Al Tempo di Papà
La storia di un uomo che è stato in conflitto con il padre per molto tempo e che al funerale di quest’ultimo inizia a ricordare la sua figura ed inizia ad avere rimpianti.
La storia si svolge sia nel presente che nel passato, nel paese di Tottori, paese natale dell’autore; questo fumetto per lui è un modo per chiedere scusa della lunga assenza. Nel fumetto la storia del padre è una storia come tante nel dopoguerra, con l’occupazione degli americani, il lavoro da barbiere, la costruzione di una famiglia, con il grosso problema di un incendio, la ricostruzione del lavoro, l'infedeltà della moglie, il divorzio e il risposarsi dopo poco tempo. Ma questa storia è vista dagli occhi del figlio che, da quando la madre se n’è andata, non è più riuscito ad interagire con il padre perché lo incolpava del divorzio, e trasferendosi a Tokio ha trovato una scusa per sottrarsi al dover ereditare il salone da barbiere, come avrebbero voluto il padre e lo zio.
Molte cose non mi sono andate molto giù nei concetti espressi dai personaggi, che io ho riscontrato anche nella realtà: esempio la moglie che è infedele al marito siccome lui pensa solo al lavoro, cosa che assolutamente non condivido o quando con tutto quello che è successo con il protagonista, la sorella dello stesso dice di non volere che il figlio vada all'università di Tokyo perché teme di non vederlo più, sono cose che m’irritano e non poco. Insomma al tempo di papà rievoca ricordi e sensazioni anche a chi ha ancora i genitori, ma soprattutto al paese che lasci quando decidi di andare via, quando si ritornerà nel luogo dove si è partito, ci ricorderemo di tutte le persone che abbiamo conosciuto nel corso della vita e il paese che sì e tanto amato o odiato e ci accorgeremo che non è cambiato per niente. Il disegno sempre sublime e realistico a massimi livelli e lo stile è sempre da graphic novel.
La storia si svolge sia nel presente che nel passato, nel paese di Tottori, paese natale dell’autore; questo fumetto per lui è un modo per chiedere scusa della lunga assenza. Nel fumetto la storia del padre è una storia come tante nel dopoguerra, con l’occupazione degli americani, il lavoro da barbiere, la costruzione di una famiglia, con il grosso problema di un incendio, la ricostruzione del lavoro, l'infedeltà della moglie, il divorzio e il risposarsi dopo poco tempo. Ma questa storia è vista dagli occhi del figlio che, da quando la madre se n’è andata, non è più riuscito ad interagire con il padre perché lo incolpava del divorzio, e trasferendosi a Tokio ha trovato una scusa per sottrarsi al dover ereditare il salone da barbiere, come avrebbero voluto il padre e lo zio.
Molte cose non mi sono andate molto giù nei concetti espressi dai personaggi, che io ho riscontrato anche nella realtà: esempio la moglie che è infedele al marito siccome lui pensa solo al lavoro, cosa che assolutamente non condivido o quando con tutto quello che è successo con il protagonista, la sorella dello stesso dice di non volere che il figlio vada all'università di Tokyo perché teme di non vederlo più, sono cose che m’irritano e non poco. Insomma al tempo di papà rievoca ricordi e sensazioni anche a chi ha ancora i genitori, ma soprattutto al paese che lasci quando decidi di andare via, quando si ritornerà nel luogo dove si è partito, ci ricorderemo di tutte le persone che abbiamo conosciuto nel corso della vita e il paese che sì e tanto amato o odiato e ci accorgeremo che non è cambiato per niente. Il disegno sempre sublime e realistico a massimi livelli e lo stile è sempre da graphic novel.
Dopo tanto tempo ho deciso di leggere qualcosa di Jiro Taniguchi, mangaka morto tre anni fa che si è lasciato dietro la fama di essere uno dei più grandi autori di seinen.
Cosa mi ha sempre impedito di approcciarlo?
Il tratto dei suoi personaggi. Secondo me non è “bello” a vedersi come in altri mangaka e, non facendo parte della generazione di Tezuka, Ishinomori o Yokohama é qualcosa che generalmente non perdono o perdono a pochi…. Se vogliamo poi spiegare il motivo per cui non amo questo tratto é perché e molto occidentale, un tratto simile al fumetto d’autore francese piuttosto che al fumetto di massa giapponese.
Pur partendo con questo grave difetto ho trovato la storia di questo manga interessante, sia pur non innovativa o straordinaria; la storia verte su un figlio che scopre che il padre, che non vedeva da anni, non era cattivo come se lo ricordava, qui dovrei fare un excursus narrativo, ma penso che direi troppo della trama di un volume unico caratterizzato dalla lunghezza di meno di trecento pagine, la cui edizione più economica costa 9,90 euro ed è uscita nel 2019 con La Gazzetta dello Sport.
Io ho invece letto la prima edizione arrivata in Italia per la Panini nel lontano 2001, caratterizzata da una lettura all’occidentale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Il mio voto, tenuto conto del fatto che con questo tipo di disegno non potevo partire da 10, è 7: la storia mi è piaciuta nella sua semplicità, ma non mi ha dato nessuna sensazione particolare, tipo la malinconia: essendo stato anch'io un figlio freddo verso la famiglia nell’infanzia ero potenzialmente in grado di immedesimarmi nei personaggi. Ma la mia freddezza caratteriale è poi stata vinta mentre quest’ostinato salarymen che non va mai a trovare i suoi genitori (padre e madre) e aspetta che gli facciano capire le cose quando è ormai tardi… beh è un io che non sono per fortuna stato e che sinceramente mi sembra estraneo alla vita: non perdona il padre che si è lasciato con la madre, ma non perdona neanche la madre per essersi fatta un'altra famiglia, non è solo freddo, come me, è cattivo, mi è sempre piaciuta la parabola del figlio prodigo ma qui non ne vedo l’emozione, il protagonista è pentito? Forse, ma non riesce a commuovermi, non sembra portatore di un turbamento intenso. Alla fine la storia si trasforma solo in una buona lettura che lascia poco agli occhi e al cuore.
Cosa mi ha sempre impedito di approcciarlo?
Il tratto dei suoi personaggi. Secondo me non è “bello” a vedersi come in altri mangaka e, non facendo parte della generazione di Tezuka, Ishinomori o Yokohama é qualcosa che generalmente non perdono o perdono a pochi…. Se vogliamo poi spiegare il motivo per cui non amo questo tratto é perché e molto occidentale, un tratto simile al fumetto d’autore francese piuttosto che al fumetto di massa giapponese.
Pur partendo con questo grave difetto ho trovato la storia di questo manga interessante, sia pur non innovativa o straordinaria; la storia verte su un figlio che scopre che il padre, che non vedeva da anni, non era cattivo come se lo ricordava, qui dovrei fare un excursus narrativo, ma penso che direi troppo della trama di un volume unico caratterizzato dalla lunghezza di meno di trecento pagine, la cui edizione più economica costa 9,90 euro ed è uscita nel 2019 con La Gazzetta dello Sport.
Io ho invece letto la prima edizione arrivata in Italia per la Panini nel lontano 2001, caratterizzata da una lettura all’occidentale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Il mio voto, tenuto conto del fatto che con questo tipo di disegno non potevo partire da 10, è 7: la storia mi è piaciuta nella sua semplicità, ma non mi ha dato nessuna sensazione particolare, tipo la malinconia: essendo stato anch'io un figlio freddo verso la famiglia nell’infanzia ero potenzialmente in grado di immedesimarmi nei personaggi. Ma la mia freddezza caratteriale è poi stata vinta mentre quest’ostinato salarymen che non va mai a trovare i suoi genitori (padre e madre) e aspetta che gli facciano capire le cose quando è ormai tardi… beh è un io che non sono per fortuna stato e che sinceramente mi sembra estraneo alla vita: non perdona il padre che si è lasciato con la madre, ma non perdona neanche la madre per essersi fatta un'altra famiglia, non è solo freddo, come me, è cattivo, mi è sempre piaciuta la parabola del figlio prodigo ma qui non ne vedo l’emozione, il protagonista è pentito? Forse, ma non riesce a commuovermi, non sembra portatore di un turbamento intenso. Alla fine la storia si trasforma solo in una buona lettura che lascia poco agli occhi e al cuore.
"Mio padre che dorme nella bara mi sembra rimpicciolito. Mi pento di non averlo potuto assistere nei suoi ultimi momenti. Mio padre... se ne è andato lasciando in me il rancore che covavo da piccolo..."
"Al tempo di papà" è un manga ideato, scritto e disegnato dal famoso Jiro Taniguchi, uno dei più grandi mangaka giapponesi di sempre.
L’opera, formata da un unico volume, fu realizzata e pubblicata per la prima volta in Giappone nel 1994. Oggi, in Italia, è possibile leggere "Al tempo di papà" in quattro differenti edizioni grazie a Planet Manga, la quale portò nel nostro paese questa bellissima opera nel 2001.
TRAMA
Tokyo, anni ’90. Durante una giornata lavorativa qualsiasi, una chiamata sconvolge Yoichi: all’età di 76 anni suo padre Takeshi è morto. Si presenta così l’occasione per il protagonista di far ritorno a Tottori, il suo paese natio dalla quale manca da ben quindici anni. Yoichi, triste e malinconico, fa i bagagli e parte dall'aeroporto di Haneda con il volo del pomeriggio alla volta di Tottori, a un’ora di strada. Una volta uscito dall'aeroporto Yoichi fatica a riconoscere il suo paese natale ma, appena l’autobus si addentra tra le vie del centro, numerosi ricordi tornano alla mente dell’uomo. Una volta giunto alla casa del padre, un noto e stimato barbiere, i familiari, inaspettatamente, non lo accolgono con indifferenza o rancore per via della sua lunga assenza ma con amore, un amore forse troppo poco presente nella vita di Yoichi. Pentito ed amareggiato per le sue mancanze come figlio, Yoichi prega davanti al padre, prima che alcuni suoi famigliari, in particolar modo lo zio Daisuke, comincino a raccontare la lunga vita del defunto Takeshi.
Attraverso il racconto dei suoi famigliari tornano alla mente di Yoichi gli eventi che hanno cambiato la vita del padre, il primo matrimonio finito non bene, il tragico incendio di Tottori dell’anno 27 dell’epoca Showa, la nuova moglie e tanti altri ricordi che sconvolgeranno per sempre il ricordo che Yoichi aveva di suo padre, alla scoperta di un uomo onesto e valoroso che, purtroppo, non era riuscito a comprendere nel migliore dei modi quando era ancora in vita.
Che dire della trama? Semplicità. Una caratteristica che forse nei moderni seinen si sta un po’ perdendo. Jiro Taniguchi cerca di far vivere al lettore delle sensazioni molto forti catapultandolo in un mondo comune con situazioni che potrebbero essere vissute da chiunque.Tutta la trama non fa altro che giocare su un confronto psicologico tra il figlio, con la sua considerazione riguardo al padre, e il ricordo ancora molto vivo del padre, alimentato e sostenuto da coloro che gli sono sempre rimasti accanto. Una trama semplice attraverso cui Taniguchi vuole esprimere emozioni, riuscendoci ovviamente.
Dal punto di vista della trama Taniguchi è un maestro, la narrazione lenta e calma invoglia il lettore a riflettere ancor meglio, invitandolo ad immergersi nel racconto e facendosi trasportare dalle stupende immagini.
