I giganti del mare
Il volume in questione rappresenta l'ennesima conferma che il genere più congeniale a Yukinobu Hoshino sia quello della raccolta di racconti, ma con I giganti del mare il maestro decide di staccarsi un po' dalle tematiche fantascientifiche a lui più congeniali e quindi di esplorare un'altra grande fonte d'ispirazione di pensieri e scritti letterari fin dalla notte dei tempi: il mare.
Vasto, oscuro, misterioso, colmo di creature, il mare è un "terreno" perfetto per narrare delle storie incentrate sui temi più diversi: la Guerra Fredda (il racconto diviso in due parti "Red Zeppelin" e uno dei più riusciti secondo me; mi ha ricordato sia lo splendido film U-Boot 96 di Wolfgang Petersen del 1981 che il più recente K-19 diretto da Kathryn Bigelow), la Seconda Guerra Mondiale (collegandosi in maniera inedita al mito del mostro di Loch Ness ne "I giganti del mare", che dà il titolo al raccolta), un singolare retelling del celebre Moby Dick di Herman Melville (qui di ambientazione nipponica in "La storia della balena demoniaca") e un racconto sull'ormai estinta ritina di Steller (un animale della stessa famiglia dei trichechi e dei lamantini, ne "L'isola della colpa"). Nel cuore del volume troviamo "Outburst", l'unica tra le storie sopraelencate che si distacca dal tema principale dell'opera: essa è infatti incentrata sull'emergenza della colossale opera di deforestazione perpetrata in Amazzonia negli Anni Novanta.
A differenza di Star Dust Memories, in cui i racconti sono ben undici, qui ne troviamo soltanto cinque, due dei quali addirittura divisi in ulteriori due parti e dunque ancor meglio sviluppati. Come di consueto, ancora una volta Hoshino ha effettuato numerose ricerche per rendere la narrazione più completa e verosimile, confezionando un manga palesemente rivolto a un pubblico senza dubbio non occasionale. Anche in questa circostanza è ovvio che alcuni racconti mi abbiano colpito più di altri, ma in generale, nonostante un senso di noia nella lettura di un paio di essi, l'impressione è stata piuttosto positiva. Il comparto tecnico è davvero eccellente: Hoshino tratteggia con grande abilità e le onde del mare, le corazzate, i sottomarini, gli animali, i personaggi, il tutto con la sua consueta dovizia di particolari. L'edizione italiana è pubblicata dalla J-Pop: purtroppo la mia copia era stata incollata male ed è stato sufficiente aprire il volume qualche volta perché la copertina si scollasse parzialmente. Detto ciò, la carta e la stampa sono entrambe di ottima qualità, a fronte del prezzo di quasi dieci euro. Per concludere, I giganti del mare è un manga per palati esigenti, motivo per cui lo consiglio a chi cerca opere con numerosi riferimenti culturali, dialoghi praticamente privi di gag e a chi subisce il fascino del mare e dei suoi segreti.
Vasto, oscuro, misterioso, colmo di creature, il mare è un "terreno" perfetto per narrare delle storie incentrate sui temi più diversi: la Guerra Fredda (il racconto diviso in due parti "Red Zeppelin" e uno dei più riusciti secondo me; mi ha ricordato sia lo splendido film U-Boot 96 di Wolfgang Petersen del 1981 che il più recente K-19 diretto da Kathryn Bigelow), la Seconda Guerra Mondiale (collegandosi in maniera inedita al mito del mostro di Loch Ness ne "I giganti del mare", che dà il titolo al raccolta), un singolare retelling del celebre Moby Dick di Herman Melville (qui di ambientazione nipponica in "La storia della balena demoniaca") e un racconto sull'ormai estinta ritina di Steller (un animale della stessa famiglia dei trichechi e dei lamantini, ne "L'isola della colpa"). Nel cuore del volume troviamo "Outburst", l'unica tra le storie sopraelencate che si distacca dal tema principale dell'opera: essa è infatti incentrata sull'emergenza della colossale opera di deforestazione perpetrata in Amazzonia negli Anni Novanta.
