Valzer in bianco
"Valzer in bianco" è un manga scritto e disegnato dalla nota fumettista Chiho Saitou. Attirata dal fatto che fosse un manga ad ambientazione storica, anche se parliamo degli anni '30 del Novecento, avevo trovato abbastanza intrigante la trama. Purtroppo però mi son dovuta ricredere anche per il finale inconcludente (infatti la serie proseguirà, dato che l'autrice ha pensato bene di continuarla perché fare un lavoro unico era forse troppo faticoso).
Protagonista della storia è la giovane Koto, una liceale che però, nonostante l'ambiente di nascita e la giovane età, ha già le idee ben chiare: la sua passione è la moda occidentale e lei desidera a tutti i costi aprire un atelier tutto suo. Questo però entra in contrapposizione con quella che è la realtà dei fatti: la giovane è promessa sposa di un ufficiale di nobili origini, Masaomi, dal carattere che definire artico è riduttivo; tuttavia è tutta apparenza. Durante una festa, o ricevimento se preferite, la ragazza si incontra-scontra (come nei migliori shojo) con quello che diventerà il suo amore "proibito", Sagit, e da qui partirà il triangolo che terrà in piedi la storia.
Non mancheranno colpi di scena vari, qualche duello per la bella ecc.
Per molti Masaomi è un brutto personaggio. In realtà io lo preferisco a Nagit perché, anche solo prendendo il volume finale, vedo più amore da parte sua. Forse avrebbe potuto comportarsi diversamente, ma per me del vero amore per Koto lo prova solo lui. Questa comunque è solo la mia impressione. Sagit non mi ha detto nulla, e così anche Koto: personaggi banali, privi di spessore e non degnamente sviluppati.
Il disegno di questa mangaka a me è sempre piaciuto moltissimo dato che ha un suo stile, che è suo e suo soltanto, e che presta cura ad ogni dettaglio della tavola. Questo è sempre stato un punto a suo favore; tuttavia, io sì, leggo un fumetto se i disegni mi piacciono, ma è la storia che mi deve spingere ad andare avanti, e questa era talmente scontata che il finale non mi ha lasciato nulla se non una grandissima delusione. Mi aspettavo di più dall'autrice che mi ha fatta sognare con "Bronze no Tenshi", che per me rimane il suo capolavoro. Mi spiace che non sia stata in grado di sviluppare meglio questo fumetto, c'erano tutti i presupposti per una bella storia, ma si è perso via tutto per la strada.
Protagonista della storia è la giovane Koto, una liceale che però, nonostante l'ambiente di nascita e la giovane età, ha già le idee ben chiare: la sua passione è la moda occidentale e lei desidera a tutti i costi aprire un atelier tutto suo. Questo però entra in contrapposizione con quella che è la realtà dei fatti: la giovane è promessa sposa di un ufficiale di nobili origini, Masaomi, dal carattere che definire artico è riduttivo; tuttavia è tutta apparenza. Durante una festa, o ricevimento se preferite, la ragazza si incontra-scontra (come nei migliori shojo) con quello che diventerà il suo amore "proibito", Sagit, e da qui partirà il triangolo che terrà in piedi la storia.
Non mancheranno colpi di scena vari, qualche duello per la bella ecc.
Per molti Masaomi è un brutto personaggio. In realtà io lo preferisco a Nagit perché, anche solo prendendo il volume finale, vedo più amore da parte sua. Forse avrebbe potuto comportarsi diversamente, ma per me del vero amore per Koto lo prova solo lui. Questa comunque è solo la mia impressione. Sagit non mi ha detto nulla, e così anche Koto: personaggi banali, privi di spessore e non degnamente sviluppati.
Il disegno di questa mangaka a me è sempre piaciuto moltissimo dato che ha un suo stile, che è suo e suo soltanto, e che presta cura ad ogni dettaglio della tavola. Questo è sempre stato un punto a suo favore; tuttavia, io sì, leggo un fumetto se i disegni mi piacciono, ma è la storia che mi deve spingere ad andare avanti, e questa era talmente scontata che il finale non mi ha lasciato nulla se non una grandissima delusione. Mi aspettavo di più dall'autrice che mi ha fatta sognare con "Bronze no Tenshi", che per me rimane il suo capolavoro. Mi spiace che non sia stata in grado di sviluppare meglio questo fumetto, c'erano tutti i presupposti per una bella storia, ma si è perso via tutto per la strada.
