Sengoku Basara
"Sengoku Basara" è un nome che, tra quelli che lo conoscono, è immancabilmente associato all'omonimo videogioco di combattimenti, ambientato appunto nel periodo Sengoku (1478-1605), dove ritroviamo i grandi personaggi storici impegnati in una aspra (e colma all'inverosimile di "effetti speciali", se così possiamo chiamare i poteri e le armi di molti di loro...) guerra per il controllo del Giappone.
È dal videogioco infatti che sono state tratte sia le serie animate che i fumetti, di cui qui recensisco questa serie.
Taglierò subito la testa al toro: è un manga che ha evidentemente come destinazione editoriale chi già si è appassionato al videogioco, e dunque conosce a menadito i personaggi e le loro caratteristiche.
Mi rendo conto che per l'autore riuscire a condensare in appena 3 volumetti una storia che ne meriterebbe molti di più non sarebbe stato facile in ogni caso, però ritengo che solo ad una persona già fervente sostenitrice della serie originale questo anime possa realmente dire qualcosa. E non è comunque detto che lo apprezzi (io stesso ho giocato al videogioco e mi piace un sacco, quindi penso di aver voce in capitolo).
Certo, può essere encomiabile il tentativo di cambiare un po' le carte in tavola per offrire qualcosa che non sia un semplice riassunto delle vicende già ampiamente note alle persone di cui stiamo parlando, però secondo me il risultato è stato ampiamente deludente: a parte il doversi necessariamente concentrare solo sui due personaggi più importanti, Sanada Yukimura e Date Masamune, che sono ancora più in evidenza rispetto a quanto erano in principio, l'esito è stato la mortificazione secondo me di quello che era l'aspetto più apprezzato della serie, ovvero la follia dei combattimenti.
Qui, salvo pochi accenni, l'alone di "assurdo" che volteggia praticamente ovunque manca, e gli stessi combattimenti durano secondo me "troppo poco" (specie quello finale). Si finisce inoltre col perdere la caratterizzazione di tanti personaggi che avrebbero meritato di più (che finiscono dunque con l'essere insipidi ad un neofita).
Veniamo alla realizzazione tecnica. I disegni sono generalmente molto belli, in particolare le armature dei soldati, che sono davvero fatte bene. Anche la resa dei singoli personaggi è molto bella. La nota dolente -e aggiungo un purtroppo- è però proprio quella che avrebbe dovuto, a mio avviso, essere il punto di forza di questo manga: i combattimenti. Perché non appena iniziano le danze il tratto, prima così nitido e chiaro, si fa confuso e abbozzato, manco si alzasse la nebbia! Ad ogni scena di lotta bisogna faticare molto prima di comprendere bene che è successo, col risultato che la tensione si abbassa.
Insomma, una delusione. Ed è un peccato perché di potenziale ce n'era davvero tanto. Volendo se ne potrebbe trarre uno shonen di combattimenti superiore a molto del materiale in circolazione...
È dal videogioco infatti che sono state tratte sia le serie animate che i fumetti, di cui qui recensisco questa serie.
Taglierò subito la testa al toro: è un manga che ha evidentemente come destinazione editoriale chi già si è appassionato al videogioco, e dunque conosce a menadito i personaggi e le loro caratteristiche.
Mi rendo conto che per l'autore riuscire a condensare in appena 3 volumetti una storia che ne meriterebbe molti di più non sarebbe stato facile in ogni caso, però ritengo che solo ad una persona già fervente sostenitrice della serie originale questo anime possa realmente dire qualcosa. E non è comunque detto che lo apprezzi (io stesso ho giocato al videogioco e mi piace un sacco, quindi penso di aver voce in capitolo).
Certo, può essere encomiabile il tentativo di cambiare un po' le carte in tavola per offrire qualcosa che non sia un semplice riassunto delle vicende già ampiamente note alle persone di cui stiamo parlando, però secondo me il risultato è stato ampiamente deludente: a parte il doversi necessariamente concentrare solo sui due personaggi più importanti, Sanada Yukimura e Date Masamune, che sono ancora più in evidenza rispetto a quanto erano in principio, l'esito è stato la mortificazione secondo me di quello che era l'aspetto più apprezzato della serie, ovvero la follia dei combattimenti.
Qui, salvo pochi accenni, l'alone di "assurdo" che volteggia praticamente ovunque manca, e gli stessi combattimenti durano secondo me "troppo poco" (specie quello finale). Si finisce inoltre col perdere la caratterizzazione di tanti personaggi che avrebbero meritato di più (che finiscono dunque con l'essere insipidi ad un neofita).
