Yankee-kun & Megane-chan - Il teppista e la quattrocchi!
Un teppistello rissoso e menefreghista che non ama la scuola e una capoclasse quattrocchi e ligia al dovere che lo spinge a partecipare alla vita scolastica nei più svariati campi. Non è una trama originale, ma funziona sempre.
"Yankee-kun e Megane-chan" di Miki Yoshikawa, però, ci mette del suo con una buona dose di follia, ed ecco che la capoclasse quattrocchi è in realtà una ex teppista dalla forza erculea, che porta degli occhiali finti per darsi un tono e in realtà ha un cervello grande quanto una nocciolina.
E' una commedia frizzante e simpatica, che però tarda a ingranare proprio per via dell'eccessiva stupidità della protagonista femminile, che, col suo cervello a livello Arale, non risulta affatto credibile (ok, è un manga comico, ma la base è realistica e i personaggi sono normali ragazzi, quindi non esageriamo con le stupidità) e finisce presto per irritare il lettore. Fortunatamente, nel giro di pochi volumetti la situazione migliora esponenzialmente.
Al teppista Daichi e alla capoclasse Hana si unisce un piccolo gruppo di comprimari che li aiuteranno nel loro compito di rappresentanti del consiglio studentesco, e avremo modo di conoscere più nel dettaglio un po' tutti gli studenti del loro liceo e anche personaggi di altre scuole, creando una narrazione corale e variegata.
A doverli prendere singolarmente, non c'è un solo personaggio che si salva: i maschi sono quasi tutti dei bulletti truzzi che se la tirano, le femmine hanno quasi tutte un cervello da gallina. Soprattutto nell'ultimo caso, e stupisce visto che l'autrice è una donna, non c'è un singolo personaggio femminile che si possa dire ben caratterizzato: vivono tutti in funzione di altri (generalmente il protagonista Daichi, di cui vengono a costituire un timido harem) e, anche quando hanno un passato interessante dietro che possa farli risaltare, questo non viene mai approfondito più di tanto.
E' il caso della coprotagonista Rinka, il cui senso nel manga mi è ancora oscuro, e, ahimé, anche della protagonista femminile Hana, che è usata solo per gags cretine e spesso e volentieri, soprattutto negli ultimi volumi, non compare nemmeno, arrivando a un finale anticlimatico e surreale che non risolve né l'assurda ma a suo modo coinvolgente love story in stile 100% Fragola dei due protagonisti né il mistero sulla famiglia e il passato di Hana. Alla fine della fiera, l'autrice non è riuscita a renderla più simpatica e meno irritante al lettore, al contrario di quanto fatto con Daichi, che attraversa un chiaro e piacevole percorso di maturazione lungo tutta la vicenda.
Se i singoli personaggi sono scialbi o irritanti, però, la lettura risulta invece nel complesso gradevolissima. Merito dell'inspiegabile alchimia generata dai personaggi, spesso protagonisti di gags capaci di strappare più di un sorriso, e del bel tema di fondo, quel "la scuola deve essere divertente", che lega tutte le storie regalandoci momenti spassosi, teneri, anche toccanti di tanto in tanto.
Lo stile di disegno dell'opera è quasi identico a quello di Hiro Mashima, di cui l'autrice è stata assistente: ciò significa fighetti truzzi con fisici magrolini, capelli ingellati e orecchini a profusione, al punto che diventa anche difficile ricordarsi chi è chi fra i vari studenti del liceo perché non hanno chissà quali tratti distintivi, avendo tutti la stessa corporatura magra e slanciata. Particolarmente fastidiosa è, poi, l'abbondanza di personaggi con gli occhiali, spesso e volentieri usati per finta, solo per indicare che un personaggio è o si dà arie da secchione intellettuale.
