Holyland
"Holyland" è un manga in cui quasi tutta l'azione si svolge nelle "strade", luogo dove i vari personaggi affronteranno i loro incubi e supereranno le loro difficoltà, rafforzando o spezzando legami e andando avanti nel loro percorso.
Ed è qui che cerca di trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo Kamishiro Yuu, ragazzo vittima di bullismo che sta cercando di cambiare e di trovare un luogo da poter sentire come suo, ed è proprio per stare nella strada che Yuu inizierà a rafforzare il suo fisico e imparare le basi prima del pugilato, e poi di molti altri diversi stili a seconda dei vari combattenti che si troverà ad affrontare durante il suo percorso.
La trama scorre via abbastanza lineare, senza avere chissà quali colpi di scena, e muovendosi su canovacci abbastanza prestabiliti, ovvero comparsa del nemico, allenamento, scontro e vittoria di Yuu, anche se c'è da dire che i tanti diversi stili di combattimento proposti e lo svolgimento sempre diverso delle varie battaglie aiuta a non annoiare mai e non fa sembrare che ci sia una ripetitività nelle azioni.
Interessanti i personaggi, oltre a Yuu troveremo il suo amico Shin e tanti altri ragazzi che girano ogni sera la strada e affrontano le proprie battaglie, ci saranno tanti momenti di sconforto, rabbia e anche momenti più romantici (nella parte finale) quando finalmente Yuu inizia a capire che anche lui può superare le sue difficoltà.
Come detto il manga non brilla certo per originalità ma l'ottima messa in scena, i combattimenti sempre vari e ben riusciti e i personaggi che popolano l'opera permettono di intrattenere dall'inizio alla fine senza mai annoiarsi.
Nota a parte per i disegni, sicuramente l'autore ha uno stile particolare e ben riconoscibile, a me personalmente non piace granché come tratto, ma questo è un gusto prettamente personale, penso però che per una storia del genere un tratto più deciso e graffiante avrebbe potuto dargli sicuramente una marcia in più.
Consiglio comunque quest'opera a tutti coloro che cercano un manga di media lunghezza, capace di intrattenere dall'inizio alla fine e che con semplicità faccia più che bene il suo dovere.
Ed è qui che cerca di trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo Kamishiro Yuu, ragazzo vittima di bullismo che sta cercando di cambiare e di trovare un luogo da poter sentire come suo, ed è proprio per stare nella strada che Yuu inizierà a rafforzare il suo fisico e imparare le basi prima del pugilato, e poi di molti altri diversi stili a seconda dei vari combattenti che si troverà ad affrontare durante il suo percorso.
La trama scorre via abbastanza lineare, senza avere chissà quali colpi di scena, e muovendosi su canovacci abbastanza prestabiliti, ovvero comparsa del nemico, allenamento, scontro e vittoria di Yuu, anche se c'è da dire che i tanti diversi stili di combattimento proposti e lo svolgimento sempre diverso delle varie battaglie aiuta a non annoiare mai e non fa sembrare che ci sia una ripetitività nelle azioni.
Interessanti i personaggi, oltre a Yuu troveremo il suo amico Shin e tanti altri ragazzi che girano ogni sera la strada e affrontano le proprie battaglie, ci saranno tanti momenti di sconforto, rabbia e anche momenti più romantici (nella parte finale) quando finalmente Yuu inizia a capire che anche lui può superare le sue difficoltà.
Come detto il manga non brilla certo per originalità ma l'ottima messa in scena, i combattimenti sempre vari e ben riusciti e i personaggi che popolano l'opera permettono di intrattenere dall'inizio alla fine senza mai annoiarsi.
Nota a parte per i disegni, sicuramente l'autore ha uno stile particolare e ben riconoscibile, a me personalmente non piace granché come tratto, ma questo è un gusto prettamente personale, penso però che per una storia del genere un tratto più deciso e graffiante avrebbe potuto dargli sicuramente una marcia in più.
Consiglio comunque quest'opera a tutti coloro che cercano un manga di media lunghezza, capace di intrattenere dall'inizio alla fine e che con semplicità faccia più che bene il suo dovere.