Veniamo alla realizzazione tecnica. I disegni sono generalmente molto belli, in particolare le armature dei soldati, che sono davvero fatte bene. Anche la resa dei singoli personaggi è molto bella. La nota dolente -e aggiungo un purtroppo- è però proprio quella che avrebbe dovuto, a mio avviso, essere il punto di forza di questo manga: i combattimenti. Perché non appena iniziano le danze il tratto, prima così nitido e chiaro, si fa confuso e abbozzato, manco si alzasse la nebbia! Ad ogni scena di lotta bisogna faticare molto prima di comprendere bene che è successo, col risultato che la tensione si abbassa.
Insomma, una delusione. Ed è un peccato perché di potenziale ce n'era davvero tanto. Volendo se ne potrebbe trarre uno shonen di combattimenti superiore a molto del materiale in circolazione...
“Sengoku Basara” è uno shounen manga scritto da Kairi Shimotsuki, autore di Brave10 e del recente “Death Edge”, portato in Italia da J-pop al costo di 5,90 euro.
Il manga è tratto da una serie di videogiochi molto popolare sopratutto in Giappone dove si è immersi nel periodo degli stati combattenti, un periodo molto turbolento e sanguinoso.
Purtroppo come accade alla maggior parte dei manga tratti da videogiochi ci si trova davanti ad un opera molto mediocre e priva di spirito.
Come detto precedentemente, “Sengoku Basara” è ambientato nel periodo degli stati combattenti e si incentra sull'incontro 2 personaggi molto importanti per questo periodo, ovvero Yukimura Sanada e Masamune Date che cambieranno nettamente il corso di quest'epoca scontrandosi con il terribile Oda Nobunaga.
Se vogliamo definire in un'unica parola quest'opera la scelta ricade su noioso, infatti ci si trova davanti ha un opera senza spunti interessanti sia nella storia che nei personaggi. La storia è confusionaria (infatti non si capisce proprio nulla) e noiosa, con dialoghi futili e combattimenti su cui il manga sostanzialmente si regge, eppure mal fatti e poco appassionanti.
Proprio gli scontri forse sono la cosa peggiore, infatti oltre ad essere veramente incasinati si risolvono in poche pagine senza lasciare nessuna emozione nel lettore.
I personaggi non sono per nulla caratterizzati, se si toglie la spavalderia di Masamune Date e l'incoscienza di Yukimura Sanada non rimane veramente nulla, sembrano tante bambole che si muovono senza emozioni.
Il disegno non è speciale, molto confusionario e senza particolari fronzoli.
L'edizione è buona con sovraccoperta e pagine a colori.
In conclusione è un'opera che sconsiglio in quanto poco accattivante e noiosa, di questo genere se ne possono trovare di migliori.
Il manga è tratto da una serie di videogiochi molto popolare sopratutto in Giappone dove si è immersi nel periodo degli stati combattenti, un periodo molto turbolento e sanguinoso.
Purtroppo come accade alla maggior parte dei manga tratti da videogiochi ci si trova davanti ad un opera molto mediocre e priva di spirito.
Come detto precedentemente, “Sengoku Basara” è ambientato nel periodo degli stati combattenti e si incentra sull'incontro 2 personaggi molto importanti per questo periodo, ovvero Yukimura Sanada e Masamune Date che cambieranno nettamente il corso di quest'epoca scontrandosi con il terribile Oda Nobunaga.
Se vogliamo definire in un'unica parola quest'opera la scelta ricade su noioso, infatti ci si trova davanti ha un opera senza spunti interessanti sia nella storia che nei personaggi. La storia è confusionaria (infatti non si capisce proprio nulla) e noiosa, con dialoghi futili e combattimenti su cui il manga sostanzialmente si regge, eppure mal fatti e poco appassionanti.
Proprio gli scontri forse sono la cosa peggiore, infatti oltre ad essere veramente incasinati si risolvono in poche pagine senza lasciare nessuna emozione nel lettore.
I personaggi non sono per nulla caratterizzati, se si toglie la spavalderia di Masamune Date e l'incoscienza di Yukimura Sanada non rimane veramente nulla, sembrano tante bambole che si muovono senza emozioni.
Il disegno non è speciale, molto confusionario e senza particolari fronzoli.
L'edizione è buona con sovraccoperta e pagine a colori.
In conclusione è un'opera che sconsiglio in quanto poco accattivante e noiosa, di questo genere se ne possono trovare di migliori.
