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Gald

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
“Il suo pelo è sporco, da un bianco candido è passato a un grigio scuro. I suoi muscoli d’acciaio si muovono ritmicamente. Il respiro è regolare, privo di affanno. Ogni suo sforzo è concentrato nella corsa attraverso la distesa di ghiacci perenni.”

«Blanca» è un manga ideato, scritto e disegnato dal famoso Jiro Taniguchi, uno dei più grandi mangaka giapponesi di sempre.
L’opera, formata da due volumi, fu realizzata e pubblicata per la prima volta in Giappone tra il 1984 e il 1986. Oggi, in Italia, è possibile leggere «Blanca» in tre differenti edizioni grazie a Planet Manga, la quale portò nel nostro paese l’opera, racchiudendola in un unico volume, nel 2011.

TRAMA
Ambientato in un clima fortemente ispirato a quello della Guerra Fredda, le vicende del racconto si svolgono nelle lande del Canada e dell’Alaska dove Blanca, verosimilmente un lupoide dal pelo bianco, viene modificato geneticamente dal suo stesso padrone, il professor Liapukowa. Questo esperimento viene realizzato sotto l’imposizione degli Americani che da anni ormai, nei laboratori di ingegneria genetica, cercano di realizzare numerosi progetti per avere la meglio sui Sovietici.
Da questi esperimenti sull'animale uscirà un cane strepitoso dal punto di vista bellico, Blanca infatti acquisirà facoltà straordinarie e iper potenziate come un formidabile aumento di forza, riflessi, velocità e percezioni psichiche.
I sentimenti di Blanca restano però immutati, il suo unico desiderio è infatti quello di poter tornare a casa, a New York, dalla sua amata Patricia, nipote del professore.
Proprio per questo motivo, pentito degli esperimenti svolti sul suo cane, il professor Liapukowa aiuterà Blanca a fuggire dal laboratorio. L’animale, potenziato e rafforzato dall'ingegneria genetica, inizierà una disperata corsa tra le lande gelide del Nord America per raggiungere la sua tanto desiderata casa a New York. Ovviamente il governo americano farà di tutto per cercare di abbatterlo, il cane infatti è prova evidente dei risultati degli esperimenti di ingegneria genetica americana che, a tutti i costi, non dovranno finire tra le mani i Sovietici.

Una trama non troppo complicata, semplice, lineare: la fuga di un cane da un punto X che dovrà raggiungere punto Y con soldati, cacciatori, orsi e lupi che tenteranno in tutti i modi di ostacolarlo. Molto semplice, forse troppo. Un racconto che, nelle sue oltre seicento pagine, inizia ad un certo punto a risultare ripetitivo e stancante.
Inizialmente sembrava poter essere un’opera quasi verosimile, un cane potenziato dal punto di vista genetico potrebbe essere vero pure nella realtà, ma un cane dalle potenzialità di Blanca no.
Il racconto parte, secondo me, con alcuni presupposti che, nel corso dell’opera cambiano radicalmente. Parte essendo concepita, da quello che si può capire all’inizio, come un’opera verosimilmente realistica attraverso cui Taniguchi avrebbe potuto esprimere un suo messaggio e finisce come un’opera di fantascienza, nemmeno così ben riuscita.
Trama scontata e ripetitiva che mi ha fatto annoiare, idee molto semplici e, secondo me, poco sviluppate, in cui si salva, ovviamente, solo il messaggio che l’autore vuole lasciare: l’uomo non può, e soprattutto non deve, provare a controllare la natura degli esseri viventi altrimenti, proprio come Blanca dimostra, rischia di uccidersi con le sue stesse mani.

DISEGNO
Sicuramente molto meglio sono i disegni, punto forte di numerose opere di Taniguchi.
Dal punto di vista stilistico e tecnico, il maestro di Tottori, per quanto riguarda la matita, o lo si ama o lo si odia. Il tratto dei suoi disegni è molto realistico, molto originale e non modellato sugli schemi del disegno classico per manga sottomesso all'industria economica del fumetto. Inoltre, come l’autore stesso ha più volte sottolineato, il suo stile di disegno è stato molto influenzato nel corso della sua carriera dal fumetto occidentale, principalmente quello francese e, come possiamo vedere soprattutto in questo caso, anche dal fumetto americano che oltre ad averne influenzato il tratto ha anche fortemente ispirato il racconto.
In «Blanca» il disegno è diversissimo dal tratto di Taniguchi degli ultimi anni, quello che in fondo l’ha reso più famoso. Leggendo «Blanca», infatti, sembra di avere a che fare con un fumetto americano, siamo infatti di fronte ad una delle sue prime opere, una delle sue opere giovanili realizzata all’età di trentasette anni.
In questa opera il lettore non può che ammirare i disegni: personaggi realizzati in maniera perfetta, sfondi dettagliatissimi che sembrano quasi essere fotografie in alcuni casi, primi piani curati e paesaggi spettacolari. Eccezionale dal punto di vista artistico è il volto di Blanca, la sua espressività: il talento di Taniguchi nell'esprimere i sentimenti dei cani è qui ben visibile. Come specificato da Taniguchi in una sua intervista, il cane è un soggetto molto amato ed utilizzato dal maestro di Tottori proprio grazie alla sua espressività e ai suoi sentimenti.
Probabilmente i disegni sono proprio ciò che hanno fatto lievitare maggiormente il mio voto, risparmiandolo forse da un’insufficienza.

