Shi-ki
Probabilmente al giorno d’oggi ne abbiamo fin sopra i capelli di vampiri da soap che brillano alla luce del sole o che si combattono tra strade di New Orleans, ma nel 1998, quando Fuyumi Ono scrisse Shi-ki, probabilmente le creature della notte conservavano ancora il loro fascino leggendario e crudelmente affascinante.
Quasi 10 anni dopo, Ryu Fujisaki chiede alla scrittrice il permesso di creare una versione manga del suo romanzo, con sommo stupore di lei che comunque accetta di buon grado la proposta.
Nel 2007 prende quindi il via la pubblicazione di Shi-ki, manga in 11 volumi che ripercorre gli eventi dell’omonimo romanzo, a suo volta dichiaratamente ispirato a Le notti di Salem, del maestro Stephen King.
Ci troviamo a Sotoba, cittadina di 1300 anime sperduta tra i monti del Giappone. Qui il tempo sembra essersi fermato, come se gli abitanti del villaggio si fossero rinchiusi in un’oasi felice lontano dal resto del mondo; non la pensa così Megumi Shimizu, quindicenne alla moda che sogna di lasciare il paese per iniziare una nuova vita nella grande città. Mentre la giovane si coccola nei suoi sogni e si strugge d’amore per il coetaneo Natsuno Yuki, trasferitosi a Sotoba appena un anno prima, nella parte più isolata del villaggio si verificano degli improvvisi decessi. È estate e non è raro che degli anziani muoiano per complicazioni fisiche dovute alla calura, ma quando iniziano a morire anche ragazzi molto giovani, qualche dubbio nasce spontaneo.
In questo clima di inquietudine una famiglia di “forestieri” si trasferisce in piena notte a Sotoba, occupando il maestoso castello sulla collina.
Nel corso di pochi giorni i decessi si susseguono velocemente e il medico del villaggio, Toshio Ozaki, non può che pensare ad un caso di epidemia.
Come se ciò non bastasse, si intensificano situazioni inusuali, quali trasferimenti e licenziamenti improvvisi dei cittadini, senza contare il fatto che, a detta di qualcuno, forse i morti si sono risvegliati dal loro sonno.
La trama di Shi-ki poggia su delle fondamenta abbastanza semplici e comuni riuscendo però a trasformarle in un grande affresco piuttosto complesso, fatto non semplicemente di vivi e di morti ma di persone, di cittadini con un’identità accompagnati (nel bene e nel male) dai loro affetti sia prima che dopo la morte.
Il manga contiene una quantità spropositata di personaggi che l’autore riesce a caratterizzare ottimamente non solo grazie al suo peculiare stile grafico ma anche e soprattutto grazie ad una psicologia tanto differenziata quanto interessante, anche per ciò che riguarda i personaggi secondari o che fanno capolino in appena un paio di capitoli.
A beneficiare al massimo di tutto ciò sono soprattutto quelli che potremmo definire i protagonisti della storia, in particolare Natsuno, Sunako (figlia dei forestieri trasferitisi), Ozaki e Muroi, il giovane priore amico da sempre del medico del paese. In particolare, la trama si concentra su questi due personaggi, o meglio, sulla loro opposta visione del mondo e del problema, che li porta ad affrontare l’avvento dei risvegliati in maniera completamente diversa.
Ozaki e Muroi mettono in campo due differenti modi di vivere, ponendo da un lato una sorta di magnanimità egoistica che segue il cuore più che la ragione, e dall’altra una razionalità ed un utilitarismo estremi che non sembrano lasciare spazio alla pietà.
Sunako, in qualche modo portavoce dei risvegliati, espone sin dall’inizio la sua idea di vita e di morte, ponendosi dalla parte del cacciatore che uccide però per necessità, per nutrimento, un po’ come fanno gli esseri umani quando uccidono gli animali per cibarsene. Se il ragionamento della piccola non fa effettivamente una piega, altrettanto valide sono le ragioni dei cittadini che non vogliono certo diventare carne da macello. Ognuno pensa insomma alla propria sopravvivenza, ma quando due specie nemiche si trovano sullo stesso territorio, lo scontro sanguinoso è inevitabile e anche la creatura più innocente, per difendere se stessa e i propri affetti, può decidere di diventare cacciatore.
Sotoba, il paesino tranquillo in cui non succede mai nulla, il luogo scordato dal mondo che continua a vivere nella sua bolla di pace e tranquillità, diventa teatro della lotta tra vivi e morti ma diviene anche e soprattutto il luogo in cui si scontrano le diverse visioni del mondo dei suoi protagonisti, che legati in qualche modo da un destino già scritto, affrontano in modo differente il risultato di una vita imposta dalla famiglia e dal senso del dovere.
La lettura di Shi-ki è un continuo crescendo che parte con un primo volume che, pur non facendo il botto, si rende comunque interessante e accattivante grazie soprattutto all’ottima caratterizzazione dei personaggi cui si accennava precedentemente, già evidente dai primi capitoli.
Gli undici volumi non sono solo una sequela di morti ma anzi, in mezzo al sangue e ai paletti piantati nel cuore, si esprimono emozioni, sentimenti, rancori e speranze di un intero villaggio con un ritmo sempre avvincente e sostenuto, che non si fa mancare colpi di scena ma anche qualche ingenuità.
I disegni di Fujisaki sono senza dubbio molto particolari, forse il primo impatto potrebbe non essere ottimo, ma a poco a poco pose e capigliature assurde iniziano a sembrare le migliori possibili per quel tipo di storia, anche se, il cattivo gusto per l’abbigliamento di alcuni personaggi spesso prevale sul resto.
L’autore racconta di aver visitato parecchie città per ricostruire l’ambientazione di Sotoba (Tottori, Hiroshima, Kumamoto, Nagano) giungendo infine alla creazione del piccolo villaggio che impariamo a conoscere in ogni sua parte andando avanti con la lettura.
Shi-ki è stato pubblicato da Star Comics a partire da Aprile 2011.
Pur coscientemente peccando di originalità, Shi-ki è un manga appassionante ed interessante, che tiene incollati alle sua pagine dalla prima all’ultima mentre mette in mostra un grande mosaico di personaggi e sentimenti che trovano nella lotta e nell’odio l’orgoglio dell’appartenenza alla propria specie. In Shi-ki la lotta degli umani contro i risvegliati palesa in modo cruento l’eterna battaglia dell’uomo per la sopravvivenza e la supremazia della sua specie, laddove anche all’interno di una stessa “razza”, le differenze di pensiero possono creare una spaccatura che può portare alla negazione del proprio essere in favore di un ideale più grande che possa dare rifugio alla frustrazione.
Shi-ki ci lascia con un dubbio: forse, per alcune persone, una "non esistenza" da risvegliati potrebbe rivelarsi migliore di quella di un essere umano che, da vivo, non ha vissuto seguendo i propri sentimenti o desideri.
Quasi 10 anni dopo, Ryu Fujisaki chiede alla scrittrice il permesso di creare una versione manga del suo romanzo, con sommo stupore di lei che comunque accetta di buon grado la proposta.
Nel 2007 prende quindi il via la pubblicazione di Shi-ki, manga in 11 volumi che ripercorre gli eventi dell’omonimo romanzo, a suo volta dichiaratamente ispirato a Le notti di Salem, del maestro Stephen King.
