Detroit Metal City
"Detroit metal city" è fortunato a non essere famoso.
Soichi Negishi, un campagnolo proveniente da un paesino di Oita da una famiglia di agricoltori, arriva a Tokyo per studiare all'università e decide di rimanere per sfondare nella musica Pop svedese, ma per guadagnare soldi dovrà anche tenere concerti metal sotto le spoglie di Jhoannes Krauser II. Se nel primo genere è melenso e disprezzato, nel metal dimostra di essere un vero talento in quanto "inetto".
Se cerchi un manga (quasi) composto da episodi autoconclusivi è il caso tuo. Infatti ogni capitolo narra di una vicenda isolata, tranne negli ultimi due volumi, spesso basato sulla stessa struttura: Negishi vuole essere dolce e carino (Negishi diventa ecologista e l'amica Aikawa lo invita a un concerto di ecologisti), gli altri non lo considerano tale (dei passanti lo chiamano egolocista), la rabbia prevale su Negishi (decide di non lavarsi, mangiare o usare il condizionatore diventando così un vegetale), si trasforma in Krauser ("brutta scrofa con la f*ga bavosa! Quante volte hai usato la scusa dell'ambiente per portarti qualcuno a letto?"), ripete l'azione iniziale, ma in maniera volgare e violenta (si presenta al concerto nei panni di Krauser dicendo che la terra è furiosa e rimprovera la ragazza di sprecare energia con vasche idromassaggio e gingilli fallicci), Negishi si pente (Negishi si chiude in casa). La ripetitività può sembrare brutta, ma il manga si basa su giochi di parole e cultura generale giapponese,infatti sono frequenti le annotazione per spiegare le battute, quindi non ci si accorge di questa ripetitività, e il climax della trasfromazione in Krauser è strutturato in maniera tale da essere lento nascosto e demenziale. In quanto i disegni non dirò molto perché inesperto ma personalmente li ho trovati dettagliati e realistici.
"Detroit metal city" però ha un grave problema non ignorabile: il reiterato sminuire le molestie. In quasi tutti i capitoli Negishi, nei panni o no di Krauser, dice frase sessiste come :"Sei buona solo a farti sborrare in faccia dagli uomini" , "sei tu di seconda mano!" o "è solo mia". E ci sono parecchie scene che sono a tutti effetti molestie: da reggiseni a rubati a specchi sotto le gonne, e ciò che accade nel capitolo finale per me è stupro a tutti gli effetti. L'autore non mostra in maniera negativa ciò ma minimizza il tutto: per le ragazze Krauser è solo un porco combina piccoli guai per nulla traumatizzanti e tutti i comportamenti volgari di Negishi sono giustificati da Aikawa, ma alzare la gonna ad un concerto dicendo "guardate la scrofa in calore" o di fronte tutti osservare sotto la gonna e dire "[le mutande] sono nere" non è una cosa da poco.
Soichi Negishi, un campagnolo proveniente da un paesino di Oita da una famiglia di agricoltori, arriva a Tokyo per studiare all'università e decide di rimanere per sfondare nella musica Pop svedese, ma per guadagnare soldi dovrà anche tenere concerti metal sotto le spoglie di Jhoannes Krauser II. Se nel primo genere è melenso e disprezzato, nel metal dimostra di essere un vero talento in quanto "inetto".
Se cerchi un manga (quasi) composto da episodi autoconclusivi è il caso tuo. Infatti ogni capitolo narra di una vicenda isolata, tranne negli ultimi due volumi, spesso basato sulla stessa struttura: Negishi vuole essere dolce e carino (Negishi diventa ecologista e l'amica Aikawa lo invita a un concerto di ecologisti), gli altri non lo considerano tale (dei passanti lo chiamano egolocista), la rabbia prevale su Negishi (decide di non lavarsi, mangiare o usare il condizionatore diventando così un vegetale), si trasforma in Krauser ("brutta scrofa con la f*ga bavosa! Quante volte hai usato la scusa dell'ambiente per portarti qualcuno a letto?"), ripete l'azione iniziale, ma in maniera volgare e violenta (si presenta al concerto nei panni di Krauser dicendo che la terra è furiosa e rimprovera la ragazza di sprecare energia con vasche idromassaggio e gingilli fallicci), Negishi si pente (Negishi si chiude in casa). La ripetitività può sembrare brutta, ma il manga si basa su giochi di parole e cultura generale giapponese,infatti sono frequenti le annotazione per spiegare le battute, quindi non ci si accorge di questa ripetitività, e il climax della trasfromazione in Krauser è strutturato in maniera tale da essere lento nascosto e demenziale. In quanto i disegni non dirò molto perché inesperto ma personalmente li ho trovati dettagliati e realistici.
"Detroit metal city" però ha un grave problema non ignorabile: il reiterato sminuire le molestie. In quasi tutti i capitoli Negishi, nei panni o no di Krauser, dice frase sessiste come :"Sei buona solo a farti sborrare in faccia dagli uomini" , "sei tu di seconda mano!" o "è solo mia". E ci sono parecchie scene che sono a tutti effetti molestie: da reggiseni a rubati a specchi sotto le gonne, e ciò che accade nel capitolo finale per me è stupro a tutti gli effetti. L'autore non mostra in maniera negativa ciò ma minimizza il tutto: per le ragazze Krauser è solo un porco combina piccoli guai per nulla traumatizzanti e tutti i comportamenti volgari di Negishi sono giustificati da Aikawa, ma alzare la gonna ad un concerto dicendo "guardate la scrofa in calore" o di fronte tutti osservare sotto la gonna e dire "[le mutande] sono nere" non è una cosa da poco.
In seguito ad una recensione di Kirio1984, mi sono deciso a leggere questo manga.
Dopo un inizio scoppiettante che mi ha fatto gridare al capolavoro, sono stato costretto a rivedere il mio giudizio perché sulle prime il proseguimento non mi convinceva, per poi ricredermi e dargli un complessivo otto.
Ma in cosa consiste il manga "Detroit Metal City"?
In un manga dissacrante e demenziale su una band metal, con un protagonista che è il tipico sfigato che però si trasforma nell’antieroe (un demonio) sul palco travestendosi da Krausser II.
I testi delle canzoni sono assurdi e in linea con quello che io penso sia il death metal, ma la cosa più assurda sono i fan, decelebrati pronti a credere ad ogni cosa…
Naturalmente io penso che fan così possano purtroppo esistere come può esistere anche cantanti come il protagonista, Soichi il quale privo di personalità accetta per portare soldi a casa o per altri motivi di vendere l’anima ad un altro genere, sia pure mantenendo celata l’identità.
Soichi vuole fare pop svedese ma a nessuno (tranne a due ex compagne) piace. Diciamolo veramente le canzoni di Soichi sono sdolcinate e il fatto che lui sia privo di interesse non aiuta a vendere il suo prodotto… ma grazie alla sua doppia identità diventa il re del metal, genere che aborre, grazie alle sue qualità di bestia rock, capace di creare show, show spesso assurdi.
Il fumetto è uscito dal 2005 in Giappone per la Hakusensha, credevo sulla stessa rivista di Berserk fino a che non ho visto che questo (e non poteva essere diversamente) è un seinen.
In Italia ha avuto una prima edizione parziale della Planeta de Agostini per poi essere ripubblicato per intero dalla Goen.
