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Ais Quin

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
"La fiducia è bene, il controllo è meglio."
(Lenin)

Quando si sta con una persona che non si è sicuri al cento per cento di meritare, oppure si è innamorati di qualcuno che si ritiene inaccessibile, può capitare di sviluppare un patologico senso del possesso nei suoi confronti. Non sto parlando di un bonario rimprovero per uno sguardo che ha indugiato troppo a lungo sulle grazie di qualcuno che non fosse il/la partner, né dei piccoli, innocenti espedienti messi a punto per marcare il proprio territorio in presenza di estranei, né tantomeno di quei corteggiatori che, quantunque persistenti, hanno comunque ben chiaro qual è il loro posto, bensì di veri e propri comportamenti intimidatori. Psicologi e sociologi chiamano questo sentimento "gelosia romantica", ma non vi è alcunché di poetico nell'esigenza di esercitare il controllo su ogni singolo aspetto della vita di colui o colei che si sostiene di amare. Attraverso questa storia di gelosia romantica e di voyeurismo in due atti che lo compone questo volume unico dell'allora misconosciuto Hideo Yamamoto si prefigge di far riflettere su quanto sia difficile tornare a fidarsi degli altri quando le nostre aspettative sono state tradite e su come, al contrario, alcune persone tendano a credere al prossimo con fin troppa arrendevolezza.

PRIMA PARTE
Ko Higaonna ha sempre un sorriso per tutti, ma nessuno immagina quanto gli costi mostrarsi sempre accomodante. Una sera, dopo essere andato in bianco per l'ennesima volta, si imbatte in Takuro, impenitente guardone di lungo corso che lo sfida a vedere il mondo sotto una nuova prospettiva, quella del suo visore notturno. Le sue parole lo influenzano al punto da spingerlo a cominciare a spiare la fidanzata Satomi: lubriche fantasie che non sapeva di avere e scenari di infedeltà gli si affacciano alla mente, fondendosi le une con le altre. Ma è davvero tutto frutto della sua immaginazione oppure la ragazza ha qualcosa da nascondere?

SECONDA PARTE
Satomi non ha più notizie di Ko da quando si sono lasciati. Quest'ultimo, lungi dal piangersi addosso, è tutto preso dall'imminente inaugurazione della "Voyeurs, Inc.", la società di spioni a cottimo che ha fondato assieme a Takuro. La loro prima cliente è Izumi, una ragazza che non sa di essere finita nel mirino di un maniaco e che è convinta che il ragazzo misterioso che le telefona ogni sera asserendo di essere la sua anima gemella dal futuro sia effettivamente il suo principe azzurro.

La sceneggiatura lascia a desiderare, in quanto frettolosa e molto ingenua. Devo però ammettere che le varie gags, per quanto inattese data la gravità dell'argomento trattato, funzionano meglio di quanto pensassi. Interessante, inoltre, il motivo per cui Ko non riesce più a fidarsi degli altri né ad esprimere i suoi veri sentimenti. Diversamente è un peccato che non venga fornita spiegazione alcuna riguardo la "passione" di Takuro e l'arsenale spionistico, che appare troppo sofisticato per le sue tasche o per essere stato costruito da lui. Un conto è voler preservare l'aura di mistero che lo circonda, un altro è omettere dei particolari per i quali, a questo punto, deduco che Yamamoto non avesse una valida giustificazione.

A un intreccio mal sviluppato corrisponde quasi sempre un'introspezione psicologica altrettanto volatile. Nel caso di "Nozokiya" ciò corrisponde al vero soltanto in parte in quanto Ko ha alle spalle una backstory valida, anche se nella seconda parte sembra aver risolto i suoi problemi relazionali in maniera un po' troppo repentina. Il fatto che Takuro non abbia un passato, invece, ci costringe a doverci accontentare di qualche pigra congettura su cosa possa averlo spinto a voler guardare negli occhi il marciume del mondo. La scarsa caratterizzazione di Satomi è dovuta al fatto che neppure Ko la conosce come crede, mentre Izumi è descritta con molta più puntualità. Va da sé che solo per il personaggio del maniaco ci sarebbe voluto un manga a parte, ma Ko e Takuro sono dei guardoni, non dei terapeuti - e anche loro avrebbero un disperato bisogno di vederne uno.

Sfondi a parte - che spero non siano tutta farina del sacco di eventuali assistenti - il tratto di Yamamoto è sciatto, anonimo e sgraziato: in una parola, inguardabile. Fortunatamente dal '92 a oggi di acqua sotto ai ponti ne è corsa parecchia, ma non sono solita chiudere un occhio sugli scivoloni di ieri in nome dei successi di oggi e per questo il mio pollice non può che puntare verso il basso. Neanche la costruzione delle tavole ammorbidisce il mio giudizio, dal momento che risulta sì abbastanza funzionale, ma del tutto priva di un benché minimo guizzo personale.

Non potendo ricorrere ai mezzi voti ero partita con l'idea di valutare questo manga con un 6, ma mettendo nero su bianco le mie impressioni sono giunta alla conclusione che al di là dell'aspetto puramente estetico, sul quale c'è poco da fare, il suo unico vero difetto è la brevità. Rimarrà sempre il dubbio di come avrebbe potuto essere con anche soltanto un volume in più all'attivo, ma come opera di intrattenimento nonché preambolo a una serie più lunga ("Shin Nozokiya", di 11 volumi) esso svolge il suo dovere in maniera tutto sommato soddisfacente.