Sei il mio cucciolo!
Ricordo con grande affetto questo manga, Sei il mio cucciolo è stato uno dei primi josei che ho letto nei primi anni 2000, mi impressionò favorevolmente all’epoca e ogni tanto mi piace rileggerlo per rituffarmi in questa buffa ma al tempo stesso profonda storia.
La protagonista è Sumire, una giovane e bellissima donna in carriera ammirata da tutti sul lavoro per la sua perfezione con uno stile impeccabile, invece nel privato è tutt’altro che perfetta!
Un giorno troverà per strada uno scatolone con dentro un ragazzo di nome Takeshi e dopo varie vicissitudini finirà per accoglierlo a casa sua e inizierà a trattarlo come un vero e proprio cucciolo, tanto da chiamarlo Momo come il cagnolino che aveva Sumire da piccola. Detta così potrebbe sembra una storia assurda, ma la mangaka, Yayoi Ogawa, riesce a imbastire un intreccio narrativo credibile, durante la convivenza ci saranno tanti imprevisti ed equivoci ma il rapporto fra i due sarà sempre più forte.
C’è anche tanto divertimento in questo manga, soprattutto nei primi volumi si ride fino alle lacrime poi con l’evolversi della storia ci saranno anche momenti più seri e riflessivi, soprattutto quando Momo si stancherà di essere un semplice cucciolo per Sumire e la metterà di fronte alla realtà.
Infatti Takeshi, nonostante la sua giovane età, è un ragazzo molto maturo che si troverà a fare delle scelte difficili. D’altro canto Sumire non è da disprezzare, Momo è la sua valvola di sfogo, solo con lui riesce a togliere quella maschera di perfezione e ad essere davvero sé stessa.
Non posso dimenticare un altro importante personaggio della storia, Hasumi, l’uomo dei sogni e il fidanzato perfetto per Sumire ma riuscirà la giovane donna ad abbandonare il suo cucciolo per lui?
Oltre a questo “triangolo” amoroso, anche se poi diventerà un quadrato, nella storia vengono approfonditi anche gli aspetti legati all’ambiente di lavoro di Sumire e ai rapporti con la famiglia il tutto sempre bilanciato fra ironia e serietà.
Inoltre, non posso che adorare il tratto della Ogawa, disegna delle labbra e occhi stupendi, anche l’abbigliamento dei personaggi è piuttosto ricercato con grande cura per i dettagli; incredibile come sa far apparire la donna con e senza trucco.
In conclusione Sei il mio cucciolo è un manga tanto, tanto divertente ma anche intelligente e pieno di significati.
Questo manga è un ottimo titolo per avvicinarsi al mondo josei e meriterebbe sicuramente una nuova edizione per farlo conoscere alle giovani generazioni.
La protagonista è Sumire, una giovane e bellissima donna in carriera ammirata da tutti sul lavoro per la sua perfezione con uno stile impeccabile, invece nel privato è tutt’altro che perfetta!
Un giorno troverà per strada uno scatolone con dentro un ragazzo di nome Takeshi e dopo varie vicissitudini finirà per accoglierlo a casa sua e inizierà a trattarlo come un vero e proprio cucciolo, tanto da chiamarlo Momo come il cagnolino che aveva Sumire da piccola. Detta così potrebbe sembra una storia assurda, ma la mangaka, Yayoi Ogawa, riesce a imbastire un intreccio narrativo credibile, durante la convivenza ci saranno tanti imprevisti ed equivoci ma il rapporto fra i due sarà sempre più forte.
C’è anche tanto divertimento in questo manga, soprattutto nei primi volumi si ride fino alle lacrime poi con l’evolversi della storia ci saranno anche momenti più seri e riflessivi, soprattutto quando Momo si stancherà di essere un semplice cucciolo per Sumire e la metterà di fronte alla realtà.
Infatti Takeshi, nonostante la sua giovane età, è un ragazzo molto maturo che si troverà a fare delle scelte difficili. D’altro canto Sumire non è da disprezzare, Momo è la sua valvola di sfogo, solo con lui riesce a togliere quella maschera di perfezione e ad essere davvero sé stessa.
Non posso dimenticare un altro importante personaggio della storia, Hasumi, l’uomo dei sogni e il fidanzato perfetto per Sumire ma riuscirà la giovane donna ad abbandonare il suo cucciolo per lui?
Oltre a questo “triangolo” amoroso, anche se poi diventerà un quadrato, nella storia vengono approfonditi anche gli aspetti legati all’ambiente di lavoro di Sumire e ai rapporti con la famiglia il tutto sempre bilanciato fra ironia e serietà.
Inoltre, non posso che adorare il tratto della Ogawa, disegna delle labbra e occhi stupendi, anche l’abbigliamento dei personaggi è piuttosto ricercato con grande cura per i dettagli; incredibile come sa far apparire la donna con e senza trucco.
In conclusione Sei il mio cucciolo è un manga tanto, tanto divertente ma anche intelligente e pieno di significati.
Questo manga è un ottimo titolo per avvicinarsi al mondo josei e meriterebbe sicuramente una nuova edizione per farlo conoscere alle giovani generazioni.
Ahimè, non mi ha convinto per niente.
Il genere josei non è dei miei preferiti, ma incuriosita dalle molteplici recensioni ultrapositive di questo sito, ho acquistato ad un prezzo bassissimo l'intera serie.
L'idea di un manga incentrato su una donna in carriera che si innamora di un giovane ragazzino, con una vena comica mi intrigava.
Ma purtroppo per me, si è rilevata da subito una lettura piatta e monotona.
Le premesse del primo volume erano abbastanza assurde: insomma, credo capiti proprio tutti i giorni di trovare sotto casa uno scatolone gigante con dentro un ragazzo da ospitare!
E per di più questo ragazzo si atteggia a cucciolo e la protagonista come sua padroncina. Spesso lo tratta come un cucciolo di cane, e lo considera come tale! Davvero non mi ci vedevo!
I caratteri dei personaggi sono molto curati e approfonditi: la protagonista, Sumire è una bella donna di 28 anni, orgogliosa, fiera, una donna in carriera nel mondo del giornalismo, impegnata, e decisa a mantenere questa facciata davanti a tutti, sopratutto al suo fidanzato, il bel Hasumi. Costui è affascinante, responsabile nel lavoro come lei e altrettanto impegnato, rispettoso, paziente, ma Surime non si lascerà mai andare del tutto con lui raccontandogli spesso bugie, e comunque Hasumi si è rilevato un personaggio molto piatto e poco interessante, troppo accondiscendente e tonto.
Takeshi (ribatezzato da lei Momo) è il giovane aspirante ballerino ospitato da Sumire, (ovviamente) attratto dalla sua padroncina, ma (abbastanza) rispettoso del fidanzamento di lei. Lui viene trattato come un cucciolo, e nella convivenza conosce il vero io di Surime: è pigra, irascibile, lunatica, paranoica, fumatrice incallita, maschiaccio. Insomma incarna il modello classico della donna nella sua quotidianità casalinga, spesso in pigiama e ciabatte.
In questo scontato triangolo amoroso, si intuisce il finale già dal primo volume.
Tuttavia ho letto la serie fino alla fine ed è stato un vero patimento, perchè già al 5 volume cominciavo a stancarmi, nonostante la comicità sia parte fondamentale dell'opera, le scenette divertenti poi sono ben dosate a quelle serie e drammatiche.
14 volumi sono davvero eccessivi, se si eliminavano almeno 6 volumi la trama sarebbe stata migliore a mio parere. Portare la storia oltre il suo limite massimo vuol dire non regalare più nulla al lettore, che arriva a un certo punto a sperare solo nella svolta decisiva finale.