"Yankee-kun e Megane-chan" è un manga che mostra le varie sfaccettature dei giovani giapponesi d'oggi, i loro problemi con la scuola e la società e il loro pessimo gusto in fatto di moda ed estetica. La lettura è leggera e, salvo qualche zoppicamento nei primissimi volumi, mai noiosa. Man mano si riesce persino ad affezionarsi al collettivo dei personaggi e viene anche un piccolo colpo al cuore arrivati al classico momento del diploma e del momento in cui gli ormai ex studenti si trovano a fare i conti col proprio futuro. Dispiace, però, che il finale si perda in un bicchiere d'acqua dimenticandosi di avere una protagonista femminile, la cui storia e il cui percorso vengono trattate sommariamente lungo tutto il manga e praticamente accantonate al momento cruciale della conclusione. Questo fa perdere diversi punti ad un finale che era stato toccante sino a quel momento e ad un manga che, fra alti e bassi, è stato tutto sommato gradevole, anche se dubito verrà mai ricordato in futuro.
"Yankee-kun e Megane-chan" di Miki Yoshikawa, però, ci mette del suo con una buona dose di follia, ed ecco che la capoclasse quattrocchi è in realtà una ex teppista dalla forza erculea, che porta degli occhiali finti per darsi un tono e in realtà ha un cervello grande quanto una nocciolina.
E' una commedia frizzante e simpatica, che però tarda a ingranare proprio per via dell'eccessiva stupidità della protagonista femminile, che, col suo cervello a livello Arale, non risulta affatto credibile (ok, è un manga comico, ma la base è realistica e i personaggi sono normali ragazzi, quindi non esageriamo con le stupidità) e finisce presto per irritare il lettore. Fortunatamente, nel giro di pochi volumetti la situazione migliora esponenzialmente.
Al teppista Daichi e alla capoclasse Hana si unisce un piccolo gruppo di comprimari che li aiuteranno nel loro compito di rappresentanti del consiglio studentesco, e avremo modo di conoscere più nel dettaglio un po' tutti gli studenti del loro liceo e anche personaggi di altre scuole, creando una narrazione corale e variegata.
A doverli prendere singolarmente, non c'è un solo personaggio che si salva: i maschi sono quasi tutti dei bulletti truzzi che se la tirano, le femmine hanno quasi tutte un cervello da gallina. Soprattutto nell'ultimo caso, e stupisce visto che l'autrice è una donna, non c'è un singolo personaggio femminile che si possa dire ben caratterizzato: vivono tutti in funzione di altri (generalmente il protagonista Daichi, di cui vengono a costituire un timido harem) e, anche quando hanno un passato interessante dietro che possa farli risaltare, questo non viene mai approfondito più di tanto.
E' il caso della coprotagonista Rinka, il cui senso nel manga mi è ancora oscuro, e, ahimé, anche della protagonista femminile Hana, che è usata solo per gags cretine e spesso e volentieri, soprattutto negli ultimi volumi, non compare nemmeno, arrivando a un finale anticlimatico e surreale che non risolve né l'assurda ma a suo modo coinvolgente love story in stile 100% Fragola dei due protagonisti né il mistero sulla famiglia e il passato di Hana. Alla fine della fiera, l'autrice non è riuscita a renderla più simpatica e meno irritante al lettore, al contrario di quanto fatto con Daichi, che attraversa un chiaro e piacevole percorso di maturazione lungo tutta la vicenda.
Se i singoli personaggi sono scialbi o irritanti, però, la lettura risulta invece nel complesso gradevolissima. Merito dell'inspiegabile alchimia generata dai personaggi, spesso protagonisti di gags capaci di strappare più di un sorriso, e del bel tema di fondo, quel "la scuola deve essere divertente", che lega tutte le storie regalandoci momenti spassosi, teneri, anche toccanti di tanto in tanto.
Lo stile di disegno dell'opera è quasi identico a quello di Hiro Mashima, di cui l'autrice è stata assistente: ciò significa fighetti truzzi con fisici magrolini, capelli ingellati e orecchini a profusione, al punto che diventa anche difficile ricordarsi chi è chi fra i vari studenti del liceo perché non hanno chissà quali tratti distintivi, avendo tutti la stessa corporatura magra e slanciata. Particolarmente fastidiosa è, poi, l'abbondanza di personaggi con gli occhiali, spesso e volentieri usati per finta, solo per indicare che un personaggio è o si dà arie da secchione intellettuale.