A differenza di Star Dust Memories, in cui i racconti sono ben undici, qui ne troviamo soltanto cinque, due dei quali addirittura divisi in ulteriori due parti e dunque ancor meglio sviluppati. Come di consueto, ancora una volta Hoshino ha effettuato numerose ricerche per rendere la narrazione più completa e verosimile, confezionando un manga palesemente rivolto a un pubblico senza dubbio non occasionale. Anche in questa circostanza è ovvio che alcuni racconti mi abbiano colpito più di altri, ma in generale, nonostante un senso di noia nella lettura di un paio di essi, l'impressione è stata piuttosto positiva. Il comparto tecnico è davvero eccellente: Hoshino tratteggia con grande abilità e le onde del mare, le corazzate, i sottomarini, gli animali, i personaggi, il tutto con la sua consueta dovizia di particolari. L'edizione italiana è pubblicata dalla J-Pop: purtroppo la mia copia era stata incollata male ed è stato sufficiente aprire il volume qualche volta perché la copertina si scollasse parzialmente. Detto ciò, la carta e la stampa sono entrambe di ottima qualità, a fronte del prezzo di quasi dieci euro. Per concludere, I giganti del mare è un manga per palati esigenti, motivo per cui lo consiglio a chi cerca opere con numerosi riferimenti culturali, dialoghi praticamente privi di gag e a chi subisce il fascino del mare e dei suoi segreti.
Distaccandosi dalle classiche ambientazioni Sci-Fi che lo contraddistinguono, Yukinobu Hoshino, già affermato autore di "2001 Nights", firma una raccolta a sfondo ambientale/marittimo dove unisce gradevoli metafore a storie che mantengono un tocco di fantasia creando così panorami surreali ma incredibilmente cinici nelle velate denunce ai più deplorevoli aspetti dell'umanità.
Il protagonista della prima storia che compone questa raccolta è il Nautilus SSN-571, il cui orgoglio è quello di essere il primo sottomarino ad energia nucleare, ed il primo che abbia attraversato in immersione il Polo Nord. Oltre agli importanti passi compiuti dalla scienza militare, l'atto aveva un enorme rilevanza nella guerra fredda che dominava lo stato politico mondiale, ed è su questo che l'autore va a giocare seguendo una falsa pista che mostrerà la vera indole di alcuni membri dell'equipaggio per poi diventare una fantasiosa finestra su un ipotetico destino dell'umanità corrotto proprio dai comportamenti nati da questi rapporti tesi, andando a coinvolgere anche una famosa nave perduta nel tempo, l'incompiuta Graf Zeppelin.
Di seguito troveranno posto storie diametralmente diverse, come "La storia della balena demoniaca" che sembra immergere il lettore in una civiltà rispettosa della natura ed un missionario naufrago, per poi trasformarsi in un immaginario seguito di un famoso romanzo di mare, mostrando come le persone sappiano essere egoiste e non si facciano scrupoli a manovrare i popoli per perseguire i propri obbiettivi.
A chiudere il volume trovano posto "L'isola della colpa", un gruppo di naufraghi che trovano un vecchio gulag abbandonato dove ci si chiede chi sia più criminale, se chi ha compiuto reati o se la follia della scienza incontrollata e senza inibizioni, e la storia che dà il nome all'opera "I giganti del mare", dove con gradevoli metafore si parla di diversi giganti, ovvero quelli del mare che si sono estinti, e quelli di ferro creati dalla mano dell'uomo, entrambi destinati ad estinguersi... con un cameo "VIP" finale inaspettato.
L'unica storia fuori dal coro per ambientazione è "Outburst", dove l'avventura si sposta nella foresta amazzonica abbandonando così il mare, ma per tematica si accosta benissimo alle altre, mostrando una natura vendicativa e inarrestabile che vuole eliminare l'ingombrante presenza dell'uomo che distrugge un sistema ecologico incredibilmente ricco e complesso, e trova spazio anche un grasso imprenditore la cui unica passione è mangiare il più possibile, dando vita così a numerose metafore sulla folle corsa al potere e al denaro dell'uomo moderno.
