La Spada di Paros
"La spada di Paros" è un manga dalle suggestioni fantasy legato a "Guin Saga", una serie di light novel (apparentemente molto popolare in Giappone) della quale potrebbe essere definito uno spin-off. Le due opere, in effetti, hanno la medesima autrice, la scrittrice Kaoru Kurimoto. Autrice dei disegni di "Paros no Ken" è invece la celebre Yumiko Igarashi, che qui si ritrova a gestire un tema insolito per lei, benché già accennato in altri suoi lavori quali "Georgie" e, se vogliamo, "Koronde Pokkle": l'amore omosessuale. Il risultato? Ognuno ha la propria opinione: ecco, nel frattempo, le mie considerazioni.
TRAMA
A Paros circola una leggenda: se dalla dinastia regnante nascerà un individuo sia uomo che donna, in tempi di crisi il paese sarà salvo; se, però, tale persona non fosse né l'uno né l'altro, per il regno sarebbe la rovina. Chi può essere a questo punto la principessa Erminia, bella fanciulla dall'animo da intrepido guerriero, nonché perdutamente innamorata della lavandaia Fiona? Un'eroina ... o una distruttrice? Non resta che leggere fino in fondo per scoprirlo.
DISEGNI
Essendo un manga risalente agli anni '80, la mano della Igarashi non sembra ancora risentire di quella "stanchezza" che si incomincia ad avvertire nel pieno del decennio successivo. Suggestive le atmosfere, curate e dettagliate le ambientazioni, sfarzosi i costumi, ben gestite le scene "corali", particolareggiati gli sfondi. Unica pecca, da un punto di vista esclusivamente personale, è rappresentata dal disegno dei personaggi di Erminia e Julius: la prima, per me, è tratteggiata in maniera troppo poco femminile, forse sarebbe stato preferibile dotarla di un fascino androgino alla "Claudine", creatura di Riyoko Ikeda con la quale ha peraltro svariate caratteristiche in comune; il secondo, al contrario, ha un che di eccessivamente femmineo ma, chissà, potrebbe essere l'intento della mangaka. In ogni caso, non sono certo inezie come queste, condizionate dai propri criteri estetici, ad abbassare il livello di questo titolo.
STORIA
Il più grande difetto di quest'opera, infatti, è quasi sicuramente la svolta che prendono le vicende a partire dalla conclusione del primo volume dell'edizione italiana: se le premesse iniziali del manga sono più che buone, non così il resto. Le aspettative risultano deluse man mano che si va avanti con la lettura, verso un epilogo imprevisto che lascia parecchi dubbi e l'amaro in bocca e che mette in discussione l'intera architettura del racconto, rendendo innumerevoli scelte narrative ingiustificate. Appare poi deludente la relativa superficialità con cui viene trattato l'amore fra le due protagoniste che, in verità, di yuri non ha granché, considerato che Erminia non si percepisce come donna, bensì come uomo.
PERSONAGGI
Vera e propria "rivelazione" di "Paros no Ken" è, a mio avviso, l'apparentemente indifesa e spaurita Fiona, interesse amoroso di Erminia cui ruba, non si capisce se per volontà delle autrici o meno, il ruolo di eroina. Il suo ha ottime probabilità di essere il personaggio più convincente della serie. Lo stesso discorso, malauguratamente, non si applica alla sua "principessa azzurra", la quale è brava a parole ma meno ad azioni, e la cui tanto ostentata identità maschile finisce per sembrare un mero capriccio, un mezzo per non assumersi le proprie responsabilità. Da notare, oltretutto, che non basta essere più ribelli che accomodanti o indossare un'armatura anziché una veste di seta per potersi definire più uomo che donna. Altra figura di spicco è Julius, amico e compagno di allenamenti della futura regina: è incontestabilmente un personaggio positivo, fedele e abbastanza rispettoso dei sentimenti di Erminia. Tuttavia, sempre per fare riferimento alla Ikeda, ha più del Girodelle che dell'André: è messo, cioè, in perenne secondo piano rispetto alle due protagoniste e, se almeno al corteggiatore respinto di madamigella Oscar è stato dedicato un capitolo speciale di VnB, al povero nobiluomo di Paros non è concesso nemmeno il minimo sindacale di gloria. In quanto agli antagonisti, soffermarsi su di loro è pressoché superfluo, poiché non spiccano né per quantità di apparizioni nel corso della storia, né per motivazioni o approfondimento psicologico.
GIUDIZIO GLOBALE
Il voto che mi sento di assegnare a quest'opera è 6: i presupposti per ambire a riscuotere un buon numero di consensi ci sarebbero, ma il problema, come si è detto, non è insito nel soggetto di base, bensì nel modo di svilupparlo. Forse sarebbe stata necessaria una lunghezza maggiore del manga, forse un'attenzione superiore nella gestione dei personaggi, forse si sarebbe dovuto scegliere se privilegiare l'aspetto yuri o quello fantasy: resta il fatto che "La spada di Paros" è, a mio giudizio, un'occasione sprecata.
TRAMA
A Paros circola una leggenda: se dalla dinastia regnante nascerà un individuo sia uomo che donna, in tempi di crisi il paese sarà salvo; se, però, tale persona non fosse né l'uno né l'altro, per il regno sarebbe la rovina. Chi può essere a questo punto la principessa Erminia, bella fanciulla dall'animo da intrepido guerriero, nonché perdutamente innamorata della lavandaia Fiona? Un'eroina ... o una distruttrice? Non resta che leggere fino in fondo per scoprirlo.
DISEGNI
Essendo un manga risalente agli anni '80, la mano della Igarashi non sembra ancora risentire di quella "stanchezza" che si incomincia ad avvertire nel pieno del decennio successivo. Suggestive le atmosfere, curate e dettagliate le ambientazioni, sfarzosi i costumi, ben gestite le scene "corali", particolareggiati gli sfondi. Unica pecca, da un punto di vista esclusivamente personale, è rappresentata dal disegno dei personaggi di Erminia e Julius: la prima, per me, è tratteggiata in maniera troppo poco femminile, forse sarebbe stato preferibile dotarla di un fascino androgino alla "Claudine", creatura di Riyoko Ikeda con la quale ha peraltro svariate caratteristiche in comune; il secondo, al contrario, ha un che di eccessivamente femmineo ma, chissà, potrebbe essere l'intento della mangaka. In ogni caso, non sono certo inezie come queste, condizionate dai propri criteri estetici, ad abbassare il livello di questo titolo.
STORIA
Il più grande difetto di quest'opera, infatti, è quasi sicuramente la svolta che prendono le vicende a partire dalla conclusione del primo volume dell'edizione italiana: se le premesse iniziali del manga sono più che buone, non così il resto. Le aspettative risultano deluse man mano che si va avanti con la lettura, verso un epilogo imprevisto che lascia parecchi dubbi e l'amaro in bocca e che mette in discussione l'intera architettura del racconto, rendendo innumerevoli scelte narrative ingiustificate. Appare poi deludente la relativa superficialità con cui viene trattato l'amore fra le due protagoniste che, in verità, di yuri non ha granché, considerato che Erminia non si percepisce come donna, bensì come uomo.
PERSONAGGI
Vera e propria "rivelazione" di "Paros no Ken" è, a mio avviso, l'apparentemente indifesa e spaurita Fiona, interesse amoroso di Erminia cui ruba, non si capisce se per volontà delle autrici o meno, il ruolo di eroina. Il suo ha ottime probabilità di essere il personaggio più convincente della serie. Lo stesso discorso, malauguratamente, non si applica alla sua "principessa azzurra", la quale è brava a parole ma meno ad azioni, e la cui tanto ostentata identità maschile finisce per sembrare un mero capriccio, un mezzo per non assumersi le proprie responsabilità. Da notare, oltretutto, che non basta essere più ribelli che accomodanti o indossare un'armatura anziché una veste di seta per potersi definire più uomo che donna. Altra figura di spicco è Julius, amico e compagno di allenamenti della futura regina: è incontestabilmente un personaggio positivo, fedele e abbastanza rispettoso dei sentimenti di Erminia. Tuttavia, sempre per fare riferimento alla Ikeda, ha più del Girodelle che dell'André: è messo, cioè, in perenne secondo piano rispetto alle due protagoniste e, se almeno al corteggiatore respinto di madamigella Oscar è stato dedicato un capitolo speciale di VnB, al povero nobiluomo di Paros non è concesso nemmeno il minimo sindacale di gloria. In quanto agli antagonisti, soffermarsi su di loro è pressoché superfluo, poiché non spiccano né per quantità di apparizioni nel corso della storia, né per motivazioni o approfondimento psicologico.