I disegni sono molto buoni, ottima la proporzione dei corpi e i volti sono molto espressivi, la Ogawa si è rilevata un'ottima disegnatrice, dal tratto curato e preciso.
La Star Comics ha pubblicato un'edizione nella media, con buona qualità di carta e stampa.
Il mio voto è appena oltre la sufficienza perchè i protagonisti davvero non mi hanno convinto.
E se non riesco a immedesimarmi nei personaggi principali la serie può essere comica finchè vuoi, ma dopo poco perdo interesse nel proseguire.
Lo consiglio comunque a tutti quelli che cercano una lettura non impegnativa, spensierata, ironica, e romantica.
Il genere josei non è dei miei preferiti, ma incuriosita dalle molteplici recensioni ultrapositive di questo sito, ho acquistato ad un prezzo bassissimo l'intera serie.
L'idea di un manga incentrato su una donna in carriera che si innamora di un giovane ragazzino, con una vena comica mi intrigava.
Ma purtroppo per me, si è rilevata da subito una lettura piatta e monotona.
Le premesse del primo volume erano abbastanza assurde: insomma, credo capiti proprio tutti i giorni di trovare sotto casa uno scatolone gigante con dentro un ragazzo da ospitare!
E per di più questo ragazzo si atteggia a cucciolo e la protagonista come sua padroncina. Spesso lo tratta come un cucciolo di cane, e lo considera come tale! Davvero non mi ci vedevo!
I caratteri dei personaggi sono molto curati e approfonditi: la protagonista, Sumire è una bella donna di 28 anni, orgogliosa, fiera, una donna in carriera nel mondo del giornalismo, impegnata, e decisa a mantenere questa facciata davanti a tutti, sopratutto al suo fidanzato, il bel Hasumi. Costui è affascinante, responsabile nel lavoro come lei e altrettanto impegnato, rispettoso, paziente, ma Surime non si lascerà mai andare del tutto con lui raccontandogli spesso bugie, e comunque Hasumi si è rilevato un personaggio molto piatto e poco interessante, troppo accondiscendente e tonto.
Takeshi (ribatezzato da lei Momo) è il giovane aspirante ballerino ospitato da Sumire, (ovviamente) attratto dalla sua padroncina, ma (abbastanza) rispettoso del fidanzamento di lei. Lui viene trattato come un cucciolo, e nella convivenza conosce il vero io di Surime: è pigra, irascibile, lunatica, paranoica, fumatrice incallita, maschiaccio. Insomma incarna il modello classico della donna nella sua quotidianità casalinga, spesso in pigiama e ciabatte.
In questo scontato triangolo amoroso, si intuisce il finale già dal primo volume.
Tuttavia ho letto la serie fino alla fine ed è stato un vero patimento, perchè già al 5 volume cominciavo a stancarmi, nonostante la comicità sia parte fondamentale dell'opera, le scenette divertenti poi sono ben dosate a quelle serie e drammatiche.
14 volumi sono davvero eccessivi, se si eliminavano almeno 6 volumi la trama sarebbe stata migliore a mio parere. Portare la storia oltre il suo limite massimo vuol dire non regalare più nulla al lettore, che arriva a un certo punto a sperare solo nella svolta decisiva finale.
I disegni sono molto buoni, ottima la proporzione dei corpi e i volti sono molto espressivi, la Ogawa si è rilevata un'ottima disegnatrice, dal tratto curato e preciso.
La Star Comics ha pubblicato un'edizione nella media, con buona qualità di carta e stampa.
Il mio voto è appena oltre la sufficienza perchè i protagonisti davvero non mi hanno convinto.
E se non riesco a immedesimarmi nei personaggi principali la serie può essere comica finchè vuoi, ma dopo poco perdo interesse nel proseguire.
Lo consiglio comunque a tutti quelli che cercano una lettura non impegnativa, spensierata, ironica, e romantica.
Ecco un esempio lampante di come a volte si possa essere ingannati dalle storie brevi di un autore. Avevo letto "Extra Heavy Syrup" di questa mangaka e non mi era piaciuto per nulla, inconcludente e un po' forzato com'è. Quando mi sono avvicinata a quest'altra opera di quattordici volumi, dunque, sospettavo che non mi sarebbe piaciuta e mi ero accinta a leggere il solito shojo condito con tante lacrime. Invece… Mi ha letteralmente rapita!
Innanzitutto direi che si tratta più di uno Josei, che affronta quindi il tema amoroso in maniera piuttosto adulta, il che già di per sé è un aspetto da me molto apprezzato. Poi trovo che l'autrice sia stata molto brava a ritrarre uno spaccato sociale del Giappone moderno, in particolar modo della condizione femminile e della considerazione del ruolo della donna ancora oggi in voga sia dal punto di vista lavorativo che familiare. La psicologia dei personaggi in questo manga è veramente ben indagata, e va oltre i classici stereotipi e le tragedie alle quali a volte ci si affida per costruire storie che siano di spessore. Certo, il manga risente comunque di qualche forzatura e di qualche momento troppo tragico o di vicissitudini esasperate da tirare in ballo per creare effetti d'impatto emotivo; da qui il mio 9 invece di un bel 10. Eppure, rispetto a tante altre storie, nel complesso si mantiene piuttosto stabile e piacevole nella sua "normalità".
L'autrice è molto brava a sostenere la trama così a lungo senza risultare mai troppo banale o annoiare. Soprattutto, riesce a costruire episodi anche simpatici e intriganti, portando avanti il tutto con pazienza, pezzetto dopo pezzetto, come se per la relazione fra i protagonisti si trattasse veramente di una quotidianità costruita poco a poco. Scopriamo i caratteri e il passato dei personaggi con il contagocce, pagina dopo pagina, e questo non perché ci voglia tenere con il fiato sospeso e mantenerci sulle spine per chissà quanto, ma proprio perché questa quotidianità segna il ritmo della storia, le dà credibilità e ci fa scoprire queste persone com'è naturale che sia, un po' alla volta, come si scoprono fra di loro, del resto. Come quando incontri qualcuno di nuovo che non conosci e di cui non sai nulla: devi scoprirlo, nessuno si siederà mai a tavolino con te per raccontarti cos'ha fatto nella sua vita da quando aveva ricordi fino ad adesso.
Le atmosfere sono normalmente piuttosto soft e quando ce ne sono di più angoscianti l'equilibrio viene mantenuto bene, precipitando raramente nella drammaticità da scena teatrale, in modo da trasmettere un piacevole andirivieni di emozioni. È logico che il manga sia dedicato eminentemente a un pubblico femminile visto che le vicende amorose fanno da padrone, inoltre è davvero piacevole il modo in cui l'autrice ci trascina nella psiche complicata della protagonista, come se la lettrice fosse un'amica che a volte si indigna e a volte comprende le sue azioni. Non c'è il solito "protagonista perfetto" insomma, ma neanche quello "drasticamente difettoso e pasticcione". Risulta una persona comune con pregi e difetti, molto vera.
L'immedesimazione forse risulta più difficile vista la forte tipizzazione caratteriale, sociale e culturale che contraddistingue la storia, ed è per questo che il manga sa conquistare l'affetto dei lettori, che non si trovano di fronte a un personaggio da cui essere catturati, in cui leggere una parte di se stessi e a cui sovrapporsi, ma davanti a una narrazione vera e propria, per questo, ritengo, "più adulta".
I disegni non sono male, forse non particolarmente raffinati, ma piuttosto espressivi e significativi, così come la scelta della vignettatura e l'uso dei dialoghi senza troppe sbavature.