EDIZIONE
In Italia, oggi, è possibile acquistare «Blanca» in due diverse edizioni: quella classica della Planet Manga del 2011 citata qui sopra (ristampata nel 2014) e un’edizione pubblicata da La Gazzetta dello Sport, ovviamente realizzata in collaborazione con Planet Manga, che ha deciso in questo periodo di lanciare nelle edicole, a cadenza settimanale, trenta tra le più famose opere di Jiro Taniguchi al prezzo di soli 9,90€.
Quest’ultima è un’edizione con copertina flessibile, senza sovraccoperta, con alette ai lati e con alcune pagine a colori. Personalmente ho avuto modo di leggere quest’opera proprio grazie a questa economica edizione.


Un’opera che non mi è troppo piaciuta soprattutto considerando che è di Jiro Taniguchi, simbolo di eccellenza nel panorama del fumetto mondiale.
Pur non avendo apprezzato fino in fondo «Blanca» devo comunque condividere e apprezzare il messaggio che l’autore vuole esprimere. Quello di Taniguchi è un messaggio importante, basato sull’amore del cane nei confronti dell’uomo, l’amore di un cane nei confronti del padrone e della sua famiglia. Un messaggio molto bello ed importante che ramane ancora di attualità oggi in un mondo dove l’uomo tenta di modificare e distruggere tutto ciò che ostacola minimamente il suo benessere.


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Atom

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Leggendo "Blanca" ho avuto finalmente la prova tangibile delle qualità artistiche ed intellettuali di Jiro Taniguchi.
Più volte ne avevo saggiato il talento, ma ero comunque dell'idea che non bastasse a giustificare una fama di tale portata.

"Blanca" è la storia che ha per protagonista un cane molto speciale, che corre senza sosta attraverso le distese bianche e solitarie dell'Alaska, braccato dai suoi inseguitori.

Come ho sottolineato in altre occasioni, ritengo che Taniguchi dia il meglio di se quando scrive di suo pugno la sceneggiatura e questo caso non fa che rafforzare la mia tesi.
Non c'è dubbio, inoltre, che i cani rappresentino per lui un'inesauribile fonte di ispirazione.
Egli riesce a descrivere alla perfezione le due anime che contraddistinguono quello che tutti identifichiamo come "il miglior amico dell'uomo".
Blanca, protagonista indiscusso della storia, sa infatti essere un tenero compagno, ma anche uno spietato predatore.
La natura che Taniguchi ci pone innanzi agli occhi è arida, desolante, impervia, ma al contempo sprigiona una forza incomparabile, possiede una bellezza disarmante proprio grazie all'immensità che sa esprimere, di fronte alla quale si resta smarriti; impossibile non restarne affascinati.
In opposizione alla maestosità della natura, l'autore ci mostra la sfrontata arroganza e presunzione dell'uomo, autoproclamatosi padrone del mondo, convinto di poter "giocare" con la vita degli animali proprio grazie alla sua superiorità.

Un intreccio narrativo degno di una spy-story, personaggi creati e plasmati con grande sapienza, dialoghi coinvolgenti e disegni superbi fanno di questo romanzo a fumetti un quasi capolavoro.
Fino alle ultime pagine ero convinto che avrei dato il massimo dei voti a quest'opera, tuttavia l'epilogo mi ha deluso non poco.
Taniguchi durante l'iter narrativo riesce a tessere un insieme di sottotrame che gestisce abilmente, intrecciandole o facendole correre su binari paralleli, con un unico comune denominatore: Blanca.
Il risultato è una trama corposa ed avvincente, ma soprattutto una tensione che va crescendo inesorabilmente insieme alla corsa impetuosa del protagonista a quattro zampe.