GIUDIZIO GLOBALE
Il voto che mi sento di assegnare a quest'opera è 6: i presupposti per ambire a riscuotere un buon numero di consensi ci sarebbero, ma il problema, come si è detto, non è insito nel soggetto di base, bensì nel modo di svilupparlo. Forse sarebbe stata necessaria una lunghezza maggiore del manga, forse un'attenzione superiore nella gestione dei personaggi, forse si sarebbe dovuto scegliere se privilegiare l'aspetto yuri o quello fantasy: resta il fatto che "La spada di Paros" è, a mio giudizio, un'occasione sprecata.
Kaoru Kurimoto è celeberrima in Giappone per la gigantesca epopea fantasy di "Guin Saga", iniziata nel lontano 1979 e continuata fino alla sua morte nel 2009, avvenuta mentre era intenta alla stesura del centotrentesimo volume. In Italia di Guin abbiamo visto il manga, l'anime, qualcuno dei primi volumi e anche "La spada di Paros", che ha luogo nello stesso universo narrativo (nel secondo volume vediamo addirittura apparire l'eroe dalla testa di leopardo in un cameo flashback). Yumiko Igarashi è celeberrima non solo in Giappone ma anche in Italia per i classicissimi "Candy Candy" e "Georgie", che abbiamo visto come anime trent'anni fa e in forma cartacea più di recente. Il suo tratto grafico ha fatto scuola e ha segnato per sempre lo stile shojo di quegli anni. Nella "Spada di Paros" rivedremo il tratto classico della Igarashi e i suoi fan si potranno deliziare con dei piccoli camei con i personaggi di "Candy Candy", di "Georgie" e di "Koronde Pokkle".
Da due nomi di tale caratura ci si poteva aspettare un grandissimo successo. Tuttavia io personalmente ero scettico. Si sarebbe trovata a suo agio la Igarashi con un'ambientazione fantasy, quando l'ho sempre vista all'opera su manga di stampo storico/realistico? Inoltre le recensioni viste in rete di quest'opera erano molto negative, ci sarà stato un motivo, no? Per questo motivo ho colpevolmente trascurato "La spada di Paros" per molti mesi, evitando di leggerlo. Non l'avessi mai fatto! Al di là delle critiche negative di chi evidentemente non è un'estimatore del genere, "La spada di Paros" è una delle migliori opere di fantasy romantico/avventuroso che si possano leggere. Lo metterei leggermente sopra il "Guin Saga" versione anime - opera anche questa ingiustamente sottovalutata - per il maggiore ritmo. Le somiglianze tra le due opere sono evidenti e sicuramente la principessa Erminia di Paros ha delle caratteristiche in comune con la principessa Amnelis di Mongaul, molto più che con Lady Oscar, che comunque viene omaggiata pesantemente nel personaggio di Julius, che svolge la funzione di André e addirittura rimane ferito nello stesso modo.
Dal punto di vista grafico Yumiko Igarashi rimane fedele al suo stile, di cui sono un estimatore; chi apprezza gli occhi stellati e i motivi floreali non rimarrà deluso. Se posso fare un appunto, in certi momenti la principessa Erminia assume delle espressioni semi-umoristiche da bambina viziata che vedrei meglio in "Candy Candy" che in una saga fantasy che non è certo umoristica, ma sono cose che si perdonano facilmente. Del resto si tratta di un'opera non impegnata, con principesse, cavalieri, intrighi di palazzo, traditori, tornei, guerre, rivolte, ma anche amori contrastati, atti di eroismo e di suprema abnegazione, spade magiche e antiche divinità. Opere non impegnata non vuol dire comunque troppo leggera, perché le scene drammatiche non mancano e non sempre le donzelle si salvano dai malvagi che vogliono approfittarsi di loro (sì, sto parlando di stupro). Non manca un certo grado di erotismo, anche se meno che in "Georgie", e neppure un po' di fan service al femminile, consistente in qualche bel giovane a torso nudo, che rallegrerà gli occhi delle lettrici.
Trattandosi di un fantasy romantico, in mezzo a tanta azione troveranno spazio due importanti storie d'amore: quella del nobile Julius per Erminia e quella di Erminia e Fiona, l'umile orfanella. Tali storie presentano tutti gli stilemi tipici del genere (e questo lo dico in tono molto approvatorio): per esempio Fiona ha visto per la prima volta Erminia da bambina, scambiandola per un principe (citazione di Candy Candy); Julius come ho detto ha la stessa parte di André in Lady Oscar, ma se possibile è ancora più santo (arriva a portare Fiona da Erminia, atto che non è il massimo della credibilità essendo Fiona la sua rivale in amore, ma il realismo è nemico del romanticismo, quindi va bene così). Ci sono citazioni esplicite alla Principessa Zaffiro, visto che Erminia dice di essere nata con due cuori, uno maschile e uno femminile. Ci sono citazioni dal teatro classico, per esempio Fiona e Erminia passano una serata insieme durante il carnevale sotto false spoglie, con Erminia mascherata da uomo e Fiona la lavandaia vestita da principessa; devono però tornare al palazzo per salvare Julius entro la mezzanotte, la scadenza inderogabile di Cenerentola. L'artificio escogitato da Erminia quando viene costretta dal padre a sposarsi, quello di indire un torneo di spada e sposare solo l'uomo che riuscirà a sconfiggerla sul campo, viene dritto dritto dal Milione di Marco Polo e sono convinto che fosse un'idea vecchia anche novecento anni fa.
La modernità si riflette soprattutto sugli aspetti yuri del manga (ma avverto che più di qualche casto bacio non si vedrà). "La Spada di Paros" prosegue il cammino iniziato tanti anni prima da Tezuka con "La Principessa Zaffiro" e portato avanti da Ryoko Ikeda con "Versailles no Bara"; Erminia va però oltre i personaggi di Zaffiro e Oscar, non solo si comporta come un uomo ma si sente un uomo: dice testualmente che preferirebbe prendere una moglie piuttosto che un marito e si innamora della dolce Fiona. È quindi molto più vicino a "Claudine" (1978, sempre della Ikeda) che a Oscar, pur rimanendo un'opera fantasy "leggera" che non raggiunge neppure lontanamente i livelli di drammaticità di "Claudine". Ciò nonostante il legame tra Erminia e Fiona non è privo di problematicità: per esempio, ad un certo punto Ermina viene incolpata ingiustamente di essere un mostro che ha ucciso il padre per poter sposare una donna invece che un uomo. Va anche detto che l'aspetto yuri per quanto presente non è dominante e la storia di Julius occupa altrettanto spazio della storia di Fiona. Io naturalmente tifavo per Julius; ammetto però che nel terzo volume il personaggio di Fiona cresce molto di spessore.
Erminia invece rimane fedele a sé stessa nel suo ruolo di principessa ribelle e egoista, ma anche questo è positivo (basta con i manga di formazione in cui un personaggio ribelle ed egoista dopo essere stato sottoposto a delle dure prove diventa ubbidiente e altruista!). È chiaro che un manga di questo genere la psicologia dei personaggi non è la cosa più importante, tuttavia la Kurimoto e la Igarashi riescono a evitare la trappola di personaggi completamente piatti e bidimensionali: Erminia non è al 100% buona (anzi cade nella trappola dello zio quando decide di usare tecniche sleali pur di vincere il torneo) e anche un personaggio malvagio come il principe di Kauros non è tuttavia un mostro. Julius e Fiona riescono a essere interessanti pur nella loro assoluta dedizione a Erminia.
