Mikami - Agenzia acchiappafantasmi
Lo avevo iniziato molti anni fa in quanto i Kappa Boys lo paragonavano ad un nuovo Urutsei Yatsura ma mi sembrava sciatto e dunque non l’ho continuato. Ora tantissimi anni dopo l’ho ripreso in mano e devo dire di averlo apprezzato capitolo per capitolo tanto che fino alla saga di Ashtaroth gli avrei dato il massimo, cioè 10.
Vuol dire che sino a quella saga è come Lamù?
No, i disegni, la trama e il modo di condurre la storia è diverso.
Per i disegni basta mettere un volume della Takahashi affianco ad uno di Shina per vedere che lo stile è diverso.
La trama di GS Mikami è molto diversa da quella umoristica di Lamù, in quanto se pur con siparietti in buona fine è un manga di azione.
Per quanto riguarda il modo di condurre la storia nel fumetto della Takahashi l’autrice riesce a concentrare un’avventura dei protagonisti in 16 pagine e raramente lega gli episodi, Shina invece non riesce ad avere questo dono e quindi lega molto più spesso gli episodi in minisaghe.
Questo almeno fino all’arrivo del arcidemone Ashtaroth che di fatto è protagonista di una saga di svariati volumi che alla lunga stanca. Qualcuno ha paragonato questa saga ad un battle shonen in particolare a Bleach, io devo dire che sono d’accordo. Leggere tale saga però tutta di un fiato mi ha stancato parecchio. Non era brutta ma devia parecchio la strada che solo verso la fine ritorna al brio iniziale.
Comunque vediamo all’opera Mikami in svariate storie di sovrannaturale con protagonisti fantasmi, demoni, yukai e Dei.
Affiancata in ciò da Yokoshima che ad un certo punto diventerà il protagonista.
Comunque il finale
Voto? Otto e mezzo.
Vuol dire che sino a quella saga è come Lamù?
No, i disegni, la trama e il modo di condurre la storia è diverso.
Per i disegni basta mettere un volume della Takahashi affianco ad uno di Shina per vedere che lo stile è diverso.
La trama di GS Mikami è molto diversa da quella umoristica di Lamù, in quanto se pur con siparietti in buona fine è un manga di azione.
Per quanto riguarda il modo di condurre la storia nel fumetto della Takahashi l’autrice riesce a concentrare un’avventura dei protagonisti in 16 pagine e raramente lega gli episodi, Shina invece non riesce ad avere questo dono e quindi lega molto più spesso gli episodi in minisaghe.
Questo almeno fino all’arrivo del arcidemone Ashtaroth che di fatto è protagonista di una saga di svariati volumi che alla lunga stanca. Qualcuno ha paragonato questa saga ad un battle shonen in particolare a Bleach, io devo dire che sono d’accordo. Leggere tale saga però tutta di un fiato mi ha stancato parecchio. Non era brutta ma devia parecchio la strada che solo verso la fine ritorna al brio iniziale.
Comunque vediamo all’opera Mikami in svariate storie di sovrannaturale con protagonisti fantasmi, demoni, yukai e Dei.
Affiancata in ciò da Yokoshima che ad un certo punto diventerà il protagonista.
Comunque il finale
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
è aperto che più non si può! Peggio dei finali di Rumiko in cui si vede almeno di più l’avvicinamento dei vari Lum e Ataru o Ranma e Akane.Voto? Otto e mezzo.
Ho amato ogni volume di quest'opera, nonostante la scarsa qualità del lavoro della Star Comics nell'adattamento/traduzione degli ultimi 10-15 volumi, alcuni dei quali presentavano anche difetti di stampa tali da richiederne la sostituzione.
Purtroppo GS Mikami, in Italia, è uscito in un momento il cui il mercato dei manga era enormemente saturo di altre opere meritevoli d'acquisto e non ha ricevuto la fama che avrebbe meritato.
Opera prima di Takashi Shiina, denota sin da subito una trama per lo più verticale, con rari archi orizzontali dalla durata media di 6-7 capitoli, volti a portare nuovi personaggi nella continuity o a caratterizzare la crescita della protagonista e dei due deuteragonisti.
Reiko Mikami è un'avida e spesso disonesta esorcista, dalla fortissima personalità e che, con l'andare della storia, riuscirà a smussare la venalità socializzando e interagendo con l'enorme cast di personaggi secondari, grazie anche a Tadao e O-Kinu.
Il primo dei due, Tadao Yokoshima, che pian piano assumerà i connotati di vero e proprio co-protagonista, è uno squallido e insignificante zerbino/aiutante di Mikami, spesso convinto al lavoro dalle promesse mai mantenute della titolare a sfondo sessuale, e che, col passare della storia, dimostra un'attitudine impensabile al lavoro di esorcista, finendo per diventarlo a pieno merito.