I bellissimi disegni di Yukinobu Hoshino regalano gradevolissime atmosfere. Le tavole più "tranquille" sono pulite e luminose, e talvolta risultano fin troppo spoglie e pacchiane, ma per ogni dettaglio mancato in tali situazioni ne vengono aggiunti molti altri in quelle più d'impatto. Quando si tratta di illustrare le enormi navi che solcano i mari, gli incredibili sommergibili avvolti dall'acqua, le incredibili creature che vendicano madre natura orribilmente violentata dalla malata mente umana e le fantastiche ambientazioni amazzoniane, l'abile pennino dell'autore acquista profondità creando mille sfumature ed ombreggiature che sottolineano le masse imponenti o gli ambienti più decorati, e allo stesso tempo anche i volti pesantemente ombreggiati acquistano un'incredibile espressività.
La vera pecca è la regia fin troppo schematica che elimina ogni tavola di transizione, in questo modo spesso si incappa in cambi di scena improvvisi e spaesanti non staccando bene le conversazioni.
L'edizione della Jpop è purtroppo costosa, ma il prezzo viene spiegato in parte dalla qualità dell'albo. Il formato è nettamente superiore a quello usato mediamente dagli editori, mentre la sovraccoperta racchiude un volume dalla rilegatura salda e resistente. Ottima anche la carta usata, bianca e senza la minima trasparenza grazie all'eccellente grammatura. Peccato per la stampa non sempre perfetta.
Una lettura non propriamente scorrevole e nemmeno leggera, ma si può leggere sia come una raccolta di avventure a sfondo "marino" che come un più profondo messaggio che accosta la natura all'uomo in diversi modi, tutti ovviamente negativi e critici, lasciando posto a gradevoli riflessioni e divagazioni sia sulla scienza che sulla guerra, senza dimenticare i comportamenti egoistici che accomunano ogni epoca, facendo in modo che il lettore si domandi chi siano le vere bestie della distruzione.
Il protagonista della prima storia che compone questa raccolta è il Nautilus SSN-571, il cui orgoglio è quello di essere il primo sottomarino ad energia nucleare, ed il primo che abbia attraversato in immersione il Polo Nord. Oltre agli importanti passi compiuti dalla scienza militare, l'atto aveva un enorme rilevanza nella guerra fredda che dominava lo stato politico mondiale, ed è su questo che l'autore va a giocare seguendo una falsa pista che mostrerà la vera indole di alcuni membri dell'equipaggio per poi diventare una fantasiosa finestra su un ipotetico destino dell'umanità corrotto proprio dai comportamenti nati da questi rapporti tesi, andando a coinvolgere anche una famosa nave perduta nel tempo, l'incompiuta Graf Zeppelin.
Di seguito troveranno posto storie diametralmente diverse, come "La storia della balena demoniaca" che sembra immergere il lettore in una civiltà rispettosa della natura ed un missionario naufrago, per poi trasformarsi in un immaginario seguito di un famoso romanzo di mare, mostrando come le persone sappiano essere egoiste e non si facciano scrupoli a manovrare i popoli per perseguire i propri obbiettivi.
A chiudere il volume trovano posto "L'isola della colpa", un gruppo di naufraghi che trovano un vecchio gulag abbandonato dove ci si chiede chi sia più criminale, se chi ha compiuto reati o se la follia della scienza incontrollata e senza inibizioni, e la storia che dà il nome all'opera "I giganti del mare", dove con gradevoli metafore si parla di diversi giganti, ovvero quelli del mare che si sono estinti, e quelli di ferro creati dalla mano dell'uomo, entrambi destinati ad estinguersi... con un cameo "VIP" finale inaspettato.
L'unica storia fuori dal coro per ambientazione è "Outburst", dove l'avventura si sposta nella foresta amazzonica abbandonando così il mare, ma per tematica si accosta benissimo alle altre, mostrando una natura vendicativa e inarrestabile che vuole eliminare l'ingombrante presenza dell'uomo che distrugge un sistema ecologico incredibilmente ricco e complesso, e trova spazio anche un grasso imprenditore la cui unica passione è mangiare il più possibile, dando vita così a numerose metafore sulla folle corsa al potere e al denaro dell'uomo moderno.