Ciò che lascia perplessi è proprio il finale; durante la storia l'autore dispensa qualche indizio, sicché il lettore è parzialmente preparato a come si concluderà la marcia di Blanca.Il problema però è nel come ciò si concretizza.
Tutta quella tensione accumulata alla fine non riesce ad esplodere; si scioglie come neve al sole, tanto per restare in tema.
C'è sì uno scontro finale, ma non basta a concludere tutte le sottotrame esistenti.
Ci sono personaggi fondamentali che difatti perdono tutto d'un tratto la loro importanza. Completamente azzerati, come fossero stati soltanto un riempitivo.
Lo spettatore resta spaesato perché il puzzle è finito, ma ha ancora un paio di tessere in mano.
O Taniguchi non aveva idea di come finire, o gli è stato intimato di concludere in fretta; non vedo altre ipotesi.
Davvero un gran peccato!

I disegni sono davvero spettacolari, le emozioni di Blanca vengono straordinariamente descritte dal tratto preciso di Taniguchi.
I volti umani non sono da meno e, al contrario di altre opere dell'autore, tutto appare vivo a partire dalla natura selvaggia che abbraccia lo spettatore fin dalle prime pagine.

L'edizione della Panini Comics sarebbe ottima, se non fosse per l'assurda grandezza del volume, nel quale sono stati condensati i due numeri originali.
Il verso di lettura è quello giapponese e, anche se non è stata utilizzata la sovraccoperta, il volume presenta i risvolti di copertina.
La carta , infine, è di buon livello.
Diciamo che il prezzo è sicuramente altino, ma considerando la mole, il target e la qualità dell'opera, si può chiudere un occhio.


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Kotaro

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Per sua stessa ammissione, Jiro Taniguchi adora gli animali e i cani in particolare, che trova degli ottimi soggetti di disegno per via della grande espressività dei loro musi.
Non sorprende, quindi, che una delle sue prime opere a cui ha lavorato interamente da solo, senza appoggiarsi a sceneggiature altrui, sia proprio incentrata sulla figura di un cane.

"Blanca", scritto fra il 1984 e il 1986 da un Jiro Taniguchi che non ha ancora raggiunto la piena maturità artistica, è tuttavia un fumetto molto particolare, che racchiude in sé diverse caratteristiche proprie dell'autore e del periodo storico d'appartenenza, quegli anni '80 in cui intercorreva ancora la Guerra Fredda fra gli Stati Uniti e l'allora Unione Sovietica.
La storia, infatti, parte proprio da qui, dalla Guerra Fredda e da uno dei tanti progetti a cui l'esercito statunitense si dedicò per primeggiare sui Sovietici.
Ambientata fra le gelide valli e le cittadine di montagna del Canada e dell'Alaska, la vicenda vede come protagonista un cane bianco, Blanca, che viene rapito dall'esercito americano insieme al suo padrone, il professor Liapukowa, eminente scienziato esperto in ingegneria genetica. Il professore è costretto a svolgere sull'animale un innovativo esperimento genetico, in seguito al quale il cane acquisisce straordinarie facoltà quali un aumento di forza, velocità, riflessi e persino facoltà psichiche come la telepatia. Blanca, trasformato in un cane dalle facoltà superiori, viene dunque reclutato dall'esercito che lo sottopone a duri test e addestramenti, poiché intende utilizzarlo come nuova arma segreta nel conflitto contro l'Unione Sovietica. Non sono queste, però, le intenzioni del professor Liapukowa, che, pentito di ciò che è stato costretto a realizzare coinvolgendo l'amato animale domestico, lo aiuta a fuggire dal laboratorio dove era rinchiuso, intimandogli di tornare a casa, a New York, per riabbracciare la nipote dello scienziato, Patricia, alla quale il cane era molto legato.
Questo animale fuori dal comune, dunque, corre per migliaia di chilometri alla ricerca della propria casa, superando innumerevoli difficoltà.
L'esercito americano, infatti, saputo della fuga di Blanca, mobilita tutte le sue forze, fra soldati, elicotteri, addestratori, cani-soldato, segretissimi cannoni a onde cerebrali, killer e cacciatori allo scopo di ucciderlo, poiché la notizia dell'arma segreta americana non trapeli alle orecchie dei Sovietici.

Questo straordinario cane, nella sua epica, triste ed inarrestabile corsa attraversa non solo le valli e le lande innevate dell'Alaska e dello Yukon, ma anche, idealmente, gli anni della Guerra Fredda, portandosi con sé, in un modo o nell'altro, numerosi rimandi a temi ed elementi legati a quel periodo e al conflitto.
Il consueto realismo dei disegni di Taniguchi, ancora lontano dalla nuova evoluzione stilistica compiuta con "Ai tempi di Bocchan" di qualche anno dopo, è asservito ad una storia incalzante, avvincente, narrata con uno stile molto vicino ai fumetti di stampo americano e simile a quello utilizzato nel successivo "Hotel Harbour View", storia hard-boiled che molto deve ai noir americani.
La vicenda di Blanca richiama alla mente fatti di cronaca della Guerra Fredda, come l'utilizzo di delfini (i cosiddetti "war-dolph"), beluga bianchi o otarie addestrati come potenziale bellico da parte di entrambi gli schieramenti. Tematica, questa, che viene anche riportata in opere a fumetti giapponesi precedenti, come "Cyborg 009" degli anni '60, che vede la presenza di delfini dall'intelligenza potenziata utilizzati come siluri viventi.