Ci troviamo a Sotoba, cittadina di 1300 anime sperduta tra i monti del Giappone. Qui il tempo sembra essersi fermato, come se gli abitanti del villaggio si fossero rinchiusi in un’oasi felice lontano dal resto del mondo; non la pensa così Megumi Shimizu, quindicenne alla moda che sogna di lasciare il paese per iniziare una nuova vita nella grande città. Mentre la giovane si coccola nei suoi sogni e si strugge d’amore per il coetaneo Natsuno Yuki, trasferitosi a Sotoba appena un anno prima, nella parte più isolata del villaggio si verificano degli improvvisi decessi. È estate e non è raro che degli anziani muoiano per complicazioni fisiche dovute alla calura, ma quando iniziano a morire anche ragazzi molto giovani, qualche dubbio nasce spontaneo.
In questo clima di inquietudine una famiglia di “forestieri” si trasferisce in piena notte a Sotoba, occupando il maestoso castello sulla collina.
Nel corso di pochi giorni i decessi si susseguono velocemente e il medico del villaggio, Toshio Ozaki, non può che pensare ad un caso di epidemia.
Come se ciò non bastasse, si intensificano situazioni inusuali, quali trasferimenti e licenziamenti improvvisi dei cittadini, senza contare il fatto che, a detta di qualcuno, forse i morti si sono risvegliati dal loro sonno.
La trama di Shi-ki poggia su delle fondamenta abbastanza semplici e comuni riuscendo però a trasformarle in un grande affresco piuttosto complesso, fatto non semplicemente di vivi e di morti ma di persone, di cittadini con un’identità accompagnati (nel bene e nel male) dai loro affetti sia prima che dopo la morte.
Il manga contiene una quantità spropositata di personaggi che l’autore riesce a caratterizzare ottimamente non solo grazie al suo peculiare stile grafico ma anche e soprattutto grazie ad una psicologia tanto differenziata quanto interessante, anche per ciò che riguarda i personaggi secondari o che fanno capolino in appena un paio di capitoli.
A beneficiare al massimo di tutto ciò sono soprattutto quelli che potremmo definire i protagonisti della storia, in particolare Natsuno, Sunako (figlia dei forestieri trasferitisi), Ozaki e Muroi, il giovane priore amico da sempre del medico del paese. In particolare, la trama si concentra su questi due personaggi, o meglio, sulla loro opposta visione del mondo e del problema, che li porta ad affrontare l’avvento dei risvegliati in maniera completamente diversa.
Ozaki e Muroi mettono in campo due differenti modi di vivere, ponendo da un lato una sorta di magnanimità egoistica che segue il cuore più che la ragione, e dall’altra una razionalità ed un utilitarismo estremi che non sembrano lasciare spazio alla pietà.
Sunako, in qualche modo portavoce dei risvegliati, espone sin dall’inizio la sua idea di vita e di morte, ponendosi dalla parte del cacciatore che uccide però per necessità, per nutrimento, un po’ come fanno gli esseri umani quando uccidono gli animali per cibarsene. Se il ragionamento della piccola non fa effettivamente una piega, altrettanto valide sono le ragioni dei cittadini che non vogliono certo diventare carne da macello. Ognuno pensa insomma alla propria sopravvivenza, ma quando due specie nemiche si trovano sullo stesso territorio, lo scontro sanguinoso è inevitabile e anche la creatura più innocente, per difendere se stessa e i propri affetti, può decidere di diventare cacciatore.
Sotoba, il paesino tranquillo in cui non succede mai nulla, il luogo scordato dal mondo che continua a vivere nella sua bolla di pace e tranquillità, diventa teatro della lotta tra vivi e morti ma diviene anche e soprattutto il luogo in cui si scontrano le diverse visioni del mondo dei suoi protagonisti, che legati in qualche modo da un destino già scritto, affrontano in modo differente il risultato di una vita imposta dalla famiglia e dal senso del dovere.
La lettura di Shi-ki è un continuo crescendo che parte con un primo volume che, pur non facendo il botto, si rende comunque interessante e accattivante grazie soprattutto all’ottima caratterizzazione dei personaggi cui si accennava precedentemente, già evidente dai primi capitoli.
Gli undici volumi non sono solo una sequela di morti ma anzi, in mezzo al sangue e ai paletti piantati nel cuore, si esprimono emozioni, sentimenti, rancori e speranze di un intero villaggio con un ritmo sempre avvincente e sostenuto, che non si fa mancare colpi di scena ma anche qualche ingenuità.
I disegni di Fujisaki sono senza dubbio molto particolari, forse il primo impatto potrebbe non essere ottimo, ma a poco a poco pose e capigliature assurde iniziano a sembrare le migliori possibili per quel tipo di storia, anche se, il cattivo gusto per l’abbigliamento di alcuni personaggi spesso prevale sul resto.
L’autore racconta di aver visitato parecchie città per ricostruire l’ambientazione di Sotoba (Tottori, Hiroshima, Kumamoto, Nagano) giungendo infine alla creazione del piccolo villaggio che impariamo a conoscere in ogni sua parte andando avanti con la lettura.
Shi-ki è stato pubblicato da Star Comics a partire da Aprile 2011.
Pur coscientemente peccando di originalità, Shi-ki è un manga appassionante ed interessante, che tiene incollati alle sua pagine dalla prima all’ultima mentre mette in mostra un grande mosaico di personaggi e sentimenti che trovano nella lotta e nell’odio l’orgoglio dell’appartenenza alla propria specie. In Shi-ki la lotta degli umani contro i risvegliati palesa in modo cruento l’eterna battaglia dell’uomo per la sopravvivenza e la supremazia della sua specie, laddove anche all’interno di una stessa “razza”, le differenze di pensiero possono creare una spaccatura che può portare alla negazione del proprio essere in favore di un ideale più grande che possa dare rifugio alla frustrazione.
Shi-ki ci lascia con un dubbio: forse, per alcune persone, una "non esistenza" da risvegliati potrebbe rivelarsi migliore di quella di un essere umano che, da vivo, non ha vissuto seguendo i propri sentimenti o desideri.
Cosa dire di quest'opera? Sicuramente la mia recensione non sarà abbastanza degna di “Shiki”, un manga che mi ha affascinata e catturata tantissimo. Sono venuta a conoscenza della sua esistenza grazie a una mia amica che ringrazio molto.
Comunque, ho letto solo 4 volumi, e già sono in astinenza, esatto: sono in astinenza per la sua trama, che è ricca di suspense, nonché travolgente, e soprattutto dai disegni.
Visto che non so da cosa cominciare stilerò dei punti riguardanti diversi aspetti del manga:
1-Come ho detto prima sono stata colpita soprattutto dai disegni. Secondo me i disegni sono uno dei punti di forza di questo manga, comprerei “Shiki” solo per quelli. Anche se ad una prima occhiata (superficiale) mi sono sembrati disegni strani, poi durante la lettura ne sono stata attratta come una calamita.
Trovo che essi siano meravigliosi, personali, e soprattutto particolari. Sono disegni che non si vedono tutti i giorni, che hanno una loro anima in un certo senso perché riflettono lo stile innovativo e personale dell'artista.
Per esempio adoro i loro capelli; amo come essi sconfiggano le severe leggi della gravità. Amo anche i tratti del mangaka, le sfumature che fa ai suoi personaggi sono sublimi.