DISEGNO
Punto forte dell’opera sono appunto le immagini, le quali, come appunto scritto qui sopra, riescono a far pensare il lettore, facendolo vivere all'interno dell’opera. A parer mio, dal punto di vista stilistico e tecnico, Jiro Taniguchi, per quanto riguarda la matita, o si ama o si odia. Il tratto dei suoi disegni è molto realistico, molto originale e non modellato sugli schemi del disegno classico per manga sottomesso all'industria economia del fumetto. Inoltre, come l’autore stesso ha più volte sottolineato, il suo stile di disegno è stato molto influenzato nel corso della sua carriera dal fumetto occidentale, principalmente quello francese. Tutto ciò ha portato ad uno stile tutto suo, riconoscibile ad un primo sguardo. I suoi disegni a parer mio sono di una complessità talmente perfetta che diventano semplici ad un primo sguardo. Sono disegni molto curati che, a parer mio, non diventano mai pesanti e non stancano mai l’occhio del lettore che, anzi, trae da essi godimento.
EDIZIONE
In Italia, oggi, è possibile acquistare L’uomo che cammina in quattro diverse edizioni: quella classica del 2001 citata sopra della Planet Manga, un’altra della Planet Manga facente parte della collana “Taniguchi Collection” e un’ulteriore, sempre della Planet Manga, inserita nella collana “Taniguchi Deluxe Collection”. Un’ultima edizione, per la quale vorrei spendere qualche parola in più, è quella de La Gazzetta dello Sport, ovviamente realizzata in collaborazione con Planet Manga, che ha deciso in questo periodo di lanciare nelle edicole, a cadenza settimanale, trenta tra le più famose opere di Jiro Taniguchi al prezzo di soli 9,90€.
Quest’ultima è un’edizione con copertina flessibile, senza sovraccoperta, con alette ai lati e con alcune pagine a colori. Personalmente ho avuto modo di leggere quest’opera proprio grazie a questa economica edizione che, sicuramente, non sarà pregiata tanto quanto le precedenti ma che in rapporto qualità/prezzo non ha nulla da invidiare alle altre.
"Al tempo di papà" è un romanzo a fumetti, non un semplice manga: è un’opera d’arte di uno dei più grandi artisti del panorama giapponese, e forse anche mondiale, degli ultimi anni.
Un’opera sicuramente non facile, da prendere in considerazione con estrema calma e da leggere dopo un minimo di riflessione, con la mente libera. Il motivo per cui consiglio di affrontare "Al tempo di papà" con una determinata modalità di lettura sta nella comprensione dell’opera stessa: non bisogna fermarsi al primo livello di lettura, bisogna invece scavare in profondità.
Consiglio quest’opera a tutti gli appassionati di Taniguchi, a chi si ritrova per la prima volta fra le mani una sua opera e a chi ama perdersi tra le emozioni, le sensazione, i ricordi e i pensieri nati dalla matita del genio giapponese di Tottori.
"Al tempo di papà" è un manga ideato, scritto e disegnato dal famoso Jiro Taniguchi, uno dei più grandi mangaka giapponesi di sempre.
L’opera, formata da un unico volume, fu realizzata e pubblicata per la prima volta in Giappone nel 1994. Oggi, in Italia, è possibile leggere "Al tempo di papà" in quattro differenti edizioni grazie a Planet Manga, la quale portò nel nostro paese questa bellissima opera nel 2001.
TRAMA
Tokyo, anni ’90. Durante una giornata lavorativa qualsiasi, una chiamata sconvolge Yoichi: all’età di 76 anni suo padre Takeshi è morto. Si presenta così l’occasione per il protagonista di far ritorno a Tottori, il suo paese natio dalla quale manca da ben quindici anni. Yoichi, triste e malinconico, fa i bagagli e parte dall'aeroporto di Haneda con il volo del pomeriggio alla volta di Tottori, a un’ora di strada. Una volta uscito dall'aeroporto Yoichi fatica a riconoscere il suo paese natale ma, appena l’autobus si addentra tra le vie del centro, numerosi ricordi tornano alla mente dell’uomo. Una volta giunto alla casa del padre, un noto e stimato barbiere, i familiari, inaspettatamente, non lo accolgono con indifferenza o rancore per via della sua lunga assenza ma con amore, un amore forse troppo poco presente nella vita di Yoichi. Pentito ed amareggiato per le sue mancanze come figlio, Yoichi prega davanti al padre, prima che alcuni suoi famigliari, in particolar modo lo zio Daisuke, comincino a raccontare la lunga vita del defunto Takeshi.
Attraverso il racconto dei suoi famigliari tornano alla mente di Yoichi gli eventi che hanno cambiato la vita del padre, il primo matrimonio finito non bene, il tragico incendio di Tottori dell’anno 27 dell’epoca Showa, la nuova moglie e tanti altri ricordi che sconvolgeranno per sempre il ricordo che Yoichi aveva di suo padre, alla scoperta di un uomo onesto e valoroso che, purtroppo, non era riuscito a comprendere nel migliore dei modi quando era ancora in vita.
Che dire della trama? Semplicità. Una caratteristica che forse nei moderni seinen si sta un po’ perdendo. Jiro Taniguchi cerca di far vivere al lettore delle sensazioni molto forti catapultandolo in un mondo comune con situazioni che potrebbero essere vissute da chiunque.Tutta la trama non fa altro che giocare su un confronto psicologico tra il figlio, con la sua considerazione riguardo al padre, e il ricordo ancora molto vivo del padre, alimentato e sostenuto da coloro che gli sono sempre rimasti accanto. Una trama semplice attraverso cui Taniguchi vuole esprimere emozioni, riuscendoci ovviamente.
Dal punto di vista della trama Taniguchi è un maestro, la narrazione lenta e calma invoglia il lettore a riflettere ancor meglio, invitandolo ad immergersi nel racconto e facendosi trasportare dalle stupende immagini.
DISEGNO
Punto forte dell’opera sono appunto le immagini, le quali, come appunto scritto qui sopra, riescono a far pensare il lettore, facendolo vivere all'interno dell’opera. A parer mio, dal punto di vista stilistico e tecnico, Jiro Taniguchi, per quanto riguarda la matita, o si ama o si odia. Il tratto dei suoi disegni è molto realistico, molto originale e non modellato sugli schemi del disegno classico per manga sottomesso all'industria economia del fumetto. Inoltre, come l’autore stesso ha più volte sottolineato, il suo stile di disegno è stato molto influenzato nel corso della sua carriera dal fumetto occidentale, principalmente quello francese. Tutto ciò ha portato ad uno stile tutto suo, riconoscibile ad un primo sguardo. I suoi disegni a parer mio sono di una complessità talmente perfetta che diventano semplici ad un primo sguardo. Sono disegni molto curati che, a parer mio, non diventano mai pesanti e non stancano mai l’occhio del lettore che, anzi, trae da essi godimento.
EDIZIONE
In Italia, oggi, è possibile acquistare L’uomo che cammina in quattro diverse edizioni: quella classica del 2001 citata sopra della Planet Manga, un’altra della Planet Manga facente parte della collana “Taniguchi Collection” e un’ulteriore, sempre della Planet Manga, inserita nella collana “Taniguchi Deluxe Collection”. Un’ultima edizione, per la quale vorrei spendere qualche parola in più, è quella de La Gazzetta dello Sport, ovviamente realizzata in collaborazione con Planet Manga, che ha deciso in questo periodo di lanciare nelle edicole, a cadenza settimanale, trenta tra le più famose opere di Jiro Taniguchi al prezzo di soli 9,90€.
Quest’ultima è un’edizione con copertina flessibile, senza sovraccoperta, con alette ai lati e con alcune pagine a colori. Personalmente ho avuto modo di leggere quest’opera proprio grazie a questa economica edizione che, sicuramente, non sarà pregiata tanto quanto le precedenti ma che in rapporto qualità/prezzo non ha nulla da invidiare alle altre.
"Al tempo di papà" è un romanzo a fumetti, non un semplice manga: è un’opera d’arte di uno dei più grandi artisti del panorama giapponese, e forse anche mondiale, degli ultimi anni.
Un’opera sicuramente non facile, da prendere in considerazione con estrema calma e da leggere dopo un minimo di riflessione, con la mente libera. Il motivo per cui consiglio di affrontare "Al tempo di papà" con una determinata modalità di lettura sta nella comprensione dell’opera stessa: non bisogna fermarsi al primo livello di lettura, bisogna invece scavare in profondità.
Consiglio quest’opera a tutti gli appassionati di Taniguchi, a chi si ritrova per la prima volta fra le mani una sua opera e a chi ama perdersi tra le emozioni, le sensazione, i ricordi e i pensieri nati dalla matita del genio giapponese di Tottori.
La mia prima lettura di Jiro Taniguchi, assai acclamato a livello mondiale. Devo dire che questo volume è una delizia per gli occhi, un tratto preciso e meticoloso, e una narrazione scorrevole e ricca di emozioni.
La storia ruota intorno a una classica famiglia giapponese, ci si possono rispecchiare in tanti.
Il padre, barbiere appassionato, vive con la moglie e i due figli. La storia è narrata dal punto di vista del figlio minore che oggi, adulto con sede a Tokyo, riceve la notizia che il padre è morto e si reca nel suo paese natio, tipicamente rurale, per la veglia funebre.
Una volta messo piede in quella terra ricca di ricordi, il protagonista viene invaso da un senso di nostalgia. Parlando con i parenti che non vedeva da tantissimi anni, ripercorriamo la storia della sua famiglia: l'unione ai primi tempi; l'incendio che bruciò buona parte del paese mettendo in ginocchio diverse famiglie e incrinando il rapporto coniugale; il divorzio mai digerito e il pesantissimo rancore mai sopito nei confronti di entrambi i genitori.
Dal divorzio il nostro protagonista coverà un distacco emotivo sopratutto dal padre, e tenterà di allontanarsi dalla famiglia il prima possibile, ma oggi, adulto e proveniente da una grande metropoli, si rende conto di quanto gli affetti siano importanti e di quanto abbia trascurato la sua famiglia, pentendosi.
È impossibile non provare empatia per lui e le sue avventure.
Il volume si legge in un soffio, una lettura emozionante che consiglio vivamente a tutti.
Sicuramente leggerò altri volumi del maestro Jiro Taniguchi.
La storia ruota intorno a una classica famiglia giapponese, ci si possono rispecchiare in tanti.
Il padre, barbiere appassionato, vive con la moglie e i due figli. La storia è narrata dal punto di vista del figlio minore che oggi, adulto con sede a Tokyo, riceve la notizia che il padre è morto e si reca nel suo paese natio, tipicamente rurale, per la veglia funebre.
Una volta messo piede in quella terra ricca di ricordi, il protagonista viene invaso da un senso di nostalgia. Parlando con i parenti che non vedeva da tantissimi anni, ripercorriamo la storia della sua famiglia: l'unione ai primi tempi; l'incendio che bruciò buona parte del paese mettendo in ginocchio diverse famiglie e incrinando il rapporto coniugale; il divorzio mai digerito e il pesantissimo rancore mai sopito nei confronti di entrambi i genitori.
Dal divorzio il nostro protagonista coverà un distacco emotivo sopratutto dal padre, e tenterà di allontanarsi dalla famiglia il prima possibile, ma oggi, adulto e proveniente da una grande metropoli, si rende conto di quanto gli affetti siano importanti e di quanto abbia trascurato la sua famiglia, pentendosi.
È impossibile non provare empatia per lui e le sue avventure.
Il volume si legge in un soffio, una lettura emozionante che consiglio vivamente a tutti.
Sicuramente leggerò altri volumi del maestro Jiro Taniguchi.
Se si parla di graphic novel, Jiro Taniguchi figura indubbiamente tra i nomi più altisonanti e rispettati del panorama fumettistico non solo giapponese ma addirittura mondiale. Il sensei vanta una carriera incredibilmente prolifica e variegata, con all'attivo quasi cinquanta opere che spaziano dallo sport alla fantascienza, dallo storico al western. Taniguchi è probabilmente il più europeo tra i mangaka, con un stile narrativo dolce e mite ed un disegno realistico e minimale, che trova negli "Slice of life" la sua massima espressione artistica. Tra i suoi lavori migliori spicca senz'altro "Al tempo di papà" opera dell'ormai lontano 1994.