La seconda, O-Kinu, è una fantasma che non riesce ad ascendere nel Nirvana, e perciò si unisce ai protagonisti come tuttofare. La ragazza, dolce e ingenua, all'inizio non viene approfondita come personaggio - rimanendo una perfetta spalla comica per Reiko e Tadao, ma una serie di tragiche vicende portano all'approfondimento del suo carattere e all'avere una parte abbastanza importante nel proseguimento della storia.
Caratteristica principale del manga è sicuramente un'inesauribile e innata verve comica, sicuramente frutto dell'ispirazione data dai primi manga della Takahashi come Uruseiyatsura e il suo contemporaneo Ranma 1/2, e dei quali ricalca tutti i crismi aggiungendo, però, una crescita dei personaggi che nelle opere della Sensei Rumiko si avverte meno evidentemente.
Per fare un esempio concreto, mentre Ataru Moroboshi non cresce, né moralmente né sentimentalmente, nel corso della storia - arrivando a comprendere solo alla fine la reale importanza che per lui ha Lamù, ma senza lieti fini, invece Tadao Yokoshima perde, man mano che avanza la storia, quell'aura da sfigato inutile che lo caratterizza all'inizio, divenendo affidabile e stimato da tutti. Ma non voglio spoilerare troppo.
Un'opera, nel complesso, che è invecchiata benissimo e che a distanza di trent'anni dall'esordio riesce a far ridere fino alle lacrime e, allo stesso tempo, appassionare come poche.
Da leggere.
Purtroppo GS Mikami, in Italia, è uscito in un momento il cui il mercato dei manga era enormemente saturo di altre opere meritevoli d'acquisto e non ha ricevuto la fama che avrebbe meritato.
Opera prima di Takashi Shiina, denota sin da subito una trama per lo più verticale, con rari archi orizzontali dalla durata media di 6-7 capitoli, volti a portare nuovi personaggi nella continuity o a caratterizzare la crescita della protagonista e dei due deuteragonisti.
Reiko Mikami è un'avida e spesso disonesta esorcista, dalla fortissima personalità e che, con l'andare della storia, riuscirà a smussare la venalità socializzando e interagendo con l'enorme cast di personaggi secondari, grazie anche a Tadao e O-Kinu.
Il primo dei due, Tadao Yokoshima, che pian piano assumerà i connotati di vero e proprio co-protagonista, è uno squallido e insignificante zerbino/aiutante di Mikami, spesso convinto al lavoro dalle promesse mai mantenute della titolare a sfondo sessuale, e che, col passare della storia, dimostra un'attitudine impensabile al lavoro di esorcista, finendo per diventarlo a pieno merito.
La seconda, O-Kinu, è una fantasma che non riesce ad ascendere nel Nirvana, e perciò si unisce ai protagonisti come tuttofare. La ragazza, dolce e ingenua, all'inizio non viene approfondita come personaggio - rimanendo una perfetta spalla comica per Reiko e Tadao, ma una serie di tragiche vicende portano all'approfondimento del suo carattere e all'avere una parte abbastanza importante nel proseguimento della storia.
Caratteristica principale del manga è sicuramente un'inesauribile e innata verve comica, sicuramente frutto dell'ispirazione data dai primi manga della Takahashi come Uruseiyatsura e il suo contemporaneo Ranma 1/2, e dei quali ricalca tutti i crismi aggiungendo, però, una crescita dei personaggi che nelle opere della Sensei Rumiko si avverte meno evidentemente.
Per fare un esempio concreto, mentre Ataru Moroboshi non cresce, né moralmente né sentimentalmente, nel corso della storia - arrivando a comprendere solo alla fine la reale importanza che per lui ha Lamù, ma senza lieti fini, invece Tadao Yokoshima perde, man mano che avanza la storia, quell'aura da sfigato inutile che lo caratterizza all'inizio, divenendo affidabile e stimato da tutti. Ma non voglio spoilerare troppo.
Un'opera, nel complesso, che è invecchiata benissimo e che a distanza di trent'anni dall'esordio riesce a far ridere fino alle lacrime e, allo stesso tempo, appassionare come poche.
Da leggere.
Attenzione: presenza di spoiler.