"La spada di Paros" si distingue per un'atmosfera fantasy magistralmente costruita (la stessa di "Guin Saga") con intriganti divinità, misteriose leggende e antiche predizioni che devono realizzarsi. Si tratta un manga di grande atmosfera con una storia dinamica e piena di colpi di scena che prende molto, tanto che ho letto tutti e tre i volumi in un solo giorno. Il primo volume è buono, il secondo migliore e il terzo è il migliore di tutti, con un finale inaspettato che ho apprezzato particolarmente, anche se potrebbe essere criticato da chi non ama i finali aperti. Ma è perfetto per il racconto di un'antica leggenda conclusasi nell'anno 872 del regno di Paros, secoli prima dell'epoca di "Guin Saga" e di cui si è perso il finale.
Da due nomi di tale caratura ci si poteva aspettare un grandissimo successo. Tuttavia io personalmente ero scettico. Si sarebbe trovata a suo agio la Igarashi con un'ambientazione fantasy, quando l'ho sempre vista all'opera su manga di stampo storico/realistico? Inoltre le recensioni viste in rete di quest'opera erano molto negative, ci sarà stato un motivo, no? Per questo motivo ho colpevolmente trascurato "La spada di Paros" per molti mesi, evitando di leggerlo. Non l'avessi mai fatto! Al di là delle critiche negative di chi evidentemente non è un'estimatore del genere, "La spada di Paros" è una delle migliori opere di fantasy romantico/avventuroso che si possano leggere. Lo metterei leggermente sopra il "Guin Saga" versione anime - opera anche questa ingiustamente sottovalutata - per il maggiore ritmo. Le somiglianze tra le due opere sono evidenti e sicuramente la principessa Erminia di Paros ha delle caratteristiche in comune con la principessa Amnelis di Mongaul, molto più che con Lady Oscar, che comunque viene omaggiata pesantemente nel personaggio di Julius, che svolge la funzione di André e addirittura rimane ferito nello stesso modo.
Dal punto di vista grafico Yumiko Igarashi rimane fedele al suo stile, di cui sono un estimatore; chi apprezza gli occhi stellati e i motivi floreali non rimarrà deluso. Se posso fare un appunto, in certi momenti la principessa Erminia assume delle espressioni semi-umoristiche da bambina viziata che vedrei meglio in "Candy Candy" che in una saga fantasy che non è certo umoristica, ma sono cose che si perdonano facilmente. Del resto si tratta di un'opera non impegnata, con principesse, cavalieri, intrighi di palazzo, traditori, tornei, guerre, rivolte, ma anche amori contrastati, atti di eroismo e di suprema abnegazione, spade magiche e antiche divinità. Opere non impegnata non vuol dire comunque troppo leggera, perché le scene drammatiche non mancano e non sempre le donzelle si salvano dai malvagi che vogliono approfittarsi di loro (sì, sto parlando di stupro). Non manca un certo grado di erotismo, anche se meno che in "Georgie", e neppure un po' di fan service al femminile, consistente in qualche bel giovane a torso nudo, che rallegrerà gli occhi delle lettrici.
Trattandosi di un fantasy romantico, in mezzo a tanta azione troveranno spazio due importanti storie d'amore: quella del nobile Julius per Erminia e quella di Erminia e Fiona, l'umile orfanella. Tali storie presentano tutti gli stilemi tipici del genere (e questo lo dico in tono molto approvatorio): per esempio Fiona ha visto per la prima volta Erminia da bambina, scambiandola per un principe (citazione di Candy Candy); Julius come ho detto ha la stessa parte di André in Lady Oscar, ma se possibile è ancora più santo (arriva a portare Fiona da Erminia, atto che non è il massimo della credibilità essendo Fiona la sua rivale in amore, ma il realismo è nemico del romanticismo, quindi va bene così). Ci sono citazioni esplicite alla Principessa Zaffiro, visto che Erminia dice di essere nata con due cuori, uno maschile e uno femminile. Ci sono citazioni dal teatro classico, per esempio Fiona e Erminia passano una serata insieme durante il carnevale sotto false spoglie, con Erminia mascherata da uomo e Fiona la lavandaia vestita da principessa; devono però tornare al palazzo per salvare Julius entro la mezzanotte, la scadenza inderogabile di Cenerentola. L'artificio escogitato da Erminia quando viene costretta dal padre a sposarsi, quello di indire un torneo di spada e sposare solo l'uomo che riuscirà a sconfiggerla sul campo, viene dritto dritto dal Milione di Marco Polo e sono convinto che fosse un'idea vecchia anche novecento anni fa.
La modernità si riflette soprattutto sugli aspetti yuri del manga (ma avverto che più di qualche casto bacio non si vedrà). "La Spada di Paros" prosegue il cammino iniziato tanti anni prima da Tezuka con "La Principessa Zaffiro" e portato avanti da Ryoko Ikeda con "Versailles no Bara"; Erminia va però oltre i personaggi di Zaffiro e Oscar, non solo si comporta come un uomo ma si sente un uomo: dice testualmente che preferirebbe prendere una moglie piuttosto che un marito e si innamora della dolce Fiona. È quindi molto più vicino a "Claudine" (1978, sempre della Ikeda) che a Oscar, pur rimanendo un'opera fantasy "leggera" che non raggiunge neppure lontanamente i livelli di drammaticità di "Claudine". Ciò nonostante il legame tra Erminia e Fiona non è privo di problematicità: per esempio, ad un certo punto Ermina viene incolpata ingiustamente di essere un mostro che ha ucciso il padre per poter sposare una donna invece che un uomo. Va anche detto che l'aspetto yuri per quanto presente non è dominante e la storia di Julius occupa altrettanto spazio della storia di Fiona. Io naturalmente tifavo per Julius; ammetto però che nel terzo volume il personaggio di Fiona cresce molto di spessore.
Erminia invece rimane fedele a sé stessa nel suo ruolo di principessa ribelle e egoista, ma anche questo è positivo (basta con i manga di formazione in cui un personaggio ribelle ed egoista dopo essere stato sottoposto a delle dure prove diventa ubbidiente e altruista!). È chiaro che un manga di questo genere la psicologia dei personaggi non è la cosa più importante, tuttavia la Kurimoto e la Igarashi riescono a evitare la trappola di personaggi completamente piatti e bidimensionali: Erminia non è al 100% buona (anzi cade nella trappola dello zio quando decide di usare tecniche sleali pur di vincere il torneo) e anche un personaggio malvagio come il principe di Kauros non è tuttavia un mostro. Julius e Fiona riescono a essere interessanti pur nella loro assoluta dedizione a Erminia.
"La spada di Paros" si distingue per un'atmosfera fantasy magistralmente costruita (la stessa di "Guin Saga") con intriganti divinità, misteriose leggende e antiche predizioni che devono realizzarsi. Si tratta un manga di grande atmosfera con una storia dinamica e piena di colpi di scena che prende molto, tanto che ho letto tutti e tre i volumi in un solo giorno. Il primo volume è buono, il secondo migliore e il terzo è il migliore di tutti, con un finale inaspettato che ho apprezzato particolarmente, anche se potrebbe essere criticato da chi non ama i finali aperti. Ma è perfetto per il racconto di un'antica leggenda conclusasi nell'anno 872 del regno di Paros, secoli prima dell'epoca di "Guin Saga" e di cui si è perso il finale.
La spada di Paros per me è stato un pò un esperimento in quanto è un manga un pò datato e di solito, eccetto alcune eccezioni, albi un pò vecchiotti non mi attirano molto.
Paros invece è riuscito a colpirmi subito per i disegni, li trovo incantevoli e raffinati, sono pieni di dettagli, li trovo molto eleganti ed inoltre ci sono anche dei begli sfondi.