Youichi torna al suo paese natio per la morte del padre. Nonostante la sua lunga assenza troverà un ambiente caloroso ed una famiglia pronta ad accoglierlo senza il giudizio di chi sta dalla parte della ragione. Inizierà un viaggio interiore tra traumi e dolci ricordi, alla riscoperta di un genitore onesto e giusto, che Youchi finché era in vita non è riuscito a comprendere.
La forza di questo manga risiede proprio nella sceneggiatura lenta e sobria, che emoziona con un realismo che ha reso il sensei tanto amato dal suo publico. I personaggi, estremamente umani e mai caricaturali, sono in perfetta simbiosi con la verosimiglianza della storia, la quale coinvolge con semplicità senza chissà quali colpi di scena. Questo fumetto non ha antagonisti o personaggi forzatamente cattivi, piuttosto saranno gli eventi e/o le incomprensioni a sfaldare e compromettere i rapporti.
L'assenza di un padre agli occhi di un bambino è ingombrante ed ingiustificabile, poco importano le motivazioni. Ed ecco che un uomo fin troppo ligio ai suoi doveri viene frainteso e plasmato come figura negativa dai ricordi di suo figlio. Ma quando capisce è troppo tardi, non gli resta che parlare ad una foto su una lapide con il cuore spezzato e gli occhi gonfi di lacrime. Subentra il pentimento, il rimpianto di non aver agito quando realmente poteva. Il sentiero tra passato e presente, per quanto ora abbia assunto nuove forme, è a senso unico, non può tornare indietro. Il messaggio dell'autore in questo è molto chiaro: apprezzare ciò che hai e farlo nell'immediato presente, non solo quando lo hai perso.
Taniguchi confeziona un'opera matura, semplice nella sua forma ma complessa nella sua interpretazione. Alcuni potranno trovarla noiosa, ma chiunque avrà la sensibilità che l'autore punta a stimolare non potrà non farsi coinvolgere da una delle opere più importanti di un uomo che con le sue storie ha insegnato tanto.
Sayonara Jiro.
Voto: 8,5
Youichi torna al suo paese natio per la morte del padre. Nonostante la sua lunga assenza troverà un ambiente caloroso ed una famiglia pronta ad accoglierlo senza il giudizio di chi sta dalla parte della ragione. Inizierà un viaggio interiore tra traumi e dolci ricordi, alla riscoperta di un genitore onesto e giusto, che Youchi finché era in vita non è riuscito a comprendere.
La forza di questo manga risiede proprio nella sceneggiatura lenta e sobria, che emoziona con un realismo che ha reso il sensei tanto amato dal suo publico. I personaggi, estremamente umani e mai caricaturali, sono in perfetta simbiosi con la verosimiglianza della storia, la quale coinvolge con semplicità senza chissà quali colpi di scena. Questo fumetto non ha antagonisti o personaggi forzatamente cattivi, piuttosto saranno gli eventi e/o le incomprensioni a sfaldare e compromettere i rapporti.
L'assenza di un padre agli occhi di un bambino è ingombrante ed ingiustificabile, poco importano le motivazioni. Ed ecco che un uomo fin troppo ligio ai suoi doveri viene frainteso e plasmato come figura negativa dai ricordi di suo figlio. Ma quando capisce è troppo tardi, non gli resta che parlare ad una foto su una lapide con il cuore spezzato e gli occhi gonfi di lacrime. Subentra il pentimento, il rimpianto di non aver agito quando realmente poteva. Il sentiero tra passato e presente, per quanto ora abbia assunto nuove forme, è a senso unico, non può tornare indietro. Il messaggio dell'autore in questo è molto chiaro: apprezzare ciò che hai e farlo nell'immediato presente, non solo quando lo hai perso.
Taniguchi confeziona un'opera matura, semplice nella sua forma ma complessa nella sua interpretazione. Alcuni potranno trovarla noiosa, ma chiunque avrà la sensibilità che l'autore punta a stimolare non potrà non farsi coinvolgere da una delle opere più importanti di un uomo che con le sue storie ha insegnato tanto.
Sayonara Jiro.
Voto: 8,5
Al tempo di papà è la prima opera di Jiro Taniguchi che abbia mai letto e resta tuttora quella che ho più apprezzato. Un piccolo gioiello capace di entrare nel cuore del lettore con la sua estrema semplicità.
Una telefonata annuncia a Youichi che suo padre, Takeshi, è morto. E' quindi giunto il momento per lui di tornare al suo paese natale, Tottori. Non ci torna da quasi 15 anni, nonostante sia a solo un'ora di strada da Tokyo, dove ora l'uomo vive felice con la moglie.
"Riesco a ricordarmi solo la dolce immagine di mia madre. Mio padre lavorava sempre. Ora penso a mio padre sempre di spalle".
E' questa l'immagine che Youichi ha di suo padre: un gran lavoratore che ha dedicato troppo poco tempo alla propria famiglia. Ai suoi occhi da bambino, quando faceva ancora seconda elementare, se la sua amata madre se ne era andata di casa, il motivo era proprio questo. Non glielo ha mai perdonato ed è soprattutto a causa di questo rancore che appena ha potuto ha deciso di abbandonare il suo paese natale per rifarsi una nuova vita altrove.
Tornato a Tottori, durante la veglia funebre, l'incontro con parenti e amici, è l'occasione per un lungo viaggio nel passato e riscoprire attraverso i loro racconti una nuova immagine del padre, decritto come un uomo sensibile, premuroso e dall'animo gentile, molto diverso da come Youichi si ricordava.
Al tempo di papà è una storia delicata, malinconica, commovente e che ci fa capire come a volte il nostro orgoglio ci porti a fare scelte sbagliate. Talvolta sarebbe bene metterlo da parte, trovare il coraggio di affrontare una discussione avendo l'umiltà di provare a rivedere anche la nostra posizione, perché potremmo anche essere noi quelli nel torto. Occorre però farlo il prima possibile, perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi e quando è troppo tardi rendersene poi conto fa male, male da morire. Non si può più tornare indietro, se non con la mente, se non con i ricordi e allora è poi tempo di rimpianti e pianti.
Il realismo del tratto di Taniguchi ben si sposa con il tipo di storia che racconta, con i suoi personaggi eccezionali nella loro normalità e naturalezza. Uno spaccato di vita in cui è sorprendentemente facile immergersi ed emozionarsi, immedesimandosi soprattutto in Youichi, il protagonista insieme al padre di questa storia: due personaggi così veri come non si sono mai visti. Al tempo di papà è molto di più che semplice intrattenimento, perché è uno di quei fumetti capaci di far riflettere e di lasciarci qualcosa dentro. Imperdibile.
Una telefonata annuncia a Youichi che suo padre, Takeshi, è morto. E' quindi giunto il momento per lui di tornare al suo paese natale, Tottori. Non ci torna da quasi 15 anni, nonostante sia a solo un'ora di strada da Tokyo, dove ora l'uomo vive felice con la moglie.
"Riesco a ricordarmi solo la dolce immagine di mia madre. Mio padre lavorava sempre. Ora penso a mio padre sempre di spalle".
E' questa l'immagine che Youichi ha di suo padre: un gran lavoratore che ha dedicato troppo poco tempo alla propria famiglia. Ai suoi occhi da bambino, quando faceva ancora seconda elementare, se la sua amata madre se ne era andata di casa, il motivo era proprio questo. Non glielo ha mai perdonato ed è soprattutto a causa di questo rancore che appena ha potuto ha deciso di abbandonare il suo paese natale per rifarsi una nuova vita altrove.
Tornato a Tottori, durante la veglia funebre, l'incontro con parenti e amici, è l'occasione per un lungo viaggio nel passato e riscoprire attraverso i loro racconti una nuova immagine del padre, decritto come un uomo sensibile, premuroso e dall'animo gentile, molto diverso da come Youichi si ricordava.
Al tempo di papà è una storia delicata, malinconica, commovente e che ci fa capire come a volte il nostro orgoglio ci porti a fare scelte sbagliate. Talvolta sarebbe bene metterlo da parte, trovare il coraggio di affrontare una discussione avendo l'umiltà di provare a rivedere anche la nostra posizione, perché potremmo anche essere noi quelli nel torto. Occorre però farlo il prima possibile, perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi e quando è troppo tardi rendersene poi conto fa male, male da morire. Non si può più tornare indietro, se non con la mente, se non con i ricordi e allora è poi tempo di rimpianti e pianti.
Il realismo del tratto di Taniguchi ben si sposa con il tipo di storia che racconta, con i suoi personaggi eccezionali nella loro normalità e naturalezza. Uno spaccato di vita in cui è sorprendentemente facile immergersi ed emozionarsi, immedesimandosi soprattutto in Youichi, il protagonista insieme al padre di questa storia: due personaggi così veri come non si sono mai visti. Al tempo di papà è molto di più che semplice intrattenimento, perché è uno di quei fumetti capaci di far riflettere e di lasciarci qualcosa dentro. Imperdibile.
Edito qualche anno fa dalla Planet Manga e di recente ripubblicato in versione "Collection", Al tempo di papà è il primo romanzo a fumetti di Jirō Taniguchi che abbia mai letto e, a oggi, rimane probabilmente l'opera del maestro a cui sono più affezionato.
Nel Giappone degli anni Novanta, il salaryman ormai quarantenne Yoichi, costantemente oberato da impegni lavorativi, non ha mai tempo a disposizione (o forse non si sforza neanche di trovarlo) per fare visita ai suoi genitori ancora residenti a Tottori, la loro cittadina d'origine (curiosamente è anche il paese natale dell'autore). Un giorno come tanti altri, Yoichi riceve la telefonata che cambierà lo status quo condotto fino a quel momento: suo padre Takeshi è morto. Costretto per dovere a vegliare sul defunto e ad assistere al funerale, l'uomo intraprende un viaggio in treno alla volta di Tottori all'insegna dei ricordi. E anche noi, insieme a lui, viaggiamo nella sua mente e nelle sue memorie di tempi andati, di anni difficili in cui si conduceva una vita più semplice e meno sofisticata. Tra i ricordi più belli illustrati da Taniguchi, l'immagine maggiormente vivida, e toccante nella sua disarmante spontaneità, risale agli anni Sessanta: uno Yoichi ancora bambino osserva il padre, ripreso di spalle, mentre taglia la barba al cliente di turno. È la rappresentazione perfetta di una figura enigmatica e autoritaria, sempre dedita al lavoro, nonché simbolo del punto focale della trama: l'excursus mnemonico del protagonista è infatti mirato a scoprire i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi dalla sua famiglia e in particolare da suo padre. Taniguchi struttura talmente bene le memorie e i percorsi psicologici dei personaggi che il lettore finisce per immedesimarsi in Yoichi senza troppe difficoltà. A questo punto, non resta che chiedersi se Yoichi riuscirà a riconciliarsi col padre, sebbene questo sia ormai defunto, e soprattutto, se perdonerà o meno se stesso per la sua assenza lunga più di vent'anni...
A mio avviso, Taniguchi è un maestro nel raccontare la vita di tutti i giorni di persone assolutamente normali, ed è proprio nella sua straordinaria capacità di farci immergere in storie delicate ma plausibili e del tutto verosimili che risiede il fascino intrinseco di quest'opera. Da un punto di vista tecnico, il disegno di Taniguchi merita ogni tipo di lode possibile: il tratto è netto e pulito, i personaggi sono resi in maniera impeccabile, e sebbene i loro volti siano in generale piuttosto omogenei, alcuni accorgimenti li rendono distinguibili; i fondali e i retini sono così dettagliati da sembrare delle fotografie in bianco e nero. L'edizione italiana, d'altro canto, è curata a dovere: la stampa risalta alla perfezione su carta bianchissima, semi-spessa e piacevole al tatto. A completare il tutto una copertina ruvida con bandelle. Se cercate la storia vera di una famiglia come tante che possa toccarvi nel profondo con la sua semplicità, allora Al tempo di papà fa indubbiamente per voi.