"L'epoca Sengoku (1467-1573). Un'epoca in cui tutti impugnavano la spada. E si dirigevano verso il campo di battaglia" - Introduzione all'opera
INTRODUZIONE
Sengoku Basara di Kairi Shimotsuki è un manga pubblicato originariamente da Media Factory e conta in totale ben tre volumi. Il manga è direttamente tratto dall'omonimo videogioco, noto anche come Devil Kings, gioco della Capcom uscito nel 2005 per Playstation 2 (il videogioco è similare al ben più famoso Samurai Warriors). Quindi il manga non prende spunto all'omonimo anime, ben più famoso del manga. La versione televisiva di Sengoku Basara conta due serie e anche un recente film d'animazione. L'edizione italiana è pubblicata dalla J-Pop nel loro classico formato da 5,90€.
TRAMA
Ci troviamo nell'epoca Sengoku, periodo noto per le lunghe battaglie, guerre, rivolte e disordini. Ma è anche l'epoca degli eroi, che combattono per il proprio signore e per il proprio popolo (che parolone). Ci troviamo quindi in quest'affascinante epoca e vedremo come Yukimura Sanada, giovane e baldo guerriero alle dipendenze della Tigre del Kai, Takeda Shingen, e Date Masamune, il signore del Oshu, chiamato anche "Drago con un occhio solo", nell'incontrarsi cambieranno questa epoca di guerre e distruzioni. La crudeltà di Oda Nobunaga dilaga in tutto il Giappone. Ce la faranno Date Masamune e Sanada Yukimura a fermarlo?
CONSIDERAZIONI
Pur non essendo troppo complesso (almeno storicamente), il manga si presenta assai lineare e semplice. La trama è buona, sicuramente leggermente differente rispetto al videogioco originale o all'anime (ricordiamo che il manga è stato pubblicato prima che arrivasse la versione anime di Sengoku Basara), ma comunque ha dei buoni spunti, alcuni davvero lodevoli. Per questo a mio avviso la trama è promossa - non è eccellente, ma comunque di fa leggere tranquillamente. Il tratto di Kairi Shimotsuki è divino, forse l'aspetto migliore del manga, veramente impeccabile, sublime. Le copertine dei tre volumi sono veramente bellissime. In definitiva il manga è sufficiente e lo consiglio a tutti coloro che hanno giocato al gioco (io sfortunatamente no) e anche coloro che hanno visto l'anime. L'edizione della J-Pop è come sempre impeccabile, nulla da dire. In definitiva il manga è da 6, un 6 bello tondo.
INTRODUZIONE
Sengoku Basara di Kairi Shimotsuki è un manga pubblicato originariamente da Media Factory e conta in totale ben tre volumi. Il manga è direttamente tratto dall'omonimo videogioco, noto anche come Devil Kings, gioco della Capcom uscito nel 2005 per Playstation 2 (il videogioco è similare al ben più famoso Samurai Warriors). Quindi il manga non prende spunto all'omonimo anime, ben più famoso del manga. La versione televisiva di Sengoku Basara conta due serie e anche un recente film d'animazione. L'edizione italiana è pubblicata dalla J-Pop nel loro classico formato da 5,90€.
TRAMA
Ci troviamo nell'epoca Sengoku, periodo noto per le lunghe battaglie, guerre, rivolte e disordini. Ma è anche l'epoca degli eroi, che combattono per il proprio signore e per il proprio popolo (che parolone). Ci troviamo quindi in quest'affascinante epoca e vedremo come Yukimura Sanada, giovane e baldo guerriero alle dipendenze della Tigre del Kai, Takeda Shingen, e Date Masamune, il signore del Oshu, chiamato anche "Drago con un occhio solo", nell'incontrarsi cambieranno questa epoca di guerre e distruzioni. La crudeltà di Oda Nobunaga dilaga in tutto il Giappone. Ce la faranno Date Masamune e Sanada Yukimura a fermarlo?
CONSIDERAZIONI
Pur non essendo troppo complesso (almeno storicamente), il manga si presenta assai lineare e semplice. La trama è buona, sicuramente leggermente differente rispetto al videogioco originale o all'anime (ricordiamo che il manga è stato pubblicato prima che arrivasse la versione anime di Sengoku Basara), ma comunque ha dei buoni spunti, alcuni davvero lodevoli. Per questo a mio avviso la trama è promossa - non è eccellente, ma comunque di fa leggere tranquillamente. Il tratto di Kairi Shimotsuki è divino, forse l'aspetto migliore del manga, veramente impeccabile, sublime. Le copertine dei tre volumi sono veramente bellissime. In definitiva il manga è sufficiente e lo consiglio a tutti coloro che hanno giocato al gioco (io sfortunatamente no) e anche coloro che hanno visto l'anime. L'edizione della J-Pop è come sempre impeccabile, nulla da dire. In definitiva il manga è da 6, un 6 bello tondo.