Mi ha colpito anche il maggiore uso della china rispetto ai retini utilizzati nella stragrande maggioranza dei manga; li rende ancora più belli e originali.
Poi, mi piacciono moltissimo le copertine, uno dei motivi (personali) che mi spinge a comprare un manga è la copertina, e ancora sto sbavando sulla copertina del volume 4 di “Shiki” perché raffigura una dei miei personaggi preferiti.
2-Un altro punto di forza del manga sono i personaggi, caratterizzati stupendamente a mio avviso. Io li trovo tutti fantastici, con un ottimo character design; non ce ne è uno che mi stia antipatico.
Sono tutti diversi tra loro, introdotti bene nella storia, e ognuno è ben trattato, diciamo che non ci sono personaggi più importanti rispetto ad altri. Infatti sono tutti umani, e interessanti. Tutti hanno un ruolo importante per la trama, infatti spesso in altri manga/anime ci sono personaggi che sono buttati lì senza senso, invece in “Shiki” li trovo tutti degni di lode. Anche Masao, che è un ragazzo inquietante, è un personaggio fantastico, e credo che ce ne vuole per riuscire a fare amare una persona così, quindi significa che il mangaka è davvero molto abile.
3-Riguardo la trama inizialmente ho storto il naso quando ho saputo che parlava di vampiri. Ormai sono abituata a vedere vampiri ( anche se definirli così è un parolone) usciti dal circo di Moira Orfei. Solitamente ci sono sempre i soliti non vampiri fighi, immortali e osannati da tutti.
Invece quelli di “Shiki”, sì, che sono Vampiri: sono fighi, ma non nel senso negativo del termine, non sono vampiri luminosi. In quel manga loro succhiano davvero il sangue e uccidono realmente le persone, io ho addirittura perso il conto dei morti. Comunque non voglio dire altro riguardo la trama.
Concludo dicendo che se volete leggere una storia ricca di colpi di scena, sangue, morte, mistero e vampiri seri, allora “Shiki” fa per voi. Se invece volete una classica storia vampiresca shoujo pace e amore allora non fa per voi. Non sapete cosa vi perdete.
Comunque, gli assegno solo 9 perché è ancora in corso.
Comunque, ho letto solo 4 volumi, e già sono in astinenza, esatto: sono in astinenza per la sua trama, che è ricca di suspense, nonché travolgente, e soprattutto dai disegni.
Visto che non so da cosa cominciare stilerò dei punti riguardanti diversi aspetti del manga:
1-Come ho detto prima sono stata colpita soprattutto dai disegni. Secondo me i disegni sono uno dei punti di forza di questo manga, comprerei “Shiki” solo per quelli. Anche se ad una prima occhiata (superficiale) mi sono sembrati disegni strani, poi durante la lettura ne sono stata attratta come una calamita.
Trovo che essi siano meravigliosi, personali, e soprattutto particolari. Sono disegni che non si vedono tutti i giorni, che hanno una loro anima in un certo senso perché riflettono lo stile innovativo e personale dell'artista.
Per esempio adoro i loro capelli; amo come essi sconfiggano le severe leggi della gravità. Amo anche i tratti del mangaka, le sfumature che fa ai suoi personaggi sono sublimi.
Mi ha colpito anche il maggiore uso della china rispetto ai retini utilizzati nella stragrande maggioranza dei manga; li rende ancora più belli e originali.
Poi, mi piacciono moltissimo le copertine, uno dei motivi (personali) che mi spinge a comprare un manga è la copertina, e ancora sto sbavando sulla copertina del volume 4 di “Shiki” perché raffigura una dei miei personaggi preferiti.
2-Un altro punto di forza del manga sono i personaggi, caratterizzati stupendamente a mio avviso. Io li trovo tutti fantastici, con un ottimo character design; non ce ne è uno che mi stia antipatico.
Sono tutti diversi tra loro, introdotti bene nella storia, e ognuno è ben trattato, diciamo che non ci sono personaggi più importanti rispetto ad altri. Infatti sono tutti umani, e interessanti. Tutti hanno un ruolo importante per la trama, infatti spesso in altri manga/anime ci sono personaggi che sono buttati lì senza senso, invece in “Shiki” li trovo tutti degni di lode. Anche Masao, che è un ragazzo inquietante, è un personaggio fantastico, e credo che ce ne vuole per riuscire a fare amare una persona così, quindi significa che il mangaka è davvero molto abile.
3-Riguardo la trama inizialmente ho storto il naso quando ho saputo che parlava di vampiri. Ormai sono abituata a vedere vampiri ( anche se definirli così è un parolone) usciti dal circo di Moira Orfei. Solitamente ci sono sempre i soliti non vampiri fighi, immortali e osannati da tutti.
Invece quelli di “Shiki”, sì, che sono Vampiri: sono fighi, ma non nel senso negativo del termine, non sono vampiri luminosi. In quel manga loro succhiano davvero il sangue e uccidono realmente le persone, io ho addirittura perso il conto dei morti. Comunque non voglio dire altro riguardo la trama.
Concludo dicendo che se volete leggere una storia ricca di colpi di scena, sangue, morte, mistero e vampiri seri, allora “Shiki” fa per voi. Se invece volete una classica storia vampiresca shoujo pace e amore allora non fa per voi. Non sapete cosa vi perdete.
Comunque, gli assegno solo 9 perché è ancora in corso.
Shi-Ki è un manga particolare su tutti gli aspetti; l'aggettivo che mi sembra più adatto per descriverlo è "diverso".
E' un prodotto che richiede una certa sensibilità ed immaginazione per essere apprezzato, perché sia il modo in cui è strutturata la narrazione, sia il disegno sono "inconsueti" e possono rendere la lettura di quest'opera poco interessante, troppo impegnativa, o addirittura noiosa, all'occhio della maggior parte della gente. Non è immediato e non si rivolge al grande pubblico, ma solo a quelle persone che cercano appunto qualcosa di "diverso".
Tuttavia sa colpire ed appassionare chiunque abbia voglia di guardare oltre ed entrare in questo mondo fatto di morte, solitudine e riflessione, regalando emozioni forti e colpi di scena ben congegnati.
Avevo letto qualche scan, e mi ero subito reso conto di quanto Shi-Ki fosse un manga decisamente fuori dal comune; ero molto incuriosito dalla traduzione del titolo, cioè "demone-cadavere", che mi faceva immaginare zombie dotati di intelligenza o comunque mostri particolari. E così ,senza nemmeno finire di guardare la trama perché non volevo rovinarmi il momento in cui avrei scoperto l'identità di questi demoni leggendo direttamente dal manga, corsi subito in fumetteria.
Ma la simpatica vecchietta del negozio rese questo mio desiderio irrealizzabile, cogliendomi alla sprovvista un'istante prima di darle in mano i 4.20 euro del primo volume, dicendomi "Ah comunque se ti piacciono le storie di vampiri potresti dare un'occhiata anche a bla bla bla che a me piace molto, “Shi-Ki” in particolare è bla bla bla" e mi fece alcuni spoiler riguardo alcuni particolari importanti; l'unica cosa che pensare fu "... Eeeeeeeeeh (sospiro) queste dolci e sempre sorridenti nerd d'altri tempi" e sconsolato uscii dal negozio mentre lei mi salutava e tutta contenta mi diceva "alla prossima!".
Con un po' di delusione dunque, scoprii che queste misteriose creature cadavere erano vampiri, che con astuzia, riescono ad ingannare i cittadini del piccolo e tranquillo villaggio di Sotoba, infettandolo a poco a poco come un'epidemia.