I bellissimi disegni di Yukinobu Hoshino regalano gradevolissime atmosfere. Le tavole più "tranquille" sono pulite e luminose, e talvolta risultano fin troppo spoglie e pacchiane, ma per ogni dettaglio mancato in tali situazioni ne vengono aggiunti molti altri in quelle più d'impatto. Quando si tratta di illustrare le enormi navi che solcano i mari, gli incredibili sommergibili avvolti dall'acqua, le incredibili creature che vendicano madre natura orribilmente violentata dalla malata mente umana e le fantastiche ambientazioni amazzoniane, l'abile pennino dell'autore acquista profondità creando mille sfumature ed ombreggiature che sottolineano le masse imponenti o gli ambienti più decorati, e allo stesso tempo anche i volti pesantemente ombreggiati acquistano un'incredibile espressività.
La vera pecca è la regia fin troppo schematica che elimina ogni tavola di transizione, in questo modo spesso si incappa in cambi di scena improvvisi e spaesanti non staccando bene le conversazioni.
L'edizione della Jpop è purtroppo costosa, ma il prezzo viene spiegato in parte dalla qualità dell'albo. Il formato è nettamente superiore a quello usato mediamente dagli editori, mentre la sovraccoperta racchiude un volume dalla rilegatura salda e resistente. Ottima anche la carta usata, bianca e senza la minima trasparenza grazie all'eccellente grammatura. Peccato per la stampa non sempre perfetta.
Una lettura non propriamente scorrevole e nemmeno leggera, ma si può leggere sia come una raccolta di avventure a sfondo "marino" che come un più profondo messaggio che accosta la natura all'uomo in diversi modi, tutti ovviamente negativi e critici, lasciando posto a gradevoli riflessioni e divagazioni sia sulla scienza che sulla guerra, senza dimenticare i comportamenti egoistici che accomunano ogni epoca, facendo in modo che il lettore si domandi chi siano le vere bestie della distruzione.
Non avevo mai letto nulla di Hoshino prima d'ora e devo dire che ho trovato questo volume ben fatto, a partire dall'edizione J-Pop sempre perfetta, i disegni mi piacciono, la storia scorre senza troppi problemi.
In questo volume ci sono 5 mini-storie che parlano tutte del mare a parte una, diciamo che è tutto incentrato sulla forza della natura in vari eventi della storia del mondo.
La storia che mi è piaciuta di più è l'ultima, che racconta della battaglia nelle acque di Scapa Flow con la corazzata Bismark e il sottomarino Beowlf (Germania) durante la seconda guerra mondiale: da una parte e tutta la flotta inglese presente in quelle acque, dall'altra <b>SPOILER</b> durante la traversata il sottomarino che doveva dare copertura alla Bismark viene colpito e mentre affonda viene risucchiato dalla corrente e portato attraverso un tunnel sottomarino nelle acque del lago di Lochness, e mentre stanno per sferrare un attacco missilistico da quella posizione uno strano essere li travolge e li affonda... Nessie, il mostro di Lochness, salva l'Inghilterra da un attacco che sarebbe stato devastante. <b>FINE SPOIELER</b>
Le altre storie sono sempre su questo genere, a me è piaciuto, lo consiglio.
In questo volume ci sono 5 mini-storie che parlano tutte del mare a parte una, diciamo che è tutto incentrato sulla forza della natura in vari eventi della storia del mondo.
La storia che mi è piaciuta di più è l'ultima, che racconta della battaglia nelle acque di Scapa Flow con la corazzata Bismark e il sottomarino Beowlf (Germania) durante la seconda guerra mondiale: da una parte e tutta la flotta inglese presente in quelle acque, dall'altra <b>SPOILER</b> durante la traversata il sottomarino che doveva dare copertura alla Bismark viene colpito e mentre affonda viene risucchiato dalla corrente e portato attraverso un tunnel sottomarino nelle acque del lago di Lochness, e mentre stanno per sferrare un attacco missilistico da quella posizione uno strano essere li travolge e li affonda... Nessie, il mostro di Lochness, salva l'Inghilterra da un attacco che sarebbe stato devastante. <b>FINE SPOIELER</b>
Le altre storie sono sempre su questo genere, a me è piaciuto, lo consiglio.