La storia potrebbe risultare banale perchè sì, è ricca di colpi di scena, ma sono piuttosto prevedibili. Questo vale per me, però, che ho letto già altre cose e sono nata dopo l'uscita di questo manga in Giappone; se lo si guarda con gli occhi di quel tempo, ovvero il 1986, lo troveremmo sicuramente un manga delizioso, bellissimo, caratterizzato da paesaggi e trame fiabesche, con una trama tutto fuor che comune, ma anzi appassionante ed intrigante, una vera storia d'amore.
Se però analizziamo il manga bene troveremo delle similitudini, o meglio solo una similitudine piuttosto evidente: il ruolo che ricopre la protagonista ovvero Lady Erminia, chi ricorda se non Oscar? Porbabilmente sarà stato un omaggio all'opera però ho trovato Erminia, seppur molto simile all'altra, un personaggio bello e particolare, mi piacciono quei personaggi che hanno una propria morale e un proprio valore e che credono nei loro ideali.
<b>Attenzione spoiler</b>
La cosa speciale di questo manga è di come viene narrato l'amore, difatti Lady Erminia si innamora di una donna, ma qui l'amore non si basa sui sessi ma sulle persone. Erminia desidera con tutte se stessa trovare qualcuno che la possa comprendere e trova tutto questo in Fiona, una lavandaia che mai si sarebbe sognata di finire con la principessa erede al trono.
Julius poi è l'amico d'infanzia di Erminia quindi sono due le similitudini, questo potrebbe ricordare Andrè di "Versailles no Bara", solo che Erminia non vede Julius come un uomo ma come l'amico leale che l'ha sempre sorvegliata. L'amore per Fiona è più forte e quindi si batterà comunque per salvaguardare questo.
La conclusione del manga è aperta e suppongo sia stato fatto apposta così da non deludere nessun lettore; io spero che Erminia e Fiona possano vivere felici e contente regnando insieme.
<b>Fine spoiler</b>
Lo consiglio a tutti i sognatori e a coloro che credono nell'amore vero, quello che si respira nelle fiabe.
Paros invece è riuscito a colpirmi subito per i disegni, li trovo incantevoli e raffinati, sono pieni di dettagli, li trovo molto eleganti ed inoltre ci sono anche dei begli sfondi.
La storia potrebbe risultare banale perchè sì, è ricca di colpi di scena, ma sono piuttosto prevedibili. Questo vale per me, però, che ho letto già altre cose e sono nata dopo l'uscita di questo manga in Giappone; se lo si guarda con gli occhi di quel tempo, ovvero il 1986, lo troveremmo sicuramente un manga delizioso, bellissimo, caratterizzato da paesaggi e trame fiabesche, con una trama tutto fuor che comune, ma anzi appassionante ed intrigante, una vera storia d'amore.
Se però analizziamo il manga bene troveremo delle similitudini, o meglio solo una similitudine piuttosto evidente: il ruolo che ricopre la protagonista ovvero Lady Erminia, chi ricorda se non Oscar? Porbabilmente sarà stato un omaggio all'opera però ho trovato Erminia, seppur molto simile all'altra, un personaggio bello e particolare, mi piacciono quei personaggi che hanno una propria morale e un proprio valore e che credono nei loro ideali.
<b>Attenzione spoiler</b>
La cosa speciale di questo manga è di come viene narrato l'amore, difatti Lady Erminia si innamora di una donna, ma qui l'amore non si basa sui sessi ma sulle persone. Erminia desidera con tutte se stessa trovare qualcuno che la possa comprendere e trova tutto questo in Fiona, una lavandaia che mai si sarebbe sognata di finire con la principessa erede al trono.
Julius poi è l'amico d'infanzia di Erminia quindi sono due le similitudini, questo potrebbe ricordare Andrè di "Versailles no Bara", solo che Erminia non vede Julius come un uomo ma come l'amico leale che l'ha sempre sorvegliata. L'amore per Fiona è più forte e quindi si batterà comunque per salvaguardare questo.
La conclusione del manga è aperta e suppongo sia stato fatto apposta così da non deludere nessun lettore; io spero che Erminia e Fiona possano vivere felici e contente regnando insieme.
<b>Fine spoiler</b>
Lo consiglio a tutti i sognatori e a coloro che credono nell'amore vero, quello che si respira nelle fiabe.
Questo manga non merita più di cinque e solo per la bellezza dei disegni della maestra Igarashi, mai deludente. Per quanto riguarda la storia non mi è piaciuta per niente. Partita bene con il primo volume e abbastanza interessante da invogliare a leggere subito il secondo volumetto, la trama si è persa subito in parti noiose e senza un filo logico. Un gran pasticcio e con un finale che mi ha lasciato l'amaro in bocca, forse perchè effettivamente non si è capito bene neanche come è finito. Ripeto belli i disegni, vale la pena leggerlo solo per ammirarli ma per il resto non me la sento di consigliarlo.
La Spada di Paros è stato, purtroppo, una delusione. Mi sono avvicinata a quest'opera, una delle prime pubblicate dalla GP, perché l'atmosfera fantasy descritta sembrava molto interessante.
La storia parte in modo accattivante: Erminia è una donna forte, una principessa che vuole decidere da sola del suo destino. Dall'altro lato abbiamo Fiona, una umile lavandaia che ha un sogno impossibile. Due ragazze così diverse si incontrano. Non sono un'amante dello shojo-ai, tuttavia nel primo numero la tematica scorre abbastanza liscia e in tono con l'opera, senza essere la sola componente dominante. Sullo sfondo infatti abbiamo le complesse dinamiche di un mondo fantasy, con vari regni sull'orlo di un conflitto. Il primo numero procede spedito e lineare, ma tutto quanto si inceppa al secondo e ultimo volume, dove la storia vira verso eventi tragici e si conclude in modo sbrigativo e insulso.
La Spada di Paros è un manga ingannevole: il primo numero promette grandi cose, il secondo manda all'aria tutte le premesse facendo assistere il lettore a scelte assurde da parte di tutti i personaggi. Erminia e Fiona finiscono per risultare solo due ragazzine egoiste, il resto dei personaggi diventa una mera macchietta senza personalità e l'unico personaggio che mantiene un certo spessore e una sua positività è Yulius, fedele amico di infanzia di Erminia e suo spasimante, che guarda caso subisce forse il trattamento peggiore di tutti. I "cattivi" della storia sono altrettanto piatti, senza alcuna originalità che possa farli quantomeno spiccare. E che dire della spada che dà il nome al manga? Ne devo ancora capire il senso.
Dal punto di vista grafico non ho nulla di cui lamentarmi, il tratto è decisamente da anni '80 e suscita in me i ricordi di altre opere della mia infanzia. Non è certo il più elaborato e spettacolare, ma è comunque gradevole. L'edizione italiana è mediocre: la sovraccoperta non è male, ma la carta usata non è all'altezza.
In definitiva, La Spada Di Paros non può andare oltre il 4. È una storia insulsa che non lascia nulla al lettore. Sconsigliato a tutti tranne ai fan sfegatati dell'autrice che vogliano comprarlo per puro collezionismo. Se si cerca fantasy o shojo-ai c'è di meglio sul mercato.
La storia parte in modo accattivante: Erminia è una donna forte, una principessa che vuole decidere da sola del suo destino. Dall'altro lato abbiamo Fiona, una umile lavandaia che ha un sogno impossibile. Due ragazze così diverse si incontrano. Non sono un'amante dello shojo-ai, tuttavia nel primo numero la tematica scorre abbastanza liscia e in tono con l'opera, senza essere la sola componente dominante. Sullo sfondo infatti abbiamo le complesse dinamiche di un mondo fantasy, con vari regni sull'orlo di un conflitto. Il primo numero procede spedito e lineare, ma tutto quanto si inceppa al secondo e ultimo volume, dove la storia vira verso eventi tragici e si conclude in modo sbrigativo e insulso.