Alcune persone sono costantemente alla ricerca di un luogo in cui potersi sentire accettate, è il caso di Kamishiro Yuu. Alle scuole medie il ragazzo è stato vittima di bullismo, a causa del suo aspetto fragile e della sua difficoltà nel comunicare con le altre persone. Questo lo ha portato ad emarginarsi da tutti, tanto da lasciare la scuola. Non sopportando però la sua debolezza, comincia ad allenarsi giornalmente nella boxe col fine di punire i bulli che tanto lo hanno tormentato in passato. Iniziando a litigare con i teppisti, Yuu prova un senso di soddisfazione e sente, per la prima volta, di appartenere ad un luogo: la strada.
Questo tuttavia è un luogo pieno di pericoli, dove vige la legge del più forte: solo coloro che riescono a superare gli ostacoli posti lungo il cammino sopravvivono, mentre i più deboli vengono sfruttati o maltrattati. Per poter vivere in questo mondo è infatti necessario combattere; le battaglie più difficili da affrontare, però, sono sempre quelle con noi stessi. Yuu lo scoprirà in prima persona quando, per andare avanti, sarà costretto ad affrontare i suoi vecchi demoni.
Questo tuttavia è un luogo pieno di pericoli, dove vige la legge del più forte: solo coloro che riescono a superare gli ostacoli posti lungo il cammino sopravvivono, mentre i più deboli vengono sfruttati o maltrattati. Per poter vivere in questo mondo è infatti necessario combattere; le battaglie più difficili da affrontare, però, sono sempre quelle con noi stessi. Yuu lo scoprirà in prima persona quando, per andare avanti, sarà costretto ad affrontare i suoi vecchi demoni.
“In passato ho cercato in tutti i modi di restare anonimo e insignificante, continuavo a scappare.
Non posso tornare quello di una volta...” Kamishiro Yu
“Non importa quali problemi affronterò, non scapperò” Izawa Masaki
“Anche quella che tu chiami terra santa non è eterna. Un giorno non ci sarà più” (uno yakuza)
"Holyland" racconta di come alcuni ragazzi si trovano a combattere per arrivare alla loro “terra santa”, la strada. Solo la strada? La giovinezza con le sue passioni e il sangue che ribolle. Il sentirsi vivi pestandosi come teppisti.
La terra santa è la terra in cui i giovani possono fare quello che vogliono e a metà strada fra la fanciullezza e la vita da adulti, una terra con le sue regole in cui puoi avanzare fino a comprendere o perderti: fisicamente, mentalmente e spiritualmente.
Il protagonista è un ragazzo fragile, vittima di bullismo, con un tentativo di suicidio alle spalle… insoddisfatto di tutto decide di diventare forte per punire i bulli e allontanare i suoi fantasmi: nasce la leggenda del cacciatore di teppisti.
Troveremo molti personaggi i quali hanno anche loro fantasmi da fuggire o si sentono di dover diventare forti, essere i più forti.
Koiji Mori (autore anche di Suicide Island) ci porterà nel mondo dei combattimenti spiegandoci le basi del pugilato, del wrestling, del karate, del kendo, del kenpo e così via.
Dobbiamo ringraziare la Goen per aver portato in Italia questo fumetto, uscito in Giappone nel 2000 per i tipi dell’Hakusensha su Young Animal, la stessa rivista di "Berserk".
La Goen ha iniziato a pubblicare "Holyland" nel 2013 e la finito di pubblicare solo nel 2020 facendo arrabbiare molti dei suoi lettori. Ma è bene quel che finisce bene e ora questo manga è completo nelle mani di tutti i lettori italiani.
Non posso tornare quello di una volta...” Kamishiro Yu
“Non importa quali problemi affronterò, non scapperò” Izawa Masaki
“Anche quella che tu chiami terra santa non è eterna. Un giorno non ci sarà più” (uno yakuza)
"Holyland" racconta di come alcuni ragazzi si trovano a combattere per arrivare alla loro “terra santa”, la strada. Solo la strada? La giovinezza con le sue passioni e il sangue che ribolle. Il sentirsi vivi pestandosi come teppisti.