CONCLUSIONI: è un manga che ho a lungo sottovalutato e davvero a torto, perché invece è in grado di trasmettere emozioni decisamente realistiche e di lasciare una piacevole sensazione di soddisfazione e incanto al termine della lettura. Lo consiglio alle lettrici stanche dei soliti shojo che hanno voglia di qualcosa di diverso, abbastanza soft ma toccante.
Innanzitutto direi che si tratta più di uno Josei, che affronta quindi il tema amoroso in maniera piuttosto adulta, il che già di per sé è un aspetto da me molto apprezzato. Poi trovo che l'autrice sia stata molto brava a ritrarre uno spaccato sociale del Giappone moderno, in particolar modo della condizione femminile e della considerazione del ruolo della donna ancora oggi in voga sia dal punto di vista lavorativo che familiare. La psicologia dei personaggi in questo manga è veramente ben indagata, e va oltre i classici stereotipi e le tragedie alle quali a volte ci si affida per costruire storie che siano di spessore. Certo, il manga risente comunque di qualche forzatura e di qualche momento troppo tragico o di vicissitudini esasperate da tirare in ballo per creare effetti d'impatto emotivo; da qui il mio 9 invece di un bel 10. Eppure, rispetto a tante altre storie, nel complesso si mantiene piuttosto stabile e piacevole nella sua "normalità".
L'autrice è molto brava a sostenere la trama così a lungo senza risultare mai troppo banale o annoiare. Soprattutto, riesce a costruire episodi anche simpatici e intriganti, portando avanti il tutto con pazienza, pezzetto dopo pezzetto, come se per la relazione fra i protagonisti si trattasse veramente di una quotidianità costruita poco a poco. Scopriamo i caratteri e il passato dei personaggi con il contagocce, pagina dopo pagina, e questo non perché ci voglia tenere con il fiato sospeso e mantenerci sulle spine per chissà quanto, ma proprio perché questa quotidianità segna il ritmo della storia, le dà credibilità e ci fa scoprire queste persone com'è naturale che sia, un po' alla volta, come si scoprono fra di loro, del resto. Come quando incontri qualcuno di nuovo che non conosci e di cui non sai nulla: devi scoprirlo, nessuno si siederà mai a tavolino con te per raccontarti cos'ha fatto nella sua vita da quando aveva ricordi fino ad adesso.
Le atmosfere sono normalmente piuttosto soft e quando ce ne sono di più angoscianti l'equilibrio viene mantenuto bene, precipitando raramente nella drammaticità da scena teatrale, in modo da trasmettere un piacevole andirivieni di emozioni. È logico che il manga sia dedicato eminentemente a un pubblico femminile visto che le vicende amorose fanno da padrone, inoltre è davvero piacevole il modo in cui l'autrice ci trascina nella psiche complicata della protagonista, come se la lettrice fosse un'amica che a volte si indigna e a volte comprende le sue azioni. Non c'è il solito "protagonista perfetto" insomma, ma neanche quello "drasticamente difettoso e pasticcione". Risulta una persona comune con pregi e difetti, molto vera.
L'immedesimazione forse risulta più difficile vista la forte tipizzazione caratteriale, sociale e culturale che contraddistingue la storia, ed è per questo che il manga sa conquistare l'affetto dei lettori, che non si trovano di fronte a un personaggio da cui essere catturati, in cui leggere una parte di se stessi e a cui sovrapporsi, ma davanti a una narrazione vera e propria, per questo, ritengo, "più adulta".
I disegni non sono male, forse non particolarmente raffinati, ma piuttosto espressivi e significativi, così come la scelta della vignettatura e l'uso dei dialoghi senza troppe sbavature.
CONCLUSIONI: è un manga che ho a lungo sottovalutato e davvero a torto, perché invece è in grado di trasmettere emozioni decisamente realistiche e di lasciare una piacevole sensazione di soddisfazione e incanto al termine della lettura. Lo consiglio alle lettrici stanche dei soliti shojo che hanno voglia di qualcosa di diverso, abbastanza soft ma toccante.
Sei il mio cucciolo è un manga che ho deciso di provare attirata dalla copertina del primo volume, molto sensuale. La storia di una donna in carriera e matura che si invaghisce di un ragazzo più giovane mi attirava e così mi sono buttata in questa lettura senza indugi.
Sumire e Takeshi, anche detto Momo, si conoscono in un modo estremamente bizzarro: ritrovare un ragazzo in uno scatolone come un cucciolo abbandonato non è infatti cosa che capita tutti i giorni. Bizzarro è anche tutto il corso della storia che però, a lungo andare, diventa piatta e, a tratti, monotona.
Insomma, 14 volumi per questa storia a mio parere sono stati troppi. Chiuderla prima avrebbe indubbiamente giovato a tutti. Portare la storia oltre il suo limite massimo vuol dire non regalare più nulla al lettore, il quale aspetta, ad un certo punto, solo la svolta decisiva per avere la certezza di quello che ovviamente poteva intuirsi già dalle prime dieci pagine dell'opera.
La protagonista di questa storia è certamente diversa dal solito: una donna bella, sicura di sé, professionale nel suo lavoro di giornalista, acculturata e molto "fashion". Tuttavia la verità è che dietro questa facciata seria e irreprensibile si nasconde una personalità diversa. Il vero io di Sumire è l'esatto contrario di ciò che viene mostrato agli altri. La nostra protagonista è difatti pigra, sentimentale, trasandata, fumatrice accanita, iraconda, maschiaccio. Questa contraddizione tra l'essere e l'apparire pone certamente le basi per varie scenette comiche che sono parte integrante del manga. Yayoi Ogawa ci regala quindi momenti divertenti, che però vengono ben dosati con altri più seri e profondi.
La vicinanza di Momo fa emergere sempre di più la vera Sumire, che riscopre se stessa. Takeshi stesso, che appare come un ragazzo donnaiolo e superficiale, si dimostra in realtà molto profondo e maturo, nonché capace di affiancare una donna come la sua "padroncina" anche nei momenti più difficili, di sorreggerla e di darle l'affetto di cui lei ha bisogno.
Dunque la contrapposizione tra Takeshi/Momo, giovane ballerino ribelle, e l'aitante Hasumi, collega di lavoro serio e responsabile (per non dire noioso), è una chiara dimostrazione della eterna contraddizione in cui vive Sumire, che dovrà, in sostanza, scegliere se abbandonare la sua corazza o continuare a fingere di essere ciò che non è.
I disegni, seppur scarni, sono nondimeno piacevoli, delicati e di classe. L'autrice mette una attenzione particolare alla cura dell'abbigliamento di Sumire, sempre raffinata e molto glamour.
Tuttavia, come già detto, la cosa viene tirata troppo per le lunghe. Ad un certo punto della narrazione si rasenta il paradossale, ma non quello divertente, quello stancante. Alcuni capitoli sono assolutamente inutili: storielle a sé stanti tipo filler, inserite solo per riempire spazi vuoti. Nonostante questa grande pecca il manga rimane gradevole e un 7 ci sta tutto, in primis per l'idea di base molto carina e in fondo, in secondo luogo, anche per lo svolgimento. Qualche volume in meno e il risultato sarebbe stato migliore.
Sumire e Takeshi, anche detto Momo, si conoscono in un modo estremamente bizzarro: ritrovare un ragazzo in uno scatolone come un cucciolo abbandonato non è infatti cosa che capita tutti i giorni. Bizzarro è anche tutto il corso della storia che però, a lungo andare, diventa piatta e, a tratti, monotona.