L'opera prende spunto da due successi del periodo: il celebre Ghostbuster, gli acchiappafantasmi, e la serie dell'aliena Lamù e del maniaco Ataru, mescolando insieme i punti chiave e anche i personaggi dei due successi. L'inizio è un po' stentato, Reiko Mikami è una procace e bellissima acchiappafantasmi affamata di soldi e di fortuna, accompagnata sempre dall'assistente Tadao Yokoshima, un ragazzo allupato e sfortunato di prima categoria, fotocopia più ingenua e stupida di Ataru Moroboshi di Lamù. Alcuni accusavano la serie di essere un po' troppo simile al fumetto della Takahashi, Mikami bellissima donna con sempre indosso abiti succinti che ne mettono in mostra il fisico e Tadao Yokoshima eterno allupato a caccia di belle ragazze, che rimedia sempre botte di turno, da umani e non. In effetti è così, i primi volumi si riassumono in una caccia al fantasma di turno dove Mikami combatte e Tadao insieme alla bella fantasma d'epoca Okinu (la terza protagonista del manga, sebbene in forma minore rispetto ai primi due) colleziona figuracce, fughe e va sempre a un passo dalla morte per rincorrere la sua passione verso il gentil sesso. In mezzo tanti personaggi secondari, il maestro di Mikami, il prete Karasu, Pito il mezzovampiro, Emy la rivale strega, Chaos e Maria, rispettivamente uno stregone secolare e la sua assistente robot-umana. Tutti personaggi particolari che danno un pizzico di originalità al fumetto, che però gira sempre attorno ai due protagonisti, Mikami e Ataru. La comicità la fa abbastanza da padrona, ma non mancano momenti di serietà nei quali si svelano i primi veri nemici e le prime vere caratteristiche che saranno poi il filo portante della seconda parte con la maturazione di Yokoshima e di Mikami (al contrario di Lamù dove i protagonisti rimangono praticamente identici fino alla fine).
La serie decolla veramente solo nella saga finale, anche se gode di vari sprazzi gradevoli lungo tutto il fumetto in cui la parte centrale è la crescita di Yokoshima che si discosta dall'immagine della copia di Ataru per assumere un ruolo più centrale nel manga fino a diventarne per una parte vero protagonista oltre che acchiappafantasmi. Il ragazzo inizialmente lavora per la bella Mikami come fattorino tuttofare, attratto sessualmente dalla bellezza prorompente della ventenne rossa, scopre casualmente i suoi poteri e li riesce ad applicare in un torneo che gli consente di ottenere la licenza di acchiappafantasmi. Il ragazzo inoltre è innamorato della bella Mikami, sebbene inizialmente non contraccambiato dal suo capo che però più volte darà chiari segnali di gelosia nel momento il cui il ragazzo mostrerà attenzioni verso altre ragazze o riceverà da esse altrettanto.
Il manga Mikami perde in buona parte il suo trend iniziale rilassato e comico e assume una somiglianza molto più forte con Bleach con battaglie cruente, mostri diabolici e astuti nemici fino allo scontro finale nel quale non è Mikami ma Yokoshima il vero protagonista. Dal numero trentaquattro fino al termine, il manga è decisamente gradevole, presenta i nemici più potenti, costringe i protagonisti a crescere e li mette di fronte a scelte molto crudeli, arrivando a una conclusione shockante e triste. A quel punto il manga ormai non può più riprendere l'andazzo comico dell'inizio e quindi finisce per concludersi, in modo alquanto strano e senza mostrare una vera conclusione, sebbene durante la serie si lascia intendere benissimo quale sarà il futuro dei protagonisti grazie al salto temporale di uno dei protagonisti del futuro proprio nel passato (cioè il presente per il manga).
I disegni sono ben curati e, come in Rocky Joe, il tratto dei protagonisti migliora e si fa più pulito e adulto man mano che loro stessi crescono. Il che rende ancora più gradevole la già ottima lettura. La trama è eccellente, scorre bene, riesce a divertire. La serie è leggera, riesce a mantenere la giusta suspense, i protagonisti sono tutti ben riusciti, alle volte si sfonda perfino la quarta parete con un commento sull'uso poco approfondito dei personaggi secondari che in certi momenti del manga vengono totalmente messi da parte. Nonostante avvenimenti al limite dell'assurdo, al contrario dei Ranma o dei Lamù, questo manga riesce a dare un senso anche ai fatti più pazzeschi o perlomeno non li fa comparire come avvenimenti creati unicamente per incasinare o scuotere una puntata che altrimenti faticava a divertire. L'unico vero neo nel manga, se proprio si può trovare, è il finale che lascia un po' l'amaro in bocca, arrivando proprio quando il manga raggiunge il momento migliore, i protagonisti sono cresciuti e qualche ultima saga poteva anche essere sfruttata. Come detto però è il pelo nell'uovo, anche perché effettivamente nel momento della crescita dei protagonisti, la serie non può più ritornare al trend iniziale, di conseguenza la fine è abbastanza giusta.
