Outlanders
Con Manabe ho un rapporto contrastante, con opere che ho adorato ("Drakuun", "Rai – La leggenda degli eroi delle guerre galattiche") e opere che ho trovato men che mediocri ("Caravan Kidd" e – appunto – "Outlanders").
È un fatto che in Italia - nonostante la fiducia accordatagli da molti editori - quest’autore non abbia sfondato: Il primo editore a puntare su di lui fu la defunta mitica Granata Press che per pompare questo suo manga mise in giro la voce che era un secondo Urusei Yatsura.
Con la mitica serie di Rumiko Takahashi ha un solo legame quest’opera: una principessa aliena si invaghisce di un terrestre. Punto. Stop. Poi non troverete le gag fantastiche di Lamù e del povero Ataru, non troverete le decine di coprotagonisti dallo strano e divertente carattere.
"Outlanders" anche quando non è serio non fa ridere perché le gag sono scontatissime. Per questo ho apprezzato "Drakuun" e "Rai", li l’autore crea storie serie.
Certo anche questa è una storia d’azione, con combattimenti e astronavi, ma è ben lungi dalle sue opere successive e più fortunate.
Manabe ha scelto infatti di farcire l’opera con molte scene un po’ “piccanti” per attirare i giovani lettori, inserendo parecchi nudi, questa scelta che a volte condivido, il più delle volte mi sembra una scelta commerciale e basta, per esempio un autore che riesce bene a mascherare gli intenti “perversi” dell’uso di tette e culi è Mitsuro Adachi: l’aria svagata delle sue commedie sportivo sentimentali nasconde bene gli intenti di fan service.
Manabe invece non ha questa qualità: mette scene ecchi con l’intento palese di soddisfare un pubblico di guardoni, senza però andare oltre: d’altronde non sta creando un manga per adulti e non può eventualmente sbizzarrirsi in tal senso.
Delle altre caratteristiche dell’autore mi sono occupato nella recensione di "Caravan Kidd" e dunque non credo sia il caso di continuare ma vi rimando ad essa. Su Outlanders faccio una sola aggiunta: sul finale è meglio che all’inizio, ma ciò non cambia di molto il mio voto: cinque e mezzo.
È un fatto che in Italia - nonostante la fiducia accordatagli da molti editori - quest’autore non abbia sfondato: Il primo editore a puntare su di lui fu la defunta mitica Granata Press che per pompare questo suo manga mise in giro la voce che era un secondo Urusei Yatsura.
Con la mitica serie di Rumiko Takahashi ha un solo legame quest’opera: una principessa aliena si invaghisce di un terrestre. Punto. Stop. Poi non troverete le gag fantastiche di Lamù e del povero Ataru, non troverete le decine di coprotagonisti dallo strano e divertente carattere.
"Outlanders" anche quando non è serio non fa ridere perché le gag sono scontatissime. Per questo ho apprezzato "Drakuun" e "Rai", li l’autore crea storie serie.
Certo anche questa è una storia d’azione, con combattimenti e astronavi, ma è ben lungi dalle sue opere successive e più fortunate.
Manabe ha scelto infatti di farcire l’opera con molte scene un po’ “piccanti” per attirare i giovani lettori, inserendo parecchi nudi, questa scelta che a volte condivido, il più delle volte mi sembra una scelta commerciale e basta, per esempio un autore che riesce bene a mascherare gli intenti “perversi” dell’uso di tette e culi è Mitsuro Adachi: l’aria svagata delle sue commedie sportivo sentimentali nasconde bene gli intenti di fan service.
Manabe invece non ha questa qualità: mette scene ecchi con l’intento palese di soddisfare un pubblico di guardoni, senza però andare oltre: d’altronde non sta creando un manga per adulti e non può eventualmente sbizzarrirsi in tal senso.
Delle altre caratteristiche dell’autore mi sono occupato nella recensione di "Caravan Kidd" e dunque non credo sia il caso di continuare ma vi rimando ad essa. Su Outlanders faccio una sola aggiunta: sul finale è meglio che all’inizio, ma ciò non cambia di molto il mio voto: cinque e mezzo.