"Yankee-kun e Megane-chan" è un manga che mostra le varie sfaccettature dei giovani giapponesi d'oggi, i loro problemi con la scuola e la società e il loro pessimo gusto in fatto di moda ed estetica. La lettura è leggera e, salvo qualche zoppicamento nei primissimi volumi, mai noiosa. Man mano si riesce persino ad affezionarsi al collettivo dei personaggi e viene anche un piccolo colpo al cuore arrivati al classico momento del diploma e del momento in cui gli ormai ex studenti si trovano a fare i conti col proprio futuro. Dispiace, però, che il finale si perda in un bicchiere d'acqua dimenticandosi di avere una protagonista femminile, la cui storia e il cui percorso vengono trattate sommariamente lungo tutto il manga e praticamente accantonate al momento cruciale della conclusione. Questo fa perdere diversi punti ad un finale che era stato toccante sino a quel momento e ad un manga che, fra alti e bassi, è stato tutto sommato gradevole, anche se dubito verrà mai ricordato in futuro.
"Yankee-kun e Megane-chan" è stato uno dei primi titoli al quale mi sia avvicinato da quando ho iniziato a leggere manga, più per caso che per altro, e adesso che si è concluso ne parlo un po' come si farebbe di un vecchio amico che non si frequenta più.
La storia è davvero semplice. Daichi, un ragazzo problematico che frequenta le superiori, ha una vita scolastica praticamente pari a zero. L'incontro con Adachi, una ragazza svampita ma energica, cambierà completamente la sua vita.
Nei ventitré volumi vedremo le varie avventure che occorrono durante i tre anni di superiori di Daichi, Adachi e del loro gruppo di amici, familiarizzando con loro e con tutto l'universo narrativo.
Quali sono i punti di forza di questa serie? Innanzi tutto la leggerezza. La lettura è molto scorrevole e divertente, intrattiene sempre. Poi, i personaggi e luoghi. Il titolo ci presenta un mondo narrativo che in qualche modo mi ha ricordato "I Simpson", perché conosciamo tutti i visi della scuola e ogni angolo dell'edificio, rendendo ogni vignetta familiare. Il rapporto con l'universo narrativo è davvero ben fatto e dettagliato, probabilmente il maggior punto di forza del titolo perché di ogni personaggio è convincente.
Ma quali sono i difetti che mi hanno portato a dare 7 ad un titolo al quale sono comunque molto affezionato? Principalmente la superficialità. E' vero, con un titolo "comico" non bisognerebbe essere così pignoli sulla trama, ma troppo spesso si risolve tutto con troppa semplicità, quando in realtà si sta trattando di situazioni davvero complesse. Per carità, ho davvero apprezzato che vengano trattati così tanti temi reali del mondo scolastico: bullismo, isolamento, pluribocciati, ragazzomo ribelli ecc. Ma, se in alcuni casi la storia veniva trattata in modo efficace, altre volte si limitava a delle soluzioni troppo banali dal mio punto di vista.
Poi, purtroppo, alcuni personaggi. Mentre alcuni come Daichi sono caratterizzati in maniera rotondeggiante e completa, altri (come Adachi) sono, oltre che poco credibili, superficiali ed inficiano la lettura facendo storcere il naso al lettore con i loro comportamenti. L'esempio più lampante è "Rika", che dal primo all'ultimo capitolo è di dubbia utilità per il titolo, fornendo scarso contributo comico e nullo alla trama.
Il disegno è molto simile a quello di "Fairy Tail", poiché l'autrice è stata per molti anni assistente del maestro Hiro, autore appunto del titolo che narra la storia di Natsu. Personalmente mi pongo in maniera piuttosto neutrale su questo stile; non l'ho mai trovato veramente fastidioso ma a volte, semplicemente, troppo confusionario.
Spendo, infine, due parole sull'edizione italiana. E' la classica Star Comics da 4,30 euro, che io trovo solida ed economica nel panorama del manga italiano. Le copertine sono tutte di colori diversi, che è una cosa che personalmente odio, ma questo è ripreso dall'edizione giapponese, quindi c'è poco di cui lamentarsi.
Lo consiglio? Sì, è un bel titolo. Certo ha i suoi difetti, ma in generale è una lettura piacevole. Se posso darvi un consiglio, acquistatelo tutto in blocco e leggetelo un volume dopo l'altro: la storia, leggera ed ingenua, è più facile da apprezzare così.
