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Evangelion0189

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
"Le nuove reclute sono come i tatami... bisogna batterli per renderli più soffici e comodi."

Insieme ad autori leggendari come Osamu Tezuka e Shōtarō Ishinomori, l'ormai novantenne Shigeru Mizuki, famoso soprattutto per le sue storie a fumetti relative agli yōkai tipici della tradizione nipponica, è una vera autorità nel suo paese, tanto da avere una serie televisiva a lui dedicata. Nel 1973, ben trent'anni dopo le terribili esperienze vissute agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale, a cui egli stesso ha partecipato, e alle quali è fortunatamente sopravvissuto, l'autore decide di raccontarle in Sôin Gyokusai seyo (letteralmente "avanti uomini, moriamo con onore"), il volume unico a fumetti di cui vi scrivo oggi. A detta del medesimo Mizuki, la stragrande maggioranza dei fatti narrati corrisponde alla realtà e ciò attiva immediatamente un campanello d'allarme nella mente del lettore, predisponendolo a una lettura non certo facile né tanto meno leggera. Tuttavia, è doveroso sottolinearlo fin da subito, Mizuki non infarcisce il racconto di moralismi o retorica di sorta e anzi si limita a descrivere gli eventi, gli orrori, le piccole-grandi tragedie (dall'astinenza sessuale alla morte di un compagno) e le giornate a metà tra la fame e la fatica vissuti dalla compagnia di cui egli stesso faceva parte. Per ovvi motivi, inoltre, l'autore ha deciso di modificare i nomi di tutti i personaggi, compreso il proprio, senza però ledere in alcun modo la pregnanza e la potenza espressiva della storia narrata.

Come riportato dal titolo, l'opera in questione ruota attorno al concetto di gyokusai, la cosiddetta "morte onorevole" portata a compimento sotto forma di veri e propri attacchi suicida promossi dai gerarchi dell'esercito giapponese allo scopo di non arrendersi o finire prigionieri del nemico; due fatti, questi ultimi, percepiti come il massimo grado di disonore possibile in guerra. Ma è a questo proposito che, in antitesi con tale teoria, entra in scena sottilmente e con arguzia il punto di vista dell'autore, un vero "edonista" della quiete, un pigro degno di questo nome la cui codardia, o la semplice fortuna di trovarsi nel momento giusto al posto giusto (come ad esempio fissare un gruppo di uccelli autoctoni lontano dall'accampamento giusto un attimo prima di una sortita del nemico), gli ha garantito la sopravvivenza, diversamente da quanto accaduto ai suoi commilitoni. Se dunque Mizuki ci presenta i fatti così come si sono verificati, in realtà sta al lettore trarne una riflessione personale sulla follia umana - i comandanti non fanno che prendere a schiaffi i loro sottoposti, come se questo servisse realmente a qualcosa - e sull'assurdità del dictat del gyokusai, così come, da una prospettiva più onnicomprensiva, della guerra stessa.

Salta immediatamente all'occhio del lettore lo stile di disegno peculiare del maestro: se da un lato ci troviamo di fronte a fondali, esplosioni, veicoli e risvolti macabri estremamente dettagliati (terrificante la scena finale), dall'altro i personaggi sono ritratti in modo praticamente caricaturale, ma non per questo sono meno espressivi e anzi, proprio perché quasi abbozzati e molto simili tra loro - a distinguerli sono solo particolari irrisori come il mento sporgente, la faccia tonda, il viso allungato, gli occhiali e così via - essi risultano ciò nondimeno efficacissimi nella rappresentazione dei drammi e delle difficoltà della vita di campo in un'isola dell'Oceano Pacifico. L'opera sbarca nel nostro paese con il titolo Verso una nobile morte grazie alla Rizzoli Lizard, che ci propone un volume brossurato di grande formato che vale davvero tutti e ventidue gli euro che costa. Inoltre, la qualità della carta è elevata e non solo la lettura da destra a sinistra rispetta la versione originale, ma le traduzioni sono più che ottime e l'apparato redazionale, costituito da un'acuta introduzione a cura di Paolo Interdonato e da ben due interviste a Shigeru Mizuki in appendice, rende la fruizione dell'opera ancora più completa e appagante. Verso una nobile morte non è certo un graphic novel rivolto a tutti, ma confido che il lettore più esigente non ne resterà affatto deluso.

"A cosa è servito? Perché pagare un prezzo così alto, solo per difendere quella postazione?"

Una domanda, questa, destinata purtroppo a non ricevere alcuna risposta.