Le prime due cose che saltano all'occhio prendendo quest'opera in mano, come accennavo all'inizio, sono la struttura della narrazione ed il disegno: la storia ci viene raccontata come in un diario, iniziando sempre con giorno "x" del mese, ma "x" non sempre è cronologicamente lineare; a volte può capitare che l'autore ci narri eventi avvenuti in certi giorni ma poi, nel capitolo successivo, può succedere che torni indietro di parecchio oppure che ci mostri altri avvenimenti completamente diversi, che non sono il diretto seguito delle pagine precedenti, ma sono diciamo "altri punti di vista" o altre storie proprio.
Gli stessi capitoli, prendono il nome dai personaggi, non da cose o fatti della storia come in un qualsiasi manga, e sono esattamente le vite di ciascun personaggio divise in capitoli, che si mescolano e si alternano fra di loro: possono esserci due capitoli chiamati "Natsuno Yuki" e poi uno chiamato "Toshio Ozaki" e un altro ancora chiamato "Sunako Kirishiki" per poi tornare a "Toshio Ozaki" o addirittura mostrarci delle "Side Story" di personaggi minori.
Non c'è un vero e proprio protagonista quindi; l'occhio del lettore si sposta continuamente da una situazione all'altra, da un punto di vista all'altro, senza trascurare niente e senza dare importanza più ad uno invece che ad un altro; ciò permette di immedesimarsi perfettamente nella psicologia di tutti i personaggi e rende la storia non l'insieme delle azioni di un singolo, ma il susseguirsi dei sentimenti di molti, che si trovano a dover fare i conti con una cruda realtà, sia che siano umani, sia che siano Demoni-Cadavere succhia sangue.
Ciliegina sulla torta poi, il fatto che, durante la narrazione, ogni giorno venga definito con un nome particolare in giapponese tipo "Taian" o "Shakku", al fine di "predirci" se il tal giorno sarà fortunato o no, e in quale arco di tempo della giornata c'è da stare attenti o meno; si crea quindi quell'aria di superstizione classica di un vecchio e dimenticato paese di provincia, dedito a tradizioni e culti dimenticati da tempo, ma non per questo irreali.
L'unica cosa che a tratti può risultare un po' pesante è il susseguirsi quasi continuo(soprattutto nei primi volumi) delle morti all'interno del villaggio, perché anche se ci vengono presentate in modo "poliziesco", accattivando il senso di mistero, vengono svolte sempre nello stesso modo e sempre con le stesse dinamiche; non è facile ricordarsi tutte le persone morte con le relative zone dove vivevano, soprattutto quelle anziane o quelle di cui se ne parla solo marginalmente; inceppano lo svolgimento della trama, rendendola statica e impegnativa da seguire.
Parlando invece del disegno, c'è da dire che inizialmente dà l'impressione di essere un po' tirato via o stilizzato, nonostante in realtà gli sfondi e i particolari siano molto curati: bisogna solo farci l'occhio.
E' la spigolosità dei volti e delle forme dei personaggi a dare quest'impressione, perché non è il tipo di disegno a cui siamo abituati e lì per lì può spiazzare o non piacere, ma è solo una scelta di stile che con la lettura si comprende e si impara ad apprezzare. A me personalmente è piaciuto sin dall'inizio senza problemi: lo trovo semplice ma allo stesso tempo estremamente complesso e curato, e ha contribuito in modo esponenziale a farmi provare l'atmosfera triste e tetra di questa storia.
Ho visto tanta gente snobbarlo e disprezzarlo, magari senza neppure aver letto il manga; io vi consiglio di non farvi trarre in inganno e di provare almeno a leggere due o tre volumi, anche se proprio il tratto non vi piace, perché potreste cambiare idea.
Detto questo, cosa dire della storia in sé, se non che è bellissima? Qualcuno potrebbe dire che alla fine ci sono tantissime storie che parlano di vampiri, o comunque di un classico posto sperduto che viene attaccato da mostri o entità demoniache, ma qui è diverso, perché il centro di tutto non è tanto l'attacco da parte dei Demoni-Cadavere, o l'atmosfera horror con le classiche scene mozzafiato: il centro di tutto qui sono i personaggi con i loro sentimenti e la loro psicologia, ciascuno con la propria vita, i propri valori e i propri problemi, che si trova, da un giorno all'altro, a dover mettere in discussione ogni cosa, e a combattere contro qualcosa che la razionalità della società di oggi giudicherebbe impossibile, perché ci ha abituati all'apatia quotidiana e alla diffidenza verso tutto ciò che è inspiegabile o sovrannaturale.
Non è una lotta fra il bene o il male, fra umani e Shi-Ki, è una lotta per la sopravvivenza di entrambe le specie, dove ogni legge morale perde significato, dove gli amici, gli innamorati, i padri, i figli, e tutti i compaesani che vivevano normalmente, adesso, per sopravvivere, sono costretti a uccidere i propri cari e le persone amate, per vedere la luce del giorno dopo, o l'oscurità della notte dopo.
E su tutto incombe l'ombra della famiglia Kirishiki, che abita nel castello a Kanemasa, il mistero sui suoi componenti, la loro storia e i loro intenti.
Fra di loro si eleva la figura della piccola Sunako, la cosiddetta "figlia unica" della famiglia che, sorridente, cammina qua e là nella notte vestita come una nobile bambina di fine 800', e che sembra avere un passato triste e drammatico; nutre una passione per i romanzi del giovane monaco priore del villaggio, Seinshin e, a suo dire, sembra essersi trasferita con la famiglia proprio a Sotoba dopo aver letto le sue storie, perché nel profondo si sente sola e maledetta come i personaggi di quelle novelle; come Seinshin stesso.
"La morte ha sempre circondato il villaggio" scrive lui, "e non in senso figurato ma letterale; infatti i boschi attorno al centro abitato non sono altro che la tomba di tutti i paesani; gli alberi che li compongono vengono fatti crescere dopo quarant'anni dalla morte del defunto sopra il tumulo che ne ospita i resti; forse è per questo che anticamente in questo villaggio, c'era la credenza che i morti si risvegliassero e tornassero per tormentare i vivi".
Non si diventa Shi-Ki per scelta, o per assunzione di sangue come nella maggior parte delle storie di vampiri; ci sono persone che si risvegliano dopo la morte, e altre che marciscono sotto terra; forse è una cosa genetica che dipende dal sangue, o forse, sono solo le persone tormentate e insoddisfatte a trasformarsi.
Ciò che è certo è che la falce della morte pende su tutti quanti, e chi come il dottor Ozaki è risoluto e pronto a combattere per salvare il villaggio, ha la responsabilità di agire per il bene di tutti.
Ma quand'è che uccidere è giusto? Quand'è sbagliato? Gli Shi-Ki sono creature assetate di sangue e uccidono uomini, donne e bambini per sopravvivere, ma sono anche i cittadini di questo villaggio che dopo la morte si sono risvegliati, ed hanno un cuore, dei sentimenti; è giusto considerarli mostri? E' giusto ucciderli senza pensarci? Dov'è che tutto questo ha avuto inizio e perché?
Queste sono solo alcune delle domande che vi porrete leggendo questo manga, alle quali ogni personaggio, nella sua interiorità e a modo suo, cercherà di dare una risposta per trovare una soluzione.