La Spada di Paros è un manga ingannevole: il primo numero promette grandi cose, il secondo manda all'aria tutte le premesse facendo assistere il lettore a scelte assurde da parte di tutti i personaggi. Erminia e Fiona finiscono per risultare solo due ragazzine egoiste, il resto dei personaggi diventa una mera macchietta senza personalità e l'unico personaggio che mantiene un certo spessore e una sua positività è Yulius, fedele amico di infanzia di Erminia e suo spasimante, che guarda caso subisce forse il trattamento peggiore di tutti. I "cattivi" della storia sono altrettanto piatti, senza alcuna originalità che possa farli quantomeno spiccare. E che dire della spada che dà il nome al manga? Ne devo ancora capire il senso.
Dal punto di vista grafico non ho nulla di cui lamentarmi, il tratto è decisamente da anni '80 e suscita in me i ricordi di altre opere della mia infanzia. Non è certo il più elaborato e spettacolare, ma è comunque gradevole. L'edizione italiana è mediocre: la sovraccoperta non è male, ma la carta usata non è all'altezza.
In definitiva, La Spada Di Paros non può andare oltre il 4. È una storia insulsa che non lascia nulla al lettore. Sconsigliato a tutti tranne ai fan sfegatati dell'autrice che vogliano comprarlo per puro collezionismo. Se si cerca fantasy o shojo-ai c'è di meglio sul mercato.
Ho deciso di comprare questo manga anche se si tratta di uno yuri (genere che non mi attira, come lo shounen ai) per 2 motivi: innanzitutto la trama, che mi ricordava vagamente uno shoujo che ho amato molto, Versailles no bara; poi perché ho apprezzato diversi manga della Igarashi, e mi incuriosiva molto vedere come questa autrice, nota qui da noi soprattutto per shoujo anni '70-'70 fin troppo classici come Candy Candy e Georgie, avrebbe affrontato questo genere narrativo così particolare e moderno.
Il primo volume pareva aver risposto alle mie aspettative. Oltre ai bei disegni, la storia della principessa anticonformista che si rifiutava di sottomettersi ad un uomo come moglie (anche perché erano tutti più deboli di lei in quel regno!) mi pareva piuttosto intrigante: mi piacciono le protagoniste caratterialmente forti, non per niente il mio manga preferito è Una ragazza alla moda della Yamato, ed anche Fiona, apparentemente piagnucolona e passiva come la Rosalie di turno, non era poi così antipatica come mi sarei aspettata. Senza contare lo splendido e romantico Julius, un Abel più dolce e coi capelli lunghi, un personaggio splendido sotto ogni aspetto. Insomma, Paros no Ken inizia molto bene, ed alla fine del volume 1 ero ansiosa di leggere il seguito, anche perché si bloccava proprio sul più bello.
Ma il volume 2 è stata una delusione totale. Erminia si rivela essere solo una brutta copia di Oscar, il classico esempio di "tutto fumo e niente arrosto", vuole fare il principe che protegge la bella principessa indifesa, ed effettivamente alla festa con Fiona aveva fatto scalpore, ma poi, quando si tratta di tirare davvero fuori gli artigli, di venire al sodo, di risolvere i problemi... chi è davvero il principe e chi la principessa indifesa? Mentre nel volume 1 non mi pesava affatto che questo fosse uno yuri e lo leggevo davvero come una storia d'amore etero con triangolo amoroso, in questo secondo volume il peso della differenza si sente tutto, e parecchio anche, e guardando il povero Julius che langue invano d'amore per lei mi viene continuamente da pensare: che spreco! Più che un principe Erminia pare solo ridicola, ed il finale, insulso almeno quanto lei, lo dimostra.
La Igarashi ci ha provato e noi tutti sicuramente apprezziamo lo sforzo, ma sarebbe meglio se lei e la Mizuki la piantassero con le loro assurde ed infantili liti e si dedicassero insieme al loro solito genere, magari il sospirato sequel di Candy. Il mio voto è 3, soltanto per l'edizione deluxe, per il bel tratto e per la presenza di 2 bellissimi personaggi come Julius e Fiona, altrimenti sarebbe stato anche più basso.
Il primo volume pareva aver risposto alle mie aspettative. Oltre ai bei disegni, la storia della principessa anticonformista che si rifiutava di sottomettersi ad un uomo come moglie (anche perché erano tutti più deboli di lei in quel regno!) mi pareva piuttosto intrigante: mi piacciono le protagoniste caratterialmente forti, non per niente il mio manga preferito è Una ragazza alla moda della Yamato, ed anche Fiona, apparentemente piagnucolona e passiva come la Rosalie di turno, non era poi così antipatica come mi sarei aspettata. Senza contare lo splendido e romantico Julius, un Abel più dolce e coi capelli lunghi, un personaggio splendido sotto ogni aspetto. Insomma, Paros no Ken inizia molto bene, ed alla fine del volume 1 ero ansiosa di leggere il seguito, anche perché si bloccava proprio sul più bello.
Ma il volume 2 è stata una delusione totale. Erminia si rivela essere solo una brutta copia di Oscar, il classico esempio di "tutto fumo e niente arrosto", vuole fare il principe che protegge la bella principessa indifesa, ed effettivamente alla festa con Fiona aveva fatto scalpore, ma poi, quando si tratta di tirare davvero fuori gli artigli, di venire al sodo, di risolvere i problemi... chi è davvero il principe e chi la principessa indifesa? Mentre nel volume 1 non mi pesava affatto che questo fosse uno yuri e lo leggevo davvero come una storia d'amore etero con triangolo amoroso, in questo secondo volume il peso della differenza si sente tutto, e parecchio anche, e guardando il povero Julius che langue invano d'amore per lei mi viene continuamente da pensare: che spreco! Più che un principe Erminia pare solo ridicola, ed il finale, insulso almeno quanto lei, lo dimostra.
La Igarashi ci ha provato e noi tutti sicuramente apprezziamo lo sforzo, ma sarebbe meglio se lei e la Mizuki la piantassero con le loro assurde ed infantili liti e si dedicassero insieme al loro solito genere, magari il sospirato sequel di Candy. Il mio voto è 3, soltanto per l'edizione deluxe, per il bel tratto e per la presenza di 2 bellissimi personaggi come Julius e Fiona, altrimenti sarebbe stato anche più basso.
Deludente, uno dei peggiori manga che io abbia mai letto.
Intanto non mi sorprende che sia di Yumiko Igarashi, che si è appropriata del merito di Georgie (in realtà di Mann Izawa) e di Candy Candy (creato e sviluppato da Kyoko Mizuki) o anche Anna dai capelli rossi (per l'ennesima volta, nonostante compaia come autrice, non tutti sanno che in realtà quella vera è Lucy Maud Montgomery). Non a caso, l'autrice da sola non può che sviluppare opere di basso spessore, e questo è forse il peggior lavoro che abbia fatto. Questa volta infatti non si è voluta prendere il "merito" (se così possiamo chiamarlo) di scriverla, che va invece a Kaoru Kurimoto, autrice della banale e scontata quanto inutile saga di Guin, una delle peggiori saghe fantasy mai viste, con un protagonista che sembra l'uomo tigre (ma questa è un'altra triste storia).
Sorvolando gli orribili disegni, che oltre ad essere brutti mancano di tecnica, di ombre, e talvolta anche di fisica (personaggi grandi quanto gli alberi che hanno a fianco, e che camminano appoggiati su prati che si spengono prima dell'orizzonte... la prospettiva diventa un'opinione, forse la Igarashi si credeva Picasso), passiamo alla trama.
Ancora peggio dei disegni, qualcosa di scontato, di insensato.
La protagonista è Fiona, che si era innamorata di un principe azzurro (maschio) che aveva conosciuto da piccola, ma poi si innamora di un'altra figura, perché crede sia proprio quel principe azzurro (e quindi un maschio), ma quando questa si toglie l'elmo e si scopre esserci una femmina, lei se ne innamora ugualmente. Evviva la coerenza. In pratica sotto l'elmo poteva esserci anche un cane, un alieno, o un gremlin, che lei si sarebbe comunque innamorata. Questo dimostra i soliti viaggi mentali deviati che si fanno molto spesso i nostri cari amici giapponesi.
Come se non bastasse la trama è lenta, lineare, senza colpi di scena.