Dopo un inizio scoppiettante che mi ha fatto gridare al capolavoro, sono stato costretto a rivedere il mio giudizio perché sulle prime il proseguimento non mi convinceva, per poi ricredermi e dargli un complessivo otto.
Ma in cosa consiste il manga "Detroit Metal City"?
In un manga dissacrante e demenziale su una band metal, con un protagonista che è il tipico sfigato che però si trasforma nell’antieroe (un demonio) sul palco travestendosi da Krausser II.
I testi delle canzoni sono assurdi e in linea con quello che io penso sia il death metal, ma la cosa più assurda sono i fan, decelebrati pronti a credere ad ogni cosa…
Naturalmente io penso che fan così possano purtroppo esistere come può esistere anche cantanti come il protagonista, Soichi il quale privo di personalità accetta per portare soldi a casa o per altri motivi di vendere l’anima ad un altro genere, sia pure mantenendo celata l’identità.
Soichi vuole fare pop svedese ma a nessuno (tranne a due ex compagne) piace. Diciamolo veramente le canzoni di Soichi sono sdolcinate e il fatto che lui sia privo di interesse non aiuta a vendere il suo prodotto… ma grazie alla sua doppia identità diventa il re del metal, genere che aborre, grazie alle sue qualità di bestia rock, capace di creare show, show spesso assurdi.
Il fumetto è uscito dal 2005 in Giappone per la Hakusensha, credevo sulla stessa rivista di Berserk fino a che non ho visto che questo (e non poteva essere diversamente) è un seinen.
In Italia ha avuto una prima edizione parziale della Planeta de Agostini per poi essere ripubblicato per intero dalla Goen.
Negishi Soichi è un ragazzo di campagna arrivato in piena metropoli per realizzare il proprio sogno, diventare un famoso cantante Pop, per questo motivo lascia la famiglia della prefettura di Oita per andare a Tokyo. La sua aspirazione, in un certo senso, si realizza diventando un musicista affermato nel panorama musicale indie, ma non nel genere Pop, bensì in quello Metal. "Detroit Metal City" è il nome della band Death Metal in cui Negishi impersona il ruolo del re del male (a detta dei suoi fan), Johannes Krauser II, ossia il vocalist e chitarrista. La "diabolica" evoluzione del suo sogno lo porterà a far scontrare la sua indole di timido ed impacciato, volto alla felicità ed all'eleganza, contro il suo alter ego diabolico in cui fa sfociare la frustrazione repressa ed l'odio accumulati nel tempo.
"UCCIDI, UCCIDI, UCCIDI!"
L'edizione recensita è quella completa della GOEN, arrivata faticosamente al termine dopo numerosi mesi (per non dire anni). Per questo c'è solo da ringraziare la casa editrice visto come è andata a finire la vecchia edizione DeAgostini, interrotta. Ringraziamento che si estende anche per aver ospitato l'autore, Kiminori Wakasugi, al Lucca Comics di un paio di anni fa. Ciononostante sono molte le critiche, in primo luogo la presenza di una serie notevole di errori di battitura ed articoli mancanti, sintomo di una assente (o quasi) revisione del materiale tradotto. Da segnalare anche la presenza di alcuni numeri esauriti (specie il numero sette) che hanno causato difficoltà a molti fan della serie nel recuperarli, oltre alla distribuzione non proprio ottimale nelle fumetterie riconducibile alla casa madre RW. Per quanto riguarda i volumi, è presente la sovraccoperta ed è stata utilizzata carta bianca di buona qualità. Prezzo di copertina ottimale di 4,95€ per dieci albi.
"GO TO DMC! GO TO DMC! GO TO DMC!"
Erano anni che non leggevo più questo "coro da stadio" divenuto popolare tra i lettori di fumetti orientali, per cui, quando venne annunciata la nuova edizione, ne fui molto contento. "DMC" è un fumetto con due anime, una estremamente demenziale, volta alla volgarità ed al trash mentre la seconda, più nascosta, è caratterizzata dall'occhio critico con cui l'autore analizza le contraddizioni della vita. Se da un lato Negishi è il simbolo della ricerca della felicità classica, dall'altro rispecchia in pieno la difficoltà delle persone nello scovare la loro vera indole (nel suo caso manifestata con la metamorfosi in Krauser) quindi non è solo uno scontro tra musica pop e metal, ma bensì tra chi non riesce ad auto-comprendersi e chi invece si lascia trasportare dal proprio istinto. Il tutto condito da una sfrontatezza esagerata con cui l'autore gioca in ogni capitolo. Diverse "stoccate" vengono rivolte ovviamente anche ai due generi musicali ed ai "mondi" a cui appartengono, portandoli all'esasperazione, ridicolizzandoli su più fronti. Non mancano però le critiche, l'andamento ciclico dei capitoli (in parte autoconclusivi) porta ad una sorta di deja-vu che fa perdere gradualmente d'impatto le varie situazioni, riproposte più volte. La vena comica, spesso ripetitiva, in un certo senso va a "danneggiare" i momenti culminanti dei concerti che possono risultare meno entusiasmanti man mano che ci si inoltra nella lettura. Lo sviluppo adottato per il finale (che risulta essere aperto come in molte altre opere) non convince in pieno dando una sensazione di stop forzato.
In sostanza un'opera abbagliante per certi aspetti ed incompleta per altri, trova picchi di humor non indifferenti, contrastati da una ripetitività dannosa nel tempo. Lettura non per tutti, ma comunque interessante ai più.
"UCCIDI, UCCIDI, UCCIDI!"
L'edizione recensita è quella completa della GOEN, arrivata faticosamente al termine dopo numerosi mesi (per non dire anni). Per questo c'è solo da ringraziare la casa editrice visto come è andata a finire la vecchia edizione DeAgostini, interrotta. Ringraziamento che si estende anche per aver ospitato l'autore, Kiminori Wakasugi, al Lucca Comics di un paio di anni fa. Ciononostante sono molte le critiche, in primo luogo la presenza di una serie notevole di errori di battitura ed articoli mancanti, sintomo di una assente (o quasi) revisione del materiale tradotto. Da segnalare anche la presenza di alcuni numeri esauriti (specie il numero sette) che hanno causato difficoltà a molti fan della serie nel recuperarli, oltre alla distribuzione non proprio ottimale nelle fumetterie riconducibile alla casa madre RW. Per quanto riguarda i volumi, è presente la sovraccoperta ed è stata utilizzata carta bianca di buona qualità. Prezzo di copertina ottimale di 4,95€ per dieci albi.
"GO TO DMC! GO TO DMC! GO TO DMC!"
Erano anni che non leggevo più questo "coro da stadio" divenuto popolare tra i lettori di fumetti orientali, per cui, quando venne annunciata la nuova edizione, ne fui molto contento. "DMC" è un fumetto con due anime, una estremamente demenziale, volta alla volgarità ed al trash mentre la seconda, più nascosta, è caratterizzata dall'occhio critico con cui l'autore analizza le contraddizioni della vita. Se da un lato Negishi è il simbolo della ricerca della felicità classica, dall'altro rispecchia in pieno la difficoltà delle persone nello scovare la loro vera indole (nel suo caso manifestata con la metamorfosi in Krauser) quindi non è solo uno scontro tra musica pop e metal, ma bensì tra chi non riesce ad auto-comprendersi e chi invece si lascia trasportare dal proprio istinto. Il tutto condito da una sfrontatezza esagerata con cui l'autore gioca in ogni capitolo. Diverse "stoccate" vengono rivolte ovviamente anche ai due generi musicali ed ai "mondi" a cui appartengono, portandoli all'esasperazione, ridicolizzandoli su più fronti. Non mancano però le critiche, l'andamento ciclico dei capitoli (in parte autoconclusivi) porta ad una sorta di deja-vu che fa perdere gradualmente d'impatto le varie situazioni, riproposte più volte. La vena comica, spesso ripetitiva, in un certo senso va a "danneggiare" i momenti culminanti dei concerti che possono risultare meno entusiasmanti man mano che ci si inoltra nella lettura. Lo sviluppo adottato per il finale (che risulta essere aperto come in molte altre opere) non convince in pieno dando una sensazione di stop forzato.