Sengoku Basara è una serie di videogiochi popolare in Giappone, ma giocabile anche da noi su PlayStation 3 per esempio. Se devo riassumere in una parola questa serie a fumetti, sicuramente dico "confusione". Cercherò di spiegare il perché.
TRAMA
La confusione c'è nella trama. L'epoca Sengoku sarà anche evocativa per i giapponesi, ma per noi occidentali è tutto molto oscuro. Ci sono tante fazioni e luoghi mai sentiti, ci sono tanti personaggi sconosciuti e c'è un Giappone in guerra per motivi non specificati. La trama vera è propria è sostanzialmente inesistente: i dialoghi sono ridotti all'osso, ognuno combatte per unificare il Paese a modo suo e basta. I personaggi non sono ben delineati e non si capisce perché ogni tanto sono alleati e ogni tanto si combattono a vicenda.
DISEGNI
Purtroppo i disegni alternano alti e bassi, ma una cosa che non posso sopportare è la confusione nelle scene. Sengoku Basara è quasi solo combattimenti, quindi ci si aspetta una cura particolare almeno in questo. Ebbene, la confusione regna sovrana, è praticamente impossibile capire cosa succede nei combattimenti. Più volte, il nemico viene sconfitto in maniera non chiara, addirittura una volta un avversario figo e ostico "scompare" dalla scena senza motivo apparente mentre un secondo prima era impossibile da scalfire. Di contro, alcune scene statiche sono molto belle, soprattutto i personaggi sono fatti molto bene. Altre volte, invece, sono quasi stilizzati anche in scene importanti.
EDIZIONE J-POP
L'edizione italiana è molto curata (seppur costosa) e mostra anche una manciata di belle pagine a colori. Peccato che il manga in sé sia piuttosto deludente, a mio parere al limite della sufficienza. Perché si può anche leggere essendo soli tre numeri, ma i combattimenti avrebbero potuto essere molto più chiari ed epici. Peccato.
TRAMA
La confusione c'è nella trama. L'epoca Sengoku sarà anche evocativa per i giapponesi, ma per noi occidentali è tutto molto oscuro. Ci sono tante fazioni e luoghi mai sentiti, ci sono tanti personaggi sconosciuti e c'è un Giappone in guerra per motivi non specificati. La trama vera è propria è sostanzialmente inesistente: i dialoghi sono ridotti all'osso, ognuno combatte per unificare il Paese a modo suo e basta. I personaggi non sono ben delineati e non si capisce perché ogni tanto sono alleati e ogni tanto si combattono a vicenda.
DISEGNI
Purtroppo i disegni alternano alti e bassi, ma una cosa che non posso sopportare è la confusione nelle scene. Sengoku Basara è quasi solo combattimenti, quindi ci si aspetta una cura particolare almeno in questo. Ebbene, la confusione regna sovrana, è praticamente impossibile capire cosa succede nei combattimenti. Più volte, il nemico viene sconfitto in maniera non chiara, addirittura una volta un avversario figo e ostico "scompare" dalla scena senza motivo apparente mentre un secondo prima era impossibile da scalfire. Di contro, alcune scene statiche sono molto belle, soprattutto i personaggi sono fatti molto bene. Altre volte, invece, sono quasi stilizzati anche in scene importanti.
EDIZIONE J-POP
L'edizione italiana è molto curata (seppur costosa) e mostra anche una manciata di belle pagine a colori. Peccato che il manga in sé sia piuttosto deludente, a mio parere al limite della sufficienza. Perché si può anche leggere essendo soli tre numeri, ma i combattimenti avrebbero potuto essere molto più chiari ed epici. Peccato.
Sengoku Basara Ran Se Ran Bu è il primo adattamento manga del videogame di Capcom Sengoku Basara.
Come si capisce dal nome, il videogame è ambientato al tempo dell'era degli Stati Combattenti e si basa su quella che è la storia giapponese delle grandi battaglie, tra Oda Nobunaga, Masamune Date, ecc.