Ho la fortuna di possedere i 12 preziosi volumi di questo piccolo capolavoro sconosciuto ai più, che mi ha fatto apprezzare un autore che, chissà perchè, non è riuscito ad imporsi tra i più rinomati, nonostante le capacità non gli mancassero, come è riuscito ampiamente a dimostrare in questo lavoro.
Partendo con l'analisi di questo manga di Manabe, un plauso va decisamente concesso alla trama, che seppur non presenti tematiche innovative, anzi faccia intravedere qua e là le svariate fonti di ispirazione che hanno spinto l'autore nella stesura del suo lavoro, riesce ad ingranare fin da subito, grazie al sapiente uso di riuscitissimi climax, che tengono viva l'attenzione del lettore, e all'alternarsi di momenti comici, drammatici, romantici e anche un po' erotici, senza comunque scadere in fastidiosi eccessi.
La trama poi, così come la grafica, come vedremo, viene arricchita anche da un altro fattore piuttosto interessante, che distingue nettamente questo "Outlanders" da altri lavori analoghi del filone fantascientifico. Mi riferisco al fatto che grazie al fatto di padroneggiare l'arte della magia e della biotecnologia, la flotta aliena non è composta dalle classiche astronavi enormi e fatte di metallo, ma da navi sviluppate sulla base di animali, esseri viventi più o meno giganteschi, che sono stati rielaborati grazie alle competenze degli alieni, in modo da poter offrire la possibilità di essere impiegati come mezzi militari a tutti gli effetti.
Questa "trovata" (che Manabe giustificherà con il fatto che gli era stato commissionato un manga che presentasse navi spaziali a volontà e di grandi dimensioni, mentre lui aveva in mente un lavoro a sfondo catastrofico, con mostri giganti a devastare la terra) caratterizzerà enormemente e positivamente, anche l'impatto della grafica del manga, che mostrerà un design dei mezzi decisamente appetibile, con qualche richiamo ai lavori di Giger. Se il design delle bio-astronavi è assai piacevole, altrettanto si può dire del chara, che presenta personaggi molto belli, piacevoli e dettagliati, oltre che decisamente ben caratterizzati e distinti tra loro. Anche qui non si può non notare la fonte di ispirazione che ha mosso la mano di Manabe, e che è senz'ombra di dubbio Rumiko Takahashi e il suo Uruseyatsura.
Concludendo, un lavoro davvero ben riuscito, e che vi consiglio caldamente di reperire, anche se immagino che questo possa rivelarsi assai complicato, ma immagino che da veri otaku, tra fiere, internet e fumetterie, mettere insieme queste 12 gemme (l'edizione italiana della defunta Granata Press era di 12 volumi) che compongono questa bella collana, possa essere fattibile. E, credetemi, ne sarete ampiamente ripagati.
Partendo con l'analisi di questo manga di Manabe, un plauso va decisamente concesso alla trama, che seppur non presenti tematiche innovative, anzi faccia intravedere qua e là le svariate fonti di ispirazione che hanno spinto l'autore nella stesura del suo lavoro, riesce ad ingranare fin da subito, grazie al sapiente uso di riuscitissimi climax, che tengono viva l'attenzione del lettore, e all'alternarsi di momenti comici, drammatici, romantici e anche un po' erotici, senza comunque scadere in fastidiosi eccessi.
La trama poi, così come la grafica, come vedremo, viene arricchita anche da un altro fattore piuttosto interessante, che distingue nettamente questo "Outlanders" da altri lavori analoghi del filone fantascientifico. Mi riferisco al fatto che grazie al fatto di padroneggiare l'arte della magia e della biotecnologia, la flotta aliena non è composta dalle classiche astronavi enormi e fatte di metallo, ma da navi sviluppate sulla base di animali, esseri viventi più o meno giganteschi, che sono stati rielaborati grazie alle competenze degli alieni, in modo da poter offrire la possibilità di essere impiegati come mezzi militari a tutti gli effetti.