Nel Giappone degli anni Novanta, il salaryman ormai quarantenne Yoichi, costantemente oberato da impegni lavorativi, non ha mai tempo a disposizione (o forse non si sforza neanche di trovarlo) per fare visita ai suoi genitori ancora residenti a Tottori, la loro cittadina d'origine (curiosamente è anche il paese natale dell'autore). Un giorno come tanti altri, Yoichi riceve la telefonata che cambierà lo status quo condotto fino a quel momento: suo padre Takeshi è morto. Costretto per dovere a vegliare sul defunto e ad assistere al funerale, l'uomo intraprende un viaggio in treno alla volta di Tottori all'insegna dei ricordi. E anche noi, insieme a lui, viaggiamo nella sua mente e nelle sue memorie di tempi andati, di anni difficili in cui si conduceva una vita più semplice e meno sofisticata. Tra i ricordi più belli illustrati da Taniguchi, l'immagine maggiormente vivida, e toccante nella sua disarmante spontaneità, risale agli anni Sessanta: uno Yoichi ancora bambino osserva il padre, ripreso di spalle, mentre taglia la barba al cliente di turno. È la rappresentazione perfetta di una figura enigmatica e autoritaria, sempre dedita al lavoro, nonché simbolo del punto focale della trama: l'excursus mnemonico del protagonista è infatti mirato a scoprire i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi dalla sua famiglia e in particolare da suo padre. Taniguchi struttura talmente bene le memorie e i percorsi psicologici dei personaggi che il lettore finisce per immedesimarsi in Yoichi senza troppe difficoltà. A questo punto, non resta che chiedersi se Yoichi riuscirà a riconciliarsi col padre, sebbene questo sia ormai defunto, e soprattutto, se perdonerà o meno se stesso per la sua assenza lunga più di vent'anni...
A mio avviso, Taniguchi è un maestro nel raccontare la vita di tutti i giorni di persone assolutamente normali, ed è proprio nella sua straordinaria capacità di farci immergere in storie delicate ma plausibili e del tutto verosimili che risiede il fascino intrinseco di quest'opera. Da un punto di vista tecnico, il disegno di Taniguchi merita ogni tipo di lode possibile: il tratto è netto e pulito, i personaggi sono resi in maniera impeccabile, e sebbene i loro volti siano in generale piuttosto omogenei, alcuni accorgimenti li rendono distinguibili; i fondali e i retini sono così dettagliati da sembrare delle fotografie in bianco e nero. L'edizione italiana, d'altro canto, è curata a dovere: la stampa risalta alla perfezione su carta bianchissima, semi-spessa e piacevole al tatto. A completare il tutto una copertina ruvida con bandelle. Se cercate la storia vera di una famiglia come tante che possa toccarvi nel profondo con la sua semplicità, allora Al tempo di papà fa indubbiamente per voi.
Spero di non essere linciato vivo per aver messo voto 8 a quest'opera: mi sento come una corda di chitarra rotta che fa stonare il resto della canzone, visto che nessuno ha dato meno di 9.
Vi chiedo almeno il tempo di farvi capire il perchè.
Io non conoscevo questo mangaka, Jiro Taniguchi, di solito per vedere che manga posso leggere mi ispiro molto alla top ten di sempre di Animeclick, e leggendo le recensioni e i voti di Al tempo di Papà non potevo non leggerlo.
Io concordo molto col fatto che il tratto con cui è stato disegnato è uno dei migliori, perchè presta molta attenzione ai particolari, alle ombre, il chiaro scuro sul volto dei personaggi, alle pieghe dei vestiti per esempio, cose che magari non ci facciamo caso perché presi dalla storia quando leggiamo, ma che denotano una cura dei particolari sbalorditiva, quasi come se dipingesse un quadro.
Davvero un'opera con i fiocchi, però quello che purtroppo non mi è andato giù è una spiegazione al vero motivo per cui il protagonista, Youichi, non voleva vedere suo padre.
Sicuramente sarà stato spiegato nella storia, ma a me questo non è piaciuto, nel senso che suo padre si è spaccato la schiena per ridare indietro il debito che aveva nei confronti dei suoceri, magari colpa di un po' troppo orgoglio, perchè questo a portato a divorziare da sua moglie per far fronte al debito contratto, ma il protagonista ha visto con i suoi occhi che quella che se ne era andata è stata sua mamma, cosa c'entra il papà!
Il papà ha tirato su i figli, crescendoli, pagando il debito, e facendoli studiare, e You una volta diplomato se ne andato via di casa e fa fatica a ritornare alla sua città natale perchè accusa suo padre.
Dopo quando ritorna per il funerale, si ricorderà cose che aveva dimenticato, i suoi parenti gli racconteranno aneddoti che non conosceva di suo padre e questo porterà a rimpiangere il tempo che non è stato con suo padre.
Quello che mi ha fatto dare 8 è stato il fatto che visto che tutti danno 9 o 10, io per far capire il mio disappunto nella storia ho dovuto abbassarmi di uno, perchè per me il motivo del protagonista è superficiale e incomprensibile, credevo che il suo allontanamento era basato un una cosa più concreta, una qualche tragedia, il comportamento di un padre duro e crudele, cose di questo tipo.
Comunque questo è un mio parere, invito tutti a leggerlo per far capire come dovrebbe disegnare una vero mangaka, e per leggere una buona storia che sa di vita reale.
Vi chiedo almeno il tempo di farvi capire il perchè.
Io non conoscevo questo mangaka, Jiro Taniguchi, di solito per vedere che manga posso leggere mi ispiro molto alla top ten di sempre di Animeclick, e leggendo le recensioni e i voti di Al tempo di Papà non potevo non leggerlo.
Io concordo molto col fatto che il tratto con cui è stato disegnato è uno dei migliori, perchè presta molta attenzione ai particolari, alle ombre, il chiaro scuro sul volto dei personaggi, alle pieghe dei vestiti per esempio, cose che magari non ci facciamo caso perché presi dalla storia quando leggiamo, ma che denotano una cura dei particolari sbalorditiva, quasi come se dipingesse un quadro.
Davvero un'opera con i fiocchi, però quello che purtroppo non mi è andato giù è una spiegazione al vero motivo per cui il protagonista, Youichi, non voleva vedere suo padre.
Sicuramente sarà stato spiegato nella storia, ma a me questo non è piaciuto, nel senso che suo padre si è spaccato la schiena per ridare indietro il debito che aveva nei confronti dei suoceri, magari colpa di un po' troppo orgoglio, perchè questo a portato a divorziare da sua moglie per far fronte al debito contratto, ma il protagonista ha visto con i suoi occhi che quella che se ne era andata è stata sua mamma, cosa c'entra il papà!
Il papà ha tirato su i figli, crescendoli, pagando il debito, e facendoli studiare, e You una volta diplomato se ne andato via di casa e fa fatica a ritornare alla sua città natale perchè accusa suo padre.
Dopo quando ritorna per il funerale, si ricorderà cose che aveva dimenticato, i suoi parenti gli racconteranno aneddoti che non conosceva di suo padre e questo porterà a rimpiangere il tempo che non è stato con suo padre.
Quello che mi ha fatto dare 8 è stato il fatto che visto che tutti danno 9 o 10, io per far capire il mio disappunto nella storia ho dovuto abbassarmi di uno, perchè per me il motivo del protagonista è superficiale e incomprensibile, credevo che il suo allontanamento era basato un una cosa più concreta, una qualche tragedia, il comportamento di un padre duro e crudele, cose di questo tipo.
Comunque questo è un mio parere, invito tutti a leggerlo per far capire come dovrebbe disegnare una vero mangaka, e per leggere una buona storia che sa di vita reale.
Esistono manga che trascendono la struttura stessa del fumetto per ergersi a qualcosa di superiore, molto vicina a quel termine che riunisce in se tutto ciò che sia frutto, il più sublime, dell'intelletto umano e che noi chiamiamo semplicemente "opera d'arte"; " Al tempo di papà ", opera del 1994 di Jiro Taniguchi, pur nel candore della sua semplicità, può essere definita per l'appunto arte nella sua massima forma di espressività e bellezza. Bisogna avvicinarsi con estrema prudenza all'opera di questo maestro, ben consci di quello che si cerca dato che non siamo sicuramente di fronte ad un autore che punta alle vendite bensì all'autogratificazione personale, puntando su soggetti il più delle volte fin troppo normali, tratti dalla sua vita, raccontati con un estremo realismo di stampo europeo.
" Al tempo di papà " giunge nel pieno di una maturazione artistica che può permettersi anche uno sguardo nostalgico al proprio passato come dimostrerà l'opera successiva, forse la più famosa, " In una lontana città" (anche conosciuta come " Quartieri lontani"), senza cristallizzarsi in questo ma anzi traendone il giusto vigore per affrontare il futuro che verrà; anche per questo non si limiterà ai disegni ma ne scriverà anche il testo ambientandolo proprio nella sua città natia, la piccola e provinciale Tottori.
Siamo negli anni '90 e l'ormai affermato Youichi vive ormai da tempo a Tokyo, in un continuo andare avanti senza mai girarsi verso tutto ciò da cui è venuto, sarà un evento tragico, la morte del padre, a scuoterlo, costringendolo a fare i conti con il proprio passato. Il ritorno al paese natio dopo tanto tempo, l'affetto e il rispetto verso suo padre da parte della gente del posto, il racconto di certi particolari di vari fatti accaduti e dimenticati, sono gli elementi che conducono il protagonista ad un ravvedimento generale della figura del proprio genitore, reso capro espiatorio del divorzio con l'amata madre con l'ostinata sicurezza che solo un bimbo piccolo può avere.
I rimpianti dello Youichi adulto davanti alla salma del padre sono però benefici, facendolo accostare con spirito diverso al suo paese e ai suoi ricordi raggiungendo la convinzione che le proprie origini, il proprio paese natio sono importanti perché fanno parte del proprio bagaglio, della propria storia personale e risultano un porto sicuro dove rifugiarsi e non da rifuggire.
Con una trama semplice e lineare, ma densa di emozioni, e il classico disegno minimalista e molto curato nei particolari, Taniguchi porta per mano il lettore in una storia di crescita personale, che passa per la crescita della provincia rurale giapponese nel dopoguerra tra tante difficoltà ma con la voglia sempre di non arrendersi mai con orgogliosa determinazione, la stessa che si può riscontrare nel padre, il cui figlio ricorda sempre al lavoro ma comprendendone infine le motivazioni e i veri sentimenti. Uno splendido spaccato di un Giappone che fu e che rimane sempre abbastanza nascosto agli occhi di noi occidentali, sempre focalizzati sulle grandi città. Un Taniguchi quindi lontano da certe pesantezze riscontrabili in altre sue opere precedenti, ma che con grazia intimista realizza un piccolo capolavoro adatto a tutti e non solo ad una piccola nicchia di appassionati e che la Planet Manga ha inserito di diritto nella sua " Taniguchi Collection" ripubblicandolo nel 2011 in un'edizione di livello che merita l'acquisto nonostante il prezzo non economico e certi errori di scrittura.
" Al tempo di papà " giunge nel pieno di una maturazione artistica che può permettersi anche uno sguardo nostalgico al proprio passato come dimostrerà l'opera successiva, forse la più famosa, " In una lontana città" (anche conosciuta come " Quartieri lontani"), senza cristallizzarsi in questo ma anzi traendone il giusto vigore per affrontare il futuro che verrà; anche per questo non si limiterà ai disegni ma ne scriverà anche il testo ambientandolo proprio nella sua città natia, la piccola e provinciale Tottori.