Insomma, 14 volumi per questa storia a mio parere sono stati troppi. Chiuderla prima avrebbe indubbiamente giovato a tutti. Portare la storia oltre il suo limite massimo vuol dire non regalare più nulla al lettore, il quale aspetta, ad un certo punto, solo la svolta decisiva per avere la certezza di quello che ovviamente poteva intuirsi già dalle prime dieci pagine dell'opera.
La protagonista di questa storia è certamente diversa dal solito: una donna bella, sicura di sé, professionale nel suo lavoro di giornalista, acculturata e molto "fashion". Tuttavia la verità è che dietro questa facciata seria e irreprensibile si nasconde una personalità diversa. Il vero io di Sumire è l'esatto contrario di ciò che viene mostrato agli altri. La nostra protagonista è difatti pigra, sentimentale, trasandata, fumatrice accanita, iraconda, maschiaccio. Questa contraddizione tra l'essere e l'apparire pone certamente le basi per varie scenette comiche che sono parte integrante del manga. Yayoi Ogawa ci regala quindi momenti divertenti, che però vengono ben dosati con altri più seri e profondi.
La vicinanza di Momo fa emergere sempre di più la vera Sumire, che riscopre se stessa. Takeshi stesso, che appare come un ragazzo donnaiolo e superficiale, si dimostra in realtà molto profondo e maturo, nonché capace di affiancare una donna come la sua "padroncina" anche nei momenti più difficili, di sorreggerla e di darle l'affetto di cui lei ha bisogno.
Dunque la contrapposizione tra Takeshi/Momo, giovane ballerino ribelle, e l'aitante Hasumi, collega di lavoro serio e responsabile (per non dire noioso), è una chiara dimostrazione della eterna contraddizione in cui vive Sumire, che dovrà, in sostanza, scegliere se abbandonare la sua corazza o continuare a fingere di essere ciò che non è.
I disegni, seppur scarni, sono nondimeno piacevoli, delicati e di classe. L'autrice mette una attenzione particolare alla cura dell'abbigliamento di Sumire, sempre raffinata e molto glamour.
Tuttavia, come già detto, la cosa viene tirata troppo per le lunghe. Ad un certo punto della narrazione si rasenta il paradossale, ma non quello divertente, quello stancante. Alcuni capitoli sono assolutamente inutili: storielle a sé stanti tipo filler, inserite solo per riempire spazi vuoti. Nonostante questa grande pecca il manga rimane gradevole e un 7 ci sta tutto, in primis per l'idea di base molto carina e in fondo, in secondo luogo, anche per lo svolgimento. Qualche volume in meno e il risultato sarebbe stato migliore.
"Io qualche anno fa in fumetteria": "Sei il mio cucciolo...Mmm questo o è un hentai travestito da josei, o il re delle sdolcinerie, passo". "Io qualche mese fa su Animeclick, il sito della perdizione": Sei il mio cucciolo, recensioni...Oh, qui dicono che è bellissimo, mmm forse dovrei dargli una possibilità, se chiedo al mio portafogli dirà di no, ma stavolta farò di testa mia". "Io dopo aver letto il manga": "Voglio un Momooooooooo!"
Sumire, donna in carriera, bella, ammirata da tutti, con due lauree (e io, la prima? ò_ò). E Momo, professione randagio. E galeotta fu la scatola dove Momo dormiva! Sumire lo prende in casa e lo alleva come se fosse il suo cucciolo (gatto? cane?). E nel frattempo stringe una relazione con il suo adorato senpai dell'università, Hasumi, professione principe azzurro.
Sumire, la donna dalle mille facce che con Momo mostra qualsiasi lato di se stessa (tranne quello che Momo vorrebbe vedere, ma in qualità di cucciolo, non può). Invece con Hasumi mostra solo il suo lato migliore.
Questo manga ti pone di fronte a questa domanda: l'uomo perfetto esiste davvero? E soprattutto, che vuol dire perfetto?
Credo che la risposta che la Ogawa dia sia questa: l'uomo perfetto è quello che ti fa sentire come tale. E' l'uomo che ama prima di tutto i tuoi difetti, che lui riesce sempre a trasformare in pregi. E' l'uomo che accetta qualsiasi cosa tu scelga di fare perchè si fida di te, ma allo stesso tempo non abbia paura di dire la sua, per aiutarti a crescere e a crescere il vostro rapporto.
I personaggi sono delineati superbamente. Da Sumire, così apparentemente perfetta, forte, ma in realtà disperatamente fragile e insicura. A Momo, così bello, dolce, tenero, simpatico, divertente...Ok, si capisce che mi piace? Momo che cresce insieme a Sumire, Momo che cresce grazie a Sumire. Momo, cucciolo smarrito, che trova il suo posto nel mondo in Sumire. Ad Hasumi, ripeto, professione principe azzurro. Bello, gentile, un gran lavoratore. Peccato che questo, a volte, non basti. Il suo rapporto con Sumire è fatto di alti e bassi, per quanto Hasumi si impegni, riuscire a rompere il muro che Sumire si è creata intorno a sè, è una missione più difficile del previsto. Ma anche lui cresce, insieme a Sumire, e impara che l'amore ha vari volti, e quello vero, a volte, ne ha uno inaspettato. Ed è proprio quello più adatto a te.
Detto ciò, A.A.A. Momo cercasi!
Sumire, donna in carriera, bella, ammirata da tutti, con due lauree (e io, la prima? ò_ò). E Momo, professione randagio. E galeotta fu la scatola dove Momo dormiva! Sumire lo prende in casa e lo alleva come se fosse il suo cucciolo (gatto? cane?). E nel frattempo stringe una relazione con il suo adorato senpai dell'università, Hasumi, professione principe azzurro.
Sumire, la donna dalle mille facce che con Momo mostra qualsiasi lato di se stessa (tranne quello che Momo vorrebbe vedere, ma in qualità di cucciolo, non può). Invece con Hasumi mostra solo il suo lato migliore.
Questo manga ti pone di fronte a questa domanda: l'uomo perfetto esiste davvero? E soprattutto, che vuol dire perfetto?
Credo che la risposta che la Ogawa dia sia questa: l'uomo perfetto è quello che ti fa sentire come tale. E' l'uomo che ama prima di tutto i tuoi difetti, che lui riesce sempre a trasformare in pregi. E' l'uomo che accetta qualsiasi cosa tu scelga di fare perchè si fida di te, ma allo stesso tempo non abbia paura di dire la sua, per aiutarti a crescere e a crescere il vostro rapporto.
I personaggi sono delineati superbamente. Da Sumire, così apparentemente perfetta, forte, ma in realtà disperatamente fragile e insicura. A Momo, così bello, dolce, tenero, simpatico, divertente...Ok, si capisce che mi piace? Momo che cresce insieme a Sumire, Momo che cresce grazie a Sumire. Momo, cucciolo smarrito, che trova il suo posto nel mondo in Sumire. Ad Hasumi, ripeto, professione principe azzurro. Bello, gentile, un gran lavoratore. Peccato che questo, a volte, non basti. Il suo rapporto con Sumire è fatto di alti e bassi, per quanto Hasumi si impegni, riuscire a rompere il muro che Sumire si è creata intorno a sè, è una missione più difficile del previsto. Ma anche lui cresce, insieme a Sumire, e impara che l'amore ha vari volti, e quello vero, a volte, ne ha uno inaspettato. Ed è proprio quello più adatto a te.
Detto ciò, A.A.A. Momo cercasi!
Di primo acchitto, la storia di un'impiegata che si tiene in casa un ragazzo trattandolo come fosse un cane mi sembrava una trama adatta ad un film di Tinto Brass, o più semplicemente una cretinata. In questo caso però è la trama semplice quanto assurda del manga con cui Yayoi Ogawa ha raggiunto il successo. Questo cosiddetto Josei (ovvero un manga che parla di storie di donne adulte e lavoratrici) infatti è una perla di ironia, intreccio ed introspezione.
