Piccole Storie
Uscito in Italia nei primi anni Duemila, “Piccole storie” è una raccolta di 7 brevi racconti autoconclusivi, ad opera di Mohiro Kitoh. Scritti fra il 1987 – anno dell’esordio – e il 2004, sono da considerarsi un buon modo per entrare gradualmente a contatto con alcune delle tematiche care all’autore.
La vita editoriale italiana di Kitoh non è delle più felici: nome di punta negli anni ’90, apripista per la pubblicazione nel nostro paese di manga dalle tematiche adulte con “Narutaru”, ormai un classico del fumetto, dopo l’interruzione di “Bokurano” ha subito un calo verticale di popolarità, fino a scomparire dal mercato nostrano. Anche le sue opere hanno subito il medesimo oblio, non venendo più ristampate e diventando oggetti per collezionisti. Un peccato davvero mortale per quello che, all’epoca, venne definito dai Kappa Boys come un autore che “resterà nella storia per l’impatto delle proprie creazioni”.
Sicuramente, le piccole vicende raccontate in questo volume sono ben poca cosa, se confrontate con i suoi fumetti più celebri. Eppure, già da qui, è possibile avere un saggio delle abilità narrative e della profonda sensibilità di questo grande artista. Di sicuro, la caratteristica più peculiare dei manga di Kitoh è lo stile di disegno: tutti i personaggi sono estremamente esili di corporatura e fanciulleschi nei lineamenti; i caratteri sessuali sono quasi assenti, sia nei maschi che nelle femmine, conferendo a ciascuno l'aspetto di bambole. I protagonisti sono sempre dei bambini e il tratto, così sottile ed aggraziato, stride molto spesso con le tematiche affrontate: si va dal suicidio, alle violenze sui minori, allo stupro; il tutto raccontato senza peli sulla lingua e senza alcun tipo di censura, sia visiva che verbale.
Queste le unicità più vistose, che hanno reso l’autore inconfondibile nel panorama fumettistico e che sono presenti anche in questi lavori: a spiccare su tutti gli argomenti è il tema della morte, affrontato in diverse declinazioni – da quella più sentimentale come ne “Gli ultimi caldi” e in “La ragazza sul palo della luce” a quella di impegno civile e sociale in “Un posto per pochi”. Oggetto delle riflessioni, accanto alla morte, è anche lo scorrere del tempo e in parte ricorre la problematica del bullismo. La capacità di Kitoh di riuscire ad imbastire dei piccoli microcosmi narrativi, con pochissime pagine a disposizione, lascia parecchio stupiti e dimostra un’ottima gestione della sceneggiatura: a tal proposito, i racconti migliori sono “Coi fiori in mano”, “Sporca ma pulita” e soprattutto il già citato “Un posto per pochi”, storia dalla forte componente morale e filosofica, fra tutte la più matura per sceneggiatura e temi.
Il senso di amarezza e commozione lasciato da tutti e tre è molto forte, accentuati dalle tematiche proposte ma soprattutto dal modo in cui l’autore decide di parlarne: secco, diretto, e senza fronzoli. Ciò che ne emerge è una visione del mondo contemporaneo molto cinica e disincantata; Kitoh non si esime dal mettere in evidenza realtà e dinamiche scomode, lanciando attraverso la sceneggiatura delle frecciate ben precise: che sia il tema della violenza domestica o quello della modernizzazione scellerata, che fagocita e annulla il passato e le tradizioni, o ancora le disparità sociali, tutto è narrato con una scrittura asciutta e scarna, mantenendo in primo piano i personaggi e le loro relazioni. Il lettore si trova così coinvolto in piccoli spaccati di vita quotidiana, alcuni conditi da elementi paranormali, altri invece permeati semplicemente dalla cattiveria mondana. Non sembra che il mangaka abbia troppa fiducia nell’umanità, specialmente negli adulti, che in questo caso particolare appaiono come figure parecchio in secondo piano.