L'opera prende spunto da due successi del periodo: il celebre Ghostbuster, gli acchiappafantasmi, e la serie dell'aliena Lamù e del maniaco Ataru, mescolando insieme i punti chiave e anche i personaggi dei due successi. L'inizio è un po' stentato, Reiko Mikami è una procace e bellissima acchiappafantasmi affamata di soldi e di fortuna, accompagnata sempre dall'assistente Tadao Yokoshima, un ragazzo allupato e sfortunato di prima categoria, fotocopia più ingenua e stupida di Ataru Moroboshi di Lamù. Alcuni accusavano la serie di essere un po' troppo simile al fumetto della Takahashi, Mikami bellissima donna con sempre indosso abiti succinti che ne mettono in mostra il fisico e Tadao Yokoshima eterno allupato a caccia di belle ragazze, che rimedia sempre botte di turno, da umani e non. In effetti è così, i primi volumi si riassumono in una caccia al fantasma di turno dove Mikami combatte e Tadao insieme alla bella fantasma d'epoca Okinu (la terza protagonista del manga, sebbene in forma minore rispetto ai primi due) colleziona figuracce, fughe e va sempre a un passo dalla morte per rincorrere la sua passione verso il gentil sesso. In mezzo tanti personaggi secondari, il maestro di Mikami, il prete Karasu, Pito il mezzovampiro, Emy la rivale strega, Chaos e Maria, rispettivamente uno stregone secolare e la sua assistente robot-umana. Tutti personaggi particolari che danno un pizzico di originalità al fumetto, che però gira sempre attorno ai due protagonisti, Mikami e Ataru. La comicità la fa abbastanza da padrona, ma non mancano momenti di serietà nei quali si svelano i primi veri nemici e le prime vere caratteristiche che saranno poi il filo portante della seconda parte con la maturazione di Yokoshima e di Mikami (al contrario di Lamù dove i protagonisti rimangono praticamente identici fino alla fine).
La serie decolla veramente solo nella saga finale, anche se gode di vari sprazzi gradevoli lungo tutto il fumetto in cui la parte centrale è la crescita di Yokoshima che si discosta dall'immagine della copia di Ataru per assumere un ruolo più centrale nel manga fino a diventarne per una parte vero protagonista oltre che acchiappafantasmi. Il ragazzo inizialmente lavora per la bella Mikami come fattorino tuttofare, attratto sessualmente dalla bellezza prorompente della ventenne rossa, scopre casualmente i suoi poteri e li riesce ad applicare in un torneo che gli consente di ottenere la licenza di acchiappafantasmi. Il ragazzo inoltre è innamorato della bella Mikami, sebbene inizialmente non contraccambiato dal suo capo che però più volte darà chiari segnali di gelosia nel momento il cui il ragazzo mostrerà attenzioni verso altre ragazze o riceverà da esse altrettanto.
Il manga Mikami perde in buona parte il suo trend iniziale rilassato e comico e assume una somiglianza molto più forte con Bleach con battaglie cruente, mostri diabolici e astuti nemici fino allo scontro finale nel quale non è Mikami ma Yokoshima il vero protagonista. Dal numero trentaquattro fino al termine, il manga è decisamente gradevole, presenta i nemici più potenti, costringe i protagonisti a crescere e li mette di fronte a scelte molto crudeli, arrivando a una conclusione shockante e triste. A quel punto il manga ormai non può più riprendere l'andazzo comico dell'inizio e quindi finisce per concludersi, in modo alquanto strano e senza mostrare una vera conclusione, sebbene durante la serie si lascia intendere benissimo quale sarà il futuro dei protagonisti grazie al salto temporale di uno dei protagonisti del futuro proprio nel passato (cioè il presente per il manga).
I disegni sono ben curati e, come in Rocky Joe, il tratto dei protagonisti migliora e si fa più pulito e adulto man mano che loro stessi crescono. Il che rende ancora più gradevole la già ottima lettura. La trama è eccellente, scorre bene, riesce a divertire. La serie è leggera, riesce a mantenere la giusta suspense, i protagonisti sono tutti ben riusciti, alle volte si sfonda perfino la quarta parete con un commento sull'uso poco approfondito dei personaggi secondari che in certi momenti del manga vengono totalmente messi da parte. Nonostante avvenimenti al limite dell'assurdo, al contrario dei Ranma o dei Lamù, questo manga riesce a dare un senso anche ai fatti più pazzeschi o perlomeno non li fa comparire come avvenimenti creati unicamente per incasinare o scuotere una puntata che altrimenti faticava a divertire. L'unico vero neo nel manga, se proprio si può trovare, è il finale che lascia un po' l'amaro in bocca, arrivando proprio quando il manga raggiunge il momento migliore, i protagonisti sono cresciuti e qualche ultima saga poteva anche essere sfruttata. Come detto però è il pelo nell'uovo, anche perché effettivamente nel momento della crescita dei protagonisti, la serie non può più ritornare al trend iniziale, di conseguenza la fine è abbastanza giusta.
