Mon Cheri CoCo
Il mio giapponese non è certo a livello universitario, motivo per cui ho cercato di limitarmi alla lettura del primo volumetto e ho cercato l'aiuto di articoli, recensioni, netzine e così via: nonostante questi limiti, credo che il manga meriti una pubblicazione in italiano e non solo per gli splendidi disegni di Waki Yamato.
Gabrielle Bonheur Chanel, insieme alle sue sorelline, fu affidata a un orfanotrofio gestito da suore; già separata dai fratelli, che furono mandati a lavorare, dalla madre morta prematuramente,dal padre che la abbandonò, possiamo immaginare come l'infanzia di Gabrielle non sia stata all'insegna della spensieratezza.
Raggiunta la maggiore età, aveva accumulato una voglia di vivere frutto degli anni di cattività, che la portò a innamorarsi spesso,ad avere diversi amanti e ad imparare da loro tutto quello che le era possibile, spesso superandoli in bravura.
Con lo pseudonimo di Coco Chanel è diventata un'icona mondiale della moda, rivoluzionando il vestiario femminile e rendendolo più pratico.
Questo manga di Waki Yamato, pur penalizzato da ingenuità e romanticismi dell'epoca, prende ispirazione dalla storia di Coco Chanel, quasi un modello della "donna che si è fatta da sé".
Nel 1972, la serie televisiva tratta dal manga è stata trasmessa sui canali giapponesi, interrompendosi però alla puntata tredici per motivi economici; il character design è tipicamente anni settanta, l'animazione è piuttosto simile alla prima serie di Mademoiselle Anne.
Purtroppo non si contano le serie giapponesi interrotte prima del tempo, questo impedisce in ogni caso un doppiaggio anche tardivo nel nostro paese.
Per contro, il manga sembra avere ancora motivi di interesse in vista di una possibile edizione italiana.
Coco Marchand, ragazzina franco-giapponese, è apprendista in una famosa casa d'alta moda, ma il suo carattere sventato e caparbio la mette in conflitto con Madame Elle.
La direttrice di un rinomato giornale di moda, Madame Cheryl, rimane colpita dal suo talento innato e da allora la sua vita cambia.
Gabrielle Bonheur Chanel, insieme alle sue sorelline, fu affidata a un orfanotrofio gestito da suore; già separata dai fratelli, che furono mandati a lavorare, dalla madre morta prematuramente,dal padre che la abbandonò, possiamo immaginare come l'infanzia di Gabrielle non sia stata all'insegna della spensieratezza.
Raggiunta la maggiore età, aveva accumulato una voglia di vivere frutto degli anni di cattività, che la portò a innamorarsi spesso,ad avere diversi amanti e ad imparare da loro tutto quello che le era possibile, spesso superandoli in bravura.
Con lo pseudonimo di Coco Chanel è diventata un'icona mondiale della moda, rivoluzionando il vestiario femminile e rendendolo più pratico.
Questo manga di Waki Yamato, pur penalizzato da ingenuità e romanticismi dell'epoca, prende ispirazione dalla storia di Coco Chanel, quasi un modello della "donna che si è fatta da sé".
Nel 1972, la serie televisiva tratta dal manga è stata trasmessa sui canali giapponesi, interrompendosi però alla puntata tredici per motivi economici; il character design è tipicamente anni settanta, l'animazione è piuttosto simile alla prima serie di Mademoiselle Anne.
Purtroppo non si contano le serie giapponesi interrotte prima del tempo, questo impedisce in ogni caso un doppiaggio anche tardivo nel nostro paese.
Per contro, il manga sembra avere ancora motivi di interesse in vista di una possibile edizione italiana.
Coco Marchand, ragazzina franco-giapponese, è apprendista in una famosa casa d'alta moda, ma il suo carattere sventato e caparbio la mette in conflitto con Madame Elle.
La direttrice di un rinomato giornale di moda, Madame Cheryl, rimane colpita dal suo talento innato e da allora la sua vita cambia.