Il riferimento ai fumetti americani, tuttavia, in "Blanca" non è soltanto di tipo grafico, bensì anche nella trama. Sono molti, infatti, i comics americani che trattano il tema del "super-soldato" geneticamente modificato e usato come arma segreta nelle guerre. Basti pensare come esempio eloquente al Capitan America, alias Steven Rogers, ragazzo desideroso di entrare nell'esercito americano al tempo della Seconda Guerra Mondiale. Scartato dall'esercito per il suo fisico gracile, viene sottoposto ad un esperimento genetico che ne potenzia le facoltà fisiche e cerebrali, trasformandolo in una potente arma segreta nella lotta alla Germania nazista, in maniera speculare a quanto accade al cane Blanca creato da Taniguchi, traslando i tempi e sostituendo i Sovietici ai nazisti.
Ancora, al super-cane Blanca si oppone un impettito e caparbio colonnello, che cerca di catturarlo con ogni mezzo, e l'unica persona che riesce a calmare l'animo dell'inquieta e feroce creatura è una ragazza, esattamente come, sempre nel mondo dei fumetti Marvel, succede all' Incredibile Hulk, bestia incontrollabile che viene osteggiata in tutti i modi da un militare e riesce ad essere calmata da una ragazza, sua figlia.

"Blanca" è, però, un fumetto giapponese, ci sono molti elementi che ce lo ricordano. In primis, la presenza della super-creatura nata da un esperimento genetico/nucleare, un cane super-forte e super-veloce che fa strage di uomini e animali lungo il suo cammino, esattamente come il mostruoso lucertolone Godzilla, entrambi riflesso della paura del nucleare e del dopo-bomba che attanagliarono il Giappone nel periodo della Guerra Fredda, in cui l'ombra del nucleare serpeggiava fra i due schieramenti e faceva tremare il mondo.
E' curioso, poi, che la razza di Blanca sia proprio l'Akita, un cane tipicamente giapponese che è, ed era nel 1984, particolarmente celebre per vari motivi. Il primo, inevitabilmente, è che l'Akita era la razza del famoso Hachiko, il cane giapponese per antonomasia, da sempre eretto a simbolo di fedeltà incrollabile, come quella che il bianco super-cane di Taniguchi dimostra nei confronti dei suoi padroni.
Il secondo, meno noto ma evidentissimo, è che negli anni '80 la razza Akita era salita alla ribalta fra le pagine dei fumetti e gli schermi della tv grazie a "Ginga Nagareboshi Gin", serie di poco precedente a "Blanca" e avente come protagonista un cane Akita che, allenato da un eccellente cacciatore, si batte con forza e fierezza, in combattimenti sanguinosi e violenti, contro cani rivali e possenti orsi. C'è molto, di "Ginga Nagareboshi Gin", nell'opera di Taniguchi, anche a livello di inquadrature e scelte stilistiche nella rappresentazione dei molti eccidi compiuti da Blanca ai danni di chi ostacola il suo cammino, siano essi uomini, orsi o cani da guerra americani.

"Blanca" è una storia apparentemente molto semplice, anche un po' ingenua, bellissima visivamente ma ancora lontana, a livello grafico, dall'eccellenza che Taniguchi dimostrerà con le opere della maturità. Tuttavia, è un manga che si legge con inaspettata scioltezza nonostante la sua grande mole (l'edizione italiana racchiude tutta la storia in un tomo enorme di circa 600 pagine) e riesce a lasciare qualcosa dentro, grazie ad un finale commovente che mostra l'inarrestabile forza dell'evoluzione della vita e della natura continuare il proprio corso, incurante dei progetti dell'uomo che tentano di asservirla o di controllarla.
Merita uno sguardo più attento, "Blanca", non troppo originale ma senza dubbio sentito manifesto a fumetti di un particolare periodo storico che racchiude in sé differenti citazioni a romanzi (come non pensare al Zanna Bianca di Jack London?), fumetti, fatti di cronaca e società dell'epoca storica in cui è ambientato. Come spesso accade con le opere di Taniguchi, anche "Blanca" è capace di dividere il suo pubblico: per i giovani sarà un fumetto d'evasione, magari un po' banale e già visto, che non gli rimarrà troppo impresso; per gli adulti, gli ex ragazzi del tempo della Guerra Fredda, sarà un tuffo nel passato ricco di rimandi, che saprà avvincerli e commuoverli.
Rimane, in ogni caso, un gran bel fumetto, nonché uno dei primi tentativi di Jiro Taniguchi di dedicarsi alla narrativa a sfondo naturalistico, genere in cui tornerà spesso e volentieri in futuro e sempre con ottimi risultati, vista la grande passione per la natura che è sempre molto palpabile fra le pagine dei suoi fumetti.