Erminia è la brutta copia di Lady Oscar, la copia povera se vogliamo. Un maschiaccio che tuttavia manca di tutte le caratteristiche di un vero maschio: non è decisa, non è forte... È completamente inutile. C'è il povero ragazzetto che si innamora di lei ma che viene rifiutato, e che non capendolo persiste nella sua impresa, e risulta penoso.
Unica nota positiva, sono i camei dei personaggi di Candy durante la scena di un torneo. Anche se non c'entrano niente, e sono sprecati, anzi mi sono indignato nel vedere quei mitici personaggi trascinati, seppur per un cameo, in questa pattumiera di fumetto.
Ciliegina sulla torta è l'edizione italiana, come se non bastasse la qualità della stampa fa pure pena.
Se non siete masochisti evitatelo, i manga sono tanti. Se l'avete comprato, può sempre servire come ferma tavolo...
Intanto non mi sorprende che sia di Yumiko Igarashi, che si è appropriata del merito di Georgie (in realtà di Mann Izawa) e di Candy Candy (creato e sviluppato da Kyoko Mizuki) o anche Anna dai capelli rossi (per l'ennesima volta, nonostante compaia come autrice, non tutti sanno che in realtà quella vera è Lucy Maud Montgomery). Non a caso, l'autrice da sola non può che sviluppare opere di basso spessore, e questo è forse il peggior lavoro che abbia fatto. Questa volta infatti non si è voluta prendere il "merito" (se così possiamo chiamarlo) di scriverla, che va invece a Kaoru Kurimoto, autrice della banale e scontata quanto inutile saga di Guin, una delle peggiori saghe fantasy mai viste, con un protagonista che sembra l'uomo tigre (ma questa è un'altra triste storia).
Sorvolando gli orribili disegni, che oltre ad essere brutti mancano di tecnica, di ombre, e talvolta anche di fisica (personaggi grandi quanto gli alberi che hanno a fianco, e che camminano appoggiati su prati che si spengono prima dell'orizzonte... la prospettiva diventa un'opinione, forse la Igarashi si credeva Picasso), passiamo alla trama.
Ancora peggio dei disegni, qualcosa di scontato, di insensato.
La protagonista è Fiona, che si era innamorata di un principe azzurro (maschio) che aveva conosciuto da piccola, ma poi si innamora di un'altra figura, perché crede sia proprio quel principe azzurro (e quindi un maschio), ma quando questa si toglie l'elmo e si scopre esserci una femmina, lei se ne innamora ugualmente. Evviva la coerenza. In pratica sotto l'elmo poteva esserci anche un cane, un alieno, o un gremlin, che lei si sarebbe comunque innamorata. Questo dimostra i soliti viaggi mentali deviati che si fanno molto spesso i nostri cari amici giapponesi.
Come se non bastasse la trama è lenta, lineare, senza colpi di scena.
Erminia è la brutta copia di Lady Oscar, la copia povera se vogliamo. Un maschiaccio che tuttavia manca di tutte le caratteristiche di un vero maschio: non è decisa, non è forte... È completamente inutile. C'è il povero ragazzetto che si innamora di lei ma che viene rifiutato, e che non capendolo persiste nella sua impresa, e risulta penoso.
Unica nota positiva, sono i camei dei personaggi di Candy durante la scena di un torneo. Anche se non c'entrano niente, e sono sprecati, anzi mi sono indignato nel vedere quei mitici personaggi trascinati, seppur per un cameo, in questa pattumiera di fumetto.
Ciliegina sulla torta è l'edizione italiana, come se non bastasse la qualità della stampa fa pure pena.
Se non siete masochisti evitatelo, i manga sono tanti. Se l'avete comprato, può sempre servire come ferma tavolo...
<b>La spada di Paros</b> (<i>Paros no ken</i>) è un manga in tre volumi facente parte dell'universo di <i>Guin Saga</i>, apprezzata serie di romanzi fantasy scritta da <i>Kaoru Kurimoto</i> e campione d'incassi in Giappone. All'interno della cronologia di <i>Guin Saga</i>, <b>La spada di Paros</b> è ambientato nel passato rispetto alla storia principale, e narra la leggenda di Erminia, principessa della quarta dinastia del Regno di Paros.
Erminia è l'unica figlia di Re Aldius, sovrano di Paros; sebbene il suo corpo sia quello di una donna, il suo animo è quello di un uomo. Erminia veste e cavalca come un soldato dell'esercito, passa le giornate ad allenarsi nell'arte della spada insieme al suo amico d'infanzia Julius e fa impazzire suo padre con i suoi continui rifiuti di sposare un nobile del regno in grado di generare un erede al trono di Paros. Durante una delle sue gite a cavallo in compagnia di Julius, Erminia salva una giovane e bella lavandaia, Fiona, che stava per essere travolta da un cavallo imbizzarrito. Un incontro, quello tra Erminia e Fiona, che segnerà in modo indelebile non solo i loro destini, ma anche il futuro dell'interno regno di Paros. Fiona vede in Erminia il principe azzurro che aveva sempre sognato da quando, molti anni prima, un ragazzino di bell'aspetto e nobili origini l'aveva consolata dopo la morte dei genitori; per Erminia, invece, Flora rappresenta il suo alter ego, dolce e femminile dove lei è forte e mascolina, risvegliando in lei un sentimento d'affetto chiaramente maschile. A impedire questa relazione, tuttavia, vi sono molteplici fattori, dalla differenza di rango (Fiona è un umile lavandaia mentre Erminia la principessa ed erede al trono del regno), dalla minaccia di una guerra col confinante Regno di Kauros, il cui principe ha più volte chiesto la mano di Erminia per siglare l'alleanza tra i due regni, e non ultimo il sentimento che prova Julius per Erminia, ben diverso dal semplice legame fraterno provato da Erminia. Le cose precipiteranno ben presto, quando Re Aldius lancerà un ultimatum definitivo ad Erminia: non importa con chi, ma entro 10 giorni avrebbe dovuto decidere il nome del suo futuro marito.
In <b>La spada di Paros</b>, l'ambientazione fantasy-medioevale ereditata dal mondo di <i>Guin Saga</i> fa solo da sfondo per le vicende sentimentali e drammatiche dei personaggi; ogni riferimento alla politica, alla storia e alle leggende di Paros e ai rapporti col regno di Kauros sono infatti prettamente funzionali allo sviluppo dei rapporti tra i protagonisti. Tuttavia, sebbene i tre protagonisti siano dunque il punto focale della storia, la loro caratterizzazione non brilla né per originalità né per resa psicologica. Il triangolo Julius-Erminia-Fiona appare abbastanza statico, così come i suoi personaggi, senza presentare sostanziali evoluzioni o cambiamenti dalla prima all'ultima pagina della storia; esso ricorda inoltre quello visto in <i><a href="/manga/Lady+Oscar">Berusaiyu no bara</a></i> (<i>Lady Oscar</i>) e formato da Andrè-Oscar-Rosalie (sebbene Erminia sia più simile ad un altro personaggio della <i>Ikeda</i>, <i><a href="/manga/Claudine">Claudine</a></i>).
A tenere alta l'attenzione dello spettatore è il personaggio di Erminia, un uomo nel corpo di una donna che è la sintesi perfetta della tradizione gemellare del Regno di Paros, che vuole la leggenda essere stato sempre segnato da una copia di sovrani gemelli (o per lo meno fratelli) di sesso diversi. A caratterizzare la vicenda è il suo desiderio di libertà, di trovare la propria realizzazione personale in quanto uomo nonostante tutti la vogliano imbrigliare nel ruolo di moglie e madre per il bene del regno, di amare una donna pura e innocente come Fiona nonostante la differenza di rango, di ricercare la propria felicità nonostante le nubi che si addensano sul regno di Paros – chi è Erminia? La salvatrice del regno... o colei che lo condurrà alla distruzione?
