Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi
Avrò cercato mille volte di recensire questo manhwa, ma sempre senza successo. Ho speso troppe parole per descrivere, nei minimi dettagli, cosa non mi sia piaciuto? Mi sono astenuto dall'evidenziarne i pregi? E perché, una volta recensito a dovere, sento di essermi oltremodo dilungato nel descrivere un fumetto che, in verità, non mi ha trasmesso proprio niente? Che un fumetto possa suscitare disgusto o alterazione è un conto, ma a me questo qui è risultato soltanto insipido e privo di contenuti, nonostante i vari pareri su Animeclick [che mi hanno spinto ad acquistarlo] facessero intendere fosse completo e straripante di contenuti. Poi oh, de gustibus, ma per me rimane troppo un fumetto "di nicchia" (e gli sto facendo pure un bel complimento) per essere consigliato a mani basse.
A mio avviso «Blade Of The Phantom Master» lo riassumi con una parola: cliché. Un protagonista che rientra del tutto nello stereotipo del figo della Madonna (che non è), che se la tira dalla mattina alla sera e che ha un "passato misterioso"; una ragazzina sensibile, fragile, innocentissima, seminuda e semi-muta che non ci pensa due volte ad attuare carneficine come niente fosse e un'altra vagonata di personaggi ancor più anonimi; flashback che occupano [inutilmente] un terzo della serie senza alcun fine, mordente o collante e che, per certi versi, risultano pure fuorvianti. Il tutto, raffazzonato col pretesto di mostrare - all'inizio - diversi episodi tra loro scollegati, e, poco dopo, un'avventura finalizzata allo scontro con un antagonista, che se si fosse rivelato anche solo un minimo affascinante o ben caratterizzato - terapia di cui avrebbero bisogno praticamente tutti i personaggi di questo manhwa - sarebbe anche stato interessante.
Per me, «Blade Of The Phantom Master» lo apprezzi solo se ti sei innamorato dei personaggi principali e/o se sei un fan del fumetto coreano e/o se hai già esperienza con fumetti dalle analoghe atmosfere e/o se sei un amante del dark fantasy e/o se sei un lettore con un'esperienza relativamente breve. Non accenno neanche alla storia nel dettaglio perché non necessita nemmeno di approfondimenti, oltre a ciò che è riportato nella sezione "Trama" di AC; così come non aggiungo altro perché, come anticipato, a me questo manhwa ha trasmesso poco e niente.
Il Manga più completo che abbia mai letto.
Ambientato in una Corea dal carattere fantasy, Shin Angyo Onshi racconta le avventure di Munsu, un Angyo Onshi (più o meno i funzionari dell'imperatore) ostinato a riportare l'ordine nel regno di Jushin (realmente esistito), caduto in disgrazia per una serie di eventi. Il manga è caratterizzato da una forte componente di carattere storico, in quanto ricalca molte leggende e vicende della cultura coreana, spiegate anche in apposite pagine di approfondimenti. La trama è molto intricata, piena di effetti sorpresa e misteri sempre da svelare. I momenti epici non mancano. Non sai mai cosa può accadere alla fine del volume, perché la storia riesce a ribaltarsi all'improvviso, e a farti aprire la bocca come uno scemo. (il volume numero sei è geniale).
I disegni sono impeccabili, e riescono ad risaltare al meglio il carattere storico-fantasy che caratterizza il manga. I personaggi sono tutti fortemente caratterizzati. Per quanto riguarda la psicologia dei personaggi, ognuno è mosso da un particolare obiettivo (non dal solito voglio la pace/distruggo il mondo) e anche il protagonista, non è sempre l'eroe di turno. Sono presenti storie romantiche e sentimentali che finalmente non rasentano la banalità.
Che dire, in definitiva è un signor manga. Eccelle in ogni ambito. Peccato che in Italia è raro trovarli ancora in fumetteria, e che sia poco conosciuto.
Se volete provare una nuova esperienza di lettura, che sia per una volta completa sotto ogni aspetto, fidatevi, correte a prenderlo, non vi deluderà.
Ambientato in una Corea dal carattere fantasy, Shin Angyo Onshi racconta le avventure di Munsu, un Angyo Onshi (più o meno i funzionari dell'imperatore) ostinato a riportare l'ordine nel regno di Jushin (realmente esistito), caduto in disgrazia per una serie di eventi. Il manga è caratterizzato da una forte componente di carattere storico, in quanto ricalca molte leggende e vicende della cultura coreana, spiegate anche in apposite pagine di approfondimenti. La trama è molto intricata, piena di effetti sorpresa e misteri sempre da svelare. I momenti epici non mancano. Non sai mai cosa può accadere alla fine del volume, perché la storia riesce a ribaltarsi all'improvviso, e a farti aprire la bocca come uno scemo. (il volume numero sei è geniale).
I disegni sono impeccabili, e riescono ad risaltare al meglio il carattere storico-fantasy che caratterizza il manga. I personaggi sono tutti fortemente caratterizzati. Per quanto riguarda la psicologia dei personaggi, ognuno è mosso da un particolare obiettivo (non dal solito voglio la pace/distruggo il mondo) e anche il protagonista, non è sempre l'eroe di turno. Sono presenti storie romantiche e sentimentali che finalmente non rasentano la banalità.
Che dire, in definitiva è un signor manga. Eccelle in ogni ambito. Peccato che in Italia è raro trovarli ancora in fumetteria, e che sia poco conosciuto.
Se volete provare una nuova esperienza di lettura, che sia per una volta completa sotto ogni aspetto, fidatevi, correte a prenderlo, non vi deluderà.
Munsu è un Angyo Onshi, un funzionario dell'impero di jushin che fingendosi un pellegrino scruta l'operato dei regnanti. Se i re vengono giudicati colpevoli, l'uomo ha il diritto di eliminarli servendosi del poter del suo Mahai, un sigillo che richiama un'intera armata fantasma.
Ma gli Angyo Onshi non dovrebbero esistere perchè il regno di Jushin è caduto e l'ordine è stato distrutto. Infatti il nostro Munsu è l'ultimo Onshi e sta cercando l'uomo che ha fatto cadere il suo regno.