La storia è davvero semplice. Daichi, un ragazzo problematico che frequenta le superiori, ha una vita scolastica praticamente pari a zero. L'incontro con Adachi, una ragazza svampita ma energica, cambierà completamente la sua vita.
Nei ventitré volumi vedremo le varie avventure che occorrono durante i tre anni di superiori di Daichi, Adachi e del loro gruppo di amici, familiarizzando con loro e con tutto l'universo narrativo.
Quali sono i punti di forza di questa serie? Innanzi tutto la leggerezza. La lettura è molto scorrevole e divertente, intrattiene sempre. Poi, i personaggi e luoghi. Il titolo ci presenta un mondo narrativo che in qualche modo mi ha ricordato "I Simpson", perché conosciamo tutti i visi della scuola e ogni angolo dell'edificio, rendendo ogni vignetta familiare. Il rapporto con l'universo narrativo è davvero ben fatto e dettagliato, probabilmente il maggior punto di forza del titolo perché di ogni personaggio è convincente.
Ma quali sono i difetti che mi hanno portato a dare 7 ad un titolo al quale sono comunque molto affezionato? Principalmente la superficialità. E' vero, con un titolo "comico" non bisognerebbe essere così pignoli sulla trama, ma troppo spesso si risolve tutto con troppa semplicità, quando in realtà si sta trattando di situazioni davvero complesse. Per carità, ho davvero apprezzato che vengano trattati così tanti temi reali del mondo scolastico: bullismo, isolamento, pluribocciati, ragazzomo ribelli ecc. Ma, se in alcuni casi la storia veniva trattata in modo efficace, altre volte si limitava a delle soluzioni troppo banali dal mio punto di vista.
Poi, purtroppo, alcuni personaggi. Mentre alcuni come Daichi sono caratterizzati in maniera rotondeggiante e completa, altri (come Adachi) sono, oltre che poco credibili, superficiali ed inficiano la lettura facendo storcere il naso al lettore con i loro comportamenti. L'esempio più lampante è "Rika", che dal primo all'ultimo capitolo è di dubbia utilità per il titolo, fornendo scarso contributo comico e nullo alla trama.
Il disegno è molto simile a quello di "Fairy Tail", poiché l'autrice è stata per molti anni assistente del maestro Hiro, autore appunto del titolo che narra la storia di Natsu. Personalmente mi pongo in maniera piuttosto neutrale su questo stile; non l'ho mai trovato veramente fastidioso ma a volte, semplicemente, troppo confusionario.
Spendo, infine, due parole sull'edizione italiana. E' la classica Star Comics da 4,30 euro, che io trovo solida ed economica nel panorama del manga italiano. Le copertine sono tutte di colori diversi, che è una cosa che personalmente odio, ma questo è ripreso dall'edizione giapponese, quindi c'è poco di cui lamentarsi.
Lo consiglio? Sì, è un bel titolo. Certo ha i suoi difetti, ma in generale è una lettura piacevole. Se posso darvi un consiglio, acquistatelo tutto in blocco e leggetelo un volume dopo l'altro: la storia, leggera ed ingenua, è più facile da apprezzare così.
Daichi Shinagawa è un liceale teppista e svogliato, che viene puntato da Hana Adachi, la nuova rappresentante di classe, che fa della sua vita la missione di farlo diventare un bravo ragazzo. I due formano così uno stranissimo duo, che man mano farà la conoscenza dei personaggi più svitati della scuola.
La trama di "Yankee-kun to megane chan" è solo un pretesto per raccontare le avventure quotidiane del gruppo di protagonisti, il tipico comedy scolastico se vogliamo.