Nonostante, dunque, sia palese che “Piccole storie” nasce come raccolta di opere minori o del tutto marginali, questa potrebbe essere una lettura consigliata a chi volesse poi approfondire con altre letture – non facilmente reperibili – la carriera di Kitoh.
La vita editoriale italiana di Kitoh non è delle più felici: nome di punta negli anni ’90, apripista per la pubblicazione nel nostro paese di manga dalle tematiche adulte con “Narutaru”, ormai un classico del fumetto, dopo l’interruzione di “Bokurano” ha subito un calo verticale di popolarità, fino a scomparire dal mercato nostrano. Anche le sue opere hanno subito il medesimo oblio, non venendo più ristampate e diventando oggetti per collezionisti. Un peccato davvero mortale per quello che, all’epoca, venne definito dai Kappa Boys come un autore che “resterà nella storia per l’impatto delle proprie creazioni”.
Sicuramente, le piccole vicende raccontate in questo volume sono ben poca cosa, se confrontate con i suoi fumetti più celebri. Eppure, già da qui, è possibile avere un saggio delle abilità narrative e della profonda sensibilità di questo grande artista. Di sicuro, la caratteristica più peculiare dei manga di Kitoh è lo stile di disegno: tutti i personaggi sono estremamente esili di corporatura e fanciulleschi nei lineamenti; i caratteri sessuali sono quasi assenti, sia nei maschi che nelle femmine, conferendo a ciascuno l'aspetto di bambole. I protagonisti sono sempre dei bambini e il tratto, così sottile ed aggraziato, stride molto spesso con le tematiche affrontate: si va dal suicidio, alle violenze sui minori, allo stupro; il tutto raccontato senza peli sulla lingua e senza alcun tipo di censura, sia visiva che verbale.
Queste le unicità più vistose, che hanno reso l’autore inconfondibile nel panorama fumettistico e che sono presenti anche in questi lavori: a spiccare su tutti gli argomenti è il tema della morte, affrontato in diverse declinazioni – da quella più sentimentale come ne “Gli ultimi caldi” e in “La ragazza sul palo della luce” a quella di impegno civile e sociale in “Un posto per pochi”. Oggetto delle riflessioni, accanto alla morte, è anche lo scorrere del tempo e in parte ricorre la problematica del bullismo. La capacità di Kitoh di riuscire ad imbastire dei piccoli microcosmi narrativi, con pochissime pagine a disposizione, lascia parecchio stupiti e dimostra un’ottima gestione della sceneggiatura: a tal proposito, i racconti migliori sono “Coi fiori in mano”, “Sporca ma pulita” e soprattutto il già citato “Un posto per pochi”, storia dalla forte componente morale e filosofica, fra tutte la più matura per sceneggiatura e temi.
Il senso di amarezza e commozione lasciato da tutti e tre è molto forte, accentuati dalle tematiche proposte ma soprattutto dal modo in cui l’autore decide di parlarne: secco, diretto, e senza fronzoli. Ciò che ne emerge è una visione del mondo contemporaneo molto cinica e disincantata; Kitoh non si esime dal mettere in evidenza realtà e dinamiche scomode, lanciando attraverso la sceneggiatura delle frecciate ben precise: che sia il tema della violenza domestica o quello della modernizzazione scellerata, che fagocita e annulla il passato e le tradizioni, o ancora le disparità sociali, tutto è narrato con una scrittura asciutta e scarna, mantenendo in primo piano i personaggi e le loro relazioni. Il lettore si trova così coinvolto in piccoli spaccati di vita quotidiana, alcuni conditi da elementi paranormali, altri invece permeati semplicemente dalla cattiveria mondana. Non sembra che il mangaka abbia troppa fiducia nell’umanità, specialmente negli adulti, che in questo caso particolare appaiono come figure parecchio in secondo piano.
Nonostante, dunque, sia palese che “Piccole storie” nasce come raccolta di opere minori o del tutto marginali, questa potrebbe essere una lettura consigliata a chi volesse poi approfondire con altre letture – non facilmente reperibili – la carriera di Kitoh.