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Evangelion0189

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
Blanca è un manga del 1984 edito dalla Planet Manga in un unico corposo volume e dedicato a una delle passioni del maestro Jirō Taniguchi, ossia gli animali. A differenza però di Allevare un cane e altri racconti, in cui una serie di storie auto-conclusive avevano per protagonisti i nostri amici domestici e le persone che ruotano loro attorno, in Blanca il registro è totalmente diverso e l'omonimo protagonista animale è al centro di un intreccio narrativo dal sapore di un techno-thriller all'americana (quasi alla stregua di Rapporto Pelican o di altri romanzi di John Grisham).

Il cane Blanca, modificato geneticamente al fine di conferirgli una forza e una ferocia che non sono di questo mondo, è in fuga da un laboratorio militare. I vari personaggi che incontriamo sono per la maggior parte suoi nemici, mentre coloro che a distanza ne seguono l'incredibile viaggio attraverso il continente americano con curiosità e ammirazione si contano sulle dita di una mano. Blanca è una vera forza della natura, ma non agisce senza uno scopo preciso: centro focale della storia è proprio quello di condurci, pagina dopo pagina, scontro dopo scontro, alla risoluzione dell'enigma. Qual è la meta di Blanca? Cosa c'entrano i militari? Perché una ragazza avverte quasi telepaticamente le sensazioni provate dallo straordinario animale? Non mancheranno colpi di scena e paesaggi mozzafiato, nonché scontri con uomini e altri animali (lupi, orsi) magistralmente concepiti.

Lo stile narrativo del maestro è sempre efficace, ma qui a tratti un po' ostico da seguire; il character design, già ottimo e riconoscibile, è in questo caso un po' "sporco" e ancora molto legato agli anni Ottanta (il che non è un punto a suo sfavore, tutt'altro) e per accorgersi dell'evoluzione dello stile è sufficiente compararlo con quello di Al tempo di papà, un'opera del decennio successivo. La cura maniacale per gli sfondi e i paesaggi naturali, nonché per gli animali, la loro pelliccia, la loro muscolatura, le loro fauci digrignate è più che lodevole: una vera gioia per gli occhi. Nonostante il genere possa apparire poco attraente e in parte riservato a un pubblico ristretto, mi sento di consigliare Blanca a tutti i fan di Taniguchi che ancora non l'hanno letto; per quanto riguarda coloro che invece non hanno mai letto nulla del maestro, difficilmente suggerirei loro di cominciare con questa lettura. Tuttavia, sono sicuro che anche i più arditi e curiosi non resterebbero comunque delusi.


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scarlet nabi

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
L'eterna sfida tra natura e cultura, in "Blanca"traspare nella spietatezza tecnologica degli speciali fucili che captano le onde cerebrali per migliorare le prestazioni letali ed effetti di una scienza bellica che modifica gli animali per farne killer supremi.
Il testo - quasi poetico - racconta il ritorno all'istinto primordiale e la corsa di uno di questi cani attraverso le lande desolate della Siberia, l'Alaska e il Canada pur di rivedere la sua padrona: nonostante gli esperimenti genetici che l'hanno trasformato in un essere a metà tra il mostro artificiale e la divinità, in lui resistono il richiamo della specie e il sentimento d'affetto.
Il riferimento a Jack London e a "Zanna Bianca" è evidente sia nell'ambientazione sia nella struttura narrativa e persino nei titoli dei capitoli, mentre lo stile grafico del maestro Taniguchi - attento ai dettagli paesaggistici e anatomici, e ricco di linee cinetiche - precipita il lettore nel cuore di una corsa disperata verso la meta.
Leggendo la vicenda anche dal punto di vista umano, l'autore traccia abilmente diversi scenari: ci sono l'amore per la conoscenza "buona" della zoologa Helen, la freddezza della logica militarista che fa perdere di vista le emozioni e poi la scommessa dei cacciatori che fronteggiano la preda. Il tema dell'individuo immerso in un contesto incontaminato alla "Into the Wild"ricorda l'epica di Hemingway e l'ossessione metafisica del Capitano Achab, filtrata dall'estetica giapponese - tradizionalmente in armonia con il mondo che circonda la società - e dall'attrazione personale del disegnatore per lo spirito docile e selvatico del cane - già esplorato in altre opere di grande delicatezza.