Tramite le vicende di Sumire, anche se in alcuni casi fortemente legate alla società giapponese, leggiamo le problematiche delle donne lavoratrici di oggi. Per esempio, la nostra eroina non trova un uomo, nonostante sia tutto fuorché brutta, perché? Perché Sumire scatena troppi sensi di inferiorità negli uomini che la circondano, abituati alle rendite di posizione date loro dalla società. Sumire ha un curriculum universitario eccellente (ha studiato ad Harvard), lavora per una famosa rivista, è una donna in ascesa lavorativa e infine è molto alta. Quanto basta per farsi mollare più e più volte dal fidanzato di turno, stanco di dovere impegnarsi così tanto per essere migliore di lei (o di essere semplicemente più basso). Quando però trova l'Uomo Perfetto, il collega più alto nonché ex sogno d'amore universitario Hasumi, si prende in casa questo ragazzo, Takeshi, con la condizione che lui si comporti esattamente come il cucciolo che aveva da bambina e ne prenda anche il nome: Momo. Momo/Takeshi dovrà farsi fare da mangiare, consolare la padroncina, farsi fare le coccole e non disubbidire mai. Il problema però è che più il tempo passa più Sumire si rende conto di amare più Momo che Hasumi. Che fare?
Il confronto tra questi due personaggi non dà solo la misura comica del manga, ma anche la misura romantica. Sumire infatti ha trovato l'uomo perfetto, Hasumi, ma al tempo stesso scopre un'affinità di pensiero e di carattere tale con Momo da caderne alla fine innamorata. Il problema è che Momo è tutto fuorché un fidanzato presentabile: è quasi dieci anni più piccolo di lei, è notevolmente più basso, non ha nessuna laurea perché nella vita fa il ballerino, che non è proprio la professione più virile del mondo. Tuttavia Sumire, che nel lavoro è una donna tutta d'un pezzo, cerca prima di tutto, come tutte le donne di questo pianeta, un uomo che la sappia proteggere. Questo Hasumi è incapace di farlo, perché con lui Sumire mostra il lato più perfetto e studiato che le permette di imporsi nella società; solo in presenza di Momo Sumire si lascia andare alle lacrime e alle risate più sguaiate, perché è la prima persona a cui non deve dimostrare nulla.
Graficamente il primo volume è quello che lascia più a desiderare, ma dal secondo in poi si delinea uno stile molto più fluido e armonioso. Da segnalare gli outfit di Sumire, sono veramente belli!
Consigliatissimo.
Tramite le vicende di Sumire, anche se in alcuni casi fortemente legate alla società giapponese, leggiamo le problematiche delle donne lavoratrici di oggi. Per esempio, la nostra eroina non trova un uomo, nonostante sia tutto fuorché brutta, perché? Perché Sumire scatena troppi sensi di inferiorità negli uomini che la circondano, abituati alle rendite di posizione date loro dalla società. Sumire ha un curriculum universitario eccellente (ha studiato ad Harvard), lavora per una famosa rivista, è una donna in ascesa lavorativa e infine è molto alta. Quanto basta per farsi mollare più e più volte dal fidanzato di turno, stanco di dovere impegnarsi così tanto per essere migliore di lei (o di essere semplicemente più basso). Quando però trova l'Uomo Perfetto, il collega più alto nonché ex sogno d'amore universitario Hasumi, si prende in casa questo ragazzo, Takeshi, con la condizione che lui si comporti esattamente come il cucciolo che aveva da bambina e ne prenda anche il nome: Momo. Momo/Takeshi dovrà farsi fare da mangiare, consolare la padroncina, farsi fare le coccole e non disubbidire mai. Il problema però è che più il tempo passa più Sumire si rende conto di amare più Momo che Hasumi. Che fare?
Il confronto tra questi due personaggi non dà solo la misura comica del manga, ma anche la misura romantica. Sumire infatti ha trovato l'uomo perfetto, Hasumi, ma al tempo stesso scopre un'affinità di pensiero e di carattere tale con Momo da caderne alla fine innamorata. Il problema è che Momo è tutto fuorché un fidanzato presentabile: è quasi dieci anni più piccolo di lei, è notevolmente più basso, non ha nessuna laurea perché nella vita fa il ballerino, che non è proprio la professione più virile del mondo. Tuttavia Sumire, che nel lavoro è una donna tutta d'un pezzo, cerca prima di tutto, come tutte le donne di questo pianeta, un uomo che la sappia proteggere. Questo Hasumi è incapace di farlo, perché con lui Sumire mostra il lato più perfetto e studiato che le permette di imporsi nella società; solo in presenza di Momo Sumire si lascia andare alle lacrime e alle risate più sguaiate, perché è la prima persona a cui non deve dimostrare nulla.
Graficamente il primo volume è quello che lascia più a desiderare, ma dal secondo in poi si delinea uno stile molto più fluido e armonioso. Da segnalare gli outfit di Sumire, sono veramente belli!
Consigliatissimo.
L’opera “Kimi wa pet” (“Sei il mio cucciolo”) di Yayoi Ogawa viene pubblica nel 2000 sulla rivista giapponese Kiss, la stessa che aveva pubblicato, sei anni prima, "Sugao ni Kisu Shite”, il primo vero lavoro da mangaka dell’autrice.
Di quest’ultima possiamo particolarmente apprezzare la facilità con la quale si destreggia tra tipologie e generi tra loro molto differenti, passando infatti a rassegna i suoi lavori, in particolare quelli pubblicati nel nostro paese, possiamo accorgersi della grande varietà di tematiche da essi trattate.
La capacità non le manca però nemmeno nello stile del disegno che, sempre ben curato, si presenta con linee morbide e molto delicate, senza calcare a sproposito i contorni delle figure o eccedere nelle zone scure.
Con "Sei il mio cucciolo" la Ogawa dà vita a uno Josei molto particolare, pur restando infatti su questa tipologia simile a quella di uno Shoujo maturo, l’autrice arriva a creare una storia che, basandosi su un taglio realistico, sfocia senza problemi in situazioni atipiche e se vogliamo anche dai tratti "aspirazionali". A mio parere, l’eccezionalità di questo lavoro sta senza alcun dubbio nella capacità di trattare senza filtri quelli che potrebbero essere i normali problemi di una donna moderna e indipendente, alle prese con la carriera e il matrimonio.
Sumire Iwaya è una protagonista e dir poco eccezionale, un personaggio a cui tutte le donne vorrebbero assomigliare, dal carattere deciso e razionale, ma stemperato dalle debolezze del tutto umane che si porta con sé, le quali concorrono non solo a evitare di farla cadere nello stereotipo, ma anche a farci apprezzare i difetti che accompagnano i suoi punti di forza.
La precisa e indipendente Sumire, però, avrà la fortuna di inciampare nella disarmante personalità di Takeshi Gouda. Proprio quest’ultimo ci mette di fronte alle eccelse capacità della Ogawa che, graficamente e psicologicamente, ci regala un personaggio molto espressivo e dal carattere caleidoscopico, Takeshi infatti passa con facilità dal capriccioso cucciolo Momo al leggiadro ballerino di danza moderna Gouda.
Con la figura di Momo, in particolare, l’autrice è stata in grado di rendere questo manga ancora più completo, se da una parte infatti, con la riuscitissima protagonista femminile è riuscita ad attrarre l’interessare del pubblico femminile e di rendere questo manga quanto mai attuale e maturo, con la controparte maschile la Ogawa ha creato un romanticismo e un'intesa di coppia allo stesso tempo tenerissima e scanzonata, che rappresenta una novità nel campo dei manga sentimentali.