Il manga dunque è una rivisitazione di queste battaglie. Comunque, i manga tratti da videogame raramente riescono a essere prodotti validi, pochi ci riescono e Sengoku Basara non è tra questi.
La storia e il carattere dei personaggi sono presi dal primo videogame, che di dialoghi ne ha davvero pochi. Nel manga si è provato a espandere di poco la storia, facendo interagire i vari personaggi tra loro per giustificare le alleanze e le varie battaglie, ma è comunque poco.
I motivi per cui i vari generali si affrontano non vengono spiegati chiaramente, le motivazioni sono superficiali.
I personaggi protagonisti principali, Yukimura Sanada e Masamune Date, sono poco caratterizzati, per nulla adatti a reggere tutto il manga sulle loro spalle.
Inoltre non c'è un minimo di ricostruzione storica, oltre alla parola "sengoku" nel nome, non viene mostrato nulla di quest'epoca.
Il manga è focalizzato totalmente sui combattimenti tra i vari personaggi. La cosa non è positiva dato che i combattimenti sono un altro punto debole del fumetto.
I vari generali hanno eserciti di trentamila uomini (almeno così dicono) ma di fatto non vengono mai mostrati, e non ci sono battaglie che li coinvolgono. Rimangono solo i generali che combattono tra di loro, ma il più delle volte gli scontri si risolvono in due o tre pagine, peraltro disegnate in modo poco lineare e confuso, e per nulla coinvolgente.
Una cosa positiva, tra le poche che ci sono, è che alcune battaglie sono riprese pari pari ai combattimenti contro i boss del videogame, con i nemici che usano le stesse tecniche e le stesse frasi, apprezzabile per chi ai videogame ci ha giocato.
Disegni poco adatti al genere del manga, poco curati, privi di dettagli e in alcuni casi appena abbozzati. Sembra che abbiano stampato degli storyboard in alcuni casi.
Sengoku Basara Ra Sen Ran Bu è un manga dedicato solo ai fan più incalliti di Sengoku Basara, per quelli che ad esempio si sono giocati i vari videogame in giapponese, e lo stesso, sarà difficile apprezzarlo.
Inoltre questo manga non ha niente a che vedere con l'anime, in quanto la serie è stata creata due anni dopo.
Se non avete visto l'anime lasciate perdere il manga, la serie è ottima da sola, se invece avete visto l'anime anche in questo caso lasciate perdere il manga, perché resterete delusi.
Come si capisce dal nome, il videogame è ambientato al tempo dell'era degli Stati Combattenti e si basa su quella che è la storia giapponese delle grandi battaglie, tra Oda Nobunaga, Masamune Date, ecc.
Il manga dunque è una rivisitazione di queste battaglie. Comunque, i manga tratti da videogame raramente riescono a essere prodotti validi, pochi ci riescono e Sengoku Basara non è tra questi.
La storia e il carattere dei personaggi sono presi dal primo videogame, che di dialoghi ne ha davvero pochi. Nel manga si è provato a espandere di poco la storia, facendo interagire i vari personaggi tra loro per giustificare le alleanze e le varie battaglie, ma è comunque poco.
I motivi per cui i vari generali si affrontano non vengono spiegati chiaramente, le motivazioni sono superficiali.
I personaggi protagonisti principali, Yukimura Sanada e Masamune Date, sono poco caratterizzati, per nulla adatti a reggere tutto il manga sulle loro spalle.
Inoltre non c'è un minimo di ricostruzione storica, oltre alla parola "sengoku" nel nome, non viene mostrato nulla di quest'epoca.
Il manga è focalizzato totalmente sui combattimenti tra i vari personaggi. La cosa non è positiva dato che i combattimenti sono un altro punto debole del fumetto.
I vari generali hanno eserciti di trentamila uomini (almeno così dicono) ma di fatto non vengono mai mostrati, e non ci sono battaglie che li coinvolgono. Rimangono solo i generali che combattono tra di loro, ma il più delle volte gli scontri si risolvono in due o tre pagine, peraltro disegnate in modo poco lineare e confuso, e per nulla coinvolgente.
Una cosa positiva, tra le poche che ci sono, è che alcune battaglie sono riprese pari pari ai combattimenti contro i boss del videogame, con i nemici che usano le stesse tecniche e le stesse frasi, apprezzabile per chi ai videogame ci ha giocato.
Disegni poco adatti al genere del manga, poco curati, privi di dettagli e in alcuni casi appena abbozzati. Sembra che abbiano stampato degli storyboard in alcuni casi.