Siamo negli anni '90 e l'ormai affermato Youichi vive ormai da tempo a Tokyo, in un continuo andare avanti senza mai girarsi verso tutto ciò da cui è venuto, sarà un evento tragico, la morte del padre, a scuoterlo, costringendolo a fare i conti con il proprio passato. Il ritorno al paese natio dopo tanto tempo, l'affetto e il rispetto verso suo padre da parte della gente del posto, il racconto di certi particolari di vari fatti accaduti e dimenticati, sono gli elementi che conducono il protagonista ad un ravvedimento generale della figura del proprio genitore, reso capro espiatorio del divorzio con l'amata madre con l'ostinata sicurezza che solo un bimbo piccolo può avere.
I rimpianti dello Youichi adulto davanti alla salma del padre sono però benefici, facendolo accostare con spirito diverso al suo paese e ai suoi ricordi raggiungendo la convinzione che le proprie origini, il proprio paese natio sono importanti perché fanno parte del proprio bagaglio, della propria storia personale e risultano un porto sicuro dove rifugiarsi e non da rifuggire.
Con una trama semplice e lineare, ma densa di emozioni, e il classico disegno minimalista e molto curato nei particolari, Taniguchi porta per mano il lettore in una storia di crescita personale, che passa per la crescita della provincia rurale giapponese nel dopoguerra tra tante difficoltà ma con la voglia sempre di non arrendersi mai con orgogliosa determinazione, la stessa che si può riscontrare nel padre, il cui figlio ricorda sempre al lavoro ma comprendendone infine le motivazioni e i veri sentimenti. Uno splendido spaccato di un Giappone che fu e che rimane sempre abbastanza nascosto agli occhi di noi occidentali, sempre focalizzati sulle grandi città. Un Taniguchi quindi lontano da certe pesantezze riscontrabili in altre sue opere precedenti, ma che con grazia intimista realizza un piccolo capolavoro adatto a tutti e non solo ad una piccola nicchia di appassionati e che la Planet Manga ha inserito di diritto nella sua " Taniguchi Collection" ripubblicandolo nel 2011 in un'edizione di livello che merita l'acquisto nonostante il prezzo non economico e certi errori di scrittura.
Le esperienze a vuoto dell'Uomo che cammina e di Gourmet condite da una sufficienza de "Il libro del Vento", mi avevano lasciato dubitare sull'effettiva qualità dell'autore, ed in effetti mi sbagliai di grosso. Spinto da molti consigli, al Lucca Comics decisi di are un ultimo tentativo con Taniguchi, per la serie o la va o la spacca. Comprai "Al Tempo di Papà" al Lucca Comics 2011, l'opera recentemente rieditata ed inserita nella Taniguchi Collection, si presenta con 280 pagine bianche tra cui alcune anche a colori, ottima rilegatura, copertina cartonata e un commento di Taniguchi sull'opera e la sua creazione.
Allo stand, mi diedero anche una busta di Taniguchi su cui c'era scritto:
"Una storia può nascere anche tra i più piccoli e banali eventi del quotidiano"
Insomma, questa frase è il manifesto della poetica di Taniguchi, di cui "Al Tempo di papà" sicuramente è l'opera di cui se ne fa il massimo esponente.
Ci troviamo a Tokyo, negli anni 90', Youichi, uomo di mezz'età che lavora presso uno studio grafico, è raggiunto da una chiamata che gli comunica la morte del padre, verso il quale nutre grande rancore mai espresso apertamente. Seppur restio, grazie all'insistenza della moglie, decide di andare alla veglia funebre e fa ritorno a Tottori dopo ben 15 anni di assenza. L'incontro con la sorella, parenti e i vecchi amici, è l'occasione per far emergere i ricordi del passato e scoprirà una nuova immagine del padre, che è annebbiata tra i ricordi della sua infanzia.
Tutto il manga si basa sul confronto padre-figlio, Taniguchi scende nell'animo umano indagando fino in fondo a Youichi, il quale resta spiazzato da questo nuova immagine del padre che emerge dai racconti di amici e parenti e che lui non ha mai colto, poiché egli accusava il padre del divorzio con la madre, ostruzionismo verso le sue scelte e tante altre cose, che causeranno la rottura e l'abbandono del luogo natio. Il ritorno alle origini è un'occasione per rinsaldare questo legame spezzatosi da tempo, ma Youichi quando scopre la verità dietro l'apparenza è oramai troppo tardi, seppur colmo di rimorsi è impotente davanti alla realtà dei fatti.
Rispetto alle altre opere di Taniguchi, qui l'autore inserisce l'elemento che rende interessante la storia, ovvero la morte: il tema della scomparsa di un caro. Nel corso dell'opera noi avremo un quadro completo di tutti gli elementi che compongono questa famiglia, nel corso dell'intera storia che si alterna tra flashback e presente, vedremo anche sullo sfondo i cambiamenti avvenenti in Giappone dagli anni 50' (infanzia di Youichi) fino agli anni 90' e che si intrecciano con la vita del protagonista. Taniguchi, seppur non inventi chissà che grande incipit, nella sua semplicità riesce a creare un'opera densa di avvenimenti, un'ottima visione di uno spaccato di vita quotidiana del secolo scorso.
I disegni di Taniguchi sono quelli classici a cui ci ha abituato, splendidi, delicati, realistici e curati. I visi dei personaggi, seppur simili nei lineamenti (quelli maschili specialmente), sono molto espressivi e marcati. Le tavole ricche di dettagli, ci renderanno in grado di carpire i bellissimi sfondi della città e gli immensi paesaggi della campagna giapponese. Testo e disegno, sono strettamente legati in questo caso, la poesia grazie al comparto grafico ha luogo nel corso della narrazione.
In sostanza, è un'opera di indubbio valore, tanto che nel corso della lettura, mi sono reso conto che esso trascende la condizione di manga, tanto che trovo azzeccatissima la scritta sulla copertina di "romanzo a fumetti". Grazie "Al Tempo di papà", ho scoperto il Taniguchi intimista e me ne sono follemente innamorato, tanto da proseguire la sua conoscenza con altre opere. Consiglio vivamente quest'opera a chiunque voglia iniziare a conoscere quest'autore, vi sto che esemplifica la sua poetica, ed è indicata anche per un pubblico più adulto che è intenzionato ad avvicinarsi al fumetto Giapponese, certo il prezzo di 15.90 purtroppo frenerà in molti, ma è una delle migliori opere di sempre e per la quale un piccolo sacrificio economico si può ben fare. Una storia commovente, che potrà riguardarvi anche da vicino e farvi emergere delle riflessioni personali, nel commovente finale Taniguchi sceglie una soluzione agro-dolce, poiché Youichi in un modo o nell'altro si deve fare forza, noi però non potremmo essere altrettanto fortunati e l'invito del signor Jiro Taniguchi è proprio questo, seppur con i nostri genitori, parenti ed amici, possiamo avere incomprensioni e quant'altro, è meglio chiarirsi quanto prima e magari fare un passo indietro abbandonando il nostro orgoglio ma conservare un legame, invece di dovercene amaramente pentire trovandoci impotenti davanti alla realtà dei fatti.
Allo stand, mi diedero anche una busta di Taniguchi su cui c'era scritto:
"Una storia può nascere anche tra i più piccoli e banali eventi del quotidiano"
Insomma, questa frase è il manifesto della poetica di Taniguchi, di cui "Al Tempo di papà" sicuramente è l'opera di cui se ne fa il massimo esponente.
Ci troviamo a Tokyo, negli anni 90', Youichi, uomo di mezz'età che lavora presso uno studio grafico, è raggiunto da una chiamata che gli comunica la morte del padre, verso il quale nutre grande rancore mai espresso apertamente. Seppur restio, grazie all'insistenza della moglie, decide di andare alla veglia funebre e fa ritorno a Tottori dopo ben 15 anni di assenza. L'incontro con la sorella, parenti e i vecchi amici, è l'occasione per far emergere i ricordi del passato e scoprirà una nuova immagine del padre, che è annebbiata tra i ricordi della sua infanzia.
Tutto il manga si basa sul confronto padre-figlio, Taniguchi scende nell'animo umano indagando fino in fondo a Youichi, il quale resta spiazzato da questo nuova immagine del padre che emerge dai racconti di amici e parenti e che lui non ha mai colto, poiché egli accusava il padre del divorzio con la madre, ostruzionismo verso le sue scelte e tante altre cose, che causeranno la rottura e l'abbandono del luogo natio. Il ritorno alle origini è un'occasione per rinsaldare questo legame spezzatosi da tempo, ma Youichi quando scopre la verità dietro l'apparenza è oramai troppo tardi, seppur colmo di rimorsi è impotente davanti alla realtà dei fatti.
Rispetto alle altre opere di Taniguchi, qui l'autore inserisce l'elemento che rende interessante la storia, ovvero la morte: il tema della scomparsa di un caro. Nel corso dell'opera noi avremo un quadro completo di tutti gli elementi che compongono questa famiglia, nel corso dell'intera storia che si alterna tra flashback e presente, vedremo anche sullo sfondo i cambiamenti avvenenti in Giappone dagli anni 50' (infanzia di Youichi) fino agli anni 90' e che si intrecciano con la vita del protagonista. Taniguchi, seppur non inventi chissà che grande incipit, nella sua semplicità riesce a creare un'opera densa di avvenimenti, un'ottima visione di uno spaccato di vita quotidiana del secolo scorso.
I disegni di Taniguchi sono quelli classici a cui ci ha abituato, splendidi, delicati, realistici e curati. I visi dei personaggi, seppur simili nei lineamenti (quelli maschili specialmente), sono molto espressivi e marcati. Le tavole ricche di dettagli, ci renderanno in grado di carpire i bellissimi sfondi della città e gli immensi paesaggi della campagna giapponese. Testo e disegno, sono strettamente legati in questo caso, la poesia grazie al comparto grafico ha luogo nel corso della narrazione.
In sostanza, è un'opera di indubbio valore, tanto che nel corso della lettura, mi sono reso conto che esso trascende la condizione di manga, tanto che trovo azzeccatissima la scritta sulla copertina di "romanzo a fumetti". Grazie "Al Tempo di papà", ho scoperto il Taniguchi intimista e me ne sono follemente innamorato, tanto da proseguire la sua conoscenza con altre opere. Consiglio vivamente quest'opera a chiunque voglia iniziare a conoscere quest'autore, vi sto che esemplifica la sua poetica, ed è indicata anche per un pubblico più adulto che è intenzionato ad avvicinarsi al fumetto Giapponese, certo il prezzo di 15.90 purtroppo frenerà in molti, ma è una delle migliori opere di sempre e per la quale un piccolo sacrificio economico si può ben fare. Una storia commovente, che potrà riguardarvi anche da vicino e farvi emergere delle riflessioni personali, nel commovente finale Taniguchi sceglie una soluzione agro-dolce, poiché Youichi in un modo o nell'altro si deve fare forza, noi però non potremmo essere altrettanto fortunati e l'invito del signor Jiro Taniguchi è proprio questo, seppur con i nostri genitori, parenti ed amici, possiamo avere incomprensioni e quant'altro, è meglio chiarirsi quanto prima e magari fare un passo indietro abbandonando il nostro orgoglio ma conservare un legame, invece di dovercene amaramente pentire trovandoci impotenti davanti alla realtà dei fatti.
In questo volume viene narrato con toccante poesia il ritorno di Youichi, uomo di mezza età, al paese natio in occasione del funerale del padre. È la storia di un viaggio a lungo rimandato, colmo di flashback sull'infanzia e adolescenza del protagonista; vengono a galla ricordi spiacevoli e la difficoltà di Youichi a comunicare col padre, una difficoltà che lo ha spesso portato a fraintendere il genitore, formando nella sua testa un'immagine distorta dei fatti e delle persone a lui vicine.
"Al tempo di papà" è un racconto malinconico, Youichi torna a casa ritrovando le persone più significative della sua gioventù, le stesse persone che lo aiuteranno a mettere insieme i tasselli del passato e aver quindi un quadro chiaro della personalità del defunto genitore.