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Kabutomaru

Volumi letti: 1/2 --- Voto 6
Dopo la lettura di "Al tempo di papà", mi si sono aperte definitivamente le porte del fumetto d'autore, che pur essendo sperimentale e fuori dal mainstream, poteva piacermi moltissimo. Dopo la lettura della precedente opera, comprai Blanca, volumone di 600 e passa pagine, con rilegatura ben fatta e copertina ben cartonata, la quale fa ben figurare il volume in libreria. Naturalmente il costo per via delle molte pagine impenna a ben 19.90 euro.

L'incipit della storia è dato dalla fuga da un laboratorio militare, nel quale vengono compiuti esperimenti sugli animali, di un cane di nome Blanca, che sembra però vagare verso una meta ben precisa. Blanca è uno di questi animali geneticamente modificati e in virtù di ciò dimostra di avere una forza, corsa, agilità e riflessi fuori dal comune essendo capace di abbattere prede più grosse di lui come Caribù o Orsi. La storia è concentrata intorno alle peripezie di Blanca, che dovrà fare di tutto per raggiungere la sua meta, affrontando più e più volte i militari Russi del colonnello Schmidt decisi ad abbatterlo, per evitare che l'animale possa cadere in mani altrui. Intorno a Blanca ruotano anche altri personaggi ed altre storie parallele come quella di un cacciatore che è costretto per forza di cose ad immischiarsi nella faccenda e di due ricercatori Americani. La storia, non troppo originale, risulta alla lunga ripetitiva, scontata e noiosa in certi punti e con pochi alti, più volte Blanca si ritroverà ad affrontare i militari e riuscirà ad averne la meglio facendo immani stragi di uomini, ogni volta il colonnello Schmidt caccerà il suo asso nella manica (soldati addestrati, elicotteri, armi tecnologicamente all'avanguardia etc...) fallendo miseramente, fino al finale largamente prevedibile.
Interessante comunque la denuncia che Taniguchi rivolge all'uomo, che crede di poter manipolare l'ordine della natura a suo piacimento, non sapendo che in tal modo creerà solo disastri poiché un essere finito come l'uomo non può controllare una tale forza selvaggia e misteriosa, la quale alla fine si vendicherà esigendo il suo tributo e riportando il tutto allo status quo.

Se la storia è un po' deficitaria, sui disegni invece non si può non essere di un altro parere. Seppur questa sia una delle primissime storie di Taniguchi, il disegno è spettacolare. I paesaggi con le loro vaste e sconfinate steppe, le montagne, le foreste, i fiumi sono rappresentati con cura maniacale e ricchi di retinature. Grande attenzione è data a Blanca, con un pelo realistico ed espressioni facciali quasi umane. I personaggi umani come al solito si assomigliano un po' tutti, anche se sono distinguibili per la loro nazionalità. La poesia in questo manga, è data attraverso i disegni e le tavole, che risulteranno molte volte delle fotografie.

Concludendo, è un'opera che mostra un Taniguchi diverso da quello intimista, diciamo into the Wild. Essendo una delle prime opere, l'autore è ben lontano dai canoni che l'hanno reso celebre e questo si riflette sulla storia, che presenta evidenti limiti. Qualcosa della poetica di Taniguchi si può ritrovare in quest'opera, come il rapporto uomo natura e l'attenzione verso gli animali, ma è ancora allo stato embrionale. In sostanza è un'opera consigliata ai fan dell'autore, che vogliono vedere il loro autore agli esordi e quindi disposti ad accettarne anche i limiti poichè l''opera che si sorregge sui disegni fantastici, forse uno dei picchi massimi di Taniguchi in questo campo.
A dodici anni di distanza, Tanguchi, ci regalerà un sequel chiamato I cani degli Dei, di tutt'altro spessore e carica di forza rispetto a Blanca, dimostrando di aver superato i suoi limiti ed essere definitivamente entrato nell'olimpo dei migliori.


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Tormi

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
Blanca è un seinen di Jiro Taniguchi pubblicato nel 2009 dalla Shogakukan. In Italia è stato pubblicato nel 2011 dalla Planet Manga, in un volume unico di ben 600 pagine al costo di circa venti euro.

Jiro Taniguchi è un mangaka amante degli animali e si nota dai suoi tanti racconti basati su questi ultimi e sul loro rapporto con gli uomini, spesso intrisi di amicizia e fiducia reciproca.
Blanca è un manga appartenente a questo filone e narra la storia di un cane bianco, Blanca, che per tornare della sua famiglia va contro tutti e crea una schiera di cacciatori pronti a tutto per fermarlo. Inoltre il cane possiede in sé un segreto di cui solo l'esercito americano è a conoscenza.