Sengoku Basara Ra Sen Ran Bu è un manga dedicato solo ai fan più incalliti di Sengoku Basara, per quelli che ad esempio si sono giocati i vari videogame in giapponese, e lo stesso, sarà difficile apprezzarlo.
Inoltre questo manga non ha niente a che vedere con l'anime, in quanto la serie è stata creata due anni dopo.
Se non avete visto l'anime lasciate perdere il manga, la serie è ottima da sola, se invece avete visto l'anime anche in questo caso lasciate perdere il manga, perché resterete delusi.
Sollevazioni, sovversione dell'antico ordine sociale, guerre civili, fame, carestie: è un panorama desolante quello offerto dal Giappone feudale di Epoca Sengoku, l'età degli Stati Combattenti, uno scenario di devastazione causato dall'avidità e dall'ingordigia di molti regni i quali, approfittando del sempre più esile controllo che gli shōgun Ashikaga, esecutori del potere politico del Figlio del Sole l'Imperatore, possono esercitare, competono militarmente per l'accrescimento dei propri domini.
Fortunatamente, a ergersi contro di loro a favore della gente comune e di un luminoso progetto di riunificazione del Paese ci sono warlords retti e probi come Takeda Shingen, la temuta Tigre di Kai, e Uesugi Kenshin, che gode della protezione di Bishamōnten; l'avventura di Sengoku Basara segue da vicino le vicissitudini di un altro capo, Date Masamune dell'Ōshū, e di un vassallo dei Takeda, Sanada Yukimura; dai caratteri apparentemente antitetici, brusco e introverso il primo, aperto e solare il secondo, sono accomunati da un forte senso di lealtà e giustizia che li porta ad avere un rapporto di virile rivalità.
Sengoku Basara ripercorre gli ultimi decenni dell'era posizionandosi all'alba dell'acquisizione dell'egemonia da parte di Oda Nobunaga, uno dei futuri tre riunificatori del Paese del Sol Levante, il quale qui è il boss finale da sconfiggere per sventare un suo eventuale controllo dispotico e assolutistico della nazione. A fermarlo sarà una lega composta dai maggiori daimyō, Takeda, al cui comando sottosta Yukimura, Kenshin, Date, e altri: la trama narra le loro azioni eroiche.
Uno dei principali difetti che si potrebbero imputare a Sengoku Basara, come a tante altre rielaborazioni, è la vertiginosa velocità di narrazione e il flebile approfondimento psicologico, ma Sengoku Basara si riscatta parzialmente da queste accuse in quanto è un prodotto doppiamente derivato, in primis dalla serie di videogiochi originali, ai cui fans si indirizza principalmente, in secundis dalla Storia, che i giapponesi conoscono a fondo poiché i personaggi rappresentati (Oda Nobunaga, Tokugawa Ieyasu, Date Masamune, etc.) sono letteralmente leggendari: sulle loro gesta è fiorita nel corso dei secoli una foltissima messe di epopee locali, racconti, romanzi, etc., che li rendono immediatamente riconoscibili al fruitore di casa, non hanno praticamente bisogno di presentazioni.
Oltretutto, il fumettista adotta politiche di compressione condivisibili in considerazione della brevità della produzione che gli viene imposta, come il rendere Masamune e Yukimura i cardini del fumetto ancor più di quanto non lo erano nel gioco, facendo ruotare tutto il restante cast interamente attorno ai due al fine di riunire tutti gli episodi in maniera pratica. Di contro, per quanto si possa capire e giustificare, Kairi Shimotsuki a volte opta, o deve optare, per soluzioni effettivamente inadeguate che lasciano l'amaro in bocca, e la tamarraggine dei combattenti, punto focale del videogioco e dell'anime, è tralasciata senza un motivo apparente.
I drastici cambiamenti apportati all'intreccio assolvono una duplice funzione: variare gli eventi in maniera tale da non presentare una banale fotocopia in bianco e nero degli schemi visti sullo schermo, e permettere al lettore neofita di apprezzare una storia conclusa in se stessa senza che abbia necessariamente bisogno di recuperare la versione videoludica per ovviare ad alcune lacune narrative.