Questa "trovata" (che Manabe giustificherà con il fatto che gli era stato commissionato un manga che presentasse navi spaziali a volontà e di grandi dimensioni, mentre lui aveva in mente un lavoro a sfondo catastrofico, con mostri giganti a devastare la terra) caratterizzerà enormemente e positivamente, anche l'impatto della grafica del manga, che mostrerà un design dei mezzi decisamente appetibile, con qualche richiamo ai lavori di Giger. Se il design delle bio-astronavi è assai piacevole, altrettanto si può dire del chara, che presenta personaggi molto belli, piacevoli e dettagliati, oltre che decisamente ben caratterizzati e distinti tra loro. Anche qui non si può non notare la fonte di ispirazione che ha mosso la mano di Manabe, e che è senz'ombra di dubbio Rumiko Takahashi e il suo Uruseyatsura.
Concludendo, un lavoro davvero ben riuscito, e che vi consiglio caldamente di reperire, anche se immagino che questo possa rivelarsi assai complicato, ma immagino che da veri otaku, tra fiere, internet e fumetterie, mettere insieme queste 12 gemme (l'edizione italiana della defunta Granata Press era di 12 volumi) che compongono questa bella collana, possa essere fattibile. E, credetemi, ne sarete ampiamente ripagati.
Manga fantastico. Recuperato in blocco in fumetteria su consiglio di un amico, è stato un manga-rivelazione. Outlanders inizia con delle astronavi dal design biomeccanico che fanno al loro rovinosa comparsa sulla Terra. Il protagonista, Tetsuya Wakatsuki, è un fotoreporter che ha un incontro ravvicinato con una sexy ragazza dello spazio, alla quale riesce a sottrarre la spada. L'aliena si rivela essere la principessa Kahm e i mostri apparsi facevano parte della sua flottiglia di ricognizione: la Terra non è altro che il pianeta madre dell'impero dei Santovasku, tornati dallo spazio per riprenderne possesso. Kahm torna nuovamente a Tokyo per recuperare la spada persa nel duello con Tetsuya. Inizia così il burrascoso rapporto fra l'aliena e Tetsuya, un rapporto che presto si trasformerà, a seguito delle vicissitudini che li vedranno insieme, in amore. I due, insieme ad altri personaggi che si uniranno a loro, cercheranno di salvare la Terra dall'attacco del padre di Kahm, a capo di un super esercito galattico.
Di questo manga ho adorato tutto. Anzitutto i disegni: per quanto riguarda i personaggi, il tratto di Johji Manabe è molto simile a quello della Takahashi; splendide sono poi le inquadrature delle astronavi aliene dall'aspetto di esseri viventi, derivanti incredibili metamorfosi di animali reali (draghi, granchi, pesci rossi…).
Fantastica è la storia, ricca di intrecci, amore, passione e guerra. Un'avventura veramente epica, dove i personaggi hanno una caratterizzazione unica e sono in grado di trasmettere emozioni con molta facilità. Un manga che sa essere umoristico e tragico allo stesso tempo, che sa far sorridere e piangere. Il finale poi è molto struggente e conclude egregiamente una storia grandiosa.
I volumi sono 12. In realtà la storia si conclude nell'undicesimo, poi Manabe decise di disegnare un finale aggiuntivo (anche se non occorreva visto che si era conclusa in modo perfetto) e arricchire la travagliata storia d'amore intergalattico con una serie di brevi sketch collaterali. La loro reperibilità non è semplice in quanto pubblicati dalla Granata Press, ma girando per fiere e fumetterie è possibile reperirli in blocco.
Consigliatissimo.
Di questo manga ho adorato tutto. Anzitutto i disegni: per quanto riguarda i personaggi, il tratto di Johji Manabe è molto simile a quello della Takahashi; splendide sono poi le inquadrature delle astronavi aliene dall'aspetto di esseri viventi, derivanti incredibili metamorfosi di animali reali (draghi, granchi, pesci rossi…).
Fantastica è la storia, ricca di intrecci, amore, passione e guerra. Un'avventura veramente epica, dove i personaggi hanno una caratterizzazione unica e sono in grado di trasmettere emozioni con molta facilità. Un manga che sa essere umoristico e tragico allo stesso tempo, che sa far sorridere e piangere. Il finale poi è molto struggente e conclude egregiamente una storia grandiosa.