Il tratto è, come sempre in Taniguchi, lineare e delicato, l'unica differenza sono le atmosfere create delle tavole: mentre solitamente i toni e le ambientazioni creano riflessioni e un'aria di relax, quest'opera è una tensione continua, aumentata da tavole alquanto cupe, anche se come sempre quasi fotografiche.
I protagonisti hanno i soliti lineamenti dei personaggi di Taniguchi, ma come sempre riescono a calzare al meglio il ruolo datogli dall'autore.
Le ambientazioni, come al solito, sono dettagliatissime, anche nei minimi particolari, e riescono a dare quel qualcosa in più a tutta la storia.

La copertina, come sempre nella Taniguchi Collection, è molto semplice e direi quasi standard e, anche se di solito ci sta anche bene, in quest'opera direi che è troppo scontata e si poteva fare molto meglio.

L'edizione, come sempre nella Taniguchi Collection, non è assolutamente male. La carta è bianchissima e spessa al punto giusto; la trasparenza c'è, ma è minima quindi accettabile. La brossatura è solida e direi ottima, e le pagine danno la sensazione di essere davvero legate fortemente alla costina. Come sempre l'unica nota negativa è il prezzo alto, ma direi che per un'edizione di 600 pagine venti euro ci stanno anche.

Voto Globale: 8,5
Devo dire che personalmente mi aspettavo molto di più da quest'opera, certamente è fatta bene e molto bella, ma mi aspettavo un capolavoro e non lo è purtroppo.
Consigliato a chi ama i seinen ben strutturati, ricchi di azione e psicologia.


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Turboo Stefo

Volumi letti: 1/2 --- Voto 9
Dopo opere incredibilmente spesse e ricche di significato, in grado anche di commuovere come Allevare un cane, torna Jiro Taniguchi con un’altra opera che parla del legame tra cane e padrone ma in modo diverso dal solito, incentrandosi maggiormente sulla narrazione e sullo spirito selvaggio degli animali.
Il risultato sarà sorprendente, sembra una fusione tra il Taniguchi pacato a cui i lettori sono abituati e uno più movimentato e moderno che strizza l’occhio alle opere di Crichton, ovvero Techno-Thriller moderni dai ritmi serrati che nascondono velate denunce all’errato uso della scienza.

Nella gelide zone a ridosso del Polo Nord è stato avvistato un branco di lupi capitanati da un candido cane bianco in grado di abbattere alci, orsi e altre creature incredibilmente forti. Questo cane seguita a seguire una ignota destinazione, guidato dall’istinto, ma non è il solo, difatti a dargli la caccia ci sono delle misteriose spie e un giapponese accompagnato da un Inuit, decisi a vendicarsi cacciare questo spirito maligno.
Una storia ricca d’azione e tensione narrativa, che scorre veloce e regala colpi di scena e giunge a toccare tasti inaspettati, diventando quasi un’opera di spionaggio con tanto di azioni militari e moderne tecnologie di manipolazione genetica e avveniristiche armi; nel frattempo un cacciatore viene trascinato a forza in questo bagno di sangue di portata internazionale, prima in modo esterno per poi farla diventare una vicenda personale. Altre due fazioni preso faranno capolino ed insieme alle altre costruiranno un complesso intreccio che si congiunge nell’agognato finale, toccante, dolce e ricco di sentimento.
Il solito Taniguchi dalle atmosfere malinconiche e tranquille sembra essere scomparso per lasciare il posto ad uno sceneggiatore di film d’azione, e si avverte soprattutto per la mancanza di profondità che si avverte, ma nel finale riesce a dare un senso al tutto scaldando il cuore al lettore con un solo disegno che vale la lunga lettura.

Il disegno di Taniguchi è come sempre pulito e deciso, ricco di particolari e minuzioso nella cura degli sfondi. Sarà affascinante osservare le lunghe distese fino all’orizzonte, ricoperte solamente di neve e roccia, mentre i veri protagonisti del manga, ovvero gli animali, sono resi incredibilmente vivi grazie alla folta pelliccia che rasenta il realismo, soprattutto nelle scene d’azione dove sotto si riesce a vedere i muscoli contratti nello sforzo, pulsanti e pieni di vita, che lasciano traspirare la forza incredibile di Blanca.
Ottima l’inaspettata espressività di Blanca, che con i profondi occhi trasmette la furia rabbiosa del lupo di fronte al pericolo, oppure una tacita comprensione con chi ha un animo buono, senza dimenticare il finale dove rivela la sua vera natura, quella di una creatura affezionata ai suoi padroni.
Ottima ovviamente anche la caratterizzazione estetica degli uomini, che va dal protagonista Giapponese all’amico Inuit, passando per molte altre nazionalità sempre eccellentemente differenziate ma non per questo stereotipate, in alcuni casi sembra quasi di assistere all’opera di un altro mangaka nel vedere capelli ricci e biondi che incorniciano un volto delicato dagli occhi dal taglio europeo e dalle lunghe ciglia.
Le scene d’azione nel complesso sono abbastanza ripetitive, trattandosi di cani e lupi ovviamente non si può pretendere una certa varietà, e spesso la sequenza è abbastanza legnosa, ma a vivacizzare il tutto ci pensano i dettagli esterni, ovvero gli spruzzi di neve che si alzano dal terreno o i peli mossi dal vento, regalando così velocità al tutto.