Questa è la semplicissima premessa alla base di questo straordinario manga.
Personalente mi sono avvicinato a questo titolo dopo aver letto "Defense Devil" e "March Story": entrambi i titoli sono dello stesso disegnatore mentre solo il primo ha la trama ideata dalla stessa persona. Sicuramente mi avevano rincuorato le idilliache recensioni presenti sul sito e per questo avevo aspettative altissime che non solo sono state soddisfatte, sono state di gran lunga superate!
Partiamo col parlare dei personaggi: Munsu è un uomo con un
carattere complessissimo, cinico e realista, nasconde dei segreti che gli hanno stravolto la vita. Egli è afflitto da una maledizione molto simile all'asma che lo costringe ad usare piuttosto spesso un inalatore. Un personaggio della profondità del protagonista di questa serie probabilmente non l'ho mai trovato: mai scontato e sempre complesso, Munsu è molto imprevedibile e, allo stesso tempo, coraggioso e forte. Oltre al funzionario il cast di personaggi (tratti o ispirati da personaggi storici o letterari koreani) è molto vario, tra questi spiccano senza dubbio Won-sul, lo spadaccino sempre tormentato da un conflitto interiore che a volte lo fa schierare con Munsu e a volte lo porta dalla parte dei cattivi; Sando, la spadaccina muta e bellissima; Aji Tae, il malvagio e misterioso essere sovrannaturale nemico giurato di Munsu e minaccia per il mondo intero, e Bang Ja, il solito idiota coraggioso e solare. Questi sono solamente i protagonisti delle vicende ai quali viene accostato un ampissimo cast di comparse dalla psicologia molto curata.
La trama si divide in una serie di piccole saghe per poi concludersi con due grandi saghe finali che raccontano il passato di Munsu e pongono una fine alle vicende (e che fine!).
Già dal secondo capitolo iniziamo ad assistere ad una narrazione piena zeppa di colpi di scena molto azzeccati ed inaspettati. La storia si prende tutta la calma necessaria per ingranare e per questo la tensione narrativa cresce esponenzialmente fino ad un finale a dir poco epico che mi ha lasciato con le palpitazioni a mille.
Aggiungo un'ultima nota sul finale: finalmente non mi sono trovato un finale buonista e sempliciotto! Shin Angyo Onshi è infatti dotato di una conclusione articolata, ben congegnata e piena di colpi di scena, epica in più punti.
Il disegno è molto dettagliato, corretto sotto il punto di vista delle proporzioni e maniacalmente curato per quanto riguarda le ombre. Non pensate però di trovarvi di fronte allo stile di un "Defense Devil" per capirci: i disegni non sono mai così puliti e il tutto sarà vagamente più old-style (sia il character design che le scene di azione con meno linee dinamiche).
J-pop ci regala un'edizione coi fiocchi: al materiale di ottima qualità e alle pagine a colori presenti in ogni singolo capitolo si aggiungono le dettagliate spiegazioni dell'autore sull'origine dei personaggi (ovviamente questa non è un'esclusiva italiana ma va citata!).
Diciamocelo: Shin Angyo Onshi è il manga fantasy per eccellenza, non c'è Berserk o Claymore che tenga dinnanzi a questo stupefacente manga!
Ma gli Angyo Onshi non dovrebbero esistere perchè il regno di Jushin è caduto e l'ordine è stato distrutto. Infatti il nostro Munsu è l'ultimo Onshi e sta cercando l'uomo che ha fatto cadere il suo regno.
Questa è la semplicissima premessa alla base di questo straordinario manga.
Personalente mi sono avvicinato a questo titolo dopo aver letto "Defense Devil" e "March Story": entrambi i titoli sono dello stesso disegnatore mentre solo il primo ha la trama ideata dalla stessa persona. Sicuramente mi avevano rincuorato le idilliache recensioni presenti sul sito e per questo avevo aspettative altissime che non solo sono state soddisfatte, sono state di gran lunga superate!
Partiamo col parlare dei personaggi: Munsu è un uomo con un
carattere complessissimo, cinico e realista, nasconde dei segreti che gli hanno stravolto la vita. Egli è afflitto da una maledizione molto simile all'asma che lo costringe ad usare piuttosto spesso un inalatore. Un personaggio della profondità del protagonista di questa serie probabilmente non l'ho mai trovato: mai scontato e sempre complesso, Munsu è molto imprevedibile e, allo stesso tempo, coraggioso e forte. Oltre al funzionario il cast di personaggi (tratti o ispirati da personaggi storici o letterari koreani) è molto vario, tra questi spiccano senza dubbio Won-sul, lo spadaccino sempre tormentato da un conflitto interiore che a volte lo fa schierare con Munsu e a volte lo porta dalla parte dei cattivi; Sando, la spadaccina muta e bellissima; Aji Tae, il malvagio e misterioso essere sovrannaturale nemico giurato di Munsu e minaccia per il mondo intero, e Bang Ja, il solito idiota coraggioso e solare. Questi sono solamente i protagonisti delle vicende ai quali viene accostato un ampissimo cast di comparse dalla psicologia molto curata.
La trama si divide in una serie di piccole saghe per poi concludersi con due grandi saghe finali che raccontano il passato di Munsu e pongono una fine alle vicende (e che fine!).
Già dal secondo capitolo iniziamo ad assistere ad una narrazione piena zeppa di colpi di scena molto azzeccati ed inaspettati. La storia si prende tutta la calma necessaria per ingranare e per questo la tensione narrativa cresce esponenzialmente fino ad un finale a dir poco epico che mi ha lasciato con le palpitazioni a mille.
Aggiungo un'ultima nota sul finale: finalmente non mi sono trovato un finale buonista e sempliciotto! Shin Angyo Onshi è infatti dotato di una conclusione articolata, ben congegnata e piena di colpi di scena, epica in più punti.
Il disegno è molto dettagliato, corretto sotto il punto di vista delle proporzioni e maniacalmente curato per quanto riguarda le ombre. Non pensate però di trovarvi di fronte allo stile di un "Defense Devil" per capirci: i disegni non sono mai così puliti e il tutto sarà vagamente più old-style (sia il character design che le scene di azione con meno linee dinamiche).