I volumi sono 12. In realtà la storia si conclude nell'undicesimo, poi Manabe decise di disegnare un finale aggiuntivo (anche se non occorreva visto che si era conclusa in modo perfetto) e arricchire la travagliata storia d'amore intergalattico con una serie di brevi sketch collaterali. La loro reperibilità non è semplice in quanto pubblicati dalla Granata Press, ma girando per fiere e fumetterie è possibile reperirli in blocco.
Consigliatissimo.
Uno dei primi manga da me mai letto, in grado di sapermi far amare Jouji Manabe, autore giunto presto in Italia, ma che poi non ha più avuto molto seguito, anche se a onor di cronaca diversi editori hanno riprovato, seppur con scarso successo, a riproporlo.
Il suo stile particolare, unito ad una buona storia di fantascienza lo rende Outlanders un prodotto da prendere in considerazione. Certo, sono passati più di 10 anni da quando lo lessi (quasi 20 :-p), ma ricordo come proponesse situazioni piuttosto variegate: azione, divertimento, un pizzico di sentimento e in qualche numero riusciva anche a colorarsi di tinte drammatiche.
La storia ha come protagonista un normale fotografo che si trova fidanzato con una bella ma terribile principessa aliena, tornata sulla terra per reclamare il pianeta ora infestato dagli umani e incontrata proprio mentre questa stava squartando terresti senza pietà.
I due pian piano si avvicinano sempre di più, ma dovranno affrontare il padre di Kahm che intende ammazzare gli umani dal primo all'ultimo.
Lo spunto, che si può ben vedere, ricorda un po' Lamù, ma la trama prosegue in modo ben diverso, con altri toni e riesce a creare anche un buon intreccio. Il tratto, considerando che si tratta di un'opera degli anni '80, è molto piacevole ed efficace. Splendide le protagoniste femminili, molto interessanti i vari mecha, sopratutto quelli della tecnologia aliena, basata su navi simil organiche.
Tra l'altro, proseguendo con i capitoli, si crea un bel cast di personaggi e degli antagonismi degni di nota. L'azione è intervallata da gag, ma non mancheranno momenti in cui si dovrà dire addio a qualche personaggio che nel frattempo sarà probabilmente riuscito a farvi affezionare a lui.
Infine, il protagonista si troverà a dover aver a che fare con più di una donzella e a dover subire le ire di Kahm, gelosa, con sconfinamenti quindi anche nel genere harem.
Un manga consigliato, peccato sia difficile da reperire, e ahimè dubito che qualcuno vorrà ristamparlo.
Il suo stile particolare, unito ad una buona storia di fantascienza lo rende Outlanders un prodotto da prendere in considerazione. Certo, sono passati più di 10 anni da quando lo lessi (quasi 20 :-p), ma ricordo come proponesse situazioni piuttosto variegate: azione, divertimento, un pizzico di sentimento e in qualche numero riusciva anche a colorarsi di tinte drammatiche.
La storia ha come protagonista un normale fotografo che si trova fidanzato con una bella ma terribile principessa aliena, tornata sulla terra per reclamare il pianeta ora infestato dagli umani e incontrata proprio mentre questa stava squartando terresti senza pietà.
I due pian piano si avvicinano sempre di più, ma dovranno affrontare il padre di Kahm che intende ammazzare gli umani dal primo all'ultimo.
Lo spunto, che si può ben vedere, ricorda un po' Lamù, ma la trama prosegue in modo ben diverso, con altri toni e riesce a creare anche un buon intreccio. Il tratto, considerando che si tratta di un'opera degli anni '80, è molto piacevole ed efficace. Splendide le protagoniste femminili, molto interessanti i vari mecha, sopratutto quelli della tecnologia aliena, basata su navi simil organiche.
Tra l'altro, proseguendo con i capitoli, si crea un bel cast di personaggi e degli antagonismi degni di nota. L'azione è intervallata da gag, ma non mancheranno momenti in cui si dovrà dire addio a qualche personaggio che nel frattempo sarà probabilmente riuscito a farvi affezionare a lui.
Infine, il protagonista si troverà a dover aver a che fare con più di una donzella e a dover subire le ire di Kahm, gelosa, con sconfinamenti quindi anche nel genere harem.
Un manga consigliato, peccato sia difficile da reperire, e ahimè dubito che qualcuno vorrà ristamparlo.