Il castello dell'alba
Anche autori importanti possono fare opere di poco conto e mi sembra assurdo che qualcuno chieda di far arrivare in Italia tutto Osamu Tezuka che è stato un autore molto fecondo e alquanto soggetto a sbalzi di qualità.
La trama è una storia classica di samurai e scorre in modo banale: ci sono un principe, Midorimaru, un’insegnante, Mia, e Yayoi una nobile che brama l’amore del principe.
Poi ci sono vari personaggi di contorno che comunque tengono viva la trama relativa alla costruzione di questo castello che dovrà essere una fortezza così potente da sfidare gli eserciti degli altri feudatari (daimyo) giapponesi, in primis quello di Ieyasu Tokugawa.
Naturalmente anche se non appare mai Tokugawa ha preso i suoi provvedimenti per far cadere la fortezza servendosi di spie e di ninja… ma anche costoro, per quanto fedeli, possono tradire per un motivo più nobile.
Troviamo quindi una trama abbastanza ben fornita con il principe che si oppone alla costruzione della fortezza, destinata già dalla sua sola costruzione ad alimentarsi di sangue.
Il problema principale di quest’opera sono i disegni in cui vediamo i tre personaggi principali sembrare dei bambini e infatti bambinesco è l’odio del principe contro le donne o il modo in cui sono presentate le mosse di Yayoi, vittima di gelosia.
Se in passato ho tenuto conto dell’ “anzianità” di un opera per dare un giudizio più generoso, non mi sento di farlo ora, perché quest’opera non rappresenta niente nel panorama né attuale né passato del manga. E’ un’opera come tante altre che quindi va valutata con obiettività: il mio voto dunque è cinque per un’opera destinata all’oblio.
La trama è una storia classica di samurai e scorre in modo banale: ci sono un principe, Midorimaru, un’insegnante, Mia, e Yayoi una nobile che brama l’amore del principe.
Poi ci sono vari personaggi di contorno che comunque tengono viva la trama relativa alla costruzione di questo castello che dovrà essere una fortezza così potente da sfidare gli eserciti degli altri feudatari (daimyo) giapponesi, in primis quello di Ieyasu Tokugawa.
Naturalmente anche se non appare mai Tokugawa ha preso i suoi provvedimenti per far cadere la fortezza servendosi di spie e di ninja… ma anche costoro, per quanto fedeli, possono tradire per un motivo più nobile.
Troviamo quindi una trama abbastanza ben fornita con il principe che si oppone alla costruzione della fortezza, destinata già dalla sua sola costruzione ad alimentarsi di sangue.
Il problema principale di quest’opera sono i disegni in cui vediamo i tre personaggi principali sembrare dei bambini e infatti bambinesco è l’odio del principe contro le donne o il modo in cui sono presentate le mosse di Yayoi, vittima di gelosia.
Se in passato ho tenuto conto dell’ “anzianità” di un opera per dare un giudizio più generoso, non mi sento di farlo ora, perché quest’opera non rappresenta niente nel panorama né attuale né passato del manga. E’ un’opera come tante altre che quindi va valutata con obiettività: il mio voto dunque è cinque per un’opera destinata all’oblio.