Molto ben realizzato è anche il cast di personaggi, dai meno presenti a quelli più appariscenti, che si muovono attorno alla storia d’amore tra i due protagonisti, tra questi c’è anche Hasumi Shigehito, che da sempre rappresenta l’uomo ideale per Sumire.
Anche il parallelismo che troviamo tra la figura di Momo e quella di Hasumi mette in luce il fatto che, molto spesso, in una storia matura, non è sempre il nostro ideale di persona quello maggiormente consono ad affiancarci nelle decisioni o nei momenti peggiori della nostra vita.
La Ogawa ci mostra quindi non solo i problemi del tran tran quotidiano, ma anche le possibilità di scelta che molto spesso ci si presentano, con tutti i loro pro e contro.
La metafora del cucciolo, è un’invenzione fantastica che la mangaka ci dipinge come un gioco tra Sumire e Momo, all’apparenza indifeso e per niente auto sufficiente, ma in realtà, se lo si guarda con più senso critico ci si accorgerà che una tematica molto seria viene in realtà mascherata al suo interno. Ovvero: ogni essere umano, ha bisogno di sentirsi indispensabile e unico per qualcuno, indipendentemente da classe sociale, reddito o altezza.
In definitiva questo è un manga che consiglio spassionatamente, per la storia piacevolmente disegnata e dal ritmo e dallo svolgimento impeccabili.
Di quest’ultima possiamo particolarmente apprezzare la facilità con la quale si destreggia tra tipologie e generi tra loro molto differenti, passando infatti a rassegna i suoi lavori, in particolare quelli pubblicati nel nostro paese, possiamo accorgersi della grande varietà di tematiche da essi trattate.
La capacità non le manca però nemmeno nello stile del disegno che, sempre ben curato, si presenta con linee morbide e molto delicate, senza calcare a sproposito i contorni delle figure o eccedere nelle zone scure.
Con "Sei il mio cucciolo" la Ogawa dà vita a uno Josei molto particolare, pur restando infatti su questa tipologia simile a quella di uno Shoujo maturo, l’autrice arriva a creare una storia che, basandosi su un taglio realistico, sfocia senza problemi in situazioni atipiche e se vogliamo anche dai tratti "aspirazionali". A mio parere, l’eccezionalità di questo lavoro sta senza alcun dubbio nella capacità di trattare senza filtri quelli che potrebbero essere i normali problemi di una donna moderna e indipendente, alle prese con la carriera e il matrimonio.
Sumire Iwaya è una protagonista e dir poco eccezionale, un personaggio a cui tutte le donne vorrebbero assomigliare, dal carattere deciso e razionale, ma stemperato dalle debolezze del tutto umane che si porta con sé, le quali concorrono non solo a evitare di farla cadere nello stereotipo, ma anche a farci apprezzare i difetti che accompagnano i suoi punti di forza.
La precisa e indipendente Sumire, però, avrà la fortuna di inciampare nella disarmante personalità di Takeshi Gouda. Proprio quest’ultimo ci mette di fronte alle eccelse capacità della Ogawa che, graficamente e psicologicamente, ci regala un personaggio molto espressivo e dal carattere caleidoscopico, Takeshi infatti passa con facilità dal capriccioso cucciolo Momo al leggiadro ballerino di danza moderna Gouda.
Con la figura di Momo, in particolare, l’autrice è stata in grado di rendere questo manga ancora più completo, se da una parte infatti, con la riuscitissima protagonista femminile è riuscita ad attrarre l’interessare del pubblico femminile e di rendere questo manga quanto mai attuale e maturo, con la controparte maschile la Ogawa ha creato un romanticismo e un'intesa di coppia allo stesso tempo tenerissima e scanzonata, che rappresenta una novità nel campo dei manga sentimentali.
Molto ben realizzato è anche il cast di personaggi, dai meno presenti a quelli più appariscenti, che si muovono attorno alla storia d’amore tra i due protagonisti, tra questi c’è anche Hasumi Shigehito, che da sempre rappresenta l’uomo ideale per Sumire.
Anche il parallelismo che troviamo tra la figura di Momo e quella di Hasumi mette in luce il fatto che, molto spesso, in una storia matura, non è sempre il nostro ideale di persona quello maggiormente consono ad affiancarci nelle decisioni o nei momenti peggiori della nostra vita.
La Ogawa ci mostra quindi non solo i problemi del tran tran quotidiano, ma anche le possibilità di scelta che molto spesso ci si presentano, con tutti i loro pro e contro.
La metafora del cucciolo, è un’invenzione fantastica che la mangaka ci dipinge come un gioco tra Sumire e Momo, all’apparenza indifeso e per niente auto sufficiente, ma in realtà, se lo si guarda con più senso critico ci si accorgerà che una tematica molto seria viene in realtà mascherata al suo interno. Ovvero: ogni essere umano, ha bisogno di sentirsi indispensabile e unico per qualcuno, indipendentemente da classe sociale, reddito o altezza.
In definitiva questo è un manga che consiglio spassionatamente, per la storia piacevolmente disegnata e dal ritmo e dallo svolgimento impeccabili.
Il punto forte di questo titolo non sta tanto nel contenuto della trama, che risulta vista e rivista, bensì è interessante l’evoluzione dei personaggi, in particolare quella di Momo.
Sumire Iwaya è una donna in carriera: è alta, affascinante, indipendente e con una forte personalità. Un giorno, tornando furiosa e stressata da una lite col direttore dell’ufficio dove lavora, si trova improvvisamente uno scatolone davanti al portone di casa sua. Cosa ci trova dentro? Un cucciolo ferito! Ma il cucciolo in questione è un umano, difatti si tratta di un ragazzo adolescente di 17 anni che ha una grande passione per la danza, il cui nome è Takeshi Goda. La sua padrona, Sumire, lo accoglie a casa con la sola condizione che il ragazzo dovrà chiamarsi Momo (lo stesso nome del cane a cui era molto affezionata in passato) e avrà la responsabilità di stare al suo fianco comportandosi proprio come se fosse il suo cucciolo fino alla durata della permanenza. Momo accetta senza alcuna esitazione, è disposto a tutto purché abbia un posto dove stare. Finora aveva alloggiato presso vari alberghi, ma essendo a corto di soldi, veniva cacciato e maltrattato ogni volta; talvolta si rifugiava negli appartamenti delle sue tante “ammiratrici”, peccato che nessuna di loro riusciva a catturare la sua attenzione. La casa di Sumire è il posto più adatto dove soggiornare, è calda e confortevole.
Da qui cominciano gli intrecci, le disavventure, gli imprevisti e gli equivochi che dovranno affrontare questa stramba coppia. Faremo la conoscenza del bel Hasumi, l’uomo ideale della protagonista in quanto è più alto di lei, guadagna di più ed è una persona matura (secondo lei per potersi innamorare di un uomo deve possedere principalmente queste caratteristiche); incontreremo Fukushima, la sua rivale in amore, una donna piuttosto presuntuosa e vanitosa ma davvero cotta del suo sempai. Mentre dalla parte di Momo c’è la ex ragazza nonché partner di danza, Rumi.
Il ragazzo non è in grado di svolgere le faccende domestiche, per cui i suoi incarichi in quella casa si limitano ad accogliere Sumire ogni giorno al ritorno dall’ufficio, confortarla nei momenti tristi e ad eseguire i suoi ordini proprio come fosse un cane. D’altronde lei lo tratta come se fosse il suo animale domestico: gli prepara da mangiare, lo lava, lo abbraccia inconsciamente, lo rimprovera quando commette degli errori... Pian piano la protagonista comincia ad affezionarsi davvero al suo cucciolo, diventa persino gelosa quando lo vede in compagnia di Rumi. Stessa cosa succede a Momo, il più delle volte ha rivelato i suoi sentimenti per la sua padrona, ma tutte le volte veniva respinto.