Il comparto grafico è l'aspetto più interessante: nonostante una leggera confusione nelle scene di combattimento e un'eccessiva suddivisione in vignette delle tavole, i disegni sono realmente gradevoli alla vista, presentandosi equilibrati nell'alternanza di inchiostrature nere e campiture bianche, nonché dei primi piani e dei fondali, e si dedica un'apprezzabile attenzione alla resa delle armature, in particolare di quelle realistiche, e delle costruzioni tradizionali; in generale, si è rivelata una scelta saggia affidare l'adattamento a un autore, tra l'altro, di shōnen-ai, capace di rendere con il suo tratto, per certi versi simile a quello del collega Hirotaka Kisaragi, lo stile bishōnen del titolo, capacità che si palesa in pieno nel character design di Sanada Yukimura, più incisivo sia nell'aspetto esteriore sia nella caratterizzazione, in quanto è reso più riflessivo e indipendente. Peccato però che nel libretto finale la bontà visiva scenda abbastanza sotto gli standard del resto della pubblicazione, con intere tavole addirittura abbozzate.
L'edizione si attesta sulla media della qualità JPOP: la sovraccopertina è della giusta rigidità e permette di sfogliare l'albo senza risultare fastidiosa; all'interno, la rilegatura è ben fatta, né troppo dura né troppo morbida consentendo una facile sfogliabilità; la carta è del giusto bianco e i disegni e i retini vi risaltano nitidi salvo una lieve trasparenza dovuta alla sottigliezza del materiale, ma comunque non è di grande impaccio alla lettura, e le pagine in apertura sono a colori; inoltre, è elegante la costina, per la maggior parte nera con sopra un'immagine estratta da quelle colorate e il logo dell'editore, il numero e il nome dell'autore a tinte differenti - fucsia per il primo numero, violetto scuro per il secondo, e blu per il terzo; si tratta insomma di una realizzazione piacevole da collezionare e da esporre in libreria.
Tuttavia, il metodo di stampa poco può per migliorare il valore effettivo dell'opera: finché alle trasposizioni di videogames non sarà concesso più spazio, difficilmente si potrà fare di meglio: condensare un videogame in tre volumi è una discreta forzatura, e mentre bisogna riconoscere che, in special modo nei primi tankōbon, Kairi Shimotsuki ha dato prova di una certa abilità, nel volumetto conclusivo, dove le illustrazioni e la vicenda risentono di una marcata trascuratezza, non è stato all'altezza del compito affidatogli, e a malincuore, che ciò sia dovuto a una mancanza del mangaka o del sistema di produzione, si è obbligati a riconoscere che Sengoku Basara non raggiunge i livelli qualitativi di un buon manga e deve contentarsi di essere solo un divertissement per gli appassionati più entusiasti del brand.
Fortunatamente, a ergersi contro di loro a favore della gente comune e di un luminoso progetto di riunificazione del Paese ci sono warlords retti e probi come Takeda Shingen, la temuta Tigre di Kai, e Uesugi Kenshin, che gode della protezione di Bishamōnten; l'avventura di Sengoku Basara segue da vicino le vicissitudini di un altro capo, Date Masamune dell'Ōshū, e di un vassallo dei Takeda, Sanada Yukimura; dai caratteri apparentemente antitetici, brusco e introverso il primo, aperto e solare il secondo, sono accomunati da un forte senso di lealtà e giustizia che li porta ad avere un rapporto di virile rivalità.
Sengoku Basara ripercorre gli ultimi decenni dell'era posizionandosi all'alba dell'acquisizione dell'egemonia da parte di Oda Nobunaga, uno dei futuri tre riunificatori del Paese del Sol Levante, il quale qui è il boss finale da sconfiggere per sventare un suo eventuale controllo dispotico e assolutistico della nazione. A fermarlo sarà una lega composta dai maggiori daimyō, Takeda, al cui comando sottosta Yukimura, Kenshin, Date, e altri: la trama narra le loro azioni eroiche.
Uno dei principali difetti che si potrebbero imputare a Sengoku Basara, come a tante altre rielaborazioni, è la vertiginosa velocità di narrazione e il flebile approfondimento psicologico, ma Sengoku Basara si riscatta parzialmente da queste accuse in quanto è un prodotto doppiamente derivato, in primis dalla serie di videogiochi originali, ai cui fans si indirizza principalmente, in secundis dalla Storia, che i giapponesi conoscono a fondo poiché i personaggi rappresentati (Oda Nobunaga, Tokugawa Ieyasu, Date Masamune, etc.) sono letteralmente leggendari: sulle loro gesta è fiorita nel corso dei secoli una foltissima messe di epopee locali, racconti, romanzi, etc., che li rendono immediatamente riconoscibili al fruitore di casa, non hanno praticamente bisogno di presentazioni.