E pensare che poco prima era tutto così semplice, così normale; di mattina non era difficile intravedere un giovane ragazzo di nome Natsuno, in divisa da scuola, aspettare l'autobus alla fermata, rivolto verso la lunga strada che collega il villaggio alla grande città, con la speranza una volta diplomato, di lasciare questo vecchio e tetro posto dimenticato da Dio verso la luce scintillante della città.
E' un prodotto che richiede una certa sensibilità ed immaginazione per essere apprezzato, perché sia il modo in cui è strutturata la narrazione, sia il disegno sono "inconsueti" e possono rendere la lettura di quest'opera poco interessante, troppo impegnativa, o addirittura noiosa, all'occhio della maggior parte della gente. Non è immediato e non si rivolge al grande pubblico, ma solo a quelle persone che cercano appunto qualcosa di "diverso".
Tuttavia sa colpire ed appassionare chiunque abbia voglia di guardare oltre ed entrare in questo mondo fatto di morte, solitudine e riflessione, regalando emozioni forti e colpi di scena ben congegnati.
Avevo letto qualche scan, e mi ero subito reso conto di quanto Shi-Ki fosse un manga decisamente fuori dal comune; ero molto incuriosito dalla traduzione del titolo, cioè "demone-cadavere", che mi faceva immaginare zombie dotati di intelligenza o comunque mostri particolari. E così ,senza nemmeno finire di guardare la trama perché non volevo rovinarmi il momento in cui avrei scoperto l'identità di questi demoni leggendo direttamente dal manga, corsi subito in fumetteria.
Ma la simpatica vecchietta del negozio rese questo mio desiderio irrealizzabile, cogliendomi alla sprovvista un'istante prima di darle in mano i 4.20 euro del primo volume, dicendomi "Ah comunque se ti piacciono le storie di vampiri potresti dare un'occhiata anche a bla bla bla che a me piace molto, “Shi-Ki” in particolare è bla bla bla" e mi fece alcuni spoiler riguardo alcuni particolari importanti; l'unica cosa che pensare fu "... Eeeeeeeeeh (sospiro) queste dolci e sempre sorridenti nerd d'altri tempi" e sconsolato uscii dal negozio mentre lei mi salutava e tutta contenta mi diceva "alla prossima!".
Con un po' di delusione dunque, scoprii che queste misteriose creature cadavere erano vampiri, che con astuzia, riescono ad ingannare i cittadini del piccolo e tranquillo villaggio di Sotoba, infettandolo a poco a poco come un'epidemia.
Le prime due cose che saltano all'occhio prendendo quest'opera in mano, come accennavo all'inizio, sono la struttura della narrazione ed il disegno: la storia ci viene raccontata come in un diario, iniziando sempre con giorno "x" del mese, ma "x" non sempre è cronologicamente lineare; a volte può capitare che l'autore ci narri eventi avvenuti in certi giorni ma poi, nel capitolo successivo, può succedere che torni indietro di parecchio oppure che ci mostri altri avvenimenti completamente diversi, che non sono il diretto seguito delle pagine precedenti, ma sono diciamo "altri punti di vista" o altre storie proprio.
Gli stessi capitoli, prendono il nome dai personaggi, non da cose o fatti della storia come in un qualsiasi manga, e sono esattamente le vite di ciascun personaggio divise in capitoli, che si mescolano e si alternano fra di loro: possono esserci due capitoli chiamati "Natsuno Yuki" e poi uno chiamato "Toshio Ozaki" e un altro ancora chiamato "Sunako Kirishiki" per poi tornare a "Toshio Ozaki" o addirittura mostrarci delle "Side Story" di personaggi minori.
Non c'è un vero e proprio protagonista quindi; l'occhio del lettore si sposta continuamente da una situazione all'altra, da un punto di vista all'altro, senza trascurare niente e senza dare importanza più ad uno invece che ad un altro; ciò permette di immedesimarsi perfettamente nella psicologia di tutti i personaggi e rende la storia non l'insieme delle azioni di un singolo, ma il susseguirsi dei sentimenti di molti, che si trovano a dover fare i conti con una cruda realtà, sia che siano umani, sia che siano Demoni-Cadavere succhia sangue.
Ciliegina sulla torta poi, il fatto che, durante la narrazione, ogni giorno venga definito con un nome particolare in giapponese tipo "Taian" o "Shakku", al fine di "predirci" se il tal giorno sarà fortunato o no, e in quale arco di tempo della giornata c'è da stare attenti o meno; si crea quindi quell'aria di superstizione classica di un vecchio e dimenticato paese di provincia, dedito a tradizioni e culti dimenticati da tempo, ma non per questo irreali.
L'unica cosa che a tratti può risultare un po' pesante è il susseguirsi quasi continuo(soprattutto nei primi volumi) delle morti all'interno del villaggio, perché anche se ci vengono presentate in modo "poliziesco", accattivando il senso di mistero, vengono svolte sempre nello stesso modo e sempre con le stesse dinamiche; non è facile ricordarsi tutte le persone morte con le relative zone dove vivevano, soprattutto quelle anziane o quelle di cui se ne parla solo marginalmente; inceppano lo svolgimento della trama, rendendola statica e impegnativa da seguire.
Parlando invece del disegno, c'è da dire che inizialmente dà l'impressione di essere un po' tirato via o stilizzato, nonostante in realtà gli sfondi e i particolari siano molto curati: bisogna solo farci l'occhio.
E' la spigolosità dei volti e delle forme dei personaggi a dare quest'impressione, perché non è il tipo di disegno a cui siamo abituati e lì per lì può spiazzare o non piacere, ma è solo una scelta di stile che con la lettura si comprende e si impara ad apprezzare. A me personalmente è piaciuto sin dall'inizio senza problemi: lo trovo semplice ma allo stesso tempo estremamente complesso e curato, e ha contribuito in modo esponenziale a farmi provare l'atmosfera triste e tetra di questa storia.
Ho visto tanta gente snobbarlo e disprezzarlo, magari senza neppure aver letto il manga; io vi consiglio di non farvi trarre in inganno e di provare almeno a leggere due o tre volumi, anche se proprio il tratto non vi piace, perché potreste cambiare idea.
Detto questo, cosa dire della storia in sé, se non che è bellissima? Qualcuno potrebbe dire che alla fine ci sono tantissime storie che parlano di vampiri, o comunque di un classico posto sperduto che viene attaccato da mostri o entità demoniache, ma qui è diverso, perché il centro di tutto non è tanto l'attacco da parte dei Demoni-Cadavere, o l'atmosfera horror con le classiche scene mozzafiato: il centro di tutto qui sono i personaggi con i loro sentimenti e la loro psicologia, ciascuno con la propria vita, i propri valori e i propri problemi, che si trova, da un giorno all'altro, a dover mettere in discussione ogni cosa, e a combattere contro qualcosa che la razionalità della società di oggi giudicherebbe impossibile, perché ci ha abituati all'apatia quotidiana e alla diffidenza verso tutto ciò che è inspiegabile o sovrannaturale.
Non è una lotta fra il bene o il male, fra umani e Shi-Ki, è una lotta per la sopravvivenza di entrambe le specie, dove ogni legge morale perde significato, dove gli amici, gli innamorati, i padri, i figli, e tutti i compaesani che vivevano normalmente, adesso, per sopravvivere, sono costretti a uccidere i propri cari e le persone amate, per vedere la luce del giorno dopo, o l'oscurità della notte dopo.