Ho letto per la prima volta questo manga nel 2004 (quindi, ormai, quasi dieci anni fa), quando è stato pubblicato in Italia, e poi lo rilessi pochi anni dopo (insieme al seguito). Ricordo che mi piacque moltissimo, anche perché lo feci leggere a mia sorella e, per una volta tanto, condividevamo un interesse. Ero appena un ragazzino, con una grande vena romantica, e Chiho Saito mi stregò con le sue storie piene di eroine romantiche e aitanti militari...
L'ho riletto adesso (nel 2013) e, mentre lo facevo, ho sorriso più volte ripensando a quanto mi piacesse "Valzer in bianco" quando ero piccolo. Ah, come si cambia! Non è sicuramente un capolavoro. I personaggi sono piuttosto stereotipati, a partire dalla protagonista Koto, la ragazza giovane e dal carattere fiero, femminista nella scorza quanto basta, ma poi pronta a sciogliersi tra le forti braccia di un bellone da romanzo. Qui i belloni sono due militari, uno "buono" e l'altro "cattivo": Sagit, esotico mezzo sangue anglo-indiano, e Masaomi, freddo e distaccato promesso sposo di Koto. Ovviamente, come in ogni romanzone che si rispetti, Masaomi, pur essendo perfido, riesce ad attrarre il pubblico (anzi, è proprio la sua "stronzaggine" - passatemi il francesismo, ma è adattissimo - il suo punto forte).
"Valzer in bianco" non è un capolavoro, ma non è nemmeno da buttare secondo me. Anzi, per chi apprezza un certo genere potrebbe risultare piuttosto piacevole (d'altra parte è molto scorrevole, della giusta lunghezza, senza punti morti). È una soap-opera manga, o un Harmony, se preferite, ma almeno è un Harmony di qualità. C'è tutto: l'ambientazione storica, i bei vestitoni da donna svolazzanti, i balli, i militari, le uniformi scintillanti, i personaggi ideali. Senz'altro per me questi sono elementi che lo rendono più simpatico della maggior parte degli shojo-manga "tipo", soprattutto quelli di ultima generazione dove le ragazzine sono tutte delle poco di buono (per usare un eufemismo). Qui, almeno, la passione della giovane Koto, per quanto stereotipata, è giustificata e inquadrata correttamente nel genere soap-operistico.
Difetti: vicenda da romanzone scontata, personaggi monolitici e prevedibili. Pregi: ritmo, romanticismo tradizionale, bei disegni.
Appena avrò un po' di tempo, rileggerò anche la seconda serie ("Valzer delle magnolie"), che ricordo un po' più piccante.
L'ho riletto adesso (nel 2013) e, mentre lo facevo, ho sorriso più volte ripensando a quanto mi piacesse "Valzer in bianco" quando ero piccolo. Ah, come si cambia! Non è sicuramente un capolavoro. I personaggi sono piuttosto stereotipati, a partire dalla protagonista Koto, la ragazza giovane e dal carattere fiero, femminista nella scorza quanto basta, ma poi pronta a sciogliersi tra le forti braccia di un bellone da romanzo. Qui i belloni sono due militari, uno "buono" e l'altro "cattivo": Sagit, esotico mezzo sangue anglo-indiano, e Masaomi, freddo e distaccato promesso sposo di Koto. Ovviamente, come in ogni romanzone che si rispetti, Masaomi, pur essendo perfido, riesce ad attrarre il pubblico (anzi, è proprio la sua "stronzaggine" - passatemi il francesismo, ma è adattissimo - il suo punto forte).
"Valzer in bianco" non è un capolavoro, ma non è nemmeno da buttare secondo me. Anzi, per chi apprezza un certo genere potrebbe risultare piuttosto piacevole (d'altra parte è molto scorrevole, della giusta lunghezza, senza punti morti). È una soap-opera manga, o un Harmony, se preferite, ma almeno è un Harmony di qualità. C'è tutto: l'ambientazione storica, i bei vestitoni da donna svolazzanti, i balli, i militari, le uniformi scintillanti, i personaggi ideali. Senz'altro per me questi sono elementi che lo rendono più simpatico della maggior parte degli shojo-manga "tipo", soprattutto quelli di ultima generazione dove le ragazzine sono tutte delle poco di buono (per usare un eufemismo). Qui, almeno, la passione della giovane Koto, per quanto stereotipata, è giustificata e inquadrata correttamente nel genere soap-operistico.
Difetti: vicenda da romanzone scontata, personaggi monolitici e prevedibili. Pregi: ritmo, romanticismo tradizionale, bei disegni.
Appena avrò un po' di tempo, rileggerò anche la seconda serie ("Valzer delle magnolie"), che ricordo un po' più piccante.