In sostanza un'opera abbagliante per certi aspetti ed incompleta per altri, trova picchi di humor non indifferenti, contrastati da una ripetitività dannosa nel tempo. Lettura non per tutti, ma comunque interessante ai più.
In molti, me compreso, spesso pensano che chi si occupa di musica metal sia gente poco raccomandabile, di cui non fidarsi o da cui stare alla larga.
E se, invece, dietro al "demoniaco" Krauser, leader della violentissima e assurda band Detroit Metal City, si nascondesse un ragazzo normale, timido e d'animo gentile, che sognava di diventare un cantante pop e invece è finito a fare tutt'altro, avendo anche successo?
Questo l'assunto da cui parte il demenziale manga di Kiminori Wakasugi, un manga a cui, lo diciamo sin da subito, è inutile chiedere qualsivoglia spunto serio, e questo è insieme un pregio, perché lo rende divertente, e un difetto, perché non sono rare le occasioni in cui il lettore, puntualmente deluso, si ritrova a chiedere qualcosa di più dalla storia.
La storia dello sfigatissimo Soichi Negishi, che vorrebbe cantare d'amore, torte, arcobaleni e unicorni e invece finisce con facepaint, parrucca e chitarra elettrica a parlare di sesso, uccisioni e sangue in maniera anche piuttosto schietta si snoda in diversi episodi autoconclusivi, inframezzati di tanto in tanto da qualche gruppo di capitoli legati fra loro a formare una storia unica in più parti.
Gli spunti comici dovuti alla sfiga cronica del protagonista e alla dicotomia fra lui e il suo alter ego Krauser sono sfruttati sempre in maniera diretta, senza risparmiarsi frecciatine alla sfera sessuale, parolacce, umorismo scatologico ed esagerazioni di vario tipo secondo cui tutti i fans del metal sono teppisti buzzurri e tutti i cantanti metal hanno poteri demoniaci o sono fissati col sesso, con la cacca, col sadomaso e altre volgarità assortite.
Intorno a Soichi/Krauser si muovono tanti e vari personaggi: colleghi e rivali cantanti, produttori, familiari, amici e compagni, fans e bodyguards, giornalisti e via dicendo. Si tratta, però, di macchiette, che vengono sfruttate qua e là per creare la gag o l'equivoco del caso, spesso e volentieri esagerandone la personalità, al punto da renderli antipatici. Funzionano per la gag di turno, ma nessuno vorrebbe mai averli come amici nella vita reale, dato che spesso sono dipinti come cattivi, menefreghisti, violenti, ipocriti o sfigatissimi.
Il protagonista è il personaggio che si vede di più, ma nonostante sia sempre in scena e la storia sia incentrata sulle sue vicende, ma non si può dire, anche alla fine della serie, che il lettore abbia imparato a conoscerlo.
Non viene mai spiegato, infatti, come sia finito in un gruppo metal nonostante volesse fare pop, e mentre all'inizio sembra che Soichi si vergogni e cerchi da fuggire da Krauser e dalla sua band, proseguendo nella lettura sembra invece che lui ci prenda gusto, che vesta volontariamente i panni di Krauser per punire chi maltratta "Soichi", quasi a sfogare i suoi istinti repressi.
Neanche Soichi/Krauser, dunque, finisce per essere un personaggio simpatico al lettore: parte come un ragazzo a cui capitano sfighe sin troppo paradossali e non ha mai un riscatto o una crescita veri e propri, se non nel continuare la sua "fuga" dai problemi nei demoniaci panni di Krauser.
Assolutamente anticlimatico e per nulla risolutivo è, dunque, il finale, apice di un gruppo di capitoli interessanti che facevano presagire grandi cose.
Ma è il problema di molti manga che puntano sull'umorismo, il cui finale spesso finisce per mantenere lo status quo della vicenda, dando al lettore la sensazione che potrà continuare a divertirsi all'infinito, piuttosto che spezzarne gli equilibri facendo crescere o maturare i personaggi.
Detroit Metal City è un manga simpatico, la cui trama assurda e demenziale spesso non lascia spazio a spiegazioni logiche, affogandole in un esageratissimo mare di volgarità e battute sporcaccione di vario tipo, che strappano volentieri un sorriso grazie anche a varie citazioni al mondo musicale, a quello dei manga o a quello del wrestling (i due bodyguards dei Detroit Metal City che sono un rip off di Animal e Hawk sono mitici, peccato che rimangano comparse sullo sfondo).
La struttura ad episodi autoconclusivi, il poco approfondimento psicologico dei personaggi e il suo finale inconcludente, però, gli stanno un po' stretti, finendo per rendere il manga ripetitivo in alcuni punti e tutto sommato dimenticabile a lungo andare, dato che nessuno dei personaggi risulta tanto approfondito da risultare memorabile e quello che rimane è una sequela di gags più o meno volgarotte che strappano sì qualche risata ma non raggiungono il livello di comicità di altri autori o altre storie.
Detroit Metal City, dunque, rimane un manga simpatico ("carino" o "caruccio" non mi sembrano termini appropriati per una storia dove nove vignette su dieci si parla di peni, sputi, stupri o cacca, ma il senso è quello) per ridere un po', ma rimane il rammarico perché avrebbe potuto essere qualcosa di più, e a mio avviso ne avrebbe giovato, con qualche accorgimento.
E se, invece, dietro al "demoniaco" Krauser, leader della violentissima e assurda band Detroit Metal City, si nascondesse un ragazzo normale, timido e d'animo gentile, che sognava di diventare un cantante pop e invece è finito a fare tutt'altro, avendo anche successo?
Questo l'assunto da cui parte il demenziale manga di Kiminori Wakasugi, un manga a cui, lo diciamo sin da subito, è inutile chiedere qualsivoglia spunto serio, e questo è insieme un pregio, perché lo rende divertente, e un difetto, perché non sono rare le occasioni in cui il lettore, puntualmente deluso, si ritrova a chiedere qualcosa di più dalla storia.
La storia dello sfigatissimo Soichi Negishi, che vorrebbe cantare d'amore, torte, arcobaleni e unicorni e invece finisce con facepaint, parrucca e chitarra elettrica a parlare di sesso, uccisioni e sangue in maniera anche piuttosto schietta si snoda in diversi episodi autoconclusivi, inframezzati di tanto in tanto da qualche gruppo di capitoli legati fra loro a formare una storia unica in più parti.
Gli spunti comici dovuti alla sfiga cronica del protagonista e alla dicotomia fra lui e il suo alter ego Krauser sono sfruttati sempre in maniera diretta, senza risparmiarsi frecciatine alla sfera sessuale, parolacce, umorismo scatologico ed esagerazioni di vario tipo secondo cui tutti i fans del metal sono teppisti buzzurri e tutti i cantanti metal hanno poteri demoniaci o sono fissati col sesso, con la cacca, col sadomaso e altre volgarità assortite.