La terra santa è la terra in cui i giovani possono fare quello che vogliono e a metà strada fra la fanciullezza e la vita da adulti, una terra con le sue regole in cui puoi avanzare fino a comprendere o perderti: fisicamente, mentalmente e spiritualmente.
Il protagonista è un ragazzo fragile, vittima di bullismo, con un tentativo di suicidio alle spalle… insoddisfatto di tutto decide di diventare forte per punire i bulli e allontanare i suoi fantasmi: nasce la leggenda del cacciatore di teppisti.
Troveremo molti personaggi i quali hanno anche loro fantasmi da fuggire o si sentono di dover diventare forti, essere i più forti.
Koiji Mori (autore anche di Suicide Island) ci porterà nel mondo dei combattimenti spiegandoci le basi del pugilato, del wrestling, del karate, del kendo, del kenpo e così via.
Dobbiamo ringraziare la Goen per aver portato in Italia questo fumetto, uscito in Giappone nel 2000 per i tipi dell’Hakusensha su Young Animal, la stessa rivista di "Berserk".
La Goen ha iniziato a pubblicare "Holyland" nel 2013 e la finito di pubblicare solo nel 2020 facendo arrabbiare molti dei suoi lettori. Ma è bene quel che finisce bene e ora questo manga è completo nelle mani di tutti i lettori italiani.
Sebbene per gli Ebrei fosse la Terra di Canaan, in senso figurativo la "terra promessa" è ciò che si desidera molto e da lungo tempo. Yuu, il protagonista del manga, la terra promessa la cerca nelle strade di Tokyo, dove per via del suo aspetto e del suo modo di fare sommesso è preda di tutti i teppisti del luogo. Ma Yuu ha dalla sua la voglia di riscatto, raggiunta dopo aver toccato il fondo, e dopo in mesi di allenamento in cameretta decide di rispondere con la legge del taglione, ricambiando teppista per teppista menando le mani. Fino a quando le voci su Yuu non cominciano a girare per le strade di teppista in teppista e...
Legando il tutto con una spolverata di disagio esistenziale, Holyland cerca di unire alla passione per le varie arti marziali e sport da combattimento stile Kenichi il genere picchiaduro con atmosfere "street" alla Worst.
La voglia di riscatto si trasformerà presto nella ricerca della propria identità, e la terra promessa si trasformerà presto da un luogo fisico ad uno stato mentale. Questo permette all'autore di analizzare il flebile confine tra bianco e nero, discutendo su come ciò che ci fa sentire bene trascende il giusto e il sbagliato, seppure si cerchi sempre di trovare una giustificazione alle proprie azioni per rendere ciò che è generalmente considerato come sbagliato lecito. Per chi ha visto Breaking Bad, saprà esattamente di ciò che parlo, e l'atmosfera che si respira è la stessa. Yuu finisce nel marcio e le poche volte che ha la possibilità di uscirne non ne approfitta, inventa scuse per ingannare se stesso e rimane incastrato nel marciume, perché lui non lo sa, ma ciò gli piace.
La passione per il combattimento è rappresentata dalle incursioni enciclopediche dell'autore stesso, che tramite numerose didascalie non manca di spiegare la componente più tecnica di ogni disciplina ma soprattutto come queste possano essere efficaci o meno in un incontro fuori dal ring in cui le regole non esistono. Quindi in un combattimento di strada.
Come detto, le atmosfere street hanno un fortissimo retrogusto alla Hiroshi Takahashi, con teppisti, fazioni scolastiche, regole non scritte e street credibility. Purtroppo, i disegni di Kouji Mori non si adattano a questo genere e gli fanno perdere molti punti. Il tempo della storia è indecifrabile e se non fosse per alcune frasi chiave non capiremmo se è passato un giorno, qualche settimana o qualche mese dal capitolo precedente. E così lo spazio, complici gli sfondi accennati e le atmosfere notturne: che Yuu stia combattendo in un giardino pubblico, in un hangar o sotto un ponte non importa, i combattimenti non dipendono dallo spazio e i personaggi non interagiscono (quasi) mai con esso. La parte picchiaduro comunque predomina, e sebbene Holyland cerchi di darsi un tono con atmosfere cupe ed esistenziali, alla fin fine rimane un'orgia di mazzate e basta.