"Valzer in bianco" è la serie che precede i titoli "Notturno di lillà" e "Valzer della magnolie" tutti lavori degli anni novanta targati Chiho Saitou. L'opera è probabilmente stata pubblica in Italia sulla scia dei successi precedenti di "Utena" e "Kanon", anche se con questi due a ben poco a che vedere sia per qualità che originalità.
Come al solito la Saitou dà uno sfondo storico alle vicende, in questo caso il Giappone del 1935 in pessimi rapporti con l'Inghilterra. L'atmosfera è un po' quella del romanzo storico con damigelle in pericolo e uomini impavidi sempre pronti a salvarle, un cliché del repertorio Saitou.
La giovane protagonista si ritrova quindi in un periodo storico di grande repressione e in cui le donne non possedevano nemmeno un briciolo di emancipazione: Toko infatti si prepara a un matrimonio combinato con il figlio del barone Kidoin, Masaomi, ma il suo sogno è quello di diventare una giovane stilista per signore d'alta classe. Tutto questo è contro le aspettative, sia del padre, che del futuro marito che si rivelerà freddo e intransigente come il capofamiglia. Toko però sogna l'amore come qualsiasi ragazza della sua età e, un bel giorno al ballo ufficiale dell'ambasciata inglese, sorprende un giovane indiano a rubare degli importati documenti e si ritroverà inaspettatamente a coprirlo ballando assieme a lui un appassionato valzer. Ovviamente non c'è bisogno di puntualizzare il fatto che tra i due sarà amore a prima vista e che, nonostante tutti gli intralci di questo mondo, faranno di tutto per restare insieme.
La bellezza di un amore come questo sta nell'esotismo del personaggio di Sagit che fa letteralmente perdere la testa a Koto, però anche Maosami con il suo cuore di ghiaccio presenta una bella controparte maschile degna di un manga shoujo. Il personaggio più deboluccio, dal punto di vista della caratterizzazione, è proprio Koto che si presenta come un miscuglio tra una bimba viziata e una falsa donna in carriera che pensa di poter fare tutto da sola anche se dipende ancora completamente dagli uomini e si assoggetta al loro volere di sua spontanea volontà. Storia e personaggi non sarebbero neanche male se solo tutto ciò non fosse narrato in modo così banale e denigratorio per il genere femminile! Per fare un esempio: nel primo volumetto Sagit e un furibondo Masaomi arrivano persino a giocarsi Koto a freccette! E lei, sempre più adorante, non fa altro che pregare che il suo prediletto abbia la meglio!
L'unica cosa che dona un pregio al lavoro è l'utilizzo che la Satou ha saputo fare, questa volta, del proprio disegno. In passato aveva tramutato importanti personaggi storici in specie di cavalieri fantasy con armature arzigogolate e abiti per niente dell'epoca; questa volta abbiamo invece uno stile meno moderno, ma i costumi e le atmosfere sono rese con maggiore sottigliezza e ricercatezza.
Come al solito la Saitou dà uno sfondo storico alle vicende, in questo caso il Giappone del 1935 in pessimi rapporti con l'Inghilterra. L'atmosfera è un po' quella del romanzo storico con damigelle in pericolo e uomini impavidi sempre pronti a salvarle, un cliché del repertorio Saitou.
La giovane protagonista si ritrova quindi in un periodo storico di grande repressione e in cui le donne non possedevano nemmeno un briciolo di emancipazione: Toko infatti si prepara a un matrimonio combinato con il figlio del barone Kidoin, Masaomi, ma il suo sogno è quello di diventare una giovane stilista per signore d'alta classe. Tutto questo è contro le aspettative, sia del padre, che del futuro marito che si rivelerà freddo e intransigente come il capofamiglia. Toko però sogna l'amore come qualsiasi ragazza della sua età e, un bel giorno al ballo ufficiale dell'ambasciata inglese, sorprende un giovane indiano a rubare degli importati documenti e si ritroverà inaspettatamente a coprirlo ballando assieme a lui un appassionato valzer. Ovviamente non c'è bisogno di puntualizzare il fatto che tra i due sarà amore a prima vista e che, nonostante tutti gli intralci di questo mondo, faranno di tutto per restare insieme.