Intorno a Soichi/Krauser si muovono tanti e vari personaggi: colleghi e rivali cantanti, produttori, familiari, amici e compagni, fans e bodyguards, giornalisti e via dicendo. Si tratta, però, di macchiette, che vengono sfruttate qua e là per creare la gag o l'equivoco del caso, spesso e volentieri esagerandone la personalità, al punto da renderli antipatici. Funzionano per la gag di turno, ma nessuno vorrebbe mai averli come amici nella vita reale, dato che spesso sono dipinti come cattivi, menefreghisti, violenti, ipocriti o sfigatissimi.
Il protagonista è il personaggio che si vede di più, ma nonostante sia sempre in scena e la storia sia incentrata sulle sue vicende, ma non si può dire, anche alla fine della serie, che il lettore abbia imparato a conoscerlo.
Non viene mai spiegato, infatti, come sia finito in un gruppo metal nonostante volesse fare pop, e mentre all'inizio sembra che Soichi si vergogni e cerchi da fuggire da Krauser e dalla sua band, proseguendo nella lettura sembra invece che lui ci prenda gusto, che vesta volontariamente i panni di Krauser per punire chi maltratta "Soichi", quasi a sfogare i suoi istinti repressi.
Neanche Soichi/Krauser, dunque, finisce per essere un personaggio simpatico al lettore: parte come un ragazzo a cui capitano sfighe sin troppo paradossali e non ha mai un riscatto o una crescita veri e propri, se non nel continuare la sua "fuga" dai problemi nei demoniaci panni di Krauser.
Assolutamente anticlimatico e per nulla risolutivo è, dunque, il finale, apice di un gruppo di capitoli interessanti che facevano presagire grandi cose.
Ma è il problema di molti manga che puntano sull'umorismo, il cui finale spesso finisce per mantenere lo status quo della vicenda, dando al lettore la sensazione che potrà continuare a divertirsi all'infinito, piuttosto che spezzarne gli equilibri facendo crescere o maturare i personaggi.
Detroit Metal City è un manga simpatico, la cui trama assurda e demenziale spesso non lascia spazio a spiegazioni logiche, affogandole in un esageratissimo mare di volgarità e battute sporcaccione di vario tipo, che strappano volentieri un sorriso grazie anche a varie citazioni al mondo musicale, a quello dei manga o a quello del wrestling (i due bodyguards dei Detroit Metal City che sono un rip off di Animal e Hawk sono mitici, peccato che rimangano comparse sullo sfondo).
La struttura ad episodi autoconclusivi, il poco approfondimento psicologico dei personaggi e il suo finale inconcludente, però, gli stanno un po' stretti, finendo per rendere il manga ripetitivo in alcuni punti e tutto sommato dimenticabile a lungo andare, dato che nessuno dei personaggi risulta tanto approfondito da risultare memorabile e quello che rimane è una sequela di gags più o meno volgarotte che strappano sì qualche risata ma non raggiungono il livello di comicità di altri autori o altre storie.
Detroit Metal City, dunque, rimane un manga simpatico ("carino" o "caruccio" non mi sembrano termini appropriati per una storia dove nove vignette su dieci si parla di peni, sputi, stupri o cacca, ma il senso è quello) per ridere un po', ma rimane il rammarico perché avrebbe potuto essere qualcosa di più, e a mio avviso ne avrebbe giovato, con qualche accorgimento.
Con l'uscita del decimo volume, si conclude una delle opere manga più divertenti e dissacranti uscite finora in Italia. La fama di Detroit Metal City (o DMC) è internazionale, e ha saputo conquistare fan da tutto il mondo, con il suo umorismo demenziale e caricaturale, con la sua volgarità sboccata e con le trovate geniali che l'autore ha saputo offrire nel corso dell'opera.
Detroit Metal City non è solo la storia di Negishi, giovane studente universitario che cerca di sfondare nel mondo della musica pop, e viene reclutato selvaggiamente nel vorticante mondo del Death Metal, ma è molto di più. È un inno alla sfiga galoppante, all'incapacità di riuscire ad emergere in ciò a cui si aspira, sfondando invece in ciò che più si detesta, e all'inettitudine connaturata di Negishi nel trovare una sua dimensione in ciò che vorrebbe. Detroit Metal City è un'opera meta-pirandelliana. Negishi si fa totalmente assorbire dalla sua maschera/alter ego Krauser II, l'imperatore del male nonché star indiscussa del panorama Death Metal, al punto che "la maschera", emerge prepotentemente nelle scene di vita quotidiana, e il ragazzo non riesce a contenerla, lasciandosi andare alle azioni più becere, per poi pentirsi piagnucolando nella propria stanza.
Detroit Metal City offre uno spaccato molto interessante sulla vita di Negishi, ragazzo privo di carattere e personalità, la cui natura non è stata generosa (è gracilino, ce l'ha piccolo, non è attraente), che tenta disperatamente di ritagliarsi un posto come artista, ma che ogni volta finisce con l'essere ignorato o disprezzato. Amerebbe la moda, il mondo pop, i locali raffinati e chic, ma qualcosa deve andare storto, sempre. Ed ecco che emerge il mostro, il Mister Hyde Krauser II che con violenza ribadisce il suo io e manda tutto a rotoli: i suoi sogni, le sue aspirazioni e il suo amore, Aikawa, l'unica ragazza che Negishi abbia mai amato e svampita di prim'ordine.
L'opera è portatrice di grasse risate, il lettore che cerca la commedia sarà completamente soddisfatto, ma offre anche uno spaccato di tragicità e infinita tristezza. Le sfighe della vita si trasformano in canzoni che diventano hit, veri e propri inni all'odio, frustrazioni trasformate in melodie che conquistano un'orda di fanatici che divinizzano un pupazzo urlatore, e non vedono l'infinita miseria del suo burattinaio.
Il finale dell'opera è emblematico. L'assorbimento di Krauser è completo e definitivo, la maschera ha vinto sull'identità, e con essa cala il sipario, troncando ogni eventuale speranza di riscatto.
Detroit Metal City è un capolavoro per il suo genere, la lettura è consigliata dopo aver visto la versione animata (che copre i primi 2 volumi dell'opera originale) e dopo il live action, affinché lo spettatore riesca a cogliere ogni sfumatura dell'opera, cominciando dalle canzoni che trasudano di un infantilismo pazzesco ("Sono un terrorista venuto dall'inferno", chi mai scriverebbe un testo simile?), basti pensare ad alcuni titoli: Uccidi, Mad Monster, Slash Killer, Re dei demoni, Malattia, La leggenda della troia fedifraga, ecc. giungendo infine a conoscere quel marasma di folli (e spesso sfigatissimi) personaggi che compongono il mondo della musica indie giapponese (e non solo).