Ho seguito questo manga fin dall'inizio perché di solito il genere mi piace abbastanza, ma con il passare dei volumi ho constatato un appiattirsi sempre di più della trama, con colpi di scena mai degni di questo nome e un'evoluzione dei personaggi nel complesso sciatta e inconcludente. L'ho trovato sicuramente migliore di "Sket Dance", ma ancora troppo poco coinvolgente. L'ho seguito fin dall'inizio, e mi ha tenuto compagnia, intrattenendomi in maniera più o meno piacevole, ma non credo che meriti una seconda lettura. La Yoshikawa, ex assistente di Hiro Mashima di "Fairy Tail", ha dimostrato di avere talento come disegnatrice e di reggere benissimo i ritmi della serializzazione serrata, ma per quanto le idee non le manchino finisce sempre con l'appiattirle o col non svilupparle a dovere, tendenza confermata anche dall'opera successiva, "Yamada-kun e le 7 streghe", anch'esso pubblicato dalla Star Comics, per il quale ho le stesse e identiche riserve.
Per quanto riguarda l'edizione italiana della Star Comics è semplice, senza sovraccoperta ma ben curata all'interno.
Insomma, un manga leggero e scorrevole, ma troppo spesso troppo privo di contenuti e di un vero e proprio ritmo narrativo degno di questo nome.
La trama di "Yankee-kun to megane chan" è solo un pretesto per raccontare le avventure quotidiane del gruppo di protagonisti, il tipico comedy scolastico se vogliamo.
Ho seguito questo manga fin dall'inizio perché di solito il genere mi piace abbastanza, ma con il passare dei volumi ho constatato un appiattirsi sempre di più della trama, con colpi di scena mai degni di questo nome e un'evoluzione dei personaggi nel complesso sciatta e inconcludente. L'ho trovato sicuramente migliore di "Sket Dance", ma ancora troppo poco coinvolgente. L'ho seguito fin dall'inizio, e mi ha tenuto compagnia, intrattenendomi in maniera più o meno piacevole, ma non credo che meriti una seconda lettura. La Yoshikawa, ex assistente di Hiro Mashima di "Fairy Tail", ha dimostrato di avere talento come disegnatrice e di reggere benissimo i ritmi della serializzazione serrata, ma per quanto le idee non le manchino finisce sempre con l'appiattirle o col non svilupparle a dovere, tendenza confermata anche dall'opera successiva, "Yamada-kun e le 7 streghe", anch'esso pubblicato dalla Star Comics, per il quale ho le stesse e identiche riserve.
Per quanto riguarda l'edizione italiana della Star Comics è semplice, senza sovraccoperta ma ben curata all'interno.
Insomma, un manga leggero e scorrevole, ma troppo spesso troppo privo di contenuti e di un vero e proprio ritmo narrativo degno di questo nome.
"Yankee-kun & Megane-chan" è la prima opera importante della mangaka Miki Yoshikawa, opera in 23 tankobon pubblicati dal 2006 al 2011. Onestamente mi sono avvicinato a quest'opera, che ritenevo decisamente troppo lunga (e in certo senso lo è, ne parlerò meglio in seguito), solo dopo aver apprezzato il dorama da esso tratto (da cui però si discosta profondamente) e il capitolo crossover tra le sue due opere.
Prima di tutto, guardiamo la trama. Daichi Shinagawa è un teppista ("yankee" nel gergo giapponese) iscritto al primo anno di superiori con uno scarsissimo interesse per tutto ciò che ha a che fare con lo studio o la scuola. Hana Adachi è l'occhialuta rappresentante di classe di Shinagawa ("megane" nel gergo giapponese viene usato per indicare una persona che indossa gli occhiali), che comincerà a perseguitarlo (perfino nel bagno degli uomini) in modo da obbligarlo a partecipare attivamente alla vita scolastica. Dal suo aspetto verrebbe da pensare che Adachi sia la classica rappresentante secchiona che vuole aiutare un compagno in difficoltà. Niente di più sbagliato! Infatti Hana è una ex teppista che ha deciso di vivere una vita da ragazza normale, decisamente stupida (i suoi voti sono i peggiori dell'istituto) e non in grado di farsi degli amici tra le persone "normali". Riesce solo a legare con yankee come Shinagawa. La storia quindi tratta delle avventure di Shinagawa e Adachi (e del loro gruppo di amici che si andrà a formare durante i primi volumi) nel corso dei tre anni di superiori e del loro ingresso all'università.
La narrazione, affrontata come una serie di episodi (come festival culturale, festival sportivo, sessione di recupero esami, vacanze estive, ecc...), ha un ritmo altalenante: a tratti un po' lenta, altre volte troppo veloce, ma mai noiosa.