Una storia semplice, come la vita reale e per questo così bella. Youichi in lacrime davanti alla salma del padre, pieno di rimpianto per le occasioni perse ricorda al lettore la fugacità della vita e l'importanza degli affetti. Un'opera che dovrebbe stare in ogni libreria.
"Al tempo di papà" è un racconto malinconico, Youichi torna a casa ritrovando le persone più significative della sua gioventù, le stesse persone che lo aiuteranno a mettere insieme i tasselli del passato e aver quindi un quadro chiaro della personalità del defunto genitore.
Una storia semplice, come la vita reale e per questo così bella. Youichi in lacrime davanti alla salma del padre, pieno di rimpianto per le occasioni perse ricorda al lettore la fugacità della vita e l'importanza degli affetti. Un'opera che dovrebbe stare in ogni libreria.
Al tempo di papà è un seinen scritto e disegnato dal maestro Jiro Taniguchi. In Giappone è stato pubblicato presso la Shogakukan nel 1994, mentre in Italia, è stato pubblicato per la prima volta nel Luglio 2000 e una successiva volta, dopo essere diventato quasi irreperibile, nel 2011 nella collana Taniguchi Collection.
Youichi è un pubblicitario che vive a Tokyo, con sua moglie, da 15 anni e non è mai tornato, tranne sporadicamente per pochissimi giorni, nel suo paese natale Tattori. L'occasioni tragica che lo riporterà a "casa" è la morte del padre.
Partecipando alla veglia funebre Youichi inizierà un viaggio tra i racconti dei familiare e i suoi ricordi riguardanti il padre, per il quale, anche se non palesemente, aveva espresso il proprio rancore per alcune decisioni, tra cui quella della separazione e di un nuovo matrimonio.
10 alla storia: rappresentata in modo davvero meraviglioso, ci fa entrare nella psicologia delle due colonne portanti del racconto (You e suo padre) facendoci capire ogni minimo avvenimento e ogni pensiero. Il tutto è molto lineare e scorrevole senza intoppi. E cosa ultima, ma non ultima, fa capire tante cose anche al lettore e lo apre verso un'ampia riflessione personale.
9,5 ai disegni: è impossibile criticare le tavole del maestro Taniguchi, sempre perfette sotto ogni aspetto: tratti molto realistici, personaggi e ambientazioni super dettagliati e il tutto svolto con una pulizia strepitosa. Come sempre, l'unica cosa che diciamo non mi permette di assegnare la perfezione sono i personaggi quasi sempre identici, è sì un tratto caratteristico dell'autore, ma almeno potrebbe cambiare di opera in opera qualcosina.
10 alla copertina che ci mostra una foto di famiglia ed è la miglior cosa che potesse usare l'autore, davvero è stupenda, si intravede già da lì la maestosità dell'opera.
9 all'edizione Planet Manga, una delle sue migliori di sempre, come le altre della Taniguchi Collection, carta spessa, lucida e poco trasparente, il meglio diciamo, e brossatura eseguita ottimamente e senza sbavature, come sempre l'unica cosa che non sopporto è il prezzo troppo eccessivo, ma ci ho fatto il callo.
Voto globale: 10-
Opera straordinaria e una delle migliori di Taniguchi tra quelle che ho letto, la consiglio a tutti gli amanti dei manga psicologici e di spessore e la sconsiglio agli amanti dell'azione. Un must per veri intenditori.
Youichi è un pubblicitario che vive a Tokyo, con sua moglie, da 15 anni e non è mai tornato, tranne sporadicamente per pochissimi giorni, nel suo paese natale Tattori. L'occasioni tragica che lo riporterà a "casa" è la morte del padre.
Partecipando alla veglia funebre Youichi inizierà un viaggio tra i racconti dei familiare e i suoi ricordi riguardanti il padre, per il quale, anche se non palesemente, aveva espresso il proprio rancore per alcune decisioni, tra cui quella della separazione e di un nuovo matrimonio.
10 alla storia: rappresentata in modo davvero meraviglioso, ci fa entrare nella psicologia delle due colonne portanti del racconto (You e suo padre) facendoci capire ogni minimo avvenimento e ogni pensiero. Il tutto è molto lineare e scorrevole senza intoppi. E cosa ultima, ma non ultima, fa capire tante cose anche al lettore e lo apre verso un'ampia riflessione personale.
9,5 ai disegni: è impossibile criticare le tavole del maestro Taniguchi, sempre perfette sotto ogni aspetto: tratti molto realistici, personaggi e ambientazioni super dettagliati e il tutto svolto con una pulizia strepitosa. Come sempre, l'unica cosa che diciamo non mi permette di assegnare la perfezione sono i personaggi quasi sempre identici, è sì un tratto caratteristico dell'autore, ma almeno potrebbe cambiare di opera in opera qualcosina.
10 alla copertina che ci mostra una foto di famiglia ed è la miglior cosa che potesse usare l'autore, davvero è stupenda, si intravede già da lì la maestosità dell'opera.
9 all'edizione Planet Manga, una delle sue migliori di sempre, come le altre della Taniguchi Collection, carta spessa, lucida e poco trasparente, il meglio diciamo, e brossatura eseguita ottimamente e senza sbavature, come sempre l'unica cosa che non sopporto è il prezzo troppo eccessivo, ma ci ho fatto il callo.
Voto globale: 10-
Opera straordinaria e una delle migliori di Taniguchi tra quelle che ho letto, la consiglio a tutti gli amanti dei manga psicologici e di spessore e la sconsiglio agli amanti dell'azione. Un must per veri intenditori.
Una delle mie opere preferite. Vera e propria poesia. Amo questo autore, e Al Tempo di Papà è forse l'opera che lo rappresenta al meglio. Quante persone, come il protagonista, non vedono i familiari da anni? Quante volte anche noi siamo stati lontani da casa parecchio tempo, dando priorità ad altro magari meno importante per poi accorgerci che il tempo passa ma gli affetti restano? Al Tempo di Papà è questo. L'autore cerca di far capire al lettore di non perdere tempo nel ringraziare un familiare o un amico di quello che può aver fatto per noi a livello emotivo perché può capitare che non ci sia più occasione e si rischia di rimanere con il peso sullo stomaco per sempre. Tema forte, ma che qualcuno è giusto che abbia trattato, il protagonista torna al suo paese natale per il funerale del padre e riaffiorano decine di ricordi. 200 pagine di emozioni, di quando lui era bambino, le immagini di un padre schivo e di una famiglia che lo ha lasciato andare.
Il manga è una perla, il prezzo è alto ma è un'opera che non si può non leggere, lo consiglio al 100%, non ho dubbi che piacerà a chiunque. Un manga che lascia al lettore il segno, fidatevi!
Il manga è una perla, il prezzo è alto ma è un'opera che non si può non leggere, lo consiglio al 100%, non ho dubbi che piacerà a chiunque. Un manga che lascia al lettore il segno, fidatevi!
Quando si termina la lettura di un'opera come "Al tempo di papà" di Jiro Taniguchi, non si può non riconoscere il fumetto come arte: tema molto attuale qua in Italia grazie alla recente presa di posizione della città di Lucca. In quest'opera vi è infatti un eccellente connubio tra poesia e arte visiva. Un connubio perfettamente riuscito, che non mancherà di emozionare il lettore.
Siamo a Tokyo negli anni '90, You lavora presso uno studio grafico, e, proprio durante una giornata di lavoro, riceve la telefonata che lo informa della morte del padre. Sarà questo evento a ricondurre il protagonista a Tottori, il paese natio, dopo quindici lunghi anni di assenza. L'incontro con la sorella, i parenti, i vecchi amici e, soprattutto, i sorrisi che gli vengono rivolti nonostante il tempo trascorso, saranno causa per You di un forte stupore. Il rapporto col proprio padre non era mai stato dei migliori, gli unici ricordi che aveva di lui erano quelli legati al suo lavoro di barbiere, che gli portava via la maggior parte del tempo. Il volto più caro nel passato di You era quello della madre, andata via di casa quando lui frequentava la seconda elementare. You non aveva mai smesso di incolpare il padre per la sua partenza, e il profondo rancore che covava fin da piccolo nei suoi confronti gli aveva impedito di conoscerlo a pieno. Il rancore, peraltro, era stato anche la causa della sua partenza da Tottori.
Durante la veglia funebre, You viene avvicinato dallo zio, che gli racconta il passato del padre. Sarà a questo punto che, attraverso diversi flashback, You, comprenderà la vera indole del genitore e scoprirà la dura verità dietro alla sua freddezza.
È una storia molto commovente, capace di avvolgere il lettore in un turbine di emozioni. La storia dio You infatti, potrebbe essere la storia di ogni lettore: immedesimarsi nel protagonista risulta quasi naturale. Sfido chiunque a non provare un po' di nostalgia durante la lettura, a non provare lo stesso rancore che il protagonista prova nei confronti del padre e a non commuoversi davanti al finale che conclude dolcemente l'intera storia.
Il rapporto quasi inesistente tra padre e figlio è un argomento molto serio che porta a riflettere sui propri errori e sui propri atteggiamenti. Purtroppo, spesso accade che, quando ci rendiamo conto dei propri sbagli è ormai troppo tardi. Questo è uno dei tanti messaggi che l'autore ci trasmette tramite questa bellissima opera. Taniguchi ha riversato in questo volume molti dei suoi ricordi di infanzia. Come anche ne "La montagna magica", vediamo qui come il maestro sia legato al proprio paese e alle sue origini. Un velo di rimorso traspare dalle pagine e ci viene confermato nella postfazione. L'importanza dei ricordi quindi, e la consapevolezza che in essi l'amore per il proprio paese è sempre presente, ma emerge soprattutto quando ne siamo lontani.
Le tavole sono pulite e ricche di dettagli, i volti molto espressivi e i paesaggi molto accurati. Taniguchi non si smentisce mai. È impressionante come certe tavole possano trasmettere emozioni tanto quanto le parole. È il caso della descrizione dell'incendio di Tottori, dove l'ansia e il terrore che provano i personaggi è trasmesso al lettore non solo tramite i volti, ma anche tramite le immagini del paese avvolto dalle fiamme. Un connubio come dicevo prima di arte visiva e di poesia.
L'opera, edita da Planet Manga sotto la testata "Taniguchi collection", ha un'edizione tipica della collana, con copertina ruvida con risvolti e pagine bianche poco trasparenti delle quali quattro a colori. Sono presenti una presentazione, una postfazione e un approfondimento finale che arricchiscono il volume e approfondiscono alcuni argomenti della storia. Il costo è un po' elevato (15,90 euro) ma, a parer mio, questa è una delle migliori opere del maestro e vale la pena recuperarla. Consiglio quindi a tutti l'acquisto di questo volume che potrebbe essere l'opera perfetta per iniziare a conoscere Taniguchi. Buona lettura!
Siamo a Tokyo negli anni '90, You lavora presso uno studio grafico, e, proprio durante una giornata di lavoro, riceve la telefonata che lo informa della morte del padre. Sarà questo evento a ricondurre il protagonista a Tottori, il paese natio, dopo quindici lunghi anni di assenza. L'incontro con la sorella, i parenti, i vecchi amici e, soprattutto, i sorrisi che gli vengono rivolti nonostante il tempo trascorso, saranno causa per You di un forte stupore. Il rapporto col proprio padre non era mai stato dei migliori, gli unici ricordi che aveva di lui erano quelli legati al suo lavoro di barbiere, che gli portava via la maggior parte del tempo. Il volto più caro nel passato di You era quello della madre, andata via di casa quando lui frequentava la seconda elementare. You non aveva mai smesso di incolpare il padre per la sua partenza, e il profondo rancore che covava fin da piccolo nei suoi confronti gli aveva impedito di conoscerlo a pieno. Il rancore, peraltro, era stato anche la causa della sua partenza da Tottori.