Il mare, la culla della vita da cui sorsero i primi albori dell'esistenza, un luogo che nelle sue profondità cela ancora molti misteri, e gli uomini, i "dominatori della terra", che instancabilmente per secoli hanno cercato di illuminare ciò che si nasconde nelle profondità dei suoi abissi. Di questo ci parla Hoshino ne "I giganti del mare", una raccolta di cinque racconti autoconclusivi che prende il suo nome dall'ultimo di questi. Qual è il tema il tema che li accomuna maggiormente difatti, se non l'ossessione che gli uomini mostrano nel voler vincere ad ogni costo le forze naturali, in primis proprio quell'acqua da cui innumerevoli secoli addietro ebbero origine, senza minimamente considerare la possibilità di una convivenza pacifica, nemmeno con i loro fratelli? E infatti gli sfondi su cui l'autore fa agire i suoi personaggi sono crudi, duri, a volte spietati e molto spesso richiamano alla mente episodi che l'umanità tenta spesso di dimenticare, o, nel migliore dei casi, cerca di esorcizzare ricordandosene: la guerra (e in questo caso specifico la guerra fredda), le innumerevoli persecuzioni perpetrate durante il corso della storia contro i propri simili, il disboscamento, il totale disinteresse per ogni valore di fronte al denaro, e molti altri ancora.
Con un tratto semplice e pulito, che risplende al massimo nei primi piani, Hoshino ci presenta i suoi protagonisti come gente "navigata", e se per questo spesso possono sembrare un po' troppo freddi e disillusi, in realtà essi sono persone che non hanno mai ceduto di fronte alle asperità della vita, sempre cercando di perseguire, nei limiti del possibile, le loro verità. Certo, data la brevità delle loro storie questa potrebbe non essere altro che una semplice suggestione, però è difficile non restare impressionati di fronte alla tenacia di alcuni di loro, in special modo del capitano Akhab.
Quest'ultima parola però, "capitano", ci mostra anche il limite più grande del volume: la tendenza a rendere fin troppo omogenei, dal punto di vista grafico, i personaggi, perlomeno quelli maschili. Se infatti è vero che questo ha un senso, dal momento che in mare ci si aspetta perlopiù marinai, dall'altro rischia di gettare in un'eccessiva confusione il lettore (o perlomeno lo farebbe se i racconti non fossero separati e conclusi in loro stessi). Ad esempio i volti di questi suddetti "capitani" sono più o meno tutti uguali, barba compresa (eccezion fatta per Akhab, ma questo dipende forse più dalle contingenze particolari in cui si viene a trovare il personaggio): anche quello che dovrebbe essere un biologo nel "mare verde" dell'Amazzonia, con quel suo viso barbuto non può non ricordare i marinai incontrati poco prima nei racconti precedenti. A parte questo, che resta comunque un limite molto soggettivo, non posso che consigliare questo volume, vista anche l'ottima edizione J-Pop in grande formato.
Con un tratto semplice e pulito, che risplende al massimo nei primi piani, Hoshino ci presenta i suoi protagonisti come gente "navigata", e se per questo spesso possono sembrare un po' troppo freddi e disillusi, in realtà essi sono persone che non hanno mai ceduto di fronte alle asperità della vita, sempre cercando di perseguire, nei limiti del possibile, le loro verità. Certo, data la brevità delle loro storie questa potrebbe non essere altro che una semplice suggestione, però è difficile non restare impressionati di fronte alla tenacia di alcuni di loro, in special modo del capitano Akhab.
Quest'ultima parola però, "capitano", ci mostra anche il limite più grande del volume: la tendenza a rendere fin troppo omogenei, dal punto di vista grafico, i personaggi, perlomeno quelli maschili. Se infatti è vero che questo ha un senso, dal momento che in mare ci si aspetta perlopiù marinai, dall'altro rischia di gettare in un'eccessiva confusione il lettore (o perlomeno lo farebbe se i racconti non fossero separati e conclusi in loro stessi). Ad esempio i volti di questi suddetti "capitani" sono più o meno tutti uguali, barba compresa (eccezion fatta per Akhab, ma questo dipende forse più dalle contingenze particolari in cui si viene a trovare il personaggio): anche quello che dovrebbe essere un biologo nel "mare verde" dell'Amazzonia, con quel suo viso barbuto non può non ricordare i marinai incontrati poco prima nei racconti precedenti. A parte questo, che resta comunque un limite molto soggettivo, non posso che consigliare questo volume, vista anche l'ottima edizione J-Pop in grande formato.