I personaggi che compaiono in questa serie sono tutti fuori dall'ordinario e molto divertenti. Il fatto che molti di essi siano degli ex teppisti non rende la narrazione troppo ripetitiva, perché le circostanze di incontro cambiano di volta in volta. Bisogna però ammettere che, nel corso della storia, non vanno incontro ad una crescita psicologica. Nel corso dei numeri, grazie a flashback sulla loro vita, approfondiremo la conoscenza sul loro carattere, ma, a parte questo, non avremo un'evoluzione dei personaggi (al massimo, possiamo solo capirli meglio). Unica eccezione è il personaggio di Shinagawa, vero protagonista dell'opera, che vedremo crescere in modo molto evidente. Di contro, il personaggio di Adachi è forse il più statico di tutti (e rappresenta, secondo me, il vero problema del manga) anche se è quello che ci farà ridere di più in assoluto. Un personaggio veramente assurdo, insomma.
L'opera è una commedia, ma non demenziale (almeno non del tutto). Infatti, tra le varie gag divertenti, l'autrice non mancherà mai di inserire elementi che faranno riflettere su problematiche classiche del mondo scolastico come lo stress per i test, la paura di fallirli, il non riuscire trovare il proprio posto nel mondo. Il tutto viene affrontato in modo molto leggero: ci sentiremo vicini ai protagonisti, ma non saremo depressi per loro.
Riguardo ai disegni, questi sono davvero molto gradevoli. Non sono eccessivamente complessi, quindi si riesce a capire al volo cosa sta succedendo. In particolare la sensei è bravissima a farci capire quando un personaggio è arrabbiato o depresso e riuscirà a farci ridere anche sfruttando il semplice disegno (mi riferisco alle espressioni di Adachi).
Ora parliamo dei due difetti principali dell'opera. Il primo problema, come già anticipato, è proprio Hana Adachi. Considerando le personalità di Hana del passato e del presente, secondo me sarebbe stato molto interessante vedere una sua crescita psicologica, cosa che invece la Yoshikawa evita sempre di fare (oltre al farle dire "Vorrei tanto fare questo perché quando ero una yankee non ho mai avuto la possibilità di farlo"). In più, l'autrice stresserà diverse volte il fatto che Hana nel passato non era una semplice teppista, ma qualcosa di più. Qualcosa che, ovviamente, non scopriremo mai.
Il secondo problema è il finale in sé. Mi dispiace non poter elaborare ulteriormente l'affermazione, ma (per una volta) punto ad una recensione spoiler free. L'impressione che ne ho avuto è che la mangaka volesse finire rapidamente la storia, senza preoccuparsi troppo di chiudere le (poche) questioni aperte. Bella la scena finale (è stato come chiudere un cerchio), ma veramente poco credibile.
Ed è proprio per questi due motivi che l'opera sembra davvero lunga. Non fraintendetemi, la storia si fa leggere molto rapidamente, ma davvero non era possibile risolvere questi due problemi in 23 volumi?
Conclusione: voto 7. Opera molto gradevole e divertente, ma poteva essere gestita meglio.
Prima di tutto, guardiamo la trama. Daichi Shinagawa è un teppista ("yankee" nel gergo giapponese) iscritto al primo anno di superiori con uno scarsissimo interesse per tutto ciò che ha a che fare con lo studio o la scuola. Hana Adachi è l'occhialuta rappresentante di classe di Shinagawa ("megane" nel gergo giapponese viene usato per indicare una persona che indossa gli occhiali), che comincerà a perseguitarlo (perfino nel bagno degli uomini) in modo da obbligarlo a partecipare attivamente alla vita scolastica. Dal suo aspetto verrebbe da pensare che Adachi sia la classica rappresentante secchiona che vuole aiutare un compagno in difficoltà. Niente di più sbagliato! Infatti Hana è una ex teppista che ha deciso di vivere una vita da ragazza normale, decisamente stupida (i suoi voti sono i peggiori dell'istituto) e non in grado di farsi degli amici tra le persone "normali". Riesce solo a legare con yankee come Shinagawa. La storia quindi tratta delle avventure di Shinagawa e Adachi (e del loro gruppo di amici che si andrà a formare durante i primi volumi) nel corso dei tre anni di superiori e del loro ingresso all'università.