"Piccole storie" è una raccolta di sette storie brevi che sono state realizzate durante un lungo arco di tempo e pubblicate in un unico volume nel 2004.
Il tema che viene principalmente trattato è quello della morte, visto in ogni racconto in un modo diverso: la conclusione di ogni singola storia porta il lettore a una riflessione diversa riguardo a questo argomento, anche se effettivamente non è l'unico trattato, è sempre quello di spicco e principale; secondariamente vengono toccati altri temi come la discriminazione, il passaggio dell'età adolescente a quella adulta e l'importanza di assumersi le proprie responsabilità.
E' un manga completamente privo di azione, non accade mai praticamente nulla; l'autore si concentra principalmente sull'esaminare i personaggi e le situazioni che ci vengono presentate, sui dialoghi e sulle atmosfere malinconiche e sinistre che non mancano mai. Fra i racconti presentati quello che mi ha colpito maggiormente è stato sicuramente l'ultimo; molto interessanti gli spunti che attribuiscono valore al percorrere la strada più lunga e difficile, o al fermarsi lungo un tragitto per un momento di divertimento. Non tutte le storie hanno lo stesso peso e si intuisce facilmente che sono state prodotte in momenti differenti anche se lo stile del disegno non è minimamente cambiato: molto elementare, senza dettagli inutili, i personaggi delle varie vicende si somigliano molto, alcuni sono addirittura identici. Una lettura interessante e molto introspettiva, anche se la maggior parte delle storie hanno degli elementi chiaramente fantastici e surreali, esse sono presentate in modo molto realistico ed è grazie a questo elemento che riescono a suscitare nel lettore un sentimento molto forte, quasi fossero vissute in prima persona.
Ho apprezzato questa lettura che mi ha fatto molto riflettere su un tema importante e inquietante allo stesso tempo; consigliata a chi cerca qualcosa di diverso e riflessivo, ma comunque molto veloce da leggere.
Il tema che viene principalmente trattato è quello della morte, visto in ogni racconto in un modo diverso: la conclusione di ogni singola storia porta il lettore a una riflessione diversa riguardo a questo argomento, anche se effettivamente non è l'unico trattato, è sempre quello di spicco e principale; secondariamente vengono toccati altri temi come la discriminazione, il passaggio dell'età adolescente a quella adulta e l'importanza di assumersi le proprie responsabilità.
E' un manga completamente privo di azione, non accade mai praticamente nulla; l'autore si concentra principalmente sull'esaminare i personaggi e le situazioni che ci vengono presentate, sui dialoghi e sulle atmosfere malinconiche e sinistre che non mancano mai. Fra i racconti presentati quello che mi ha colpito maggiormente è stato sicuramente l'ultimo; molto interessanti gli spunti che attribuiscono valore al percorrere la strada più lunga e difficile, o al fermarsi lungo un tragitto per un momento di divertimento. Non tutte le storie hanno lo stesso peso e si intuisce facilmente che sono state prodotte in momenti differenti anche se lo stile del disegno non è minimamente cambiato: molto elementare, senza dettagli inutili, i personaggi delle varie vicende si somigliano molto, alcuni sono addirittura identici. Una lettura interessante e molto introspettiva, anche se la maggior parte delle storie hanno degli elementi chiaramente fantastici e surreali, esse sono presentate in modo molto realistico ed è grazie a questo elemento che riescono a suscitare nel lettore un sentimento molto forte, quasi fossero vissute in prima persona.
Ho apprezzato questa lettura che mi ha fatto molto riflettere su un tema importante e inquietante allo stesso tempo; consigliata a chi cerca qualcosa di diverso e riflessivo, ma comunque molto veloce da leggere.
Seguito sia in patria che all'estero grazie ai sui ultimi lavori "Narutaru" e "Il nostro gioco - Bokurano", Mohiro Kitoh è un autore giapponese new age che debuttò nel 1987 con il racconto "Gli ultimi caldi", la prima di sette storie presenti in questo volume, tutte autoconclusive.