J-pop ci regala un'edizione coi fiocchi: al materiale di ottima qualità e alle pagine a colori presenti in ogni singolo capitolo si aggiungono le dettagliate spiegazioni dell'autore sull'origine dei personaggi (ovviamente questa non è un'esclusiva italiana ma va citata!).
Diciamocelo: Shin Angyo Onshi è il manga fantasy per eccellenza, non c'è Berserk o Claymore che tenga dinnanzi a questo stupefacente manga!
Il genere dark fantasy solitamente non rientra tra i miei preferiti ed anzi ,quando possibile, cerco di dirigere le mie attenzioni altrove, seppur di illustri eccezioni ne possa annoverare diverse, vedesi Berserk, vedesi Claymore e vedesi Blade of the Phantom Master!
Quest'opera vide la luce qui in Italia per la prima volta nel 2005, col nome di Shin Angyo Onshi, grazie alle pagine di Shogun, rivista contenitore (purtroppo) miseramente fallita nel giro di poco tempo. Se non fosse stato per questa rivista non credo sarei mai venuto a conoscenza di questo piccolo grande capolavoro che a suo tempo veniva per l'appunto accostato al ben più noto Berserk. Io stesso, fan sfegatato di Berserk, presi con immensa diffidenza tale accostamento ma, all'atto pratico, mi son dovuto ricredere! Berserk e Blade of the Phantom Master hanno in comune solo il genere di appartenenza e dunque scontri a suon di spade e cavalieri e forze oscure e malvagie. Le trame non si assomigliano per niente, prendono due strade totalmente diverse ma ugualmente valide tanto che personalmente sono arrivato al punto di credere che entrambe le opere come minimo si equivalgano anche se, dovessi esprimere una singola preferenza, questa andrebbe senz'altro a Blade of The Phantom Master.
La Trama:
Nel regno di Jushin, ormai caduto in rovina, vi era il centro della civiltà attorno alla quale ruotano le vicende narrate in quest'opera. Epocali sono le guerre e le vicende che hanno portato questo regno alla sua fine e le scopriremo mano a mano che proseguiremo con la narrazione andando via via a scoprire anche nuovi e fantastici personaggi, tutti accuratamente realizzati, tutti con un certo carisma e con un passato importante da sviscerare.
Il primo personaggio che andremo a scoprire sarà (ovviamente) il protagonista dell'opera, ossia l'ex generale delle truppe armate di Jushin ora divenuto un Angyo Onshi.
Cos'erano gli Angyo Onshi? Si trattava di figure particolari, una sorta di paladini che vagavano per i regni circostanti portando ordine e giustizia sfruttando i poteri magici contenuti nel loro Mahai, un medaglione capace di richiamare al proprio servizio veri e propri eserciti "fantasma".
Con la caduta di Jushin, di Angyo Onshi non ce ne sono più...o perlomeno così dovrebbe essere ma Munsu vaga ancora in cerca di una personale vendetta. Scopriremo lentamente la storia e il carattere di quest'uomo che inizialmente non sembra avere affatto la caratterizzazione del tipico "benefattore". Munsu è una persona con una profonda ferita da sanare ed un carattere a dir poco pragmatico, per raggiungere lo scopo non è il tipo di persona che possa fermarsi a riflettere su dettagli etici o morali va avanti per la sua strada inesorabilmente. La caratterizzazione di questo personaggio è incredibilmente riuscita e assolutamente intrigante. Ma non sarà certo l'unico ad aver goduto di una caratterizzazione tanto interessante e dettagliata.
Stessa cosa potremmo dire per gli eventi che accompagneranno il cammino di Munsu all'interno della storia, specialmente i fatti iniziali sapranno catturare sin da subito il lettore ma, come se non bastasse, anche le fasi narrative finali sono di ottimo livello.
E' difficile riuscire ad accontentarmi con i finali dei manga, poche volte sono rimasto pienamente soddisfatto a fine lettura e Blade of The Phantom master è una di queste!
Vi è solo una fase dell'opera che personalmente ho trovato piuttosto pesantuccia e noiosetta, si basa su un lungo e tedioso flashback tuttavia fine allo scopo di far conoscere il passato di Munsu e di Jushin. Io avrei scelto un'altra strada per fornire queste informazioni al lettore ma si tratta di una "breve" parentesi. In compenso potremmo parlare dei disegni, bellissimi, ricchi di dettagli e curatissimi nonché una nota positiva per l'edizione by J-Pop, munita di sovraccopertina, dotata di una rilegatura robusta e di una carta di ottima qualità.
Per finire, nota di merito anche per il diciottesimo volumetto dell'opera, il Gaiden, ossia un approfondimento sul passato di alcuni protagonisti tramite una manciata di storie brevi ma decisamente interessanti. Non è indispensabile possederlo ma senza ombra di dubbio, se diverrete amanti di questa splendida storia , non ne vorrete più fare a meno e ne resterete soddisfatti.
Quest'opera vide la luce qui in Italia per la prima volta nel 2005, col nome di Shin Angyo Onshi, grazie alle pagine di Shogun, rivista contenitore (purtroppo) miseramente fallita nel giro di poco tempo. Se non fosse stato per questa rivista non credo sarei mai venuto a conoscenza di questo piccolo grande capolavoro che a suo tempo veniva per l'appunto accostato al ben più noto Berserk. Io stesso, fan sfegatato di Berserk, presi con immensa diffidenza tale accostamento ma, all'atto pratico, mi son dovuto ricredere! Berserk e Blade of the Phantom Master hanno in comune solo il genere di appartenenza e dunque scontri a suon di spade e cavalieri e forze oscure e malvagie. Le trame non si assomigliano per niente, prendono due strade totalmente diverse ma ugualmente valide tanto che personalmente sono arrivato al punto di credere che entrambe le opere come minimo si equivalgano anche se, dovessi esprimere una singola preferenza, questa andrebbe senz'altro a Blade of The Phantom Master.