La bellezza di un amore come questo sta nell'esotismo del personaggio di Sagit che fa letteralmente perdere la testa a Koto, però anche Maosami con il suo cuore di ghiaccio presenta una bella controparte maschile degna di un manga shoujo. Il personaggio più deboluccio, dal punto di vista della caratterizzazione, è proprio Koto che si presenta come un miscuglio tra una bimba viziata e una falsa donna in carriera che pensa di poter fare tutto da sola anche se dipende ancora completamente dagli uomini e si assoggetta al loro volere di sua spontanea volontà. Storia e personaggi non sarebbero neanche male se solo tutto ciò non fosse narrato in modo così banale e denigratorio per il genere femminile! Per fare un esempio: nel primo volumetto Sagit e un furibondo Masaomi arrivano persino a giocarsi Koto a freccette! E lei, sempre più adorante, non fa altro che pregare che il suo prediletto abbia la meglio!
L'unica cosa che dona un pregio al lavoro è l'utilizzo che la Satou ha saputo fare, questa volta, del proprio disegno. In passato aveva tramutato importanti personaggi storici in specie di cavalieri fantasy con armature arzigogolate e abiti per niente dell'epoca; questa volta abbiamo invece uno stile meno moderno, ma i costumi e le atmosfere sono rese con maggiore sottigliezza e ricercatezza.
Valzer in bianco è un manga storico della sopravalutata Chiho Saitou, edito in Italia dalla Star Comics.
Koto, una qualunque ragazza giapponese, viene promessa sposa a Masaomi, carica militare giapponese. L'epoca è quella del 1935, tempi in cui il Giappone viveva un difficile e delicato rapporto con l'Inghilterra.
Durante un ballo all'ambasciata, Koto incontra in un susseguirsi di eventi assurdi un giovane indiano infiltrato: Sagit. Da qui in poi si cade nel mieloso e nel volgare, temi, questi, cari alle drammatiche autrici di genere storico.
La tanto proclamata emancipazione della signorina Koto non avviene in nessuno dei 4 volumi. Non ci sono rivoluzioni, non c'è l'affermarsi di un pensiero contrario, non c'è la ribellione femminile o altre cosette prese a modo dalle femministe. Non esiste nella mente di Koto il desiderio di discendere il ruolo che ha ed imporre il suo volere. L'unica forma di ribellione è l'amore clandestino per Sagit, che troppo clandestino non è dato che tutti quanti ne erano a conoscenza.
La figura di Masaomi è del più banale e stereotipato possibile. Sagit sembra non avere intelletto e capacità sia di pensiero che di deduzione.
Viene portato all'estremo il dettaglio di contrapporre due figure diverse, Sagit e Masaomi, e per entrambi un sentimento banale e comune che li lega a Koto.
L'ambientazione storica è piuttosto incerta ma comunque rispecchia il Giappone di quei tempi.
Il finale è sdolcinato e piuttosto prevedibile, portando tutti i personaggi al banale e allo riazzerarsi della già poca introspezione nata durante la storia.
Nel complesso l'autrice non affronta il tema dell'emancipazione femminile o delle condizioni di vita sociale durante le sottomissioni straniere ma ritorna sempre ad un tema romantico che non ha in se né poesia né musicalità.
Disegno: il tratto di Chiho Saito è scorrevole e pulito, permette una buona lettura e una piena comprensibilità della vicenda data dalla sua linea netta e dai suoi forti neri e bianchi. Tipico tratto delle autrici shojo degli anni '80, non emerge nulla di spettacolare o suggestivo, rendendo le immagini parte di un contesto finalizzato al niente, scopo davvero riluttante al quale portare il fumetto.
I personaggi se non fossero per il taglio di capelli o l'abbigliamento potrebbero essere confusi tra di loro, particolare questo che denota una carenza nel caratterizzare il proprio stile grafico, portandomi a pensare ad autori incapaci di trascendere il loro stile e divenirne succubi
La trama ed il disegno somigliano a quei vecchi romanzi rosa storici editi dalla Mondadori mirati a vecchie donne fritte e asciutte.
Edizione italiana: tipica edizione della Star Comics degli anni passati. Piccole sottilette al prezzo di 3,90. Un'edizione meritevole in quanto già il suo prezzo è troppo per l'opera in sé.
Una buona edizione in quanto col tempo non si è rovinata o degradata, particolare tecnico questo della Star Comics da valutare per bene.
Cedendo alle impressioni personali...
Comprai questo fumetto (purtroppo) tutto d'un fiato per la trama eclatante e storicamente interessante proposta da Animeclick, in quanto volevo approfondire le tematiche storiche giapponesi nei fumetti e quindi discenderne un'analisi dell'ambientazione storica.
Ciò che viene riportato nella trama soprastante non è del tutto sbagliato ma con la lettura della trama si vedono come i temi siano trattati con superficialità e quasi con decenza.