Agli inizi del manga, l’amore di Sumire e Momo ci viene presentato come un amore platonico: baci innocenti, dolci carezze, coccole affettuose, leggeri abbracci… col proseguire dei volumi il rapporto delicato dei due protagonisti si fa più forte, Sumire capisce che Momo non è più un semplice cucciolo da addestrare e addomesticare, ora è diventato un uomo. Non è più il suo Momo ma è Takeshi Goda in persona.
La storia, come già detto, non presenta particolari novità in quanto la convivenza forzata è un cliché fin troppo abusato negli shojo. Nemmeno gli intrecci amorosi sono narrati granché bene, anzi, alcuni passaggi risultano alquanto frettolosi e incomprensibili. È interessante invece la caratterizzazione dei due personaggi principali: da notare come il carattere duro e riservato di lei si sciolga davanti al comportamento spontaneo e allegro di lui, ella riesce a mostrare il suo lato fragile e insicuro soltanto con Momo, è capace di essere sé stessa mostrandosi per com’è davvero. Finora Sumire non aveva permesso a nessuno di scavare nei suoi sentimenti più profondi, nemmeno il suo amato Kasumi. Dall’altra parte si può notare la crescita fisica e professionale di Momo, abbandona una parte del suo carattere infantile e opportunista per qualcosa di più maturo ed ambizioso. Se prima era tormentato e indeciso sulla sua carriera da ballerino e sulla sua presunta relazione con una donna più grande di lui che lo guardava solo come un buon confidente, ora è determinato ed adulto per ottenere ciò che desidera.
L’originalità di "Kimi wa pet" sta esattamente nel rapporto atipico che intercorre fra i due protagonisti principali. Caratterizzati bene anche i personaggi secondari, specialmente Kasumi.
Innovativo l’ambientazione, uno dei pochi manga dove si parla della situazione di lavoro e integrazione negli uffici per le office lady, evidenziando le problematiche e le difficoltà che una donna deve superare in una società prevalentemente maschilista.
Il tratto di Yayoi Yagawa è pulito, senza nessuna sbavatura, preciso nel delineare i suoi personaggi e allo stesso tempo sensuale (guardare le cover per credere). Per chi fosse interessato, esiste anche un drama televisivo, realizzato nel contemporaneamente al manga, composto da un totale di 10 episodi.
Concludo consigliando “Sei il mio cucciolo” a coloro che cercano qualcosa di differente nel panorama shojo, con una buona introspezione dei personaggi, una storia leggera e godibile da seguire senza però aspettarsi troppo.
Sumire Iwaya è una donna in carriera: è alta, affascinante, indipendente e con una forte personalità. Un giorno, tornando furiosa e stressata da una lite col direttore dell’ufficio dove lavora, si trova improvvisamente uno scatolone davanti al portone di casa sua. Cosa ci trova dentro? Un cucciolo ferito! Ma il cucciolo in questione è un umano, difatti si tratta di un ragazzo adolescente di 17 anni che ha una grande passione per la danza, il cui nome è Takeshi Goda. La sua padrona, Sumire, lo accoglie a casa con la sola condizione che il ragazzo dovrà chiamarsi Momo (lo stesso nome del cane a cui era molto affezionata in passato) e avrà la responsabilità di stare al suo fianco comportandosi proprio come se fosse il suo cucciolo fino alla durata della permanenza. Momo accetta senza alcuna esitazione, è disposto a tutto purché abbia un posto dove stare. Finora aveva alloggiato presso vari alberghi, ma essendo a corto di soldi, veniva cacciato e maltrattato ogni volta; talvolta si rifugiava negli appartamenti delle sue tante “ammiratrici”, peccato che nessuna di loro riusciva a catturare la sua attenzione. La casa di Sumire è il posto più adatto dove soggiornare, è calda e confortevole.
Da qui cominciano gli intrecci, le disavventure, gli imprevisti e gli equivochi che dovranno affrontare questa stramba coppia. Faremo la conoscenza del bel Hasumi, l’uomo ideale della protagonista in quanto è più alto di lei, guadagna di più ed è una persona matura (secondo lei per potersi innamorare di un uomo deve possedere principalmente queste caratteristiche); incontreremo Fukushima, la sua rivale in amore, una donna piuttosto presuntuosa e vanitosa ma davvero cotta del suo sempai. Mentre dalla parte di Momo c’è la ex ragazza nonché partner di danza, Rumi.
Il ragazzo non è in grado di svolgere le faccende domestiche, per cui i suoi incarichi in quella casa si limitano ad accogliere Sumire ogni giorno al ritorno dall’ufficio, confortarla nei momenti tristi e ad eseguire i suoi ordini proprio come fosse un cane. D’altronde lei lo tratta come se fosse il suo animale domestico: gli prepara da mangiare, lo lava, lo abbraccia inconsciamente, lo rimprovera quando commette degli errori... Pian piano la protagonista comincia ad affezionarsi davvero al suo cucciolo, diventa persino gelosa quando lo vede in compagnia di Rumi. Stessa cosa succede a Momo, il più delle volte ha rivelato i suoi sentimenti per la sua padrona, ma tutte le volte veniva respinto.
Agli inizi del manga, l’amore di Sumire e Momo ci viene presentato come un amore platonico: baci innocenti, dolci carezze, coccole affettuose, leggeri abbracci… col proseguire dei volumi il rapporto delicato dei due protagonisti si fa più forte, Sumire capisce che Momo non è più un semplice cucciolo da addestrare e addomesticare, ora è diventato un uomo. Non è più il suo Momo ma è Takeshi Goda in persona.
La storia, come già detto, non presenta particolari novità in quanto la convivenza forzata è un cliché fin troppo abusato negli shojo. Nemmeno gli intrecci amorosi sono narrati granché bene, anzi, alcuni passaggi risultano alquanto frettolosi e incomprensibili. È interessante invece la caratterizzazione dei due personaggi principali: da notare come il carattere duro e riservato di lei si sciolga davanti al comportamento spontaneo e allegro di lui, ella riesce a mostrare il suo lato fragile e insicuro soltanto con Momo, è capace di essere sé stessa mostrandosi per com’è davvero. Finora Sumire non aveva permesso a nessuno di scavare nei suoi sentimenti più profondi, nemmeno il suo amato Kasumi. Dall’altra parte si può notare la crescita fisica e professionale di Momo, abbandona una parte del suo carattere infantile e opportunista per qualcosa di più maturo ed ambizioso. Se prima era tormentato e indeciso sulla sua carriera da ballerino e sulla sua presunta relazione con una donna più grande di lui che lo guardava solo come un buon confidente, ora è determinato ed adulto per ottenere ciò che desidera.
L’originalità di "Kimi wa pet" sta esattamente nel rapporto atipico che intercorre fra i due protagonisti principali. Caratterizzati bene anche i personaggi secondari, specialmente Kasumi.
Innovativo l’ambientazione, uno dei pochi manga dove si parla della situazione di lavoro e integrazione negli uffici per le office lady, evidenziando le problematiche e le difficoltà che una donna deve superare in una società prevalentemente maschilista.
Il tratto di Yayoi Yagawa è pulito, senza nessuna sbavatura, preciso nel delineare i suoi personaggi e allo stesso tempo sensuale (guardare le cover per credere). Per chi fosse interessato, esiste anche un drama televisivo, realizzato nel contemporaneamente al manga, composto da un totale di 10 episodi.