La Trama:
Nel regno di Jushin, ormai caduto in rovina, vi era il centro della civiltà attorno alla quale ruotano le vicende narrate in quest'opera. Epocali sono le guerre e le vicende che hanno portato questo regno alla sua fine e le scopriremo mano a mano che proseguiremo con la narrazione andando via via a scoprire anche nuovi e fantastici personaggi, tutti accuratamente realizzati, tutti con un certo carisma e con un passato importante da sviscerare.
Il primo personaggio che andremo a scoprire sarà (ovviamente) il protagonista dell'opera, ossia l'ex generale delle truppe armate di Jushin ora divenuto un Angyo Onshi.
Cos'erano gli Angyo Onshi? Si trattava di figure particolari, una sorta di paladini che vagavano per i regni circostanti portando ordine e giustizia sfruttando i poteri magici contenuti nel loro Mahai, un medaglione capace di richiamare al proprio servizio veri e propri eserciti "fantasma".
Con la caduta di Jushin, di Angyo Onshi non ce ne sono più...o perlomeno così dovrebbe essere ma Munsu vaga ancora in cerca di una personale vendetta. Scopriremo lentamente la storia e il carattere di quest'uomo che inizialmente non sembra avere affatto la caratterizzazione del tipico "benefattore". Munsu è una persona con una profonda ferita da sanare ed un carattere a dir poco pragmatico, per raggiungere lo scopo non è il tipo di persona che possa fermarsi a riflettere su dettagli etici o morali va avanti per la sua strada inesorabilmente. La caratterizzazione di questo personaggio è incredibilmente riuscita e assolutamente intrigante. Ma non sarà certo l'unico ad aver goduto di una caratterizzazione tanto interessante e dettagliata.
Stessa cosa potremmo dire per gli eventi che accompagneranno il cammino di Munsu all'interno della storia, specialmente i fatti iniziali sapranno catturare sin da subito il lettore ma, come se non bastasse, anche le fasi narrative finali sono di ottimo livello.
E' difficile riuscire ad accontentarmi con i finali dei manga, poche volte sono rimasto pienamente soddisfatto a fine lettura e Blade of The Phantom master è una di queste!
Vi è solo una fase dell'opera che personalmente ho trovato piuttosto pesantuccia e noiosetta, si basa su un lungo e tedioso flashback tuttavia fine allo scopo di far conoscere il passato di Munsu e di Jushin. Io avrei scelto un'altra strada per fornire queste informazioni al lettore ma si tratta di una "breve" parentesi. In compenso potremmo parlare dei disegni, bellissimi, ricchi di dettagli e curatissimi nonché una nota positiva per l'edizione by J-Pop, munita di sovraccopertina, dotata di una rilegatura robusta e di una carta di ottima qualità.
Per finire, nota di merito anche per il diciottesimo volumetto dell'opera, il Gaiden, ossia un approfondimento sul passato di alcuni protagonisti tramite una manciata di storie brevi ma decisamente interessanti. Non è indispensabile possederlo ma senza ombra di dubbio, se diverrete amanti di questa splendida storia , non ne vorrete più fare a meno e ne resterete soddisfatti.
Non c'è che dire, uno delle mie opere preferite. La trama mi sembra inutile raccontarla, posso solo dire che è strutturata davvero bene, piena di intrighi, misteri e colpi di scena. Bellissima l'idea di utilizzare fatti e leggende coreane come base per i capitoli e per i personaggi di questo stupendo fumetto. La caratterizzazione dei personaggi è eccellente, tutti hanno spessore e non sono stereotipati. Soprattutto la figura di Munsu, il protagonista, è resa davvero bene: è un eroe atipico, pieno di difetti, di dubbi, di debolezze, a volte anche antipatico o spietato, ma sempre un grande eroe. Ed è questo che lo rende fantastico, è un uomo come tanti, non è invincibile, non rappresenta il bene assoluto. Anche per i nemici è la stessa cosa: ognuno ha degli ideali dei sogni, non sono cattivi e basta. Anzi, alcuni hanno perfino valori condivisibili e più nobili di quelli del protagonista.
Passiamo al disegno. 10 sarebbe un voto troppo basso. Di tutti i fumetti che ho letto, e ne ho letti tanti, questo è di gran lunga il migliore in quanto a grafica. Starei ore a osservare le tavole, che sono veramente ricche, non c'è mai uno sfondo bianco, tutto è pieno di dettagli. Le espressioni, le proporzioni, la dinamicità, i chiaroscuri, i retini, tutto è gestito e disegnato alla perfezione. Un'autentica opera d'arte.
L'edizione italiana è ottima, fedele all'originale, con prime pagine a colori e note dell'autore che di volta in volta spiega da quale leggenda o evento è tratto il capitolo.
In conclusione: un vero capolavoro che tutti dovrebbero avere nella propria libreria. Lo consiglio soprattutto a chi cerca opere più mature e non i soliti manga.
Passiamo al disegno. 10 sarebbe un voto troppo basso. Di tutti i fumetti che ho letto, e ne ho letti tanti, questo è di gran lunga il migliore in quanto a grafica. Starei ore a osservare le tavole, che sono veramente ricche, non c'è mai uno sfondo bianco, tutto è pieno di dettagli. Le espressioni, le proporzioni, la dinamicità, i chiaroscuri, i retini, tutto è gestito e disegnato alla perfezione. Un'autentica opera d'arte.
L'edizione italiana è ottima, fedele all'originale, con prime pagine a colori e note dell'autore che di volta in volta spiega da quale leggenda o evento è tratto il capitolo.
In conclusione: un vero capolavoro che tutti dovrebbero avere nella propria libreria. Lo consiglio soprattutto a chi cerca opere più mature e non i soliti manga.