Kitoh riesce, in questa raccolta, a raccontare le difficoltà e le ansie che la nuova generazione giapponese si trova ad affrontare, a contatto con una società dura e contraddittoria come quella del Giappone; i temi e i problemi fondamentali della vita vengono messi a nudo, a volte con una durezza quasi spietata, altre con nostalgia e altre ancora con una dolcezza che ci colpisce dal profondo dell'anima.
I protagonisti delle sue storie vengono così messi a confronto con la dura realtà, reagendo in modo differente e non sempre nel modo che noi considereremmo "più giusto", ribellandosi, rimanendo impassibili o rendendosi conto di quello che li circonda. Ed è proprio a causa della difficoltà di queste scelte a far sì che l'autore non dia giudizi, lasciandoci perplessi e domandandoci se anche noi lettori dovremmo fare la stessa cosa, davanti ai pesanti fardelli portati dai suoi personaggi.
Il prezzo del volume forse è un po' altino, ma fra le tre opere di Kitoh che ho letto ("Narutaru", "Le Ali di Vendemiaire" e "Piccole Storie") questa è la migliore.
Sette storie, quindi, raccontate magistralmente, tutte diverse tra loro, ed è proprio questo il segreto: sono le piccole realtà della vita quotidiana a scuoterci dal torpore, dall'indifferenza generale ma soprattutto ad emozionarci. Ed è proprio così che ci sentiamo dopo aver letto ogni singola storia: emozionati.
Kitoh riesce, in questa raccolta, a raccontare le difficoltà e le ansie che la nuova generazione giapponese si trova ad affrontare, a contatto con una società dura e contraddittoria come quella del Giappone; i temi e i problemi fondamentali della vita vengono messi a nudo, a volte con una durezza quasi spietata, altre con nostalgia e altre ancora con una dolcezza che ci colpisce dal profondo dell'anima.
I protagonisti delle sue storie vengono così messi a confronto con la dura realtà, reagendo in modo differente e non sempre nel modo che noi considereremmo "più giusto", ribellandosi, rimanendo impassibili o rendendosi conto di quello che li circonda. Ed è proprio a causa della difficoltà di queste scelte a far sì che l'autore non dia giudizi, lasciandoci perplessi e domandandoci se anche noi lettori dovremmo fare la stessa cosa, davanti ai pesanti fardelli portati dai suoi personaggi.
Il prezzo del volume forse è un po' altino, ma fra le tre opere di Kitoh che ho letto ("Narutaru", "Le Ali di Vendemiaire" e "Piccole Storie") questa è la migliore.
Sette storie, quindi, raccontate magistralmente, tutte diverse tra loro, ed è proprio questo il segreto: sono le piccole realtà della vita quotidiana a scuoterci dal torpore, dall'indifferenza generale ma soprattutto ad emozionarci. Ed è proprio così che ci sentiamo dopo aver letto ogni singola storia: emozionati.
Molto carino.
Le mie preferite sono "La ragazza sul palo della luce" e "La canzone di papà". Personaggi e storie molto simpatici, anche "Un posto per pochi" è graziosa e molto triste.
"Gli ultimi caldi" e "Con i fiori in mano" sono le due storie più strane, soprattutto "Con i fiori in mano", che a dirla tutto non mi è piaciuta affatto, troppo bizzarra ed enigmatica, con quella storia del "può darsi che per lei non esista un altro giorno".
Infine, "A&R" e "Sporca ma pulita", non si capisce bene dove vogliano andare a parare. "A&R" è una storia simpatica ma nulla di più, mentre di "Sporca ma pulita" non ho ben capito il finale; suppongo che il titolo faccia riferimento all'incrollabile dignità della protagonista che, nonostante le avversità, continua a lavorare sodo ed impegnarsi eccetera. Però resto dell'idea che la conclusione sia un po' strana, non so se ho capito esattamente a quale conclusione sia arrivato il protagonista ripensando al comportamento della ragazza.
