpretazione che l'opera riserva.
Qual è il senso del male? Il Campo dell'Arcobaleno cerca di spiegarlo, di farlo toccare con mano al lettore grazie a una storia labirintica e a splendidi disegni, immersi in un'atmosfera ovattata e crepuscolare.
La trama, estremamente contorta e ricca di flashback, segue le vicende di un gruppo di personaggi perseguitati, più o meno consapevolmente, dalla stessa "ombra".
L'attenzione richiesta per comprendere tutti i risvolti della trama è completamente ripagata dalle emozioni che questo manga sa regalare durante la lettura, grazie a personaggi ottimamente caratterizzati, che sembrano galleggiare in una quotidianità opprimente e malata. In ultimo un plauso al finale che, pur nella sua originalità, offre una lettura psicologica chiara e profonda della vicenda.
Senza dubbio un piccolo capolavoro, da leggere assolutamente.
La trama, estremamente contorta e ricca di flashback, segue le vicende di un gruppo di personaggi perseguitati, più o meno consapevolmente, dalla stessa "ombra".
L'attenzione richiesta per comprendere tutti i risvolti della trama è completamente ripagata dalle emozioni che questo manga sa regalare durante la lettura, grazie a personaggi ottimamente caratterizzati, che sembrano galleggiare in una quotidianità opprimente e malata. In ultimo un plauso al finale che, pur nella sua originalità, offre una lettura psicologica chiara e profonda della vicenda.
Senza dubbio un piccolo capolavoro, da leggere assolutamente.
Un fanta-thriller crudo e impietoso, con disegni dai chiaroscuri netti, un intreccio complicatissimo e frasi ermetiche quanto basta: questo è “il campo dell’arcobaleno” e, dal mio punto di vista, non vi ho trovato null’altro. Sicuramente è un manga per adulti, dai temi molto forti, dalle scene anche violente ed esplicite, dalla trama intricatissima e misteriosa, dai bei disegni e dalla capacità di tenere con il fiato sospeso. E’ anni luce avanti alla maggior parte dei manga sbrigativi, superficiali e banaletti che hanno come target adolescenti in preda a voglie adrenaliniche. E’ una storia ben congeniata, in cui la trama si svela mano mano, in cui l’inizio sembra confuso e fino all’ultima pagina non si capisce, non si sa, non si immagina come ogni pezzetto nel puzzle di indizi possa tornare al suo posto. Eppure, dal mio punto di vista, la grandezza di questo fumetto si esaurisce qui: in un intreccio razionalmente ben architettato.
E’ un manga della ragione e della sragione: cioè della razionalità delle connessioni da una parte e dell’istinto animalesco dall’altra. Punto. Non ne traspaiono sentimenti, emozioni diverse da quelle violente dell’odio, del ribrezzo, della morte o del sesso. C’è il ritratto di un’umanità praticamente animalesca, preda della propria furia, della propria rabbia e di nient’altro. Una miseria umana che attraversa tutti i protagonisti, nessuno escluso, in un susseguirsi di cattiverie, tragedie, emarginazioni come se fossero tutte concentrate lì, fra quel gruppetto di persone, in quel villaggetto dove non c’è nulla se non la drammaticità di una condizione umana dipinta di grottesco.
La componente fantastico-psicologica sembra il fastidioso stratagemma per non far capire, per tenere tutto e tutti sospesi a un filo invisibile, per mettere del filosofico / poetico / affascinante a un ritratto che esplora solo la malattia della psicologia umana, la parte più nera e bestiale. Mi sembra insomma solo un modo per drammatizzare tutto con una logica angosciante che eleva ogni nefandezza dai corpi, dai luoghi e dai tempi dati verso una condanna più generale e universale che faccia tutti contenti: gli amanti del drammatico, gli amanti del “così misterioso che non ci si capisce nulla ma sicuramente è una mancanza mia lo devo rileggere mille volte e allora tutto mi sarà chiaro e poi è bello che non si spieghi proprio ogni cosa e che l’autore lasci degli interrogativi quindi l’ignoranza è mia che non capisco tutti gli aspetti di quello che voleva esprimere”, gli amanti dei thriller.