Detroit Metal City non è solo la storia di Negishi, giovane studente universitario che cerca di sfondare nel mondo della musica pop, e viene reclutato selvaggiamente nel vorticante mondo del Death Metal, ma è molto di più. È un inno alla sfiga galoppante, all'incapacità di riuscire ad emergere in ciò a cui si aspira, sfondando invece in ciò che più si detesta, e all'inettitudine connaturata di Negishi nel trovare una sua dimensione in ciò che vorrebbe. Detroit Metal City è un'opera meta-pirandelliana. Negishi si fa totalmente assorbire dalla sua maschera/alter ego Krauser II, l'imperatore del male nonché star indiscussa del panorama Death Metal, al punto che "la maschera", emerge prepotentemente nelle scene di vita quotidiana, e il ragazzo non riesce a contenerla, lasciandosi andare alle azioni più becere, per poi pentirsi piagnucolando nella propria stanza.
Detroit Metal City offre uno spaccato molto interessante sulla vita di Negishi, ragazzo privo di carattere e personalità, la cui natura non è stata generosa (è gracilino, ce l'ha piccolo, non è attraente), che tenta disperatamente di ritagliarsi un posto come artista, ma che ogni volta finisce con l'essere ignorato o disprezzato. Amerebbe la moda, il mondo pop, i locali raffinati e chic, ma qualcosa deve andare storto, sempre. Ed ecco che emerge il mostro, il Mister Hyde Krauser II che con violenza ribadisce il suo io e manda tutto a rotoli: i suoi sogni, le sue aspirazioni e il suo amore, Aikawa, l'unica ragazza che Negishi abbia mai amato e svampita di prim'ordine.
L'opera è portatrice di grasse risate, il lettore che cerca la commedia sarà completamente soddisfatto, ma offre anche uno spaccato di tragicità e infinita tristezza. Le sfighe della vita si trasformano in canzoni che diventano hit, veri e propri inni all'odio, frustrazioni trasformate in melodie che conquistano un'orda di fanatici che divinizzano un pupazzo urlatore, e non vedono l'infinita miseria del suo burattinaio.
Il finale dell'opera è emblematico. L'assorbimento di Krauser è completo e definitivo, la maschera ha vinto sull'identità, e con essa cala il sipario, troncando ogni eventuale speranza di riscatto.
Detroit Metal City è un capolavoro per il suo genere, la lettura è consigliata dopo aver visto la versione animata (che copre i primi 2 volumi dell'opera originale) e dopo il live action, affinché lo spettatore riesca a cogliere ogni sfumatura dell'opera, cominciando dalle canzoni che trasudano di un infantilismo pazzesco ("Sono un terrorista venuto dall'inferno", chi mai scriverebbe un testo simile?), basti pensare ad alcuni titoli: Uccidi, Mad Monster, Slash Killer, Re dei demoni, Malattia, La leggenda della troia fedifraga, ecc. giungendo infine a conoscere quel marasma di folli (e spesso sfigatissimi) personaggi che compongono il mondo della musica indie giapponese (e non solo).
"satsugai satsugai seyo
satsugai satsugai seyo
(KILL! KILL! KILL! KILL!)
omoide wo chi ni some teyare
satsugai satsugai seyo
satsugai satsugai seyo
(KILL! KILL! KILL! KILL!)
mirai nado chi ni some teyare"
- Ritornello della canzone "Satsugai" dei DMC
Detroit Metal City è un manga ideato da Kiminori Wakasugi, serializzato su Young Animal a partire dal 2005, conta in totale 10 volumi (la serie è conclusa). L'edizione italiana è in mano alla Planeta DeAgostini, la quale ha pubblicato fin ora i primi 6 volumi, per ora la serie in Italia è bloccata a quest'ultimo volume. Questo è un peccato per un manga che secondo il sottoscritto merita moltissimo, ma passiamo alla trama.
Il protagonista Negishi Soichi abbandona la prefettura di Oita, nel quale viveva con la sua famiglia (famiglia di agricoltori), per trasferirsi nel centro del Giappone, nella grande e fantastica Tokyo. Il suo destino lo vuole che diventi, suo malgrado, il leader del gruppo "Death Metal" i Detroit Metal City, nei panni di Johannes Krauser II, personaggio brutale della scena estrema Giapponese. Originariamente il povero Negishi voleva comporre tutt'altra musica, Pop Svedese, il destino lo vedrà in un percorso inevitabile di distruzione con i suoi Detroit Metal City, che pian pian riescono a sfondare nella scene Giapponese prima ed in seguito nella scena mondiale del metal estremo.
Il manga è uno dei più "balordi" che abbia mai letto, l'idea stessa di fare un manga incentrato su un gruppo metal giapponese mi prese subito in quanto ascoltatore di musica metal, ma l'umorismo di questo manga è veramente unico, divertente, fuori dai modi, quindi se volete farvi due risate questo manga fa per voi, se poi apprezzate anche un po' di sano Metal, non potete farne a meno. Definisco Detroit Metal City una vera e propria parodia musicale in chiave manga. Tutti i personaggi del manga sono esilaranti, sopratutto Krauser II. Il tratto del manga può sembrare scarno e lo è, comunque Detroit Metal City è veramente un ottimo manga. Per ora si merita un 8, spero di leggere il finale il prima possibile.
satsugai satsugai seyo
(KILL! KILL! KILL! KILL!)
omoide wo chi ni some teyare
satsugai satsugai seyo
satsugai satsugai seyo
(KILL! KILL! KILL! KILL!)
mirai nado chi ni some teyare"
- Ritornello della canzone "Satsugai" dei DMC
Detroit Metal City è un manga ideato da Kiminori Wakasugi, serializzato su Young Animal a partire dal 2005, conta in totale 10 volumi (la serie è conclusa). L'edizione italiana è in mano alla Planeta DeAgostini, la quale ha pubblicato fin ora i primi 6 volumi, per ora la serie in Italia è bloccata a quest'ultimo volume. Questo è un peccato per un manga che secondo il sottoscritto merita moltissimo, ma passiamo alla trama.
Il protagonista Negishi Soichi abbandona la prefettura di Oita, nel quale viveva con la sua famiglia (famiglia di agricoltori), per trasferirsi nel centro del Giappone, nella grande e fantastica Tokyo. Il suo destino lo vuole che diventi, suo malgrado, il leader del gruppo "Death Metal" i Detroit Metal City, nei panni di Johannes Krauser II, personaggio brutale della scena estrema Giapponese. Originariamente il povero Negishi voleva comporre tutt'altra musica, Pop Svedese, il destino lo vedrà in un percorso inevitabile di distruzione con i suoi Detroit Metal City, che pian pian riescono a sfondare nella scene Giapponese prima ed in seguito nella scena mondiale del metal estremo.
Il manga è uno dei più "balordi" che abbia mai letto, l'idea stessa di fare un manga incentrato su un gruppo metal giapponese mi prese subito in quanto ascoltatore di musica metal, ma l'umorismo di questo manga è veramente unico, divertente, fuori dai modi, quindi se volete farvi due risate questo manga fa per voi, se poi apprezzate anche un po' di sano Metal, non potete farne a meno. Definisco Detroit Metal City una vera e propria parodia musicale in chiave manga. Tutti i personaggi del manga sono esilaranti, sopratutto Krauser II. Il tratto del manga può sembrare scarno e lo è, comunque Detroit Metal City è veramente un ottimo manga. Per ora si merita un 8, spero di leggere il finale il prima possibile.
Stavo scrivendo questa recensione volendomi far bello, stavo scrivendo su cose del tipo che la ripetitività non è un difetto, perché anche nel jazz il fraseggio principale viene spesso ripetuto e cose così, ma ho cestinato tutto.