Le mie preferite sono "La ragazza sul palo della luce" e "La canzone di papà". Personaggi e storie molto simpatici, anche "Un posto per pochi" è graziosa e molto triste.
"Gli ultimi caldi" e "Con i fiori in mano" sono le due storie più strane, soprattutto "Con i fiori in mano", che a dirla tutto non mi è piaciuta affatto, troppo bizzarra ed enigmatica, con quella storia del "può darsi che per lei non esista un altro giorno".
Infine, "A&R" e "Sporca ma pulita", non si capisce bene dove vogliano andare a parare. "A&R" è una storia simpatica ma nulla di più, mentre di "Sporca ma pulita" non ho ben capito il finale; suppongo che il titolo faccia riferimento all'incrollabile dignità della protagonista che, nonostante le avversità, continua a lavorare sodo ed impegnarsi eccetera. Però resto dell'idea che la conclusione sia un po' strana, non so se ho capito esattamente a quale conclusione sia arrivato il protagonista ripensando al comportamento della ragazza.
Questo manga è una raccolta di storie. Il suo autore è nato l'8 agosto 1966 ed è diventato famoso recentemente con i titoli di Bokurano e Nanataru; qui invece parliamo di una racconta di storie; questo è l'elenco delle sue opere:
* Zansho, 1987
* Sanchōme Kōsaten Denshinbashira no Ue no Kanojo, 1994
* Wings of Vendemiaire, Vandemiēru no Tsubasa), 1996–1998
* Naru Taru, 1998–2003
* SiNNa 1905, 1999
* Kaseiso ni hana o motte, 2000
* A&R, 2002
* Yogoreta Kirena, 2002
* Papa no Uta, 2003
* Bokurano, 2004–2009
* Pochi no Basho, 2004
* Kakutoshi no Yume, 2005
* Owari to Hajimari no Mailus, Owari to Hajimari no Mairusu), 2007
* Kare no Satsujin Keikaku, 2008
Le 7 storie brevi di questo volume, sono state realizzate durante un lungo arco di tempo e pubblicate in un unico volume nel 2004. Sono storie dal carattere adulto e talvolta ci sono elementi fantasiosi; ad esempio nel primo racconto "Gli Ultimi Caldi", un ragazzino si vede far visita dalla sorella deceduta che lo mette alla prova.
Il secondo racconto, "Una Ragazza sul Palo della Luce", viene presentato sempre l'evento della morte, ma in questo caso in una luce più positiva e con un intreccio più complesso.
Il terzo racconto, "Con i Fiori in Mano", è uno fra quelli che mi è piaciuto di più, specie nel suo epilogo; narra di un raduno di ex compagni di classe e del reincontro fra un ragazzino e la sua amica che erano molto legati da bambini, tanto da essersi scambiati una promessa.
Il quarto racconto, "Sporca ma Pulita", tratta del tema della discriminazione scolastica, di come non sia tanto divertente subirla o farla, e di come la precarietà economica incida sul futuro delle persone. L'ho trovato un bel racconto breve, quando ci si ritrova a dover subire le angherie, si inizia ad avere una prospettiva diverse delle situazioni.
Il quinto racconto, "A&R", non mi ha convinto molto, tratta di un ragazzo e del rapporto che ha con la sua motocicletta, e di come coinvolge in questa passione una sua amica.
Invece il sesto racconto, "La Canzone di Papà", è molto introspettivo ed in gran parte basato su un dialogo di una coppia durante un tragitto in una auto sportiva, mentre ascoltano una canzone. L'ho trovato il più adulto e ironico fra tutti.
L'ultimo racconto, "Un Posto per Pochi", è invece
più filosofico, infatti è uno dei più recenti. Narra delle vicende di ragazzini che, dopo la scuola, si recano in una piccola pasticceria a buon mercato dove c'è un signore anziano che utilizza il metodo self-service anche per i pagamenti basandosi sull'onestà delle persone.