La narrazione, affrontata come una serie di episodi (come festival culturale, festival sportivo, sessione di recupero esami, vacanze estive, ecc...), ha un ritmo altalenante: a tratti un po' lenta, altre volte troppo veloce, ma mai noiosa.
I personaggi che compaiono in questa serie sono tutti fuori dall'ordinario e molto divertenti. Il fatto che molti di essi siano degli ex teppisti non rende la narrazione troppo ripetitiva, perché le circostanze di incontro cambiano di volta in volta. Bisogna però ammettere che, nel corso della storia, non vanno incontro ad una crescita psicologica. Nel corso dei numeri, grazie a flashback sulla loro vita, approfondiremo la conoscenza sul loro carattere, ma, a parte questo, non avremo un'evoluzione dei personaggi (al massimo, possiamo solo capirli meglio). Unica eccezione è il personaggio di Shinagawa, vero protagonista dell'opera, che vedremo crescere in modo molto evidente. Di contro, il personaggio di Adachi è forse il più statico di tutti (e rappresenta, secondo me, il vero problema del manga) anche se è quello che ci farà ridere di più in assoluto. Un personaggio veramente assurdo, insomma.
L'opera è una commedia, ma non demenziale (almeno non del tutto). Infatti, tra le varie gag divertenti, l'autrice non mancherà mai di inserire elementi che faranno riflettere su problematiche classiche del mondo scolastico come lo stress per i test, la paura di fallirli, il non riuscire trovare il proprio posto nel mondo. Il tutto viene affrontato in modo molto leggero: ci sentiremo vicini ai protagonisti, ma non saremo depressi per loro.
Riguardo ai disegni, questi sono davvero molto gradevoli. Non sono eccessivamente complessi, quindi si riesce a capire al volo cosa sta succedendo. In particolare la sensei è bravissima a farci capire quando un personaggio è arrabbiato o depresso e riuscirà a farci ridere anche sfruttando il semplice disegno (mi riferisco alle espressioni di Adachi).
Ora parliamo dei due difetti principali dell'opera. Il primo problema, come già anticipato, è proprio Hana Adachi. Considerando le personalità di Hana del passato e del presente, secondo me sarebbe stato molto interessante vedere una sua crescita psicologica, cosa che invece la Yoshikawa evita sempre di fare (oltre al farle dire "Vorrei tanto fare questo perché quando ero una yankee non ho mai avuto la possibilità di farlo"). In più, l'autrice stresserà diverse volte il fatto che Hana nel passato non era una semplice teppista, ma qualcosa di più. Qualcosa che, ovviamente, non scopriremo mai.
Il secondo problema è il finale in sé. Mi dispiace non poter elaborare ulteriormente l'affermazione, ma (per una volta) punto ad una recensione spoiler free. L'impressione che ne ho avuto è che la mangaka volesse finire rapidamente la storia, senza preoccuparsi troppo di chiudere le (poche) questioni aperte. Bella la scena finale (è stato come chiudere un cerchio), ma veramente poco credibile.
Ed è proprio per questi due motivi che l'opera sembra davvero lunga. Non fraintendetemi, la storia si fa leggere molto rapidamente, ma davvero non era possibile risolvere questi due problemi in 23 volumi?
Conclusione: voto 7. Opera molto gradevole e divertente, ma poteva essere gestita meglio.
Letto il primo numero.
Mai vista una secchiona, rappresentante di classe, che perseguita un teppista? In questo shonen una quattrocchi alquanto atipica stringe un insolito legame con in bullo che ovviamente non vuole avere niente a che fare con lei. Ma lei non è poi la studentessa modello che tutti credono. Quali segreti nasconde? E perché sembra essersi attaccata solo a lui?
Davvero divertente. I personaggi mi piacciono, soprattutto Hana Adachi, una vera stramboide che al momento sembra essere il motore della trama. Tuttavia non si è ancora visto un grande intreccio, ma per il momento non mi dispiace. Essendo però 23 volumi mi chiedo quali pieghe prenderà la storia. Penso di continuare a seguirlo per un altro po' di volumi per decidere se completarlo, ma dato il buon inizio speriamo bene fino alla fine.