Vorrei poter approfondire tutte le varie citazioni a band americane e giapponesi contenute in quest'opera, avendo la fortuna di saperle cogliere, ma non è questo il contesto adatto.
Possiamo solo parlare dell'opera in sé, poi del fatto che al lettore medio sfuggono le varie citazioni poco importa: nonostante mi piaccia, non è certo un buon manga, dura da digerire per me che ne sono un fan, ma oggettivamente è così.
Partiamo dalla trama: in fin dei conti l'unico di cui si parla approfonditamente è solo il protagonista, e nemmeno si riesce a capire perché la personalità che ha PER LAVORO lo influenzi così negativamente, non è chiaro il passaggio. Poi anche alcuni suoi comportamenti sono totalmente incoerenti, basti confrontare il primo capitolo con ciò che accadrà successivamente, è chiaro che l'autore inizialmente aveva in mente un protagonista sfigato per poi aver cambiato tipo di sfighe.
Passiamo alla narrazione: decisamente funzionale, intrattenere intrattiene, molte le ripetizioni ma è una cosa probabilmente voluta, visto che per molti capitoli questa ripetitività (nemmeno così marcata, a volte) viene spezzata. Ma Detroit Metal City non è certo Peanuts, e ciò può stancare.
Riguardo ai disegni, sono essenziali, curati dove serve, ma alla fine comunque volutamente rozzi e sporchi, è questo ciò che vuole l'autore.
In definitiva, un manga sufficiente, esattamente come il tema che tratta può piacere o meno, ma va a gusti personali.
Vorrei poter approfondire tutte le varie citazioni a band americane e giapponesi contenute in quest'opera, avendo la fortuna di saperle cogliere, ma non è questo il contesto adatto.
Possiamo solo parlare dell'opera in sé, poi del fatto che al lettore medio sfuggono le varie citazioni poco importa: nonostante mi piaccia, non è certo un buon manga, dura da digerire per me che ne sono un fan, ma oggettivamente è così.
Partiamo dalla trama: in fin dei conti l'unico di cui si parla approfonditamente è solo il protagonista, e nemmeno si riesce a capire perché la personalità che ha PER LAVORO lo influenzi così negativamente, non è chiaro il passaggio. Poi anche alcuni suoi comportamenti sono totalmente incoerenti, basti confrontare il primo capitolo con ciò che accadrà successivamente, è chiaro che l'autore inizialmente aveva in mente un protagonista sfigato per poi aver cambiato tipo di sfighe.
Passiamo alla narrazione: decisamente funzionale, intrattenere intrattiene, molte le ripetizioni ma è una cosa probabilmente voluta, visto che per molti capitoli questa ripetitività (nemmeno così marcata, a volte) viene spezzata. Ma Detroit Metal City non è certo Peanuts, e ciò può stancare.
Riguardo ai disegni, sono essenziali, curati dove serve, ma alla fine comunque volutamente rozzi e sporchi, è questo ciò che vuole l'autore.
In definitiva, un manga sufficiente, esattamente come il tema che tratta può piacere o meno, ma va a gusti personali.
Ecco un ottimo esempio di buona idea sprecata. Leggere cinque volumi di Detroit Metal City equivale a mangiare per cinque giorni consecutivi lo stesso piatto. Dall'esterno sembra diverso, ma poi lo addenti e scopri che è la stessa cosa che hai mangiato prima.
E l'esterno di DMC sembrava invitante. Il metal è il mio genere di musica preferito, e quindi quando ho saputo di questo manga sono andata in sollucchero. Due tra le mie più grandi passioni riunite! E il primo volume aveva dei momenti davvero divertenti. Ma già dal secondo volume di DMC notai un brusco calo qualitativo. Le storie, ad esempio, sono le stesse di volume in volume. Basta guardare le prime pagine e poi saprai come andrà a finire. Certo, manga come questi non si basano sulla suspance, ma non è una buona giustificazione per la mancanza di idee dell'autore.
Almeno c'è un buon livello di introspezione psicologica a sopperire a questo difetto, già grave di suo? No. Negishi sembra più uno psicopatico che uno sfigato: un minuto prima piagnucola per la sua situazione (a proposito, non ho capito come ci finisca dentro), e il minuto dopo fa le peggio cose, godendoci per di più. Si capisce che in realtà a Negishi piace un mondo fare Johannes Krauser II, ma purtroppo questo suo "lato oscuro" non viene mai trattato molto bene. Così come non vengono mai trattati molto bene gli altri personaggi: mere comparse, senza arte né parte. Seriamente: a che servono nella storia Jagi e Camus, a parte il fatto che senza non si potrebbe creare la band?
C'è inoltre un altro difetto in questo manga, strettamente collegato ad un altro: è l'abbondanza di scene estreme. Va bene che stiamo parlando di death metal e non di power metal, ma molte di queste mi sembrano assai ingiustificate e messe lì più per far sensazione che altro. A me, personalmente, nemmeno fanno ridere. Inoltre, trovo che sviliscano molto la musica metal. Attenzione: non sono una di quei buzzurri che se gli tocchi il metal sei morto. Riconosco che il movimento ha diversi difetti, e io stessa ci ironizzo sopra. Però c'è ironia e ironia. Quella di DMC è un'ironia grottesca, che non rende giustizia al genere musicale ma che ne mette in mostra soltanto gli aspetti peggiori. Non c'è il tentativo di andare oltre ai cliché legati al genere, ed anzi a volte ho trovato alcune imprecisioni (per dirne una: ma esisteranno davvero le battaglie tra band descritte nel manga?). Non ho trovato, però, la minima passione da parte nell'autore nella musica che descrive, il che è molto grave se vuoi fare ironia su qualcosa. Penso ad esempio al manga "Genshiken - Otaku Club" di Kio Shimoku, dove nonostante l'intento ironico si intuiva un profondo rispetto per gli Otaku, e anche una grande passione per l'argomento. Insomma: fa ridere, ma nient'altro. Però ironia non significa buttare nel rusco tutti gli altri elementi che possono far spiccare un manga (disegno, trama, introspezione psicologica...). Altrimenti, che differenza c'è tra opere del genere e i cinepanettoni? Nessuna, e la cosa mi inquieta.
E l'esterno di DMC sembrava invitante. Il metal è il mio genere di musica preferito, e quindi quando ho saputo di questo manga sono andata in sollucchero. Due tra le mie più grandi passioni riunite! E il primo volume aveva dei momenti davvero divertenti. Ma già dal secondo volume di DMC notai un brusco calo qualitativo. Le storie, ad esempio, sono le stesse di volume in volume. Basta guardare le prime pagine e poi saprai come andrà a finire. Certo, manga come questi non si basano sulla suspance, ma non è una buona giustificazione per la mancanza di idee dell'autore.
Almeno c'è un buon livello di introspezione psicologica a sopperire a questo difetto, già grave di suo? No. Negishi sembra più uno psicopatico che uno sfigato: un minuto prima piagnucola per la sua situazione (a proposito, non ho capito come ci finisca dentro), e il minuto dopo fa le peggio cose, godendoci per di più. Si capisce che in realtà a Negishi piace un mondo fare Johannes Krauser II, ma purtroppo questo suo "lato oscuro" non viene mai trattato molto bene. Così come non vengono mai trattati molto bene gli altri personaggi: mere comparse, senza arte né parte. Seriamente: a che servono nella storia Jagi e Camus, a parte il fatto che senza non si potrebbe creare la band?