Premetto che giravo intorno a questo manga da diverso tempo, però visto che si trattavano di 43 volumi mi ero sempre tirato indietro. Poi sono riuscito a trovare i primi 13 numeri a pochi euro, allora mi decisi ad iniziarlo. Beh, che manga!
Inizialmente i capitoli sono quasi tutti storie autoconclusive che parlano di Mikami, l'acchiappafantasmi bellissima ma molto avida, Yokoshima, il suo assistente che lavora per una miseria solo perché è innamorato di lei (e del suo corpo), e Okinu, fantasma incontrato nel primo episodio che dà loro una mano. Tutti gli episodi si concludono in uno massimo due capitoli e sono molto gradevoli nella lettura e nei disegni. Poi, mano mano che si va avanti nella lettura, le saghe si fanno più lunghe tanto da raggiungere anche 2 o 3 numeri.
Per quanto riguarda l'ironia il manga ne è pieno, con fasi comiche che strappano un sorriso ogni due vignette. Una trama di fondo questo manga per ora non ce l'ha e forse proprio per questo si lascia leggere che è un piacere, anche se un filo conduttore non avrebbe guastato, anzi.
In sintesi:
TRAMA: 8, le mini-saghe sono molto simpatiche, però una leggera mancanza di una trama centrale si sente.
DISEGNI: 9, davvero molto belli e ben curati, combattimenti chiari e mai caotici.
SIMPATIA: 9, le parti comiche sono davvero esilaranti.
VOTO FINALE: 9, un manga molto molto simpatico, per niente pesante e con fasi comiche/combattimenti spettacolari. Leggetelo tranquillamente perché ne vale parecchio la pena, magari non è a livelli dei manga più attuali però a mio parere, per essere un manga di vent'anni fa, il fascino è rimasto quasi completamente intatto.
Inizialmente i capitoli sono quasi tutti storie autoconclusive che parlano di Mikami, l'acchiappafantasmi bellissima ma molto avida, Yokoshima, il suo assistente che lavora per una miseria solo perché è innamorato di lei (e del suo corpo), e Okinu, fantasma incontrato nel primo episodio che dà loro una mano. Tutti gli episodi si concludono in uno massimo due capitoli e sono molto gradevoli nella lettura e nei disegni. Poi, mano mano che si va avanti nella lettura, le saghe si fanno più lunghe tanto da raggiungere anche 2 o 3 numeri.
Per quanto riguarda l'ironia il manga ne è pieno, con fasi comiche che strappano un sorriso ogni due vignette. Una trama di fondo questo manga per ora non ce l'ha e forse proprio per questo si lascia leggere che è un piacere, anche se un filo conduttore non avrebbe guastato, anzi.
In sintesi:
TRAMA: 8, le mini-saghe sono molto simpatiche, però una leggera mancanza di una trama centrale si sente.
DISEGNI: 9, davvero molto belli e ben curati, combattimenti chiari e mai caotici.
SIMPATIA: 9, le parti comiche sono davvero esilaranti.
VOTO FINALE: 9, un manga molto molto simpatico, per niente pesante e con fasi comiche/combattimenti spettacolari. Leggetelo tranquillamente perché ne vale parecchio la pena, magari non è a livelli dei manga più attuali però a mio parere, per essere un manga di vent'anni fa, il fascino è rimasto quasi completamente intatto.
Mikami è un manga davvero piacevole. In genere piace molto a chi apprezza i manga della Takahashi, pur essendo abbastanza originale con spunti interessanti ricorda un po' un misto di Lamù, Ranma e (la parte migliore di) Inuyasha. In pratica, sa alternare saghe comicissime a saghe più serie ed ha una serie di nemici credibili, che portano una trama in crescendo.
Il protagonista è una specie di Ataru Moroboshi, che pur mantenendo le sue assurde caratteristiche comiche sa maturare col tempo, Mikami è divertente nella sua tirchieria, e Okinu uno dei personaggi più dolci dei manga. Inoltre i comprimari son ben organizzati, un po' come quelli che potresti trovare nei manga della Takahashi.
Migliora con l'andare del tempo, svelando sempre più la trama e dando una connotazione più interessante ai personaggi; disegni non ottimali, specie nei primi numeri, ma alla fin fine piacevoli ed espressivi.
Secondo me è un manga molto sottovalutato in Italia, ma lo consiglio vivamente. Ovviamente, se non vi piace la Takahashi non lo leggete!
Il protagonista è una specie di Ataru Moroboshi, che pur mantenendo le sue assurde caratteristiche comiche sa maturare col tempo, Mikami è divertente nella sua tirchieria, e Okinu uno dei personaggi più dolci dei manga. Inoltre i comprimari son ben organizzati, un po' come quelli che potresti trovare nei manga della Takahashi.
