The Legend of Zelda - Oracle of Ages
Nintendo e Capcom decidono di unire nuovamente le idee e le forze per creare una nuova saga di Zelda in esclusiva sulla piattaforma del Gameboy Color. Il progetto prevedeva la presenza di tre distinti capitoli che tramite un sistema di password potessero condividere dati e se giocati tutti si sarebbe andata a creare una storia più complessa. Peccato che il tutto divenne troppo pesante e irrealizzabile, però anziché venire abbandonato venne ridimensionato. Così nel 2001 vede finalmente la luce Oracle of Season di fianco ad Oracle of Age, con questa peculiarità di trasferire il personaggio da una storia all’altra per dare vita ad una trama più fitta ed un finale inedito. Il duo Akira Himekawa si trova di fronte ad un lavoro veramente difficile, come adattare queste particolari avventure, che in totale si possono contare come quattro storie diverse? Alla fine scelgono la versione narrativa più accattivante, che in Season getta le basi per varie sfumature fruibili in Age.
Link è ormai un cavaliere di Zelda, titolo ricevuto dopo aver salvato l’Oracolo delle Stagioni, ma le streghe Twinrova non hanno perdonato il ragazzo per aver sventato i loro piani così mandano Veran a possedere il corpo di Nayru, l’Oracolo del Tempo, in modo da tornare nel passato.
Come sempre l’evoluzione della storia procede a ritmo sostenuto ma in questo caso trova una continuità adatta che non risulta eccessivamente restrittiva, mentre vengono premuti tasti e temi abbastanza classici per il genere. Sempre poco originale sarà Raven, un nuovo personaggio che incarna il classico Cavaliere, ovvero un combattente generoso, onesto e soprattutto dai forti ideali che mai abbandona, ma per quanto un personaggio del genere sia comune risulta incredibilmente accattivante e arricchisce enormemente l’attrattiva che offre la storia.
Nel complesso risulta un’opera che magari sa di già visto ma è ben costruita e soprattutto si ricollega in modo leggero ma ottimo alla precedente storia.
Infine si arriva alla conclusione inedita, quella che scaturiva dall’unione dei due videogame originali.
I disegni seguono la solita linea delle autrici, un tratto pulito e ordinato che ricalca il character design originale ma non rinuncia all’impronta originale del duo. Per il resto ricalcano i pregi ed i difetti visti nelle altre loro opere, ovvero tavole evocative e delicate intervallate da altre pacchiane, talvolta confuse e fin troppo ricche di vignette, mentre i combattimenti semplicistici offrono qualche rarissima dinamica illustrazione a doppia pagina.
L’unica differenza sono gli sfondi, presenti in quantità maggiore del solito e soprattutto ben dettagliati, regalano gradevoli scorci di panorama.
Dopo Season l’avventura continua con una storia molto più accattivante e dinamica, che anche se risulta meno originale riesce comunque ad incarnare bene i passaggi classici, ad esempio la battaglia tra bene e male, ma son soprattutto i valori ad essere importanti come mostra il cavaliere Raven, che pur di perseguirli mette in gioco al sua stessa vita.
Link è ormai un cavaliere di Zelda, titolo ricevuto dopo aver salvato l’Oracolo delle Stagioni, ma le streghe Twinrova non hanno perdonato il ragazzo per aver sventato i loro piani così mandano Veran a possedere il corpo di Nayru, l’Oracolo del Tempo, in modo da tornare nel passato.
Come sempre l’evoluzione della storia procede a ritmo sostenuto ma in questo caso trova una continuità adatta che non risulta eccessivamente restrittiva, mentre vengono premuti tasti e temi abbastanza classici per il genere. Sempre poco originale sarà Raven, un nuovo personaggio che incarna il classico Cavaliere, ovvero un combattente generoso, onesto e soprattutto dai forti ideali che mai abbandona, ma per quanto un personaggio del genere sia comune risulta incredibilmente accattivante e arricchisce enormemente l’attrattiva che offre la storia.
Nel complesso risulta un’opera che magari sa di già visto ma è ben costruita e soprattutto si ricollega in modo leggero ma ottimo alla precedente storia.
Infine si arriva alla conclusione inedita, quella che scaturiva dall’unione dei due videogame originali.
I disegni seguono la solita linea delle autrici, un tratto pulito e ordinato che ricalca il character design originale ma non rinuncia all’impronta originale del duo. Per il resto ricalcano i pregi ed i difetti visti nelle altre loro opere, ovvero tavole evocative e delicate intervallate da altre pacchiane, talvolta confuse e fin troppo ricche di vignette, mentre i combattimenti semplicistici offrono qualche rarissima dinamica illustrazione a doppia pagina.
L’unica differenza sono gli sfondi, presenti in quantità maggiore del solito e soprattutto ben dettagliati, regalano gradevoli scorci di panorama.
Dopo Season l’avventura continua con una storia molto più accattivante e dinamica, che anche se risulta meno originale riesce comunque ad incarnare bene i passaggi classici, ad esempio la battaglia tra bene e male, ma son soprattutto i valori ad essere importanti come mostra il cavaliere Raven, che pur di perseguirli mette in gioco al sua stessa vita.