C'è inoltre un altro difetto in questo manga, strettamente collegato ad un altro: è l'abbondanza di scene estreme. Va bene che stiamo parlando di death metal e non di power metal, ma molte di queste mi sembrano assai ingiustificate e messe lì più per far sensazione che altro. A me, personalmente, nemmeno fanno ridere. Inoltre, trovo che sviliscano molto la musica metal. Attenzione: non sono una di quei buzzurri che se gli tocchi il metal sei morto. Riconosco che il movimento ha diversi difetti, e io stessa ci ironizzo sopra. Però c'è ironia e ironia. Quella di DMC è un'ironia grottesca, che non rende giustizia al genere musicale ma che ne mette in mostra soltanto gli aspetti peggiori. Non c'è il tentativo di andare oltre ai cliché legati al genere, ed anzi a volte ho trovato alcune imprecisioni (per dirne una: ma esisteranno davvero le battaglie tra band descritte nel manga?). Non ho trovato, però, la minima passione da parte nell'autore nella musica che descrive, il che è molto grave se vuoi fare ironia su qualcosa. Penso ad esempio al manga "Genshiken - Otaku Club" di Kio Shimoku, dove nonostante l'intento ironico si intuiva un profondo rispetto per gli Otaku, e anche una grande passione per l'argomento. Insomma: fa ridere, ma nient'altro. Però ironia non significa buttare nel rusco tutti gli altri elementi che possono far spiccare un manga (disegno, trama, introspezione psicologica...). Altrimenti, che differenza c'è tra opere del genere e i cinepanettoni? Nessuna, e la cosa mi inquieta.
<i>"Satsugai Satsugai se yo... Satsugai Satsugai se yooo! Kill Kill Kill!"</i>
Fantastico gente. Da appassionato di Metal non posso non apprezzare questo manga e il relativo anime (puntate davvero brevi)! I Detroit Metal City sono Gli Atroci nipponici (chi conosce sa, chi conosce venera i sette guerrieri del metallo assurdamente geniali)... i DCM sono il risultato della fusione dei Kiss e dei più duri e "puri" metallari che vi vengono in mente, il tutto avvolto in un'atmosfera Metal che sfora a volte nel Trash, a volte nel Doom e a volte nel Black più Black che ci sia!
Tornando al manga: dissacrante, scorretto... terribilmente scorretto! Non ci sono altre parole per definire quest'opera. Non voglio parlare della storia, se vi interessa ve la leggerete. Voglio solo cercare di trasmettere le emozioni che mi ha suscitato. Si può tralasciare il disegno, non è il massimo è vero. Ma è funzionale alla storia... rende. Punto.
Krauser II è un assoluto metal monster, una bestia da palcoscenico che sa tirare fuori il peggio del peggio assecondando alla perfezione i gusti del pubblico che lo venera! Cattivo, cinico, crudele... scorretto da un punto di vista sociale e culturale. Eppure molte volte con una sorta di morale... morale che spesso viene poi distrutta in seconda battuta da fraintendimenti, terze persone o semplicemente la mera sfiga che perseguita Negishi, il giovane jellato che si nasconde dietro al trucco del leader dei DCM.
Per concludere: vi piace il metal? Avete il giusto senso dell'umorismo? Siete autocritici nei vostri gusti musicali o semplicemente vi divertite a vedere "ridicolizzato" (tra mille virgolette) il genere metal? Be'... DMC fa per voi!
Fantastico gente. Da appassionato di Metal non posso non apprezzare questo manga e il relativo anime (puntate davvero brevi)! I Detroit Metal City sono Gli Atroci nipponici (chi conosce sa, chi conosce venera i sette guerrieri del metallo assurdamente geniali)... i DCM sono il risultato della fusione dei Kiss e dei più duri e "puri" metallari che vi vengono in mente, il tutto avvolto in un'atmosfera Metal che sfora a volte nel Trash, a volte nel Doom e a volte nel Black più Black che ci sia!
Tornando al manga: dissacrante, scorretto... terribilmente scorretto! Non ci sono altre parole per definire quest'opera. Non voglio parlare della storia, se vi interessa ve la leggerete. Voglio solo cercare di trasmettere le emozioni che mi ha suscitato. Si può tralasciare il disegno, non è il massimo è vero. Ma è funzionale alla storia... rende. Punto.
Krauser II è un assoluto metal monster, una bestia da palcoscenico che sa tirare fuori il peggio del peggio assecondando alla perfezione i gusti del pubblico che lo venera! Cattivo, cinico, crudele... scorretto da un punto di vista sociale e culturale. Eppure molte volte con una sorta di morale... morale che spesso viene poi distrutta in seconda battuta da fraintendimenti, terze persone o semplicemente la mera sfiga che perseguita Negishi, il giovane jellato che si nasconde dietro al trucco del leader dei DCM.
Per concludere: vi piace il metal? Avete il giusto senso dell'umorismo? Siete autocritici nei vostri gusti musicali o semplicemente vi divertite a vedere "ridicolizzato" (tra mille virgolette) il genere metal? Be'... DMC fa per voi!
<i>Negishi Soichi</i> ha un grande sogno: diventare il cantante di un gruppo di musica <b>pop svedese</b> e scrivere canzoni romantiche in grado di toccare il cuore ai suoi fan. Ha talento e una voce splendida, per cui decide di fare il grande passo, abbandona la fattoria di famiglia e si trasferisce a Tokyo. Ma non si vive di sogni ed intanto, per pagarsi le spese, accetta di diventare il cantante di un gruppo death metal, i "<b>Detroit Metal City</b>".
Ma riuscirà un ragazzo come lui, timido, impacciato e per nulla amante del genere, a interpretare nel migliore dei modi il suddetto ruolo? Soichi inaspettatamente è davero in gamba, quando sale sul palco si immedesima nel suo alterego, <i>Johannes Krauser II</i>, ed è in grando di scatenarsi come una furia e fare impazzire la folla. I suoi testi trasgressivi sono al limite della legalità e fanno nascere intorno alla sua persona una serie di leggende, tanto che in molti lo credono un vero e proprio <b>demone</b> uscito dagli inferi, che ha violentato e ucciso i suoi genitori e che ha commesso ogni tipo di atrocità.
Ma sceso dal palco, Soichi è il solito sfigato e nessuno può nemmeno ipotizzare che sia il terribile e devastante Johannes Krauser II. Senza contare che i testi che canta sono all'antitesi della musica che gli piacerebbe fare e che, a causa del suo carattere debole, si trova succube della sua manager. Riuscirà a sopportare questa situazione? Riuscirà a guardare ancora in faccia i vecchi amici e i suoi genitori? E sopratutto, riuscirà a diventare un cantante pop? Oppure sarà condannato a rimanere per sempre Johannes Krauser II, il demoniaco e leggendario leader dei Detroit Metal City, la band death metal più famosa e popolare della scena giapponese?
Fino ad oggi ho sempre creduto che DMC fosse semplicemente l'acronimo di <i>Devil May Cry</i>, famoso videogioco che ha goduto di una recente adattamento in serie televisiva. In realtà Detroit Metal City è riuscito a ritagliarsi a livello internazionale una certa notorietà e il motto "Go to DMC" rimbalza su parecchi forum e siti. In Italia questa opera è arrivata un po' in sordina e senza troppo clamore grazie a <b>Planeta deAgostini</b>. L'edizione si presenta molto bene: sovracopertina, ottimi materiali e buona stampa, rilegatura morbida e flessibile, un ottimo prezzo (4,95€). L'adattamento, pur non danneggiando la godibilità dell'opera, pare invece meno impeccabile e presenta qualche errore di lettering.