Lo consiglio soprattutto a coloro che hanno apprezzato Ranma o Beelzebub (anch'essi con poca trama ma molto simpatici e divertenti). Qui però non ho visto combattimenti veri e propri, bensì più che altro qualche rissa tra bulli (ma più avanti chissà). Questo potrebbe piacere anche al pubblico femminile, soprattutto perché sembra celarsi pure un piccolo lato sentimentale. Insomma, da provare.
P.S.: Quando dicevo che Hiro Mashima farebbe meglio a spostarsi sul genere commedia scolastica comica, intendevo qualcosa del genere. La sua ex assistente c'è riuscita bene.
Mai vista una secchiona, rappresentante di classe, che perseguita un teppista? In questo shonen una quattrocchi alquanto atipica stringe un insolito legame con in bullo che ovviamente non vuole avere niente a che fare con lei. Ma lei non è poi la studentessa modello che tutti credono. Quali segreti nasconde? E perché sembra essersi attaccata solo a lui?
Davvero divertente. I personaggi mi piacciono, soprattutto Hana Adachi, una vera stramboide che al momento sembra essere il motore della trama. Tuttavia non si è ancora visto un grande intreccio, ma per il momento non mi dispiace. Essendo però 23 volumi mi chiedo quali pieghe prenderà la storia. Penso di continuare a seguirlo per un altro po' di volumi per decidere se completarlo, ma dato il buon inizio speriamo bene fino alla fine.
Lo consiglio soprattutto a coloro che hanno apprezzato Ranma o Beelzebub (anch'essi con poca trama ma molto simpatici e divertenti). Qui però non ho visto combattimenti veri e propri, bensì più che altro qualche rissa tra bulli (ma più avanti chissà). Questo potrebbe piacere anche al pubblico femminile, soprattutto perché sembra celarsi pure un piccolo lato sentimentale. Insomma, da provare.
P.S.: Quando dicevo che Hiro Mashima farebbe meglio a spostarsi sul genere commedia scolastica comica, intendevo qualcosa del genere. La sua ex assistente c'è riuscita bene.
Questo manga è veramente vivace e innovativo. Ho cominciato a leggerlo per pura curiosità e non mi è dispiaciuto affatto. Inizialmente questo manga potrebbe indurti a pensare che il tema è incentrato sulla diversità di questi due personaggi, ma come si suol dire, l'apparenza inganna. Chi nasconde di essere in realtà questa modesta rappresentante di classe? Daichi Shinagawa non potrà che scoprirlo mettendo a repentaglio la sua noiosa vita scolastica.
Personalmente non avrei mai seguito un manga con una trama tanto banale, ma l'identità della protagonista mi ha tanto affascinata che non ho potuto fare a meno di raggiungere gli ultimi capitoli ancora in corso. Anche il disegno merita molto.
Unica pecca: la trama non avanza. All'inizio si scoprirà qualcosa, ma i personaggi non vengono approfonditi. La serie di capitoli sarà incentrata su un susseguirsi di problemi scolastici e introduzioni a nuovi personaggi. Infatti sto continuando a leggere sperando che arrivino i capitoli veramente interessanti. Ma questo non vuol dire che il manga è noioso, tutt'altro, è molto divertente.
Quindi consiglio vivamente questo manga, per chi ama le commedie scolastiche e i combattimenti.
Personalmente non avrei mai seguito un manga con una trama tanto banale, ma l'identità della protagonista mi ha tanto affascinata che non ho potuto fare a meno di raggiungere gli ultimi capitoli ancora in corso. Anche il disegno merita molto.
Unica pecca: la trama non avanza. All'inizio si scoprirà qualcosa, ma i personaggi non vengono approfonditi. La serie di capitoli sarà incentrata su un susseguirsi di problemi scolastici e introduzioni a nuovi personaggi. Infatti sto continuando a leggere sperando che arrivino i capitoli veramente interessanti. Ma questo non vuol dire che il manga è noioso, tutt'altro, è molto divertente.
Quindi consiglio vivamente questo manga, per chi ama le commedie scolastiche e i combattimenti.