Migliora con l'andare del tempo, svelando sempre più la trama e dando una connotazione più interessante ai personaggi; disegni non ottimali, specie nei primi numeri, ma alla fin fine piacevoli ed espressivi.
Secondo me è un manga molto sottovalutato in Italia, ma lo consiglio vivamente. Ovviamente, se non vi piace la Takahashi non lo leggete!
<center>An invisible man,
sleeping in your bed.
Who you gonna call?
Ghostbusters!</center>
GS Mikami Gokuraku Daisakusen!! cavalca l'onda del celeberrimo american movie del 1984.
Appoggiandosi al misticismo orientale, che pullula di demoni, dei e creature magiche, Takashi Shiina realizza uno dei manga più seguiti degli anni '90. Oltre all'enorme successo riscosso in patria, quest'opera vinse il Premio Shogakukan per i manga nel 1993 (categoria shonen).
La domanda è lecita: val la pena leggerlo nonostante siano passati vent'anni dalla sua nascita?
Cercando di non fare spoiler, proverò a scrivere le mie impressioni dopo aver letto tutti e 43 i volumetti di cui è composta l'opera. Dico proverò perché non è facile, provo sensazioni un po' controverse.
L'ho comprato qualche settimana fa in blocco, senza sapere (quasi) nulla di Mikami. Era un manga famoso, il genere era comico, il prezzo bassissimo... e tanto mi bastava. Mi piace informarmi poco prima di leggere un manga, così da avere pochi pregiudizi. Pochi e aggiungo... errati. Mikami non è un manga comico, ma un manga d'azione!
La componente comica serve solo a "condire" i combattimenti degli acchiappafantasmi, il clima - il più delle volte - è invece molto teso/serio. Del resto rischiano la vita, sarebbe strano il contrario.
Confesso che non sono stato molto contento di scoprire la vera natura di questo manga. I primi volumi seguono lo schema della classica storia d'azione per ragazzini: problema - combattimento - lieto fine. Il tutto riassunto in una ventina di pagine, perchè nei primi volumi quasi tutti i capitoli sono autoconclusivi. Un po' come avere tanti episodi filler uno dietro l'altro, senza crescita alcuna dei personaggi e senza che si sia fatto un passo avanti rispetto al primo volume.
La comicità presente è anch'essa ripetitiva, si nota un pesante scopiazzamento da Urusei Yatsura (Lamù) e poche, pochissime innovazioni.
Insomma: verso il ventesimo volume mi ero parecchio stancato di questo fumetto, m'ero rassegnato al fatto d'aver buttato i soldi e stavo per passare ad altro.
Tuttavia ci ho ripensato. Ho provato a continuare la lettura e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Ad un certo punto Shiina cambia decisamente registro, passa dalle solite storie brevi a lunghissime saghe piene di nuovi personaggi. Che restano e prendono parte alle saghe successive.
Gli stessi protagonisti cambiano. Maturano. In particolare Yokoshima, il personaggio principale maschile, si trasforma da "Ataru Moroboshi" in un eroe wannabe che sa mettere da parte la propria libidine per il bene delle persone che ama.
Inizia ad esserci una trama, una trama anche piuttosto intrigante. I personaggi subentrati successivamente sono molto più interessanti di quelli originari, lo stesso genere inizia ad uscire dal suddetto schema problema - combattimento - lieto fine. Si inizia a respirare un'aria da comic americano, cosa che fa fare sicuramente un salto di qualità al piattume a cui Mikami c'aveva abituati.
Peccato che proprio quando il manga raggiunge il suo picco, quando non puoi più fare a meno di prendere in mano il volumetto successivo... finisce tutto. T'accorgi d'essere arrivato al volume 43 e provi un fastidioso senso di dispiacere. O almeno, questo è quello che è successo a me. Mi è sembrato un gran peccato che ci siano voluti quasi venti volumi per "ingranare", se GS Mikami fosse partito forte già dal volume 1 gli avrei dato tranquillamente un 8 o un 9, anche perchè i disegni sono molto molto belli. Ho notato che a molti non piacciono, ma secondo me sono praticamente perfetti. Ovviamente man mano vanno migliorando (il manga è durato 9 anni), ma anche nei primi volumi hanno un certo fascino, che aumenterà esponenzialmente con l'avanzare delle pagine.
Torniamo quindi alla domanda iniziale: vale la pena di leggere questo manga? E la risposta non può che essere <i>dipende</i>.
Dipende dal lettore. Bisogna innanzitutto avere la pazienza di "sopportare" venti volumi di nulla cosmico. Per carità, c'è qualche gag e qualche altra cosina interessante, ma davvero troppo poco (fin lì darei alla trama 4 e ai disegni 7). Da lì in avanti vale la pena sì di leggere Mikami (seconda metà a cui darei un 8 pieno, nel complesso), tanto che non dico che siamo di fronte ad un altro manga, ma quasi.