Interessante lo spunto che attribuisce valore al percorrere la strada più lunga o al fermarsi lungo il tragitto per tornare a casa, dando importanza ai piccoli momenti di svago.
Tutti i racconti sono disegnati in modo minimalista, senza grandi pretese, e i personaggi si assomigliano tutti, se fate un minimo di attenzione durante la lettura nelle varie storie. L'autore dimostra una buona sensibilità per un'opera minore, fatta probabilmente nei ritagli di tempo.
* Zansho, 1987
* Sanchōme Kōsaten Denshinbashira no Ue no Kanojo, 1994
* Wings of Vendemiaire, Vandemiēru no Tsubasa), 1996–1998
* Naru Taru, 1998–2003
* SiNNa 1905, 1999
* Kaseiso ni hana o motte, 2000
* A&R, 2002
* Yogoreta Kirena, 2002
* Papa no Uta, 2003
* Bokurano, 2004–2009
* Pochi no Basho, 2004
* Kakutoshi no Yume, 2005
* Owari to Hajimari no Mailus, Owari to Hajimari no Mairusu), 2007
* Kare no Satsujin Keikaku, 2008
Le 7 storie brevi di questo volume, sono state realizzate durante un lungo arco di tempo e pubblicate in un unico volume nel 2004. Sono storie dal carattere adulto e talvolta ci sono elementi fantasiosi; ad esempio nel primo racconto "Gli Ultimi Caldi", un ragazzino si vede far visita dalla sorella deceduta che lo mette alla prova.
Il secondo racconto, "Una Ragazza sul Palo della Luce", viene presentato sempre l'evento della morte, ma in questo caso in una luce più positiva e con un intreccio più complesso.
Il terzo racconto, "Con i Fiori in Mano", è uno fra quelli che mi è piaciuto di più, specie nel suo epilogo; narra di un raduno di ex compagni di classe e del reincontro fra un ragazzino e la sua amica che erano molto legati da bambini, tanto da essersi scambiati una promessa.
Il quarto racconto, "Sporca ma Pulita", tratta del tema della discriminazione scolastica, di come non sia tanto divertente subirla o farla, e di come la precarietà economica incida sul futuro delle persone. L'ho trovato un bel racconto breve, quando ci si ritrova a dover subire le angherie, si inizia ad avere una prospettiva diverse delle situazioni.
Il quinto racconto, "A&R", non mi ha convinto molto, tratta di un ragazzo e del rapporto che ha con la sua motocicletta, e di come coinvolge in questa passione una sua amica.
Invece il sesto racconto, "La Canzone di Papà", è molto introspettivo ed in gran parte basato su un dialogo di una coppia durante un tragitto in una auto sportiva, mentre ascoltano una canzone. L'ho trovato il più adulto e ironico fra tutti.
L'ultimo racconto, "Un Posto per Pochi", è invece
più filosofico, infatti è uno dei più recenti. Narra delle vicende di ragazzini che, dopo la scuola, si recano in una piccola pasticceria a buon mercato dove c'è un signore anziano che utilizza il metodo self-service anche per i pagamenti basandosi sull'onestà delle persone.
Interessante lo spunto che attribuisce valore al percorrere la strada più lunga o al fermarsi lungo il tragitto per tornare a casa, dando importanza ai piccoli momenti di svago.
Tutti i racconti sono disegnati in modo minimalista, senza grandi pretese, e i personaggi si assomigliano tutti, se fate un minimo di attenzione durante la lettura nelle varie storie. L'autore dimostra una buona sensibilità per un'opera minore, fatta probabilmente nei ritagli di tempo.
Mohiro Kito è un autore che ho conosciuto grazie a <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Narutaru">Narutaru</a>, manga che mi era piaciuto molto nella prima parte, ma che già dopo qualche volumetto ha iniziato a andare alla deriva, diventando noioso e a mio parare inconcludente. Volevo dargli una seconda possibilità con <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Bokura+no">Bokurano</a>, di cui ho sentito parlare bene, intanto mi è finita tra le mani questa raccolta di storie brevi.