Per curare il comparto grafico di <b>La spada di Paros</b> la scelta è caduta su una delle disegnatrici più famose e talentuose della tradizione shoujo anni '70-'80, <i>Yumiko Igarashi</i>, nota ai più per opere quali <i><a href="/manga/Candy+Candy">Candy Candy</a></i> e <i><a href="/manga/Georgie">Georgie</a></i>. In <b>La spada di Paros</b> la <i>Igarashi</i> riesce a dare il meglio di se, regalandoci personaggi, edifici, vestiti e sfondi curatissimi e estremamente dettagliati, chiaramente nel classico stile che l'ha resa una delle disegnatrici più celebri ed emulate, diventando col tempo quasi sinonimo di “shoujo vecchio stile”. Abbiamo quindi grandi occhi espressivi che paiono contenere un microcosmo, folte chiome date da un tripudio di linee e tratteggi, un abbondante utilizzo di tavole a pagina intera e grande attenzione agli sfondi qualora inseriti, talvolta sostituiti da motivi geometrici atti a focalizzare l'attenzione del lettore sulla psicologia del personaggio raffigurato. Da segnalare anche un lieve gioco di fan-service da parte della <i>Igarashi</i> dato da un breve cameo dei suoi personaggi principali (Georgie e Candy).
A portare in Italia <b>La spada di Paros</b> è <b>GP Publishing</b>, in un'edizione in 2 volumi da 300 pagine l'uno fedele alla recente ristampa ad opera dell'editore <b>Fairbell</b>. L'edizione è nel complesso abbastanza modesta. La carta è buona, ruvidina e con una tonalità paglierino in grado di unire ad un'ottima sfogliabilità dell'albo una trasparenza delle tavole sostanzialmente inesistente. Purtroppo però non è in grado di garantire una resa stampata ottimale che, unita a una definizione non elevatissima delle tavole, causa una qualità di stampa non all'altezza dell'opera, con campiture nere non sempre uniformi, e alcune linee e tratteggi sottili un po' penalizzati. Discreta invece la resa dei retini.
Il prezzo è tuttavia abbastanza contenuto, 6.90€ per un volume di 300 pagine, con un rapporto qualità/prezzo dunque non eccessivo.
<b>La spada di Paros</b> è in conclusione un buon titolo, certamente non privo di difetti o di personaggi ed eventi già visti, ma in grado di dare più di una soddisfazione a chi deciderà di approcciarvisi, grazie a un ritmo incalzante in grado però di soffermarsi anche sui sentimenti dei vari personaggi e ad un ottimo comparto grafico. Un possibile problema per alcuni potrebbe essere la presenza di un “finale aperto”, che lascia il lettore nell'incertezza sul destino dei protagonisti. Ciò è dovuto principalmente alla natura dell'opera, che non va considerata come una storia a se stante, ma come una delle tante leggende dell'universo di <i>Guin Saga</i>, una leggenda il cui finale è andato perduto tra le nebbie del tempo. Ma, in fondo, quel che davvero conta non è la meta, bensì il viaggio.
Erminia è l'unica figlia di Re Aldius, sovrano di Paros; sebbene il suo corpo sia quello di una donna, il suo animo è quello di un uomo. Erminia veste e cavalca come un soldato dell'esercito, passa le giornate ad allenarsi nell'arte della spada insieme al suo amico d'infanzia Julius e fa impazzire suo padre con i suoi continui rifiuti di sposare un nobile del regno in grado di generare un erede al trono di Paros. Durante una delle sue gite a cavallo in compagnia di Julius, Erminia salva una giovane e bella lavandaia, Fiona, che stava per essere travolta da un cavallo imbizzarrito. Un incontro, quello tra Erminia e Fiona, che segnerà in modo indelebile non solo i loro destini, ma anche il futuro dell'interno regno di Paros. Fiona vede in Erminia il principe azzurro che aveva sempre sognato da quando, molti anni prima, un ragazzino di bell'aspetto e nobili origini l'aveva consolata dopo la morte dei genitori; per Erminia, invece, Flora rappresenta il suo alter ego, dolce e femminile dove lei è forte e mascolina, risvegliando in lei un sentimento d'affetto chiaramente maschile. A impedire questa relazione, tuttavia, vi sono molteplici fattori, dalla differenza di rango (Fiona è un umile lavandaia mentre Erminia la principessa ed erede al trono del regno), dalla minaccia di una guerra col confinante Regno di Kauros, il cui principe ha più volte chiesto la mano di Erminia per siglare l'alleanza tra i due regni, e non ultimo il sentimento che prova Julius per Erminia, ben diverso dal semplice legame fraterno provato da Erminia. Le cose precipiteranno ben presto, quando Re Aldius lancerà un ultimatum definitivo ad Erminia: non importa con chi, ma entro 10 giorni avrebbe dovuto decidere il nome del suo futuro marito.
In <b>La spada di Paros</b>, l'ambientazione fantasy-medioevale ereditata dal mondo di <i>Guin Saga</i> fa solo da sfondo per le vicende sentimentali e drammatiche dei personaggi; ogni riferimento alla politica, alla storia e alle leggende di Paros e ai rapporti col regno di Kauros sono infatti prettamente funzionali allo sviluppo dei rapporti tra i protagonisti. Tuttavia, sebbene i tre protagonisti siano dunque il punto focale della storia, la loro caratterizzazione non brilla né per originalità né per resa psicologica. Il triangolo Julius-Erminia-Fiona appare abbastanza statico, così come i suoi personaggi, senza presentare sostanziali evoluzioni o cambiamenti dalla prima all'ultima pagina della storia; esso ricorda inoltre quello visto in <i><a href="/manga/Lady+Oscar">Berusaiyu no bara</a></i> (<i>Lady Oscar</i>) e formato da Andrè-Oscar-Rosalie (sebbene Erminia sia più simile ad un altro personaggio della <i>Ikeda</i>, <i><a href="/manga/Claudine">Claudine</a></i>).
A tenere alta l'attenzione dello spettatore è il personaggio di Erminia, un uomo nel corpo di una donna che è la sintesi perfetta della tradizione gemellare del Regno di Paros, che vuole la leggenda essere stato sempre segnato da una copia di sovrani gemelli (o per lo meno fratelli) di sesso diversi. A caratterizzare la vicenda è il suo desiderio di libertà, di trovare la propria realizzazione personale in quanto uomo nonostante tutti la vogliano imbrigliare nel ruolo di moglie e madre per il bene del regno, di amare una donna pura e innocente come Fiona nonostante la differenza di rango, di ricercare la propria felicità nonostante le nubi che si addensano sul regno di Paros – chi è Erminia? La salvatrice del regno... o colei che lo condurrà alla distruzione?
Per curare il comparto grafico di <b>La spada di Paros</b> la scelta è caduta su una delle disegnatrici più famose e talentuose della tradizione shoujo anni '70-'80, <i>Yumiko Igarashi</i>, nota ai più per opere quali <i><a href="/manga/Candy+Candy">Candy Candy</a></i> e <i><a href="/manga/Georgie">Georgie</a></i>. In <b>La spada di Paros</b> la <i>Igarashi</i> riesce a dare il meglio di se, regalandoci personaggi, edifici, vestiti e sfondi curatissimi e estremamente dettagliati, chiaramente nel classico stile che l'ha resa una delle disegnatrici più celebri ed emulate, diventando col tempo quasi sinonimo di “shoujo vecchio stile”. Abbiamo quindi grandi occhi espressivi che paiono contenere un microcosmo, folte chiome date da un tripudio di linee e tratteggi, un abbondante utilizzo di tavole a pagina intera e grande attenzione agli sfondi qualora inseriti, talvolta sostituiti da motivi geometrici atti a focalizzare l'attenzione del lettore sulla psicologia del personaggio raffigurato. Da segnalare anche un lieve gioco di fan-service da parte della <i>Igarashi</i> dato da un breve cameo dei suoi personaggi principali (Georgie e Candy).