Oltretutto, il fumettista adotta politiche di compressione condivisibili in considerazione della brevità della produzione che gli viene imposta, come il rendere Masamune e Yukimura i cardini del fumetto ancor più di quanto non lo erano nel gioco, facendo ruotare tutto il restante cast interamente attorno ai due al fine di riunire tutti gli episodi in maniera pratica. Di contro, per quanto si possa capire e giustificare, Kairi Shimotsuki a volte opta, o deve optare, per soluzioni effettivamente inadeguate che lasciano l'amaro in bocca, e la tamarraggine dei combattenti, punto focale del videogioco e dell'anime, è tralasciata senza un motivo apparente.
I drastici cambiamenti apportati all'intreccio assolvono una duplice funzione: variare gli eventi in maniera tale da non presentare una banale fotocopia in bianco e nero degli schemi visti sullo schermo, e permettere al lettore neofita di apprezzare una storia conclusa in se stessa senza che abbia necessariamente bisogno di recuperare la versione videoludica per ovviare ad alcune lacune narrative.
Il comparto grafico è l'aspetto più interessante: nonostante una leggera confusione nelle scene di combattimento e un'eccessiva suddivisione in vignette delle tavole, i disegni sono realmente gradevoli alla vista, presentandosi equilibrati nell'alternanza di inchiostrature nere e campiture bianche, nonché dei primi piani e dei fondali, e si dedica un'apprezzabile attenzione alla resa delle armature, in particolare di quelle realistiche, e delle costruzioni tradizionali; in generale, si è rivelata una scelta saggia affidare l'adattamento a un autore, tra l'altro, di shōnen-ai, capace di rendere con il suo tratto, per certi versi simile a quello del collega Hirotaka Kisaragi, lo stile bishōnen del titolo, capacità che si palesa in pieno nel character design di Sanada Yukimura, più incisivo sia nell'aspetto esteriore sia nella caratterizzazione, in quanto è reso più riflessivo e indipendente. Peccato però che nel libretto finale la bontà visiva scenda abbastanza sotto gli standard del resto della pubblicazione, con intere tavole addirittura abbozzate.
L'edizione si attesta sulla media della qualità JPOP: la sovraccopertina è della giusta rigidità e permette di sfogliare l'albo senza risultare fastidiosa; all'interno, la rilegatura è ben fatta, né troppo dura né troppo morbida consentendo una facile sfogliabilità; la carta è del giusto bianco e i disegni e i retini vi risaltano nitidi salvo una lieve trasparenza dovuta alla sottigliezza del materiale, ma comunque non è di grande impaccio alla lettura, e le pagine in apertura sono a colori; inoltre, è elegante la costina, per la maggior parte nera con sopra un'immagine estratta da quelle colorate e il logo dell'editore, il numero e il nome dell'autore a tinte differenti - fucsia per il primo numero, violetto scuro per il secondo, e blu per il terzo; si tratta insomma di una realizzazione piacevole da collezionare e da esporre in libreria.
Tuttavia, il metodo di stampa poco può per migliorare il valore effettivo dell'opera: finché alle trasposizioni di videogames non sarà concesso più spazio, difficilmente si potrà fare di meglio: condensare un videogame in tre volumi è una discreta forzatura, e mentre bisogna riconoscere che, in special modo nei primi tankōbon, Kairi Shimotsuki ha dato prova di una certa abilità, nel volumetto conclusivo, dove le illustrazioni e la vicenda risentono di una marcata trascuratezza, non è stato all'altezza del compito affidatogli, e a malincuore, che ciò sia dovuto a una mancanza del mangaka o del sistema di produzione, si è obbligati a riconoscere che Sengoku Basara non raggiunge i livelli qualitativi di un buon manga e deve contentarsi di essere solo un divertissement per gli appassionati più entusiasti del brand.
Sicuramente Sengoku Basara, conosciuto anche come Devil Kings, è famoso per essere un grande videogame ed un anime spettacolare, ma questa versione cartacea merita il massimo rispetto. Questo manga essendo stato realizzato nel 2007 si discosta parecchio dalla versione animata, infatti vengono presentati nuovi personaggi e gli eventi cambiano inevitabilmente. I disegni sono ben curati e riescono perfettamente a riprodurre le atmosfere presentate negli altri prodotti Basara. Il profilo caratteriale dei protagonisti (soprattutto quello di Sanada Yukimura) viene maggiormente approfondito. La lettura è scorrevole e i fan di Sengoku Basara sono obbligati ad acquistare questo manga.