Così come i combattimenti sono trattati in modo analitico, anche il manga sembra uscito da un manuale. Gli inchiostri di Kouji Mori sanno appassionare ma lo fanno rifacendosi a troppi cliché ormai consolidati ed efficaci ma al contempo troppo sfacciati per l'uso che ne fa. Mori appassiona ma non tenta il salto di qualità, sembra che si attenga al suo compito senza provare a rischiare per tentare di passare ad un livello superiore. La componente del disagio e la visione della vita di Yuu avrebbero permesso la creazione di una piccola perla, ma la gestione di questa componente è condannata ad un'aria di monotonia, con il ripetersi di troppi dialoghi e situazioni. Lo struggle interiore del protagonista non riesce ad appassionare il lettore e dopo l'ennesimo pianto riesce soltanto a far apparire il protagonista come una femminuccia che piange per qualunque cosa. Il contrasto tra l'enorme potenza combattiva e l'animo fragile di Yuu è voluto ma il risultato è un protagonista frignone e sclerotico. A posteriori, posso dire che il protagonista è uno dei personaggi meno riusciti: a conti fatti lui funziona solamente quando combatte, non perché è "lui", ma perché è l'esperimento fantastico del mangaka con cui unisce pian piano diversi stili di combattimento con lo scopo di renderlo il mix perfetto. Gli unici punti di forza del protagonista sono la sua furia cieca incontrollata, la sua mente fredda e la pazzia cosciente, per il resto, seppure lo scopo sia quello di empatizzare con il piccolo lato "da fallito" di ogni lettore, il risultato non può dirsi completamente raggiunto.
Capiamoci, Holyland non lascia nulla. Ma Mori sa il fatto suo e sebbene utilizzi modelli e stereotipi troppo evidenti la lettura fila. Il sentimento finale è: molti punti deboli, ma se lo scopo di un manga è intrattenere, Holyland c'è riuscito.
Legando il tutto con una spolverata di disagio esistenziale, Holyland cerca di unire alla passione per le varie arti marziali e sport da combattimento stile Kenichi il genere picchiaduro con atmosfere "street" alla Worst.
La voglia di riscatto si trasformerà presto nella ricerca della propria identità, e la terra promessa si trasformerà presto da un luogo fisico ad uno stato mentale. Questo permette all'autore di analizzare il flebile confine tra bianco e nero, discutendo su come ciò che ci fa sentire bene trascende il giusto e il sbagliato, seppure si cerchi sempre di trovare una giustificazione alle proprie azioni per rendere ciò che è generalmente considerato come sbagliato lecito. Per chi ha visto Breaking Bad, saprà esattamente di ciò che parlo, e l'atmosfera che si respira è la stessa. Yuu finisce nel marcio e le poche volte che ha la possibilità di uscirne non ne approfitta, inventa scuse per ingannare se stesso e rimane incastrato nel marciume, perché lui non lo sa, ma ciò gli piace.
La passione per il combattimento è rappresentata dalle incursioni enciclopediche dell'autore stesso, che tramite numerose didascalie non manca di spiegare la componente più tecnica di ogni disciplina ma soprattutto come queste possano essere efficaci o meno in un incontro fuori dal ring in cui le regole non esistono. Quindi in un combattimento di strada.
Come detto, le atmosfere street hanno un fortissimo retrogusto alla Hiroshi Takahashi, con teppisti, fazioni scolastiche, regole non scritte e street credibility. Purtroppo, i disegni di Kouji Mori non si adattano a questo genere e gli fanno perdere molti punti. Il tempo della storia è indecifrabile e se non fosse per alcune frasi chiave non capiremmo se è passato un giorno, qualche settimana o qualche mese dal capitolo precedente. E così lo spazio, complici gli sfondi accennati e le atmosfere notturne: che Yuu stia combattendo in un giardino pubblico, in un hangar o sotto un ponte non importa, i combattimenti non dipendono dallo spazio e i personaggi non interagiscono (quasi) mai con esso. La parte picchiaduro comunque predomina, e sebbene Holyland cerchi di darsi un tono con atmosfere cupe ed esistenziali, alla fin fine rimane un'orgia di mazzate e basta.