E su tutto incombe l'ombra della famiglia Kirishiki, che abita nel castello a Kanemasa, il mistero sui suoi componenti, la loro storia e i loro intenti.
Fra di loro si eleva la figura della piccola Sunako, la cosiddetta "figlia unica" della famiglia che, sorridente, cammina qua e là nella notte vestita come una nobile bambina di fine 800', e che sembra avere un passato triste e drammatico; nutre una passione per i romanzi del giovane monaco priore del villaggio, Seinshin e, a suo dire, sembra essersi trasferita con la famiglia proprio a Sotoba dopo aver letto le sue storie, perché nel profondo si sente sola e maledetta come i personaggi di quelle novelle; come Seinshin stesso.
"La morte ha sempre circondato il villaggio" scrive lui, "e non in senso figurato ma letterale; infatti i boschi attorno al centro abitato non sono altro che la tomba di tutti i paesani; gli alberi che li compongono vengono fatti crescere dopo quarant'anni dalla morte del defunto sopra il tumulo che ne ospita i resti; forse è per questo che anticamente in questo villaggio, c'era la credenza che i morti si risvegliassero e tornassero per tormentare i vivi".
Non si diventa Shi-Ki per scelta, o per assunzione di sangue come nella maggior parte delle storie di vampiri; ci sono persone che si risvegliano dopo la morte, e altre che marciscono sotto terra; forse è una cosa genetica che dipende dal sangue, o forse, sono solo le persone tormentate e insoddisfatte a trasformarsi.
Ciò che è certo è che la falce della morte pende su tutti quanti, e chi come il dottor Ozaki è risoluto e pronto a combattere per salvare il villaggio, ha la responsabilità di agire per il bene di tutti.
Ma quand'è che uccidere è giusto? Quand'è sbagliato? Gli Shi-Ki sono creature assetate di sangue e uccidono uomini, donne e bambini per sopravvivere, ma sono anche i cittadini di questo villaggio che dopo la morte si sono risvegliati, ed hanno un cuore, dei sentimenti; è giusto considerarli mostri? E' giusto ucciderli senza pensarci? Dov'è che tutto questo ha avuto inizio e perché?
Queste sono solo alcune delle domande che vi porrete leggendo questo manga, alle quali ogni personaggio, nella sua interiorità e a modo suo, cercherà di dare una risposta per trovare una soluzione.
E pensare che poco prima era tutto così semplice, così normale; di mattina non era difficile intravedere un giovane ragazzo di nome Natsuno, in divisa da scuola, aspettare l'autobus alla fermata, rivolto verso la lunga strada che collega il villaggio alla grande città, con la speranza una volta diplomato, di lasciare questo vecchio e tetro posto dimenticato da Dio verso la luce scintillante della città.
Shi-ki è un manga shounen edito in Italia dalla Star Comics, composto da 11 volumi, scritto da Fuyumi Ono e disegnato da Ryu Fujisaki.
Un insieme di mistero ed horror si fanno strada tra le pagine di questo fumetto, che seppur all'inizio non mi avesse interessata, ora lo seguo volentieri.
È raro leggere manga dalle tinte horror che riscuotano successo tra i miei gusti, eppure, Shi-ki si sta dimostrando un prodotto molto buono. Una storia tratta da un romanzo di cinque volumi, e come se non bastasse, è ispirato al romanzo di Stephen King "Salem's Lot".
Dei tre volumi che ho potuto leggere fino ad ora, Shi-ki, si è dimostrato un manga molto introspettivo, dai disegni poco curati e dalle ambientazioni gotiche.
La storia vede luce attorno agli anni novanta in un paese isolato da tutto il Giappone il cui nome è Sotoba. Esso è privo di qualsiasi metodo di comunicazione con i paesi, le città vicine, poiché sprovvisto di una stazione ferroviaria e di qualsiasi mezzo pubblico. Ciò che sostenta il paese è la vendita delle lapidi in legno tradizionali giapponesi, infatti, tutto ciò che circonda gli abitanti sono abeti da cui vengono lavorate le lapidi.
Sotoba è un paese circondato dalla morte e per quanti abitanti lascino il luogo altrettanti, inspiegabilmente, ne fanno ritorno. Una famiglia fa ritorno nel vecchio castello abbandonato sulle vette del paese, e la morte incontra fin troppe persone al giorno.
Un paese che non può chiedere aiuto ma che non può nemmeno riceverlo, e dei ragazzi che, cercando risposte sulle inspiegabili morti, iniziano un percorso che li porterà a scoprire più del dovuto: qualcosa che cambierà le loro vite.
Come già spiegato, il disegno ed il tratto non sono belli da vedere, ma secondo me sono adatti alla storia: accenni di aspetti androgeni, vampireschi, e corpi privi di vita consumati dal tempo rendono l'idea grottesca che una storia horror deve avere.
Un manga decisamente introspettivo, misterioso, che calca bene la psicologia dei personaggi, le ansie, le paure e tutto ciò che può inquietare e turbare l'animo di una persona che viene a stretto contatto con la morte. I primi due volumi fungono da introduzione alla vera storia, infatti, già nel terzo volume è possibile riscontrare un notevole cambiamento, i fatti narrati prendono il via ed i misteri iniziano ad infittirsi.
Ritengo Shi-ki, attualmente, un buon manga soprannaturale, dalle sfumature horror molto forti ed efficaci, capaci di colpire il lettore, almeno me, immediatamente. Il mio voto, per ora, è 7, e ne consiglio la lettura a tutti gli amanti del genere.
Un insieme di mistero ed horror si fanno strada tra le pagine di questo fumetto, che seppur all'inizio non mi avesse interessata, ora lo seguo volentieri.
È raro leggere manga dalle tinte horror che riscuotano successo tra i miei gusti, eppure, Shi-ki si sta dimostrando un prodotto molto buono. Una storia tratta da un romanzo di cinque volumi, e come se non bastasse, è ispirato al romanzo di Stephen King "Salem's Lot".
Dei tre volumi che ho potuto leggere fino ad ora, Shi-ki, si è dimostrato un manga molto introspettivo, dai disegni poco curati e dalle ambientazioni gotiche.
La storia vede luce attorno agli anni novanta in un paese isolato da tutto il Giappone il cui nome è Sotoba. Esso è privo di qualsiasi metodo di comunicazione con i paesi, le città vicine, poiché sprovvisto di una stazione ferroviaria e di qualsiasi mezzo pubblico. Ciò che sostenta il paese è la vendita delle lapidi in legno tradizionali giapponesi, infatti, tutto ciò che circonda gli abitanti sono abeti da cui vengono lavorate le lapidi.
Sotoba è un paese circondato dalla morte e per quanti abitanti lascino il luogo altrettanti, inspiegabilmente, ne fanno ritorno. Una famiglia fa ritorno nel vecchio castello abbandonato sulle vette del paese, e la morte incontra fin troppe persone al giorno.
Un paese che non può chiedere aiuto ma che non può nemmeno riceverlo, e dei ragazzi che, cercando risposte sulle inspiegabili morti, iniziano un percorso che li porterà a scoprire più del dovuto: qualcosa che cambierà le loro vite.