Eccezionale. Un protagonista, Munsu, che con tutta la sua umanità intraprende viaggi appassionanti e mai dal finale scontato, combattimenti ben strutturati, comprensibili, la cui grazia e bellezza fanno venire i brividi. Insomma, sebbene nei primi numeri il disegno sembrasse un po' grottesco, andando avanti l'opera acquisisce bellezza in particolari, pose e movenze emozionanti. Per quanto riguarda la storia, sullo sfondo delle differenti avventure, all'apparenza slegate, si intravede senza strappi la trama centrale. Oltre al protagonista abbiamo però anche un'ampia gamma di personaggi secondari e malvagi, anche questi così ben studiati da farci disperare nel qual caso dovessero morire nel corso della trama. Un manga completo quindi, nel quale c'è addirittura spazio per l'amore, sebbene dai toni a tratti melanconici, e dove ogni singola azione viene guidata da sentimenti puramente egoistici e interiori. Lo stesso Munsu segue totalmente i suoi istinti e, in un mondo dove etica e morale sembrano distrutti, egli veste i panni del "buono" nel modo più personale possibile e, cosa che forse ci affascina di più, rimanendo totalmente in linea con le proprie convinzioni.
In-Wan Youn e Kyung-Il Yang, già conosciuti in Italia grazie ad <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Island"> <i>Island</i> </a> e <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Deja+vu"> <i>Deja-vu</i></a>, rappresentano un caso editoriale che vanta poche altre analogie; infatti i due “mangaka” sono di origine coreana, ma collaborano ormai da anni regolarmente con <b>Shogakukan</b>. È superfluo sottolineare quanto ciò sia inconsueto, soprattutto considerato lo stato di congestione in cui versa l’editoria manga nipponica, ed all’interno della quale già per gli stessi autori giapponesi è difficile emergere. <b>Shin Angyo Onshi</b>, felicemente conclusosi con il volume 17 (contando all’attivo anche un <a href="http://www.animeclick.it/anime/Blade+of+the+Phantom+Master"> film </a> animato che rielabora le vicende narrate nei primi capitoli dell’opera), ha invece riscosso un tale apprezzamento in Giappone che la casa editrice <b>Shogakukan</b> ha recentemente deciso di puntare sul prolifico duo nuovamente, serializzando il loro apprezzato <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Defense+Devil"> <i>Defense Devil</i></a>.
Tale premessa non vuole essere gratuitamente lusinghiera, ma getta le basi per la comprensione della natura ibrida dei tanti contenuti storico-culturali dell’opera in esame.
<b>Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi</b> è, infatti, un fantasy con una forte caratterizzazione storica; ambientato in un oriente realistico che, al tramonto del XIX secolo, vede decadere le proprie tradizioni e gli equilibri sociali, a causa di una inesorabile occidentalizzazione. Molti sono i cambiamenti introdotti da tale riassetto, tra i tanti l’importazione delle devastanti armi da fuoco.
In tale contesto verosimile, trovano spazio figure e vicende appartenenti al classico canovaccio della “mitologia” Coreana e Giapponese, ed è sempre curioso constatare, anche grazie ai continui approfondimenti che gli autori propongono tra un capitolo e l’altro, come siano frequenti assonanze tra le due tradizioni. È questo il caso delle iniziali citazioni riguardanti <i>La leggenda di Chun Hyang</i>, ben conosciuta in buona parte dell’oriente, anche se con alcune varianti, tant’è che anche le <i>CLAMP</i> se ne sono ispirate per realizzare un <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=La+Leggenda+di+Chun+Hyang">omonimo manga</a>.
Il regno di Jushin (realmente esistito) è decaduto. Angherie e soprusi vengono impunemente consumate ovunque, e la vita di ognuno è perennemente minacciata dalle mostruosità partorite dalla corruzione umana. Contrariamente a quel che si potrebbe pronosticare a questo punto, non assistiamo all’entrata in scena di alcun paladino che lotta per un bene supremo. <b>Munsu è infatti un protagonista inconsueto</b>, come se ne son visti pochi prima: cinico, pragmatico, arrogante, schivo, astuto, che antepone i suoi interessi a qualsiasi altra cosa… come sicuramente nelle intenzioni dell’autore, egli potrebbe risultare decisamente indigesto al lettore sin dalle iniziali battute.
Costui si ritrova a ricoprire, a quanto pare suo malgrado, il ruolo di Angyo Onshi; una sorta di agente governativo (figura anch’essa realmente esistita) che erra per il regno in incognito, al fine di riportare ordine e giustizia dove necessario. Egli sembra in realtà perseguire un fine tutto personale, che lo porta solo accidentalmente ad incrociare il destino di gente povera, vessata ed indigente, di cui in realtà si infischia altamente, deprecandone persino la mancanza di iniziativa con frasi del tipo: <i>“I miracoli non accadono a chi sta fermo ad aspettare l’aiuto del cielo”</i>. La sua è una ricerca maledetta in realtà, la caccia ad un essere diabolico che sembra aver avuto parte attiva nella caduta dell’impero Jushin; ma questi ed altri trascorsi verranno man mano centellinati al lettore con tecniche narrative mai scontate. Il nostro potrà comunque contare sul supporto del suo Mahai, un antico medaglione (ne esistono di tre tipi in realtà) in grado di evocare l’armata fantasma di Jushin al grido di: <i>“Tremate! L’Angyo Onshi è qui!”</i>. Questo mezzo non va però visto come il solito deus ex machina cui l’autore fa ricorso, nei momenti critici, al fine di trarre l’Angyo Onshi fuori d’impaccio. Esso possiede, infatti, delle grosse limitazioni, ed al suo proprietario toccherà far ricorso, piuttosto, alla propria abilità ed al proprio ingegno, oltre che alla cara polvere da sparo.
Nonostante un inizio forse un po’ “classico”, con quel che suona per certi versi come un palese omaggio al primo capitolo di <i>Berserk</i>, il manga abituerà a colpi di scena sin dagli esordi della narrazione, cosa che fornisce nell’immediato un’idea di cosa il lettore dovrà aspettarsi; anche se l’intreccio si farà davvero interessante dopo un paio di volumi. Infatti nei primi l’opera si concentra più su di una sceneggiatura ad episodi autoconclusivi, alcuni con dei picchi di coinvolgimento degni di nota, con i quali però vengono più che altro presentati il contesto ed i vari personaggi. Dopo che a Munsu si saranno infatti uniti la bella Sando ed il buffo Banja, In-Wan Youn abbandona l’iniziale struttura narrativa, per abbracciare uno sviluppo più ampio ed articolato, grondante di <b>misteri e retroscena tutti da svelare</b>.