Prima di tutto, si nota subito come la tematica della morte sia onnipresente in tutti i racconti. L’atmosfera che si respira non è mai leggera, c’è sempre qualche tragedia che aleggia intorno ai personaggi, accaduta o che verrà. Inoltre dai racconti traspare in genere un sentimento di tristezza e malinconia, con situazioni che vanno dall’opprimente al tragico. Non ricordo poi un lieto fine pieno, ma sempre una conclusione che porta far riflettere il lettore.
Il ritmo narrativo è abbastanza pacato, non vi è traccia di azione, solo introspezione e dialoghi, in cui la fa da padrona la morte e il tempo che passa, e fa mutare le cose, che rimangono immutabili solo nella memoria, memoria che spesso tradisce le aspettative e la realtà.
Una lettura non particolarmente appassionante, ma intelligente e interessante, che alla fine mi è piaciuta. Sono storie brevi, pertanto non sono in grado di lasciare a lungo il segno, ma mostrano le potenzialità di un mangaka al quale probabilmente mi sono mal approcciato, iniziando da quello che forse è uno dei suoi lavori meno riusciti.
I racconti sono:
- Gli ultimi caldi (1987)
- La ragazza sul palo della luce (1994)
- Con i fiori in mano (2000)
- Sporca ma pulita (2002)
- A&R (2002)
- La canzone di papà (2003)
- Un posto per pochi (2004)
Una lettura carina, diversa dal solito e pertanto consigliata, almeno se amate le opere introspettive. Dato l’ampio spettro temporale coperto da questa raccolta, si nota come alcuni racconti risultino un po’ troppo acerbi. Su sette, un paio sono molto carini, altri tre mi sono comunque piaciuti, e solo un paio non mi hanno detto nulla.
L’edizione è nella norma, il tratto rispecchia i canoni dell’autore, sempre piacevole, anche se ovviamente è più o meno curato a seconda dell’età della storia. Nel complesso, comunque, è efficace.
Prima di tutto, si nota subito come la tematica della morte sia onnipresente in tutti i racconti. L’atmosfera che si respira non è mai leggera, c’è sempre qualche tragedia che aleggia intorno ai personaggi, accaduta o che verrà. Inoltre dai racconti traspare in genere un sentimento di tristezza e malinconia, con situazioni che vanno dall’opprimente al tragico. Non ricordo poi un lieto fine pieno, ma sempre una conclusione che porta far riflettere il lettore.
Il ritmo narrativo è abbastanza pacato, non vi è traccia di azione, solo introspezione e dialoghi, in cui la fa da padrona la morte e il tempo che passa, e fa mutare le cose, che rimangono immutabili solo nella memoria, memoria che spesso tradisce le aspettative e la realtà.
Una lettura non particolarmente appassionante, ma intelligente e interessante, che alla fine mi è piaciuta. Sono storie brevi, pertanto non sono in grado di lasciare a lungo il segno, ma mostrano le potenzialità di un mangaka al quale probabilmente mi sono mal approcciato, iniziando da quello che forse è uno dei suoi lavori meno riusciti.
I racconti sono:
- Gli ultimi caldi (1987)
- La ragazza sul palo della luce (1994)
- Con i fiori in mano (2000)
- Sporca ma pulita (2002)
- A&R (2002)
- La canzone di papà (2003)
- Un posto per pochi (2004)
Una lettura carina, diversa dal solito e pertanto consigliata, almeno se amate le opere introspettive. Dato l’ampio spettro temporale coperto da questa raccolta, si nota come alcuni racconti risultino un po’ troppo acerbi. Su sette, un paio sono molto carini, altri tre mi sono comunque piaciuti, e solo un paio non mi hanno detto nulla.
L’edizione è nella norma, il tratto rispecchia i canoni dell’autore, sempre piacevole, anche se ovviamente è più o meno curato a seconda dell’età della storia. Nel complesso, comunque, è efficace.