Se siete persone pazienti vi consiglio quindi di leggerlo. Però non lo comprerei nuovo (sempre che la Star Comics abbia ancora gli arretrati disponibili). L'edizione è ottima, per carità, traduzione ed editing idem (sono rimasto molto soddisfatto), ma è un manga che probabilmente leggi una volta e poi riponi in libreria. Non impressiona al punto di volerlo rileggere periodicamente, al limite solo le saghe più toccanti. Fatevelo prestare o (come ho fatto io) compratelo usato a non più di un euro per volume. Altrimenti c'è il serio rischio che ve ne pentirete.
sleeping in your bed.
Who you gonna call?
Ghostbusters!</center>
GS Mikami Gokuraku Daisakusen!! cavalca l'onda del celeberrimo american movie del 1984.
Appoggiandosi al misticismo orientale, che pullula di demoni, dei e creature magiche, Takashi Shiina realizza uno dei manga più seguiti degli anni '90. Oltre all'enorme successo riscosso in patria, quest'opera vinse il Premio Shogakukan per i manga nel 1993 (categoria shonen).
La domanda è lecita: val la pena leggerlo nonostante siano passati vent'anni dalla sua nascita?
Cercando di non fare spoiler, proverò a scrivere le mie impressioni dopo aver letto tutti e 43 i volumetti di cui è composta l'opera. Dico proverò perché non è facile, provo sensazioni un po' controverse.
L'ho comprato qualche settimana fa in blocco, senza sapere (quasi) nulla di Mikami. Era un manga famoso, il genere era comico, il prezzo bassissimo... e tanto mi bastava. Mi piace informarmi poco prima di leggere un manga, così da avere pochi pregiudizi. Pochi e aggiungo... errati. Mikami non è un manga comico, ma un manga d'azione!
La componente comica serve solo a "condire" i combattimenti degli acchiappafantasmi, il clima - il più delle volte - è invece molto teso/serio. Del resto rischiano la vita, sarebbe strano il contrario.
Confesso che non sono stato molto contento di scoprire la vera natura di questo manga. I primi volumi seguono lo schema della classica storia d'azione per ragazzini: problema - combattimento - lieto fine. Il tutto riassunto in una ventina di pagine, perchè nei primi volumi quasi tutti i capitoli sono autoconclusivi. Un po' come avere tanti episodi filler uno dietro l'altro, senza crescita alcuna dei personaggi e senza che si sia fatto un passo avanti rispetto al primo volume.
La comicità presente è anch'essa ripetitiva, si nota un pesante scopiazzamento da Urusei Yatsura (Lamù) e poche, pochissime innovazioni.
Insomma: verso il ventesimo volume mi ero parecchio stancato di questo fumetto, m'ero rassegnato al fatto d'aver buttato i soldi e stavo per passare ad altro.
Tuttavia ci ho ripensato. Ho provato a continuare la lettura e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Ad un certo punto Shiina cambia decisamente registro, passa dalle solite storie brevi a lunghissime saghe piene di nuovi personaggi. Che restano e prendono parte alle saghe successive.
Gli stessi protagonisti cambiano. Maturano. In particolare Yokoshima, il personaggio principale maschile, si trasforma da "Ataru Moroboshi" in un eroe wannabe che sa mettere da parte la propria libidine per il bene delle persone che ama.
Inizia ad esserci una trama, una trama anche piuttosto intrigante. I personaggi subentrati successivamente sono molto più interessanti di quelli originari, lo stesso genere inizia ad uscire dal suddetto schema problema - combattimento - lieto fine. Si inizia a respirare un'aria da comic americano, cosa che fa fare sicuramente un salto di qualità al piattume a cui Mikami c'aveva abituati.
Peccato che proprio quando il manga raggiunge il suo picco, quando non puoi più fare a meno di prendere in mano il volumetto successivo... finisce tutto. T'accorgi d'essere arrivato al volume 43 e provi un fastidioso senso di dispiacere. O almeno, questo è quello che è successo a me. Mi è sembrato un gran peccato che ci siano voluti quasi venti volumi per "ingranare", se GS Mikami fosse partito forte già dal volume 1 gli avrei dato tranquillamente un 8 o un 9, anche perchè i disegni sono molto molto belli. Ho notato che a molti non piacciono, ma secondo me sono praticamente perfetti. Ovviamente man mano vanno migliorando (il manga è durato 9 anni), ma anche nei primi volumi hanno un certo fascino, che aumenterà esponenzialmente con l'avanzare delle pagine.