Da un certo punto in poi il racconto si concentrerà anche su di una importante componente sentimentale, che potrebbe sicuramente risultare gradevole anche alle lettrici che normalmente si tengono lontane da seinen di questo tipo, perché magari aprioristicamente ritenuti un’accozzaglia di violenza e volgarità. Sia ben chiaro: in quest’opera non vi è nessuna traccia di buonismo, ma allo stesso tempo non si nota uno smodato ricorso ad una cattiveria deviata e gratuita; trattasi in definitiva di un particolare equilibrio reso possibile, soprattutto, dalla forte e ben riuscita caratterizzazione dei personaggi dell’opera. Proprio per questa sua completezza, Shin Angyo Onshi potrebbe risultare gradito praticamente a qualsiasi lettore maturo.
Risulta, infine, piacevolmente spiazzante il ricorso ad un certo umorismo che, pur facendo capolino nelle situazioni più impensate, ben riesce a coesistere con le più complesse e toccanti tematiche principali.
Il disegno di Kyung-Il Yang è, come nella miglior tradizione coreana, estremamente ricco e particolareggiato, ma allo stesso tempo si dimostra sempre leggibile e pulito, anche nelle scene d’azione più concitate. <b>Magistrale è inoltre il ricorso ad un’ampia tessitura chiaroscurale</b>, resa tramite un'efficace combinazione di retini ed un fittissimo tratteggio incrociato, e atta a caricare di emotività le tavole più significative della narrazione. Il chara design, inizialmente più spigoloso, acquista morbidezza col succedersi delle tavole, ed un occhio di riguardo viene sempre prestato alla credibilità ed alla naturalezza delle anatomie, anche per quel che concerne il bestiario; allo stesso tempo però si dimostra una certa versatilità, come nel caso del moderato ricorso ad un nipponicissimo stile caricaturale per alcuni passaggi ironici.
<b>L’edizione J-POP è indubbiamente una delle migliori che questa casa editrice abbia sfornato di recente</b>. La grafica di copertina ed i materiali di qualità utilizzati, contribuiscono a fornire ad ogni albo un aspetto decisamente pregiato. La sovraccoperta è robusta, la resa di stampa è ottima, la carta è bianca, liscia ed esente da evidenti trasparenze, ciò anche grazie alle ricche tavole di Kyung-Il Yang, che raramente lasciano degli spazi bianchi non disegnati. Inoltre non mancano delle belle pagine a colori ad inizio volume, stampate su carta più spessa e patinata.
J-POP poi merita un ulteriore encomio per aver avuto il coraggio di salvare così repentinamente questa opera dal limbo in cui era ormai caduta in Italia, visto che la Play Media Company ne interruppe prematuramente la pubblicazione dopo averne presentato sulla rivista <i>Shogun</i> i primi capitoli, raccolti poi in monografico nei primi tre volumi della serie.
A questo punto ci si augura che venga proposto anche <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Shin+angyo+onshi+gaiden"><i>Shin Angyo Onshi Gaiden</i></a>, una piacevole side story in volume unico del 2007, contenente una serie di racconti che approfondiscono il passato di alcuni protagonisti della serie principale.
Concludendo, In-Wan Youn e Kyung-Il Yang hanno dato vita ad un opera che si può definire, senza aver paura di esagerare, completa sotto ogni aspetto; che rende in sé proficuamente complementari due modi differenti di intendere l’arte sequenziale, quello dei manga e dei manhwa, e che per di più attinge a piene mani dalla storia e dal folclore appartenente a queste differenti, seppur geograficamente prossime, realtà culturali.
Se siete in cerca di una coinvolgente avventura fantasy ben disegnata, e ancor meglio raccontata, che non risparmia digressioni nell’horror, l’action, lo humour ed il sentimentale, allora avete trovato il manga che fa per voi: la lettura di <b>Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi potrebbe riservare non poche soddisfazioni</b>.
EDIT:
Aggiungo un breve commento dopo aver terminato l'intera Opera, perchè sento il bisogno di specificare che Shin Angyo Onshi è andato ben oltre ogni mia più rosea previsione. La trama viene dipanata con una maestria fuori dal comune, abbandonando gli iniziali episodi autoconclusivi per abbracciare gradualmente una macrotrama estremamente ricca e complessa.
Tra lacrime e risate sarà inevitabile affezionarsi a tantissimi personaggi caratterizzati uno meglio dell'altro, e che agiscono in maniera credibile e motivata.
Il finale poi è semplicemente epico, inaspettato e toccante, uno dei migliori che abbia letto.
Imprescindibile le lettura del volume Gaiden, altra piccola chicca.
Tale premessa non vuole essere gratuitamente lusinghiera, ma getta le basi per la comprensione della natura ibrida dei tanti contenuti storico-culturali dell’opera in esame.
<b>Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi</b> è, infatti, un fantasy con una forte caratterizzazione storica; ambientato in un oriente realistico che, al tramonto del XIX secolo, vede decadere le proprie tradizioni e gli equilibri sociali, a causa di una inesorabile occidentalizzazione. Molti sono i cambiamenti introdotti da tale riassetto, tra i tanti l’importazione delle devastanti armi da fuoco.
In tale contesto verosimile, trovano spazio figure e vicende appartenenti al classico canovaccio della “mitologia” Coreana e Giapponese, ed è sempre curioso constatare, anche grazie ai continui approfondimenti che gli autori propongono tra un capitolo e l’altro, come siano frequenti assonanze tra le due tradizioni. È questo il caso delle iniziali citazioni riguardanti <i>La leggenda di Chun Hyang</i>, ben conosciuta in buona parte dell’oriente, anche se con alcune varianti, tant’è che anche le <i>CLAMP</i> se ne sono ispirate per realizzare un <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=La+Leggenda+di+Chun+Hyang">omonimo manga</a>.