Se non siete appassionati del genere, se pensate che gli esseri umani non abbiano solo una parte nera ma anche una parte delicata e sentimentale, se credete che concentrare tutte le barbarie in un gruppo di una decina di persone sia piuttosto inverosimile e il fanta-psicologico ermetico sia un buon modo per far intravedere metafore di chissà quale spessore filosofico dove c’è solo lo spessore di una pagina di carta inchiostrata, allora questo fumetto NON fa per voi.
E’ un manga della ragione e della sragione: cioè della razionalità delle connessioni da una parte e dell’istinto animalesco dall’altra. Punto. Non ne traspaiono sentimenti, emozioni diverse da quelle violente dell’odio, del ribrezzo, della morte o del sesso. C’è il ritratto di un’umanità praticamente animalesca, preda della propria furia, della propria rabbia e di nient’altro. Una miseria umana che attraversa tutti i protagonisti, nessuno escluso, in un susseguirsi di cattiverie, tragedie, emarginazioni come se fossero tutte concentrate lì, fra quel gruppetto di persone, in quel villaggetto dove non c’è nulla se non la drammaticità di una condizione umana dipinta di grottesco.
La componente fantastico-psicologica sembra il fastidioso stratagemma per non far capire, per tenere tutto e tutti sospesi a un filo invisibile, per mettere del filosofico / poetico / affascinante a un ritratto che esplora solo la malattia della psicologia umana, la parte più nera e bestiale. Mi sembra insomma solo un modo per drammatizzare tutto con una logica angosciante che eleva ogni nefandezza dai corpi, dai luoghi e dai tempi dati verso una condanna più generale e universale che faccia tutti contenti: gli amanti del drammatico, gli amanti del “così misterioso che non ci si capisce nulla ma sicuramente è una mancanza mia lo devo rileggere mille volte e allora tutto mi sarà chiaro e poi è bello che non si spieghi proprio ogni cosa e che l’autore lasci degli interrogativi quindi l’ignoranza è mia che non capisco tutti gli aspetti di quello che voleva esprimere”, gli amanti dei thriller.
Se non siete appassionati del genere, se pensate che gli esseri umani non abbiano solo una parte nera ma anche una parte delicata e sentimentale, se credete che concentrare tutte le barbarie in un gruppo di una decina di persone sia piuttosto inverosimile e il fanta-psicologico ermetico sia un buon modo per far intravedere metafore di chissà quale spessore filosofico dove c’è solo lo spessore di una pagina di carta inchiostrata, allora questo fumetto NON fa per voi.
Per quanto riguarda il disegno... guardate le immagini qui affianco!
La trama anche dopo una seconda lettura è un po' difficile da seguire, però la vita è un intreccio infinito di avvenimenti e persone e qui di vite ne vengono raccontate parecchie.
Non do 10 a questo volume solo perchè ancora mi sfugge qualcosa che spero di cogliere con altre letture che di certo non saranno semplicemente <i>"ah! questo me lo ricordo"</i> ma continue scoperte di nuovi particolari.
Come (mi pare) scritto sull'albo, consiglio questa lettura ad un pubblico adulto, non solo per le immagini un po' forti che ci sono, ma anche perchè un ragazzino difficilmente potrà capire che oltre all'aspetto thriller del volume ci sia altro.
ps: un albo che mi rende fiero di averlo letto.
La trama anche dopo una seconda lettura è un po' difficile da seguire, però la vita è un intreccio infinito di avvenimenti e persone e qui di vite ne vengono raccontate parecchie.
Non do 10 a questo volume solo perchè ancora mi sfugge qualcosa che spero di cogliere con altre letture che di certo non saranno semplicemente <i>"ah! questo me lo ricordo"</i> ma continue scoperte di nuovi particolari.
Come (mi pare) scritto sull'albo, consiglio questa lettura ad un pubblico adulto, non solo per le immagini un po' forti che ci sono, ma anche perchè un ragazzino difficilmente potrà capire che oltre all'aspetto thriller del volume ci sia altro.
ps: un albo che mi rende fiero di averlo letto.
Manga eccellente! Un thriller psicologico meraviglioso che ci catapulta in un continuo alternarsi tra flashback di periodi scolastici e la dura realtà del presente che spinge alcune persone a fare delle pazzie ed a mostrarsi per quello che sono veramente. L'idea della scatola che esprime i desideri ha un significato profondo ed intricato, molto interessante. Consigliato ad un pubblico maturo ovviamente che potrà cogliere ogni pagina di questo volume come oro colato.