Durante la veglia funebre, You viene avvicinato dallo zio, che gli racconta il passato del padre. Sarà a questo punto che, attraverso diversi flashback, You, comprenderà la vera indole del genitore e scoprirà la dura verità dietro alla sua freddezza.
È una storia molto commovente, capace di avvolgere il lettore in un turbine di emozioni. La storia dio You infatti, potrebbe essere la storia di ogni lettore: immedesimarsi nel protagonista risulta quasi naturale. Sfido chiunque a non provare un po' di nostalgia durante la lettura, a non provare lo stesso rancore che il protagonista prova nei confronti del padre e a non commuoversi davanti al finale che conclude dolcemente l'intera storia.
Il rapporto quasi inesistente tra padre e figlio è un argomento molto serio che porta a riflettere sui propri errori e sui propri atteggiamenti. Purtroppo, spesso accade che, quando ci rendiamo conto dei propri sbagli è ormai troppo tardi. Questo è uno dei tanti messaggi che l'autore ci trasmette tramite questa bellissima opera. Taniguchi ha riversato in questo volume molti dei suoi ricordi di infanzia. Come anche ne "La montagna magica", vediamo qui come il maestro sia legato al proprio paese e alle sue origini. Un velo di rimorso traspare dalle pagine e ci viene confermato nella postfazione. L'importanza dei ricordi quindi, e la consapevolezza che in essi l'amore per il proprio paese è sempre presente, ma emerge soprattutto quando ne siamo lontani.
Le tavole sono pulite e ricche di dettagli, i volti molto espressivi e i paesaggi molto accurati. Taniguchi non si smentisce mai. È impressionante come certe tavole possano trasmettere emozioni tanto quanto le parole. È il caso della descrizione dell'incendio di Tottori, dove l'ansia e il terrore che provano i personaggi è trasmesso al lettore non solo tramite i volti, ma anche tramite le immagini del paese avvolto dalle fiamme. Un connubio come dicevo prima di arte visiva e di poesia.
L'opera, edita da Planet Manga sotto la testata "Taniguchi collection", ha un'edizione tipica della collana, con copertina ruvida con risvolti e pagine bianche poco trasparenti delle quali quattro a colori. Sono presenti una presentazione, una postfazione e un approfondimento finale che arricchiscono il volume e approfondiscono alcuni argomenti della storia. Il costo è un po' elevato (15,90 euro) ma, a parer mio, questa è una delle migliori opere del maestro e vale la pena recuperarla. Consiglio quindi a tutti l'acquisto di questo volume che potrebbe essere l'opera perfetta per iniziare a conoscere Taniguchi. Buona lettura!
Questa è la storia di un padre, poco solito ad esternare le proprie emozioni, che trovando nel lavoro la propria prerogativa si rende sempre più oggetto dell'odio di un figlio, con cui il rapporto sarà molto difficile e travagliato. Tutto questo fino alla morte del padre e il relativo funerale, durante il quale Youichi (il figlio), a colloquio con i più stretti famigliari, rivaluterà la figura del padre, fino a identificarsi in lui.
Jiro Taniguchi tesse il racconto con varie vicende che raccontano la storia di questi 2 personaggi, descrivendone il rapporto padre-figlio(evidentemente molto caro all'autore stesso), ponendo allo spettatore molti punti di riflessione.
Lo scenario fine anni '50, ci mostra i punti di divisione tra l'occidente e l'oriente, ma anche i punti di unione che ci fanno capire come l'opera potrebbe benissimo essere ambientata ai giorni nostri, senza nessuna modifica sostanziale alla storia, rendendola, quindi, adatta a ogni periodo e luogo.
Il protagonista, Yamashita Youichi, è il classico personaggio che l'autore adopera nelle sue opere; di frequente si può vedere, infatti, un uomo di mezza età che l'autore utilizza per descrivere sensazioni, ricordi e umori e in cui il lettore si può tranquillamente immedesimare.
Youichi, durante la riscoperta della propria infanzia, prova forti emozioni, le stesse che prova il lettore nella lettura dell'opera di fronte alle varie situazioni che affronta il protagonista.
Il racconto, pacato e calmo, ma non privo di colpi di scena, è molto leggero e offre, come ho già detto, punti di riflessione sui i temi trattati nelle diverse occasioni, come solito da parte di Taniguchi. All'interno della storia ci saranno altri protagonisti importanti, appunto il padre, la madre, la sorella e lo zio, forse, alla fine, il più importante perché i suoi ricordi del padre di Youichi fanno partire un lungo flashback intervallato dai suoi commenti, nel presente, della vicenda.
L'autore stesso dice che l'opera è una sorta di autobiografia, tranne per certi aspetti, dedicandola ai propri genitori.
Tutto bene fino a qui, ma, forse, il dato determinante che frena la maggior parte dei nuovi lettori è proprio il prezzo: infatti questa ristampa dell'opera, già esaurita da molto tempo, è venduta dalla Panini al prezzo di ben 15,90 euro; al contrario delle solite edizioni Panini però, questa edizione è a dir poco perfetta, con copertina in carta di riso, 288 pagine, le iniziali sono a colori, e carta resistente e bianchissima, come dovrebbe essere un'edizione a questo prezzo insomma.
Commento personale: L'opera mi è piaciuta moltissimo e nonostante abbia letto da poco Taniguchi me ne sono già innamorato; la dicitura sulla copertina "romanzo a fumetti" è azzeccatissima.
La consiglio a tutte le persone che vogliono leggersi qualcosa di piacevole, che faccia riflettere e che desiderano una storia che resti nella memoria.
Spero Taniguchi riesca a sfornare altre belle opere, aspetto volentieri le prossime uscite della Taniguchi Collection.
Jiro Taniguchi tesse il racconto con varie vicende che raccontano la storia di questi 2 personaggi, descrivendone il rapporto padre-figlio(evidentemente molto caro all'autore stesso), ponendo allo spettatore molti punti di riflessione.
Lo scenario fine anni '50, ci mostra i punti di divisione tra l'occidente e l'oriente, ma anche i punti di unione che ci fanno capire come l'opera potrebbe benissimo essere ambientata ai giorni nostri, senza nessuna modifica sostanziale alla storia, rendendola, quindi, adatta a ogni periodo e luogo.
Il protagonista, Yamashita Youichi, è il classico personaggio che l'autore adopera nelle sue opere; di frequente si può vedere, infatti, un uomo di mezza età che l'autore utilizza per descrivere sensazioni, ricordi e umori e in cui il lettore si può tranquillamente immedesimare.
Youichi, durante la riscoperta della propria infanzia, prova forti emozioni, le stesse che prova il lettore nella lettura dell'opera di fronte alle varie situazioni che affronta il protagonista.
Il racconto, pacato e calmo, ma non privo di colpi di scena, è molto leggero e offre, come ho già detto, punti di riflessione sui i temi trattati nelle diverse occasioni, come solito da parte di Taniguchi. All'interno della storia ci saranno altri protagonisti importanti, appunto il padre, la madre, la sorella e lo zio, forse, alla fine, il più importante perché i suoi ricordi del padre di Youichi fanno partire un lungo flashback intervallato dai suoi commenti, nel presente, della vicenda.
L'autore stesso dice che l'opera è una sorta di autobiografia, tranne per certi aspetti, dedicandola ai propri genitori.
Tutto bene fino a qui, ma, forse, il dato determinante che frena la maggior parte dei nuovi lettori è proprio il prezzo: infatti questa ristampa dell'opera, già esaurita da molto tempo, è venduta dalla Panini al prezzo di ben 15,90 euro; al contrario delle solite edizioni Panini però, questa edizione è a dir poco perfetta, con copertina in carta di riso, 288 pagine, le iniziali sono a colori, e carta resistente e bianchissima, come dovrebbe essere un'edizione a questo prezzo insomma.
Commento personale: L'opera mi è piaciuta moltissimo e nonostante abbia letto da poco Taniguchi me ne sono già innamorato; la dicitura sulla copertina "romanzo a fumetti" è azzeccatissima.
La consiglio a tutte le persone che vogliono leggersi qualcosa di piacevole, che faccia riflettere e che desiderano una storia che resti nella memoria.
Spero Taniguchi riesca a sfornare altre belle opere, aspetto volentieri le prossime uscite della Taniguchi Collection.
Al tempo di papà, già il titolo ha il sapore di ricordi, di tempi passati che mai più torneranno, ed è questo di cui in parte parla l’opera, del modo in cui vediamo il passato e di come maturando impariamo a vedere le cose diversamente.
Una chiamata improvvisa durante l’orario di lavoro, così inizia la nostra storia, una morte inaspettata che richiama un uomo dalla città alla campagna per andare ad assistere al funerale del padre, un genitore che non è stato più visto da molti anni per delle decisioni difficili da definire giuste o sbagliate, perché le idee e le opinioni tramutano nel tempo e in base alle esperienze vissute, ed è questo ragionamento che affronterà il protagonista perché circondato dai parenti avrà la possibilità di rivedere la vita del padre, da quando era troppo piccolo per ricordare a quando era già andato via da casa.
Indubbiamente Taniguchi trova un’idea ottima che può essere sfruttata per vari motivi, semplicemente per raccontare una storia drammatica ed anche per dare un senso ed una profondità al tutto, con alcuni messaggi semplici ed altri più velati.
La narrazione, pacata ma scorrevole, ci catturerà nelle sue spire e non riusciremo a mollare il maxi volumetto da più di 200 pagine fino a che non avremo conosciuto ogni ombra del passato di questa famiglia.
I disegni dal classico stampo di Taniguchi sono come sempre ottimi e curatissimi, potremmo ammirare soprattutto delle bellissime panoramiche della città e soprattutto della campagna. Ottima la cura del vestiario, che ben rappresenta le epoche in cui sono ambientate le vicende.
Un plauso va fatto alle (poche) pagine a colori iniziali e le curate scelte cromatiche, i ricordi saranno dominati da un unico colore che sa di antico, mentre il presente sarà coperto di tinte scure, un modo di sottolineare un messaggio che verrà sottilmente inserito nel complesso.
La riedizione Panini nella Taniguchi Collection è costosa ma ben fatta, la copertina ruvida è deliziosa e decisamente indicata per il prodotto, e le pagine bianche, seppur lievemente trasparenti, saranno ricoperte da disegni e retini ottimamente stampati. La vera pecca si trova nell’adattamento, perché anziché rieditare le tavole sono state ristampate quelle della prima edizione, il che non è un male perché i baloon scritti a mano danno maggiormente un sapore di passato all’opera, ma ci sono numerosi errori di scrittura che sarebbe stato opportuno correggere.
Una bellissima storia, malinconica e toccante, che ci mostra molte scelte, quelle fatte per colpa del proprio orgoglio, quelle fatte non sapendo la verità e quelle semplicemente dettate dai sentimenti, ma soprattutto ci mostra come sia difficile capire cosa sia giusto o sbagliato, nessuno sa cosa può accadere e guardando indietro si possono capire molte cose, e tutto questo ci trasforma nella persona che siamo ogni giorno, un essere mutevole e imprevedibile che solo guardando continuamente al passato ed accentandolo può evitare nuovi errori e vivere felicemente il nebbioso futuro.
Ma non ci sarà solo questo, perché Taniguchi indirettamente ci manderà piccoli messaggi sulle differenze tra campagna e città, entrambe nel tempo cambiano ma rimangono sempre distinte: la prima rimarrà più semplice, calorosa e soprattutto fedele alle tradizioni, mentre la seconda è sempre più moderna nell’aspetto, negli usi e soprattutto nei costumi. Tutto questo si nota maggiormente durante i matrimoni dei fratelli, la donna si sposa in base a degli accordi e tramite le cerimonie tipiche asiatiche, mentre lui si sposerà dopo anni di relazione in un matrimonio tipicamente occidentale, anche se tutto questo perde un po’ il senso da noi, dove le credenze, le cerimonie e le tradizioni sono meno sentite che in Asia.