Come già spiegato, il disegno ed il tratto non sono belli da vedere, ma secondo me sono adatti alla storia: accenni di aspetti androgeni, vampireschi, e corpi privi di vita consumati dal tempo rendono l'idea grottesca che una storia horror deve avere.
Un manga decisamente introspettivo, misterioso, che calca bene la psicologia dei personaggi, le ansie, le paure e tutto ciò che può inquietare e turbare l'animo di una persona che viene a stretto contatto con la morte. I primi due volumi fungono da introduzione alla vera storia, infatti, già nel terzo volume è possibile riscontrare un notevole cambiamento, i fatti narrati prendono il via ed i misteri iniziano ad infittirsi.
Ritengo Shi-ki, attualmente, un buon manga soprannaturale, dalle sfumature horror molto forti ed efficaci, capaci di colpire il lettore, almeno me, immediatamente. Il mio voto, per ora, è 7, e ne consiglio la lettura a tutti gli amanti del genere.
Shi-Ki (demone-cadavere) è l'adattamento in manga dell'omonima opera letteraria giapponesi della celebre autrice Fuyumi Ono, illustrato dal talentuoso Ryu Fujisaki.
È un manga Shounen/Horror pubblicato in Giappone nel 2007 e in Italia nel 2011 dalla Star Comics al prezzo di 4,20 euro a cadenza bimestrale.
La vicenda si svolge nello sperduto villaggio giapponese di montagna di Sotoba, dove ancora sopravvivono antiche tradizioni, come l'inumazione dei defunti. Al termine di una torrida estate, una strana famiglia si trasferisce a nel castello in stile occidentale che domina il villaggio dall'alto di una collina. Contemporaneamente una serie di morti improvvise comincia a decimare gli abitanti; il primario - oltre che proprietario dell'unica clinica - Ozaki Toshio inizialmente sospetta una misteriosa epidemia ma, con l'aiuto del suo amico d'infanzia Seishin Muroi, ora monaco del tempio locale e autore di romanzi di successo, scoprirà una realtà più terribile di qualunque immaginazione.
Tra i protagonisti principali, oltre a Seishin Muroi e Ozaki Toshio, troviamo Natsuno Yuuki soprannominato Koide, un ragazzo di 15 anni riservato e scostante, che si è appena trasferito nel villaggio in seguito al desiderio dei genitori di abbandonare il caos cittadino. Detesta il suo nome perché ha un'assonanza femminile e rifiuta qualunque offerta di amicizia, preferendo chiudersi in se stesso. Si dimostra quindi particolarmente infastidito di fronte alle insistenti richieste di Megumi Shimizu, innamorata di lui.
Il ragazzo successivamente si lascerà coinvolgere in prima persona nelle indagini.
Questo è, a mio parere, davvero un ottimo manga nel suo genere, anche se forse, avendo letto solo 2 volumi, è troppo presto per esprimere giudizi definitivi.
La trama nel primo volume non subisce svolgimenti decisivi ma introduce i personaggi e quindi risulta alquanto noiosa, ma dal secondo volume in poi la storia prende il via diventando più scorrevole e piacevole.
I disegni sono fantastici (anche se non a tutti può piacere il tratto estremamente particolare di Ryu Fujisaki) e adatti alla storia, ad accrescere l’effetto horror dei disegni (presente soprattutto quando vengono rappresentati cadaveri e gli “Shi-Ki”) è l’abbondante utilizzo dei neri.
Le copertine sono davvero belle, l’edizione ottima e il prezzo ragionevole.
Davvero un ottimo acquisto! Consiglierei questo manga a tutti gli appassionati del genere. Il mio voto è un 8 abbondante.
È un manga Shounen/Horror pubblicato in Giappone nel 2007 e in Italia nel 2011 dalla Star Comics al prezzo di 4,20 euro a cadenza bimestrale.
La vicenda si svolge nello sperduto villaggio giapponese di montagna di Sotoba, dove ancora sopravvivono antiche tradizioni, come l'inumazione dei defunti. Al termine di una torrida estate, una strana famiglia si trasferisce a nel castello in stile occidentale che domina il villaggio dall'alto di una collina. Contemporaneamente una serie di morti improvvise comincia a decimare gli abitanti; il primario - oltre che proprietario dell'unica clinica - Ozaki Toshio inizialmente sospetta una misteriosa epidemia ma, con l'aiuto del suo amico d'infanzia Seishin Muroi, ora monaco del tempio locale e autore di romanzi di successo, scoprirà una realtà più terribile di qualunque immaginazione.
Tra i protagonisti principali, oltre a Seishin Muroi e Ozaki Toshio, troviamo Natsuno Yuuki soprannominato Koide, un ragazzo di 15 anni riservato e scostante, che si è appena trasferito nel villaggio in seguito al desiderio dei genitori di abbandonare il caos cittadino. Detesta il suo nome perché ha un'assonanza femminile e rifiuta qualunque offerta di amicizia, preferendo chiudersi in se stesso. Si dimostra quindi particolarmente infastidito di fronte alle insistenti richieste di Megumi Shimizu, innamorata di lui.
Il ragazzo successivamente si lascerà coinvolgere in prima persona nelle indagini.
Questo è, a mio parere, davvero un ottimo manga nel suo genere, anche se forse, avendo letto solo 2 volumi, è troppo presto per esprimere giudizi definitivi.
La trama nel primo volume non subisce svolgimenti decisivi ma introduce i personaggi e quindi risulta alquanto noiosa, ma dal secondo volume in poi la storia prende il via diventando più scorrevole e piacevole.
I disegni sono fantastici (anche se non a tutti può piacere il tratto estremamente particolare di Ryu Fujisaki) e adatti alla storia, ad accrescere l’effetto horror dei disegni (presente soprattutto quando vengono rappresentati cadaveri e gli “Shi-Ki”) è l’abbondante utilizzo dei neri.
Le copertine sono davvero belle, l’edizione ottima e il prezzo ragionevole.
Davvero un ottimo acquisto! Consiglierei questo manga a tutti gli appassionati del genere. Il mio voto è un 8 abbondante.
Ho preso 2 volumi, ma ho letto solo il primo fin'ora. Devo dire che ero mooooolto dubbioso sull'acquisto, pensando alla solita storiella soprannaturale, e in più non amando particolarmente il tema dei vampiri (tra i "mostri", sono quelli che proprio non sopporto).
Invece devo dire che il manga è veramente ben articolato, direi che si potrebbe definire di genere thriller; una valanga di personaggi presentati in questo numero 1, e i principali sono già caratterizzati abbastanza bene, quindi spero bene per il seguito.
I disegni che inizialmente non mi hanno molto entusiasmato, nel corso della lettura li ho trovati davvero efficaci, in pratica i personaggi principali sono disegnati in stile "manga", i personaggi secondari in modo più realistico e grottesco.
Ad ogni modo, io consiglio di provare questo numero 1.
Invece devo dire che il manga è veramente ben articolato, direi che si potrebbe definire di genere thriller; una valanga di personaggi presentati in questo numero 1, e i principali sono già caratterizzati abbastanza bene, quindi spero bene per il seguito.
I disegni che inizialmente non mi hanno molto entusiasmato, nel corso della lettura li ho trovati davvero efficaci, in pratica i personaggi principali sono disegnati in stile "manga", i personaggi secondari in modo più realistico e grottesco.
Ad ogni modo, io consiglio di provare questo numero 1.