Le diverse ricerche su Chiho Saito e su di come l'abbiano elogiata e portata al livello di ''gran fumettista'' mi disgustano in quanto accentuino sempre come l'opinione comune sia stupida e superficialmente profonda. Riconosco le abilità di quest'autrice e di come abbia fantasia nell'inventare trame rosa assurde, ma è sicuramente sopravalutata.
Concludo sconsigliando la lettura dell'opera se non ad un pubblico che predilige queste tematiche e quest'autrice, in quanto piacendo quest'opera sarà succube di tutta la sua produzione.
Koto, una qualunque ragazza giapponese, viene promessa sposa a Masaomi, carica militare giapponese. L'epoca è quella del 1935, tempi in cui il Giappone viveva un difficile e delicato rapporto con l'Inghilterra.
Durante un ballo all'ambasciata, Koto incontra in un susseguirsi di eventi assurdi un giovane indiano infiltrato: Sagit. Da qui in poi si cade nel mieloso e nel volgare, temi, questi, cari alle drammatiche autrici di genere storico.
La tanto proclamata emancipazione della signorina Koto non avviene in nessuno dei 4 volumi. Non ci sono rivoluzioni, non c'è l'affermarsi di un pensiero contrario, non c'è la ribellione femminile o altre cosette prese a modo dalle femministe. Non esiste nella mente di Koto il desiderio di discendere il ruolo che ha ed imporre il suo volere. L'unica forma di ribellione è l'amore clandestino per Sagit, che troppo clandestino non è dato che tutti quanti ne erano a conoscenza.
La figura di Masaomi è del più banale e stereotipato possibile. Sagit sembra non avere intelletto e capacità sia di pensiero che di deduzione.
Viene portato all'estremo il dettaglio di contrapporre due figure diverse, Sagit e Masaomi, e per entrambi un sentimento banale e comune che li lega a Koto.
L'ambientazione storica è piuttosto incerta ma comunque rispecchia il Giappone di quei tempi.
Il finale è sdolcinato e piuttosto prevedibile, portando tutti i personaggi al banale e allo riazzerarsi della già poca introspezione nata durante la storia.
Nel complesso l'autrice non affronta il tema dell'emancipazione femminile o delle condizioni di vita sociale durante le sottomissioni straniere ma ritorna sempre ad un tema romantico che non ha in se né poesia né musicalità.
Disegno: il tratto di Chiho Saito è scorrevole e pulito, permette una buona lettura e una piena comprensibilità della vicenda data dalla sua linea netta e dai suoi forti neri e bianchi. Tipico tratto delle autrici shojo degli anni '80, non emerge nulla di spettacolare o suggestivo, rendendo le immagini parte di un contesto finalizzato al niente, scopo davvero riluttante al quale portare il fumetto.
I personaggi se non fossero per il taglio di capelli o l'abbigliamento potrebbero essere confusi tra di loro, particolare questo che denota una carenza nel caratterizzare il proprio stile grafico, portandomi a pensare ad autori incapaci di trascendere il loro stile e divenirne succubi
La trama ed il disegno somigliano a quei vecchi romanzi rosa storici editi dalla Mondadori mirati a vecchie donne fritte e asciutte.
Edizione italiana: tipica edizione della Star Comics degli anni passati. Piccole sottilette al prezzo di 3,90. Un'edizione meritevole in quanto già il suo prezzo è troppo per l'opera in sé.
Una buona edizione in quanto col tempo non si è rovinata o degradata, particolare tecnico questo della Star Comics da valutare per bene.
Cedendo alle impressioni personali...
Comprai questo fumetto (purtroppo) tutto d'un fiato per la trama eclatante e storicamente interessante proposta da Animeclick, in quanto volevo approfondire le tematiche storiche giapponesi nei fumetti e quindi discenderne un'analisi dell'ambientazione storica.
Ciò che viene riportato nella trama soprastante non è del tutto sbagliato ma con la lettura della trama si vedono come i temi siano trattati con superficialità e quasi con decenza.
Le diverse ricerche su Chiho Saito e su di come l'abbiano elogiata e portata al livello di ''gran fumettista'' mi disgustano in quanto accentuino sempre come l'opinione comune sia stupida e superficialmente profonda. Riconosco le abilità di quest'autrice e di come abbia fantasia nell'inventare trame rosa assurde, ma è sicuramente sopravalutata.
Concludo sconsigliando la lettura dell'opera se non ad un pubblico che predilige queste tematiche e quest'autrice, in quanto piacendo quest'opera sarà succube di tutta la sua produzione.