Imperdibile.
Una chiamata improvvisa durante l’orario di lavoro, così inizia la nostra storia, una morte inaspettata che richiama un uomo dalla città alla campagna per andare ad assistere al funerale del padre, un genitore che non è stato più visto da molti anni per delle decisioni difficili da definire giuste o sbagliate, perché le idee e le opinioni tramutano nel tempo e in base alle esperienze vissute, ed è questo ragionamento che affronterà il protagonista perché circondato dai parenti avrà la possibilità di rivedere la vita del padre, da quando era troppo piccolo per ricordare a quando era già andato via da casa.
Indubbiamente Taniguchi trova un’idea ottima che può essere sfruttata per vari motivi, semplicemente per raccontare una storia drammatica ed anche per dare un senso ed una profondità al tutto, con alcuni messaggi semplici ed altri più velati.
La narrazione, pacata ma scorrevole, ci catturerà nelle sue spire e non riusciremo a mollare il maxi volumetto da più di 200 pagine fino a che non avremo conosciuto ogni ombra del passato di questa famiglia.
I disegni dal classico stampo di Taniguchi sono come sempre ottimi e curatissimi, potremmo ammirare soprattutto delle bellissime panoramiche della città e soprattutto della campagna. Ottima la cura del vestiario, che ben rappresenta le epoche in cui sono ambientate le vicende.
Un plauso va fatto alle (poche) pagine a colori iniziali e le curate scelte cromatiche, i ricordi saranno dominati da un unico colore che sa di antico, mentre il presente sarà coperto di tinte scure, un modo di sottolineare un messaggio che verrà sottilmente inserito nel complesso.
La riedizione Panini nella Taniguchi Collection è costosa ma ben fatta, la copertina ruvida è deliziosa e decisamente indicata per il prodotto, e le pagine bianche, seppur lievemente trasparenti, saranno ricoperte da disegni e retini ottimamente stampati. La vera pecca si trova nell’adattamento, perché anziché rieditare le tavole sono state ristampate quelle della prima edizione, il che non è un male perché i baloon scritti a mano danno maggiormente un sapore di passato all’opera, ma ci sono numerosi errori di scrittura che sarebbe stato opportuno correggere.
Una bellissima storia, malinconica e toccante, che ci mostra molte scelte, quelle fatte per colpa del proprio orgoglio, quelle fatte non sapendo la verità e quelle semplicemente dettate dai sentimenti, ma soprattutto ci mostra come sia difficile capire cosa sia giusto o sbagliato, nessuno sa cosa può accadere e guardando indietro si possono capire molte cose, e tutto questo ci trasforma nella persona che siamo ogni giorno, un essere mutevole e imprevedibile che solo guardando continuamente al passato ed accentandolo può evitare nuovi errori e vivere felicemente il nebbioso futuro.
Ma non ci sarà solo questo, perché Taniguchi indirettamente ci manderà piccoli messaggi sulle differenze tra campagna e città, entrambe nel tempo cambiano ma rimangono sempre distinte: la prima rimarrà più semplice, calorosa e soprattutto fedele alle tradizioni, mentre la seconda è sempre più moderna nell’aspetto, negli usi e soprattutto nei costumi. Tutto questo si nota maggiormente durante i matrimoni dei fratelli, la donna si sposa in base a degli accordi e tramite le cerimonie tipiche asiatiche, mentre lui si sposerà dopo anni di relazione in un matrimonio tipicamente occidentale, anche se tutto questo perde un po’ il senso da noi, dove le credenze, le cerimonie e le tradizioni sono meno sentite che in Asia.
Imperdibile.
Sono pochi, tra i fumettisti giapponesi, quelli che è possibile davvero definire artisti. Jiro Taniguchi è uno dei pochi fortunati.
I suoi fumetti, infatti, sono qualcosa di più di semplici disegni su carta, sono qualcosa che riescono a toccare profondamente il cuore di chi li legge e difficilmente vengono dimenticati.
Al tempo di papà è uno di questi, è una perla di rara bellezza nel vasto oceano della narrativa a fumetti giapponese, uno spaccato di vita, un’opera d’arte.
Ambientato a Tottori, città nell’Honshu che ha dato i natali all’autore stesso, il racconto si divide fra gli anni ’90 del presente e gli anni ’40 e ’50 del passato.
In occasione della morte del padre Takeshi, l’impiegato Yoichi ritorna al paese natale, dal quale mancava da parecchi anni, sfruttando ogni scusa possibile per restare a Tokyo, dove vive felicemente con la moglie.
La ragione di questo comportamento risale ai tempi dell’infanzia e riguarda un misterioso rancore che Yoichi prova nei confronti della famiglia e in particolare nei confronti del padre, la cui figura è annebbiata e confusa nei ricordi del protagonista.
Un rancore, quello di Yoichi, che pone le sue radici in spensierati giorni d’infanzia bruscamente interrotti, in una crescita non richiesta ma avvenuta sin troppo in fretta, e nel grande incendio che durante l’occupazione americana distrusse Tottori e con essa le vite e i destini della sua famiglia.
Yoichi, ormai adulto, ritorna a Tottori dopo tanti anni per il funerale del padre e inizierà per lui un viaggio nei ricordi, suoi, dei suoi familiari, parenti ed amici di famiglia, che, messi insieme, comporranno un inatteso dipinto di papà Takeshi e della sua immensa grandezza d’animo, che il piccolo Yoichi, offuscato dall’ingenuità e dal rancore, non era mai riuscito a scorgere.
Al tempo di papà è una vicenda delicatissima e toccante, che mostra ai suoi lettori la storia di una famiglia e dei suoi componenti in un momento delicato della storia giapponese, quello del dopoguerra, della sconfitta e dell’occupazione americana. Vedremo, in una ricostruzione storica piuttosto fedele, cosa ciò comportò per i giapponesi dell’epoca e la vicenda storica farà da sfondo alla vicenda intimistica e quotidiana del piccolo Yoichi e della sua famiglia. Nell’arco di circa 300 pagine e dodici capitoli, Taniguchi ci mostrerà tutto ciò che può accadere a una famiglia nell’arco della sua vita (persino la morte degli amati animali domestici, argomento già trattato dall’autore in Allevare un cane e altri racconti), con la sua consueta grazia e delicatezza e il suo stile di disegno sempre sobrio, realistico e gradevolissimo alla vista, con dei volti bonari e simpaticissimi e degli sfondi dal realismo maniacale.
Al tempo di papà è uno spaccato realistico e toccante di vita nelle campagne giapponesi del secolo scorso, ma è anche la vicenda interiore di un gruppo di persone che le abitano, una storia completa e appassionante nella sua semplicità, capace di riprodurre su carta emozioni normalissime eppur grandi, cosa che all’autore riesce benissimo, in particolar modo quando si dedica a storie di tipo intimistico interamente scritte da lui senza sceneggiatori con cui collaborare come disegnatore. E quale scenario migliore, per il Taniguchi autore, che la natia Tottori, già teatro dello splendido In una lontana città? Taniguchi attinge da esperienze personali e dalle tante emozioni del cuore umano per regalarci, ancora una volta, una storia stupenda, che, immancabilmente, emoziona chi la legge.
L’edizione Planet Manga non è esente da difetti, quali lettering scritto a mano, pecettature e pagine bucate (non so se è un problema della mia copia o son così), ma è di grande formato, solida e contiene anche le pagine iniziali a colori, oltre che le immancabili, e sempre bellissime, introduzioni e postfazioni a cura dell’autore stesso e del sempre solerte e bravissimo Davide Castellazzi.
Al tempo di papà è una storia veramente stupenda, che consiglio davvero a chiunque, in particolar modo proprio ai papà, ai tanti adulti che denigrano il fumetto giapponese. Sono sicuro che una lettura di queste pagine potrà aprir loro la mente…
I suoi fumetti, infatti, sono qualcosa di più di semplici disegni su carta, sono qualcosa che riescono a toccare profondamente il cuore di chi li legge e difficilmente vengono dimenticati.
Al tempo di papà è uno di questi, è una perla di rara bellezza nel vasto oceano della narrativa a fumetti giapponese, uno spaccato di vita, un’opera d’arte.
Ambientato a Tottori, città nell’Honshu che ha dato i natali all’autore stesso, il racconto si divide fra gli anni ’90 del presente e gli anni ’40 e ’50 del passato.
In occasione della morte del padre Takeshi, l’impiegato Yoichi ritorna al paese natale, dal quale mancava da parecchi anni, sfruttando ogni scusa possibile per restare a Tokyo, dove vive felicemente con la moglie.
La ragione di questo comportamento risale ai tempi dell’infanzia e riguarda un misterioso rancore che Yoichi prova nei confronti della famiglia e in particolare nei confronti del padre, la cui figura è annebbiata e confusa nei ricordi del protagonista.
Un rancore, quello di Yoichi, che pone le sue radici in spensierati giorni d’infanzia bruscamente interrotti, in una crescita non richiesta ma avvenuta sin troppo in fretta, e nel grande incendio che durante l’occupazione americana distrusse Tottori e con essa le vite e i destini della sua famiglia.
Yoichi, ormai adulto, ritorna a Tottori dopo tanti anni per il funerale del padre e inizierà per lui un viaggio nei ricordi, suoi, dei suoi familiari, parenti ed amici di famiglia, che, messi insieme, comporranno un inatteso dipinto di papà Takeshi e della sua immensa grandezza d’animo, che il piccolo Yoichi, offuscato dall’ingenuità e dal rancore, non era mai riuscito a scorgere.
Al tempo di papà è una vicenda delicatissima e toccante, che mostra ai suoi lettori la storia di una famiglia e dei suoi componenti in un momento delicato della storia giapponese, quello del dopoguerra, della sconfitta e dell’occupazione americana. Vedremo, in una ricostruzione storica piuttosto fedele, cosa ciò comportò per i giapponesi dell’epoca e la vicenda storica farà da sfondo alla vicenda intimistica e quotidiana del piccolo Yoichi e della sua famiglia. Nell’arco di circa 300 pagine e dodici capitoli, Taniguchi ci mostrerà tutto ciò che può accadere a una famiglia nell’arco della sua vita (persino la morte degli amati animali domestici, argomento già trattato dall’autore in Allevare un cane e altri racconti), con la sua consueta grazia e delicatezza e il suo stile di disegno sempre sobrio, realistico e gradevolissimo alla vista, con dei volti bonari e simpaticissimi e degli sfondi dal realismo maniacale.
Al tempo di papà è uno spaccato realistico e toccante di vita nelle campagne giapponesi del secolo scorso, ma è anche la vicenda interiore di un gruppo di persone che le abitano, una storia completa e appassionante nella sua semplicità, capace di riprodurre su carta emozioni normalissime eppur grandi, cosa che all’autore riesce benissimo, in particolar modo quando si dedica a storie di tipo intimistico interamente scritte da lui senza sceneggiatori con cui collaborare come disegnatore. E quale scenario migliore, per il Taniguchi autore, che la natia Tottori, già teatro dello splendido In una lontana città? Taniguchi attinge da esperienze personali e dalle tante emozioni del cuore umano per regalarci, ancora una volta, una storia stupenda, che, immancabilmente, emoziona chi la legge.
L’edizione Planet Manga non è esente da difetti, quali lettering scritto a mano, pecettature e pagine bucate (non so se è un problema della mia copia o son così), ma è di grande formato, solida e contiene anche le pagine iniziali a colori, oltre che le immancabili, e sempre bellissime, introduzioni e postfazioni a cura dell’autore stesso e del sempre solerte e bravissimo Davide Castellazzi.
Al tempo di papà è una storia veramente stupenda, che consiglio davvero a chiunque, in particolar modo proprio ai papà, ai tanti adulti che denigrano il fumetto giapponese. Sono sicuro che una lettura di queste pagine potrà aprir loro la mente…