A portare in Italia <b>La spada di Paros</b> è <b>GP Publishing</b>, in un'edizione in 2 volumi da 300 pagine l'uno fedele alla recente ristampa ad opera dell'editore <b>Fairbell</b>. L'edizione è nel complesso abbastanza modesta. La carta è buona, ruvidina e con una tonalità paglierino in grado di unire ad un'ottima sfogliabilità dell'albo una trasparenza delle tavole sostanzialmente inesistente. Purtroppo però non è in grado di garantire una resa stampata ottimale che, unita a una definizione non elevatissima delle tavole, causa una qualità di stampa non all'altezza dell'opera, con campiture nere non sempre uniformi, e alcune linee e tratteggi sottili un po' penalizzati. Discreta invece la resa dei retini.
Il prezzo è tuttavia abbastanza contenuto, 6.90€ per un volume di 300 pagine, con un rapporto qualità/prezzo dunque non eccessivo.
<b>La spada di Paros</b> è in conclusione un buon titolo, certamente non privo di difetti o di personaggi ed eventi già visti, ma in grado di dare più di una soddisfazione a chi deciderà di approcciarvisi, grazie a un ritmo incalzante in grado però di soffermarsi anche sui sentimenti dei vari personaggi e ad un ottimo comparto grafico. Un possibile problema per alcuni potrebbe essere la presenza di un “finale aperto”, che lascia il lettore nell'incertezza sul destino dei protagonisti. Ciò è dovuto principalmente alla natura dell'opera, che non va considerata come una storia a se stante, ma come una delle tante leggende dell'universo di <i>Guin Saga</i>, una leggenda il cui finale è andato perduto tra le nebbie del tempo. Ma, in fondo, quel che davvero conta non è la meta, bensì il viaggio.
La Spada di Paros inizia molto bene, con un primo numero che mi ha fatto attendere con una certa trepidazione il secondo. Sfortunatamente quest’ultimo disfa quanto fatto di buono, in primis per l’assenza di un finale. Non dico che il manga sia tronco di una fine, ma rimane il fatto che quella presente sia del tutto inadeguata e alquanto sbrigativa.
Eppure gli elementi c’erano tutti: una principessa nata del sesso sbagliato, una contadinella bella e dolce della quale si innamora, un fedele compagno d’infanzia dall’amore impossibile, un regno minacciato dagli stati confinanti, un padre che vuole sfruttare la giovane e bella figlia per rafforzare i legami con i vicini, un traditore, altri pretendenti…
La dinastia che regna a Pharos ha una sola erede, Erminia, una giovane e bella principessa che maledice il fatto di essere donna.
È abile a combattere, orgogliosa e si veste da uomo, e ovviamente non ha alcuna intenzione di seguire i voleri del padre e sposare una dei suoi tanti pretendenti. Tra questi c’è un suo amico d’infanzia, Yurius, con il quale è cresciuta e che è segretamente innamorato di lei. La principessa tuttavia si innamora di un'umile ragazza, Fiona, bella e femminile. Il loro amore dovrà tuttavia rimanere segreto, visto che se la cosa venisse a galla le conseguenze sarebbero disastrose per entrambe. Nonostante la situazione difficile, le due riescono a ritagliarsi del tempo per stare insieme. Gli eventi tuttavia precipitano e la pressione sulla principessa aumenta: riuscirà a esaudire il suo desiderio d’amore? Oppure rinuncerà al proprio cuore per salvare il proprio regno o per esaudire i desideri del padre? O si accontenterà di un compromesso, accettando l’amore di Yurius?
La Spada di Paros non può non far venire alla mente, almeno per la protagonista, Lady Oscar. Con lo svilupparsi della trama diventeranno però chiare le differenze fra i due titoli, che non si limitano solo all’ambientazione. In questo manga Erminia è a tutti gli effetti un uomo nato nel corpo di una donna e non ha dubbi esistenziali. Non si sente donna, e non vorrebbe esserlo. A farle odiare ancor più il suo sesso sono le le pressioni che deve subire a causa del suo ruolo e alcuni complotti di corte, che cercano di approfittarsi della debolezza della dinastia regnante.
Nel manga viene dato anche molto spazio a Yurius, che può ricordare André, ma, anche qui, le somiglianze sono solo superficiali: Yurius sa bene nel profondo del suo cuore che il suo è un amore impossibile, anche se non smette mai di sperarci.
Il ritmo del manga è piuttosto incalzante e le situazioni proposte sono interessanti. Belli anche i personaggi, seppur alcuni loro tratti siano un po’ troppo esagerati e non venga lasciato molto spazio per una loro evoluzione di tipo psicologico, cosa che li rende sicuramente meno realistici, ma aiuta a rendere le situazioni più chiare e a non distrarre il lettore dagli eventi narrati. La lettura non risulta mai pensate, i disegni fanno ottimamente il loro dovere e la trama rimane appassionante anche nel secondo volumetto.
Ma, sul più bello, tutto finisce in poche pagine, lasciando l’amaro in bocca del lettore. Un vero peccato, sarebbe bastato poco per dare una vera fine a questo ottimo manga, e in tal caso ci saremmo trovati davanti davvero un bel gioiellino, invece ci troviamo davanti ad un’occasione sprecata. Peccato.
Eppure gli elementi c’erano tutti: una principessa nata del sesso sbagliato, una contadinella bella e dolce della quale si innamora, un fedele compagno d’infanzia dall’amore impossibile, un regno minacciato dagli stati confinanti, un padre che vuole sfruttare la giovane e bella figlia per rafforzare i legami con i vicini, un traditore, altri pretendenti…
La dinastia che regna a Pharos ha una sola erede, Erminia, una giovane e bella principessa che maledice il fatto di essere donna.
È abile a combattere, orgogliosa e si veste da uomo, e ovviamente non ha alcuna intenzione di seguire i voleri del padre e sposare una dei suoi tanti pretendenti. Tra questi c’è un suo amico d’infanzia, Yurius, con il quale è cresciuta e che è segretamente innamorato di lei. La principessa tuttavia si innamora di un'umile ragazza, Fiona, bella e femminile. Il loro amore dovrà tuttavia rimanere segreto, visto che se la cosa venisse a galla le conseguenze sarebbero disastrose per entrambe. Nonostante la situazione difficile, le due riescono a ritagliarsi del tempo per stare insieme. Gli eventi tuttavia precipitano e la pressione sulla principessa aumenta: riuscirà a esaudire il suo desiderio d’amore? Oppure rinuncerà al proprio cuore per salvare il proprio regno o per esaudire i desideri del padre? O si accontenterà di un compromesso, accettando l’amore di Yurius?
La Spada di Paros non può non far venire alla mente, almeno per la protagonista, Lady Oscar. Con lo svilupparsi della trama diventeranno però chiare le differenze fra i due titoli, che non si limitano solo all’ambientazione. In questo manga Erminia è a tutti gli effetti un uomo nato nel corpo di una donna e non ha dubbi esistenziali. Non si sente donna, e non vorrebbe esserlo. A farle odiare ancor più il suo sesso sono le le pressioni che deve subire a causa del suo ruolo e alcuni complotti di corte, che cercano di approfittarsi della debolezza della dinastia regnante.
Nel manga viene dato anche molto spazio a Yurius, che può ricordare André, ma, anche qui, le somiglianze sono solo superficiali: Yurius sa bene nel profondo del suo cuore che il suo è un amore impossibile, anche se non smette mai di sperarci.
Il ritmo del manga è piuttosto incalzante e le situazioni proposte sono interessanti. Belli anche i personaggi, seppur alcuni loro tratti siano un po’ troppo esagerati e non venga lasciato molto spazio per una loro evoluzione di tipo psicologico, cosa che li rende sicuramente meno realistici, ma aiuta a rendere le situazioni più chiare e a non distrarre il lettore dagli eventi narrati. La lettura non risulta mai pensate, i disegni fanno ottimamente il loro dovere e la trama rimane appassionante anche nel secondo volumetto.
Ma, sul più bello, tutto finisce in poche pagine, lasciando l’amaro in bocca del lettore. Un vero peccato, sarebbe bastato poco per dare una vera fine a questo ottimo manga, e in tal caso ci saremmo trovati davanti davvero un bel gioiellino, invece ci troviamo davanti ad un’occasione sprecata. Peccato.