Il miglior termine per definire DMC, citando anche il titolo di una loro canzone, è probabilmente <b>grottesco</b>.
Lo spunto iniziale, ovvero quello di un ragazzo appassionato di musica, è solo un pretesto per offrire situazioni esagerate, assurde e sempre e assolutamente <i>politically incorrect</i>. Basta leggere i testi delle canzoni per capire come l'eccesso sia spinto ad un livello tale da rendere il tutto ridicolo e quindi in pratica inoffensivo. Le situazioni sono poi mostrate con chiari riferimenti alla cultura trash, pertanto credo sia impossibile prenderle sul serio.
Forzatamente eccessivo, dissacrante e grottesco, DMC riesce nel proprio intento: <b>fa ridere, e non poco</b>.
Leggendo il primo volumetto ci sono parti in cui davvero mi sono piegato in due dalle risate. Il protagonista, pur essendo un personaggio irrealistico e pieno di contraddizioni, con la sua ottusa perseveranza nel voler diventare un cantante pop e la sua incapacità di riuscire a trattenersi dall'impersonificare il suo alter ego, finisce in situazioni davvero esilaranti.
Divorato il primo numero e letto il secondo, tuttavia, viene a galla il suo più grande limite: la <b>ripetitività</b>.
Non essendoci una crescita dei personaggi e non evolvendosi in modo adeguato la trama, dopo qualche volumetto le situazioni iniziano a ripetersi e le gag diventano un po' prevedibili. Tale sensazione è accentuata dalla struttura episodica del manga, che tende a rendere la lettura molto frammentaria e lascia pochissimo spazio alla creazioni di sottotrame che possano incuriosire il lettore e spingerlo a cercare qualcosa in più della risata successiva.
Arrivato al quarto numero vedo DMC in modo ridimensionato, probabilmente se avessi scritto questa opinione dopo il primo volumetto avrei gridato al capolavoro.
Rimane comunque un manga molto divertente, se avete voglia di farvi quattro risate vi consiglio vivamente di prendere il primo numero, ovviamente se non vi spaventate davanti a situazioni e testi che farebbero impallidire e scandalizzare i componenti del <i>MOIGE</i>.
Il manga è scritto e disegnato da <i>Kiminori Wakasugi</i> ed è giunto in Giappone al settimo volumetto.
A seguito del successo ottenuto è stato trasposto, nell'estate del 2008, in un film live action e in una <a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Detroit+Metal+City">serie OAV</a> di 12 episodi prodotta da <b>Studio 4°C</b>.
Ma riuscirà un ragazzo come lui, timido, impacciato e per nulla amante del genere, a interpretare nel migliore dei modi il suddetto ruolo? Soichi inaspettatamente è davero in gamba, quando sale sul palco si immedesima nel suo alterego, <i>Johannes Krauser II</i>, ed è in grando di scatenarsi come una furia e fare impazzire la folla. I suoi testi trasgressivi sono al limite della legalità e fanno nascere intorno alla sua persona una serie di leggende, tanto che in molti lo credono un vero e proprio <b>demone</b> uscito dagli inferi, che ha violentato e ucciso i suoi genitori e che ha commesso ogni tipo di atrocità.
Ma sceso dal palco, Soichi è il solito sfigato e nessuno può nemmeno ipotizzare che sia il terribile e devastante Johannes Krauser II. Senza contare che i testi che canta sono all'antitesi della musica che gli piacerebbe fare e che, a causa del suo carattere debole, si trova succube della sua manager. Riuscirà a sopportare questa situazione? Riuscirà a guardare ancora in faccia i vecchi amici e i suoi genitori? E sopratutto, riuscirà a diventare un cantante pop? Oppure sarà condannato a rimanere per sempre Johannes Krauser II, il demoniaco e leggendario leader dei Detroit Metal City, la band death metal più famosa e popolare della scena giapponese?
Fino ad oggi ho sempre creduto che DMC fosse semplicemente l'acronimo di <i>Devil May Cry</i>, famoso videogioco che ha goduto di una recente adattamento in serie televisiva. In realtà Detroit Metal City è riuscito a ritagliarsi a livello internazionale una certa notorietà e il motto "Go to DMC" rimbalza su parecchi forum e siti. In Italia questa opera è arrivata un po' in sordina e senza troppo clamore grazie a <b>Planeta deAgostini</b>. L'edizione si presenta molto bene: sovracopertina, ottimi materiali e buona stampa, rilegatura morbida e flessibile, un ottimo prezzo (4,95€). L'adattamento, pur non danneggiando la godibilità dell'opera, pare invece meno impeccabile e presenta qualche errore di lettering.
Il miglior termine per definire DMC, citando anche il titolo di una loro canzone, è probabilmente <b>grottesco</b>.
Lo spunto iniziale, ovvero quello di un ragazzo appassionato di musica, è solo un pretesto per offrire situazioni esagerate, assurde e sempre e assolutamente <i>politically incorrect</i>. Basta leggere i testi delle canzoni per capire come l'eccesso sia spinto ad un livello tale da rendere il tutto ridicolo e quindi in pratica inoffensivo. Le situazioni sono poi mostrate con chiari riferimenti alla cultura trash, pertanto credo sia impossibile prenderle sul serio.
Forzatamente eccessivo, dissacrante e grottesco, DMC riesce nel proprio intento: <b>fa ridere, e non poco</b>.
Leggendo il primo volumetto ci sono parti in cui davvero mi sono piegato in due dalle risate. Il protagonista, pur essendo un personaggio irrealistico e pieno di contraddizioni, con la sua ottusa perseveranza nel voler diventare un cantante pop e la sua incapacità di riuscire a trattenersi dall'impersonificare il suo alter ego, finisce in situazioni davvero esilaranti.
Divorato il primo numero e letto il secondo, tuttavia, viene a galla il suo più grande limite: la <b>ripetitività</b>.
Non essendoci una crescita dei personaggi e non evolvendosi in modo adeguato la trama, dopo qualche volumetto le situazioni iniziano a ripetersi e le gag diventano un po' prevedibili. Tale sensazione è accentuata dalla struttura episodica del manga, che tende a rendere la lettura molto frammentaria e lascia pochissimo spazio alla creazioni di sottotrame che possano incuriosire il lettore e spingerlo a cercare qualcosa in più della risata successiva.
Arrivato al quarto numero vedo DMC in modo ridimensionato, probabilmente se avessi scritto questa opinione dopo il primo volumetto avrei gridato al capolavoro.
Rimane comunque un manga molto divertente, se avete voglia di farvi quattro risate vi consiglio vivamente di prendere il primo numero, ovviamente se non vi spaventate davanti a situazioni e testi che farebbero impallidire e scandalizzare i componenti del <i>MOIGE</i>.
Il manga è scritto e disegnato da <i>Kiminori Wakasugi</i> ed è giunto in Giappone al settimo volumetto.
A seguito del successo ottenuto è stato trasposto, nell'estate del 2008, in un film live action e in una <a href="http://www.animeclick.it/anime.php?titolo=Detroit+Metal+City">serie OAV</a> di 12 episodi prodotta da <b>Studio 4°C</b>.