Così come i combattimenti sono trattati in modo analitico, anche il manga sembra uscito da un manuale. Gli inchiostri di Kouji Mori sanno appassionare ma lo fanno rifacendosi a troppi cliché ormai consolidati ed efficaci ma al contempo troppo sfacciati per l'uso che ne fa. Mori appassiona ma non tenta il salto di qualità, sembra che si attenga al suo compito senza provare a rischiare per tentare di passare ad un livello superiore. La componente del disagio e la visione della vita di Yuu avrebbero permesso la creazione di una piccola perla, ma la gestione di questa componente è condannata ad un'aria di monotonia, con il ripetersi di troppi dialoghi e situazioni. Lo struggle interiore del protagonista non riesce ad appassionare il lettore e dopo l'ennesimo pianto riesce soltanto a far apparire il protagonista come una femminuccia che piange per qualunque cosa. Il contrasto tra l'enorme potenza combattiva e l'animo fragile di Yuu è voluto ma il risultato è un protagonista frignone e sclerotico. A posteriori, posso dire che il protagonista è uno dei personaggi meno riusciti: a conti fatti lui funziona solamente quando combatte, non perché è "lui", ma perché è l'esperimento fantastico del mangaka con cui unisce pian piano diversi stili di combattimento con lo scopo di renderlo il mix perfetto. Gli unici punti di forza del protagonista sono la sua furia cieca incontrollata, la sua mente fredda e la pazzia cosciente, per il resto, seppure lo scopo sia quello di empatizzare con il piccolo lato "da fallito" di ogni lettore, il risultato non può dirsi completamente raggiunto.
Capiamoci, Holyland non lascia nulla. Ma Mori sa il fatto suo e sebbene utilizzi modelli e stereotipi troppo evidenti la lettura fila. Il sentimento finale è: molti punti deboli, ma se lo scopo di un manga è intrattenere, Holyland c'è riuscito.
Un'opera magistrale: ben disegnata e ottimamente scritta. L'autore riesce a coinvolgere il lettore - merce ormai rara nel mondo dei manga - con una prosa intrigante e un tratto essenziale (senza fronzoli) ma funzionale alla rappresentazione delle ipercinetiche tavole afferenti i combattimenti.
In Yu ci si immedesima quasi istintivamente: non perché incarni graficamente lo stereotipo del ragazzo debole e vessato (solidarietà emotiva), quanto perché capace di risorgere in un passionale - è la misura autobiografica dell'autore - modello cristologico.
Aspetto fremente il nono volumetto e soprattutto la fine dell'opera; è questa - cioè la fine - il parametro che consente di di inferire se un'opera è un capolavoro o meno.
In ogni caso, allo stato, ci troviamo al cospetto di un fumetto che non ha eguali nell'alveo del panorama fumettistico italiano tout court!
In Yu ci si immedesima quasi istintivamente: non perché incarni graficamente lo stereotipo del ragazzo debole e vessato (solidarietà emotiva), quanto perché capace di risorgere in un passionale - è la misura autobiografica dell'autore - modello cristologico.
Aspetto fremente il nono volumetto e soprattutto la fine dell'opera; è questa - cioè la fine - il parametro che consente di di inferire se un'opera è un capolavoro o meno.
In ogni caso, allo stato, ci troviamo al cospetto di un fumetto che non ha eguali nell'alveo del panorama fumettistico italiano tout court!
Tipico manga in cui un ragazzino debole diventa fortissimo e vince contro tutti; è questo quello che pensavo di quest'opera a un'occhiata superficiale. Mi sono bastati un paio di capitoli per invertire totalmente il mio punto di vista. Il protagonista in questione, Yuu, è un ragazzo con gravi problemi sociali, sull'orlo del suicidio. Durante il proseguimento della lettura ci troveremo di fronte a una crescita fisica e psicologica di Yuu estremamente inusuale per un manga, con progressi e ricadute frequenti (un po' troppo, per i miei gusti). Comunque, per chi cerca un manga che ti faccia immergere nel mondo dello street-fighting, Holyland è imperdibile.