Torniamo quindi alla domanda iniziale: vale la pena di leggere questo manga? E la risposta non può che essere <i>dipende</i>.
Dipende dal lettore. Bisogna innanzitutto avere la pazienza di "sopportare" venti volumi di nulla cosmico. Per carità, c'è qualche gag e qualche altra cosina interessante, ma davvero troppo poco (fin lì darei alla trama 4 e ai disegni 7). Da lì in avanti vale la pena sì di leggere Mikami (seconda metà a cui darei un 8 pieno, nel complesso), tanto che non dico che siamo di fronte ad un altro manga, ma quasi.
Se siete persone pazienti vi consiglio quindi di leggerlo. Però non lo comprerei nuovo (sempre che la Star Comics abbia ancora gli arretrati disponibili). L'edizione è ottima, per carità, traduzione ed editing idem (sono rimasto molto soddisfatto), ma è un manga che probabilmente leggi una volta e poi riponi in libreria. Non impressiona al punto di volerlo rileggere periodicamente, al limite solo le saghe più toccanti. Fatevelo prestare o (come ho fatto io) compratelo usato a non più di un euro per volume. Altrimenti c'è il serio rischio che ve ne pentirete.
Commedia umoristica a tinte paranormali in gran parte strutturata alla Rumiko Takahashi, piena quindi di personaggi folli, situazioni demenziali e qualche punta di ecchi con tanto di protagonista col chiodo fisso.
Il tratto non brilla per precisione, ma è funzionale: su buona parte del manga aleggia un'atmosfera frenetica e alle tonnellate di gag viene conferita la giusta dose di follia, specialmente nelle espressioni facciali dei personaggi, sempre varie e deliranti, al contrario di quando accade nei manga odierni in cui lo standard è quello imposto da <b>"Azumanga Daiho"</b> (bocca squadrata, occhi rotondi e varianti annesse), a cui però lo stesso Shiina non mancherà a sua volta di adeguarsi nel corso della creazione del suo attuale successo, <b>"Zettai Karen Children"</b>... ma questo è un altro discorso.
Per un buon 90% questo manga è composto da storie autoconclusive (per i primi volumi lunghe anche un solo capitolo), inframezzate di tanto in tanto da storie di più ampio respiro all'insegna dell'azione, in cui l'autore sviluppa il background dei personaggi.
Insomma, una vera propria trama di fondo non c'è: qui l'obiettivo è innanzitutto intrattenere il lettore. Cosa che a questo titolo riesce particolarmente bene.
Il tratto non brilla per precisione, ma è funzionale: su buona parte del manga aleggia un'atmosfera frenetica e alle tonnellate di gag viene conferita la giusta dose di follia, specialmente nelle espressioni facciali dei personaggi, sempre varie e deliranti, al contrario di quando accade nei manga odierni in cui lo standard è quello imposto da <b>"Azumanga Daiho"</b> (bocca squadrata, occhi rotondi e varianti annesse), a cui però lo stesso Shiina non mancherà a sua volta di adeguarsi nel corso della creazione del suo attuale successo, <b>"Zettai Karen Children"</b>... ma questo è un altro discorso.
Per un buon 90% questo manga è composto da storie autoconclusive (per i primi volumi lunghe anche un solo capitolo), inframezzate di tanto in tanto da storie di più ampio respiro all'insegna dell'azione, in cui l'autore sviluppa il background dei personaggi.
Insomma, una vera propria trama di fondo non c'è: qui l'obiettivo è innanzitutto intrattenere il lettore. Cosa che a questo titolo riesce particolarmente bene.
Mikami è un fumetto che da subito mi ha interessato poi, al trentesimo volumetto, mi ha stufato ad esser franco.
La storia è abbastanza piatta, sempre la solita trafila, in pratica i protagonisti vanno solo a caccia di fantasmi. In alcuni volumi però la storia prende pieghe leggermente diverse come l'annessione di un nuovo membro nel gruppo e poi l'arrivo di una concorrente nell'attività di caccia e sterminio dei fantasmi, ma oltre a queste due cose la storia è abbastanza piatta, ed i personaggi non cambiano neanche tanto nello svolgere della storia, ciò a scapito della caratterizzazione.
Il disegno infine non mi piace particolarmente.
La storia è abbastanza piatta, sempre la solita trafila, in pratica i protagonisti vanno solo a caccia di fantasmi. In alcuni volumi però la storia prende pieghe leggermente diverse come l'annessione di un nuovo membro nel gruppo e poi l'arrivo di una concorrente nell'attività di caccia e sterminio dei fantasmi, ma oltre a queste due cose la storia è abbastanza piatta, ed i personaggi non cambiano neanche tanto nello svolgere della storia, ciò a scapito della caratterizzazione.
Il disegno infine non mi piace particolarmente.