Un 6 sulla fiducia. Infatti penso che siano pochi, troppo pochi (soprattutto per questo manga) i due volumi che ho letto per valutare questa serie e adesso spiegherò il perché. Io ho visto metà dell'anime di Shi-Ki ma mi sono fermato perché era noioso, e penso che non lo riprenderò perché seguo il manga e più o meno conosco il finale.
In questi due volumi non succede quasi niente: infatti il primo presenta i personaggi ma soprattutto l'ambiente (cosa importantissima in questa serie) e nel secondo la trama inizia a diventare più complessa. Infatti la vicenda inizia a prendere anche una piega drammatica a causa delle continue morti.
All'inizio (per i primi due numeri) può anche sembrare una vicenda realistica (si potrebbe pensare che si tratti di un epidemia) ma non è così. Infatti questo manga prende una piega più dedita all'horror e al soprannaturale invece che realistica, infatti la causa di queste vittime <b>Spoiler</b> sono vampiri.
E questo è per quanto riguarda la trama, ora vi parlo dei disegni. Lo stile di disegno di questo manga può essere paragonato per i corpi dei protagonisti a quello di Code Geass, infatti in tutti e due i corpi sono allungati e molto magri. Questa cosa io la trovo piuttosto fastidiosa. Invece i capelli hanno un aspetto molto strano e originale.
Invece per quanto riguarda gli occhi li trovo orribili, infatti certi protagonisti sembrano non avere le pupille, anzi sembrano avercele, ma più grosse dell'occhio stesso, il che è molto brutto a vedersi.
Ma la cosa peggiore sono gli sfondi, infatti il disegnatore non usa mai retini, o lascia il paesaggio tutto bianco o tutto nero, cosa molto fastidiosa.
Per ora questo manga non mi ha colpito molto né come disegni né come trama, infatti è un susseguirsi di lutti insensati e la storia si sviluppa solo tramite dei dialoghi lunghi e noiosi. Però ho sentito dire che dopo la storia diventa più interessante e che migliora, spero proprio che sia così.
Una delle poche cose interessanti di questo manga secondo me è il protagonista, Natsuno Yuki/Koide, che per certi versi mi ricorda Light Yagami di Death Note.
In definitiva, per ora non mi sento di consigliare questo manga, è ancora troppo presto per dargli un giudizio definitivo.
In questi due volumi non succede quasi niente: infatti il primo presenta i personaggi ma soprattutto l'ambiente (cosa importantissima in questa serie) e nel secondo la trama inizia a diventare più complessa. Infatti la vicenda inizia a prendere anche una piega drammatica a causa delle continue morti.
All'inizio (per i primi due numeri) può anche sembrare una vicenda realistica (si potrebbe pensare che si tratti di un epidemia) ma non è così. Infatti questo manga prende una piega più dedita all'horror e al soprannaturale invece che realistica, infatti la causa di queste vittime <b>Spoiler</b> sono vampiri.
E questo è per quanto riguarda la trama, ora vi parlo dei disegni. Lo stile di disegno di questo manga può essere paragonato per i corpi dei protagonisti a quello di Code Geass, infatti in tutti e due i corpi sono allungati e molto magri. Questa cosa io la trovo piuttosto fastidiosa. Invece i capelli hanno un aspetto molto strano e originale.
Invece per quanto riguarda gli occhi li trovo orribili, infatti certi protagonisti sembrano non avere le pupille, anzi sembrano avercele, ma più grosse dell'occhio stesso, il che è molto brutto a vedersi.
Ma la cosa peggiore sono gli sfondi, infatti il disegnatore non usa mai retini, o lascia il paesaggio tutto bianco o tutto nero, cosa molto fastidiosa.
Per ora questo manga non mi ha colpito molto né come disegni né come trama, infatti è un susseguirsi di lutti insensati e la storia si sviluppa solo tramite dei dialoghi lunghi e noiosi. Però ho sentito dire che dopo la storia diventa più interessante e che migliora, spero proprio che sia così.
Una delle poche cose interessanti di questo manga secondo me è il protagonista, Natsuno Yuki/Koide, che per certi versi mi ricorda Light Yagami di Death Note.
In definitiva, per ora non mi sento di consigliare questo manga, è ancora troppo presto per dargli un giudizio definitivo.
Versione manga del monumentale (cinque volumi!) romanzo di Fuyumi Ono, autrice della celeberrima - in Giappone - saga "Twelve Kingdoms", con disegni di Ryu Fujisaki. Nelle parole stesse dell'autrice, Shiki è una sorta di omaggio al romanzo di Stephen King "Salem's Lot", di cui ricalca quasi perfettamente la trama: la popolazione di un villaggio giapponese disperso nelle montagne, quasi isolato dal mondo, soffre vittima dopo vittima ad opera di vampiri, o "shiki": scopo di queste creature è, progressivamente, sostituirsi completamente ai paesani, creando una sorta di rifugio per la loro specie. Solo due amici di infanzia, un dottore ed un monaco buddista, si oppongono all'avanzata delle creature, iniziando un conflitto senza esclusione di colpi...
La trama e lo sviluppo della storia, a mio parere, superano di molto il modello originale di Stephen King. Il conflitto tra i paesani ed i vampiri diventa una vera e propria epopea epica, dove i colpi di scena e le sorprese si susseguono a ritmo serratissimo; nessuno, né tra gli umani, né tra i vampiri, è veramente mai quello che sembra.
Il tratto di Fujisaki, semplicemente, o si ama o si odia. Io personalmente, lo trovo bizzarramente adatto all'opera: i background sono ricchissimi e curati nei minimi dettagli; il chiaroscuro ed i contrasti forti usati in quasi ogni scena comunicano visivamente il terrore crescente in cui gli abitanti del villaggio precipitano, vittima dopo vittima; l'azione è stilizzata, ma quasi sempre intelligibile. Se una critica può essere mossa, i design dei personaggi appaiono a volte un po' troppo "estremi" e sopra le righe, sopratutto nelle acconciature e le espressioni, sfociando a volte nel ridicolo (la "madre" della famiglia di vampiri deve essere una fan di Lady Gaga...).
In generale, comunque, il manga rimane godibilissimo: che il disegno attragga o no, può valere la pena seguirlo anche solo per la trama, convolutamente perversa.
La trama e lo sviluppo della storia, a mio parere, superano di molto il modello originale di Stephen King. Il conflitto tra i paesani ed i vampiri diventa una vera e propria epopea epica, dove i colpi di scena e le sorprese si susseguono a ritmo serratissimo; nessuno, né tra gli umani, né tra i vampiri, è veramente mai quello che sembra.
Il tratto di Fujisaki, semplicemente, o si ama o si odia. Io personalmente, lo trovo bizzarramente adatto all'opera: i background sono ricchissimi e curati nei minimi dettagli; il chiaroscuro ed i contrasti forti usati in quasi ogni scena comunicano visivamente il terrore crescente in cui gli abitanti del villaggio precipitano, vittima dopo vittima; l'azione è stilizzata, ma quasi sempre intelligibile. Se una critica può essere mossa, i design dei personaggi appaiono a volte un po' troppo "estremi" e sopra le righe, sopratutto nelle acconciature e le espressioni, sfociando a volte nel ridicolo (la "madre" della famiglia di vampiri deve essere una fan di Lady Gaga...).
In generale, comunque, il manga rimane godibilissimo: che il disegno attragga o no, può valere la pena seguirlo anche solo per la trama, convolutamente perversa.