L’edizione italiana è sì costosa, ma offre un volume veramente atipico. La copertina rigida tipica della Taniguchi Collection racchiude pagine bianche dalla grammatura elevata e dal grande formato, con una stampa eccellentemente definita, sia nel tratto che nei retini, ma soprattutto a stupire è la quantità delle stesse, ovvero circa 600 pagine rilegate perfettamente che non temono maltrattamenti.

Come opera di Taniguchi indubbiamente potrebbe lasciare l’amaro in bocca, vista l’assenza quasi totale delle peculiarità che lo hanno reso famoso a livello mondiale, ma è comunque un ottimo thriller ricco di azione e continuamente in movimento, senza dimenticare che nel finale riesce a scaldare il cuore come solo l’autore sa fare, parlando dell’istinto selvaggio e dell’amore indistruttibile tra cane e padrone, che valica i confini del tempo e della distanza.


 5
GIGIO

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
Tutti nella vita abbiamo almeno una volta sentito l'affermazione che "il cane è il miglior amico dell'uomo".
Blanca è un cane fuori dal comune. Rapito assieme al suo padrone dai russi al fine di studiarlo e farne esperimenti genetici, finisce nelle gelide e ghiacciate terre siberiane. Una volta modificatolo grazie al suo padrone riesce a fuggire. Le ultime parole che sentirà dal suo padrone saranno: "Torna a casa, ti stanno aspettando". Blanca cercherà dunque di tornare dalla nipote del padrone, a casa sua, dove è stato rapito. Nulla di anormale si potrebbe pensare, il problema è che la nipote vive a New York. Comincia a questo punta una corsa lunga migliaia e migliaia di chilometri dove il cagnolone dovrà da un lato cercare di sopravvivere alle gelide lande di Russia, Alaska e Canada, ma soprattutto dovrà cercare di non farsi uccidere da coloro che lo vogliono morto. Infatti i russi assolderanno bracconieri, forze armate, cecchini per cercare di uccidere la belva che potrebbe riportare alla luce i terribili esperimenti fatti su di lui.
Blanca è un cane pertanto fuori dal comune, può saltare in alto fino a 5 metri, correre per 120 chilometri a 90 km/h, mozzare teste con un solo morso. È imprendibile, è imbattibile e ha una grande forza di volontà. Darà tutta la sua vita per riuscire a tornare a casa.

Taniguchi ci mostra un lato "irrealistico" che poche volte ha mostrato al pubblico. Il protagonista, Blanca appunto, è piuttosto fantascientifico ma l'autore decide di attorniarlo di figure e paesaggi più che mai credibili. Ne esce una storia molto godibile, leggera e carica di significato. Taniguchi molte volte si è soffermato sul rapporto natura - uomo e tra uomo e animale. In Blanca cerca di farne vedere l'istinto vero e proprio. Si vede un cane che ha ovviamente istinti brutali come la caccia, come l'attaccare se si sente minacciato, ma anche un cane che percepisce le intenzioni di chi vuole aiutarlo e ovviamente, il principale, il suo attaccamento all'essere umano.

I disegni sono bellissimi, mi sono veramente piaciuti, una minuziosa cura di molti particolari come i paesaggi approfonditi da tavole molto grandi o lo stesso Blanca che pagina dopo pagina lo si può vedere patito, magro, sofferente.
L'edizione mi ha lasciato basito, un mattone di più di 500 pagine con il formato classico della Taniguchi Collection della Planet Manga. Copertina rigida e con il colore scelto questa volta azzeccato, ossia il color ghiaccio. Il prezzo lascia a desiderare, 19,90 Euro non sono pochi, però se lo paragoniamo ad un libro di quelle dimensioni ci può anche stare. È un volume unico, di grande qualità e di un grande autore, e quindi anche questo va a rapportarsi. Ringrazio la Planet Manga che ha deciso di proporlo al pubblico.
Detto questo, do come voto 8 e lo consiglio a tutti.