Concludo consigliando “Sei il mio cucciolo” a coloro che cercano qualcosa di differente nel panorama shojo, con una buona introspezione dei personaggi, una storia leggera e godibile da seguire senza però aspettarsi troppo.
Solo a leggere il titolo di questo manga mi si affaccia il sorriso sulle labbra... 14 numeri di verità. Verità sulla vita lavorativa femminile giapponese, verità sull'impaccio che si prova in relazioni sentimentali che non si è abituati a gestire, verità nel trattare temi abusati come il primo grande amore. Sumire è il prototipo della donna moderna: sa far funzionare il cervello, lavora sodo, cerca di non curarsi delle chiacchiere maligne (anche se ne soffre da morire nella solitudine della sua casa) ed è anche una brava casalinga (cucina e si prende cura di sé e della casa in modo quasi maniacale), poichè non vuole che la gente sparli di lei come di una che è interessata solo alla carriera. Sumire non può saperlo, ma quando incontrerà per caso un ragazzino di 17 anni sarà per lei la più grande fortuna della sua vita... non solo lui le offrirà una spalla su cui sfogare le frustrazioni di ogni giorno, ma costruirà per lei un mondo in cui essere se stessa senza veli e senza la paura di non essere all'altezza di un qualsiasi ideale. Un manga veramente portentoso, comico, romantico, a tratti anche snervante (quando l'indecisione di lei raggiungerà il culmine), ma assolutamente da leggere e rileggere. Il mio voto sarebbe quasi 9 ma siccome non è proprio pieno (anche a causa delle copertine dei volumetti, che secondo me non sono molto curate) do un 8 pieno e abbondante!
Quando vidi per la prima volta questo manga sullo scaffale della mia fumetteria di fiducia, pensai : "Bah, il disegno non è che mi stuzzichi molto e la trama è scontatina". Decisi quindi di acquistare solo il primo volume, giusto per collezionare uno shoujo in più, e quello restò, non ne comprai altri... commisi un enorme errore. A distanza di un anno, dopo aver visto qua e là qualche puntata del drama omonimo, mi convinsi a cercare di scavare meglio in quella storia all'apparenza già raccontata e superficiale. E ora devo dire: Meno male che mi sono ricreduta!
Kimi wa Petto, conosciuto in Italia con il nome di "Sei il mio cucciolo" narra la storia di una donna in carriera brillante e sicura di se, Sumire Iwaya, e del suo strano incontro con un altrettanto strano ragazzo, Takeshi. Un incontro non del tutto "normale" perché Takeshi viene trovato da Sumire sotto il suo palazzo, dentro una scatola di cartone e in pessime condizioni. La donna, all'apparenza fredda e forse troppo diretta, decide di aiutare quel giovane che un po' le ricorda il defunto cane con cui giocava da bambina, l'unico che le restava accanto nonostante i problemi. E proprio come Momo (questo il nome del cane) dovrà vivere Takeshi! Quest'ultimo sin dal principio si innamora della donna spietata ma anche molto sola e nonostante effettivamente lei lo tratti come un animaletto da compagnia, non si oppone e al contrario le sta vicino e la consola anche quando i problemi sentimentali di lei si fanno sentire. Purtroppo Sumire non ha collezionato belle storie d'amore e dopo la rottura con un collega che credeva fosse sinceramente innamorato di lei, si ritrova sull'orlo di una crisi di nervi e decisamente delusa dall'amore stesso. Ma grazie al giovane Momo, i momenti difficili vengono superati e forse anche grazie a un altro uomo. Ritorna in scena infatti un ex compagno di Sumire, Shigehito Hasumi, uomo affermato e dal bell'aspetto, una vecchia fiamma mai accesa. Ora i tempi sono cambiati ed entrambi sono adulti e in carriera... che tutto si ripeta come in passato, ovvero solo una bella amicizia? O forse stavolta scoppia una forte passione difficile da digerire anche per il povero Takeshi, costretto a vedere la sua padroncina innamorata di un altro? E se cosi fosse, quale sarebbe la cosa giusta da fare? Pensare a un futuro con Hasumi e quindi a una famiglia lasciando per sempre Momo? Oppure far veramente chiarezza dentro di se ed accorgersi che ci si rende conto di quanto siano importanti per noi le persone solo quando le si perdono?
Queste e molte altre domande sorgeranno via via leggerete questo manga che io definisco CAPOLAVORO perché oltre ad avere uno stile di disegno del tutto unico e inimitabile, racchiude in se una storia molto matura raccontata a volte con gli occhi di un bambino e la sua innocenza e altre con quelli di un adulto e la sua razionalità. Ogni minimo dettaglio è ben curato e gli sfondi stessi sono molto belli. Una storia, quindi, che non mancherà di affascinare anche i lettori più scettici per la sua originalità e ricchezza di contenuto. E attenzione al finale, non è tutto poi cosi scontato!
Voto: dieci e lode!
Kimi wa Petto, conosciuto in Italia con il nome di "Sei il mio cucciolo" narra la storia di una donna in carriera brillante e sicura di se, Sumire Iwaya, e del suo strano incontro con un altrettanto strano ragazzo, Takeshi. Un incontro non del tutto "normale" perché Takeshi viene trovato da Sumire sotto il suo palazzo, dentro una scatola di cartone e in pessime condizioni. La donna, all'apparenza fredda e forse troppo diretta, decide di aiutare quel giovane che un po' le ricorda il defunto cane con cui giocava da bambina, l'unico che le restava accanto nonostante i problemi. E proprio come Momo (questo il nome del cane) dovrà vivere Takeshi! Quest'ultimo sin dal principio si innamora della donna spietata ma anche molto sola e nonostante effettivamente lei lo tratti come un animaletto da compagnia, non si oppone e al contrario le sta vicino e la consola anche quando i problemi sentimentali di lei si fanno sentire. Purtroppo Sumire non ha collezionato belle storie d'amore e dopo la rottura con un collega che credeva fosse sinceramente innamorato di lei, si ritrova sull'orlo di una crisi di nervi e decisamente delusa dall'amore stesso. Ma grazie al giovane Momo, i momenti difficili vengono superati e forse anche grazie a un altro uomo. Ritorna in scena infatti un ex compagno di Sumire, Shigehito Hasumi, uomo affermato e dal bell'aspetto, una vecchia fiamma mai accesa. Ora i tempi sono cambiati ed entrambi sono adulti e in carriera... che tutto si ripeta come in passato, ovvero solo una bella amicizia? O forse stavolta scoppia una forte passione difficile da digerire anche per il povero Takeshi, costretto a vedere la sua padroncina innamorata di un altro? E se cosi fosse, quale sarebbe la cosa giusta da fare? Pensare a un futuro con Hasumi e quindi a una famiglia lasciando per sempre Momo? Oppure far veramente chiarezza dentro di se ed accorgersi che ci si rende conto di quanto siano importanti per noi le persone solo quando le si perdono?
Queste e molte altre domande sorgeranno via via leggerete questo manga che io definisco CAPOLAVORO perché oltre ad avere uno stile di disegno del tutto unico e inimitabile, racchiude in se una storia molto matura raccontata a volte con gli occhi di un bambino e la sua innocenza e altre con quelli di un adulto e la sua razionalità. Ogni minimo dettaglio è ben curato e gli sfondi stessi sono molto belli. Una storia, quindi, che non mancherà di affascinare anche i lettori più scettici per la sua originalità e ricchezza di contenuto. E attenzione al finale, non è tutto poi cosi scontato!
Voto: dieci e lode!