Il regno di Jushin (realmente esistito) è decaduto. Angherie e soprusi vengono impunemente consumate ovunque, e la vita di ognuno è perennemente minacciata dalle mostruosità partorite dalla corruzione umana. Contrariamente a quel che si potrebbe pronosticare a questo punto, non assistiamo all’entrata in scena di alcun paladino che lotta per un bene supremo. <b>Munsu è infatti un protagonista inconsueto</b>, come se ne son visti pochi prima: cinico, pragmatico, arrogante, schivo, astuto, che antepone i suoi interessi a qualsiasi altra cosa… come sicuramente nelle intenzioni dell’autore, egli potrebbe risultare decisamente indigesto al lettore sin dalle iniziali battute.
Costui si ritrova a ricoprire, a quanto pare suo malgrado, il ruolo di Angyo Onshi; una sorta di agente governativo (figura anch’essa realmente esistita) che erra per il regno in incognito, al fine di riportare ordine e giustizia dove necessario. Egli sembra in realtà perseguire un fine tutto personale, che lo porta solo accidentalmente ad incrociare il destino di gente povera, vessata ed indigente, di cui in realtà si infischia altamente, deprecandone persino la mancanza di iniziativa con frasi del tipo: <i>“I miracoli non accadono a chi sta fermo ad aspettare l’aiuto del cielo”</i>. La sua è una ricerca maledetta in realtà, la caccia ad un essere diabolico che sembra aver avuto parte attiva nella caduta dell’impero Jushin; ma questi ed altri trascorsi verranno man mano centellinati al lettore con tecniche narrative mai scontate. Il nostro potrà comunque contare sul supporto del suo Mahai, un antico medaglione (ne esistono di tre tipi in realtà) in grado di evocare l’armata fantasma di Jushin al grido di: <i>“Tremate! L’Angyo Onshi è qui!”</i>. Questo mezzo non va però visto come il solito deus ex machina cui l’autore fa ricorso, nei momenti critici, al fine di trarre l’Angyo Onshi fuori d’impaccio. Esso possiede, infatti, delle grosse limitazioni, ed al suo proprietario toccherà far ricorso, piuttosto, alla propria abilità ed al proprio ingegno, oltre che alla cara polvere da sparo.
Nonostante un inizio forse un po’ “classico”, con quel che suona per certi versi come un palese omaggio al primo capitolo di <i>Berserk</i>, il manga abituerà a colpi di scena sin dagli esordi della narrazione, cosa che fornisce nell’immediato un’idea di cosa il lettore dovrà aspettarsi; anche se l’intreccio si farà davvero interessante dopo un paio di volumi. Infatti nei primi l’opera si concentra più su di una sceneggiatura ad episodi autoconclusivi, alcuni con dei picchi di coinvolgimento degni di nota, con i quali però vengono più che altro presentati il contesto ed i vari personaggi. Dopo che a Munsu si saranno infatti uniti la bella Sando ed il buffo Banja, In-Wan Youn abbandona l’iniziale struttura narrativa, per abbracciare uno sviluppo più ampio ed articolato, grondante di <b>misteri e retroscena tutti da svelare</b>.
Da un certo punto in poi il racconto si concentrerà anche su di una importante componente sentimentale, che potrebbe sicuramente risultare gradevole anche alle lettrici che normalmente si tengono lontane da seinen di questo tipo, perché magari aprioristicamente ritenuti un’accozzaglia di violenza e volgarità. Sia ben chiaro: in quest’opera non vi è nessuna traccia di buonismo, ma allo stesso tempo non si nota uno smodato ricorso ad una cattiveria deviata e gratuita; trattasi in definitiva di un particolare equilibrio reso possibile, soprattutto, dalla forte e ben riuscita caratterizzazione dei personaggi dell’opera. Proprio per questa sua completezza, Shin Angyo Onshi potrebbe risultare gradito praticamente a qualsiasi lettore maturo.
Risulta, infine, piacevolmente spiazzante il ricorso ad un certo umorismo che, pur facendo capolino nelle situazioni più impensate, ben riesce a coesistere con le più complesse e toccanti tematiche principali.
Il disegno di Kyung-Il Yang è, come nella miglior tradizione coreana, estremamente ricco e particolareggiato, ma allo stesso tempo si dimostra sempre leggibile e pulito, anche nelle scene d’azione più concitate. <b>Magistrale è inoltre il ricorso ad un’ampia tessitura chiaroscurale</b>, resa tramite un'efficace combinazione di retini ed un fittissimo tratteggio incrociato, e atta a caricare di emotività le tavole più significative della narrazione. Il chara design, inizialmente più spigoloso, acquista morbidezza col succedersi delle tavole, ed un occhio di riguardo viene sempre prestato alla credibilità ed alla naturalezza delle anatomie, anche per quel che concerne il bestiario; allo stesso tempo però si dimostra una certa versatilità, come nel caso del moderato ricorso ad un nipponicissimo stile caricaturale per alcuni passaggi ironici.
<b>L’edizione J-POP è indubbiamente una delle migliori che questa casa editrice abbia sfornato di recente</b>. La grafica di copertina ed i materiali di qualità utilizzati, contribuiscono a fornire ad ogni albo un aspetto decisamente pregiato. La sovraccoperta è robusta, la resa di stampa è ottima, la carta è bianca, liscia ed esente da evidenti trasparenze, ciò anche grazie alle ricche tavole di Kyung-Il Yang, che raramente lasciano degli spazi bianchi non disegnati. Inoltre non mancano delle belle pagine a colori ad inizio volume, stampate su carta più spessa e patinata.
J-POP poi merita un ulteriore encomio per aver avuto il coraggio di salvare così repentinamente questa opera dal limbo in cui era ormai caduta in Italia, visto che la Play Media Company ne interruppe prematuramente la pubblicazione dopo averne presentato sulla rivista <i>Shogun</i> i primi capitoli, raccolti poi in monografico nei primi tre volumi della serie.
A questo punto ci si augura che venga proposto anche <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Shin+angyo+onshi+gaiden"><i>Shin Angyo Onshi Gaiden</i></a>, una piacevole side story in volume unico del 2007, contenente una serie di racconti che approfondiscono il passato di alcuni protagonisti della serie principale.
Concludendo, In-Wan Youn e Kyung-Il Yang hanno dato vita ad un opera che si può definire, senza aver paura di esagerare, completa sotto ogni aspetto; che rende in sé proficuamente complementari due modi differenti di intendere l’arte sequenziale, quello dei manga e dei manhwa, e che per di più attinge a piene mani dalla storia e dal folclore appartenente a queste differenti, seppur geograficamente prossime, realtà culturali.
Se siete in cerca di una coinvolgente avventura fantasy ben disegnata, e ancor meglio raccontata, che non risparmia digressioni nell’horror, l’action, lo humour ed il sentimentale, allora avete trovato il manga che fa per voi: la lettura di <b>Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi potrebbe riservare non poche soddisfazioni</b>.
EDIT:
Aggiungo un breve commento dopo aver terminato l'intera Opera, perchè sento il bisogno di specificare che Shin Angyo Onshi è andato ben oltre ogni mia più rosea previsione. La trama viene dipanata con una maestria fuori dal comune, abbandonando gli iniziali episodi autoconclusivi per abbracciare gradualmente una macrotrama estremamente ricca e complessa.
Tra lacrime e risate sarà inevitabile affezionarsi a tantissimi personaggi caratterizzati uno meglio dell'altro, e che agiscono in maniera credibile e motivata.
Il finale poi è semplicemente epico, inaspettato e toccante, uno dei migliori che abbia letto.
Imprescindibile le lettura del volume Gaiden, altra piccola chicca.
<i>"Tremate, l'Angyo Onshi è qui!"</i>
Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi è stata una rivelazione. Si tratta del mio primo manhwa (ovvero un fumetto coreano) e mi è piaciuto veramente tanto.
La storia è ambientata in un mondo che rievoca la Corea feudale e ruota attorno alle avventure di Munsu, uno degli ultimi Angyo Onshi rimasti. Ma chi sono gli Angyo Onshi? Gli Angyo Onshi sono degli agenti segreti, mandati dal re del regno di Jushin a portare la giustizia laddove regni il disordine. Il regno di Jushin è però decaduto. Tuttavia, v'è ancora un Angyo Onshi che vaga per il mondo a portare quel messaggio di giustizia che costituisce l'ultima speranza della "povera" gente. Il regno di Jushin non esiste più, è stato spartito in numerosi feudi controllati e tiranneggiati da signorotti locali.
Nel leggere l'opera, può sembrare che il manhwa prosegua il suo percorso narrativo per episodi, ma successivamente, si viene a notare che il peregrinare di Munsu non è casuale. Munsu ha uno scopo ben preciso...
Blade of the Phantom Master - Shin Angyo Onshi è stata una rivelazione. Si tratta del mio primo manhwa (ovvero un fumetto coreano) e mi è piaciuto veramente tanto.
La storia è ambientata in un mondo che rievoca la Corea feudale e ruota attorno alle avventure di Munsu, uno degli ultimi Angyo Onshi rimasti. Ma chi sono gli Angyo Onshi? Gli Angyo Onshi sono degli agenti segreti, mandati dal re del regno di Jushin a portare la giustizia laddove regni il disordine. Il regno di Jushin è però decaduto. Tuttavia, v'è ancora un Angyo Onshi che vaga per il mondo a portare quel messaggio di giustizia che costituisce l'ultima speranza della "povera" gente. Il regno di Jushin non esiste più, è stato spartito in numerosi feudi controllati e tiranneggiati da signorotti locali.
Nel leggere l'opera, può sembrare che il manhwa prosegua il suo percorso narrativo per episodi, ma successivamente, si viene a notare che il peregrinare di Munsu non è casuale. Munsu ha uno scopo ben preciso...
Molto tempo fa potenti agenti chiamati Angyo Onshi vissero a Jushin, regione dell'estremo oriente. Sotto mentite spoglie visitavano il paese come ambasciatori del re; il loro compito era debellare le malefatte e portare la giustizia difendendo i più deboli. Anche oggi, nonostante il regno di Jushin sia decaduto, vi è ancora un angyo onshi che agisce nell'ombra, il suo nome è Musou.
Questo è il preludio della storia di questo fantastico manga, che mi ha incantato fin dalle primissime pagine. La storia è ben orchestrata, i disegni sono fantastici e i protagonisti caratterizzati in modo davvero unico.
Do 9 solo perchè ne ho letto solo un volume, ma se il proseguire della storia si rivelerà di questo livello allora diventerà sicuramente un 10.
Questo è il preludio della storia di questo fantastico manga, che mi ha incantato fin dalle primissime pagine. La storia è ben orchestrata, i disegni sono fantastici e i protagonisti caratterizzati in modo davvero unico.
Do 9 solo perchè ne ho letto solo un volume, ma se il proseguire della storia si rivelerà di questo livello allora diventerà sicuramente un 10.
Lavoro spettacolare! L'inizio della riscossa dei Manhwa, a mio avviso!
La storia ha luogo nell'antica Corea, in periodo pieno di leggende e miti, e proprio da dei veri miti prendono spunto gli autori per creare questa storia splendida!
Purtroppo al momento la pubblicazione è ferma in Italia, io ho letto tutti i volumi usciti in italiano più vari in inglese e non vedo l'ora che la JPOP porti a termine la pubblicazione iniziata e poi interrotta dalla PlayPress.
I personaggi sono davvero splendidi, molto ben definiti e pieni di sfaccettature.
I disegni sono mozzafiato e la storia non scade mai in punti morti, filando liscia e piacevole.
Lo consiglio a tutti coloro che amano le storia basate su leggende e miti realmente esistenti e a tutti coloro che amano il manga coreano!
La storia ha luogo nell'antica Corea, in periodo pieno di leggende e miti, e proprio da dei veri miti prendono spunto gli autori per creare questa storia splendida!
Purtroppo al momento la pubblicazione è ferma in Italia, io ho letto tutti i volumi usciti in italiano più vari in inglese e non vedo l'ora che la JPOP porti a termine la pubblicazione iniziata e poi interrotta dalla PlayPress.
I personaggi sono davvero splendidi, molto ben definiti e pieni di sfaccettature.
I disegni sono mozzafiato e la storia non scade mai in punti morti, filando liscia e piacevole.
Lo consiglio a tutti coloro che amano le storia basate su leggende e miti realmente esistenti e a tutti coloro che amano il manga coreano!